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Autore: Nao Yoshikawa    25/09/2019    10 recensioni
Crowley e Azraphel si erano trovati a metà strada fra il buio e la luce, nel confine dove entrambi potevano coesistere. E poi era successo. Era successo che la luna si era innamorata del calore del sole e che il giorno aveva ceduto alla bellezza della notte. Nel momento in cui entrambi lo aveva realizzato, avevano anche capito che un grave peccato era stato commesso. Aleggiava sulle loro teste la disperazione, ma la consapevolezza non era bastata. Sapevano che prima o poi sarebbero stati separati.
Cap 2:
Come faceva la luce ad esistere nel buio? Demoni ed angeli erano rispettivamente cattivi e buoni, senza eccezioni. Ma Azraphel sapeva che come in Crowley esisteva uno spiraglio di luce, in lui esisteva una punta di oscurità. L’aveva capito nel momento in cui si erano incontrati. Forse loro erano l’eccezione. Forse erano la frase sbagliata scritta nella storia del mondo, che qualcuno avrebbe poi cercato di cancellare.
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Belzebù, Crowley, Gabriele, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9
 
Per un breve attimo aveva smesso di piovere. E il cielo si era aperto, lasciando passare i raggi del sole. Belzebù sollevò lo sguardo e le sembrò di tornare a respirare dopo minuti interi di apnea. Subito aveva guardato Gabriel, e non c’era stato bisogno di dire nulla, perché avevano capito che la maledizione era stata spezzata.
«Doveva succedere questo?» mormorò, come se stesse parlando più con se stesso che con lei. Ma Belzebù lo sentì chiaramente. Quella maledizione si era spezzata anche per loro, che non avrebbero più dovuto assistere all’agonia e alla sofferenza del vedere un amore nascere e poi morire nel peggiore dei modi.
«Forse. Tutto succede per una ragione», spiegò il demone. Probabilmente tutti quegli anni accanto all’Arcangelo l’avevano troppo rammollita, resa troppo tenera, ma non si stava ponendo più quel problema. Perché in fin dei conti erano cambiati entrambi.
Questa storia ha tirato fuori la parte migliore di noi.
«Ci saranno delle conseguenze. Anche per noi, intendo», affermò mestamente Gabriel.
Lei si avvicinò.
«Non mi importa.»
«Lo vedi quello che è successo a loro. Noi non siamo esenti.»
«Non mi importa.»
«Laddove si ama c’è sempre dolore.»
«Non mi importa», soffiò infine Belzebù, arrivandogli così vicino da respirare la sua stessa aria. Non erano bastati seimila anni ad indebolire il legame tra Azraphel e Crowley. Loro erano la speranza, la speranza che faceva pensare che forse davvero l’amore – così assurdo, incomprensibile, ineffabile – potesse vincere su tutto.
Gabriel desiderò baciarla. Lo desiderò veramente, dopo aver messo da parte la ragione, il timore, tutto. Lo avrebbe anche fatto, aveva già portato un braccio intorno alla sua vita, se la terra non avesse preso a tremare sotto di loro. Questo fu per l’Arcangelo un po’ una scusa per stringerla maggiormente a sé, mentre guardava il cielo.
 
Il sogno durato un’eternità era finito e loro ora erano svegli. Crowley e Azraphel ricordavano tutto, tutto. Sulle loro menti gravavano seimila anni di ricordi, tutto era vivido, lo erano i ricordi, il dolore, la gioia, ogni singola sensazione che avevano vissuto. Se poco prima Crowley aveva desiderato togliersi la vita, adesso ne aveva appena ritrovato il senso.
Il senso di ogni cosa.
«Oh, angelo. Sei tu. Sei sempre stato tu!» Crowley era ancora bagnato di pioggia, ma non gli importò, non sentiva più il freddo, non sentiva più nulla.
