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Autore: Tatystories    22/09/2019    1 recensioni
Maya è una ragazza come tante che però deve fare i conti con una sedia a rotelle, con un vicino fastidioso e con una realtà celata nella sua memoria che si ripete fin dai tempi più antichi e che prevede la lotta del bene contro del male, di Madre Natura contro Caos e di cinque Elementi contro forze oscure e diaboliche. Passione, magia e mistero...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa volta mi vesto in maniera adeguata, abbiamo una missione e dobbiamo scandagliare i boschi di Viterbo senza suscitare sospetti. Da sempre le brecce sono in luoghi dove la natura è rigogliosa e può nascondere l’uscita dei Predonum. Legging neri, maglia nera piuttosto corta per evitare che mi impicci nei movimenti nel caso debba arrampicarmi e una felpa sempre nera con cappuccio. Sembro la Cat Woman dei poveri, ma sono comoda e vestita che ultimamente è una novità. Ridacchio da sola come una sciocca, forse però più che ridere dovrei redarguirmi ed evitare di continuare a comportarmi come una svergognata. Raggiungo la casa di Lukas, spero sia questo ciò che intendeva per stesso posto. Mi sta aspettando oltre il cancelletto e anche lui è nero vestito. È molto atletico e affascinante, ma non altrettanto invitante. La mascella a quanto pare non ha ancora smesso di scattare come una molla e gli occhi non sono meno infuocati di quando l’ho lasciato stamattina. Mi auguro che esattamente come stamane non sollevi l’argomento, non ho nessuna intenzione di dare spiegazioni, in parte perché non saprei come spiegare quello che è accaduto nello studio di Nike, ma soprattutto perché mi ha chiarito che il suo interesse nei miei confronti è esclusivamente legato alla missione, pertanto non ha alcun diritto di conoscere i dettagli piccanti della mia vita sentimentale. Ridacchio di nuovo. Quale vita sentimentale, ma chi voglio imbrogliare?
- Mi rallegra vederti così felice? Posso ridere anche io?
Pungente e piuttosto sfacciato, ma preferisco non stare al suo gioco e ignorare la domanda.

- Da dove partiamo?

Sogghigna, ha capito che non ho intenzione di litigare. Segue il mio esempio e si rilassa.

- Ho pensato di cominciare dal luogo del mio incidente. Ti ho raccontato che sono stato investito dal padre di Grazia, ma non ti ho detto il motivo. Era una notte buia, senza stelle, la stessa luna era nascosta dietro a manti di nuvole nere. Il padre di Grazia, ad oggi anche mio padre, stava rientrando dall’ospedale. È un cardiologo e proprio quel giorno aveva perso durante una lunga e complessa operazione un bambino di sei anni. Era molto stanco e addolorato, chiunque scelga la professione di medico mette in conto un certo numero di perdite, ma questo non diminuisce la pena che si prova o il senso di sconfitta. Stava percorrendo la strada per raggiungere Celleno, paese dove viveva prima di trasferirsi in Francia. La via era completamente sgombra e sebbene non vedesse l’ora di tornare a casa, procedeva piano. Ad un certo punto vide un lampo in mezzo alla strada. Lo descrisse come una scarica elettrica a tal punto potente da far tremare il suolo e tal punto accecante da stordirlo. Perse il controllo dell’auto, cercò di frenare per accostare e riprendersi, ma urtò qualcosa. Quel qualcosa ero io svenuto sul ciglio della strada. Mio padre fermò l’auto e scese per controllare se avesse investito un animale e fosse ferito. Quando mi vide per poco non gli venne un infarto - cosa che per un cardiologo è alquanto paradossale. Con un controllo veloce dei parametri vitali verificò che fossi vivo, stabilì che avevo alcune costole fatturate, ma nulla di più grave. Dopo aver chiamato un’ambulanza, cercò di destarmi per sapere il mio nome, non dissi nulla solo la parola “infernaccio”. Pensò che fossi arrivato dalle Gole dell’Infernaccio. Conosci quella zona?

Quanta somiglianza tra la mia storia e la sua. Mai prima d’ora era successo che ci svegliassimo dal lungo letargo senza un passato ed è ancora più strano che sia successo ad entrambi.

