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Autore: Lord Kleveland    18/09/2019    2 recensioni
Un anno è passato da quando XANA è stato sconfitto. La vita dei Guerrieri sembra tornata alla normalità, ma Lyoko è una tecnologia incredibilmente avanzata e piena di lati nascosti. Segreti che riguardano il programma, la sua storia, i suoi utilizzi. Tutti elementi che attirano interessi. Interessi... inumani.
[La storia non prende in considerazione gli eventi dei libri e di Evolution]
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aelita, Jeremy, Nuovo personaggio, Ulrich
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Terra – Francia – Parigi – Resoconto dal Martedì 6 Settembre al Lunedì 12 Settembre


Una persona diventata popolare così facilmente e così rapidamente come Avier non poteva essere dimenticata subito. Eppure fu notevole constatare come si mise meno in mostra nei giorni a seguire. Ridusse in modo notevole le volte in cui faceva trucchi complessi con le monete, in cui raccontava aneddoti assurdi, in cui scommetteva su cose improbabili e qualsiasi altra cosa ricordasse agli altri il suo essere tanto esuberante quanto talentuoso. Dire che divenne uno studente comune sarebbe esagerato, non poteva esserlo. Semplicemente, si diede una calmata.


Questo non fu notato quasi da nessuno a dire la verità. In molti pensarono che fosse normale non stupirsi più dopo averlo conosciuto, altri pensarono fosse a corto di idee. I Guerrieri Lyoko erano convinti che stesse dimostrando ciò che aveva spiegato loro la sera del primo giorno, cosa vera solo indirettamente. La verità sul motivo che spinse Avier Antonovic Anisimov a rimanere più controllato fu, come molte cose riguardanti lui, la meno ovvia di tutte: la noia.


Era tutto tanto, troppo facile per lui. Il suo comportamento e le sue capacità gli avevano permesso di sopravvivere in Russia, ma non gli servivano più così tanto ora che si trovava in un ambiente molto più sicuro e tranquillo. Inoltre, ingannare gli altri con la logica e una lingua incredibilmente affilata era sì divertente, ma ridondante quando sai che ci riuscirai sempre e che nessuno capirà come fai. Essere delle Mary Sue incarnate non è divertente.

A proposito di Mary Sue, fu questo il soprannome che Odd decise di dargli. Durante le vacanze estive aveva scoperto il mondo delle fanfiction e si sorprese di non averci pensato subito la prima volta che aveva visto Avier, gli calzava a pennello!

Forse Avier lo sapeva, perché la prima volta che il ragazzo lo chiamò così, il russo lo guardò con uno sguardo così contrariato e offeso da spaventarlo. Poi gli mise una moneta in mano e disse

Comprati una dignità” infine rise. E rise ogni volta che Odd o gli altri lo chiamarono così. Però, se c’era una cosa che non sapeva nascondere, era il suo odiare quel soprannome


Il fatto che il ragazzo non fosse sorprendente come all’inizio, non significò che avesse smesso totalmente di stupire. Ad esempio, si rivelò non vero il suo essere eccellente in tutte le materie, perché ce n’era una in cui andava malissimo, ovvero l’educazione fisica.

Se si parlava di correre per brevi tratti, arrampicarsi o dei puri e semplici riflessi, era ancora eccellente.

Per il resto, era praticamente fatto di ricotta. Aveva il fiato corto, finiva le energie in fretta, bastava un colpo anche non troppo forte per farlo rovinare a terra e quando respingeva pallonate, dopo un po’ provava dolori tremendi alle dita delle mani. Inoltre, non poteva nuotare a causa di motivi medici. Non tanto per il suo fisico, ma per la sua pelle. Soffriva di una forma molto intensa di orticaria acquagenica, la sua pelle a contatto con l’acqua si arrossava e a volte si riempiva di piccole bolle. I suoi compagni lo potevano constatare sulle sue mani e sul suo volto dopo che si faceva la doccia (evento alquanto infausto siccome Avier attendeva sempre che tutti la facessero prima di lui e solo dopo entrava e si spogliava, se qualcuno osava solo sfiorare la porta iniziava a sbraitare dicendo di starsene fuori). A volte l’orticaria era così forte da costringerlo a inghiottire una pillola di antistaminico, ne aveva sempre una confezione nella borsa.


