Libri > The Raven Cycle
Segui la storia  |       
Autore: LuceBre    24/09/2019    0 recensioni
In quel momento non c'erano tante persone attorno al calice, che da lì a poco sarebbe stato portato in Sala Grande, perciò Noah ne approfittò per aggiungere il suo nome. Nelle tasche trovò un piccolo foglietto di pergamena e, anche se non avrebbe dovuto essere lì, una penna a sfera con cui poter scrivere.
A chiare lettere scrisse:
NOAH CZERNY
HOGWARTS

*
Prendete Harry Potter e il calice di fuoco e metteteci dentro i personaggi di The Raven Cycle. Più o meno.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Noah Czerny e il calice di fuoco

2) Il torneo tre maghi

Le carrozze procedevano lentamente sulla stradina che conduceva al castello. Avevano da poco attraversato i cancelli decorati da statue di cinghiali alati che iniziò a piovere ancora più intensamente, come se fosse possibile. Blue osservò dal finestrino della carrozza Hogwarts avvicinarsi; il castello era tutto illuminato e si poteva solo intravedere la sua sagoma sotto la pesante coltre di nuvole. La loro carrozza di fermò davanti all'ingresso. Il portone di quercia in cima alla rampa di gradini di pietra era aperto. I ragazzi all'interno della carrozza prima della loro lo stavano attraversando di corsa proprio in quel momento. Anche Noah, Blue, Henry e Gwenllian, che era salita con loro, si affrettarono e salire le scale e mettersi al riparo.
«Mannaggia» disse Blue, strizzando i capelli e gocciolando ulteriormente dappertutto, «se continua a piovere così intensamente, il lago potrebbe straripare».
«In passato sono annegate par... ARGH!» urlò Henry.
Una secchiata di acqua ghiacciata si riversò sulla testa di Henry che lo aveva inzuppato ulteriormente. Fradicio e confuso, Henry urtò per sbaglio Noah; un'altra secchiata di acqua cadde a terra mancando per un pelo Blue, ma che creò un'onda che bagnò i piedi di Gwenllian.
Tutte le persone attorno a loro iniziarono ad urlare e a spostarsi per allontanarsi dalla linea di tiro. Blue alzò la testa e un paio di metri più su, nascosto da una trave, Pix il Poltergeist, un esserino con il berretto coperto di campanelle e il papillon arancione, sghignazzava cercando di prendere la mira, aveva una faccia malvagia deformata dalla concentrazione.
«Pix!» urlò una voce furiosa. «Pix, vieni giù IMMEDIATAMENTE!»
La professoressa Neeve Mullen, vicepreside della scuola e direttrice della Casa di Serpeverde, era arrivata correndo dalla Sala Grande; perse l'equilibrio per colpa del pavimento bagnato e si sostenne al collo di Blue per non cadere. «Ops... Le chiedo scusa, signorina Sargent...»
«Non si preoccupi, professoressa!» esclamò Blue senza fiato, massaggiandosi la gola.«Pix, vieni qui SUBITO!» sbraitò la professoressa Mullen, sistemandosi il cappello a punta e lanciando un'occhiataccia severa e cattiva in su.
«Non sto facendo niente!» ridacchiò Pix, rovesciò un altro secchio pieno d'acqua contro alcune ragazze del terzo anno, che scapparono in Sala Grande urlando. «Tanto sono già tutti bagnati, no? Piccoli schifosi saccenti! Ancooooora!» E riuscì a colpire un gruppo di ragazzi del secondo anno che erano da poco arrivati e stavano guardando tutta la scena.
«Chiamerò il Preside!» gridò la professoressa Mullen. «Ti avverto, Pix...»
Pix le fece la lingua e sfrecciò via su per la scalinata di marmo facendo cadere i secchi in terra, ridendo come un pazzo.
«Be', su, forza!» disse perentoria la professoressa Mullen alla folla agitata, «in Sala Grande, ora!»
