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Autore: vanesiis    29/09/2019    1 recensioni
Detective!AU | accenni NaruHina, KakaSaku
Los Angeles, 1980.
Nel condominio Tsukuyomi, a pochi giorni dalla demolizione, l'ex detective Naruto Namikaze riceve una lettera anonima... Ognuno reca con sé un segreto. Ognuno ha delle cicatrici che vorrebbe tenere nascoste. Ma per Naruto il caso assume risvolti molto personali. Le indagini porteranno Naruto a svolgere un'intricata matassa che lega gli inquilini del palazzo, un incarico misterioso e la morte di suo padre.
***
Sbatte il bicchiere sul tavolo con un movimento secco, lo fissa per un momento, per poi alzare lo sguardo su Naruto e chiedergli se conosca il brano "Promise."
Naruto inclina il capo di lato dubbioso, ma Teuchi prosegue spiegandogli che è la colonna sonora perfetta per una sera come la vigilia di Natale. Si alza e recupera un disco che poggia sul bancone. [...]
Naruto attraversa la quiete notturna per tornare a casa.
Prima di cambiarsi d'abito per mettersi a letto, ascolta il disco di Teuchi e una dolce melodia malinconica riempie la casa.
La musica smuove qualcosa nel petto di Naruto che fissa lo sguardo nel vuoto nella speranza che la melodia riscopra delle emozioni sotterrate da tempo nella memoria.

[𝗜𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼𝗴𝗶𝗼𝗰𝗼 "𝗧𝗵𝗲 𝗟𝗮𝘀𝘁 𝗪𝗶𝗻𝗱𝗼𝘄".] [53.800+ parole]
Genere: Azione, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Konan, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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− CAPITOLO 8 −
IL CLIENTE MISTERIOSO
Los Angeles
25 dicembre 1980
11:00 AM




 

L'alcool della vigilia si agita ancora in qualche recesso del corpo di Naruto. Quando apre gli occhi, gli ritornano in mente le note di "Promise". Il disco di Teuchi si è impresso persino nel suo inconscio...
Naruto si alza lentamente dal letto e si risveglia del tutto non appena la gelida aria del mattino lo abbraccia quando apre la finestra.
La sera precedente, prima di tornare a casa, si è diretto con passo incerto all'ospedale in cui è stato ricoverato Jiraiya.
Fortunatamente non aveva incrociato nessuno lungo i corridoi.
Jiraiya dormiva nella stanza buia e la visione della sua figura distesa gli aveva stretto il cuore in una morsa.
Se ne era andato senza fare rumore, sicuro che non gli avrebbe mai perdonato quella visita furtiva.
Stamattina il risveglio è stato piacevole al pensiero del cibo e delle chiacchiere della sera prima. Anche la pioggia che aveva lavato la città durante la notte era cessata.
Naruto scorre lo sguardo sulla città ancora umida, attraverso le gocce di pioggia che riposano sulla finestra.
La melodia di "Promise" gli risuona incessantemente in testa. Quel vecchio disco lo riempie di malinconia...
"Accidenti, ho già sentito quella musica!"
Si lascia cadere sul divano mentre cerca di riprendere il filo dei ricordi.
Lentamente, si fa strada nella sua testa l'immagine di una sera di 25 anni fa.

Era una notte dopo la morte del padre e il trasloco a Manhattan, una notte in cui le note di "Promise" accompagnavano gli strali di pioggia attraverso il buio.
Naruto si risvegliò al rumore della pioggia e si avvicinò alla finestra.
Fece scorrere la manica del pigiama sul vetro appannato dal caldo della stanza, poggiò le mani sul davanzale e allungò la schiena per osservare le luci della città attraverso la lente traslucida della pioggia.
I grattacieli della metropoli rischiaravano e punteggiavano il cielo arrossato dai fumi e per la prima volta Naruto apprezzò la vista di Manhattan.
Decise di andare a svegliare la madre per condividere questa nuova scoperta.
Quando aprì la porta della camera, la vide in piedi di fronte alla finestra a osservare lo stesso paesaggio.
"Mamma... hai visto che bello?"
La madre lo abbracciò senza dire una parola. La radio ai piedi del letto trasmetteva la canzone preferita del padre: "Promise".
Fu la prima volta che Kushina si lasciò sfuggire delle lacrime davanti al figlio, da quando erano giunti a Manhattan.

Il telefono lo riporta al presente.
"Pensavo di non trovarti."
La voce della madre sembra quasi rispondere ai suoi ricordi e Naruto non può fare a meno di sorridere alla peculiare coincidenza.
"Volevo sentire la tua voce..."
Naruto avverte la solitudine della madre e si affretta a rispondere:
"Mi è arrivato il pacco. Quella palla da baseball fu la prima che mi comprò papà."
La voce di Kushina si rischiara scoprendo che il figlio ha capito il vero senso di quel regalo.
Da bambino, Naruto sognava di diventare un giocatore di baseball e suo padre ne era orgoglioso.
Naruto le chiede delle chiavi.
Kushina risponde semplicemente che erano nella valigetta con la palla da baseball quando trovarono Minato e le furono consegnate dalla polizia.
Neppure lei sa a quale macchina appartengono, ma voleva fargli avere gli ultimi oggetti del padre.
"Perché hai deciso di metterti insieme a uno come papà?"
Era una domanda che non aveva mai avuto il coraggio di fare.
"Perché mi piaceva... perché lo amavo."
La risposta è chiara e decisa. Si erano conosciuti in ospedale quando lui era stato ricoverato e lei lavorava come infermiera. Giorno dopo giorno, una semplice conoscenza si era tramutata in amore. Kushina conclude:
"Succede spesso, sai..."
Naruto stringe le labbra pensando alla successiva domanda che le vuole rivolgere.
