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Autore: BlackVanilla    19/09/2019    2 recensioni
* ATTENZION SEQUEL - E' CONSIGLIATA LA LETTURA DI HEART AND LIFE * Dopo Heart and Life, Gwennie ritorna più desiderosa che mai di guarire dal suo terribile virus...riuscirà Law ad aiutarla? Come andrà a finire tra i due? La loro storia avrà un futuro o incontrerà troppi ostacoli da affrontare? Lo sapremo solo leggendo!!! Un racconto ambientato nella magica Wano accompagnerà i lettori che vorranno gentilmente seguirla!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Seguì un lungo momento di silenzio.
La ragazza non si mosse né proferì verbo, era rigida e a disagio, teneva gli occhi bassi mentre guardava il pavimento senza però vederlo realmente.
Dietro di lei fece la sua comparsa Hawkins, un sorriso compiaciuto sul volto.
“Prima mi hai chiesto di lasciarla andare, come ho accettato di fare con gli altri tuoi compagni, ma ho rifiutato. Ho giustificato la mia decisione facendoti notare che il nostro patto era valente solo per i membri della tua ciurma, ma non quelli di Cappello di Paglia. Ebbene, devo ammettere di non essere stato proprio sincero: per prima cosa, volevo sfruttare la sua presenza qui per farti parlare, ma ho visto che la cosa non si è rivelata utile. Ho tentato di fare anche il contrario, ovvero usare te per far parlare lei, ma la qui presente si è dimostrata piuttosto glaciale, non lasciandosi sfuggire nemmeno una sillaba...”, fece una piccola pausa dove costrinse Gwennie a fare qualche passo in avanti, verso le sbarre, “...ma la cosa che più mi incuriosiva era sapere come era riuscita a rimandare la sua morte. I tarocchi non mi avevano mai mostrato una cosa del genere, per cui li ho interrogati più e più volte ma il risultato finale non è mai cambiato: la Signora manteneva la sua posizione, bramando la vita di questa ragazza. Adesso che ho finalmente scoperto il suo segreto, ti comunico, Trafalgar, che la lascerò andare immediatamente”.
“La stessa cosa vale anche per te. Non dire nulla a Mugiwara-ya in merito alla mia cattura”, furono le uniche parole che il chirurgo pronunciò, guardandola fissa negli occhi.
Lei fece per rispondere, quando Basil le abbassò con un gesto secco la manica del komon: nell’incavo della spalla era presente un livido verdastro della dimensione di una moneta.  
La pirata cercò di coprirsi, ma l’headliner la bloccò facilmente.
“Sai cosa significa questo?”, chiese il Mago al dottore, indicando la macchia che spiccava sulla pelle diafana della prigioniera, “Mi sembra di capire che tu non ne sia al corrente...beh, te lo dirò io…”.
“No!”, gridò Gwennie provando inutilmente a liberarsi dalla stretta dell’uomo, il quale si limitò a ghignare divertito per poi riprendere il suo discorso.
“Scoprirlo è stato davvero un colpo di fortuna... sai, sono molto appassionato di questo genere di cose. Il fato ha voluto che una delle guardie abbia potuto notare il livido e che, essendo a conoscenza del mio interesse, mi abbia suggerito di cercarne altri di simili su tutto il corpo. Un'antenata della mia sentinella era una rinomata guaritrice, ed è per questo che il nipote conosce bene la tecnica del Do-In”.
“Sei un bastardo!”, gli sputò in faccia lei in un moto di rabbia.
Law osservò l’ematoma rotondo: era praticamente certo che non ci fosse l’ultima volta che erano stati insieme, lo avrebbe sicuramente notato se così non fosse stato.
“Ebbene i lividi come questo, sono una specie di orologio: quando iniziano a diventare scuri, significa che la tecnica sta cominciando a perdere la sua efficacia...come è giusto che sia essendo semplicemente un modo per guadagnare un poco di tempo da vivere…”, continuò implacabile il cartomante, lasciando finalmente che la giovane potesse ricoprire la propria spalla.
Gwennie fece per giustificarsi con Law, ma nemmeno quella volta ne ebbe l’opportunità.
“Ti ribadisco di non dire niente della mia cattura a Mugiwara-ya”, la interruppe seccamente lui, evidentemente non interessato a quanto lei aveva da dirgli.
Gwennie impallidì vistosamente: era come se le avessero infilato un coltello nel cuore.
Sapeva bene di aver agito in modo sconsiderato chiedendo a Kiku di usare su di lei il Do-In, ma era anche ben conscia di non aver avuto altra scelta, in quel momento.
Inoltre, se anche ne avesse parlato prima con il dottore, lui le avrebbe sicuramente impedito non solo di farlo, ma anche di prendere parte alla battaglia.
Non riuscì a distogliere lo sguardo da quello di lui: la fiducia reciproca è una delle basi in rapporto di coppia, lei aveva tenuto nascosta al suo compagno una cosa davvero importante…anche se aveva più volte tentato di dirglielo, sempre senza successo, era ugualmente imperdonabile.
Qualcosa dentro di lei si ruppe.
L’amarezza che aveva potuto leggere negli occhi di Law, era stata peggio di qualsiasi dolore fisico che avesse fino ad allora provato, e il suo corpo reagì di conseguenza: del sangue scuro iniziò a colare impietoso da una narice.
Si portò rapidamente una mano al naso e, vedendo le proprie dita macchiate di rosso, distolse lo sguardo mentre la fronte le si imperlò di sudore freddo.
Il dottore ebbe un impercettibile sussulto.
Notando l’epistassi, Hawkins si affrettò ad ordinare ad un paio di guardie di portarla immediatamente fuori, compito che eseguirono afferrandola rudemente per le ascelle e trascinandola verso l’uscita.
“Ho dimenticato di informarti in merito ad un’altra caratteristica di questa particolare tecnica: se chi l’ha subita non mantiene il completo controllo delle proprie emozioni, l’effetto potrebbe svanire molto prima del previsto e in modo assolutamente non prevedibile”, notando un vago sgomento sul volto del pirata, Basil continuò, “Cuore e corpo sono in qualche maniera collegati, non credi?”, iniziò poi a camminare lentamente lungo il corridoio finendo poi per eclissarsi completamente.
Law strinse i pugni: adesso si spiegavano parecchie cose.
 
