Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
Segui la storia  |       
Autore: pampa98    29/09/2019    11 recensioni
[Jaime/Brienne]
Soulmate!AU. Una rivisitazione degli eventi della serie in chiave Soulmate, da quando Jaime e Brienne si incontrano per la prima volta all'accampamento degli Stark, fino al loro addio ad Approdo del Re.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Brienne di Tarth, Jaime Lannister, Sansa Stark, Tyrion Lannister
Note: AU, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'The song of the Knight and his Maiden Fair'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
JAIME I



 

La prigionia non donava a Jaime Lannister. Nell’ultimo anno era diventato più magro, i suoi muscoli un tempo scolpiti stavano perdendo la loro forma, sul mento gli era cresciuta una barba incolta che mai aveva avuto prima. Con quella barba, e i capelli unti e sporchi, non somigliava più a Cersei.

Dovrò darmi una sistemata prima di tornare da lei. Sempre ammesso che ci riesca.

Il suo – non troppo furbo, col senno di poi – piano di fuga si era rivelato un disastro. Aveva ucciso suo cugino e una guardia per riuscire a fare giusto due passi nell’accampamento, prima di venire nuovamente catturato e incatenato. La sua situazione era decisamente peggiorata e Jaime era certo che l’unica cosa che avesse impedito a quella gente di ucciderlo era il timore della reazione di Tywin Lannister. Il nome di suo padre era la sua unica garanzia. Certe volte invidiava l’astuzia del fratello: Tyrion avrebbe convinto gli Stark a rilasciarlo nel giro di pochi giorni. In effetti, era davvero riuscito a farlo.

Jaime si lasciò sfuggire un sorrisetto amaro. Si era preoccupato quando aveva scoperto del rapimento di Tyrion e aveva agito d’impulso, come se il suo fratellino avesse davvero bisogno di lui.

Ah, Tyrion. Immagino mi aspetti una bella ramanzina, se mai dovessi riuscire a rivederti.

Udì dei passi avvicinarsi alla sua cella. Alzò la testa – non gli erano concessi grandi movimenti – e vide Lady Catelyn di fronte a lui. Aveva portato con sé due guardie, ma Jaime non avrebbe potuto nuocerle nemmeno volendo. E di certo non era così stupido da attaccare la madre del Giovane Lupo.

«Lasciaci soli.» intimò al carceriere.

Egli, nonostante un primo tentativo di resistenza, obbedì all’ordine della sua signora e se ne andò. Jaime lo seguì con lo sguardo e, dietro le sbarre, gli sembrò di vedere un riflesso dorato.

Sbattè le palpebre, cercando di mettere meglio a fuoco. C’era una guardia molto alta e robusta, e indossava un’armatura… sì, dorata.

Tyrion gli aveva detto che lui e Cersei avevano i capelli di quel colore. Erano dunque cominciate le allucinazioni, pensò. Anche se, in teoria…

Ma il colore di quell’indumento passò in secondo piano quando Jaime si rese conto di ciò che aveva di fronte.

«Ma quella è una donna?»

Sentendosi chiamare in causa, la donna entrò nella cella, mettendosi al fianco di Lady Catelyn. Era molto più alta di lei, probabilmente superava anche lui, ed era pure più robusta. Se si fosse trattato di un uomo, non ci avrebbe fatto caso più di tanto. Jaime aveva un fisico prestante, ma molti uomini erano più grossi di lui. Ma una donna… Quella poveretta sembrava uno scherzo della natura. Gli fece quasi pena.

«I miei uomini vogliono la tua testa, Sterminatore di Re.» La sua attenzione tornò nuovamente su Lady Catelyn. Perché i suoi capelli erano diventati rossi? Stava veramente cominciando a perdere il senno?

«Mi sembra di non stare troppo simpatico a Lord Karstark.»

Catelyn lo fulminò con lo sguardo. Aveva gli occhi azzurri?

«Hai ucciso suo figlio!»