«Anche tu sei sempre stato tu! Perdonami, ti prego!» Azraphel gli aveva afferrato la mano con fare esasperato, come se avesse avuto paura di perderlo di nuovo. «Io non avevo capito. Non avevo capito niente, e ti ho portato quasi ad ucciderti. Sono uno stupido. Perché non ho ascoltato le mie sensazioni, perché io…?»
Crowley lo zittì con un abbraccio. Lo aveva stretto a sé tante volte, senza sapere chi realmente fosse, e adesso che lo sapeva aveva tutto un significato diverso.
Era lui la chiave di tutto. Lui ci ha salvati.
«Nulla importa oramai», sussurrò con gli occhi lucidi. «Solo noi.»
Solo loro che avevano sfidato il tempo e lo spazio, che avevano sfidato Dio, la maledizione, la morte, la follia, tutto, per poi ritrovarsi.
Alla fine di tutto, o forse l’inizio.
Azraphel respirò il suo profumo, rimasto sempre uguale, e sentì il vuoto riempirsi.
Siamo morti così tante volte. Ci siamo venuti dietro nell’oblio, avvicinati e poi allontanati di nuovo.
«Solo noi», sussurrò, non riuscendo a trattenere le lacrime. Avrebbe pianto ancora, ma si augurò di felicità e non di tristezza.
Crowley lo strinse forte, sollevando poi lo sguardo. Aveva giurato che ci fosse qualcun altro.
«Ma… chi c’era qui con te?» sussurrò.
«Qui con me, dici? Non so il suo nome. Ma nel momento in cui mi ha toccato, mi ha mostrato… i miei ricordi, credo. È grazie a lui che ho ricordato. E se sono riuscito a dirti il mio tanto atteso ti amo
Crowley rabbrividì. Aveva atteso per millenni di sentirselo dire.
Allungò una mano, accarezzandogli il viso. Azraphel chiuse gli occhi, perdendosi nella pace, ma solo per qualche attimo. Perché sentì, anzi, sentirono entrambi la terra tremare.
«Ma che… oh, no. Che succede adesso?» sussurrò. Crowley assottigliò lo sguardo. Di quello che sarebbe stato non gli importava, ma mai più, mai più nessuno lo avrebbe separato dall’amore della sua vita.
«Non lo so. Ma andiamo via di qui, seguimi!» sussurrò, afferrandolo per mano. Scesero dal tetto e trovarono le strade bagnate, ma la gente comunque tranquilla, pareva che solo loro avessero avvertito quel tremore. Ben presto, gli occhi di Crowley si incrociarono con quelli di Gabriel, il quale mostrò un’espressione indecifrabile. Lo stesso Azraphel parve sorpreso di vederli.
«Voi due…»
«Tu!» esclamò Crowley furioso, raggiungendolo ad ampie falcate. «Ci sei anche tu dietro tutto questo, non è vero? Ovviamente, avrei dovuto aspettarmelo, maledetto bastardo!»
«Stai attento a come parli. Io sono un Arcangelo e tu non hai più i tuoi poteri»
«Allora ridammeli, così poi ti posso uccidere!»
«Silenzio!» esclamò  Belzebù. «Lui non c’entra!»
«E perché dovrei crederci? Ha sempre disprezzato me ed anche Azraphel. Lui lo sapeva!» lo accusò. E Gabriel rimase in silenzio, perché in fondo quella era una mezza verità.
«Sì, lui sapeva», dichiarò Azraphel, più tranquillo. «Per questo ha provato a mettermi in guardia. Ma io non l’ho ascoltato. Ora capisco cosa intendevi quando dicevi che ci sono punizioni ben peggiori della morte!»
Crowley guardò Azrpahel, certo con sorpresa, ma a poco erano servite le sue parole per cercare di calmarlo. Provava una rabbia e un rancore antichi verso coloro che li avevano gettati tra le fiamme, facendoli soffrire vita dopo vita, non avrebbe mai potuto perdonarli per questo.
