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Autore: Alicia_Hotaru    25/09/2019    2 recensioni
Aori è una ragazza normale. Almeno finchè non finisce invischiata nella grande guerra tra Servamp trovando e accudendo il pigro Kuro. Il suo destino, però, non è certo stare dalla parte del bene: perchè quando Tsubaki decide di prendersi qualcosa, nemmeno il più anziano dei Servamp riuscirà a togliergliela.
Avvertenze: per i primi 10 capitoli (circa) seguirò la versione del manga, mentre nei successivi mi baserò su quella dell'anime. Grazie per la pazienza ^-^
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuro/Sleepy Ash, Nuovo personaggio, Tsubaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ed eccolo lì, il suo castigo.

Aori lo guardava senza vederlo davvero, circondata da decine e decine di lame nero-rossastre, gli occhi azzurri crudelmente illuminati a ricordargli che era tutta colpa sua. Se non avesse giocato con i sentimenti di Accidia, volendo fargli dispetto prendendo quella ragazza che l'aveva accudito così amorevolmente, tutto ciò non sarebbe mai successo.

Era troppo tardi, Tsubaki non poteva fare più nulla; anzi, rimaneva una sola cosa da fare, ma avrebbe significato perdere tutto.

Mahiru, con Kuro al suo fianco, guardava Aori con un misto di determinazione e disperazione, cercando invano di trovare una soluzione. Perché doveva esserci una soluzione.

– Tsubaki, devi darci una mano – disse improvvisamente il ragazzo, facendo riscuotere il Servamp dai suoi pensieri – Dobbiamo arrivare a lei. Ci sarà un modo per disfare la trasformazione!

Tsubaki si guardò le mani, vedendole tremare vistosamente; si accorse appena che Kuro gli si era avvicinato, guardandolo distrattamente, in difficoltà per quello che stava per dire.

– Penso che Aori, alla fine, voglia tornare da te – gli mormorò, tormentandosi la nuca con la mano e tenendo lo sguardo puntato altrove – Si capisce da come continua a rimanere al tuo fianco, nonostante ora abbia il tuo potere.

Mahiru lo guardò, non capendo dove volesse andare a parare: stava cercando di convincere Tsubaki?

No. Sembrava quasi che volesse proporgli qualcosa che, normalmente, non avrebbe mai accettato.

– Dimmi cosa vuoi, fratellone Accidia – ringhiò Tsubaki, con un sorriso superiore che risultò solo infinitamente vulnerabile. A Mahiru dispiaceva, tutto sommato, vederlo in quello stato, soprattutto contando quanti problemi avesse dato loro fino a quel momento.

– Lascia che beva il mio sangue – rispose Kuro, ora guardando il suo interlocutore dritto negli occhi per comunicargli tutta la sua determinazione – Potrebbe intervenire con l'effetto del tuo.

Tsubaki sembrò pensarci su, Mahiru lo vide abbassare lo sguardo, combattuto; alla fine, però, annuì impercettibilmente, lanciando un'occhiata urgente ad Aori.

Come in tutti i tentativi precedenti, la ragazza non reagì, rimanendo in attesa in mezzo alle spade.

– Come intendi fare, Kuro? - intervenì Mahiru, raggiungendoli.

Accidia si voltò a sua volta verso Aori, apparendo in qualche modo...triste.

– Dobbiamo bloccarla per darmi il tempo di farle bere il mio sangue – rispose – Ma serve anche un altro requisito.

Prima che potesse esporlo, Tsubaki scattò verso Aori, cominciando a deviare le lame che gli piovevano addosso. Mahiru stava per urlargli di fermarsi, ma Kuro lo bloccò, assumendo un'espressione terribilmente seria.

– La sta distraendo – disse, preparandosi a sua volta – Il tuo compito, Mahiru, è bloccarla.

– E come dovrei fare? - chiese Mahiru – E quale sarebbe il secondo requisito?

Kuro lo guardò stringere con più convinzione la lancia tra le mani: gli venne quasi da sorridere all'ironia di quel gesto, che sembrava preannunciare quello che avrebbe dovuto fare.

Mahiru era troppo buono per quel compito, ma il Servamp aveva fiducia in lui, e nel loro piano.

Sperò con tutto se stesso di non sbagliarsi.

– Dovrai infilzarla – concluse, piegandosi in avanti per partire all'attacco – Il secondo requisito è portarla in punto di morte.

Detto ciò, scattò in avanti, evitando così di vedere l'espressione esterrefatta di Mahiru.

 

Non c'era modo di avvicinarsi ad Aori, con tutte quelle lame che volavano attorno alla sua esile figura.

Persino Tsubaki, con la sua spada, riusciva a malapena a parare i colpi della sua sottoposta.

Mahiru si stupì di quanto sembrasse normale per lui e Kuro combattere al suo fianco: insomma, non sembrava certo che si fossero fatti guerra fino a cinque minuti prima.

