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Autore: Spensieratezza    24/09/2019    3 recensioni
Dean è innamorato di Benny, ma poi arriva la tempesta Sam a sconvolgere tutte le carte.
Questa è una storia in cui niente è come sembra, in cui tutti i personaggi cambieranno e faranno delle metamorfosi che non ti aspetteresti mai.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Famiglia Harvelle, Famiglia Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Prima stagione, Più stagioni
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Eterno'
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Matt aveva sempre riflettuto su cosa ci fosse dopo la morte, ma non credeva ci fosse una cosa così banale.
Quel bianco assoluto, che ti aspetti, c’era davvero alla fine.
Il Paradiso?
Lui non pensava di meritare il Paradiso.

Non era stato capace di proteggere chi amava!
L’aldilà, non era un Paradiso, ma piuttosto una Rinascita.
Una Rinascita in cui rivivi tutto da capo come un film, come un pellicola che guardi al cinema che si riavvolge in fretta.


Tutti gli sbagli fatti, tutte le scuse non dette, la parola gentile non detta, la carezza non fatta.
Quell’autocommiserazione nutrita solo di se stessa.
Matt pianse tutte le lacrime che aveva a disposizione, fino a che non ne aveva più.

Continuava a pensare a Gellert.
 
Poi vide una figura, non sapeva se fosse Dio. Non la vedeva davvero. Era circondata da un alone luminoso.

“Matt, da adesso in poi, tu rinascerai e dimenticherai la tua vita precedente.”
“Dimenticherò anche Gellert? “
Nuove lacrime scivolarono via dalle sue guance.

“Gellert ti sarà possibile rincontrarlo, ma in una forma diversa da come l’hai conosciuto nella tua vita, se il vostro legame è forte, supererà anche il velo del riconoscimento dell’anima.”
“Noi..rinasceremo in un altro corpo?”
Il silenzio sembrò durare anni.
“In un’altra ESSENZA, diciamo. Lo scoprirai.”
“Non capisco..”

“Sei stato buono, Matt, sii fiero di te, perché la bontà che avevi in vita, ti ha reso una creatura illuminata. Tutto l’amore che tu desideravi dagli altri, lo darai a tua volta, non avrai più bisogno d’amore, per essere felice, perché sarai fatto d’amore e desidererai regalarlo agli altri. Congratulazioni, Matt, stai per diventare un ANGELO.”
Matt ebbe appena il tempo di rimanerne stupito, che si sentì inglobato da una bolla d’acqua che lo avvolse tutto e lo sopraffece.

Poi la bolla diventò di luce, si sentì sopraffatto, si sentì volare, come un palloncino.
Stava piangendo.
Un angelo, lui?
Lui che aveva sempre creduto di non valere niente?
 
Il suo corpo subì varie trasformazioni, tanto che non lo riconobbe neanche più come suo.

Sembrava che ogni atomo si disintegrasse per ricomporsi, ogni cellula, ma non era doloroso.
Forse..liberatorio..
La sua mente si disintegrò e si ricompose, più libera, più serena.
Libera dal dolore e dai traumi passati.
Il suo cuore sembrò allargarsi.

Tornò un bambino accucciato in una specie di bolla prenatale.
Poi continuò a fiorire e rifiorire come un piccolo germoglio, ERA un piccolo germoglio, che tornava un bocciolo e poi diventava un piccolo fiore e poi ricominciava da capo.
Sembrò come se non dovesse finire mai.
Poi all’improvviso tutto finì.
Aveva dimenticato tutto.
Perfino il suo nome.
Poi una voce lo chiamò.

Castiel. Castiel. Castiel.
 
 
 
*

Castiel si trovava in un mare verde.
Ebbe appena il tempo di stupirsene. Il mare non dovrebbe essere verde, ma piuttosto azzurro. BLU.
Blu. Verde. Cosa sono i colori?

Si guardò attorno. Era immerso in un grande giardino, sembrava immenso. Un tripudio di farfalle colorate e di uccellini gli volteggiavano intorno.
Lui sorrise. Li trovava adorabili.
Si sentiva anche pesante però.

Si alzò e si rese conto che non era il Giardino ad appesantirlo, ma sé stesso.
Si guardò le braccia. Erano piene di..
Foglie?
Foglie e petali!
Oddio, era diventato un fiore!!

