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Autore: Meramadia94    20/09/2019    1 recensioni
Il mondo di Sarah pare ormai perfetto: ha una casa, va a scuola, ha una famiglia e degli amici che le vogliono bene, ed è felicemente fidanzata con il ragazzo dei suoi sogni... ma nulla può prepararla ad affrontare quello che sta per arrivare. Una guerra portata sulla porta di casa, un passato doloroso che si ripresenta prepotente e senza possibilità di appello, la costringeranno in un ballo da cui potrebbe rischiare davvero di non uscire mai più viva.
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Leonardo Hamato, Nuovo personaggio, Splinter, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Quindi...- fece Alisa quando l'amica fu di ritorno dal suo colloqui con Abby - Il caso di Brad è stato un incidente, mentre Jake...-
-... un testimone scomodo di cui sbarazzarsi.- fece Sarah. Sicuramente prima o poi qualcuno avrebbe pensato che fosse strano che un ragazzo di diciotto anni avesse avuto di punto in bianco un esaurimento nervoso, e avrebbe cominciato ad indagare... e di certo, il sapere che Brad aveva avuto un incontro con una ragazza, avrebbe potuto aiutare le indagini... ma nessuno avrebbe dato peso alle parole di un ragazzo che di per sè aveva avuto un esaurimento nervoso per cause sconosciute. 
- Un ottimo piano, non c'è che dire.- fece Sarah. Peccato che quella donna non avesse tenuto conto di un dettaglio. Ovvero lei. 
Angel aveva cercato la madre di Abby su internet, ed aveva stampato tutti i suoi articoli sui rimedi estremi della chirurgia plastica.
Ed era saltato fuori qualcosa di interessante.
- Sentite questa.- fece Angel - La dottoressa Fine dichiara di aver scoperto una tecnica rivoluzionaria. Dice che basta sottoporsi ad un trattamento di sua invenzione ogni sei mesi, e si ottengono in breve tempo dei risultati favolosi. Niente interventi invasivi o che possono causare delle complicazioni post operatorie che mettono in pericolo la vita del paziente.- 
- Infatti.- fece Alisa - Abby sta benissimo, e non mi è sembrato che avesse difficoltà a capire cosa sia reale.- 
- Scusate, ma se questa tecnica è così miracolosa, come mai nessuno ne parla?- fece Sarah. Se era davvero un metodo così efficace e sicuro, la signora avrebbe avuto l'agenda piena di appuntamenti ed interventi chiesti da gente ansiosa di provare tale trattamento.
- Qui dice che la dottoressa Fine ha riscontrato un imprevisto....- e non serviva essere Sherlock Holmes per capire a cosa si riferisse.
Il picco nei livelli di serotonina. 
Era quello l'imprevisto a cui si riferiva. Il paziente, come avevano potuto vedere con i loro occhi, non ne soffriva, ma tutte le persone che entravano in contatto con la sua saliva finivano per '' andare ai matti'', nel senso meno letterale dell'espressione. 
In un certo senso si poteva parlare di una forma di giustizia poetica: anni ed anni impiegati nel prendere in giro qualcuno per il loro aspetto, non potevano ricevere punizione migliore che provare sulla propria pelle la stessa sensazione di inadeguatezza e quasi di doversi vergognare per qualcosa su cui non potevano fare molto che per anni avevano inflitto ad altri. 
Peccato però che quell'effetto collaterale indirizzato su altri, avrebbe comunque condannato Abby alla stessa vita di solitudine da cui quell'intervento miracoloso avrebbe dovuto salvarla. Sì, adesso era sicuramente bella, accettata ed ammirata da tutti... ma avrebbe dovuto pagare un terribile prezzo. Non innamorarsi mai di qualcuno, non baciarlo mai, per non condannarlo a terribili sofferenze.
Era una condanna peggiore della morte. 
- Dice altro?- fece Sarah. 
- Vediamo...- fece Angel facendo scorrere un articolo - ecco. Dovrebbe esserci un farmaco di sua invenzione per tenere sotto controllo i livelli di serotonina nel sangue... forse a Brad e Jake serve solo una dose di quel farmaco per recuperare la ragione.- 
- Bene.- fece Sarah. Adesso avevano tutte le informazioni di cui necessitavano. Sapevano chi, cosa, come e perchè aveva causato le allucinazioni al povero Jake, e sapevano anche dove trovare la soluzione. 
