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Autore: Duvrangrgata    27/09/2019    1 recensioni
Enea lavora come tatuatore a Milano, ma il suo cuore apparterrà sempre a Firenze, la città dove è nato e cresciuto e da cui è scappato a soli diciotto anni, lasciandosi alle spalle l’unica famiglia che conoscesse.
Una telefonata inaspettata lo metterà davanti a una scelta: restare a Milano a vivere la nuova vita che si è faticosamente costruito oppure tornare a casa, dove i fantasmi del suo passato non hanno mai smesso di aspettare il suo ritorno.
VERSIONE REVISIONATA E ALLUNGATA DI "CERTI TATUAGGI FANNO MALE ANNI DOPO CHE LI HAI FATTI, MA PER QUELLO CHE RICORDANO", pubblicata su EFP nel 2013.
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest | Contesto: Contesto generale/vago
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INTERMEZZO

 

A Natale puoi

fare quello che non puoi fare mai:

riprendere a giocare,

riprendere a sognare,

riprendere quel tempo

che rincorrevi tanto.

[...]

A Natale puoi

dire ciò che non riesci a dire mai:

che bello è stare insieme,

che sembra di volare,

che voglia di gridare

quanto ti voglio bene.

 

A Natale puoi - Alicia

 

 

«Mica dovevamo trovarci qui mezz'ora fa?»

Enea roteò gli occhi all'indirizzo del fratello. «Che ti aspettavi? Lo sai com'è fatta. La puntualità non è esattamente una delle sue caratteristiche principali.»

Elia sospirò, stringendosi di più nel cappotto, le mani infilate nelle tasche per proteggerle dal freddo. «Solo Yelena poteva avere questa idea, comunque.»

Enea rise, spostandosi per far passare una famiglia carica di borse e pacchetti. «Vero.»

«Mi chiedo perché abbiamo acconsentito, però.»

«Il freddo ti rende particolarmente suscettibile e scontroso, lo sai, vero?»

«Non posso farci niente!»

Prima che Enea potesse rispondere, una familiare chioma di capelli scuri si fece largo tra la folla.

«Ragazzi! Scusate in ritardo, con la neve i mezzi funzionano anche meno del solito, il che è tutto dire.»

Sorridendo, Yelena scoccò un bacio sulla guancia ad entrambi, allungando loro poi un cartello a testa.

«Non posso credere che lo stiamo facendo davvero», commentò Enea, subito spalleggiato dal fratello.

«Oh, per l'amor del cielo, voi due! È quasi Natale, sù. Non vi sembra il momento perfetto per spargere un po' d'amore?»

«Non è il messaggio che ci rende dubbiosi, è il modo in cui hai deciso di diffonderlo, che ci fa preoccupare.»

Yelena alzò gli occhi al cielo. «Forza e coraggio, rompi coglioni. Prendetevi un cartello a testa.»

I due ragazzi sbuffarono, ma obbedirono comunque. Yelena aveva preparato tre pezzi di cartone con scritto "Abbracci gratis", che aveva decorato con disegni di regali, alberi di Natale e altre cose a tema. Erano bellissimi, e non solo a causa del talento artistico di Yelena, ma perché si poteva quasi sentire quanto amore ci avesse messo. La ragazza aveva uno dei cuori più grandi che Enea avesse mai visto, capace di donare amore incondizionato senza alcun limite, e forse fu per quello che entrambi seguirono le sue direttive senza — quasi — mai protestare, anche se avrebbero preferito scappare a gambe levate, piuttosto che farsi abbracciare da sconosciuti in centro a Firenze.

All'inizio le persone non fecero nemmeno caso a loro, tre ragazzi che stavano in piedi al centro di Piazza Santa Maria Novella, con dei cartelli tenuti davanti al corpo. La frenesia del Natale che si avvicinava rendeva tutti troppo impegnati, e la neve che sembrava sul punto di ricominciare a cadere non aiutava a costringere le persone ad indugiare all'aperto per un po' più di tempo.