Gridò per la sorpresa e la paura e cercò di alzarsi, di correre e di scappare, inciampò, cadde.
Ma non fu un atterraggio duro.
La sua testa – dura – colpì qualcosa di morbido.
Altri fiori, altro prato, non duri come se l’aspettava.
 
Una risatina cristallina squarciò l’aria.
Alzò il capo.
Un uomo dalla pelle scura lo guardava in lontananza, con le braccia incrociate, ridendo.
Ridendo di LUI.

Si spolverò quelle strane rientranze floreali che lo avevano trasformato in un fiore e si avvicinò a quel tipo strano.
Certo, era ben difficile continuare a fissarlo e a rimanere concentrato su di lui, quando c’era tanta bellezza attorno.

La luce era ammaliante e distraente così come l’erba attorno a lori, e i prati e i boccioli e le farfalle.
Si accorse che un cucciolo di tigrotto scalciava allegro tra l’erba.
Lo guardò interrogativo.

“Lo so, la bellezza è sconvolgente, riesce a distrarti, gli uomini perdonano tutto a essa. Vieni qui, Castiel.”
Castiel da bravo soldatino, obbedì.
“Cos’è questo posto?” chiese timidamente.

“Questo è il Giardino.” Rispose gentilmente l’uomo. “È il posto che da il benvenuto alle anime e alle nuove nascite e io sono Joshua, il Custode.

“Il benvenuto alle anime..quindi sono..morto?” chiese Castiel abbassando lo sguardo. Sentiva come l’istinto che avrebbe dovuto essere triste per questo ma era difficile trattenere la sensazione quando si sentiva così bene e quando c’era tanta bellezza attorno a lui.
“Sì.” Rispose Joshua con il sorriso di qualcuno che gli stava dicendo che era pronto in tavola. “Congratulazioni, Castiel, da adesso in avanti, ti è stata donata una seconda vita. Migliore.” Specificò ancora.

Donata da chi? Avrebbe voluto chiedere Castiel, ma si trattenne, era un’altra la cosa che gli premeva chiedere ora e quel buffo personaggio glielo aveva fatto ricordare.
“Non è tanto bello essere un Fiore.” Disse con disappunto alzando le sue braccia come germogli.

Joshua lo guardò accigliato, poi scoppiò a ridere.
Castiel lo fissò stranito.
Credeva che l’aldilà fosse un paradiso e invece era un manicomio e in questo assomigliava alla vita. (citazione da L'ultima riga delle favole)
Ma dove aveva tratto questo pensiero? Non riusciva a ricordarlo.

“Non sei un fiore, questa è solo la forma che adotta il tuo corpo alla nascita. Cambierai ancora cambiando ancora pelle, diventerai un Angelo.
Castiel spalancò la bocca incredulo davanti a questo.
“Io non voglio essere un angelo.”

“Tutti noi non vogliamo essere tante cose, ma spesso cambiamo idea nel corso della vita.”
“Credevo questa fosse l’aldilà.” Disse Castiel con una smorfia.
Joshua sorrise.

Tutto è Vita, soprattutto in un posto come questo, dove la Vita rinasce.”
Castiel si strinse nelle spalle.

Lui di sicuro avrà avuto una casa, una famiglia, degli amici che lo aspettavano dall’altra parte, Castiel aveva voglia di urlare a quello stupido uomo, che non capiva NIENTE, che LORO, non se ne sarebbero fatti niente delle sue parole vuote.
Joshua sembrò intuire i suoi pensieri.

“La tua tristezza non è tanto diversa da quella dei neonati che vengono alla luce dal grembo materno, essi piangono alla nascita, terrorizzati da quello che gli aspetta fuori, tu non piangi ma sei lo stesso terrorizzato, ma è una tristezza momentanea.”

“Hai detto che sono un angelo..” disse Castiel, decidendo di non commentare questa decisione. Magari l’aveva meritato, chissà. “Dove sono gli altri? Non vedo nessuno.”
Joshua sorrise.

“Conoscerai gli altri tuoi fratelli a tempo debito.”
“Perché non subito?” chiese, sentendosi stupido e infantile. “Forse non potevano essere qui? è un luogo proibito per loro? Insomma, sono appena nato..avrebbero potuto..che ne so..salutarmi, magari?”
Joshua lo studiò attentamente.

