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Autore: Lunetta 12    22/09/2019    1 recensioni
Ace si rifugia nei suoi ricordi per scappare dalla sua esecuzione a Marineford, mentre sfoglia le sue memorie si sofferma su un ricordo in particolare, il momento più strano ed assurdo di tutti.
[...] Pensare a quanto fosse esasperante Luffy da bambino o a come avesse trovato una famiglia più che una ciurma, in un momento come quello lo distraevano, trasportando il suo "Io" in una dimensione ben più serena. Si concentrò su di essi consapevole che non avrebbe lasciato quel luogo vivo tanto facilmente, ma mentre scavava a fondo nella sua coscienza un'avvenimento lo colpì.
SBAM!
Era stato come ricevere un calcio nelle palle dalla vita stessa. [...]
Genere: Angst, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Marco, Portuguese D. Ace, Satch
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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INSONNIA


  - seconda parte -

 





Marco storse il naso mugolando, un rumore improvviso lo avevano destato dal suo beato e meritato riposo, in fondo era prevedibile, non vi era mai pace per lui. Aprì gli occhi lentamente sospirando, non aveva proprio voglia di alzarsi per ricevere altre lamentele e suppliche dei suoi uomini.
 
- Mhhh... Che succede ora..? -
 
Tette.
 
Mise a fuoco e quel che si ritrovò davanti agli occhi era un bel paio di tette. Per un attimo si illuse che il suo desiderio di stare in dolce compagnia si fosse realizzato, ma ripreso un attimo di lucidità realizzò che si sbagliava, stava guardando le tette sbagliate.
 
Siren era chinata su di lui armata di pennarello - sicuramente indelebile -  e gli sorrideva felice, spostando e facendo sostare il suo sguardo sulla porta spalancata, vide Ace,  il quale sembrava pietrificato. Non riuscì a realizzare subito cosa stesse accadendo, dopotutto era ancora stordito dai postumi del suo - breve quando profondo - pisolino, ma percepiva che qualcosa non andava. 
 
Siren! 
 
Siren nella sua stanza!
Quella ragazzina aveva osato invadere non soltanto la nave, ma anche la sua cabina alias tana da maschio inviolabile, il suo luogo tranquillo, il suo posticino speciale, i suoi attimi di calma erano ormai perduti, infranti dal profumo di agrumi e disturbati da risatine giovanili. Il biondo si mise a sedere e guardò male la ragazza vedendola sghignazzare, anche Ace stava sghignazzando, anche se cercava di soffocare le risate tappandosi la bocca con una mano fallendo, i suoi occhi neri ridevano ed il suo respiro era spezzato, Marco sapeva che anche lui era assai divertito. Il pirata guardò storto entrambi, non capiva cosa ci fosse da ridere tanto, l'unica cosa che voleva in quel momento era cacciarli fuori dalla sua cabina per tornare al suo pisolino, così si alzò per chiudere loro la porta in faccia, ma passando vicino un oblò con la coda dell'occhio vide il suo riflesso, o meglio, quello che doveva essere il suo riflesso. Sbettè un paio di volte gli occhi girandosi per specchiarsi, non poteva credere a come quella ragazzina lo aveva conciato, nessuno mai in tutta la sua vita aveva osato tanto. Aveva preso possesso dei sogni erotici dei marinai, aveva disturbato il suo sonno deturpando la sua stanza ed aveva osato fargli anche quello... Inspirò e si voltò velocemente con tutta l'intenzione di strozzare quei due mocciosi molesti di Ace e Siren, che previdenti se l'erano già data a gambe. 
 
- MOCCIOSI!!! - 
 
L'urlo rimbombò per tutta la nave, sapeva bene dove avevano trovato rifugio, questa volta non se la sarebbero cavata, soprattutto quella piccola bestia di satana dalle fattezze tanto innocenti. 
 