Infine, Jeremy poté constatare come fosse un compagno di stanza tremendo. Era disordinato come pochi, lasciando i suoi indumenti in giro per la stanza. Vandalizzava il suo computer attaccandogli adesivi osceni che partivano dal mano con il medio alzato, la stessa sul suo telefono, e arrivavano a ciccioni con bottiglie di birra in mano che vomitavano su alci. Ne aveva anche un paio rappresentati dei genitali maschili stilizzati, ma fortunatamente non li incollò mai. Ma la cosa peggiore di tutte era mentre dormiva, poiché Avier russava fortissimo e ininterrottamente. Capitò più volte a Jeremy di svegliarsi nel cuore della notte chiedendosi perché ci fosse un camion fuori al Kadic che continuasse a frenare, solo per poi rendersi conto che il suono proveniva dal letto alla sua destra, dove Avier dormiva supino con una gamba stesa e l’altra penzolante sul bordo del materasso, la bocca aperta e il pigiama nero con una stampa scadente del volto di Falco sul petto. Una visione inquietante.

Per sua fortuna, il ragazzo trasgrediva spesso alle regole standosene fuori dalla sua camera oltre il coprifuoco delle dieci di sera. La maggior parte delle volte se ne stava in biblioteca, nascosto in un angolo a studiare per i giorni seguenti. Spesso gli capitava di poggiare un attimo la testa sul tavolo e di addormentarsi lì, svegliandosi il giorno dopo con un mal di schiena tremendo e i prof che gli chiedevano cosa ci facesse lì. Lui riusciva sempre a convincerli che si fosse svegliato presto per studiare.


Camera di Avier e Jeremy - Martedì 13 settembre 2005 – Ore 21:40


Neanche quella sera Avier tornò in camera in orario. Facendo la gioia di Jeremy, che avrebbe potuto starsene tranquillo. Si mise a sedere sulla sedia della scrivania e tenne premuto il pulsante di accensione del suo computer. Proprio quando finì l’avvio di Windows XP e apparve il suo desktop, qualcuno bussò alla porta

Hai di nuovo scordato le chiavi, Avier?” disse sbuffando

Siamo noi due” a parlare era stato Ulrich, ma era sottinteso che con lui ci fosse anche Odd. Il ragazzo scese dalla sedia e si avvicinò alla porta, poi l’aprì. I due suoi amici erano uno di fianco all’altro davanti l’ingresso

Ehi, già in pigiama?”

Devo riposare almeno otto ore per avere tutte le energie necessarie durante le lezioni. E poi, senza autorizzazione, non si può uscire dalla camera dopo le dieci di sera”

Almeno che tu non sia Mary Sue, esatto?” commentò ironico Odd, Ulrich si intromise

Potremmo non parlare sempre di lui?” il suo tono era acido, Avier continuava a non stargli simpatico. Si rivolse poi a Jeremy

Abbiamo parlato con Yumi e William poco fa. Questo sabato andiamo a vedere il film dei Fantastici 4. Tu e Aelita vi unite a noi?”

Io mi unisco volentieri. E credo che anche Aelita sarà d’accordo”

Non volete stare un po’ da soli? Lo capiremmo…” Jeremy sorrise imbarazzato, era ancora molto timido riguardo certi argomenti

Credo che anche lei senta la mancanza di Yumi e William. E poi c’è sempre domenica… Comunque, domani glielo chiedo” detto questo, Odd e Ulrich lo salutarono e fecero per andarsene, quando il ragazzo tedesco notò il borsone di Avier sul suo letto

Mary Sue non è qui?”

No, di solito se ne sta rintanato fino a tardi in biblioteca. Studia molto in effetti, solo che sbaglia gli orar…”

Non mi interessa questo. Non tornerà presto, giusto?”