- Sì, la conosco bene. Io vivo qui da sempre e ci sono stata qualche volta con Chicco e anche con la scuola in occasione di un’escursione. Non sarà semplice, si tratta di una gola impervia fatta di quinte naturali a strapiombo e rupi alte oltre sessanta metri.

- Staremo attenti e useremo qualche trucchetto.

 Detto questo si incammina con passi lesti e felpati, lasciandomi indietro a pensare cosa intende per trucchetti. In nessuna delle nostre rinascite abbiamo mai avuto poteri come la velocità o il volo oppure o la forza sovrumana. I nostri poteri sono sempre collegati al nostro elemento e alla capacità di controllarlo. Lo raggiungo e saliamo in macchina. Imposta il navigatore e partiamo. La sera non è buia, la luna illumina il cielo, ma qualche nuvola la minaccia impavida. Gli suggerisco un parcheggio più nascosto rispetto a quello segnalato dalla voce sensuale del computer di bordo - chissà perché gli uomini si lamentano sempre della guida delle donne e poi vogliono la loro voce per fornire le istruzioni stradali. Muniti di noi stessi e dei nostri poteri non ancora del tutto sotto controllo – almeno per me – ci immergiamo nel folto della foresta. Sto appunto pensando che una torcia sarebbe stata utile, quando scorgo una luce dietri di me, mi volto e vedo Lukas illuminato da tenue fiamme dorate. Rimango senza fiato, oltre ad essere bellissimo, è decisamente etereo e rilassato nel suo ruolo di torcia umana. Mi supera, in questo modo il mio cammino è illuminato e posso rimirare la sua “schiena” senza dover fingere di non farlo. Posso non sopportare i suoi modi, le sue scelte, la sua mancanza di rispetto nei miei confronti, la sua sfacciataggine, la sua irruenza, ma non posso fare a meno di desiderarlo e questa consapevolezza mi spaventa. È come se lo desiderassi da sempre e questo mi spaventa, vorrei essere padrona di me stessa e decidere razionalmente chi e quando volere qualcuno. Con lui non è possibile, sono irrimediabilmente e fatalmente attratta da Lukas, ma lui è stato chiaro quando mi ha spiegato che non è interessato a me come donna o essere umano, ma solo come Elemento Terra per portare a termine la missione. Eppure poi fa scenate di gelosia e mi tratta come se fossi sua proprietà, sono davvero confusa. L’unica via d’uscita è chiudere in fretta la breccia così potrà andarsene e sparire dalla mia vita e spero che a quel punto valga il famoso detto “occhio non vede, cuore non duole”. Più procediamo più la vegetazione diventa fitta e inaccessibile e se il problema luce è stato risolto, rimane la difficoltà di orientarsi e superare l’ostacolo di radici sporgenti, rami bassi, fogliame impenetrabile e animaletti notturni curiosi.

- Senti Maya, hai intenzione di fare qualcosa per aiutarci o ti diverte il ruolo di Indiana Jones?

Sussulto, sono talmente persa nei miei pensieri che quasi non ricordo lo scopo della nostra escursione. Lukas intanto non smette di camminare.

- Cosa vuoi dire?

- Comincio a credere che Madre Natura abbia svegliato la persona sbagliata. Non sei la stessa Terra che conosco. Non hai il controllo dei tuoi poteri e nemmeno ti accorgi quando è il momento di usarli, non riconosci le situazioni di pericolo, ti comporti senza vergogna con chiunque…

- Adesso smettila, solo perché tu non mi vuoi non significa che non possa stare con altri uomini che più precisamente si riassumono in un uomo: Nike!

Lo raggiungo e lo obbligo ad arrestare la sua corsa, lo strattono per un braccio e si volta. Il bagliore si spegne e rimaniamo al buio. L’unica fonte di luce sono i suoi occhi nei quali esplode un incendio in piena regola.

- Tu non sai quello che dici e non so come fai a non percepire che Nike è pericoloso. Non devi vederlo mai più, ma soprattutto non devi più posare nuda per lui.