“Insomma…” disse ancora Castiel, paonazzo. “Non gli importa se..uno di loro..un loro fratello, nasce? Io..lascia stare, sono uno stupido.”si coprì il viso con i pugni e crollò quasi in ginocchio.
Joshua non si scompose e lo tirò su per le spalle.

Esistono tanti e tanti angeli in Paradiso, la nascita, così come la gestazione, dopo un po' diventano cose noiose per i tuoi fratelli, è una loro scelta assistere, ma è consigliato non farlo per dare modo e tempo al nuovo nascituro di abituarsi alla sua condizione.”
“Certo, se hanno tutti crisi di nervi come me, ci credo.” Disse Castiel cercando di scherzare e seguendo Joshua dove lo stava portando. “E tu..fai questo sempre? Per tutti?”

“Guidare i nuovi nati in Paradiso? Certo.” Disse lui fiero.
“Owww che lavoraccio. Deve essere un lavoro penoso.”
“Per niente.” Rispose lui. “È il lavoro più bello che ci sia per me.”
Castiel lo guardò meravigliato.
“Dici sul serio?”
Joshua lo guardò divertito.

“Guardare la vita formarsi ancora e ancora? Vuoi scherzare? Cosa c’è di più bello al mondo? Sai, la vita umana è difficile. È altrettanto difficile gioire per la nascita nel momento stesso in cui stai assistendo al dolore del parto, al dolore della partoriente, ma qui..è solo Vita e basta. Il mio compito è assistere alla formazione dei nuovi Nati ed è un’esperienza davvero emozionante.”

Castiel cercò di figurarsi come doveva essere vedere un bocciolo sbocciare.
“Gli altri miei fratelli non devono pensarla così.” Disse Castiel.
Joshua rise.

“I tuoi fratelli hanno assistito alla tua formazione, alcuni hanno anche spiato la tua nascita per poi scappare subito, per non farsi vedere.”
Castiel era sconvolto.
“Ma..cosa? Perché?”

“Perché un organismo sconosciuto fa paura.” Disse l’altro.
Castiel era davvero stranito da queste spiegazioni e non era più tanto sicuro di voler conoscere gli “altri.” Si volse a guardare su quella specie di Ponte che si trovava sopra su di loro e vide una figuretta osservarli, per poi correre e schizzare in aria appena si accorse che era stata scoperta.

“Era una libellula?” chiese indicando la figuretta con il dito.
“Oh..credo sia uno dei tuoi fratelli.” Disse Joshua. “Siamo arrivati al portone, eccolo lì.”

Joshua liquidò la questione come se stessero parlando del Tempo, gli fece attraversare il portale magico e lo portò in una stanza che aveva tutta l’aria di una cella, ma era una cella da SOGNO. La luce filtrava così violenta da sembrare una luce da fiaba e all’interno della stanzetta vigeva un ruscello magico.

“Questa è la Stanza della Rigenerazione. Passerai qui un mese, dove Luce e Acqua rigeneranno la tua nuova essenza, perché esse sono il soffio della vita.”
“Non voglio.” Disse Castiel, aggrappandosi alla tunica bianca dell’uomo. “Ti prego, non lasciarmi qui da solo.”

Joshua sospirò sorridendo. All’inizio tutti facevano così.

“Non siamo mai davvero soli, Castiel, neanche quando crediamo di esserlo. Starai bene qui con noi e in ogni caso non posso restare con te. L’evoluzione è qualcosa che dobbiamo tutti proseguire da soli.”
Castiel pianse, gli sembrò di piangere per ore, quando fu lasciato solo, dopo un po' però si accorse che le sue lacrime sembrarono brillare di calore come diamanti caldi sulle sue guance e anche sul cuscino dove poggiava la testa, illuminandoli di una strana polverina.

Le sue lacrime poi misteriosamente si allinearono tutte insieme come granelli finendo magicamente nell’acqua del ruscello.
Castiel si alzò, inginocchiandosi davanti al torrente, guardando le sue stesse lacrime scintillare come cristalli sul ruscello.
Le sue lacrime.

Joshua aveva ragione. Lui non era solo.
 