Beh… Di solito sta fuori molto e a volte si addormenta in biblioteca. Perché lo vuoi sapere?” anche Odd se lo stava chiedendo in effetti, non capiva cosa pensasse il suo amico

Che ne dici se diamo un’occhiata tra le sue cose?” la proposta sorprese i due amici che lo stavano ascoltando. Era una cosa che avrebbe potuto chiedere Odd, ma da Ulrich era totalmente inaspettato

Dici sul serio?” fu Jeremy a domandare

Si, guarda com’è disordinato, se frughiamo un po’ non se ne accorgerà. Voi non volete proprio sapere nulla del ragazzo capace di eccellere in tutto e di capire tutto?”

Se la metti così…” tutti sapevano quanto fosse sbagliato, che non avrebbero dovuto farlo. Ma un minuto dopo erano tutti seduti sul letto di Avier, con la porta della camera chiusa a chiave e desiderosi di vedere cosa contenesse in quel borsone


Avier, dal canto suo, non era in biblioteca


Cortile del Kadic – Martedì 13 Settembre 2005 - Nello stesso momento


L’aria della notte era fresca, ma non fredda. Il ragazzo russo se ne stava seduto su una panchina, sulle gambe aveva un foglio A4 poggiato sopra un quaderno di scuola, con la mano trasformava in disegno ciò che i suoi occhi vedevano davanti a se. Il cancello della scuola con le sue sbarre di ferro scure, gli alberi della foresta oltre di esso e il cielo stellato che sovrastava tutto. Era su quest’ultimo che si stava concentrando particolarmente, lo guardava intensamente con fare assorto, come se fosse ipnotizzato. Fu per questo che non si accorse dell’arrivo di Aelita

Che ci fai qui fuori?” Avier fu riportato alla realtà bruscamente, tant’è che ebbe uno scatto e gli cadde la matita a terra. Si chinò in avanti per prenderla e poi rispose

Aspettavo te, ovviamente”

Sai anche prevedere il futuro adesso?”

No, ho detto una cosa a caso” la ragazza sorrise, Avier invece no. Era pervaso da un’aura di malinconia. Anche la sua risposta seguente trasmise malinconia

In Russia disegnavo molto. Fa parte di quelle cose per cui la gente è disposta a darti spiccioli per vedertelo fare, e qualcosina in più per comprare quello che hai fatto. Lo facevo per questo, non mi è mai piaciuto più di tanto. Però il cielo stellato lo adoravo. Quando c’era un cielo come questo, sgombro di nuvole e senza Luna, rimanevo ore a guardarlo” Aelita si sentì stranita, non lo aveva mai sentito parlare così tanto di sé. Non in questo modo. Anche il ragazzo sembrò accorgersene, perché poi aggiunse un’ultima parte con tono molto più freddo

Forse non dovevo parlartene”

Perché?”

Perché cosa?”

Perché non dovresti parlarne?” Avier rimase in silenzio. Si guardò intorno, confuso e pensieroso. Solo dopo un po’ rispose

Non lo so. Non ho mai voluto farlo”

Tu chi sei, Avier?”

Che diavolo è? L’ora di filosofia?” il suo tono era infastidito, ma anche molto scherzoso. Aelita sorrise, si mise a sedere sulla panchina, appoggiò la sua schiena sullo schienale senza preoccuparsi di sporcarsi la maglia rosa e accavallò le gambe coperte dai blue jeans aderenti

No, semplicemente, tu parli molto. Ma dici solo qualche parolina sconnessa su di te. È chiaro che non ti piaccia farlo”

Cavolo! Capisco perché la gente si spaventa. È davvero inquietante quando iniziano a comprenderti”

Non è vero. Probabilmente non ci sei abituato. Tu sei inquietante solo perché ci riesci su sconosciuti di cui sai pochissimo”

Si, utile per capire chi è pericoloso e chi no. O cosa dire per convincere chi ti ascolta” il suo tono era ancora più malinconico, faceva così strano vedere tutta quella serietà su un ragazzo come Avier. Sembrava davvero una persona diversa

Quindi, mi parlerai di te?”