Lukas è in grado di irritarmi più di chiunque altro abbia mai conosciuto in questa e in qualunque altra vita abbia vissuto e di questo ne sono certa. Ho già deciso da sola che non poserò più per Nike, sebbene non mi senta né offesa né preoccupata per quello che è accaduto oggi, mi sono resa conto che c’è qualcosa di inspiegabile che mi impedisce di comportarmi o anche solo pensare chiaramente e preferisco non ritrovarmi di nuovo in situazioni così intime con lui a meno che non lo decida io stessa con lucidità. Il fatto però che sia Lukas ad ordinarmelo mi fa infuriare e di certo non gli darò la soddisfazione di sapere che sono arrivata alla sua stessa conclusione.

- Non sei nessuno per dirmi cosa devo o cosa non devo fare e mi pare di avertelo giù detto una volta. Ora pensiamo alla missione.

Mi concentro e unisco le mani nel Ganesha Mudra. Pongo la mano sinistra davanti al petto con il palmo rivolto verso l’esterno e il pollice verso il basso. Poi sposto il palmo della mano destra verso il petto, a contatto del palmo sinistro, piego e aggancio le dita tra di loro, formando una specie di pugno. Il mio capo è reclinato all’indietro e gli occhi sono chiusi per focalizzare tutta la forza in un unico punto: il mio cuore. È da lì che deve partire il comando, la natura devi rispondere al mio comando, facilitando la ricerca e mostrandomi la magia. Solo così potrò tornare a casa e allontanarmi da Lukas. All’improvviso il suolo comincia a fumare, sono piccoli sbuffi azzurrini, fiati di magia oscura che provengono dalla prigione di Caos, ma non la breccia che cerchiamo. In quel caso si tratterebbe di una vera e propria eruzione di magia. Siamo certamente vicini, ma non così tanto quanto speravamo. Gli spifferi magici creano una sorta di percorso che si inoltra nel folto della notte: Lukas segue la scia muovendosi sempre più velocemente protetto dalla mia forza. Seguire queste tracce può essere pericoloso, tra questi fiati magici si nascondono i Predonum, terribili uccelli intrisi di magia nera e capaci di trucidare con i loro becchi e artigli e di strangolare le loro prede con ali prensili. Lo scopo principale di questi esseri però è un altro, essi portano sulla terra devastazione, rancore, paura, vendetta e follia. Non è facile resistere a quel potere, noi stessi non ne siamo immuni, se non protetti dalla mia magia. Da sempre proteggo gli altri Elements per evitare che cedano alla pazzia. Io non mi muovo, più riuscirò a mantenere la concentrazione più potente sarà la protezione e più tempo avrà Fuoco per capire dove porta la scia di magia. Lo vedo correre veloce tra le piante che si scostano al suo passaggio facilitandogli l’incarico fino a non scorgerlo più. Questo luogo è abbastanza sinistro e inquietante anche in pieno giorno, ma avvolto dall’oscurità è davvero terrificante. È proprio un antro perfetto per Caos e i suoi servi fedeli: arbusti spinosi che si intrecciano, fronde alte e minacciose, suoni cupi e misteriosi e infine il torrente che si preannuncia con il borbottio delle sue acque che rapide scendono il pendio mostrandosi poi in tutto il loro dominio con impervie discese che si alternano a pozze cristalline. Potrebbe essere l’inferno e il paradiso allo stesso tempo, raccontare la purezza del bene e l’insidiosità del male, definire il confine tra la realtà e la fantasia.
All’improvviso un fischio mi lacera i timpani, li stavo aspettando. Riconosco il verso dei Predonum, ma cerco di mantenere la posizione. Battiti di ali e sferzate d’aria gelida mi investono, sono molto vicini e Lukas è ancora lontano. Per combatterli dovrei rivolgere la magia verso di loro, lasciando Lukas senza protezione. Se li lascerò andare via potrebbero raggiungere Viterbo e diffondere il loro male, se invece dirigerò verso il cielo il mio potere, potrei lasciare Fuoco esposto ai loro attacchi.

- Fuoco, Fuoco è la mia priorità, è la priorità da sempre.