Noah e Blue attraversarono scivolando la Sala d'Ingresso; c'era così tanta acqua in terra che sembrava di essere nel Lago Nero. Varcarono la doppia porta sulla destra, mentre Blue continuava a borbottare furibonda tra sé e sé mentre continuava a spostarsi i capelli corti e fradici dal viso.
La Sala Grande splendeva come ogni volta ed era ornata per il banchetto d'inizio anno. I piatti e i calici d'oro brillavano alla luce di tutte le candele che galleggiavano sopra le loro teste e sopra i tavoli. Gli studenti erano già quasi tutti seduti presso le quattro lunghe tavolate, mentre gli insegnanti stavano iniziando a prendere posto presso un tavolo collocato alla fine della Sala in modo da poter vedere ed osservare tutti gli studenti. Era meraviglioso che lì fosse così caldo.
Noah, Blue e Henry si salutarono e si diressero ognuno verso il loro tavolo. Blue camminò fino all'estrema destra verso il tavolo dei Grifondoro, mentre Noah si fermo prima nel tavolo dei Tassorosso, che si trovava proprio alla sua sinistra; invece Henry andò al tavolo dei Corvonero, il quale si trovava a sinistra della porta.
Ognuno si mise a parlare con i loro compagni di casa di come avessero trascorso le vacanze. Si parlava ancora della formidabile partita della coppa del mondo di Quidditch in cui aveva giocato Ronan Lynch, il campione della squadra irlandese. Qualcuno era riuscito a partecipare, altri invece erano davvero tristi per il fatto che dopo tanti anni avevano fatto una coppa del mondo in Inghilterra e loro non erano riusciti a parteciparvi.
Al tavolo degli insegnanti sembrava che ci fossero meno persone degli altri anni. Dittley, naturalmente, doveva ancora arrivare perché stava attraversando il lago con quelli del primo anno; la professoressa Mullen quasi certamente stava sorvegliando che il lago creatosi sul pavimento nella sala d'ingresso venisse prosciugato, ma c'era anche un altro posto vuoto, dovuto all'assenza del nuovo insegnante di Difesa contro le Arti oscure.
Non erano ancora riusciti ad avere un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che fosse durato più di un anno scolastico.
Il professor Jiang, l'insegnante di Incantesimi, era seduto accanto alla professoressa Shiftley, l'insegnante di Erbologia, riconoscibile perchè indossava sempre un cappello di traverso sui capelli neri svolazzanti; stava parlando con la professoressa Sinistra di Astronomia. Accanto sedeva l'insegnante di Pozioni, Piper Laumonier.
Vicino a Laumonier c'era un posto vuoto, destinato alla professoressa Mullen. Al centro del tavolo e alla sinistra del posto vuoto, sedeva il professor Malory, il Preside; vestiva di splendidi abiti blu scuro ricamati con le costellazioni.
Blue stava ancora raccontando della sua estate quando sentì le voci affievolirsi. La professoressa Mullen conduceva una lunga fila di studenti del primo anno fino all'altro capo del salone. Blue e Noah erano bagnati, ma loro erano fradici, ad ogni passo che facevano lasciavano una scia di pozzanghere: sembrava che fossero arrivati al castello a nuoto, anziché in barca. Stavano tutti tremando di freddo e nervosismo mentre camminavano verso il tavolo degli insegnanti e si fermavano davanti a tutti gli altri studenti – tutti tranne il ragazzino più basso, un ragazzino coi capelli biondo cenere, nascosto in quello che Blue riconobbe come il cappotto di pelliccia di talpa di Dittley. Il cappotto era così grande per lui che sembrava avvolto in un tendono nero e peloso: il suo visino spuntava da sopra il collo, così eccitato. Sembrava troppo divertito per l'evento.
La professoressa camminava spedita, a testa alta, come se fosse impossibile vederla intimorita. Al contrario dei ragazzi dietro di lei. Le loro facce erano le più disparate, ma la maggior parte di loro si sentiva persa e fissava il soffitto stupito. Sembrava che attraversando la sala il loro nervosismo crescesse anziché diminuire.