«Questo conta poco oramai. Io vi maledico, vi maledico tutti, Paradiso, Inferno, angeli e demoni, che siate maledetti tutti!»
«Se fossi in te non peggiorerei la situazione, adesso», cercò di avvisarlo Belzebù, senza però alcun successo.
«Perché? Cosa succede altrimenti? Dio mi prende e mi cancella di nuovo la memoria? Oppure mi fa fuori direttamente? Non me ne importa, sono incazzato. Il dolore che ho provato… non potete capirlo!»
Rabbia e dolore uscivano dalle sue parole, il cuore faceva tanto male, perché se da un lato i ricordi gli avevano dato sollievo, dall’altro gli aveva fatto intendere quanto triste e maledetto fosse stato il loro destino. Il vento si era alzato, ancora, come se fosse una conseguenza della sua ira.
«Crowley, ti prego», gli sussurrò Azraphel, stringendolo, cercando di infondergli un po’ del suo calore. «Non lasciarti andare alla vendetta, al rancore. Ricordi? Nulla conta oramai.»
Parlava con tono calmo, ma anche lui provava rabbia. E delusione. Perché non avrebbe mai pensato si potesse venir puniti per aver amato fino a questo punto. E a giudicare dalla tempesta che si stava abbattendo su di loro, non era ancora finita.
No, non lo era per niente.
Amon comparve silenzioso come un fantasma, gli occhi trasparenti fissi verso l’alto.
«Lui!» lo indicò Crowley. «Sei stato tu, tu…!»
Il demone lo zittì con un gesto della mano.
«Non pensare di ringraziarmi, io non ho fatto niente.»
Passò loro davanti, continuando a guardare il cielo.
«Temo che i nostri capi si siano parecchio arrabbiati. Non che non lo avessi previsto, ovviamente, ma comunque io non morirò di certo, quindi la cosa mi riguarda fino ad un certo punto.»
«Cosa vuoi…?» Gabriel fece per chiedere qualcosa, ma il respiro gli mancò nell’avvertire il vento farsi gelido. Nient’altro si muoveva attorno a loro, un po’ come se si fossero spostati su un altro piano di esistenza, ed in effetti non era sbagliato come pensiero. Crowley si spaventò e strinse a sé Azraphel, protettivamente. La pioggia era caduta e la tempesta si era scatenata quando erano stati puniti. Ma adesso, quale punizione sarebbe loro toccata per essere andati contro il volere di Dio?
Loro parvero comparire dalla terra stessa. I demoni. Belzebù sgranò gli occhi, provando per la prima volta, nella sua lunga esistenza, un brivido di paura. Poteva essere forte e poteva aver guidato armate, ma adesso sapeva di essere diventata una traditrice.
Riconobbe immediatamente Hastur e Ligur, assieme a loro un terzo demone, che aveva fatto alzare gli occhi ad Amon.
«Per Satana», sospirò quest’ultimo stancamente. «Che seccatura.»
«Crowley!» esclamò Hastur divertito. «Ma tu guarda. Sapevo che il tuo essere sentimentale ti avrebbe portato a dei guai, ma non immaginavo che saresti arrivato a spezzare la maledizione.»
Crowley fece una smorfia. Quel maledetto bastardo era uno di quelli che gli era sempre andato contro, come tutti del resto.
«Tu, maledetto. Dopo seimila anni, te ne esci così? Io giuro che ti ammazzo, ammazzo tutti voi!»
«Taci!»
Ad averlo zittito era stato il terzo demone, che non conosceva. O per meglio dire, lo conosceva solo di nomina, ma non gli pareva di averlo mai visto. Aveva gli occhi rossi come sangue ed un serpente avvolto intorno al braccio.[1]
Mortalmente affascinante, ma con gli occhi pieni di odio, uno dei principi dell’inferno, che adesso stava guardando Amon.