Sento queste parole sorgere spontanee e naturali, forse non c’è mai stato un dubbio, da sempre Fuoco è l’unico obiettivo. Sono confusa, sono pensieri che nascono dal profondo, ma non sono supportati da ricordi. Perché penso che Fuoco sia qualcosa di mio, da proteggere più della mia stessa vita o addirittura a scapito della vita degli esseri umani? Siamo qualcosa l’uno per l’altro? Forse lo siamo stati in passato? Capisco che qualcosa nella mia mente è bloccato, qualcuno ha censurato i miei ricordi, qualcosa mi sta impedendo di conoscere le mie vite precedenti e questo è inammissibile. I Predonum si stanno allontanando e non posso permetterlo.
Apro gli occhi e li vedo, svolazzano in circolo sopra la mia testa, aspettano una mia mossa. Vogliono attaccarmi, lo percepisco fin nelle ossa, ma temono la mia magia, la temono da tempo immemore. Sanno però che non posso proteggere Fuoco e combatterli, aspettano la mia mossa per decidere se attaccare me o rivolgere la loro attenzione su Fuoco ovunque si trovi o peggio ancora su disarmati esseri umani. Ma io sono più forte. Mantengo immobile la mano destra ancorata al cuore e stringo il pugno fino ad infilare le unghie nel palmo, il dolore serve per mantenermi concentrata. Sento la pelle bruciare, ho bisogno di liberarmi dai panni umani per tornare in contatto con il mio elemento. I vestiti cadono al suolo sotto forma di coriandoli e finalmente mi sento libera e potente. Alzo il braccio sinistro fino a portarlo steso sopra la testa e allungo il dito indice in direzione dei Predonum che non si aspettano quello che sta per succedere perché sono certa di non averlo mai fatto prima di ora. Sono allerta e alcuni si staccano dal gruppo per dirigersi verso gli uomini e altri verso Fuoco. Sono convinti che li colpirò con un attacco frontale liberando Fuoco dallo scudo di protezione. Dai becchi vedo già fuoriuscire un fumo nero e denso che ben presto scenderà per avvolgere tutto ciò che incontra iniettandolo di odio e furia. Con tutta l’energia che possiedo separo la mia magia tra i miei due arti, il flusso magico attraversa il torace provocando un dolore sordo. La scia luminosa che protegge Fuoco si affievolisce un poco, ma è comunque resistente e potente, devo essere certa sia al sicuro nel caso il mio piano non funzioni. Contemporaneamente dall’indice del braccio steso, puntato nella direzione della potenza, parte un fascio potente e distruttivo che colpisce i nemici alati e li sbriciola. Sorrido, non potevano immaginarsi questo epilogo, sono stata più furba di loro e più potente, ma poi crollo a terra, non ho più un briciolo di forza e forse nemmeno di vita.
È buio, fa freddo e la vita defluisce dal margine del mio corpo per tornare laddove è nata, nella profondità della terra stessa. È il mio destino, il destino di tutti, non bisogna avere paura, ma lasciarsi andare e io mi sto lasciando andare. È tutto molto dolce. Poi una scintilla di luce e calore, prima lieve, poi sempre più potente, penetra nelle mie ossa, nelle mie viscere, nella mia anima che torna a vivere. Sento la pelle scaldarsi e il sangue tornare a circolare nelle vene e nelle arterie fino a pulsare nel cuore che palpita di nuovo. Sono viva. Poi il calore diventa fuoco che vibra nel mio intimo, il basso ventre pulsa, i capezzoli scalciano e un brivido familiare mi percorre senza sosta. È Fuoco, è Lukas? Apro gli occhi e l’immaginazione si scontra con la realtà. Non è Lukas, ma Nike che mi tiene tra le braccia. Illuminato da un’aurea celeste rifulgente e incantatrice, è bellissimo, l’incarnazione della perfezione. Ha gli occhi chiusi ed è così concentrato da apparire in una sorta di estasi celestiale. Mi ricorda quando l’ho visto scolpire il marmo, ma questa volta la sua concentrazione si trasforma in energia tanto forte da rianimarmi. Com’è possibile? Chi è Nike?
Quando finalmente mi sento padrona di corpo e mente, provo a muovermi. Nike percepisce immediatamente la mia volontà e riapre gli occhi.

- Ben tornata Terra…

- Come fai a sapere chi sono?

- La domanda giusta è chi sono io? Ma ogni cosa a suo tempo. Sei debole, devo riportarti a casa e devi riposare. Domani parleremo.