Appena raggiunsero il tavolo dei professori si fermarono in religioso silenzio. Davanti a loro si poteva vedere uno sgabello con appoggiato un logoro capello da mago, sporco, vecchio, rattoppato. I ragazzini lo fissarono, così come tutti gli altri studenti. Le matricole spaventate non coscienti di cosa stava per accadere, gli altri studenti in attesa di sentire una voce ben precisa, che senza farsi attendere iniziò a cantare:

Or son mille anni, o forse anche più,
che l'ultimo punto cucito mi fu:
vivevano allor quattro maghi di fama,
che ancora oggi celebri ognuno qui chiama.
Il fier Grifondoro, di cupa brughiera,
e Corvonero, beltà di scogliera,
e poi Tassorosso, signor di vallata,
e ancor Serpeverde, di tana infossata.
Un solo gran sogno li accomunava,
un solo progetto quei quattro animava:
creare una scuola, stregoni educare.
E Hogwarts insieme poteron fondare.
Ciascuno dei quattro una casa guidava,
ciascuno valori diversi insegnava:
ognuno stimava diverse virtù
e quelle cercava di accrescer vieppiù.
E se Grifondoro il coraggio cercava
e il giovane mago più audace premiava,
per Corvonero una mente brillante
fu tosto la cosa davvero importante.
Chi poi nell'impegno trovava diletto
del buon Tassorosso vinceva il rispetto,
e per Serpeverde la pura ambizione
contava assai più di ogni nobile azione.
I quattro, concordi, gli allievi diletti
sceglievan secondo criteri corretti.
Ma un giorno si dissero: chi li spartirà
quando ognuno di noi defunto sarà?
Così Grifondoro un modo trovava
e me dal suo capo veloce sfilava:
poi con i tre maghi una mente mi fece
capace di scegliere in loro vece.
E se sulle orecchie mi avrete calato,
voi state pur certi, non ho mai sbagliato:
nelle vostre teste un occhiata darò
e alla Casa giusta vi assegnerò! 

Il cappello Parlante finì di recitare e la Sala Grande risuonò di applausi. Anche qualche matricola più coraggiosa batté le mani.
La professoressa Mullen srotolò un gran rotolo di pergamena e iniziò a chiamare in ordine alfabetico i ragazzi, i quali man mano venivano suddivisi nelle diverse Case.
Quando anche l'ultima matricola venne smistata, la professoressa prese il capello e lo sgabello e li spostò. Si andò a sedere alla destra del preside Malory. Non appena lo raggiunse egli si alzò in piedi. Sorrise a tutti gli studenti davanti.
«Benvenuti, nuovi studenti, ben ritrovati, a coloro che già hanno passeggiato per i corridoio di questa scuola. Non mi voglio dilungare perciò vi dirò solamente: buon appetito!»
Solo in quel momento Blue si accorse che il nuovo professore di Difesa contro le arti oscure era seduto al tavolo. Non si era accorta del suo arrivo concentrata com'era dallo smistamento. Ma quando era successo?
E mentre augurava a tutti un buon pasto i piatti e i vassoi si riempirono del miglior cibo che Hogwarts potesse offrire. Gli occhi di Noah si illuminarono non appena vide le caraffe riempirsi del miglior succo di zucca e i vassoi del miglior pasticcio di carne che lui avesse mai assaggiato. E si ingozzò come se non mangiasse da anni, come se sul treno non avesse diviso con Blue e Henry Caramelle tutti gusti più uno e Cioccorane.
«Siete fortunati che stasera siete riusciti a mangiare qualcosa, sapete» disse Nick-Quasi-Senza-Testa ai ragazzi di Grifondoro. «Prima in cucina c'è stata parecchia confusione».
«Che è successo?» disse un ragazzo del sesto anno prima di addentare un enorme coscia di pollo.