«Oh» fu l’unica reazione di Jaime. Se mandate i figli dei nobili a fare il lavoro delle guardie, poi non dovreste lamentarvi se incappano in qualche… incidente. «Mi dispiace, ma si era trovato sulla mia strada e ho dovuto agire di conseguenza.»

«Sei un uomo senza onore.»

Eccolo lì: Lo sguardo di disprezzo e superiorità che l’intero continente gli riservava. Uomo senza onore. Spergiuro. Come se loro non avessero difetti.

La metà di quegli uomini è peggiore di me, compreso il tuo amato Ned Stark. Che uomo onorevole. Talmente onorevole che alla prima occasione ha tradito sua moglie con una sgualdrina di una qualche taverna, mentre si recava a Sud per commettere un regicidio.

«No, non sei nemmeno un uomo» continuò lei. «Hai disonorato tutti i tuoi giuramenti, Sterminatore di Re.»

«Giuramenti su giuramenti» sbottò Jaime. Non aveva le forze per tenersi tutto dentro anche quella volta. «Ti fanno giurare di onorare tuo padre, di proteggere il re, di difendere gli innocenti. Ma se il re massacra gli innocenti? Che cosa si deve fare in quel caso?»

Catelyn sgranò gli occhi.

Già. Tu, come tuo marito, come centinaia di altre persone, non avresti saputo cosa fare. Fortuna che c’ero io al fianco di Aerys in quel momento.

«Qualunque cosa tu faccia, finirai sempre per infrangere un voto. Quindi la cosa migliore è imparare ad agire secondo la propria coscienza, così da non avere rimorsi.»

E se lo avessi capito prima, forse molte sofferenze sarebbero state evitate. Rhaella, Rickard e Brandon Stark. Rhaegar. E decine di innocenti che il Re Folle aveva bruciato vivi per il puro gusto di farlo.

“Bruciateli tutti! Bruciateli tutti!”

«È questo ciò che ti racconti la notte, Sterminatore di Re? Che hai una coscienza?»

Jaime trattenne a stento uno sbuffo.

«Sai, tuo marito mi aveva detto una cosa simile, tempo fa. Ma dimmi, lui cosa si raccontava ogni volta che giaceva con te, sussurrandoti dolci parole d’amore, e poi si ritrovava di fronte quel ragazzo… Come si chiamava?»

Jon Snow. Lo ricordava bene, ma il volto sconvolto di Lady Catelyn in quel momento era impagabile. La donna, però, ritrovò subito la calma. Non avrebbe perso le staffe di fronte allo Sterminatore di Re.

«Dammi la spada.»

La donna in armatura le porse una delle sue due spade. Per un attimo, Jaime temette di aver esagerato e di essersi condannato con le sue stesse mani, ma Lady Stark sarebbe stata una sciocca ad assassinarlo mentre Cersei aveva le sue figlie.

Catelyn si avvicinò a lui, puntandogli la lama al petto. Il suo sguardo era determinato.

«Ser Jaime Lannister» disse in tono autorevole, «in nome dei nuovi e antichi Dei, giura di non prendere mai più le armi contro gli Stark o i Tully.»

Jaime non capì il perché di quella richiesta, vagamente egoistica e pure inutile. Accettò comunque.

Io non combatterò più contro la tua famiglia. È una promessa a nome di Jaime, non dei Lannister.

Catelyn sembrò soddisfatta dalla sua risposta e proseguì.

«E giuri che, una volta tornato ad Approdo del Re, mi farai riavere le mie figlie, Sansa e Arya Stark, vive e illese?»

Questa richiesta era già più interessante.

«Volentieri, mia signora» rispose. «Se potrò tornare ad Approdo del Re, lo farò senz’altro.»

Lei lo fissò negli occhi, forse in cerca di un inganno. Dopo qualche secondo, Lady Catelyn annuì, ma non abbassò la spada.