Quando aveva saputo che suo padre era uno scassinatore... perché non aveva cercato di farlo smettere?
Kushina confessa di avere saputo dell'attività del padre quando Naruto aveva due anni. Minato aveva deciso di smettere da quando aveva messo su famiglia, ma non era così facile uscire dal giro.
"Non posso... non posso perdonarlo per non aver smesso... per avere continuato a essere un criminale!"
Naruto non riesce a frenare la rabbia mentre si ritrova a strillare al telefono.
Non comprende le ragioni che spinsero il padre a continuare, no può credere che sia stato costretto a farlo.
La madre rimane in silenzio per un istante, per poi aggiungere con tranquillità:
"Un giorno riuscirai a perdonare tuo padre... e me. Quel giorno potremo continuare questo discorso."
Kushina riattacca senza lasciargli il tempo di rispondere.
Naruto resta con l'orecchio appoggiato alla cornetta ormai silenziosa, chiedendosi se abbia fatto bene a sputare fuori le domande che lo avevano ossessionato per anni.
Ma è troppo tardi per tornare indietro e sente stringersi il cuore al pensiero di avere ferito la madre.
Il campanello lo allontana dalla preoccupazioni: sull'uscio lo aspetta Kiba. Ieri avrebbero dovuto passare la serata insieme, ma alla fine lo aveva lasciato all'Ichiraku Café per uscire con Sakura e svanire tra le luci della città.
Naruto gli fa cenno di entrare e gli racconta di come abbia passato il resto della serata con Teuchi.
Poi gli chiede come sia stata la sua vigilia.
Di sicuro è passato da casa sua per raccontarglielo.
Kiba gli spiega che hanno passato una piacevole serata.
Naruto sta già preparando una battuta, quando nota che qualcosa lo turba. Senza bisogno di domande, Kiba racconta ciò che ha saputo da Sakura quando si è lasciata andare, complice qualche bicchiere di troppo.
Sakura ha incontrato qualcuno di speciale, ma di recente anche un'altra persona si è insinuata fra i suoi pensieri. Purtroppo è tutto finito con quella persona speciale.
Quell'uomo è riuscito a smuoverle qualcosa dentro e lei si è quasi innamorata...
Mentre l'altra persona non le ha smosso nulla di così violento, ma quando meno se lo aspetta si ritrova a a pensare a lui. Ormai Sakura è convinta che quella persona potrebbe renderla felice.
"Se solo fossi io quella persona di cui parla... ma non sono riuscito a chiederglielo."
Kiba abbassa il capo sconsolato.
Potrebbe sbagliarsi, ma allo stesso tempo vorrebbe avere il coraggio di chiarire la situazione. Naruto gli appoggia la mano sulla spalla:
"Dai, buttati. Diventa tu la persona a cui Sakura continua a pensare..."
Kiba si lascia sfuggire un sorriso in risposta.
Prima di uscire, gli consegna un taccuino da parte di Sakura.
L'ha dimenticato Kakashi da lei. Kiba si sofferma per un attimo a osservare Naruto, prima di andarsene.
Apre subito il taccuino e scorre lo sguardo sulle pagine.
" 1967 - Scompare l'Akatsuki e Obito Nohara."
Chi è Obito Nohara?
Non ha mai sentito quel nome...
Il telefono squilla. Naruto solleva la cornetta un po' infastidito.
Lo accoglie la voce di Hinata che gli comunica che le condizioni di Jiraiya si sono stabilizzate.
"Se vuoi andare a trovarlo, aspetta quando starà un po' meglio... lo sai che non vuole che tu lo veda in quello stato. Sai com'è fatto..."
Naruto le rivela della sua visita notturna della sera precedente.
"Naruto... non ho parole..."
Hinata lo sgrida per la sua bravata inopportuna.
Sembra che Jiraiya potrà uscire per la fine della settimana, ma il suo cuore non è più in grado di reggere lo stress ed è meglio evitare troppi sforzi.
Naruto borbotta che non lo farà più preoccupare.
Dopo averla lasciata finire, le chiede di trovargli qualche informazione in più su Kakashi Hatake:
"In particolar modo, vorrei sapere qualcosa su un certo Obito Nohara. Da quel che sono venuto a sapere, è scomparso nel 1967."
Hinata gli promette di indagare e di fargli avere notizie al più presto. Dopo un breve saluto, riattacca.
Scorrendo lo sguardo in casa, si accorge del disco che deve ancora restituire.
Lo raccoglie e si dirige all'Ichiraku Café.
Quando entra nel bar, vede Teuchi sulla porta della cucina che lo saluta calorosamente.
Naruto lo ringrazia mentre gli restituisce il disco.
"L'hai ascoltato?"
Annuisce con un sorriso, commentando quanto sia toccante quella melodia. Non provava un'emozione così profonda da parecchio.
Teuchi gli risponde che fa bene emozionarsi di tanto in tanto, poi abbassa di colpo la voce per bisbigliargli all'orecchio:
"Per favore, dimenticati ciò che ti ho detto sulla signorina Tsunade. Non vorrei crearle problemi."
Naruto annuisce rassicurandolo.
"Poi ci sarebbe un'altra cosa... Ayame non mi rivolge la parola da ieri sera. Potresti provare a chiederle cosa c'è che non va? Però... cerca di non essere aggressivo."
Naruto scuote la testa, consapevole del fatto che non è il più adatto a capire cosa passi per la testa di una ragazza.
Tuttavia non ha il coraggio di rifiutare un favore a un padre preoccupato e gli promette che proverà a parlarle.
Raggiunge Ayame nella sala da biliardo e nota subito che le manca l'usuale buonumore.
"Sei ancora preoccupata per tuo padre?"
Forse ha a che fare con il discorso che gli aveva fatto prima della vigilia.
