Anime & Manga > Lady Oscar
Segui la storia  |       
Autore: Myriru    29/09/2019    9 recensioni
“Sono stata al fianco del signor Oscar lungo tutta la durata della sua malattia, sono stata l’unica persona di cui si è fidata e l’unica alla quale ha confidato i suoi segreti e le sue paure.
Posso dire di essere una delle poche persone che la conosce davvero, e mi ritengo molto fortunata.
Il mio nome è… Celine Gautier”
Genere: Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Nuovo Personaggio, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
«Tu devi essere la nuova cameriera »
La sua voce la risvegliò dai suoi pensieri, la stava fissando. Anzi, forse era meglio dire, la stava studiando, da testa a piedi.
Cercò di ricomporsi subito, si schiarì la voce imbarazzata.
«Sì, sono Celine Gautier, pronta a servirvi »
Fece un piccolo e impacciato inchino, i suoi occhi di ghiaccio la esaminarono ancora per qualche istante, poi le diede le spalle, poggiò la spada che aveva tra le mani accanto alla sedia e iniziò a togliersi lenta la divisa pesante.
«Spero ti trovi bene qui, Celine »
«Sì signo»
«No, ti prego, chiamami Oscar »
Celine sgranò gli occhi esterrefatta. Aveva sentito bene? Le permetteva di chiamarla per nome? Un nobile, vicinissimo alla famiglia reale, dava a lei, una semplice ragazza di paese, il permesso di chiamarla per nome?
Non riuscì a risponderle, restò immobile a guardarla, di spalle, spogliarsi lentamente. Girò il volto quando Oscar si voltò verso di lei, nuda. Si immerse subito nella vasca, lasciandosi sfuggire un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi, stanca.
Celine trovò il coraggio di avvicinarsi a lei solo quando fu sicura che lei fosse nella vasca, non si sentiva a suo agio nel vederla svestita. La bionda drizzò le spalle e passò sulle braccia un panno umido contenente un piccolo pezzo di sapone e si lavò piano, in silenzio.
La sentì tossire un paio di volte, doveva aver preso molto freddo a cavallo. Le temperature erano drasticamente scese negli ultimi giorni e l’inverno sembrava voler prendere il posto dell’autunno prima del previsto. Celine la sbirciava ogni tanto, stupita dai dettagli che notava ogni volta sul suo viso.
La credeva più massiccia ed invece era magrissima – un’illusione creata dalla divisa, ne era certa – , i capelli erano setosi – li aveva toccati prima, mentre li legava lentamente per non farli bagnare – e di un biondo vivo, al contrario della sua pelle eccessivamente pallida.
Eppure, nonostante quell’aria un po’… strana… le sembrava bellissima.
“Ora capisco perché André vi ama così tanto… siete di una bellezza unica e rara. Mi hanno detto cose straordinarie su di voi e sulla vostra forza ma… io ora vedo solo una donna fragile, distrutta dal peso del suo lavoro e, soprattutto… infelice”
Pensò tra sé e sé mentre piegava con cura la vecchia camicia di Oscar e ne prendeva una nuova nel suo armadio. La sentì tossire di nuovo, questa volta un po’ più violentemente. Chiuse rapida le ante dell’armadio e, superato il paravento che nascondeva la vasca, si accertò che lei stesse bene.
«Va tutto bene? Avete bisogno di qualcosa? »
Oscar non rispose subito, teneva il capo basso rivolto verso l’acqua piena di bolle e teneva le mani sul petto, con un’espressione sofferente sul viso.
Celine si avvicinò rapida a lei spaventata ma lei aprì gli occhi e li puntò sui suoi.
«Sto bene, devo aver preso un colpo di freddo improvviso »
Il suo viso, prima pallido, ora si era colorato di un velo di rosa sulle guance e sul naso dritto.
«Credo sia il caso uscire dalla vasca… »
Le consigliò Celine e lei annuì piano.