Certo, le sarebbe bastato appropriarsi di un campione di saliva di Abby e Donatello sarebbe sicuramente riuscito a produrre un antidoto in un attimo, ma questo non avrebbe risolto il problema che quella tossina avrebbe continuato a diffondersi come un cancro. 
Doveva trovare la maniera per fermare quella donna. In maniera definitiva. 
- Forse dovremmo avvertire la poliza.- fece Angel.
- Certo. Andremo a raccontare che una rinomata dottoressa, che scrive articoli medici su riviste accademiche, ha inventato una tecnica rivoluzionaria ma che è ancora in fase sperimentale, che ha usato sua figlia come una cavia e che come bacia qualcuno, questo qualcuno esce di testa, il tutto senza avere uno straccio di prova.- fece Alisa sarcastica - ammettiamolo: sicuramente è colpevole, ma queste sono solo speculazioni.- 
- L'unica che potrebbe inchiodarla è proprio Abby...- fece Sarah - ma so per certo che non lo farebbe.- 
- Scusa e perchè?- fece Angel.
- Perchè... ho già visto questa storia.- commentò Sarah. Non c'era niente di peggio che essere aiutati da uno spietato criminale nel momento del bisogno. Abby si trovava nella stessa identica situazione di Karai: entrambe erano consce che l'unico genitore su cui potevano contare, era un poco di buono, e il viverci insieme era un continuo scendere a compromessi con la propria coscenza, ma nessuna delle due avrebbe mai morso la mano che le aveva aiutate a rimettersi in piedi quando nessuno pareva interessarsi a loro. La madre di Abby aveva trasformato la figlia in un'arma carica, e quasi sicuramente la ragazza avrebbe finito per rammaricarsi di non poter conoscere la sensazione che si provava nell'amare e nell'essere riamati, ma per lo meno aveva fatto sparire per sempre le battute cattive, gli scherzi pesanti, le frecciatine avvelenate, l'odio, e il disprezzo...non avrebbe mai pugnalato la madre alle spalle in quel modo. 
- Datemi retta. Su Abby non possiamo contare. Ce la dobbiamo sbrigare per conto nostro.- 
- E come?- fece Angel.
- C'è solo un modo per entrare lì senza dare nell'occhio...- fece Alisa. 
....
....
...
- Se mia nonna e mio fratello scoprono che ho preso un apputamento per vedere un chirurgo plastico...- fece Angel solo un paio d'ore più tardi, mentre si trovavano davanti alla clinica della dottoressa Fine - e poi mi spiegate perchè proprio io?- 
- Numero uno, converrai con noi che sei negata per la morra cinese.- fece Alisa.
- Numero due, devi solo tenerla occupata per una manciata di minuti.- fece Sarah - giusto il tempo di prendere il farmaco che ci serve e assicurarci che non faccia male a nessun altro... atteniamoci al piano e nel giro di due ore siamo di nuovo a casa.- 
- Ok.- fece Angel avviandosi verso l'ingresso della clinica. 
- Bene, avviamoci anche noi...- fece Sarah.
Alisa annuì.
...
...
...
Il piano era relativamente semplice: mentre una di loro avrebbe distratto la dottoressa Fine millantando di volersi sottoporre ad un intervento chirurgico, l'altra sarebbe entrata di soppiatto nell'ufficio per cercare informazioni  sul farmaco per bilanciare i livelli di serotonina nel sangue delle persone infettate, o il farmaco stesso.
E per ultima la terza, sarebbe rimasta fuori, in attesa per mettere a punto l'ultima parte di quel piano che avrebbe impedito alla dottoressa Fine di fare ancora del male a qualcuno. 
Nell'ordine Angel, Sarah e Alisa.
Ma il loro piano, che poteva svolgersi senza troppi intoppi, stava per andare terribilmente storto per colpa di un fermaglio caduto proprio davanti alla porta dell'ufficio della donna. 