«Il più imparziale dei demoni, eh? Cazzate, ti sei fatto abbindolare da questi due traditori che hanno osato spezzare l’equilibrio?»
«Ti prego. Non te n’è mai importato niente del bene comune, perché non vai a tentare qualcuno?»
«Come osi parlarmi così? Tu sei solo il mio assistente, quindi portarmi rispetto!» acido si rivolse poi a Belzebù. «Nostro Signore non è molto felice. Per questo ha mandato me. Allora hai infine ceduto? Traditrice», sibilò.
«Astaroth», sussurrò lei. «Non mi fai paura. Se mi consideri una traditrice, allora prova ad uccidermi.»
Gabriel si era sempre fatto gli affari suoi. Ma oramai c’era troppo dentro, anche sentimentalmente, per poter sperare di rimanerne fuori. Strinse a sé Belzebù, senza paura.
«Prima di toccarla dovrai strapparmi le ali.»
Astaroth rise, viscido.
«Divertente. L’Arcangelo più vicino a Dio che si innamora del demone più vicino a Satana. Non avete proprio imparato niente da questa vicenda, vero?»
Azraphel si era portato intanto una mano sul cuore, sentendolo battere veloce. Se erano arrivati i demoni, presto sarebbero arrivati anche gli angeli. Che lo ammettesse o no, loro erano coinvolti.
Anzi, loro erano la causa.
«Andiamocene via di qui!» esclamò Crowley afferrandolo per mano. Ma lui gli rivolse uno sguardo attonito.
«Andarcene? Non possiamo. Loro non ci lascerebbero andare. Ed anche se fosse… riguarda anche noi.»
«Noi abbiamo già sofferto abbastanza.»
«E chi mi dici di loro? Gabriel e Belzebù sono come noi. Amon mi ha permesso di riacquistare i ricordi. Che ci piaccia o no, abbiamo scatenato una maledettissima guerra tra fazione. È come se fosse una reazione a catena senza fine.»
Crowley odiava quando Azraphel aveva ragione, specie in  quei casi. Ed era anche molto più coraggioso di quanto fosse lui. Provava ancora tanto odio e tanta rabbia. Ma lui non era come coloro che lo avevano maledetto. Assottigliò lo sguardo e osservò Hastur e Ligur, che si erano fatti più vicini in modo minaccioso.
«Su, su. Non agitarti troppo», disse il secondo. «Magari qui sarai più fortunato. Magari avrai la pena massima, così smetterai di soffrire.»
«Qualsiasi cosa sarebbe meglio dell’inferno che ho vissuto», sibilò. «Che volete farmi? Qualunque cosa proverete a fare, sarà inutile, ho provato tutte le sofferenze al mondo, non ho paura di niente oramai.»
«Crowley…» Azraphel lo chiamò, avrebbe voluto chiedergli di trattenersi e di non provocarli. Dopotutto erano così deboli in confronto a loro.
Giusto, erano loro state strappate le ali, tecnicamente non erano più un angelo o un demone, ma allora perché non li lasciavano semplicemente in pace? Oramai era andata, il passato non poteva essere cambiato.
Azraphel indietreggiò appena. Oltre alla presenza dei demoni,  adesso percepiva anche quelli di coloro che un tempo erano stati i suoi compagni, gli altri angeli. Michael, Uriel e Jehudiel[2], dalle ali bianchissime e lo sguardo severo. Ma non si erano rivolti  a lui, probabilmente ci avrebbero pensato dopo, quanto più a Gabriel, che si aveva guardato Belzebù come per rassicurarla.
«Spiritus Sanctus superveniet in te[3]» disse l’Arcangelo mestamente.
Michael lo guardò con severità.
«Gabriel… per seimila anni hai svolto il tuo compito. Ma adesso che succede? Se perfino l’Arcangelo più vicino a Dio cede, allora è evidente che non esiste più un equilibrio.»
