Capitolo XVII
Ma ti ricordi
Le onde grandi e noi
Gli spruzzi e le tue risa
La tazza di the riscalda le mie dita. La sorseggio piano. Lucius è sulla poltrona e guarda il fuoco, distante nei suoi pensieri.
« Draco non tornerà a casa per le vacanze di Natale ». La mia voce rompe il silenzio.
« No? » domanda Lucius, con voce lontana.
« No. Severus mi ha scritto. Mi ha chiesto di tenerlo a scuola. Dice che è meglio. Che ci penserà lui a Draco ».
« Quindi tu ritieni che sia più sicuro affidarlo a lui ». La voce di Lucius ha una nota che stento a riconoscere. Quasi... arrabbiata?
Ma non mi lascio spaventare, non più.
« Sì. Severus... »
« Severus, Severus, sempre Severus! » Si alza di scatto e mi guarda. Io lo guardo. Non cambio espressione.
« Vorrei ricordarti che è solo grazie a Severus che Draco è vivo e tu sei fuori di prigione » gli rammendo con voce gelida. « Le tue sceneggiate da padrone di casa geloso sono inutili ».
« Geloso? » sussurra lui. Mi guarda con gli occhi spalancati. « Geloso? »
Io rido senza allegria.
« Sì, proprio così. Tu credi che io e Sev siamo andati a letto insieme, non è così? E credi che ora Sev stia tentando di spodestarti, di prendere il tuo posto... come puoi non capire... »
« Capire cosa? »
Io torno a sorseggiare la mia tazza.
« Un anno, Lucius. Sei mancato per un anno. Torni e credi di poter trovare tutto al suo posto, tutto intatto. Draco, io, il Signore Oscuro e la nostra egemonia. La verità è che il nome dei Malfoy è fango... e che non puoi sperare... » la mia voce è amara mentre cerco le parole « ...sperare che tutto sia uguale ».
Alzo gli occhi su di lui. Mi guarda come affranto.
« Non mi ami, Narcissa? »
La sua voce è solo un sussurro. È disperato e io lo so, perché anch’io lo sono.
« Cambierebbe qualcosa? » replico. « Abbiamo perso, Lucius ».
« Il Signore Oscuro... »
« Possibile che tu non capisca? » scatto. Abbasso la tazza e lo guardo dolorosamente. « Il Signore Oscuro non si cura di noi! Lucius, guarda in faccia la realtà, per una volta! »
Lui tace. A lungo. Il fuoco getta strane ombre sulle sue guance incavate. Poi, si alza, si avvicina a me e prende una mia mano fra le sue.
« Cosa posso fare io? » bisbiglia. « Cissy... tesoro... cosa possiamo fare? »
Io vorrei dirgli che non c’è nulla che si possa fare per riparare; nulla che si possa fare per salvare noi, le nostre vite, la nostra anima, prima ancora che il nostro orgoglio. Ma non ce la faccio, perché all’improvviso mi ritrovo a singhiozzare, spasmodica. Ci ritroviamo abbracciati, aggrappati l’un l’altro come bambini nella tempesta.
Sentendo il suo cuore battere, mi rendo conto che mai, mai, nonostante tutto, sarò capace di smettere d’amare quest’uomo. È a Lucius che ho donato tutto. Lucius, e Draco.
« Posso dire a Sev di mandare Draco qui » sussurro, il viso immerso nei capelli biondi di Lucius. « Dopotutto... avete bisogno di tornare in confidenza, no? »
Lucius mi stringe di più a sé. Forse non vinceremo la guerra... ma nulla ci impedisce di continuare a combattere la nostra battaglia.
Note dell’Autrice:
Chiedo scusa per il ritardo immenso con cui posto questo capitolo. Mi dispiace, davvero: ho avuto una specie di blocco. Sorry, sorry, sorry.
Ora RINGRAZIO chi ha la pazienza di seguirmi, sempre che non siate tutti morti mentre io pensavo a come scrivere questo capitolo! Senza di voi io non vivrei! GRAZIE! *Ernil si inchina, bacia le mani a tutti, distribuisce sorrisi, si inchina ancora*