 
 
*

Dopo una settimana, si accorse che poteva uscire, dal fatto che la sua porta era rimasta aperta. Non era più un prigioniero, poteva uscire in quello strano corridoio senza pareti che era quel posto.
Aveva ancora l’aspetto di un fiore ma più umano.
Non aveva più le foglie al posto delle braccia, erano cadute, dissolvendosi, ora sembrava solo un mutante, con i fiorellini e alcuni piccoli arbusti attaccati alle braccia, uno strano formicolio argentato brillava nelle sue scapole.
Gli stavano nascendo le ali??

Si accorse che in alcune rientranze dove sembrava ci fossero delle pareti invisibili, filtrava la LUCE, Castiel la scopriva – sembrava una specie di caccia al tesoro – e vi metteva le mani, essa allora veniva assorbita da lui. ENTRAVA in lui.

Cascate d’acqua limpida entravano da alcune fenditure delle pareti, a volte trovava degli archi, dopo tanto cercare e si accorse che forse gli archi poteva trovarli solo quando riusciva a entrare in comunione con il suo cuore.
Non sapeva quando succedeva, ma aveva il sospetto che avveniva sempre quando una strana figura lo fissava.

Anzi, no, succedeva quando lui SI ACCORGEVA che la figura lo fissava.
Per qualche strana ragione, il suo cuore sembrava accelerare i battiti, poteva dunque un cuore, battere anche dopo la morte?

A volte sotto gli archi c’era acqua ma spesso c’era ARIA e Castiel sapeva, senza sapere come, che era il preludio a quello che aspirava a diventare.
Aria per le ali.

A volte non sentiva aria ma un gas diverso, che non riusciva a identificare.
Lo sentiva sempre quando la figura era presente, invisibile e oscura come un’ombra.
Il gas a volte era fruttato, a volte dolce come il miele.

Gli ricordava il profumo dei panini al latte e delle lenzuola appena stirate o profumate dell’ammorbidente.
A volte aveva il profumo dell’acqua di mare.
A volte il ricordo di un sogno.

Si chiese se fosse l’Amore. Si chiese s l’amore aveva un profumo che cambiasse sempre.
 
 
*

Dopo un mese, le sue ali erano pienamente formate, le ultime due settimane, prima che scadesse il mese, alcuni angeli erano arrivati a guardarlo da lontano, a volte gli rivolgevano la parola e gli dicevano parole dolci, pregne d’amore che faticava a ricordare, lui cercava di sorridere, perché non era del tutto contento, aveva come l’impressione che fosse solo un numero per loro. un angelo come gli altri.

Quello sembrava come un grande ospedale, lui era li per diventare un angelo, ma era confinato, si chiese come fosse il Vero Paradiso e respinse l’idea che fosse tutto così.

Non ricordava niente della sua vita precedente e quindi non aveva granchè modo di conversare con gli altri angeli che sembravano perlopiù pennuti curiosi che si limitavano a fissarlo e a sorridergli e a fargli domande banali chiedendogli come si trovasse e se stesse bene.

Le prime due settimane le aveva passate bene senza intoppi ma allo scadere della seconda settimana, quando le ali cominciavano a formarsi e i suoi sensi ingrandirsi, la sua anima espandersi, si sentì come se tutto quello fosse troppo.
 
“Non posso!! Non voglio! Non voglio!! BASTAAA.”

Non gli importava di sembrare un pazzo preda di una crisi di nervi, cercò di strapparsi i capelli, di strapparsi la veste bianca che aveva, cercò anche di strapparsi le ali, voleva morire. Morire VERAMENTE. Avere la morte definitiva.
Si sentì sollevato inaspettatamente da qualcosa.

Credeva fosse Dio, o forse la Morte, forse Joshua, che stava per dirgli che la sua nascita in fin dei conti non era andata bene, che era nato con un cervello difettoso e bisognasse riprogrammarlo, che doveva rinascere da capo.
Quando si voltò non si aspettava di trovarsi tra le braccia di un ragazzo che aveva più o meno la sua età.

Aveva gli occhi nocciola ma brillavano talmente tanto che sembravano oro liquido e qualcosa sul viso che suggeriva che doveva essere raggiante quando sorrideva, peccato che adesso avesse l’espressione più cupa e paurosa che potesse immaginare. Poi si sentì come soppresso da una strana forza che lo teneva inchiodato.
“NO..” disse non appena capì che non poteva muoversi. “LASCIAMI..LASCIAMIII.”