"Naruto... hai chiesto quella cosa a mio padre? Se frequenta qualcuno..."
Le risponde che non glielo ha chiesto direttamente, ma ha l'impressione di aver capito i sentimenti di Teuchi.
"L'impressione? E cosa me ne faccio di un'impressione?"
Ayame è infastidita.
Ieri notte è andata a trovare sua madre di nascosto e ha scoperto che ha intenzione di trasferirsi a Boston.
Ayame ha paura che i suoi genitori non riescano a riconciliarsi come ha sempre sperato. Ha chiesto alla madre di fare pace, ma ha ottenuto una risposta inaspettata:
"Vorrei che fosse tuo padre a farmi cambiare idea... è l'ultima occasione."
Ayame è convinta che sua madre ami ancora Teuchi.
Tuttavia non vuole più mettere piede all'Ichiraku Café.
Questo locale resta illeso di molti ricordi, belli e brutti, e lei non vuole più ricordare.
I suoi ricordi brutti sono i debiti di Teuchi.
"Mia madre non sopporta che papà abbia chiesto un prestito alla signorina Tsunade. Avrebbe potuto chiederlo a chiunque, ma non a lei. È stato il motivo principale per cui si sono separati... Naruto, mia madre pensa che non abbia ancora restituito tutti i soldi."
Questo significa che una riconciliazione è impossibile e Ayame non riesce a farsene una ragione.
Il primo Natale, dopo che si erano separati, Teuchi era tornato a casa un po' ubriaco e, appena rientrato, l'aveva abbracciata con forza:
"Ayame, saremo felici. Te lo prometto: saremo felici, io e te... insieme..."
Per questo Ayame continua a cercare il modo di rendere suo padre e se stessa felici.
"Sono sicura che se i miei tornano insieme, saremmo tutti felici... ma non è facile..."
Naruto la guarda mentre le risponde che se i suoi genitori sono ancora innamorati, nulla è perduto.
"Ieri sera gli ho chiesto se ama ancora tua madre."
"Vuoi dire che... c'è ancora speranza?"
Ayame fissa Naruto con gli occhi sgranati.
"Sì. Basta che entrambi se ne accorgano per lasciarsi alle spalle il passato. E poi, su... i sospiri non ti si addicono."
Il volto di Ayame si illumina in un radioso sorriso.
All'uscita dalla sala da biliardo, Naruto trova Teuchi in ansia.
"Tua figlia non riesce a capire l'amore."
"Come... come pensavo..."
"Teuchi, non trarre conclusioni affrettate."
Con calma gli spiega che Ayame è preoccupata che i suoi genitori si lascino sfuggire la possibilità di tornare insieme ed essere nuovamente felici.
Teuchi annuisce con espressione imperscrutabile.
Naruto coglie l'occasione per rivolgergli una domanda spinosa:
"Cos'è questa storia dei soldi che hai preso in prestito dalla signorina Tsunade?"
Teuchi lascia trascorrere qualche istante perso tra i propri pensieri.
Le chiese un prestito per aprire il locale, ma gli mancano solo sei mesi per saldare il debito.
Teuchi aggiunge che li aveva chiesti a lei perché aveva conosciuto il marito.
Dan Kato era stato un cliente abituale dell'Hotel Tsukuyomi.
Da giovane era stato un sassofonista jazz, ma quando Teuchi era un cameriere del ristorante dell'albergo e lo conobbe, era già gestore di alcuni ristoranti.
Dan era una persona di classe e non mancava mai di elargire grosse mance, tanto che tutti i camerieri volevano sempre servire il suo tavolo e Teuchi non era da meno.
In particolar modo, era sempre presente alle feste soprannominate Kitsune Star.
Naruto sobbalza quando sente quel nome e chiede maggiori dettagli a riguardo.
Non può essere un caso...
Viene così a scoprire che ogni giorno del mese con il numero 6 si teneva una festa chiamata Kitsune Star. Non era chiara la ragione del nome, ma era accompagnata da altre feste nei giorni che contenevano il 3 e il 9 ed erano soprannominate rispettivamente Silver Star e Golden Star.
Dopo la spiegazione, Teuchi si lascia andare in un discorso riguardante la signorina Tsunade.
"Tsunade Kato era sempre al fianco del marito Dan. Era una donna molto bella, tanto che veniva spesso descritta come il fiore dell'occhiello di ogni festa. In particolare, tutti smettevano di parlare quando saliva in pista per un ballo."
Al tempo era la donna che faceva sospirare i giovani come Teuchi.
Naruto non riesce a trattenere la domanda:
"Di cosa ha paura la madre di Ayame?"
Teuchi inizia lentamente a raccontare che tutto cominciò quando la signorina Tsunade fu sospettata dell'assassinio del marito. Teuchi continuò a professare a gran voce l'innocenza della povera vedova.
"Però mia moglie non lo sopportò e litigammo parecchie volte a riguardo... queste discussioni infransero qualcosa tra di noi."
Prosegue con volto scuro:
"Il processo la scagionò e da quel momento mia moglie iniziò a dire che mi piaceva... che provavo qualcosa per lei... e non mi perdonerò mai di avere preso in prestito dei soldi proprio a lei. Ma io volevo aprire questo locale..."
Naruto gli si avvicina per chiedergli quali siano i suoi veri sentimenti e Teuchi sputa fuori la risposta come per levarsi un peso dal cuore:
"Io amo mia moglie! Ma... non ho più fiducia in me stesso."
Teuchi ammette che sono stati i suoi errori a causare la loro separazione:
"Sono uno stupido... non sono riuscito a capire i miei sentimenti finché non l'ho perduta. Per questo ho paura di ferirla ancora e non me lo perdonerei."