La dottoressa colse Sarah proprio mentre la giovane era riuscita ad aprire la cassetta di sicurezza in cui era custodito il prezioso farmaco.
- Dovevo immaginarlo...- fece la donna - posa quella provetta se non vuoi che ti faccia dei ritocchi su quel bel faccino che potrebbe non piacerti troppo. Ne a te, ne al tuo fidanzato.- 
- Mi spieghi che accidenti di problema hai?- fece Sarah. 
La dotteressa Fine la guardò con odio - E me lo domandi pure? Io non riesco proprio a sopportare le ragazze come te. Guardati. Una diciassettenne simpatica e carina con dozzine di ragazzi a farle la corte e senza un solo problema al mondo.- 
- Signora... io credo che la serotonina le abbia scombussolato il cervello, e nemmeno di poco.- 
Una vita senza un solo problema al mondo? Certo, se si toglieva uno scienziato pazzo che l'aveva prima creata e poi cercato di ucciderla, un alieno che vestiva gli abiti di un filantropo rispettabile e che intanto gestiva sotto banco un impero criminale, guerre tra alieni, psicopatici da altre dimensioni, per il resto la sua vita era assolutamente normale.
- Contrariamente alla tua e quella delle tue amichette, la mia adolescenza e quella di mia figlia sono state orribili.- fece la donna.
Lo sguardo di Sarah si addolcì.
- Lo so. Non le dirò che posso capire, ma lei ha ragione. Giudicare una persona solo per come appare, non sapere niente di qualcuno e dire che disprezza la sua esistenza non ha scusanti. Questo mondo non si è comportato bene, ne con lei ne con Abby...- 
-  E allora perchè diavolo ti vuoi mettere in mezzo?- fece la dottoressa - Lascia che mia figlia abbia almeno un'occasione per sentirsi uguale a tutte le altre.- 
- Lo farei.- Dio solo sapeva quanto avrebbe voluto. E l'avrebbe fatto. Se quella miracolosa tecnica fosse stata sperimentata con la consapevolezza che nessuno si sarebbe fatto male, seppur non condividendo la scelta di Abigail, per non dover essere costretta ad ammettere che in quel mondo ciò che appariva era più importante di quello che si era veramente, sicuramente sarebbe rimasta indignata per il fatto che una ragazza dovesse farsi tagliare e cucire solo per farsi accettare dagli altri... ma non era stato così. E Jake ci era rimasto in mezzo, pur non sapendo nulla di quel mondo.
E questo lei non riusciva a mandarlo giù.
- Se nessuno si fosse fatto male.- fece Sarah - e lei signora, ha messo in pericolo la salute di una persona che conosco, e con la quale ho un debito enorme. Ed io questo non posso in alcun modo ignorarlo.- 
- Non costringermi a fare qualcosa di cui potrei pentirmi...- fece la donna cercando il bisturi che aveva in tasca. 
- Se io fossi in lei non lo farei.- fece cercando di distrarla - Vuole veramente un cadavere e tutto quel sangue tra i piedi?- 
- Siamo a New York, tesoro...- fece la donna puntandole contro il bisturi - non ci metto nulla a portare il tuo cadavere fuori di qui scaricandolo nel condotto dei rifiuti.
Ed una volta tolto quel bell'anello che porti all'anulare sinistro, il ciondolo e il portafoglio sarai solo l'ultima di una lista infinita di persone che vengono uccise per due articoli di bigiotteria e qualche dollaro.- 
- Bel piano, devo dirlo...- fece Sarah - ma non credo che sarà così facile portarlo a termine...- e con un calcio volante le colpì la mano con cui teneva il bisturi che  con tutta probabilità avrebbe voluto piantarle nel collo, per poi armeggiare con il cellulare.
-  Che cosa...- fece la dottoressa tenedosi la mano dolorante. 
- Ti spiego come stanno le cose.- fece Sarah con un'espressione che non tollerava repliche, '' ma'' o '' però'' - Ho fatto apposta a farmi scoprire. Prendere il farmaco e andarmene non avrebbe scongiurato la minaccia che lei ha creato. Avrebbe solo guarito una persona o due. Perciò l'ho attirata qui, e appena è entrata ho attivato il registratore vocale e adesso ho spedito il file audio ad una persona  di cui mi fido.