«Pix, ovviamente» disse Nick-Quasi-Senza-Testa scuotendo la testa, la quale oscillò così tanto che sembrava stesse per staccarsi. Sì sistemò meglio la gorgiera e continuò: «Ogni anno è la stessa cosa: vuole partecipare, ma gli è assolutamente vietato, perché sapete com'è fatto, è così maleducato, non sa rispettare le regole, men che meno gli altri e il lavoro degli altri, e appena si trova in queste situazioni inizia a fare scherzi di cattivo gusto. Tra noi spettri ci siamo confrontati, il Frate Grasso era disposto anche a farlo partecipare, Helena Corvonero come sempre si è astenuta alla conversazione, ma fortunatamente e saggiamente il Barone Sanguinario si è opposto e lo ha impedito. Io sono d'accordo con lui».
Il Barone Sanguinario era lo spettro di Serpeverde, il cui nome deriva delle macchie di sangue argentato di cui è coperto. Era uno dei pochi, oltre a Malory, a Hogwarts in grado di controllare Pix.
«Sì, era chiaro che Pix fosse su di giri per qualcosa» disse Blue cupa, ancora bagnata per le secchiate di Pix. «Cosa ha fatto questa volta nelle cucine?»
«Oh, le solite cose» rispose Nick-Quasi-Senza-Testa quasi con noncuranza.
«Chiasso, rumori, pandemio e zuffa. Stoviglie dappertutto. La minestra era per tutto il pavimento. Ha spaventato a morte gli elfi domestici...»
Clang. Blue aveva rovesciato il suo bicchiere. Il succo di zucca si stava allargando sulla tovaglia, macchiando il lino candido di arancione, ma Blue non lo notò.
«Mi stai dicendo che qui ci sono elfi domestici?» urlò con orrore e disgusto rivolta a Nick-Quasi-Senza-Testa. «Qui a Hogwarts
«Certamente» rispose Nick-Quasi-Senza-Testa, sorpreso della sua reazione e con orgoglio continuò: «Sono abbastanza sicuro che qui ad Hogwarts c'è il più alto numero di elfi domestici che in qualsiasi altra parte del Regno unito. Sono più di un centinaio».
«Ma io non ne ho mai visto uno!» esclamò Blue.
«Perché, com'è giusto che sia, non escono mai dalla cucina, se non la notte per fare le pulizie, sistemare i dormitori e cose così. Un buon elfo domestico non dovrebbe mai farsi vedere, è questa la sua caratteristica migliore. Sai che c'è, ma non lo vedi».
Blue lo squadrò, come se lo vedesse per la prima volta.
«Ma recepiscono una paga?» chiese. «Hanno la possibilità di andare in vacanze, vero? E tutte le altre cose? Possono andare in malattia, prendono una pensione?»
Nick-Quasi-Senza-Testa rise così forte e fragorosamente che la gorgiera gli scivolò via e la testa penzolò rimanendo attaccata solo grazie a quei tre centimetri scarsi di pelle e di muscolo spettrali che la reggevano.
«Malattia e pensione?» disse dopo aver riso sguaiatamente, rimettendosi a posto la testa sulle spalle e sistemando di nuovo la gorgiera allo scopo di tenere la testa ferma. «Gli elfi domestici non vogliono avere un permesso per malattia e non vogliono la pensione!»
Blue abbassò gli occhi sul piatto, il quale era ancora praticamente intatto, posò le posate sul piatto e lo allontanò disgustata.
«Lavoro da schiavi» disse Blue con affanno. «Questa cena è il frutto di un lavoro da schiavi».
Si rifiutò di mangiare e di bere qualsiasi altra cosa.
Aveva conosciuto elfi domestici nella sua vita, era andata a trovare degli amici che possedevano elfi domestici, avendo sempre vissuto però in una casa in cui per fare qualsiasi cosa non si doveva usare la magia, per lei era strano che qualcuno invece facesse tutto quello che chiedeva e che fosse così servile. Concettualmente non era così differente dall'avere una colf o una domestica, anche Noah ne aveva una e l'aveva conosciuta ed era molto simpatica, ma erano due cose diverse. Lei aveva scelto di fare quel lavoro, era trattata bene, era pagata, era libera di chiedere ferie e le veniva riconosciuta una pensione; per gli elfi non era così, tutte questi aspetti venivano loro negati e per Blue questo era aberrante. Venivano trattati come essere inferiori nati per servire i maghi e per Blue questo orribile.