Non ne ho idea. Tu non dici cose personali al primo che passa”

Ero la prima che passa al Rendez-vous. Ora siamo compagni di scuola da una settimana…”

Sei giorni”

E tu sei in camera con il mio ragazzo…”

Infatti. Lui e i tuoi amici preferirebbero che io fossi uno sconosciuto” Avier non lo aveva detto con nessun tono, né di fastidio né di rabbia né, tantomeno, di disperazione. Lo aveva semplicemente affermato, così come si afferma che il cielo è azzurro

Tu non pensare a loro. Credo abbiano un pregiudizio nei tuoi confronti. Ti vedono ancora come un individuo subdolo o un impiccione. Probabilmente pensano che le tue scuse quella sera fossero un altro modo per metterti in mostra, nonostante sono sicura tu li abbia colpiti inizialmente. Ma, ti ho detto, non ci pensare ora. Sappi solo che a me invece interessi” Avier distolse lo sguardo, come se si sentisse a disagio. Poi guardò di nuovo il foglio sulle sue gambe e disse

Okay, fammi solo finire questo disegno”


Quanti cavolo ne ha fatti?” Jeremy sfogliava un album di disegni trovato dentro il borsone di Avier. Era strapieno di fogli di tipi e dimensioni diverse, ma tutti avevano un elemento in comune

Gli devono piacere molto i cieli stellati. Tutti i disegni ne hanno uno”

In molte cose è davvero monotono. I suoi ricambi sono tute Adidas identiche tra loro” commentò Ulrich armeggiando con varie buste di plastica contenti quanto aveva detto

Noi non possiamo parlare. Non è che abbiamo molti ricambi” commentò Jeremy richiudendo l’album e sistemandosi gli occhiali

Ottima osservazione”

Ehi, questo sembra un diario” disse Odd prendendo un libricino dalla copertina nera. Lo aprì e cercò di leggere qualcosa

Sembra che sappia anche il greco”

Come sarebbe a dire?” Ulrich glielo strappò di mano e lesse a sua volta

Questo è cirillico. Ignorante!”

Che lingua è il cirillico?”

Non è una lingua. È un alfabeto!”

Ragazzi. Album fotografico” si aggiunse Jeremy. Teneva l’album in mano, sulla copertina rigida plastificata era ritratto il Cremlino


Non te ne andrai, vero?” disse Avier dopo aver disegnato per dieci minuti

Non dirmi che speravi lo facessi?”

Forse”

No, non lo farò”

Eh va bene!” esclamò, si stiracchiò e poi poggiò il foglio, il quaderno e la matita alla sua sinistra

Tu che idea ti sei fatta del mio passato?”

Lo vuoi sapere davvero?”

Si, credo mi sarà d’aiuto” Aelita si mise una mano sul mento con fare pensoso, poi rispose

Sicuramente eri povero. E credo anche tu fossi un criminale”

Davvero inquietante. Devo smettere davvero di far…”

Non è una grande intuizione se ci pensi. Da come ne parli, è praticamente ovvio” Avier rimase in silenzio un altro po’, la ragazza si preoccupò che fosse tornato a sviare il discorso. Ma invece il ragazzo la sorprese

Si, infatti. Essere al sicuro mi ha fatto anche abbassare la guardia, non nascondo più le cose come un tempo” fece un profondo sospiro, non riusciva a parlare fluentemente. Un’altra cosa che sembrava non appartenere alla sua natura

Sono vere entrambe comunque. La mia famiglia è sempre stata nella miseria, come molte in Russia in realtà. La vita era tremenda, ma io mi ero messo in testa che dovevo essere il migliore di tutti. Dovevo ottenere ciò che volevo, qualsiasi cosa fosse…

E quindi hai deciso di imparare a fare tutto e a capire tutto?”

Si, proprio così. A pensarci, la disperazione è stata la più grande forza della mia vita. Dopo un po’ diventai capace di immagazzinare le informazioni nei libri dopo averli letti una sola volta, ho imparato la maggior parte dei trucchi con le monete in una settimana. Soltanto a disegnare e a cantare ci ho messo più tempo”

Tu sai cantare?” Aelita non seppe se essere stupita per quella nuova rivelazione, o leggermente infastidita perché si aggiungeva alla miriade di cose che Avier sapeva fare

Quel tanto che basta per non scatenare un temporale non appena prendo una nota. Non sai quanta gente lancia monetine per farti starnazzare la loro canzone preferita”

Quindi non ti piace farlo?”

