Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Benix27    22/09/2019    5 recensioni
"Non seppi come era possibile addormentarsi e poi svegliarsi in un sogno, ma fu quello che successe. Ero ancora lì e non capivo perché continuavo a restare."
Questa storia partecipa al gioco estivo Angst vs Fluff de Il Giardino di Efp.
Categoria: Angst
Prompt: Abbandono
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

1. NERO OSCURO
 



Volteggiavo.

Il mio corpo era leggero, resistente alla gravità. I miei capelli ondeggiavano sopra la mia testa come se fossero immersi nell’acqua. Ero come tenuta in aria da dei fili che io non riuscivo a vedere perché ero circondata dall’oscurità. Non esisteva cielo o terra sopra e sotto di me. A dire il vero, non avevo mai avuto paura del buio, ma tutto questo niente m’inquietava. Anche tutto questo silenzio... no, adesso un suono c’era. Ma era come un canto. Una voce di donna che non diceva qualcosa, in realtà. Cantava una singola nota, una vocale. La A.

Ricominciai a chiedermi come potevo essere finita lì e cosa mai stava succedendo. Ero stanca di non capire e di non ricordare come fossi giunta lì. Forse era uno scherzo? Non potevo capirlo, ma qualcosa mi diceva che era fin troppo riuscito per esserlo.
Ora faceva freddo. Cercavo di muovere le mie mani ferme ai lati della mia testa, aperte e distese. Cercai di fare lo stesso con le mie gambe. Nulla. Era come se all’improvviso fossi diventata un oggetto. Qualcosa che non si poteva muovere.
La temperatura scese ancora e per poco non congelai. Detestavo il freddo. Mi rendeva nervosa e irrequieta. Volevo solo andare via di lì, da quel posto che sembrava una cella frigorifera. Forse ero incastrata in uno di quei miei terribili incubi. Forse non mi ero ancora svegliata del tutto perché stavo subendo una paralisi del sonno. A volte succedevano... respirai a fondo. Se era così, doveva essere così, presto quest’oscurità sarebbe svanita. Feci respiri profondi… uno, due… nove, dieci… mi rilassai. Sedici, diciassette… e mi addormentai.

Non seppi come era possibile addormentarsi e poi svegliarsi in un sogno, ma fu quello che successe. Ero ancora lì e non capivo perché continuavo a restare. Cercai ancora di muovermi senza successo. Continuavo a rimanere sospesa e intorno a me restava il buio. Iniziai a sentire un improvviso senso di abbandono e a piangere. Mi sentivo sola, volevo tornare da mia madre e mia sorella! D’un tratto realizzai che mi mancavano da morire, come se fossi stata lì da molto tempo. Per qualche motivo le sentivo lontane.

“Mamma! Lisa!” chiamai e mi stupii del fatto che almeno la mia voce funzionasse. Rimbombò più volte in quello spazio nero, che capii, doveva essere molto grande. Ma loro non comparvero, né le sentii chiamare il mio nome. In compenso, quella voce che cantava iniziò a farsi più forte, come se mi avesse percepita. “Chi sei?” chiesi. “Dove mi trovo?” continuai. “Puoi aiutarmi?” e la mia voce si ruppe perché il pianto prese il sopravvento. Nessuna risposta. La voce continuava a cantare quella vocale... non respirava. Non prendeva fiato ora che ci facevo caso. Era come una nota su una tastiera. Infinita. Non era normale, pensai ed iniziai ad avere paura. Cosa potevo fare? Desideravo solo andarmene e basta! Non capivo perché non riuscivo a farlo e non avevo idea di cosa mi trattenesse lì ed in quel modo. Ma poi... come ci ero arrivata? La mia mente riprese a rimuginarci, a lavorare, e incontrò ancora vicoli ciechi. Non ricordavo assolutamente come fossi giunta in un posto così lontano dal mondo che riusciva solo a farmi sentire disperata come non lo ero mai stata! Se solo fossi riuscita a ricordare. Qual era l’ultima cosa che avevo fatto? Niente... nella mia mente regnava il vuoto, proprio come l’orrobile sensazione che avevo nell’essere in quella posizione. Com’era possibile? Ero sempre stata forte con la memoria. Questo almeno lo ricordavo e mi chiamavo Elsa. Mia sorella aveva sempre amato il film d’animazione Frozen. Aveva dannato l’anima a mia madre affinché mi chiamasse così ed era stata accontentata grazie a mio padre…

“Papà” chiamai senza rendermene conto. Non lo avevo mai conosciuto.

“Elsa” una voce. Mi voltai di scatto verso il punto da cui poteva provenire quella voce. “Elsa!” ripeté la voce, era di un uomo.

“Papà?” chiesi, un pelo incredula. La voce femminile aveva smesso di cantare.

“Ti ho trovata!” disse la voce di... mio padre, e sembrava preoccupata. Nel buio sentii due braccia avvolgermi e stringermi forte. Tremavano. Sgranai gli occhi per lo stupore. Sentivo addosso il respiro forte e affannato come quello di chi aveva fatto una lunga corsa. Che diavolo... “Non dovresti essere qui!”

“Papà...” lo chiamai ancora, incapace di credere che lo stavo sentendo! Non capivo come riuscissi a parlare con lui e dannai la situazione in cui ero per non riuscire a vederlo! “I-io non capisco, cosa…”

“Devi andare via da qui!” fece concitato, allentando l’abbraccio e smorzando bruscamente il vortice delle emozioni che stavo provando.

“Io ci ho provato, ma…”

“Non puoi muoverti, lo so. Non puoi ancora farlo” e lo sentii afferrarmi una delle mani, liberandomela da ciò che l’aveva tenuta ferma fino a quel momento. Un forte fragore mi assordò, come se più tuoni avessero rombato nello stesso momento.

“Che cos’è?”

“Ti hanno trovata!” esalò con agitazione crescente.

“Chi?” chiesi, ma cambiai subito domanda. “Dove sono? Che posto è questo? Perché non c’è luce?!” sciorinai.

“Sei caduta nel Nero Oscuro” mi rispose prendendomi anche l’altra mano e nel buio aggrottai la fronte.

“Cosa?”

“Non dovevi farlo” fece con tono di rimprovero e mi bloccai.

“Cosa?” ripetei. Lo sentii sospirare nel buio. “Che cosa ho fatto?” insistei sentendo la paura crescere nel mio petto. Le mani di mio padre lasciarono le mie e di scatto alzai le braccia verso di lui. Non volevo perderlo! Non ora, non adesso! “Papà?” lo chiamai avvertendo di nuovo crescere quel senso di vuoto ed abbandono.

“Sei morta…” mi rispose.

 

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Benix27