«Brienne ti scorterà fino alla Capitale da tua sorella» storse la bocca, «dalla tua amante, e si assicurerà che lo scambio avvenga come stabilito. Tu farai tutto ciò che è in tuo potere per agevolare tale manovra. Ho la tua parola, Sterminatore di Re?»

All’improvviso la mia parola ha assunto un qualche valore per te, mia lady?

«Hai la mia parola» disse, serio.

Non gli importava delle ragazzine Stark, ma desiderava tornare da Cersei con tutte le sue forze. Ne aveva bisogno, erano lontani da troppo tempo.

E Cersei non rifiuterà questo scambio.

Catelyn sembrò soddisfatta. Restituì la spada alla sua proprietaria – Brienne – e le ordinò di liberarlo. Il donnone ruppe le catene, passandogli accanto e avvicinando di molto la sua seconda spada a lui.

È stupida? Oppure sa che in questo momento non potrei batterla?

Aveva spezzato le catene con facilità, quindi era discretamente forte. Molto forte considerato che era una donna. Quando Brienne gli tolse di dosso tutte quelle catene ingombranti, Jaime sospirò. Riusciva a sentirsi di nuovo collo e spalle ed era una sensazione magnifica. Brienne gli liberò anche i polsi, ma solo il tempo di lasciarvi tornare la circolazione, perché lo legò nuovamente, questa volta con le mani davanti al corpo. Mentre era china su di lui, Jaime notò che aveva capelli color paglia, molto più spenti e sciupati di quelli di Cersei. Alla luce della torcia dietro di lei, assumevano una sfumatura arancione.

Tutto l’ambiente intorno a lui era mutato. Sembrava più vivo rispetto a pochi minuti prima, quando era ancora solo, ma l’ipotesi della pazzia era ormai da escludersi. Aveva formulato frasi e pensieri troppo lucidi per poter essere in preda a delle allucinazioni. Forse era la stanchezza che gli stava giocando un brutto tiro. La stanchezza e la prigionia, probabilmente. Anche se in teoria non avrebbe dovuto vedere i colori.

Brienne lo aiutò ad alzarsi in piedi e, per un momento, i loro sguardi si incrociarono. I suoi occhi erano grandi e di un blu intenso.

Erano gli occhi più belli che Jaime avesse mai visto.
 

 
Avevano cavalcato per tutta la notte, intenzionati a mettere più distanza possibile tra loro e l’accampamento Stark. Jaime era quasi certo che il Giovane Lupo fosse all’oscuro dei piani di sua madre per liberare il loro ostaggio più prezioso.

Sarei rimasto solo per assistere allo spettacolo di un litigio tra Stark.

A un tratto il suo cavallo si fermò. Fu Brienne a fermarlo, naturalmente, così come era stata lei a guidarlo per tutto il viaggio. A Jaime era stato donato un sacco di juta da portare in testa non appena si era ritrovato in sella. Sentì il tonfo dei piedi che colpivano il terreno e capì che la donzella era smontata. Dopo pochi secondi, si sentì tirare giù dal cavallo – in modo molto poco aggraziato – e sentì quest'ultimo nitrire mentre si allontanava al galoppo.

Non vorrà farci andare a piedi? Jaime era certo che non avrebbero percorso la Strada del Re, dunque sarebbero passati per forza dai boschi. Non riteneva saggio muoversi senza cavalcature in due, specie se questi due erano un prigioniero – ancora forte, ma disarmato – e una donna. O peggio, non dovrò mica cavalcare appiccicato a lei?

Quando Brienne si decise a restituirgli la vista, Jaime fu accecato dalla luce del Sole e dovette abbassare lo sguardo. Prima di rialzare gli occhi verso la sua carceriera, notò di essere seduto su una distesa verde. Questo gli riportò alla mente un altro fatto avvenuto la notte precedente: aveva improvvisamente cominciato a vedere il mondo a colori.

«Forza, alzati.»