“Per desiderare di morire hai un fortissimo e inaspettato spirito combattivo. Bene, ti servirà quando avrai terminato il processo di evoluzione.”
“Non voglio terminare niente! Non voglio essere un angelo! Lasciami morire! O uccidimi!”
“Non tentarmi.” Disse l’altro.
“Perché..perchè..”

“Basta, mi hai scocciato.”
Gli mise la mano sulla fronte e all’istante Castiel si sentì mancare.

“Oddio..cosa..cosa ho fatto. Ehi, ragazzo..sveglia..no, non addormentarti..ti prego! SVEGLIAAA!” lo schiaffeggiò ma non servì a niente.
Finalmente la morte.
 
 
*

Si risvegliò nella sua cella personale, sopra il letto che per l’occasione si era trasformato in una brandina, considerato il suo umore.
La figura che l’aveva portato li, sembrava prossimo alla morte, talmente era pallido. Era seduto sul suo letto e lo fissava come fosse un enorme serpente che poteva morderlo da un momento all’altro.

“Sei sveglio.” Gli chiese stupito anch’esso da questo.
Beh, anche lui era stupito in fondo.

“Non sono morto?” chiese stupidamente. “Scusa.” Aggiunse. Perché sentiva il bisogno di scusarsi con quello sconosciuto.
Il tipo lo guardò male ma non commentò, sembrava avercela a morte con lui e sentì il desiderio di distrarlo.

“Cosa..che è successo? Ricordo che stavo gridando e poi il buio. Sono svenuto?”
“Quello credo sia merito mio.” disse il tipo.
Castiel si voltò stupito.
“Mi hai fatto svenire?”

“Era l’unico modo per farti stare fermo. Ma devo rammaricarmi del fatto che non è stato intenzionale.” Si guardò le mani ancora stupito. “Non credevo che..non credevo di poterlo fare. Ti ho solo toccato e..il momento dopo dormivi! Ho anche provato a rianimarti ma niente. Però respiravi quindi..” sbuffò. “Perlomeno così sei stato fermo.”
Castiel non riuscì a non farsi scappare un sorriso.

“Che cavolo c’è da sorridere?” gli chiese sgarbato e incattivito.
“Tu hai fatto questo per..proteggermi? Ti sei preoccupato per me?”
L’altro tipo lo guardò con stupore allucinante a ogni parola.
“Non dire cazzate!” sbottò. “Ti ho raccolto non perché mi preoccupo della tua esistenza ma perché questo posto è Sacro e tu con quello che stavi facendo, stavi sfociando nella blasfemia e nella bestemmia!”
“Cosa?? Io non..” disse indignato.

Tu non cosa??? Hai cercato di strapparti le ALI!! LE ALI!! “ gli sembrò che l’altro tizio rabbrividì. “È una blasfemia per un angelo! Saresti potuto essere punito pesantemente e con te tutti quelli che sono in questo posto! Quando ti avrebbero scoperto avrebbero potuto pensare che io sono come TE e quindi avrebbero punito anche me! Ho solo preservato me stesso.”

Castiel lo squadrò con sospetto.
“Quindi anche tu sei un quasi angelo.”

“Questi non sono affari tuoi! Ti basti sapere che io me ne andrò da questo posto, anche prima di te, io credo, visto che sei così stupido da danneggiarti da solo e quando me ne sarò andato sarai libero di strapparti tutte le ali che vorrai. Non mi interessa!”

Castiel voleva chiedere al tipo perché era così astioso nei suoi confronti, ma l’altro parlò per lui.

“Hai la vaga idea di come mi sia sentito? No, certo che no. Come potresti..tu credi di essere solo qui? Ci sono altri come noi, cosa sarebbe successo se altri ti avessero visti contorcerti come un agnello portato al macello? Avresti traumatizzato a morte un quasi angelo solo per la tua stupidità? Complimenti!”

“Ti ho spaventato..” sussurrò Castiel.
L’altro scrollò le spalle.
“Non fa niente, anzi forse devo ringraziarti.”
“Rin..ringraziarmi?”

“Quando sono arrivato qui sentivo di non avere nessuna speranza, ne nella mia nuova vita, ne in creature celesti che volavano, ma conoscerti mi ha dato nuova speranza.” Fece un ghigno e Castiel si sentì stupidamente arrossire, ma poi quello che disse l’altro, lo spiazzò.
“La speranza che gli altri miei fratelli non siano tutti stupidi e idioti come te.”