La pioggia continuava a cadere pesantemente e sembrava che la cena fosse accompagnata da un insieme di tamburi da tanto era forte il rumore delle gocce che toccavano le finestre della sala. Ogni tanto si sentiva ancora tuonare e si vedevano i lampi che illuminavano di una strana luce le persone e le stoviglie d'oro, mentre i piatti venivano ripuliti e venivano riempiti di nuovo con altre nuove portate.
Quando anche i dolci furono spazzolati, senza aver lasciato neppure una briciola nei piatti, così puliti che ci si poteva specchiare, il preside Malory si alzò di nuovo in piedi. Le persone smisero subito di parlare: le uniche cose che si potevano sentire erano il fruscio del vento e il ticchettio della pioggia.
«Eccoci!» esordì Malory, sorridendo a tutti quanti. «Adesso che tutti abbiamo mangiato e siamo soddisfatti, ci terrei prestaste ancora una volta attenzione su alcuni avvisi.
«Mastro Colin Greenmantle, che per i nuovi arrivati è il custode della scuola, mi ha chiesto di informarvi che la lista di oggetti proibiti dentro le mura del castello quest'anno è stata estesa. Verrà affisso in ogni dormitorio sulla bacheca la lista completa che comprende più di quattrocento oggetti.
«Inoltre, mi preme ricordarvi che la Foresta Proibita, come si evince dal nome, che si trova all'interno dei confini scolastici è proibita a tutti gli studenti, come lo è il villaggio di Hogsmeade a tutti coloro che non sono ancora del terzo anno o che non posseggono il modulo firmato da un tutore.
«È altresì mio doloroso dovere informarvi che la Coppa del Quidditch quest'anno non avrà luogo.» Si udì per tutta la sala bisbigli e persone che cercavano di capirne il motivo.
«Non è giusto!» disse il portiere della squadra dei Grifondoro.
Noah, era sconvolto: apriva e chiudeva la bocca senza emettere alcun suono. Quest'anno sperava di riuscire a portare Tassorosso in testa alla classifica. L'anno prima Corvonero aveva soffiato di pochissimo il primo posto.
Malory li interruppe: «Ragazzi, per piacere, fate silenzio! Come dicevo quest'anno non si terrà la Coppa del Quidditch, questo perché avremo l'onore di ospitare un grandissimo evento che non ha luogo da parecchi anni. Questo evento avrà inizio in ottobre e durerà per tutto l'anno scolastico e richiederà da parte di tutti i professori un forte impegno. Vi assicuro però che questo evento sarà altrettanto stupefacente e coinvolgente quanto la Coppa del Quidditch. Sono estremamente felice di informarvi che la nostra scuola parteciperà ed ospiterà il grande e famoso Torneo Tremaghi.»
Per la sala si poterono sentire voci sorprese di chi sapeva cosa fosse il Torneo Tremaghi e voci incuriosite che dicevano: «Cos'è?», «Tu l'hai mai sentito?», «Non lo conosco».
«Immagino che non tutti sappiano cosa sia il Torneo Tremaghi» continuò Malory, dando risposta agli studenti e cercando inoltre di riportare il silenzio. «Il Torneo Tremaghi fu istituito per la prima volta circa settecento anni fa e nacque come una competizione amichevole tra le tre scuole europee di magia più grandi e più frequentate, le quali sono Hogwarts, Beauxbatons e Durmstrang. Per ogni scuola venne eletto un campione che la potesse rappresentare al meglio e dovettero sfidarsi in tre prove magiche. Il Torneo avveniva ogni cinque anni e i tre istituti si alternavano nell'ospitarlo. Le tre scuole realizzarono che questo era un ottimo metodo per creare relazioni tra i giovani studenti di diverse nazionalità e per creare occasioni di crescita e confronto, fino a che non si resero conto che il tributo di morti era talmente elevato, da rendere necessario l'interruzione e la sospensione del Torneo.»
