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Autore: Francyzago77    26/09/2019    6 recensioni
Ecco "La figlia di Georgie" una nuova storia che inizia dove "Georgie il sequel" era terminato...qual è il segreto che ruota attorno alla piccola Sophie? Tra dubbi, amori e tormenti vecchi e nuovi personaggi si intrecceranno dando vita a un racconto immerso nelle vaste e sconfinate praterie australiane.
La maggior parte dei personaggi qui presenti non mi appartengono, sono di proprietà di Mann Yzawa. Questa storia è stata scritta senza fini di lucro.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Abel Butman, Arthur Butman, Georgie Gerald, Maria Dangering
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fu un Natale indimenticabile quello, la famiglia Buttman era nuovamente riunita dopo quattro anni di separazione ed ognuno di loro aveva talmente tante cose da raccontare agli altri che le ore sembrava non bastassero mai.
Andarono tutti alla messa di mezzanotte nella piccola chiesa del paese, la chiesetta dove si erano sposati qualche anno prima. Maria aveva preparato una sorpresa, come direttrice del coro dei bambini, aveva organizzato in accordo col parroco una semplice rappresentazione natalizia.
Erano tutti seduti sui banchi in attesa dell’inizio della funzione quando l’organista cominciò a suonare. Dal fondo della navata entrarono alcuni bimbi vestiti da pastorelli con un agnellino, poi due bambine vestite da angioletti ed infine un ragazzino con una ragazzina che impersonavano San Giuseppe e la Madonna. Si posizionarono tutti davanti all’altare e, sulle note di “Silent Night” cantata dal coro, entrò il giovane parroco portando la statua di Gesù Bambino.
La piccola Sophie osservava estasiata e canticchiava la canzone accanto a Georgie la quale era felice e sperava vivamente che sua figlia si ambientasse bene in quella nuova realtà. Vicino a lei c’era Abel, poi suo padre ed Arthur con Abel Junior nel banco dietro. Eric era con Maria nel coro e cantava anche lui assieme agli altri bambini.
Al termine della messa si ritrovarono tutti nel piazzale antistante alla chiesa.
-Spero vi sia piaciuto – disse Maria arrivando con Eric trafelata – abbiamo cercato di ricreare una serena atmosfera natalizia. Credo che per Sophie questo sia un Natale strano, al caldo! A me un po’ manca la neve che caratterizzava il Natale inglese.
-Anche a New York c’era la neve! – esclamò Sophie con gli occhi pieni di gioia.  
-Grazie Maria – disse Georgie – hai preparato una bella cerimonia con tutti i bambini che, sono sicura, accoglieranno la mia Sophie a braccia aperte.
La bimba sorrise e, mentre tornavano a casa, intonarono tutti insieme “Deck the Halls” canto tipico della tradizione natalizia.
Il giorno dopo, condivisero il pranzo di Natale insieme alla fattoria. C’era anche lo zio Kevin con loro, molto malandato ma felice di rivedere Abel e Georgie con i bambini. Dopo mangiato gli uomini si misero a parlare di politica, il conte era candidato alla Camera e Abel volle sapere tutta la situazione per filo e per segno. Georgie uscì fuori per controllare dove fossero i bambini che si erano precipitati nel prato subito dopo il pasto. Maria la raggiunse, aveva in mano una scatola incartata.
-Georgie mi sono permessa di fare un piccolo regalo a Sophie – disse – è un nastro per capelli, credo le stia bene, è rosa e bianco. 
Georgie ringraziandola chiamò la figlia che scartò il pacchetto e fu molto contenta di quel dono.
Maria le fissò il nastro nei capelli e Sophie si sentiva imbarazzata sotto gli occhi di suo fratello e di Eric che la guardavano estasiati.
-Le sta molto bene – sospirò Maria mentre osservava la piccola che si allontanava contenta – mi piace pettinare i capelli delle bambine!
-Vedrai – rise Georgie – il tuo prossimo figlio sarà una femminuccia così potrai sistemarle tutti i nastri che vorrai!
Maria cambiò espressione e non disse nulla, si mise seduta e abbassò lo sguardo. Georgie capì che qualcosa non andava e le si avvicinò lentamente.
-Georgie – esordì Maria – io non potrò mai più avere figli…
-Ma che dici?! – gridò l’altra – Perché?
-E’ successo tutto circa un anno dopo la vostra partenza – rispose lei in lacrime – ora ti racconterò.
Sospirò poi si fece coraggio e iniziò a sfogarsi con Georgie. 
-Eric era ancora piccolino, io insegnavo e mi occupavo un poco anche della fattoria, era un periodo difficile perché il raccolto non era andato bene e mi sentivo molto stanca. Andai dal dottor Dawy in paese per farmi visitare e mi annunciò con mio stupore che ero incinta. Arthur accolse la notizia con grande gioia, eravamo al settimo cielo, sognavamo una famiglia numerosa. Continuai ad insegnare, non mi affaticava, Eric era buono ed io mi sentivo bene. Un giorno però, ero a scuola, iniziai ad avvertire dei dolori fortissimi. Andammo di corsa dal dottore il quale mi mandò subito all’ospedale di Sydney. Arrivammo troppo tardi, avevo perso il bambino. Lì mi operarono per salvarmi la vita ma, a seguito di quell’intervento, mi dissero che non potevo più avere figli. Avrei preferito morire che sentirmi dire quelle parole. Ero distrutta, Arthur mi è stato tanto vicino, continuava a ripetermi che non gli importava, che avevamo Eric con noi, ma so che non è così Georgie. Arthur sognava tanto una bambina ed io mi sento una donna così inutile!
Georgie la strinse forte a sé ma non riusciva neppure lei a trattenere le lacrime.
-Sono così contenta che siete tornati! – le sussurrò Maria con gli occhi ancora bagnati dal pianto.
-Devi essere felice di avere accanto un bel bimbo come Eric e un uomo come Arthur – rispose Georgie guardando Sophie che correva nel prato mentre pensava intensamente a quelle parole “Arthur sognava tanto una bambina”. Fu pervasa da un forte senso di colpa.
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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