Naruto gli allunga una mano sulla spalla:
"Sono certo che anche lei vuole tornare a essere felice."
Il tono delle parole trasmette la sua convinzione.
"Ayame si ricorda ancora la promessa che le hai fatto... di essere felici insieme, ma per lei l'unica felicità possibile è che voi torniate la famiglia di una volta."
Naruto ha un ultimo pensiero:
"Non voglio intromettermi negli affari di altre persone, ma non ho mai visto una coppia separata con più probabilità di tornare assieme."
Esce dal bar, lasciandolo in compagnia dei suoi pensieri.
Si ferma dalla signorina Tsunade incapace di distogliere i pensieri da ciò che ha saputo dal suo amico barista.
Dopo tutto, era il personaggio immancabile a ogni festa Kitsune Star dell'hotel.
Inoltre, vorrebbe sapere qualcosa in più anche riguardo al marito.
Non perde tempo, quando la signorina Tsunade si affaccia alla porta:
"Deve sapere che sono sempre stato un appassionato di jazz, in particolar modo apprezzo la musica del sassofono..."
La donna sorride interessata, mentre prosegue:
"Perciò quando ho saputo che suo marito suonava, ho pensato di farle qualche domanda a riguardo. Le dispiace?"
La signorina Tsunade lo fa entrare, felice di poter ricordare il marito.
Naruto le chiede di parlargli dei primi passi del marito nel campo musicale.
"Mio marito iniziò a lavorare in una band quando aveva 20 anni. Deve sapere che si dava molto da fare e aveva il jazz nel sangue fin dalla nascita."
Le domanda che tipo di persona fosse e la signorina Tsunade non perde tempo a rispondere:
"Era energico e vitale, proprio come la musica che sapeva far uscire da un sassofono."
La donna fissa lo sguardo nel vuoto persa tra i ricordi.
Naruto ne approfitta per introdurre un nuovo argomento:
"Quando ha deciso di smettere di suonare?"
La signorina Tsunade spalanca gli occhi, ma Naruto previene qualsiasi domanda:
"Se non sbaglio, gestiva vari ristoranti e frequentava spesso questo palazzo quando ancora era un hotel."
Le guance della donna fremono, mentre gli chiede con fermezza da chi sia venuto a sapere le sue faccende private.
Naruto sostiene lo sguardo e la informa di essere a conoscenza anche del processo che ha dovuto subire. La signorina Tsunade arriccia le labbra in un'espressione disgustata.
Poi esplode in una violenta sequela di domande sulle motivazioni che lo spingono a indagare sul suo passato.
Naruto risponde pacatamente che è spinto solo dall'interesse per un jazzista defunto. Dopo una breve pausa, aggiunge che anche sua madre è una vedova e ciò ha suscitato il suo primo interesse. La donna ridacchia prima di chiedergli:
"Allora sa tutto..."
"Cosa ci trova di divertente?"
La donna mantiene un accenno di sorriso sulle labbra mentre risponde:
"Non ho voluto far sapere il mio passato a nessuno, persino adesso che è giunto il momento di lasciare il palazzo, ho sempre cercato di evitare certi discorsi... Tra pochi giorni non avremo più occasione di vederci e lei, che ha mai manifestato il benché minimo interesse nei miei confronti, bussa alla mia porta per chiedermi ciò che non ho mai detto a nessuno... cosa potrei fare se non ridere? Tutto questo solo perché sono stata accusata di aver ucciso mio marito?"
La donna gli spiega che 13 anni fa, un ladro si introdusse in casa loro e la tramortì.
Quando riprese conoscenza, suo marito era riverso a terra senza vita e lei stringeva nella mano destra la pistola che lo aveva ucciso.
Fu accusata dell'omicidio, ma il processo la scagionò.
Il vero colpevole non fu mai trovato e il caso rimase irrisolto. Le fu affidata l'eredità del marito con cui decise di comprare l'Hotel Tsukuyomi.
"Amava questo palazzo... perciò decisi di comprarlo per vivere nel suo ricordo. Mi dispiace deluderla, signor Namikaze, ma la triste storia di una vedova termina qui."
Naruto le crede...
Ma lo squillo di un telefono da un'altra stanza interrompe la conversazione e la donna si allontana scusandosi.
Nell'attesa, Naruto fa scorrere lo sguardo sulla stanza e nota alcune fotografie.
Una ritrae un uomo che sta suonando un sassofono tenore. Probabilmente si tratta del marito scomparso, Dan.
Su un'altra istantanea di una giovane coppia c'è un autografo con una dedica a Dan e Tsunade.
Nella foto a fianco si possono vedere due ragazze in abito da ballo.
I tratti della giovane sulla destra ricordano quelli della signorina Tsunade.
Quasi richiamata da questo pensiero, la donna rientra nella stanza scusandosi.
Naruto la rassicura dicendole che ha ingannato l'attesa guardando le foto della stanza.
Indica una foto e le chiede:
"La ragazza che si vede sulla destra in questa foto è lei?"
La donna annuisce e aggiunge che l'altra ragazza è una sua cara amica.
Perciò era una ballerina...
Ricollega il fatto alle parole di Teuchi e chiede:
"Di quand'è quella foto di lei e suo marito?"
Lo sguardo della donna diventa malinconico mentre risponde che era stata scattata poco dopo il matrimonio.
"Quella è la mia foto preferita. Sono certa che anche sua madre ne ha una simile."
Naruto si sofferma a pensare che sua madre non ha neanche una foto del padre.
Tutto d'un tratto la signorina Tsunade si prende la testa tra le mani e si accascia a terra. Naruto corre a sorreggerla e la donna gli dice flebilmente:
"Mi fa male la testa... sono 13 anni che questi attacchi mi tormentano... Signor Namikaze, la prego di lasciarmi da sola. E le chiedo di non dire a nessuno ciò che ha sentito qui oggi."