La Fenice piombò nelle cucine facendo un'entrata ad effetto, per arrivarvici prima si era trasformato in quell'uccello mitologico avvolto da fiamme che, a differenza di quelle di Ace, non bruciavano, bensì curavano. 
 
- Yo Marco, qual buon vento? -
 
Appena toccò terra le fiamme si dispersero lasciando il corpo del biondo riprendere forma umana. 
Satch faticò a trattenere le risate.
 
- Dove sono?! -
 
Chiese con tono perentorio il comandante della prima flotta, era rosso di rabbia - ed imbarazzo, ma non lo avrebbe mai ammesso - e questo non aiutava il suo viso a risultare meno buffo, Siren, a detta del cuoco, aveva avuto il coraggio di realizzare uno dei suoi sogni più nascosti e proibiti mai spifferati ad anima viva, quei desideri imbarazzanti, ma allo stesso tempo epici ed infantili da teenager incalliti.
Il castano non potè che scoppiare in una fragorosa risata, estinta in seguito dallo sguardo truce del compagno.
 
- Non so di... -
- Risparmiami questi giochetti Satch! Lo so che li stai nascondendo! -
- Dai non te la prendere, sono ancora giovani, lascia che si godano la loro gioventù -
 
Marco lo guardò con sguardo incediario afferrandolo per il colletto della divisa da chief, puntandosi l'indice contro il viso e indicando ciò che vi era scarabocchiato sopra. 
 
- Possono godersi la vita anche senza ridurre la mia faccia in questo stato! -
 
Aveva ragione.
Non vi erano scuse.
Quella ragazzina era un insulto alla privacy altrui.
 
Silenzio.
 
- SIGNORRR ANANASSS FLAMBEE!!! -
 
Silenzio inesistente.
 
La quiete leggera creata dall'imbarazzo di Satch e dall'ira del biondo era stata infranta - per l'ennesima volta - da quel mix di colori e chiasso che componevano Siren, una stupida piratessa che era solita dire e fare cose sbagliate nel momento sbagliato, come quella volta che aveva disegnato la buccia dell'ananas sulla faccia del comandante della prima flotta durante uno dei suoi rari pisolini.
 
- MOCCIOSA! -
- Ananas-senpai! -
- QUESTA VOLTA TI GETTO IN MARE DAVVERO! - 
 
Furente di rabbia Marco scattò verso la rossa che cercò di ripararsi dietro il bancone della cucina da cui era sbucata  fuori in precedenza. Satch cercò di fermare il fratello, ma quello aveva trasformato le braccia in ali per sferrare il suo attacco fulmineo a quella preda appariscente. Circondato da fiamme turchesi, Marco sorvolò il bancone, avvistò le calze pittoresche della rossa e calò in picchiata come un falco, questa volta nessuno sarebbe riuscito a trarla in salvo. Nessuno doveva permettersi di scambiarlo per un ananas, lui non sembrava affatto un ananas! 
 
- KYAAAA!!! Qualcuno mi salvi! -
 
Un pugno improvviso ed infuocato lo colpì sotto il mento scagliandolo dal lato opposto della cucina. Ace si strofinò un occhio col dorso della mano, doveva esser stato colto alla sprovvista da un attacco di narcolessia a giudicare dai capelli leggermente scompigliati, gli occhi lucidi e i disegni lasciati da una certa piratessa sulle sue guance.
 
- Oh Ace! Mio eroe! - 
 
Siren gli buttò le braccia al collo stringendolo a sè, anche questa volta il moro le aveva salvato il fondo schiena, o almeno questo era ciò che credeva, in quel momento Marco si rialzò e spolverandosi distrattamente i vestiti si avvicinò di qualche passo ai due giovani.
 