Castiel fece una smorfia, sembrava antipatico ma aveva anche qualcosa che non gli tornava, forse indossava una maschera e questo gli fece venire in mente una cosa.
“Eri tu al Giardino?”
“Prego??”

“Al Giardino.” Ripetè Cas. “Ho intravisto una figura che mi spiava..”

“Non ero io.” Disse in fretta l’altro un po' troppo velocemente.
Cas lo guardò con sospetto.
“E qui? anche in questo posto c’è qualcuno che mi spia, da settimane.”
“Esagerato, saranno al massimo 2!”
“AH AH –ahhhhh allora lo ammetti! Eri tu!!”

“Dico ma sei completamente rimbecillito? Io spiare te??? No, vi prego, chiunque sia il genio che ha pensato che sto tizio dovesse essere un angelo, che ci ripensi alla svelta.”
“Adesso stai bestemmiando tu.”

“Non è vero e comunque io non ti ho spiato ne seguito, ne qui ne di là! Che cavolo dovrebbe fregarmi di spiare un disastro come te?”
“E allora come spieghi il mio salvataggio?” chiese Cas a braccia conserte.

“Parola mia non credevo di avere tutta questa pazienza, comunque mi hanno attirato le tue grida.”
Cas rimase zitto per un po', l’altro sorrise, contento di aver avuto per il momento l’ultima parola.
“Ma io…”

“Senti, non so chi sia il tuo famoso stalker, ma io non ho spiato nessuno, ne tantomeno te.”
“Però magari ti trovavi li quando io sono nato..in fondo..dovremmo essere nati nello stesso periodo..” tentò Cas.
L’altro sembro tentennante.

“Può essere, ma da qui a dire che una persona ti segue, ce ne passa! Comunque io non ti ho mai visto prima d’ora e spero..di non rivederti più.” sorrise.
Castiel provò una grande tristezza, qualcosa nel cuore si fece pesante e si sentì cadere.

“Per tutte le cornamuse, la caduta degli angeli me la immaginavo diversa.”
“Lasciami..” disse Castiel.
“Certo, una volta che ti sarai sistemato nel letto, Piedi di Pastafrolla.” Disse.
 
Quel tizio era così irriverente ed irritante ma era anche confortante stare tra le sue braccia.
“Non voglio essere un angelo.”

“Io non voglio essere così bello e simpatico, ma ognuno ha i suoi doveri.”
“Mi tormenterai all’infinito?” poggiò la testa contro la sua spalla. Forse l’altro l’avrebbe cacciato via.
Non lo fece.

“No, solo fino a quando non ti addormenti.” Gli sembrò di vedere un sorriso dolcissimo sul suo viso. “Certo, per non rischiare che qualcuno mi vedi e mi accusi della tua caduta.” Doveva esserselo immaginato.
“Comunque sono Castiel.

“E io che credevo che fossero solo i martedì a essere infernali.”
“Tu come ti chiami?” chiese Cas non capendo la citazione.
“Sono colui che ti ha afferrato e salvato da una caduta.” Disse l’altro enigmatico.
 
 
 
*

Lo strano tizio era sparito quando si era risvegliato, Cas cercò di scacciare via la delusione, non doveva rimanerci così male per uno sconosciuto con cui non condivideva assolutamente niente, a parte il destino.
Tutto sommato si rammaricò del fatto che non gli avesse nemmeno detto il suo nome.

Passate le ultime due settimane, era l’ultimo giorno che avrebbe dovuto passare li, aveva segnato i giorni sul muro come se fosse un calendario.
Non si aspettava la sera prima, di trovare una pergamena di un bianco sfolgorante sotto la sua porta.

In questo strano posto si possono mandare lettere?
Aprì emozionato la missiva, magari gli veniva comunicato che poteva già uscire!
Rimase senza parole quando lesse il contenuto.
 
Caro quasi pennuto spiumato, ho visto che hai fatto progressi dal giorno in cui giocavi all’Esorcista.

Volevo farti le mie congratulazioni per esser sopravvissuto all’ultimo giorno di questa gabbia di matti!
Ti ho visto da lontano e mi hai fatto ridere tantissimo, sai?

Voglio dire, quel tuo continuo tentativo di far assumere alle tue ali quel brillore tipico degli Angeli, era così debole che pensai che da lassù qualcuno ti avrebbe assunto come Spegnino, è un aggeggio magico che serve a far spegnere tutte le altre luci attorno a te.