All'uscita si imbatte in Sai. Senza nemmeno un saluto gli chiede se fosse andato dalla signorina Tsunade.
Naruto inspira profondamente, infastidito dalla sua indiscrezione, e risponde seccamente che aveva bisogno di qualche consiglio per il trasloco. Sai sbuffa innervosito per la risposta evasiva ed entra dalla signorina Tsunade.
Il trillo improvviso del cercapersone incita Naruto a tornare a casa per telefonare a Hinata.
Ha trovato il nome di Obito Nohara tra gli annunci mortuari del 1967.
"Obito Nohara, anni 30. Professione: giornalista. Causa della morte: lacerazioni interne e emorragia a seguito di un incidente stradale."
Obito Nohara lavorava per il Los Angeles Sharingan, la stessa testata in cui era impiegato Kakashi Hatake. Inoltre sembra che i due abbiano lavorato insieme per tre anni come redattori.
Un suo scritto postumo ha attirato l'attenzione di Hinata, poiché si tratta di una serie di articoli su un'organizzazione criminale specializzata in furti di gioielli chiamata Akatsuki. Il titolo della serie è "La Verità sull'Akatsuki". A causa della sua morte, la pubblicazione fu terminata dopo la prima puntata.
Naruto le chiede se può procurargli quegli articoli.
Aggiunge che c'è un ulteriore fatto curioso: l'incidente di Obito Nohara si verificò lungo la strada che collega la sede del Los Angeles Sharingan all'Hotel Tsukuyomi.
In effetti, è curioso...
Oltre alle informazioni, ha un messaggio da parte di Jiraiya:
"I partecipanti alle feste che si tenevano regolarmente all'Hotel Tsukuyomi sono in qualche modo collegati allo Kitsune Star."
Ripensando alle storie che ha sentito oggi, il marito defunto della signorina Tsunade era sempre alle feste che si tenevano durante il mese.
L'immagine del vecchio album di foto che era al quarto piano gli ritorna vividamente in mente.
Naruto si affretta ad aprirlo per osservare le fotografie delle feste Kitsune Star.
Riconosce la figura giovanile della signorina Tsunade con indosso la collana e si rende conto che la donna deve essere a conoscenza di tutto.
Deve chiederle maggiori informazioni sullo Kitsune Star.
Non appena uscito in corridoio, vede Konohamaru uscire dal 205.
"Accidenti!"
Naruto rimane insospettito dal suo atteggiamento losco. Lo spinge nel 205 e si chiude la porta alle spalle.
"Sputa il rospo. Che ci fai con la copia della chiave del 205 ancora in mano?"
Konohamaru abbassa il capo e borbotta che stava solamente scrivendo la sceneggiatura per un film. Alza la testa con un'espressione implorante, mugolando che deve assolutamente usare la macchina da scrivere che c'è lì.
La macchina da scrivere che ha lasciato Billy era stata usata da uno dei migliori scrittori di Hollywood durante i suoi primi passi e ormai si racconta che sia stata proprio la macchina da scrivere a portargli fortuna.
E Konohamaru è convinto che sia necessario anche utilizzarla nella stessa stanza.
Inoltre è in una situazione complicata: se non dovesse ottenere alcun risultato durante quest'anno di studi, sarà obbligato a lasciare l'università e a tornare in patria per entrare nell'azienda del nonno. L'unico modo per ottenere un risultato tangibile e immediato è spuntarla a un concorso di sceneggiatura.
Infine, aggiunge che il soggetto è il mistero che aleggia nel palazzo.
"Di quale mistero parli?"
Prima di partire, suo nonno gli ha raccontato del misterioso omicidio rimasto irrisolto che era avvenuto nel palazzo 13 anni prima e Konohamaru intende farne una sceneggiatura.
Il titolo è "La Stanza che Racchiude Il Passato". La trama ruota attorno a un delitto successo anni prima in un hotel ormai in disuso. Con crescente entusiasmo gli racconta che il colpevole è il portiere dell'albergo e sarà scoperto grazie alle prove nascoste al quarto piano.
Naruto rimane incuriosito dall'accenno al quarto piano.
"Guarda che lo so che ogni tanto ti intrufoli al quarto piano anche se è vietato, però ammetto che ci sono andato anch'io qualche volta. Ha un certo fascino..."
Aggiunge che è salito lassù per raccogliere appunti per la stesura della sceneggiatura e qualche volta ha anche lasciato una cinepresa da 8 millimetri accesa durante la notte per filmare l'atmosfera.
"Sai che cosa ha filmato?"
Konohamaru sembra divertirsi a osservare le sue reazioni.
L'interesse di Naruto per quella cinepresa deve essere trasparso sul suo volto, perché Konohamaru aggiunge che gli mostrerà il filmato se, in cambio, gli spiegherà cosa lo spinge a visitare il quarto piano.
Naruto accetta lo scambio e i due si spostano nell'appartamento di Konohamaru per parlare al riparo da orecchie indiscrete.
"Ho i tuoi stessi motivi."
Naruto gli spiega che anche lui è interessato al delitto avvenuto anni fa e, perciò, ha visitato il quarto piano che è rimasto uguale a quando il palazzo era ancora un albergo.
Konohamaru non è completamente soddisfatto e gli chiede le ragioni del suo interesse. Naruto gli rivela che una volta era un poliziotto e fin da allora si era interessato a quel caso. Mentre risponde, si rende conto che la stoffa del detective gli è rimasta, nonostante siano passati quattro anni da quando ha lasciato il distretto.
Dopo aver finito di parlare, Konohamaru tiene fede all'accordo e gli mostra il filmato.
Mentre osserva attentamente le immagini, si accorge di una figura incompleta che passa davanti all'obiettivo.