No, non ho detto questo. Semplicemente, non l’associo a momenti felici. Ma se non mi piacesse tutto quello che non associo alla felicità, odierei tutto. Anche me stesso” l’amarezza nella voce di Avier era così palpabile che Aelita si sentì male, gli veniva naturale empatizzare. Al contempo però, era interessata ancora di più, finalmente lo stava scoprendo. Poteva vedere quella parte di lui che non mostrava a nessuno

Cosa sai cantare? Immagino tutte canzoni italiane”

No, quelle le canticchio solo. Si sente troppo il mio accento. Al Bano non si merita questo” quell’ultima frase era stata detto in un tono ironico. Non era il tono da simpaticone dell’Avier di sempre, era qualcosa di molto più umano. Ad Aelita fece ridere ancora di più del solito, rimase interi minuti a ridere finché non gli uscirono le lacrime dagli occhi. Anche Avier prese a ridere di gusto, contagiato dalla risata della ragazza. Chissà cosa ci avevano trovato in una battuta così stupida.

Ti piacciono i Bee Gees?”

In realtà conosco solo le canzoni della Febbre del Sabato Sera”

Perfetto” Avier si alzò in piedi, si schiarì la gola e poi iniziò a cantare

I know your eyes in the morning sun/ I feel you touch me in the pouring rain/ And the moment that you wander far frome me/ I wanna feel you in my arms again” non aveva una voce particolare mentre cantava, come lui stesso aveva detto. Ma c’era qualcosa nel modo in cui lo faceva che trasmetteva malinconia e incanto allo stesso tempo. Aelita sarebbe potuta rimanere ad osservarlo per tutto il tempo, restandone ipnotizzata. Il ragazzo russo invece la colse di sorpresa e la tirò a sé, facendola ballare un goffo lento assieme a lui mentre alzava le ottave della sua voce. Si teneva stretto a lei e la ragazza iniziò a sentirsi imbarazzata.

And you come to me on a summer breeze/ Keep me warm in your love then you softly leave/ And it’s me you need to show/ How deep is your love” Avier aveva fissato un punto imprecisato oltre la ragazza. Solo poi aveva abbassato lo sguardo, osservando come fosse diventata rossa. Quando se ne rese contò, si arrestò di botto e si staccò. Poi iniziò a parlare gesticolando in modo molto nervoso

Scusami, non so che mi ha preso. È come se la mia mente fosse stata presa dal cantare e abbia perso il controllo sul mio corpo. Io…”

No, tranquillo. Alla fine non è nulla di grave. Solo…”

Non succederà di nuovo, va bene?” Aelita non rispose e spostò leggermente l’argomento del discorso

Comunque, senza offesa, ma non sei molto bravo a ballare” Avier sorrise, anche se con un certo nervosismo, poi rispose a quell’affermazione

Lo so. In Russia quello che ballava era un altro, io non ho mai imparato. A volte finivamo in discoteche e altri locali notturni, io rimanevo solo per ubriacarmi”


Ehi, ma questa è vodka” Odd aveva continuato a scavare nel borsone di Avier mentre gli altri due avevano iniziato a sfogliare il suo album fotografico. Ulrich smise di farlo e osservò in direzione dell’amico, che aveva tirato fuori una bottiglia di vetro contente un liquido trasparente

Direi di sì” commentò il ragazzo tedesco

Quindi non scherzava quando diceva di volerne un bicchiere al bar” aggiunse Jeremy

Senti, ci sono foto in cui fuma ed ha chiaramente quattordici anni. Io non mi sorprenderei che abbia anche il vizio di bere”

Però Avier non puzza mai di fumo, e non abbiamo trovato pacchetti di sigarette nella sua borsa”

Non abbiamo ANCORA trovato pacchi di sigarette” la discussione dei due li aveva distratti dal loro terzo amico che, con la sua caratteristica incoscienza, aveva provato a bere un sorso di vodka. Se ne pentì amaramente

Ma che diavolo è! Acido? Mi sento tutto bruciare!” disse tossendo e portandosi una mano alla fronte. I due amici non riuscirono a trattenere le risate mentre Odd si agitava e tossiva, rendendosi rosso il volto.