«Al diavolo l’equilibrio!» si intromise Belzebù. «Questo era troppo. Troppo! Una maledizione del genere è terribile, nessuno può rimanere del tutto indifferente!»
L’arcangelo la guardò. A giudicare da come si stringeva a Gabriel, non era difficile intuire cosa potesse legarli.
«Anche voi? Anche voi come loro? Volete che vi vengano strappate le ali?»
«No, no, no!» si intromise Azraphel. «Emh, salve, sì. Sono io, Azraphel, quello che avete maledetto. Non potreste fare un’eccezione? Loro non hanno a che fare con…»
«Silenzio!» lo rimbeccò Michael. «I traditori vanno puniti. Gabriel, tu sai cosa succede ai ribelli? Vengono fatti cadere. Vuoi questo?»
Gabriel divenne rigido, ma intimorito. Lui non poteva cadere, non aveva fatto niente di male.
«No. Voi non lo farete», sibilò Belzebù.
«Questo non è affar tuo, demone. Astaroth, tieni a bada i tuoi, come io terrò a bada i miei.»
Il demone schioccò la lingua, infastidito.
«E va bene, d’accordo! Oh beh, sarà un peccato perdere uno dei demoni più forti, ma tant’è», sospirò, rivolgendosi a Crowley. «E per quanto riguarda te e quell’altro, verrete bruciati dal fuoco e dall’acqua santa, morirete per sempre. Anzi, in realtà non è solo questo. Con la pena massima sarà come se non foste mai esistiti. Cancellati definitivamente.»
«Dannazione! Ma non potete lasciarci in pace e basta?!» sbottò Crowley.
Quanto dovevano soffrire ancora? Non erano bastati seimila anni di dolore e sofferenza da scontare?
«C’è un ordine che va stabilito. Eliminati i traditori, tutto tornerà come prima», disse Michael. «Ciò non sarebbe dovuto succede… come tante altre cose», e guardò Gabriel. «Ci occuperemo di loro, prima. Dopotutto voi non potete scappare.»
Se fosse stato quello di seimila anni prima, probabilmente Azraphel si sarebbe anche arreso a quell’evenienza. Gli sarebbe bastato morire, dissolversi del tutto. Ma non in quel modo, non così.
Perché lui e Crowley erano esistiti e ciò non poteva essere cancellato.
«Nessuno può fare niente, oramai?» sussurrò Crowley con lo sguardo vitreo.
Azraphel alzò gli occhi al cielo, determinato.
«Non so come, Crowley. Ma  io devo parlare con Dio.»
 
 
Nota dell’autrice
[1] Astaroth è uno dei principi dell’inferno che fra le tante cose, gira con una corona in testa e tiene un serpente in mano. E Amon è uno dei suoi assistenti.
[2]  Jehudiel è uno degli Arcangeli che rappresenta l’amore misericordioso di Dio e che sarà molto, MOLTO UTILE.
[3] È il motto dell’Arcangelo Gabriele, visto che a quanto pare ogni Arcangelo ne ha uno, adoro.
Con questo capitolo, posso dire che siamo in dirittura d’arrivo. Dovrebbero mancarne altri due, se non decido di dividere il finale in due o più parti, ma dipende quanto viene lungo. Ad ogni modo, anche questo capitolo è stato un botto difficile da scrivere, visti tutti i personaggi che compaiono e il casino che succede.
Shimba97, hai visto? È arrivato anche Astaroth, ma è leggermente più cattivo di quello che conosci tu, ihih.
COMUNQUE, non solo Azraphel e Crowley rischiano di essere cancellati dalla faccia dell’esistenza stessa [?], ma Gabriel rischia la caduta e Belzebù la morte con l’acqua santa. Non è che se lo meritino, non in questa storia. Quindi Azraphel vorrebbe parlare con Dio, ma come si fa?
E non lo so, io sono solo l’autrice, i personaggi fanno quello che dicono loro
A presto ^^
 
 
 
   
 
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