Qualcuno era al quarto piano.
Non riesce a distinguere chi possa essere, ma nota un orologio al polso.
L'indizio non aiuta il riconoscimento, ma Naruto suppone che solo un inquilino del condominio possa essere entrato al quarto piano, considerando che l'accesso non è semplice per chi non c'è mai stato.
Quasi come se avesse udito i suoi pensieri, Konohamaru gli dice che, mentre scattava fotografie nei corridoi come materiale per la sceneggiatura, ha ritratto senza volerlo i condomini. Purtroppo non le ha ancora sviluppate e pensava di farlo il prima possibile, ma la lampada rossa non funziona più.
Naruto decide di guardare in casa se riesce a trovare qualcosa di utile per sostituirla. Si ricorda che la bottiglia che gli ha portato ieri Yuki è avvolta da una pellicola rossa. La rimuove e torna nell'appartamento di Konohamaru.
Avvolge la pellicola attorno alla lampada del bagno per creare la luce adatta. Quando l'accende, il bagno viene inondato di rosso.
Konohamaru si dà subito da fare e Naruto segue accuratamente le sue direttive.
Pone la carta fotografica nel vassoio pieno di liquido e la scuote cautamente finché non appare l'immagine. A quel punto, gli basta riprenderla.
Konohamaru sottolinea l'importanza del tempo di immersione e Naruto segue le istruzioni alla lettera, realizzando il primo sviluppo della sua vita.
Scorre le foto alla ricerca dell'orologio apparso nel filmato e riconosce in Kabuto Yakushi il proprietario.
Non si aspettava che potesse essere lui.
"Naruto, secondo te cosa ci faceva al quarto piano... vorrei quasi chiederglielo, ma..."
Naruto è consapevole che uno come Kabuto Yakushi non risponderà mai alle domande di un ragazzino e gli dice:
"Lascia fare a me."
Va al suo appartamento e bussa, ma non ottiene risposta.
"Il signor Yakushi non si vede da ieri."
Konohamaru gli si avvicina alle spalle continuando a parlare:
"Naruto, vuoi dirmi che pensavi di andare da lui e chiedergli di dirti tutto quanto? Non si direbbe che eri un poliziotto..."
Naruto è infastidito dalla sua presunzione e gli chiede di rimando cosa farebbe lui.
Konohamaru sembra non accorgersi della reazione e continua con lo stesso tono a dirgli che è venuto a sapere varie cose su Kabuto Yakushi.
Nonostante non sia quasi mai a casa, ha regolarmente dei visitatori e a volte esce di casa a notte inoltrata: non sembra per niente un normale venditore.
"Mi hai chiesto cosa farei io per indagare su di lui?"
Konohamaru ammicca e pronuncia a bassa voce:
"Userei del filo di ferro per aprire la porta e darei un'occhiata in casa sua."
Estrae dalla tasca del filo di ferro e fa per infilarlo nella serratura del 306.
"Konohamaru, fermo!"
Non appena Naruto lo ferma, Sai esce dal 306.
Tutti e tre rimangono per un attimo, che sembra infinito, fermi a osservarsi senza aprire bocca. Infine, Naruto esclama:
"Sai, che ci facevi lì dentro?"
"Mi è stato chiesto di chiudere l'acqua e sono entrato con una copia della chiave. Avevo appena finito."
Naruto non è convinto della risposta: le condutture di acqua e gas sono l'ultima cosa da chiudere prima di traslocare.
Sai sbuffa che non sa che intenzioni abbia Kabuto, ma è stato lui a chiederglielo e si allontana senza nemmeno un saluto.
Naruto non può fare a meno di nutrire dei dubbi osservandolo mentre si allontana di fretta, quasi di corsa.
I due si scambiano un veloce sguardo, prima di notare che la porta dell'appartamento 306 è rimasta aperta.
Il nervosismo di Sai gli ha fatto dimenticare di chiuderla. Konohamaru non perde tempo e propone di entrare.
Anche Naruto è della stessa opinione. Konohamaru rimarrà fuori a fare il palo, mentre lui si infila in casa.
Si accordano che se dovesse arrivare qualcuno, il segnale sarà un colpo sulla porta.
In quel caso, Naruto si fermerà senza fare rumore e aspetterà il successivo colpo a significare che il pericolo è passato.
Naruto entra nell'appartamento 306. Si trova in una casa spoglia e desolata: sembra quasi che non ci viva nessuno. Cercando di fare meno rumore possibile, inizia a perlustrarla, ma sobbalza allo squillo repentino del telefono.
Trattiene istintivamente il respiro.
Si attiva la segreteria telefonica.
"Kabuto, ci sei?"
Una voce tetra rimbomba nella stanza:
"Ho preso la roba nel solito modo. Lascia i soldi dove sai."
La telefonata termina dopo queste poche parole che sono però bastate a insospettire Naruto: "la roba", "i soldi"... la faccenda puzza. Prima di lasciarsi trascinare dai pensieri, ricomincia a perlustrare la casa.
Sul tavolo c'è una valigetta nera, ma è chiusa a chiave.
In quel momento, si sente un colpo sulla porta. Naruto si ferma immediatamente, evitando di fare qualsiasi rumore.
Ricomincia le sue indagini non appena sente il secondo colpo.
Nell'angolo della stanza c'è un armadio e Naruto lo apre cautamente.
All'interno trova una giacca appesa.
Tentenna un istante, ma poi decide di sbirciare nelle tasche, dove trova una chiave magnetica e il suo sesto senso da detective gli suggerisce che è proprio quella della valigetta.
La serratura scatta.
All'interno c'è un taccuino. Inizia a leggere respirando profondamente per ridurre il battito e la tensione.