Era quello che Mahiru aveva sempre immaginato, dalla prima volta che aveva incontrato Tsubaki. Quella guerra non aveva mai avuto senso.

Ora c'era solo un problema: Aori.

– Non distrarti, Mahiru – ringhiò Kuro, venendo sfiorato da una lama a livello del braccio.

Riscuotendosi, il ragazzo impugnò più strettamente la sua lancia, continuando ad avvicinarsi lentamente alla sottoposta. Doveva essere pronto ad attaccare non appena si fosse formato un varco.

– Di questo passo ci vorrà un po' – sibilò Tsubaki, venendo graffiato da una lama sulla guancia. Facendo schioccare la lingua, il Servamp saltò indietro, fermandosi un momento ad osservare la situazione: ora capiva perfettamente cosa fosse successo nel teatro dove Aori si era scontrata con Avarizia. Capiva come avesse fatto a tenere testa ad un Servamp fino all'arrivo di Otogiri.

Non avrebbe dovuto sottovalutarla dall'inizio della sua metamorfosi, avrebbe dovuto interpretare meglio i segnali già da quando Higan aveva subìto l'attacco della sottoposta.

Rivolgendole un'occhiata afflitta, Tsubaki si arrese a riprendere il suo assalto, parando fendenti fluttuanti mentre si faceva sempre più vicino, eppure ancora così lontano.

Doveva arrivare a lei. Doveva rimediare a quello che aveva fatto.

E per farlo doveva vederla morire.

– Mi dispiace, Aori – mormorò il Servamp, con un sorriso tristissimo.

La sua spada penetrò le difese della sottoposta, avvicinandosi sempre di più, puntando al suo petto con tutta la convinzione che Tsubaki riuscì a metterci.

Proprio nel momento in cui la lama giungeva ad un nulla dal suo corpo, Aori alzò lo sguardo su di lui, apparendo...terrorizzata.

Tsubaki esitò, la spada tremò leggermente nella sua presa.

E la sottoposta ne approfittò.

Una lama rossastra penetrò nel fianco del Servamp, facendogli sbarrare gli occhi per la sorpresa. Indietreggiando malfermo sulle gambe, Tsubaki deviò seccamente altre armi che lo avrebbero trafitto nuovamente e tossì un rivolo di sangue, asciugandosi la bocca col dorso della mano libera.

Vide perfettamente lo sguardo apprensivo di Mahiru, che stava per urlargli qualcosa ma si trattenne vedendo la sua occhiata truce, indicando seccamente Aori con un cenno del capo.

Era un segnale. Quella era la loro occasione, ora che la sottoposta era chiaramente sconvolta dall'aver colpito Tsubaki.

Scattando come una cosa sola, Mahiru e Kuro la raggiunsero, evitando le ultime lame fluttuanti che li minacciarono fiaccamente durante la loro avanzata, finché l'Eve non le fu di fronte, la lancia alzata, pronto a trafiggerla.

Da quella distanza, Mahiru riuscì a vedere meglio l'espressione di Aori, distorta dalla disperazione mista alla neutralità precedente. Sembrava quasi che il suo volto non riuscisse a decidersi, rendendo i suoi lineamenti ancora più tristi. Fissava Tsubaki quasi volesse chiedergli scusa e allo stesso tempo fargli piovere un centinaio di spade addosso, le mani strette sulle braccia proprio come quel giorno alla C3, quando era impazzita per la prima volta.

Quella visione straziante fece esitare Mahiru, che fece per abbassare la lancia sotto lo sguardo interdetto di Kuro. Poi una spada volò tra loro, andandosi a conficcare nel petto di Aori.

La sottoposta abbassò lo sguardo sull'arma, che stava facendo sgorgare un piccolo rivolo di sangue dal suo corpo, e socchiuse gli occhi, barcollando finché non cadde all'indietro, la lama che svaniva in una nuvola di polvere.

Mahiru e Kuro si voltarono di scatto, incontrando lo sguardo distrutto di Tsubaki, una mano ancora alzata nel gesto di lanciare la sua spada e l'altra a tenersi la ferita al fianco, che stentava a rimarginarsi.

– Vedete di sbrigarvi – mormorò, piegandosi leggermente in avanti, gli occhi socchiusi.

Capendo quanto dovesse essergli costato, Mahiru gli rivolse un cenno di ringraziamento, facendo sparire la lancia.

 

Avvicinandosi al corpo supino di Aori, il cui sguardo si faceva sempre più lontano, Kuro si tagliò sul palmo della mano, facendo gocciolare il suo sangue sulle labbra della sottoposta.

Il corpo di Aori sussultò, tremando senza controllo, gli occhi serrati.

Le spade fluttuanti sfarfallarono fino a sparire sotto lo sguardo esterrefatto di Mahiru.

I capelli lunghi fino al mento assunsero i loro originari riflessi bluastri.

Quando Aori socchiuse gli occhi, questi mandarono un bagliore rossastro.