Il primo a fare a caso a loro fu un bambino, che camminava con aria allegra, la manina guatata avvolta in quella della madre, che si lasciò tirare nella loro direzione senza protestare troppo.

«Mamma, guarda!»

Con un sorriso sdentato, il bambino si piazzò davanti ad Enea, allargando le braccia. Il diciassettenne lo fissò con espressione impaurita, ma una spinta di Elia ed un'occhiata incoraggiante e assassina di Yelena gli fecero recuperare in fretta il controllo. Lasciando il cartello al fratello, Enea si inginocchiò, aprendo le braccia. Il bambino si aggrappò al suo collo, stringendolo per qualche secondo, per poi lasciarlo andare. Non soddisfatto, si fece coccolare anche dagli altri due, sempre sotto lo sguardo divertito della madre.

«Scusateci per il disturbo, ragazzi.»

«Non si preoccupi, signora, siamo contenti di avervi come primi clienti!»

«Mamma, fatti abbracciare anche tu!»

La donna rise, ma accontentò il figlio, abbracciando i tre ragazzi.

«Grazie, e buon Natale!»

Yelena si voltò a guardali, gli occhi che brillavano. «È stato divertente! Quel bambino era un amore.»

«Sinceramente non capisco cosa ci trovi nei bambini», commentò Enea, reggendo il cartello con una mano e grattandosi il naso intirizzito con l'altra.

«Ho quattro fratelli minori, ricordi? Se non mi piacessero sarebbe la fine!»

Prima che potessero rispondere, una coppia di ragazzi si avvicinò, l'aria imbarazzata ma le braccia che fremevano. Questa volta fu Elia a fare il primo passo, avvolgendo prima uno e poi l'altro. Enea rimase in disparte, ad osservare le loro mani intrecciate e i loro visi, alla ricerca di quella dannazione che sua madre sembrava sempre pronta a predicare, ogni volta che due persone dello stesso sesso anche solo camminavano fianco a fianco.

Non la trovò.

Quando andò ad abbracciarli, il più alto dei due, che aveva notato il suo sguardo, lo strinse un po' più forte, come a dirgli «non sei solo.»

Alla fine della giornata, nonostante non l'avesse detto a parole, Yelena fu in grado di intuire quanto fosse stato importante per lui quel pomeriggio. Anche Elia, influenzato dall'affetto di completi sconosciuti e dall'aria natalizia — nonostante il freddo — aveva finito per godersi l'esperienza.

C'era qualcosa di quasi magico in quel momento di connessione che capita tra due estranei, soprattutto sotto le feste, quando la solitudine che era dormiente per tutto l'anno si risvegliava, artigliando i cuori di tutti, chi più e chi meno.

Quando ebbero finito, Yelena avvolse le braccia intorno ai fianchi di entrambi e loro le passarono le braccia intorno alle spalle. Si strinsero a vicenda per molto tempo, tutti e tre in piedi a guardare la neve che scendeva sulla città, senza dire una parola, godendosi un raro momento di pace.

Enea non pensò alla disapprovazione che lo avrebbe accolto appena varcata la soglia di casa, così come Elia non pensò al suo cuore diviso e Yelena al magro pasto che l'aspettava, sempre diviso con i fratellini — assorbirono semplicemente la presenza uno dell'altro, lasciandosi invadere da quel calore che nulla aveva a che fare con combattere l'inverno e tutto con la famiglia, che fosse di sangue o no.

«Ragazzi?»

«Mhm?»

«Buon Natale.»

 

 

Note dell'autrice

Ecco qui il nuovo intermezzo! Mi scuso per il ritardo, ma la storia sta prendendo una piega che non avevo programmato, quindi non ho ancora scritto i capitolo successivi. 

Spero che questo vi piaccia, come sempre!

 

Dru

   
 
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