"La roba è a destra delle teche al terzo piano. Il cambio di turno dei custodi è alle 10. L'allarme è di vecchio tipo. Solito sistema di comunicazione, controllare lo specchio."
Naruto si gratta la testa alla ricerca del significato.
Alza lo sguardo e nota un piccolo specchio sul lavandino, ma non ha niente di strano.
Nella valigetta c'è anche della carta da lettere e delle buste dello stesso modello usato per l'ordine misterioso.
Forse lo specchio...
Naruto apre il rubinetto come fa ogni mattina per far scorrere l'acqua calda e sulla superficie dello specchio appaiono dei numeri.
"213600"?
Naruto apre un altro armadio e trova una cassetta di sicurezza.
Inserisce i numeri appena scoperti sul pannello per la combinazione.
Con uno scatto si apre e rivela dei soldi e un passaporto al suo interno.
Non ha più tentennamenti.
Prende in mano il passaporto e lo apre. All'interno spicca la foto di Kabuto Yakushi.
Tuttavia, il nome è diverso:
Kabuto Senju.
Qualcosa non torna...
La mano di Naruto inizia a stringere con forza il documento.
Senju è lo stesso cognome del direttore dell'Hotel Tsukuyomi!
Il suono di un colpo sulla porta lo scuote dalle riflessioni, ma passano solo pochi secondi prima del segnale di via libera. Numerosi sospetti si fanno largo nella sua testa.
Decide di frugare ancora nella valigetta e trova una macchina fotografica giocattolo. Muove il contatore della data sul retro e preme alcune volte il pulsante finché non si apre il coperchio sul retro. All'interno c'è una cartolina strappata.
Il disegno è sbiadito, ma si riconosce un cielo notturno. Su un lato, si riesce a leggere la firma di Hashirama Senju, direttore dell'Hotel Tsukuyomi.
Le domande gli si accavallano in testa.
Concentrato nel tentativo di chiarire alcuni dei suoi dubbi, non si accorge del pericolo, finché non sente premere sulla schiena la bocca di fuoco di una pistola.
"Cosa ci fai qua?"
La voce suona più gelida dell'acciaio dell'arma.
Senza voltarsi, risponde lentamente che è entrato per scoprire qualcosa di più su di lui.
Con uno sforzo di volontà mantiene il sangue freddo e gli chiede di abbassare l'arma.
La pressione sulla schiena svanisce.
Naruto si volta a fronteggiare Kabuto Yakushi.
Gli spiega che è entrato approfittando della dimenticanza di Sai, che era lì su sua richiesta per gli ultimi preparativi del trasloco.
Kabuto aggrotta le sopracciglia rispondendo che non gli ha mai chiesto nulla del genere, ma dopo un attimo solleva lo sguardo su Naruto e gli domanda aggressivamente:
"Qual è il tuo obiettivo?"
"Voglio solo parlare, signor Senju."
Kabuto spalanca gli occhi in preda allo stupore.
Ma è sufficiente un solo attimo per fargli spezzare le labbra in un sorriso:
"Non mi sarei dovuto aspettare niente di meno da Naruto Namikaze."
"Sei stato tu a farmi avere quell'ordine misterioso?"
Kabuto annuisce lentamente.
Era a conoscenza della sua seconda attività presso la Konoha Crown, ma Naruto non capisce perché abbia deciso di consegnarglielo direttamente e Kabuto risponde mantenendo il sorriso beffardo sulle labbra:
"Perché era più divertente."
Naruto si accorge di avere di fronte una persona senza la cognizione del pericolo, forse per audacia o forse per ingenuità.
Nonostante la colpa di essere entrato in casa di altri senza permesso, decide di prendere in mano le redini della conversazione:
"Allora il tuo vero nome è Kabuto Senju, com'è scritto su quel passaporto..."
Senza interrompersi, gli mostra la cartolina strappata:
"Qua sopra c'è il nome di Hashirama Senju, il direttore dell'hotel, nonché marito di Mito, la donna che fu assassinata 13 anni fa. Cosa ci faceva quella cartolina nascosta in casa tua?"
Le sue supposizioni erano corrette: Kabuto non voleva far sapere la sua identità. In particolar modo, non vuole che la signorina Tsunade la conosca.
Kabuto Senju è il figlio del direttore dell'Hotel Tsukuyomi Hashirama Senju e di sua moglie Mito.
E la cartolina che regge Naruto in mano gli fu lasciata dal padre prima di morire.
Kabuto lo fissa senza battere ciglio e aggiunge che entrambi hanno vissuto lo stesso destino.
Prende fiato prima di continuare:
"Entrambi abbiamo avuto un genitore assassinato. Tu, tuo padre 25 anni fa. Io, mia madre 13 anni fa e nessun colpevole."
Le parole di Kabuto tradiscono una lieve presunzione, ma Naruto risponde senza esitazioni:
"Avremmo anche avuto lo stesso destino, ma il rapporto che abbiamo con il passato è decisamente diverso."
Naruto è entrato in polizia, ma non ha mai cercato di risolvere il caso di suo padre e non si era nemmeno accorto di vivere in un palazzo che potrebbe conservarne delle tracce. Kabuto stringe le labbra indispettito per poi sputare fuori un rimprovero:
"Ma non ti vergogni? Proprio per questo mi sono preso la briga di fartene accorgere!"
Naruto capisce finalmente qual era il vero motivo di quell'ordine misterioso.
Tuttavia qualcosa dentro di lui gli bisbiglia che c'è modo e modo di fare i conti con il passato.
Ma ha capito cosa sta cercando di ottenere.
"Su chi ti vuoi vendicare?"
Kabuto rimane in silenzio, ma Naruto incalza suggerendo che il suo obiettivo potrebbe essere la signorina Tsunade.
E forse Kabuto ha assunto una nuova identità per vendicarsi...