“La trasformazione come sarebbe dovuta essere” pensò Kuro, aiutandola a mettersi seduta.

La sottoposta si guardò intorno, confusa, e alla fine il suo sguardo si posò su Tsubaki, appoggiato di peso ad una delle sue spade. Poi, inaspettatamente, andò a Kuro, che ne rimase sorpreso e, suo malgrado, felice. Stava pensando che era quello che aveva sempre desiderato, anche se avrebbe preferito farne la sua Eve; che quello sguardo ora poteva essere solo per lui...

No, lo vedeva negli occhi di Aori. Gli stava facendo una domanda ben precisa, ora che era anche una sua sottoposta.

Annuendo mestamente, Kuro la guardò alzarsi incerta sulle gambe, riprendere l'equilibrio e dirigersi lentamente, poi sempre con più urgenza, da quello che sarebbe stato per sempre il suo padrone, il primo, la persona che avrebbe seguito in capo al mondo. Il suo unico amore.

Tsubaki la guardò avvicinarsi sempre di più, sentendo le forze abbandonarlo per il sollievo. Aveva pensato di averla persa, di aver provocato un danno talmente grave da non avere soluzione.

Quando l'aveva vista trasformarsi per il sangue di Accidia, aveva creduto che non sarebbe più tornata da lui. D'altronde, come darle torto: l'aveva usata per i suoi scopi, l'aveva modificata tanto da farla impazzire. Le aveva messo tutti contro, nonostante lei volesse solo rimanere fuori dalla sua guerra e vivere pacificamente anche coi suoi nemici.

Eppure, eccola arrivare da lui, di nuovo, come al ritorno dalla C3, o dal teatro dove Avarizia aveva sterminato i suoi compagni; eccola di nuovo al suo fianco, come al suo risveglio quel giorno che erano andati al ristorante di sushi insieme.

Quando gli fu abbastanza vicino, Aori lo guardò, soffermandosi preoccupata sulla ferita. Gli occhi, ora rosso cremisi, le si riempirono di lacrime, le mani le corsero al petto, dove si strinsero mentre abbassava lo sguardo e piangeva in silenzio.

Tsubaki non aveva mai sopportato di vederla piangere.

Colmando la distanza che li separava, il Servamp le circondò le spalle col braccio libero, attirandola a sé e appoggiandole il mento sui capelli, gli occhi chiusi per gustarsi meglio quel momento.

Il momento in cui era tornata di nuovo da lui.

– Mi dispiace per quello che è successo – le mormorò, sentendo finalmente la ferita cominciare a rimarginarsi lentamente – Tutto quello che voglio, in questo momento, è solo che tu sia felice, non importa se vorrai andartene con il fratellone o non vorrai vedermi mai più...

Quasi non vide Aori scostarsi quel tanto da guardarlo offesa negli occhi e tirargli una sberla in pieno viso, facendogli sbarrare gli occhi.

Esterrefatto, Tsubaki la guardò senza capire, vedendo i suoi occhi ancora umidi e quell'espressione ferita.

– Non ti azzardare a dirmi di andarmene perché non ti meriti il mio affetto – gli ringhiò tristemente, con un sorriso tirato – Anche se ora sono anche una sottoposta di Kuro, non voglio altro che tornare da te. So quello che hai provato a fare contro di lui, so che le cose ti sono sfuggite di mano.

Fece un sorriso più ironico.

– So chi mi ha infilzata, alla fine – aggiunse, con una risatina, coprendosi la bocca con la mano – Ma non per questo ti lascerò andare. Non ti libererai di me così facilmente.

Ed eccolo di nuovo lì, il sorriso amorevole di cui Tsubaki si era innamorato sin dal primo momento.

Quella dolcezza incondizionata, quella gentilezza che le avevano permesso di farsi apprezzare anche da Mahiru e il suo gruppo.

Tsubaki aveva creduto di averlo perso per sempre.

Chinandosi leggermente in avanti con un sorriso sollevato ed immensamente triste, il Servamp posò la fronte alla sua, prendendole il viso con entrambe le mani, ora libere dalla ferita ormai rimarginata.

– Grazie.






Angolino dell'autore

Oddio, l'ultimo angolo di autocommiserazione T^T. Sono contenta di aver finalmente finito di pubblicare questa storia, anche se Aori e Tsubaki mi mancheranno da morire.
Con questo si chiude "Aori of the Melancholy", anche se ho in programma di pubblicare una one-shot ambientata dopo la fine (non prometto nulla...).
Detto ciò, ringrazio tutti, davvero tutti, e per l'ultima volta Anna3, che mi ha sostenuta finora.
Aspetto di sapere cosa ne pensa lei, ma anche gli altri che leggeranno o incapperanno in questa storia.
Se ci dovessero essere dubbi, perplessità, problemi, sarò felice di chiarire, quindi recensite o mandate messaggi.

Alla prossima storia (se mai ci sarà) o all'epilogo (anche questo se mai ci sarà).

Alicia_Hotaru
   
 
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