«Sì, va bene »
Celine le sorrise timidamente. Con il viso vicino al suo, notò appena sotto l’occhio sinistro un piccolo neo, che donava ai suoi occhi un’aria ancora più sensuale.
La ragazza prese un telo caldo e lo aprì allargando le braccia, aspettò con il viso coperto da esso che Oscar uscisse dalla vasca e si avvicinasse a lei, in modo da poterla avvolgere. La bionda alzò le braccia e Celine l’abbracciò da dietro, sentì nonostante il telo la forma piccola del seno contro le braccia e quella dei suoi glutei.
Deglutì a vuoto, imbarazzata da quel contatto così vicino con una persona del suo stesso sesso e, non appena fu sicura che lei fosse coperta, allontanò le braccia come scottata.
Oscar portò una mano alla fronte e strinse le spalle, colta da un brivido di freddo.
«Volete che accendi il fuoco? »
«Sì, grazie… »
Lasciò Oscar sola a vestirsi nella sala da bagno, cercò di accendere il fuoco il più veloce possibile. L’aveva vista tremare dal freddo e non le sembrava nel pieno delle forze.
Appena ebbe finito il comandante si avvicinò al camino acceso con passi lenti, era distrutta. Celine, ancora china davanti al camino, voltò appena il viso per guardarla: sotto la luce viva del fuoco notò due profondi cerchi viola intorno agli occhi e il viso le parve ancora più scavato, colpa dei giochi di luce.
«Va bene così Celine, ora puoi andare, grazie »
Disse Oscar con un filo di voce passandosi una mano tra i capelli, Celine fece un piccolo inchino e si allontanò piano da lei.
Chiuse piano la porta alle sue spalle e sembrò tornarle il respiro.
 
«Non ha mangiato neanche questa volta? »
Chiese sconsolata la governante guardando il piatto semi pieno di Oscar. Celine non commentò l’accaduto, non nuovo, come stavano facendo le altre. L’aveva visto, non volendo, il corpo di quella donna e non se ne stupì.
“Come immaginavo… non tocca cibo”
Continuò a pulire i piatti nel grande lavabo senza smettere di pensare ad Oscar e senza riuscire a non preoccuparsi per lei e per la sua salute. Di sicuro non era in carne come le altre dame, che mangiavano dolci a grandi quantità ma nascondevano poi il vizio costringendo il corpo ad un corsetto minuscolo.
Sentì un brivido freddo attraversarle il corpo, la sera iniziava a fare davvero freddo. Vide Joseph, il maggiordomo, correre a chiudere la finestra della cucina e lo ringraziò di cuore.
«I piatti sono puliti e sistemati, posso fare altro? »
Celine si sistemò il grembiule e guardò la governante, aspettando una sua risposta.
«Sì, potresti controllare che tutti i camini siano spenti, i padroni dovrebbero essere nelle loro stanze, meglio non sprecare la legna »
La ragazza annuì e si avviò, tenendo tra le mani un candelabro a due braccia, verso il grande soggiorno.
 
«Manca solo la biblioteca per fortuna »
Celine iniziò ad avvertire i primi segni di stanchezza. Passò la mano sul volto, quasi come se volesse eliminare la stanchezza e aprì la porta della biblioteca con decisione. Il camino era acceso e le fiamme erano vive, sbuffò stanca.
«Solo qui è rimasto acceso, perché non ho iniziato da qui? »
Lamentò a bassa voce e quasi le venne un colpo quando vide Oscar, sdraiata malamente sulla poltrona, che dormiva con un’espressione angelica sul viso. Aveva un braccio poggiato sul ventre e l’altro abbandonato lungo la poltrona: la mano sul ventre teneva un bicchiere da vino, sul cui fondo c’era ancora un po’ di alcool, mentre l’altra mano sfiorava la bottiglia a terra, vuota.