- Ace, smettila di intrometterti, quella ragazzina ha esagerato! -
 
Il ragazzo si grattò la testa guardando la rossa la quale lo fissò di rimando con l'occhio sorridente di una bimba innocente, possibile che non si rendesse minimamente conto di ciò che aveva combinato? Il comandante della seconda flotta lo sapeva bene che non avrebbe dovuto lasciarsi intenerire, ma più la guardava, più si convinceva che quella dinanzi a lui era solamente una tenera bimba di otto anni che qualcuno aveva costretto a crescere troppo in fretta. Spostò lo sguardo su Marco e sorrise divertito: un ananas rosso di rabbia che rincorreva una bimba troppo cresciuta, sembrava l'inizio di una strana favola per ragazzini.
 
- Oh andiamo, non far di tutta la frutta un cesto - *
- Non ti ci mettere anche tu ora! Avresti dovuto sorvegliarla meglio quella mocciosa! -
 
Il minore dei due ridacchiò nuovamente.
 
- Te l'ho sempre detto che con quel taglio di capelli non attiri le donne giuste -
 
Intervenne Satch che fino a quel momento si era limitato a guardare. Il biondo a quel commento sospirò esasperato, non sarebbe riuscito a sbarazzarsi di quella ragazzina nemmeno quel giorno, tanto valeva tornar alla sua cabina, chiudersi dentro e gettar via la chiave sperando che nessun altro per quel giorno si ricordasse della sua esistenza.
 
- Va bene, ho capito! Ma verrà il giorno in cui Ace non potrà proteggerti ragazzina -
 
In risposta ricevette soltanto una linguaccia che gli fece pulsare una vena sulla tempia, era incredibile come quell'essere demoniaco travestito da donna fosse in grado di mandarlo fuori di testa, che fossero i colori sgargianti e mal abbinati o la sua voce acuta non lo sapeva, ma c'era qualcosa in quella ragazzina che lo irritava, qualcosa che non quadrava , qualcosa che gli puzzava, qualcosa che allertava i suoi sensi di un imminente pericolo, qualcosa che ancora non capiva, ma sapeva per certo che doveva sbarazzarsi della mocciosa.
 
- Suvvia! -
 
Una delle solite pacche poderose del cuoco lo destarono dai suoi pensieri. 
 
- Non essere così rigido! - 
- E poi questa ingrata ha imbrattato pure la mia di faccia -
 
Aggiunse il moro che aveva notato il suo riflesso in una pentola.
 
- Non pensate che meriti una punizione? -
 
A quelle parole l'espressioni degli altre tre interessati cambiarono velocemente, quella di Siren si contorse dal terrore, mentre quelle dei due uomini si trasformarono in ghigni malefici che non promettevano nulla di buono.
 
- E-Ehi! A-Aspetta Ace, che ha in mente? -
 
La piratessa iniziò ad indietreggiare lentamente allontanandosi sempre più dal moro il quale la seguiva con movimenti lenti e fluidi. 
 
- E-Era solo uno scherzo ragazzi! Io scherzavo! Lo giuro! -
 
La sua "fuga" si arrestò quando andò a sbattere contro quello che sembrava una  morbida montagna, terrorizzata la rossa si voltò incrociando lo sguardo ambiguo di Satch, la quale la afferro per i polsi impedendole di muoversi. Questa volta nessuno sarebbe corso in suo aiuto, era in balia di tre predatori più grandi e forti di lei, non vi era via di fuga se non l'accettazione di essere in trappola.
 
Ace si avvicinò e si chinò su di lei arrivandole ad un soffio dal naso, la guardò con occhi felini e le sfilò l'indelebile che aveva incastrato tra i due seni.
 
- Le bimbe cattive vanno punite... - 
 
 
 
 
Dopo quell'avvenimento Siren se ne stette buona per un paio di giorni, era indignata dai brutti scarabocchi con cui i tre marinai le aveva imbrattato il viso, non che lei fosse questo gran talento nel disegnare, ma il senso estetico -a detta sua- lo aveva. Con quegli sghiribizzi le avevano rovinato il look, Ace si era messo d'impegno nel fare delle arance, ma aveva fallito miseramente ritraendo qualcosa di più simile a delle pere a macchie, Marco sembrava non aver ben chiaro come fossero fatte le sirene e i cuori di Satch erano degli strani poligoni. 
 