Capisci cosa significa? Che anche se adesso tu mi uccidessi, e lo facessi passare per una rapina finita male, la polizia riceverebbe quel file dopo nemmeno due ore il ritrovamento del mio cadavere. Insomma... non c'è una versione della storia in cui tu la farai franca.-
La dottoressa Fine abbassò lo sguardo, sconfitta.
Non poteva credere di essere stata messa all'angolo da una ragazzina dell'età di sua figlia.
- Che cosa vuoi?- 
- Sospendi questo trattamento fino a quando non sarai riuscita a risolvere il problema del picco di serotonina. Adesso so cosa potrebbe causare un improvviso esaurimento nervoso in un soggetto in cui non c'era nessuna avvisaglia. E se dovesse accadere, saprò chi incolpare, e non esiterò a denunciarti per aver messo a rischio la salute pubblica.- fece la ragazza prima di uscire dalla clinica.
...
...
...
- Don. Come sta?- fece Leo guardando Jake ancora privo di sensi sulla brandina. Era preoccupato per quella situazione. 
Purtroppo, per tenere buono Jake  l'unica possibilità era tenerlo sotto sedativi, in quanto una volta sveglio cominciava a gridare '' La mia faccia si sta sciogliendo, vi prego, non mi guardate!'', ma purtroppo quello implicava anche il pericolo di danni permanenti. Assumere troppi ansiolitici non era certo un toccasana. 
- Non riesco ancora a capire cosa abbia provocato quello improvviso innalzamento dei livelli di serotonina nel sangue... sono molto preoccupato.- 
- Anch'io.- fece Leo guardando il ragazzo privo di conoscenza sul lettino - Per lui... ma sono anche preoccupato per Sarah. Tutta questa storia, la scoperta delle sue origini...ho paura che possa mettersi nei guai per aiutarlo.- 
Don annuì. Quel periodo era stato veramente terribile per la piccola di casa: il coma, il raffiorare a poco a poco di quei ricordi che le avevano rivelato le torture e le sevizie subite quando era poco più che una bimba, la paura che Bishop potesse ricordarsi di lei e prendere la decisione di ucciderla, l'isolamento che si era imposta per paura di essere scoperta, poi il rapimento e la scoperta che se non fosse stato per il suo aguzzino non sarebbe mai venuta al mondo... e ultimamente, quel destino infame aveva pure pensato di farla sentire in colpa per essere sopravvissuta a quell'inferno e per essere riuscita rifarsi una vita mettendo sulla sua strada una persona con cui aveva condiviso il suo stesso fato, ma che non purtroppo non era riuscito a fuggire.
- Lo so... anche io sono preoccupato per lei... dopo che è scappata di casa e sono cominciati gli attacchi di panico improvvisi, gli incubi, temevo di essere costretto a metterla sotto psico-farmaci... adesso sembra aver trovato un po' di stabilità... ma stiamo all'erta. Non si sa mai.- 
- Ragazzi!- fece Sarah entrando di corsa nel laboratorio. I due si bloccarono subito - Don, hai già trovato una soluzione per Jake?- 
- No... non ancora... ma sono aperto a suggerimenti.- fece Donatello.
- Ho di meglio.- fece la ragazza dandogli la fiala con il soppressore per bilanciare i livelli di serotonina - dagli questo... vedrai che poi starà molto meglio.- 
Don prese la provetta, e subito dopo la ragazza uscì.
'' Grande Donatello... ti sei fatto mangiare in testa da tua sorella....''- pensò l'ingegnere ridendo nervosamente, cercando di nascondere l'orgoglio che provava in quel momento.
...
...
...
- Pazzesco.- fece Leo un paio di giorni più tardi nella casa al mare di April, che ormai lui e Sarah consideravano il loro '' Capanno fuori dal mondo''.
 Avevano bisogno di stare per conto loro, almeno per un paio di giorni, dopo l'uragano di avvenimenti che li aveva colpiti dritti sulla testa. 
