Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: EvrenAll    18/09/2019    1 recensioni
Raccolta di flashfic e one shot dedicata a Kelila Lesev, il primo personaggio con cui ho giocato a Dungeons and Dragons.
1. Things we carry
2. An open door
3. Faces in the street
4. Mirror
5. This road
6. Aftermath
Genere: Avventura, Fantasy, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Aftermath


Battè un pugno sul legno della scrivania facendo tremare l’inchiostro contenuto nella boccetta al suo fianco e la luce della candela che illuminava la sua patetica opera.

La pergamena sembrava essere stata scritta da un bambino, le lettere sbavate e scomposte lo fissavano inclementi e la consapevolezza di essere stato lui a tracciarle lo faceva impazzire.

Umiliante.

Non era solo colpa delle parole che il maestro aveva pronunciato davanti ai suoi compagni, era la sua stessa condizione a farlo sentire come l’essere più incapace ed inutile di tutta Westward.

Sospeso a tempo indeterminato.

Inutile. Pericoloso.

Fissò con astio la propria mano sinistra desiderando potersela strappare dal braccio e mosse la destra, provando nuovamente a stringere il pugno senza urlare mentre la pelle bianca ed inspessita, nascosta dalle fasciature troppo strette, si tendeva oltre le sue attuali possibilità.

Si fermò quando sentì il sapore del ferro sulla lingua e rilassò le dita di cui era appena riuscito a far sfiorare le punte.

Si alzò in piedi, muovendo ancora lentamente la destra e pulì con il dorso della sinistra il labbro morso a sangue.

-Grendel-

La spada che apparve nella sua mano sembrava pesare più del dovuto. La mosse lentamente, tentando abituare il suo corpo a quella massa, resa scomoda e scoordinata solo perché portata dal lato opposto rispetto al solito. La sollevò, allineandola agli occhi, e si trattenne dal gettarla a terra quando percepí il proprio braccio tremare per l'insolito sforzo. Storse la bocca e si limitò a fissare i colori del suo viso riflessi sulla lama.

Sospirò facendola scomparire in uno scuro sbuffo di acciaio.

Lo specchio d'argento davanti a lui era molto più inclemente: la lunga convalescenza che aveva passato e la tensione accumulata in quelle settimane in gabbia l'avevano asciugato, affilando i tratti del viso già squadrato. Gli occhi stanchi erano iniettati di rosso. Coprí la sua immagine scorgendo dietro all'azzurro glaciale dell'iride l’apparire di un accenno di follia.

Impazzire? 

Ci era tremendamente vicino.

Spostò all’indietro i ciuffi neri ricaduti sulla fronte si umettò il labbro, sovrappensiero, prima di iniziare a massaggiare il palmo della mano destra ripercorrendo i gesti insegnatigli dal medico che lo aveva avuto in cura. 

Non era mai stato l'accademico che Reidran aveva desiderato allevare. Aveva amato la Caserma di Anas Athel e le ore trascorse a sudare sotto il sole cocente dell’arena più del fresco delle biblioteche, ma combattere non era bastato a soddisfarlo fino a quando non aveva visto la lama di Grendel risplendere della magia sgorgata dalle sue mani ed assorbita dall’acciaio.

Sebbene Darius avesse sempre criticato i suoi modi, ritenendoli semplici trucchetti rispetto alla potenza dell’arma che lui sapeva padroneggiare, Merehiv era sempre riuscito a dimostrargli che là dove la sua abilità con la spada veniva meno, la magia era l’unica cosa che lo rendeva suo pari.

Cosa avrebbe fatto ora?

L’incantesimo di fuoco che aveva creduto di poter padroneggiare era fuggito dal suo controllo. L’esplosione l’aveva avvolto con bollenti lingue di fuoco e lo aveva privato dell’uso del braccio destro. 

Aveva perso Grendel. Aveva perso la gestualità che gli permetteva di scagliare e dirigere in modo preciso i suoi sortilegi.

Otto mesi, un anno: era questo il tempo minimo che avevano stimato perchè riuscisse ad ottenere nuovamente un buon controllo dell’arto. Le cicatrici sarebbero rimaste per sempre.

Otto mesi, un anno e forse Reidran l’avrebbe riammesso nella squadra.

Merehiv storse la bocca in una smorfia di rabbia. 

Non gli avrebbe dato la soddisfazione di vederlo indebolito da quel castigo imposto dall’alto e dal proprio corpo. 

Non sarebbe impazzito: avrebbe dimostrato che otto mesi erano più che abbastanza per padroneggiare il braccio sinistro allo stesso modo di quello che aveva utilizzato per tutta la vita.

Ne avrebbe impiegati solo sei, interrompendo prima del dovuto quel congedo forzato.

-Grendel- 

Rafforzò la presa sull’elsa della spada ed uscì.

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: EvrenAll