I superalcolici non fanno per te”

Grazie per l’aiuto, Ulrich”

Forza. Smettila di fare l’idiota e chiudi quella bottiglia, se cade a terra inizierà a puzzare tutto di alcol e Avier ci sgamerà” Odd diede ascolto al suo consiglio e chiuse la bottiglia, poi la rimise al suo posto dentro la borsa, intenzionato a non rivederla mai più. In seguito si unì alla visione dell’album fotografico

Ma va così di moda l’Adidas in Russia?” commentò poi osservando come quasi tutti i soggetti nelle fotografie indossassero vestiti di quella marca, anche se di colori diversi

Non lo so. Forse è una specie di codice d’onore della banda di cui faceva parte” disse Ulrich

Faceva parte di una banda?”

Mi sembra ovvio. Tolto il fatto che non mi è mai sembrato una persona onesta, la gente in queste foto ha un’aria poco raccomandabile e c’è una foto di lui che piscia su una Ferrari” Ulrich tornò indietro di una decina di foto e mostrò quella incriminata. Avier si era fatto fotografare di spalle, ma era evidente quello che stava facendo.

Inoltre, ha detto che in Russia aveva paura di cose come teppisti e coltelli. Non credo che siano la normalità”


Comunque, sono sempre stato abituato ad avere a che fare con dei teppisti. Abbassare ancora di più il mio ceto sociale, diventare un criminale li ha fatti aumentare, ma non apparire dal nulla”

Sul serio?”

Si, in molti dimenticano che la Russia non è solo immensa, ma anche molto desolata. Non tutte la città sono Mosca, molte sono luoghi freddi e isolati, spesso molto arretrati. Vladivostok non tanto a dire la verità, ma il mio quartiere faceva davvero schifo. Sono stato in posti che… Bleah!” il suo verso di disgusto fu così sentito che Aelita per un attimo si preoccupò stesse per vomitare davvero

Immagino che io non abbia alcun motivo di sospettare tu mi stia dicendo questo per far sembrar normale il tuo aver iniziato a bere a tredici anni. Vero, milord?” Aelita riuscì a essere molto pungente e sarcastica con quell’espressione. Sembrò così tanto Avier in quel momento, e lui lo notò

Ma guarda come impari da me! Hai intenzione di superarmi nel capire gli altri? Comunque, credo di averlo fatto inconsciamente. Sai, ho fatto cose molto più degradanti. Già il solo fatto di aver iniziato a fumare a dodici credo sia peggio”

Sul serio? E fumi ancora?”

No, sono riuscito a smettere. Per sopravvivenza. Non ho mai avuto il fiato lungo, ma con le sigarette iniziai proprio ad avere difficoltà a respirare. È un problema quando hai bisogno di scattare e reggere abbastanza per arrivare lontano”

Certo che ne hai davvero fatte e passate di tutti i colori”

Si, infatti”

Però, apprezzo come ne parli. È chiaro che non ne vai fiero e che vuoi migliorare”

Continui a migliorare a vista d’occhio. Sembri Mary…” Avier si interruppe e sobbalzò, era chiaro che non volesse dire quel nome.

Chi?”

Mary… Mary che è… Una lunga storia. Non ne parleremo stasera”


Ehi, chi è questa donna?” i tre erano arrivati all’ultima pagina dell’album fotografico di Avier, c’era una foto molto recente di lui abbracciato a una signora di mezz’età, dai lunghi capelli biondi e la pelle diafana. Entrambi erano di profilo e la donna aveva il volto rivolto verso il ragazzo, questo rendeva difficile delinearne i tratti. Però si vedeva chiaramente un sorriso affettuoso. Avier invece aveva il volto rivolto verso la macchina fotografica, teneva gli occhi chiusi e tutto il suo volto era come permeato da un’aura di pace. Non sorrideva, ma sembrava così felice e tranquillo. Quella foto era l’unica che presentava delle scritte su di essa, fatte con un pennarello bianco dalla punta sottile. Quella sul lato destro, il lato dov’era la donna, era scritto con la calligrafia di Avier. Recitava Mary, женщина, которая воспитала меня. Tutto in cirillico tranne il nome, l’unica cosa che quindi compresero.
Sul lato di Avier invece la calligrafia era nettamente diversa, molto più elegante, ordinata e femminile. Inoltre, era scritto in inglese, lingua che tutti e tre conoscevano bene studiandola ogni giorno a scuola. Recitava
Avier, il piccolo bambino capace di ottenere ciò che vuole.