“Non dirmi che si è ubriacata…”
Restò a guardarla in silenzio, ammirò il viso rilassato e leggermente velato di rosa, la camicia era leggermente aperta sul petto e si poteva intravedere la curva del seno. Le gambe erano comodamente poggiate sul bracciolo della poltrona.
«E ora come ti sveglio… mannaggia… »
Celine sospirò, poggiò il candelabro sul tavolino poco distante e mise le mani sui fianchi, cercando una soluzione.
«Chi c’è? »
Ma certo! André!
«André! Meno male che sei ancora sveglio »
«Celine? Cosa ci fai in biblioteca a quest’ora? »
«Tua nonna mi ha chiesto se potevo controllare i camini e ora ho un problema »
«Non sai spegnerlo? E’ semplice basta »
«No, quello lo so fare, il problema è… »
Prese il polso dell’uomo tra le mani e lo trascinò davanti alla poltrona, lo sentì irrigidirsi quando realizzò di chi si trattasse. Lo guardò in viso, senza essere notata e vide un’espressione di stupore.
«Oscar…»
Sussurrò lui piano senza smettere di guardarla. Celine abbassò lo sguardo imbarazzata dal suo sguardo così intenso.
“Lui la ama…”
Ripeté nella sua mente, lasciando il suo polso.
André fece qualche passo vicino alla donna e allontanò una ciocca di capelli biondi dal suo viso, dormiva profondamente.
«Le hai dato da bere? »
«No, ero in cucina a lavare i piatti »
L’uomo sospirò, le accarezzò ancora un po’ il viso, sicuro di non riuscire a svegliarla. Sfilò il bicchiere dalla sua mano e lo poggiò sul tavolino vicino al candelabro, fece passare un braccio sotto le ginocchia e l’altro sotto le spalle e la prese tra le braccia, ancora inginocchiato davanti alla sedia.
«Potresti farmi luce fino alla sua camera? »
«Ma certo e… grazie »
André le sorrise e si alzò piano, Oscar poggiò il capo sul petto dell’uomo, lasciandosi sfuggire un sospiro pacato. Celine si morse un labbro, quasi invidiosa della donna.
“Che fortunata che sei Oscar ad avere un uomo del genere al tuo fianco… tu non te ne rendi conto…”
Pensò guardando in viso André che la osservava in silenziosa contemplazione. La ragazza prese il candelabro tra le mani tremanti e fece strada ad André lungo i corridoi bui della villa. Non sapeva perché ma sentiva il cuore battere all’impazzata nel suo petto.
Sentiva ogni tanto André mormorare qualcosa mentre salivano le scale, a tratti le sembrò che stesse contando.
Aprì lentamente la porta della stanza della donna evitando che cigolasse e André la seguì rapido, sperando che nessuno l’avesse visto con lei tra le braccia.
Celine scostò le tende del letto a baldacchino e André la posò delicatamente, stringendo però per qualche secondo in più la sua mano destra.
«E’ leggerissima »
Sussurrò e Celine si voltò a guardarlo, aveva lo sguardo perso.
«Non mangia molto… stasera ha lasciato quasi metà piatto »
Rispose lei, girando appena il viso verso di lui, socchiudendo gli occhi. Sentì un brivido quando André poggiò la mano sulla sua spalla, sfiorando senza volerlo la pelle del collo.
«Andiamo Celine… »
Lei annuì, paonazza in viso e lo seguì, incantata, verso l’ala della villa riservata alla servitù, verso la sua stanza.
 
“Passammo la notte insieme… oh no, non in quel senso! Parlammo di tutto, André mi parlò di lui e del suo passato, del suo incidente e della sua separazione da Oscar, senza dirmi però il motivo e io non ebbi il coraggio di insistere sul perché. André aveva poggiato il viso sul mio ventre e si addormentò dopo che vedemmo l’alba, ed io feci lo stesso, nel suo letto, nel suo abbraccio. Fu magico...”
   
 
Leggi le 9 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: Myriru