- Dov’è Lukas? …Fuoco…

Balzo in piedi, ma crollo al suolo. Mi sembrava di aver ripreso le energie, ma era solo una sensazione. Nike mi aiuta a sedermi, mi culla tra le sue braccia e mi accarezza la fronte massaggiandola delicatamente con il pollice. È una bella sensazione, potrei abbandonarmi con facilità, ma voglio comunque sapere dove si trova Fuoco e come sta. Sono preoccupata e agitandomi tra le sue braccia farfuglio:

- Lukas ha seguito le tracce, cercava la breccia… poi i Predonum volevano attaccarci.

A questo punto dovrebbe guardarmi cose se fossi una pazza o avessi abusato di sostanze stupefacenti, ma non lo fa. Mi osserva certamente un po’ incuriosito, ma come se capisse ogni singola parola. Tracce, breccia, Predonum… Chi è Nike? Perché sa chi sono? In quale vita ci siamo già conosciuti e forse amati? Prima Fuoco.

- Aiutami a trovarlo.

Mentre pronuncio queste parole, una scia infuocata investe Nike e lo trascina a terra. La scia ardente e Nike rotolano nell’erba trascinando con loro tutto quello che incontrano: rami secchi, fogliame, piccoli insetti e creando un groviglio di corpi, luce e potere.

- Lukas fermati.

È poco più di un sussurro. Riesco a sollevarmi da terra e appoggiandomi ad un troco mantengo l’equilibrio. Mi concentro sulla pianta, sento la sua linfa vitale scorrermi nelle vene e la sua energia penetrarmi fin nel profondo. La pianta si accascia leggermente su se stessa, mentre io rinvigorisco.

- Basta!

Lo urlo e insieme alla voce dal mio corpo fuoriesce energia potente che sotto forma di fascio di luce colpisce Lukas e Nike immobilizzandoli. Cammino verso di loro, nuda e fiera, potente, ma quasi completamente esausta.

- Ora basta!

I due giovani si separano e mi guardano meravigliati. Nike con approvazione e brama, Lukas confuso e nervoso. Cerca di avvicinarsi, ma mi scosto.

- Maya, stai bene? Cosa è successo? Perché sei di nuovo nuda? E perché eri di nuovo tra le braccia di questo tizio?

Lukas sembra davvero preoccupato e arrabbiato, molto arrabbiato. La nudità che fino a questo momento non mi recava imbarazzo diventa un problema che non so come risolvere dal momento che i miei vestiti sono diventati un mucchietto di cenere. Lukas seguendo il mio sguardo, comprende la situazione e mi porge la sua felpa. Fortunatamente è a tal punto lunga da coprirmi dignitosamente. Nike non ha mosso nemmeno un muscolo, assiste alla scena silenziosamente e con un sorrisetto sghembo canzonatorio. Non ha mai smesso di guardarmi e quando Lukas ha sottolineato il mio stato ha addirittura sollevato le sopracciglia e mugolato di piacere. Dovrei essere innervosita dal suo atteggiamento, ma al contrario mi piace come mi guarda, come mi fa sentire e mi piace che non mi tratti come una sua proprietà, ma come una donna da apprezzare. Lukas al contrario è sempre più protettivo e senza ragione dal momento che sono io che contino a salvargli la vita.

- Dimmi piuttosto cosa è successo a te! Ti ho protetto fino a quando non ho distrutto i Predonum. Mi aspettavo saresti tornato, invece mi sono ritrovata sola, senza forze e svenuta. Ero in punto di morte, se non fosse stato per Nike sarei tra le braccia di Madre Natura per sempre.

- Non ho sentito che eri in pericolo, la tua magia è svanita solo un paio di minuti fa. Com’è possibile? Se tu eri svenuta chi ha tenuto viva la tua magia? Com’è possibile che lui ti abbia salvato la vita?

Poi si rivolge a Nike e infuocando le iridi lo investe con queste parole:

- Chi sei davvero?

Etere non si scompone nemmeno davanti a quei meravigliosi occhi fiammeggianti, semmai sempre più sicuro e disinvolto, si volta verso di me e illuminato da una luce celeste puntellata di lampi luminosi, risponde con un ordine.

- Chiama Madre Natura, adesso.
 
Il ritorno di Etere (Madre Natura p.o.v.)