Jaime obbedì. Alla luce del giorno, la donzella era ancora più brutta di quanto gli fosse sembrata prima. E i suoi occhi di un azzurro più limpido e intenso.

«Andiamo, non c’è tempo da perdere.»

Jaime aveva le mani legate da una corda e Brienne ne teneva l’altra estremità. Cominciò a camminare, trascinandoselo dietro.

«Tranquilla, donzella. Abbiamo messo una distanza sufficiente tra noi e i tuoi compagni, non riusciranno a raggiungerci tanto in fretta.»

«Non sono miei compagni» rispose lei. «E non chiamarmi donzella.»

«Oh, perdonami. Nonostante l’aspetto, ero quasi certo che fossi una femmina.»

Brienne arrossì, ma non disse niente. Jaime aveva sperato in uno scatto d’ira che gli desse la possibilità di distrarla per scappare, ma sembrava che avrebbe dovuto sopportarla ancora un po’.

«Se non vuoi che ti chiami donzella, allora dimmi il tuo nome. Il mio suppongo tu lo sappia già.»

«Certo che lo so, Sterminatore di Re.»

Un’altra che si sente in diritto di giudicare.

«Veramente mi chiamerei Jaime Lannister. Se vogliamo usare i nostri soprannomi, però, per me non ci sono problemi, donzella

Calcò sull’ultima parola e, finalmente, riuscì a strapparle qualche informazione.

«Mi chiamo Brienne di Tarth.»

Tarth. Era un’isola minore fedele a Capo Tempesta, se ricordava bene. Piccola, ma ricca e ospitale. Dicevano che le sue acque erano talmente limpide da sembrare degli zaffiri.

Forse sono come i suoi occhi.

Giunsero in riva a un fiumiciattolo, dove li attendeva una barca. Brienne si guardò intorno, in cerca di eventuali minacce, prima di avvicinarsi all’imbarcazione.

«Sali.»

«Sai» disse Jaime, «sarebbe molto gentile da parte tua slegarmi. Non posso certo farti del male né fuggire mentre siamo in acqua.»

Brienne lo guardò con disprezzo, sopprimendo a stento uno sbuffo.

«Mi prendi per stupida, per caso? Le tue mani saranno legate fino alle porte di Approdo del Re. Anzi, finchè non avrò visto Sansa e Arya Stark.»

«Sai almeno che aspetto abbiano?» le chiese. «Come sai che non ti rifileranno due ragazzine a caso?»

«So che Sansa somiglia a sua madre» E questo era vero. «Inoltre, hai dato la tua parola a Lady Catelyn. Se hai ancora un briciolo di onore, non mi ingannerai.»

Una sognatrice e un’idealista. Com’ero io, prima di scontrarmi con la dura realtà.

«Ora sali, forza!»

Stavolta Jaime obbedì.

La barca era troppo piccola per loro due, così le loro gambe finirono per essere quasi intrecciate. Brienne, però, non ci fece caso e cominciò a remare.

Se potessi afferrare quel remo, sarei salvo nel giro di pochi minuti. La donzella sarà anche cresciuta su un’isola, ma se la butto in acqua con tutto l’acciaio che ha addosso, affogherà senz’altro.

«Quanto dista la riva su cui vuoi approdare?»

«Qualche miglia» rispose Brienne. «Per questo volevo partire il prima possibile. Non è sicuro viaggiare su queste acque di notte.»

Non è sicuro viaggiare di notte in generale di questi tempi.

«Sì, hai ragione, Brienne» disse, sperando di ammansirla elogiandola e chiamandola per nome. «Quindi sarai d’accordo con me che in due remeremmo molto più in fretta.»

Brienne sbuffò.
«C’è un remo solo, nel caso non lo avessi notato» rispose. «Usarlo a quattro mani renderebbe il lavoro solo più faticoso.»

«Allora lascia che sia io a faticare. Le lady non dovrebbero compiere certi lavori, anche quando sono degli omaccioni come te.»