Le guance dell'uomo fremono prima di sbottare in una violenta risposta:
"Esatto! Ho deciso di venire a vivere qui per vendicarmi! Voglio stringerla piano piano in una morsa, vederla dibattersi in una via di fuga, farle confessare ciò che ha fatto... voglio vederla in ginocchio a pentirsi dei suoi crimini!"
Perso nell'entusiasmo del discorso, prosegue rivelandogli che ha pensato fosse molto più divertente far fare a qualcun altro il lavoro sporco. Naruto alza un sopracciglio mentre continua ad ascoltare:
"Non mi dire che non ti sei divertito con la tua piccola indagine da quando ti è arrivata la lettera dell'ordine! Senza contare che hai finalmente il modo di scoprire la verità sulla morte di tuo padre... basta che trovi lo Kitsune Star..."
Naruto non riesce proprio a capire come faccia a sapere che suo padre è stato ucciso.
Kabuto gli spiega che uno dei partecipanti alle feste Kitsune Star gli ha raccontato i fatti di 25 anni fa.
Che sia...
Il sesto senso di Naruto trilla come una sveglia.
Tre anni fa, Kabuto ha avuto modo di ascoltare la confessione di suo padre in punto di morte. Non si incontravano da una decina d'anni. Il padre era ormai piegato dalla vecchiaia e sperava che il figlio lo potesse assistere.
Inspira profondamente prima di continuare a parlare:
"Non aveva prove, ma mi ha detto che fu senza dubbio Dan Kato a uccidere mia madre."
In preda all'ira, Kabuto strappa via di mano la cartolina a Naruto.
"Tutto cominciò quando sparì lo Kitsune Star 25 anni fa. Un uomo lo rubò dalla cassaforte che lo custodiva. Ma mio padre spirò prima di riuscire a dirmi il nome del ladro..."
Kabuto sussurra che morì con un'espressione sconsolata sul volto. Questo evento lo segnò, riportando in superficie tutte le emozioni che aveva sepolto negli anni.
Iniziò così a indagare sul passato con i pochi indizi che gli aveva lasciato il padre.
Da un omicidio di 13 anni fa a uno di 25.
Kabuto è determinato a risolvere il caso una volta per tutte. Ha saputo della morte di Dan Kato e dell'acquisto del palazzo da parte della moglie.
"E per uno strano caso, un familiare di quello scassinatore, abita proprio nello stesso posto."
"Ma come fai a essere così convinto che quel ladro fosse mio padre?"
"Ho i miei metodi... comunque, quando l'ho saputo, ho voluto fartelo sapere. Tuttavia, non immaginavo che avrei finito per scoprire più cose su di te che sui Kato e lo Kitsune Star."
Il discorso di Kabuto ha qualcosa che puzza: come ha fatto a scoprire il suo passato e la sua seconda attività?
Kabuto scuote la testa e aggiunge mestamente:
"Vorrei scoprire tutta la verità sui miei genitori, ma ormai ho le mani legate. Se anche tu hai scoperto la mia vera identità, non ci vorrà molto prima che l'Akatsuki mi trovi."
"L'Akatsuki?!"
"Ah, è vero... tu la devi conoscere molto bene... era implicata nei fatti di 25 anni fa."
"No, aspetta, aspetta. Forse ti stai riferendo all'ANBU?"
Una risata lo sorprende.
"Allora non sai proprio niente. C'è qualcuno dell'Akatsuki nel palazzo e se dovesse scoprirmi, sarebbe la mia fine."
Kabuto continua a parlare riacquistando il tono professionale da uomo d'affari:
"Finché sono in vita, posso avere delle speranze di scoprire la verità... ma da morto..."
"Vuoi dire che vuoi abbandonare le tue ricerche?"
Kabuto rimane scosso dalla domanda. Non aveva mai dovuto parlare con nessuno dei suoi segreti e il confronto si sta rivelando più aspro del previsto.
Reclina il capo abbattuto.
"Non vorrei abbandonare il mio progetto di vendetta... ma non immaginavo di non avere la forza necessaria per portarlo a termine... E tu cosa pensi di fare?"
Naruto lo osserva per un istante e risponde che vuole trovare ciò che gli è stato chiesto, senza annullare l'ordine.
Aggiunge quasi parlando a se stesso:
"Voglio quella ricompensa."
Kabuto gli consegna la cartolina dicendogli che quel foglietto ricevuto dal padre in punto di morte non è solo un ricordo, ma un indizio per trovare lo Kitsune Star.
Con un breve saluto Kabuto esce da casa.
Naruto osserva la figura che si allontana, avvertendo la solitudine che deve averlo accompagnato per lunghi anni.
Forse non è né un venditore in carriera, né un criminale alle prime armi, ma solo un figlio senza più una famiglia.
Sarà dura vivere dovendo rinunciare al progetto di vendetta che ha coltivato per anni, tanto da renderlo la sua unica passione e ragione di vita...
Rimasto solo nell'appartamento, Naruto fa un lungo sospiro.
Non appena esce, gli si avvicina Konohamaru con espressione preoccupata, ma lo tranquillizza con un lieve sorriso.
Lentamente gli spiega che 13 anni fa un triste incidente ha scosso la famiglia di Kabuto e che probabilmente non metterà più piede nel palazzo.
"Meglio lasciarlo perdere."
Konohamaru vorrebbe saperne di più, ma capisce che non è il momento di fare domande e ritorna in casa.
La verità su Kabuto Senju è stata un altro passo verso la soluzione del caso del padre, ma quel vecchio palazzo nasconde ancora dei sottili fili che legano l'omicidio di 13 anni fa a uno di 25...
Naruto sussurra con decisione:
"C'è altro da scoprire."


 

 

       

 

   
 
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