Terra ha bisogno me…

Seguo il suo richiamo e giungo nel folto del bosco. Sono nei pressi della Gola dell’Infernaccio, luogo dove ho abbandonato Fuoco adolescente e luogo dopo ho risvegliato la sua memoria. Immaginavo che la loro ricerca sarebbe partita da qui. Da secoli i luoghi del risveglio sono segnali per trovare la breccia.
Vedo Terra, è appoggiato ad un tronco, è concentrata per richiamare la mia attenzione, ma il segnale è debole, deve essere affaticata. Decido di rivelarmi, poi noto che non è sola. C’è anche Fuoco e un altro giovane che non riconosco, sebbene ci sia qualcosa nella sua aurea che mi inquieta e attira contemporaneamente. Scelgo una forma animale, prima di palesarmi devo capire chi è quel giovane perché Terra manifesta il suo potere davanti a questo umano.
Ho sempre amato i cervi, mi mostro quindi sotto questa sembianza. Terra mi riconosce immediatamente e così Fuoco che mi saluta infuocando le iridi.

- Mater…

È il giovane sconosciuto che parla, anche lui mi ha riconosciuta. Come è possibile che sappia chi sono e cosa sono? Mi guarda con occhi dolci e aspetta una mia reazione. Ma chi è questo essere? Non è umano e di questo ne sono certa. Oltre a percepire il suo potere, ciò che vedo è magia ed energia degli Elements. Com’è possibile? All’appello mancano Acqua e Aria che volutamente non ho ancora risvegliato, ma che da sempre sono forme femminili. Questa è magia potente, a tratti oscura, ma che deriva da me stessa. Ha origini lontane, molto lontane…

- Non è possibile!

- Matris me!

- AETHER!

Mio figlio! Mio foglio è vivo! Etere è vivo! L’emozione di questa rivelazione prende il sopravvento e mi trasformo per mio figlio. Da sempre ogni volta che mi approccio ad uno dei miei figli scelgo una sembianza adatta al loro elemento. Con Fuoco sono stata luce e calore, fiamma viva e palpitante, con Terra una fanciulla umana rivestita di vegetazione o un animale regale. Per Etere sarò il cosmo, solo per mio figlio.
 
Rivelazioni (Maya p.o.v.)

Fatico a comprendere quello che sta succedendo. Perché Madre Natura ha chiamato Nike Etere? Ho diversi ricordi annebbiati, ma so perfettamente chi è Etere e quello che gli è successo. Ero con lui quando Caos l’ha distrutto prima che potesse vedere la luce del giorno. Nessuno sa la verità, nessuno sa quello che è successo davvero quel giorno, solo io e Etere, solo noi sappiamo che si è sacrificato per salvarmi.
La cerva meravigliosa attraverso la quale Madre Natura ha scelto di presentarsi si è dissolta in una potente luce che vortica velocemente creando un mulino celestiale. Sono stelle, pianeti, corpi celesti di ogni tipo che si inseguono e avvolgono Nike senza sosta. Nike non appare né spaventato né sorpreso, accoglie questo vortice e si lascia avvolgere quasi si trattasse di un abbraccio materno. Fuoco è spiazzato esattamente quanto lo sono io o forse ancora di più. Nessuno, tranne me, sa che Etere era riuscito a prendere forma prima di essere distrutto. Per alleggerire la pena di Madre Natura ho raccontato che Etere era stato distrutto dal fuoco degli Inferi prima ancora che riuscisse ad avere anche solo un alito vitale, ma la verità è un’altra. Egli visse per qualche minuto e mi protesse con il suo essere e con il suo potere per salvarmi la vita. ho custodito questo segreto per tutta la vita, mai avrei immaginato che Etere si fosse salvato. Quel giorno, l’inizio di tutti i tempi, lottai contro Caos come una tigre per vendicare il mio salvatore, tanto che Madre Natura per premiarmi chiamò il pianeta per il quale ci stavamo battendo con il mio nome: Terra. Mi sono sentita per secoli immeritevole di tale onore e in fondo anche immeritevole di essere uno degli Elements. Oggi rinasce in me la speranza, oggi davanti a Etere posso tornare ad essere vera e sincera.
La danza celeste tra madre e figlio viene interrotta da un rumore improvviso. È il suolo che trema sotto i nostri piedi e dal quale scaturisce un suono sommesso e profondo. Sono altri Predonum che allargano la breccia muovendo le profondità terrestri.

- Madre, tornate tra noi, dobbiamo parlare.