Tanto più che il crimine, stranamente, pareva essersi preso una lunga vacanza, e Jake si stava riprendendo rapidamente anche dall'ultima, terribile esperienza che aveva sconvolto la sua vita. Era meglio godersi la pace, fino a quando potevano.
Davanti ad un cartoccio di polpette di granchio, la ragazza stava raccontando al fidanzato, con dovizia di dettagli tutto quello che era saltato fuori dalle indagini che lei, Alisa e Angel avevano condotto.
- Quindi la dottoressa Fine ha usato sua figlia come cavia per quella tecnica che aveva inventato senza sapere cosa le sarebeb accaduto?-  chiese il leader.
- Non è andata esattamente così.- fece Sarah - La dottoressa Fine sapeva che c'era la possibilità che il suo intervento provocasse un picco nei livelli di serotonina, ma pensava che riguardasse il paziente. Infatti aveva istruito Abby riguardo al poter avere delle allucinazioni e a come tenerle sotto controllo.-
Solo quando Abby le ha riferito di aver baciato Brad e che lui si era spaventato a morte, ha capito.- 
- Cioè che le allucinazioni avrebbero colpito chiunque fosse entrato in contatto con i fluidi organici di Abby.- commentò Leo - ecco perchè quel tipo è andato a sbattere contro il furgone di April...- 
- Poi Abby ha baciato anche Jake, perchè non dicesse a nessuno che prima di impazzire Brad era in sua compagnia.- fece la ragazza bevendo un sorso del suo tè al limone - non avrebbe voluto... ma il pensiero che se fosse saltata fuori quella storia, la madre non avrebbe più potuto aiutarla e che sarebbe tornata come prima, e di conseguenza ad essere umiliata e derisa da tutti, la spaventava a morte.- 
- A proposito, di lei che ne sarà?- fece Leo. 
- Leathered e il professor Honneycutt stanno lavorando ad un siero che annulli gli effetti collaterali e che elimini il problema dell'acne.- fece Sarah. Su una cosa la dottoressa Fine aveva ragione: non era giusto che Abby soffrisse l'inferno perchè in quel mondo valeva più l'aspetto fisico che qualunque altra pregevole qualità. Per questo aveva deciso di aiutarla. Non sarebbe stata la ragazza più bella della scuola, ma avrebbe avuto una vita molto più semplice, e sarebbe riuscita ad innamorarsi e ad essere felice.
- Non ti vedo convinta però.- fece Leo. 
- Sto solo pensando...- fece Sarah - sto pensando che se Abby fosse stata circondata da persone decenti, che non le avessero fatto odiare sè stessa arrivando a desiderare di essere diversa... tutto questo non sarebbe mai accaduto....- 
- Già... è orribile vivere in un mondo in cui devi infrangere la legge per ottenere giustizia e desiderare di essere diverso da come sei per farti accettare dagli altri... o da chi ami.-
Sarah lasciò cadere la polpetta di granchio che stava per addentare, quando udì quelle parole. 
E in breve capì cosa Leo stesse cercando di dirle. 
Che la loro storia non sarebbe mai stata facile lo avevano sempre saputo. Che non avrebbero potuto uscire liberamente per una pizza e un cinema, senza che qualcuno si facesse delle domande, e che avrebbero dovuto vivere in segreto per il resto della loro vita, come se dovessero nascondere qualcosa, come se fossero due amanti clandestini o come due criminali. 
E Leo in quel momento desiderava essere diverso, essere umano, perchè in quel modo sapeva che le cose sarebbero state più facili per lei.
- Non pensarlo nemmeno, capito?- fece Sarah intrecciando le sue dita con quelle di Leo - il motivo per cui ti amo è che in qualunque specchio ti guardo è che vedo sempre e comunque una splendida persona con un grande cuore e un'anima meravigliosa, e non cambierei questa situazione, questa vita, e te nemmeno con quella di una principessa europea.-
Leo sorrise.
Poco dopo i due uscirono sulla spiaggia fuori casa, ad ammirare lo spettacolo pirotecnico in programma quella sera, ignorando che presto il loro nemico più antico e conosciuto, avrebbe dato loro filo da torcere.
  
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