“Che sia sua madre?” domandò Ulrich

“Mary? Strano. Aveva detto che era spagnola” Jeremy si sentì confuso e quello che aggiunse dopo Ulrich non lo aiutò

“Potrebbe aver mentito”

“Ma perché?”

Chissà. Capire come ragiona è un’impresa”

Però mi sembra così inutile farlo. E poi, non è detto che sia un parente solo perché lo chiama piccolo bambino

Meglio ignorare” girarono quell’ultima pagina, aspettandosi di vedere il retro bianco della foto come era stato per tutte le altre. Invece dietro c’era scritto ancora qualcosa, di nuovo in inglese, di nuovo con la calligrafia di Mary, ma questa volta a penna. Era una poesia senza rime


Il vento sia alle tue spalle

La fortuna nelle tue mani

Il mondo si pieghi al tuo comando

Sii la luce nell’oscurità


“Un augurio notevole. Qualunque legame abbia questa Mary con Avier, sembra nutrire grande stima in lui. Comunque, abbiamo controllato ogni cosa, rimettiamo a posto prima che torni qui”


Io torno in camera” disse Avier, aveva ripreso il foglio e sistemato gli ultimi dettagli del suo disegno. Sembrò vistosamente stanco, aveva davvero bisogno di dormire. Infatti, dopo essersi alzato dalla panchina, tirò un forte sbadiglio.

“Non vuoi proprio parlare di Mary, vero?”

“No. O almeno non oggi. È una storia troppo lunga” abbassò lo sguardo sul disegno e poi allungò il foglio verso la ragazza

Tieni, te lo regalo”

“Non lo vuoi tenere?”

No, preferisco regalarlo a te. Consideralo come un ringraziamento per essere riuscita a farmi parlare” Aelita rimase di stucco. Come faceva quel ragazzo a stupirla con così poco? Eppure, c’era qualcosa di incredibile dolce e sincero in ciò che aveva appena fatto. Qualcosa che le piaceva

“Ehi, non restare lì impalata. Siamo fuori orario, se ci becca un prof rischiamo una punizione”

“Giusto”

Odd e Ulrich incrociarono Avier nel corridoio, si aspettarono che dicesse qualcosa come sempre, invece rimase in silenzio. In realtà non incrociò neanche lo sguardo con loro, era perso nei suoi pensieri. Loro lo superarono, lui superò loro ed entrò nella sua camera.

Ubiraysya iz komnatydisse ad alta voce, era così stanco che aveva parlato abitudinariamente in russo. Jeremy capì lo stesso e annuì, poi uscì dalla stanza. Avier chiuse la porta, si tolse la tuta e prese dalla sua borsa il suo pigiama nero con il volto di Falco. Prima di indossarlo prese la bottiglia di vodka e un bicchiere che teneva in borsa, lo riempì a metà e poi bevve tutto in due sorsi. Rimise tutto a posto con cura, indossò il pigiama e si stese sul letto


Rientra pure” Jeremy aprì la porta, osservando come il suo compagno di stanza avesse già chiuso gli occhi. Quindici secondi dopo si addormentò. Un minuto dopo iniziò a russare. Jeremy lo maledì di nuovo, ma almeno fu felice che non si fosse accorto di nulla.


Mensa - Mercoledì 14 Settembre 2005 - Ore 8:30


Solo che si sbagliava

"Ehi, capisco che io sia così interessante o così minaccioso da farvi controllare tra le mie cose. Ma almeno potreste non bere direttamente dalla mia bottiglia? Non è igienico” si era presentato davanti al loro tavolo apparendo come dal nulla, cosa che era incredibilmente bravo a fare. La prima a reagire fu Aelita. La sua reazione non fu nei confronti di Avier, come accadeva sempre in quelle discussioni, ma ai suoi compagni

Avete frugato nella sua borsa?”

