Occhi d’ambra lucida.

Alla fine degli allenamenti sono tutti troppo euforici ed impazienti di tornare a casa, per far caso a loro.

L’atmosfera negli spogliatoi della Karasuno è allegra ed i loro compagni di squadra non riescono a stare zitti un attimo – Tanaka che si esalta per il modo affascinante in cui Shimizu lo ha ignorato; Hinata che stordisce il povero Kageyama con una serie di “Gwaaaah!” ed altri suoni disarticolati nel tentativo di esprimere la propria euforia per quell’alzata e quella schiacciata venute particolarmente bene… anche se al giovane setter non sembra dispiacere più di tanto, a dispetto del suo viso imbronciato.

Insomma, tutto nella norma.

Tuttavia, quando ai suoi occhi scuri si incatenano quelli color ambra di Koushi, intento a vestirsi tre armadietti più là, Daichi diventa improvvisamente sordo.

Gli schiamazzi, le risate, le battute velenose di Tsukishima e la voce autoritaria di Ennoshita scompaiono dal campo uditivo di Sawamura come per magia. A onor del vero, Daichi non sente né vede niente, se non Sugawara e quelle iridi brillanti, quegli occhi maliziosi che non fanno altro che ricordargli la notte scorsa passata insieme e tutte quelle precedenti, quel corpo snello, ora ingiustamente nascosto dai vestiti, che si è lasciato accarezzare ed amare infinite volte da quando hanno capito di piacersi e desiderarsi come solo due adolescenti sanno fare.

Sugawara si passa una mano tra i capelli grigiastri umidi per la doccia fatta da poco – durante la quale Daichi ha fatto davvero di tutto per non indugiare troppo su pensieri poco appropriati, visto che nasconderne gli effetti sarebbe stato impossibile, data la poca intimità che le docce comuni hanno da offrire – e piega le labbra rosee e ben disegnate in un sorriso appena accennato, come a confermargli che stanno pensando la stessa cosa. Davvero un colpo basso.

Daichi si costringe a tornare alla realtà e distoglie lo sguardo per primo perché, diamine, lo spogliatoio è ancora affollato e non è né il momento né il luogo adatto per lasciarsi andare, o anche un cieco si renderebbe conto dello stato in cui riversa il suo corpo e non gli sembra il caso di condividere certi lati di sé che è bene rimangano conosciuti solo a Koushi – che sicuramente ha capito tutto ed ora se la ride alle sue spalle – con il resto della squadra.

Il primo che è pronto per andarsene ed attira l’attenzione dei due amanti silenziosi è Shouyou, che saltella verso l’uscita facendo tintinnare le chiavi della bici ed ondeggiare i folti riccioli arancioni ad ogni movimento, con al seguito un meno energico e più composto Tobio. Entrambi salutano i senpai e si dileguano, pronti a fare strada insieme come tutte le sere.

Un po’ per volta tutta la squadra ne segue l’esempio, finchè non rimane solo Asahi che, dopo aver finito di allacciarsi le scarpe ed aver sistemato la tracolla del borsone sulla spalla, esita un attimo sulla soglia dello spogliatoio. Li guarda entrambi un po’ tentennante, apparendo come un bambino spaurito a dispetto la stazza quasi spaventosa, prima di aprire bocca.

<< Facciamo strada insieme? >> chiede, nonostante sia stato l’unico a notare la loro conversazione di sguardi e conosca già la risposta, in quanto migliore amico di entrambi – Insomma, che lui lo voglia o no, tra loro non ci sono segreti.

Infatti Sugawara sorride al povero Azumane con gentilezza, come a voler addolcire il proprio rifiuto. << No, oggi spetta a Daichi chiudere la palestra >>. E non aggiunge altro, osservando le reazioni di Sawamura solo tramite la vista periferica.

Asahi coglie al volo il significato nascosto di quelle parole e due macchioline rosse spiccano sulle guance nonostante la carnagione scura e la lieve peluria che le ricopre parzialmente, tuttavia non ribatte: per quanto la sola idea lo metta in imbarazzo e a tratti anche a disagio, sapere i suoi due migliori amici insieme non gli dispiace poi così tanto, ed è sicuro che, a parti invertite, lui avrebbe sicuramente ricevuto altrettanto supporto. Per cui, si limita ad annuire ed esce dallo spogliatoio, avendo anche la delicatezza di chiudere la porta.

Quando rimangono soli, Daichi non ha il tempo di aprire bocca che il suo ragazzo brucia in pochi secondi l’esigua distanza che li separa, decidendo per entrambi che non c’è spazio per le parole, non ne hanno mai avuto davvero il bisogno.

E quando l’alzatore posa le labbra sulle sue ed i loro corpi entrano in contatto, incastrandosi con l’intenzione di non lasciarsi mai più, lo stoico e forte capitano Sawamura Daichi si arrende all’evidenza che non riuscirà a chiudere la palestra tanto presto.














Angolino angoletto:
Ebbene sì, dopo mesi e mesi di assenza da EFP, rieccomi qui con una nuova storia, che non solo partecipa al Back to High School - come avrete già letto nella descrizione e a inizio capitolo - ma è anche il mio primo tentativo nel fandom di Haikyuu, cosa che volevo fare da un sacco di tempo!
In ogni caso, conto di farmi risentire molto presto - niente più attese lungherrimissime, I promise - non solo per il contest ed altri eventi, ma anche perchè, pur senza pubblicare, in tutto questo tempo non ho mai smesso di scrivere, ed ho tante idee da condividere con voi.

P.S. Il titolo fa riferimento ad Occhi da orientale, ma solo perchè mi è venuta in mente mentre descrivevo gli occhi di Koushi. A parte questo non ha nessun collegamento con la storia.

Alla prossima!

-cuorediinchiostro.