«Il tributo di morti?» sussurrano delle voci intorno a Blue e Noah, voci preoccupate all'idea che studenti fossero morti affrontando le prove organizzate dalle scuole. Noah invece era molto eccitato e interessato all'idea di questo Torneo e non vedeva l'ora che Malory desse ulteriori informazioni.
«Nel corso degli anni passati provarono più volte a riproporre il Torneo e a valorizzare così quegli ideali con cui era stato creato, ma nessuno di quei tentativi ebbe il risultato sperato e fu insoddisfacente. Ciononostante i nostri Uffici per la Cooperazione Internazionale Magica e per i Giochi e gli Sport Magici ritengono che questo sia un buon momento per riproporre questo evento. Prima che l'anno scolastico iniziasse si è lavorato molto affinché le prove siano considerate sicure e per nessun partecipante od osservatore ci sia pericolo di morte.
«I delegati di Beauxbatons e Durmstrang giungeranno nel mese di ottobre con i presidi e verranno scelti i tre campioni, uno per scuola, nella sera di Halloween. Chi sceglierà i tre campioni sarà un giudice imparziale e sceglierà chi secondo lui è il più degno per partecipare a questo evento, chi si meriterà di guadagnare la gloria della propria scuola e chi potrà avere l'occasione di vincere un premio in denaro corrispondente a mille galeoni.»
Quando gli studenti sentirono la cifra della vittoria le loro voci si alzarono entusiaste: l'idea di vincere soldi, tanti soldi, li aveva parecchio esaltati.
«I ragazzi che giungeranno dalle scuole di Beauxbatons e Durmstrang rimarranno con noi per quasi tutto l'anno e parteciperanno attivamente alle nostre lezioni, perciò mi aspetto da tutti voi un trattamento disponibile e di massima gentilezza verso i nostri ospiti. Mi aspetto inoltre che da parte vostra ci sia il massimo sostegno per colui che verrà scelto come campione di Hogwarts. Ne avrà parecchio bisogno.
Ora però, ragazzi, si è fatto tardi ed è fondamentale che domani tutti voi siate riposati per l'inizio di questo nuovo anno scolastico e per le lezioni. Vi auguro buona notte!»
Malory si sedette e tornò a parlare con la vice preside Mullen. Si poteva riconoscere i ragazzi del primo anno perché seguivano in gruppo il prefetto della loro casa bisbigliando e guardandosi attorno, chi stupito, chi curioso, chi troppo stanco per apprezzare le novità.
Anche Noah, Blue e Henry si avviarono verso l'ingresso.
«Chissà chi sarà il giudice imparziale che sceglierà i campioni» rifletté Henry.
«Non lo so» disse Noah pensieroso. «Chissà che criterio userà per definire i campioni. Se sceglierà i migliori, se sceglierà i più vecchi..»
«Ragazzi, voi lo sapete che nel corso degli anni ci sono stati dei morti, vero?» disse Blue.
«Sì, lo so» ribatté Noah sempre pensieroso, «ma è successo tanti anni fa, no? E poi, che gusto c'è senza un po' di rischio?»
«Voi volete partecipare?» chiese Henry.
«A me non dispiacerebbe, ma non so se verrei mai scelto.»
«Io preferisco non partecipare» esclamò Henry. «Ma farò un tifo sfegatato per voi, nel caso voleste iscrivervi e provare. E avreste tutto il mio aiuto.»

 


Ciao a tutti, questo è il secondo capitolo della storia.
È tratto dal dodicesimo capitolo di Harry Potter e il calice di fuoco. 
Il discorso del Cappello Parlante l'ho preso pari pari. Mi sembra più giusto e corretto così, piuttosto che ricrearlo male.
Spero vi sia piaciuto,
Luce

 

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Raven Cycle / Vai alla pagina dell'autore: LuceBre