No”

No”

No” i tre risposero quasi contemporaneamente

State mentendo spudoratamente” Aelita era abbastanza alterata, Avier invece sorrideva come suo solito

Lasciali stare m’lady. Non ho nulla da nascondere, tranne forse la mia bottiglia. Ma qui c’è qualcuno con un animaletto, quindi non verrò mai tradito. Vero?” sottolineando quell’ultima interrogativa, aveva squadrato Odd con sguardo inquisitorio, ma mantenendo il suo sorriso. Era così raggelante che il ragazzo dal ciuffo viola tremò leggermente

Poka” disse infine e se ne andò lanciando e riprendendo al volo una moneta con la sinistra, mentre canticchiava il ritornello di Libre.


Da quando in qua gli fai da avvocato?” chiese Ulrich ad Aelita con tono inacidito dopo essersi assicurato che Mary Sue fosse lontano.

Non è una brutta persona. Ci ho parlato e…”

Tu hai fatto cosa?” questa volta fu Jeremy a irrompere, si era sforzato di non urlare per non attirare l’attenzione. Nonostante questo, era molto più alterato di quanto gli altri non lo avessero mai visto

Ho parlato con lui”

Quando?”

Ieri sera”

E cosa gli hai detto?”

Non posso parlare con gli altri ora? Da quando in qua sei così geloso?” Jeremy diede un pugno sul tavolo, nel farlo fu più il dolore che si provocò da solo che il rumore del colpo, ma era un sintomo di quanto fosse teso in quel momento

Cosa cavolo c’entra questo? Semplicemente, stiamo da una settimana a dire che è meglio stare lontani da Avier, che il suo modo di fare è pericoloso, che ci potrebbe portare a farci parlare troppo. E tu invece rischi così tanto?”

Ho capito” il suo tono era infastidito. Era evidente che non gli era piaciuta quella scenata, non condivideva affatto quella linea di pensiero. Era d’accordo sul mantenere segreto Lyoko, ma riteneva di poter gestire da sola quel ragazzo. Inoltre, avrebbe voluto dire loro come fosse diverso in realtà, che diceva la verità quando parlava di non essere sempre sopra le righe, ma probabilmente non gli avrebbero dato ascolto. Quindi rimase in silenzio, contrariata da quanto successo.


Ehi Sissi! Posso chiamarti così, vero?”

Certo Avier”

Ti va di uscire questo sabato?” la ragazza arrossì e poi rispose eccitata

Certo! In che posto andiamo?”

Non lo so. Pensavo di andare in giro, visitare qualche locale, parlare un po’. Ma in realtà ho solo proposto un’idea, non mi sono ancora organizzato. Ti farò sapere, va bene?”

Certo! Certo! Prenditi il tempo che ti serve”


Scolo fognario che conduce alla fabbrica abbandonata – Mercoledì 15 Settembre 2005 – Ore 00:04


La figura esile e debole camminava trascinandosi. Si teneva con la mano sinistra sulla parete umida perché le gambe non lo reggevano. Nella mano destra stringeva un dispositivo elettronico. Macchie nere corrompevano la sua pelle bianco latte, da lì uscivano spore fosforescenti. I suoi muscoli erano affetti da spasmi. La sua testa senza capelli gli pulsava e gli doleva, i suoi grandi occhi erano carichi di rancore.
Uno spasmo più forte lo fece cadere a terra. Si sporcò d’acqua di fogna mentre si agitava fuori controllo, i suoi muscoli si ribellavano. Prese un contenitore metallico dalla sacca in venekethor sulla sua schiena, lo aprì rivelando un mucchio di siringhe e ne prese una mentre faceva sforzi colossali per tenere a bada gli spasmi. Poi, un colpo secco sulla vena del collo, si iniettò il liquido biancastro e si distese a terra con i muscoli tornati calmi. Pochi secondi dopo si rialzò, il suo rancore era aumentato

Laskenat din Swarker! Laskenat der swarkerinster! Laskenat din Alaktania! LASKENAT DIN MAN ROKRAN ALEARKIT!!!!” 

Iniziò a camminare ancora, questa volta più velocemente, e iniziò a dirsi un’unica cosa come una cantilena infinita.

Anì lenkos Lyoko. Anì lenkos Lyoko. Anì lenkos Lyoko…” 

   
 
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