Non parliamo del bianco delle tue ali. Un colorito così intenso che a tratti sembrava VERNICE. Era divertente immaginare il tuo viso con una spolverata di vernice bianca sul viso, che avrebbe però risparmiato il blu dei tuoi occhi. Un blu che mi ricorda quanto detesto l’acqua salata.

E vogliamo parlare della PERSONALITÀ? Oh, Cassie, se le tue ali hanno la tua stessa personalità, non mi sorprendo che siano dei teneri cuccioli in cerca di coccole, se venissero toccate ho quasi il timore che potessero fare le fusa. Fossi in te starei attento, se qualcuno le toccasse, potrebbero perfino ABBAIARE.

E quella luce che permea le tue ali è proprio come te, discontinua come il tuo umore, trapassa le tue ali come un arcobaleno impossibile da guardare un secondo di più se vorresti trattenere lo sguardo. Un arcobaleno forse dura di più!
Non hai speranza di paragone con gli altri angeli.

Ti auguro una fantastica vita d’angelo luccicante!!
 

Castiel era basito. La missiva bianco perlata era piena di righe come se l’angelo fosse stato molto indeciso sulle parole da utilizzare e avesse cercato quelle più cattive e provocatorie.
Terminava poi con un disegnino stilizzato di una faccia che doveva essere la sua, con una linguaccia.
A fianco c’era scritto anche:
Ps se è vero che ciascun essere, divino e non, è unico e inimitabile, quando io e l’Arcangelo Gabriel ci incontreremo, avremo un problema.

Non permetto a Nessuno di imitarmi, quindi figuriamoci a Lui!!
 
Il cuore di Castiel si riscaldò in un soffio.
Il suo Amico, il Suo amico gli aveva scritto.

Sì, perché ora era certo che lo era, altrimenti le sue ali non fremerebbero così, il suo cuore non canterebbe come le campane a festa.

Dietro l’ironia pungente e il sarcasmo feroce, il suo amico aveva voluto dirgli che trovava le sue Ali fantastiche, che splendevano di luce, che facevano spegnere tutte le altre luci, aveva paragonato il colore dei suoi occhi a quello del MARE e paragonava le sue ali e il suo carattere e teneri cuccioli.

E poi il Nome! Gli aveva donato il Suo Nome!
Gabriel…Gabriel..






















Note dell'autrice: allora ragazzi, dopo un capitolo così lungo chi c'avrebbe voglia di scrivere pure le note? xd ma devo per forza, per chiarire certe cose xd

LE MAIUSCOLE, dove non dovrebbero esserci, non sono un errore ma un rimarcare l'importanza degli spiriti celesti o dove parlo delle ali..perfino dove scrivo Suo è tutto calcolato.

i martedì infernali: Grazie Team per avermi dato l'idea con la scorsa recensione ahha :ppp no vabbè, qui ci stava, per chi magari non capisce subito l'allusione, spiego qui, è un rimando ai martedì infernali di Dean nella 3 x 11 e ho voluto fare la battuta visto che Cas sarebbe l'angelo del Giovedì! LOL

i NOMI degli angeli: qui è un bel dilemma, ecco ho capito subito che visto che Cas e Gabe nascono dopo e non sono presenti dal giorno della Creazione che la cosa sarebbe stata difficile QUINDI anche se mi intristisce molto, non possono giustamente essere i famosi angeli Gabriel e Castiel, non mi andava neanche di fare in modo che fossero loro ma fossero nati solo in quest'epoca perchè come avrei fatto a spiegare che erano secoli che si parlava per esempio dell'arcangelo Gabriel? xd
quindi niente da fare per Gabe, è andata così, invece per Cas non ci sono limitazioni di sorta, lui è quello originale LOL
in fondo è impossibile sostituirlo, no? xd
poi magari visto che ho scoperto che un Cas esiste davvero tra gli angeli, lo può pure incontrare ma non è quello di spn, visto che quello di spn è lui xd

I nomi degli angeli parte 2: poi spiegherò meglio la cosa, spiegherò che possono esserci diversi nomi uguali tra gli angeli, vedrete, per fare una cosa più realistica. In fondo non può mica esserci solo un messaggero dall'alba dei tempi no? xd ma questo verrà approfondito poi xd
 
   
 
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