 
Boden Schwarz - Nuovo Mondo
 
Il Direttore accese l’ennesima sigaretta aspirandone avidamente il fumo.
Era piuttosto teso e il suo stato d’animo traspariva in modo cristallino nonostante cercasse di nasconderlo in tutte le maniere.
Infine l’interfono gracchiò facendolo vistosamente sobbalzare, per fortuna era solo e nessuno aveva potuto vederlo.
“Falla entrare”, ordinò all’apparecchio.
La sua voce era più rauca del solito.
Poco dopo la porta di pesante quercia del suo studio si aprì e fece la sua comparsa la persona che Axel Meier stava aspettando: la donna, di rara bellezza, era squisitamente abbigliata, indossava infatti un completo color salvia confezionato su misura, scarpe dall’altissimo tacco di vernice nera che contribuivano a slanciare favolosamente la snella figura della visitatrice e, per completare l’outfit, al collo portava legato un sottile foulard che richiamava minuziosamente il verde dell’abito e il nero delle calzature.
I capelli di un castano ramato erano deliziosamente mossi, incorniciavano un armonioso viso sul quale era stampato un sorriso decisamente spavaldo, gli occhi color mogano facevano trasparire una granitica autorità.
Anche se non era più giovanissima, Clio Agos era ancora una donna affascinante, non c’erano dubbi al riguardo.
“Signora Agos, benvenuta”, salutò educato il padrone di casa.
Con un gesto le offrì di sedersi e lei accettò di buon grado.
“Meier, non perdiamo tempo. So che hai sguinzagliato Smith”, la donna accavallò le lunghe gambe.
Il Direttore deglutì a vuoto iniziando a spiegare le ragioni del suo gesto, ovvero il fallimento della Aubert, ma la signora Agos lo bloccò subito alzando la mano.
“Non mi interessa. La King non deve essere uccisa, almeno per il momento. E questo tu lo sapevi già dall’inizio. Ma hai voluto fare il furbo, so delle varie offerte di denaro che hai ricevuto per il VDM-03...e so che sei stato contattato addirittura dalla Marina”, sistemò i capelli con un elegante gesto della mano.
Meier non riuscì a trovare la voce, si limitò ad osservare la sua ospite con aria alquanto preoccupata.
“I nostri accordi erano ben diversi. Certo, posso immaginare che i soldi e la protezione del governo Mondiale ti abbiamo fatto venire l’acquolina in bocca, vero? Peccato però che io ti abbia scoperto…”, si alzò in piedi per poi iniziare a passeggiare lentamente.
“Aspetti! Io posso spiegare...non avrei mai fatto uccidere la King se non avessi avuto dei buoni motivi...in fondo la ragazza sta morendo comunque, le avremmo solo risparmiato delle inutili sofferenze…”, balbettò posando la sigaretta sul portacenere.
Clio sorrise.
“Meier Meier Meier.... So bene come si prendono decisioni di questo tipo, non credi? A suo tempo fui io stessa ad autorizzare l’uccisione di Arthur King”, si interruppe notando lo stupore sul viso smunto del suo interlocutore.
La donna guardò distrattamente fuori dalla finestra per qualche minuto, poi riprese.
“Mi dispiace, Axel, ma la nostra collaborazione termina qui.”
L’uomo sgranò gli occhi dal terrore.
Tentò un ultimo disperato tentativo di fuga, ma quando riuscì a raggiungere con difficoltà la porta del suo ufficio si bloccò impietrito: dietro alle spalle percepì distintamente il respiro affannoso di una qualche bestia, un animale talmente grosso da riuscire a proiettare una notevole ombra scura sulla parete.
Axel Meier girò lentamente la testa, successivamente gridò.
Quella fu l’ultima cosa che riuscì a fare.
 
 
I pirati Heart si erano riuniti in un luogo appartato per discutere sul da farsi: tutti erano d’accordo, avrebbero recuperato il loro Capitano senza coinvolgere Mugiwara rispettando così gli ordini ricevuti.
Shachi sedeva su una panca di legno, non molto lontano dal suo compare Penguin.
“A quanto ho capito, abbiamo preso una decisione!”, esclamò Jean Bart accomodandosi a terra.
“Io sono d’accordo”, confermò Ikkaku.
Indossava uno splendido kimono di un rosa cipria delicato, adornato da ricami a forma di petali di fiore di ciliegio dal rosa più deciso...nel complesso era davvero molto carina.
La donna guardò lontano, attraverso le fitte fronde degli alberi: un piccolo uccellino saltellava felice da un ramo all’altro, nel becco custodiva dei fili di paglia che gli sarebbero di certo serviti per costruire il suo nido.
Clione si grattò la testa coperta dal immancabile cappuccio a punta, poi annuì vigorosamente.
Penguin e Shachi mostrarono all’unisono i loro pollici rivolti all’insù.
Mario comunicò a tutti il suo assenso alzando verso il cielo la mano stretta a pugno.
“Molto bene”, concluse Bepo, “Il piano può aspettare...il nostro Capitain è più importante!”.
   
 
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