Il capitano della seconda flotta bussò leggero alla porta della propria stanza, sapeva bene che la piratessa vi si era rifugiata, in quei giorni sembrava che ogni sua voglia di socializzare nei modi più strani e bizzarri, con i marinai, fosse svanita, infatti si era limitata a passeggiare silenziosamente per la nave passando ogni tanto dalla cucina per uno spuntino, ma evitando qualsiasi contatto colloquiale con chiunque. Era pensierosa, lui la vedeva pensierosa. Si era domandato più volte durante quei giorni quali intrighi potessero attanagliare e struggere la sua mente, quali dilemmi avrà mai dovuto risolvere quella ragazzina? Eppure era giunto alla conclusione di non conoscere molto di lei, gli si era mostrata infantile, amichevole, gioiosa ed irritante, ma poteva essere una delle sue tante maschere per non cadere nel baratro della disperazione. 
 
Non udendo risposta decise di entrare nella stanza e la vide seduta sotto le lenzuola col viso rivolto verso l'oblò, sembrava quasi un fantasma. Silenziosamente entrò e andrò a  sedersi al suo fianco, facendo abbassare il materasso sotto il suo peso, smuovendo leggermente quella figura immobile. Lei non reagì. Lo sguardo era ipnotizzato dalle onde che quel giorno erano docili, quasi piatte, calme come la sua espressione leggermente imbronciata, ancora pensierosa. Ace la fissò da più angolazioni, ma non ottenne alcuna reazione, quella ragazzina sembrava essersi pietrificata, così non sapendo che dire le mise sopra la testa, coperta dal lenzuolo, un'arancia che le aveva portato appositamente per spezzare il flusso dei pensieri che in quei giorni sembrava imprigionarla. 
 
Nessuna reazione. 
Silenzio addolcito dal rumore fresco delle onde pigre, anche loro pacate come la ragazza.
Il moro stava per aprir bocca quando una voce rimbombò per tutta la nave.
 
- TERRRAAAAA!!! -
 
A quel richiamo la rossa sembrò accendersi e con un movimento fluido e repentino uscì da sotto il lenzuolo, prese al volo l'arancia e corse -scalza- verso l'esterno della nave. Il ragazzo la guardò stupito per un attimo, ma poi sorrise, si alzò dal letto sistemandosi il cappello sul capo e seguì la scia di profumo d'agrumi lasciata dalla sua coinquilina molesta, con pacatezza. Una nuova avventura era all'orizzonte.  
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice
 
Salve! In questo capitolo succedono... "cose"... ed ammetto di non averci speso troppo tempo, avevo voglia di finirlo presto per passare a fatti più intriganti (si spera)
 
In questo capitolo ho dato più spazio al comandante della prima flotta che ad Ace, anche lui appare poco in One piece, ma come personaggio mi intriga, é con Barba bianca da tanto tempo, quindi immagino la sappia lunga su molte questioni ed in questa storia potrebbe rivelarsi un personaggio chiave. (Uso il condizionale perché non sia mai che io cambi idea) 
 
Marco sarà un uomo dal buon intuito o ha semplicemente la puzza sotto il naso? Anche il rapporto fra la Fenice e Siren si potrebbe evolvere, la mia Oc cambierà forse orientamento prediligendo il fascino dell'uomo maturo, oppure saranno semplici compagni d'avventura? Chissà cosa succederà fra i due. 
 
* la citazione di Ace é in realtà un proverbio che ho storpiato, l'originale é "non far di tutta l'erba un fascio" 
 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se volete darmi un feedback lasciate una recensione, se ci sono errori non esitate a segnalarmeli, non mangio nessuno.
 
Ci si vede al prossimo capitolo 
 
~ Lu
 
  
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