Spiegatemi cosa sta accadendo.
Fuoco cerca il mio sguardo e capisco che devo supportarlo.
- Madre, vi prego!
Madre Natura trova posto tra di noi sotto forma di luce.

- Figlioli questo è Etere, plasmato dalle mie stesse mani insieme a voi nella notte dei tempi. Ho creduto per lungo tempo di averlo perduto, ma oggi scopro che è vivo. Non è questo il momento e il luogo per le spiegazioni, ma certamente arriverà. Figliolo seguimi.

E con queste parole spariscono entrambi avvolti in un turbine di notte e stelle. Io e Lukas siamo di nuovo soli. Si avvicina, ha l’aria minacciosa, si piazza a pochi centimetri dal mio viso.

- Maya tu sapevi che Etere e Nike sono la stessa cosa? È per questo che ti comportavi in quel modo con lui?

- Certo che non lo sapevo, dove vuoi arrivare con queste insinuazioni?

- Sei stata attratta da lui fin da quando lo hai visto la prima volta… ti sei comportata con lui come se non potessi stargli lontana… ti sei fatta toccare, baciare e se non fossi intervenuto io chissà che altro avresti fatto.

Sono così stupita e offesa dalle sue parole che gli ho permesso di imprigionarmi contro una parete rocciosa. Le sue braccia sono ai lati delle mie spalle e mi tengono chiusa in uno spazio di pochi centimetri quadrati. Sono senza forze, ma non gli permetterò di continuare a trattarmi cose se fossi una cortigiana o una sua proprietà. Però ho un’idea migliore rispetto ad affrontarlo sbraitando o manifestando i miei poteri.

- Perché Lukas? Perché non posso fare la smorfiosa con Nike? Forse perché devo farlo solo con te… come a casa mia…

Alzo le braccia e lo accarezzo facendo scorrere un dito dopo l’altro sulle sue labbra. Poi con i palmi aggancio la sua gola, il suo battito è accelerato e i suoi occhi sono un incendio indomito. Supero i pochi centimetri che ci separano sollevandomi sulle punte, appoggio le mie labbra alle sue che sono socchiuse per l’affanno e terribilmente morbide e gli do il colpo di grazia.

- È questo che vuoi, vero?

La mia lingua gli massaggia le labbra e le mani gli graffiano la nuca. Il mio corpo aderisce perfettamente al suo e mi struscio languida e bramosa. Non so nemmeno io cosa sto facendo, è Terra che mi guida e lo fa con ottimi risultati: l’eccitazione di Lukas è innegabile così come la mia, ma io ho il comando o almeno credo. Lukas mi libera dalla prigione e afferra con forza i miei polsi. Senza smettere di ansimare mi allontana.

- Io non sono Nike, io non voglio solo il tuo corpo.

Sono furiosa perché ha di nuovo rovesciato le parti.

- Allora cosa vuoi esattamente Fuoco?

- Tu non puoi capire, tu non sai cosa eravamo l’uno per l’altro…

Di cosa sta parlando? Io e fuoco eravamo qualcosa? Quando? Ho da subito sentito un legame profondo, ma ho sempre pensato che fosse dovuta al nostro essere Elements dall’alba dei tempi. C’è altro? c’è di più? E se c’è, perché io non lo ricordo? Forse quella foschia nella mia memoria sono ricordi perduti di me e Fuoco? Tutto questo non ha senso. Chi ha cancellato la mia memoria? Perché?

- Cosa eravamo?

Bisbiglio, ho paura della sua risposta e non sono certa di essere pronta per ascoltarla.

- Dimentica quello che ho detto.

- Me lo devi, mi devi la verità!

Ancoro i piedi a terra appoggiando un dito alla volta e sentendo la terra avvolgermi le caviglie. Mi libero della felpa di Lukas, il freddo della notte accarezza la pelle nuda e piccoli brividi mi percorrono. Appoggio le mie mani sopra i suoi occhi e mi concentro: sento la forza salire dal terreno, avvolge le gambe, poi il busto e infine entra nelle braccia fino a radunarsi nei palmi che premono delicatamente sulle iridi infuocate di Lukas. Fuoco non si ribella, non reagisce, piuttosto lascia che si compia l’inevitabile. In pochi attimi vengo catapultata nel passato e scopro la verità.
 

   
 
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