Brienne lo ignorò.

È testarda.

Più tempo passava, meno probabilità aveva di riuscire ad approfittare di quell’occasione per fuggire. Forse, quando si fossero accampati per la notte, Jaime avrebbe potuto attendere che lei si addormentasse, ucciderla e, alle prime luci dell’alba, mettersi in marcia da solo.

“Hai dato la tua parola a Lady Catelyn.”

Come se contasse qualcosa.

“Se hai ancora un briciolo di onore, non mi ingannerai.”

Ai Sette Inferi tu e l’onore. Sono lo Sterminatore di Re, donzella: non conosco il significato di quella parola.

Tuttavia, Jaime decise che avrebbe tentato di nuovo la fuga l’indomani. Uccidere una donna nel sonno sarebbe stato un gesto troppo infimo persino per lui.

Gettò la testa all’indietro, inspirando a fondo l’aria pulita intorno a lui. Dopo mesi seduto sui suoi stessi escrementi, qualunque odore sarebbe stato inebriante per il suo naso. Il cielo era di un azzurro limpido quella mattina, solo poche nuvole sparse a decorarlo.

Ecco un’altra rogna a cui pensare.

Secondo i Maestri, il mondo diventava più luminoso e colorato quando si incontrava la propria anima gemella, dunque, dal momento che Jaime era nato assieme a essa, non avrebbe dovuto conoscere altra versione del mondo che quella. Eppure per anni aveva visto solo attraverso il bianco, il grigio e il nero, e solo la notte scorsa aveva finalmente conosciuto gli altri colori.

Chiuse gli occhi, cercando di ricordare come fossero effettivamente andate le cose. Prima dell’arrivo di Catelyn Stark era stato tutto normale. Anche quando avevano iniziato a parlare, non era accaduto niente di strano, tuttavia i capelli della donna si erano trasformati da neri a ramati nel tempo di un battito di ciglia. Dunque doveva essere cambiato qualcosa in quel frangente. Lei era entrata, insieme ad un’altra guardia, poi quella era uscita, scambiandosi con…

Aprì gli occhi di scatto.

Brienne.

Il primo colore che aveva visto era stato l’oro della sua armatura. Da quel momento, tutto intorno a lui aveva preso a mutare colore, diventando più vivo. Ma era stato un caso, giusto?

Guardò la donna di fronte a sé. Era interamente concentrata sul manovrare quella piccola imbarcazione il più velocemente possibile, senza però rischiare di farli cadere in acqua. La fronte corrugata le donava un aspetto ancor più grottesco di prima, se possibile. Gli occhi erano davvero l’unica cosa bella di lei.
Jaime represse una risata. Sarebbe stato imbarazzante spiegare alla donzella qual era il motivo di tanta ilarità. Perché gli dei potevano essere crudeli, o pazzi talvolta, ma nemmeno loro potevano avere un tale senso dell’umorismo.

Brienne di Tarth l’anima gemella di Jaime Lannister?

Jaime focalizzò i suoi pensieri su Cersei o sarebbe veramente scoppiato a ridere.








NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti! Avevo detto che avrei aggiornato una volta a settimana, ma dal momento che il prologo era molto corto, ho pensato di proporre subito il primo capitolo ^^ Intanto, ne approfitto per darvi qualche highlights sulla storia: come avrete notato, questo capitolo è POV Jaime. Ho deciso di strutturare la narrazione alternando ad ogni capitolo POV Jaime e POV Brienne, così da avere più spazio per l'introspezione di entrambi i personaggi. Inoltre, farò un po' un mix tra serie e libro, rielaborando scene o informazioni presenti sia nell'uno che nell'altro.
Bene, detto ciò, grazie a chi ha letto fin qui e a chiunque vorrà farmi sapere il suo parere ^^. Ci vediamo al prossimo capitolo!
Baci, pampa
 
   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones / Vai alla pagina dell'autore: pampa98