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Autore: NPC_Stories    01/10/2019    21 recensioni
Collezione di oneshot fantasy a tema "fairy", come indicato nella lista di Inktober che io e la mia affezionata illustratrice Erika abbiamo scelto (no, non Erika la webmaster, un'altra Erika). Io scrivo, lei disegna... speriamo di tenere il passo!
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Alcune di queste storie saranno ambientate nel nostro mondo, alcune altre nell'ambientazione del fandom in cui sono più attiva, Forgotten Realms, e altre ancora saranno ambientate in mondi di mia creazione o di fantasy generico, o parodistico.
Alcune di queste storie vi faranno ridere (spero), altre vi faranno piangere (mh, forse sto esagerando), ma in ogni caso mi auguro che tutte vi piacciano.
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Che la vostra vita possa essere piena di momenti di piccola meraviglia!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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1. Faun


Sotto-genere: comico
Ambientazione: fantasy generico / parodia


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Il villaggio, da lontano, sembrava un ragnetto caparbiamente aggrappato alla parete di roccia. Un sentiero costeggiava il burrone, ma era stretto e pericoloso già nelle migliori condizioni; adesso era anche scivoloso per colpa del ghiaccio.
Il piccolo accrocchio di case era l'ultimo baluardo di civiltà prima della grande scalata alla catena montuosa, ed era fiorito intorno al più antico edificio della regione: il monastero dell'Ultimo Giorno.
Sinyel non era felice di quella situazione. Era indispettita per aver dovuto interrompere il viaggio e soprattutto non era a suo agio in quel luogo. Il villaggio non aveva una locanda, per qualche strano motivo non era una meta molto frequentata. I viandanti venivano ospitati, con tutti i riguardi, nel monastero.
Un gesto gentile da parte dei monaci, se non fosse stato che… gli ospiti dovevano anche sottostare alle regole dell'Ordine. La mezzelfa cominciava ad averne abbastanza di levatacce prima dell'alba, pasti frugali e spifferi gelidi. L'unica cosa che incontrava il suo gusto era il benedetto silenzio.
Suo cugino Gylas non era dello stesso avviso. Lui era un cantore, non poteva fare a meno di esprimere il suo amore per la musica. Poter parlare solo a bassa voce, e solo all'alba e al tramonto, per lui era una vera tortura.
Ma adesso Gylas era sparito, da quasi sei ore, e non c'erano molti posti dove nascondersi nel monastero. Sinyel cominciava ad essere davvero preoccupata.
Stava esplorando, anche se non sarebbe stato consentito. Aveva sbirciato nel dormitorio maschile, nelle cucine (tristi come il cibo che facevano uscire), perfino nelle stanze private del Monaco Maestro. Niente. Suo cugino era sparito nell'aere.
Alla fine, scoraggiata e stanca, tornò al dormitorio femminile di cui attualmente era l'unica occupante. Era quasi il tramonto, fra poco avrebbe dovuto raggiungere i monaci nel cortile interno per il saluto di addio al sole.
Entrò nello stanzone vuoto, accarezzando per un attimo l'idea di buttarsi sulla branda e riposare qualche minuto. Ma no, non ne aveva il tempo…
Stava giusto per indossare gli abiti cerimoniali, quando un vecchio armadio di legno si spalancò dall'interno, e un giovane mezzelfo dall'aria sconvolta si sporse fuori guardandosi intorno.
"Gylas!" Esclamò la donna, con un misto di sorpresa, sollievo e indignazione. "Che diamine ci fai qui? Nel dormitorio femminile? In un armadio??"
Il ragazzotto sbatté le palpebre un paio di volte, confuso per quell'assalto.
"Uh… no, io non… insomma, sono venuto qui per cercare te, ma poi ho sentito dei rumori da dentro l'armadio…"
"Gylas, ma sei nudo?"
"Ehmmm…"
"No, aspetta, non voglio saperlo. Vestiti ed esci di lì!"
"Signorina, cos'è questo baccano?" Sussurrò una voce dalla porta. Sinyel si girò di scatto, sentendo un brivido lungo la schiena. Aveva riconosciuto quella voce roca e autoritaria.
Il Monaco Maestro si ergeva sulla soglia, eterno e inflessibile, pronto a giudicare quello scenario scabroso.
"Infrazione del silenzio rituale. Presenza di un uomo nel dormitorio femminile. Un uomo nudo, peraltro, nascosto nell'armadio…" sottolineò, aggiungendo il carico al suo già monumentale imbarazzo. "Ed è vostro cugino, se la memoria non mi inganna?"
Sinyel emise un verso strozzato, a metà fra un singhiozzo e uno squittio. In quel momento desiderò di aver proseguito il cammino sul sentiero ghiacciato. Una morte pulita in un burrone, quella sarebbe stata una fine memorabile per un'avventuriera. La morte non ti giudica.
"No, non è come pensate! Posso spiegare tutto!" Esclamò Gylas, uscendo dall'armadio mentre si riallacciava la cintura in fretta e furia. "Io sono gay."
La confessione fu accolta da un silenzio granitico. Sinyel si riprese per prima.
"Cosa? E da quando? Fammi capire, te ne esci nudo da un armadio solo per dirmi che sei gay?"
"Non… le due cose non sono correlate" Gylas arrossì leggermente. "A proposito, c'è un fauno in questo armadio."
"Un cosa?" Questa volta era il monaco ad essere impallidito. "Non è possibile. È solo una leggenda. Il Portale del Caos è chiuso da secoli…"
"Non so che dirvi, c'è un fauno e anche un sacco di altra roba figa, un'intera landa piena di gente magica e…"
"Agente del caos!" Sbottò l'anziano saggio, riuscendo in qualche modo a gridare sussurrando. "Fuori da questo tempio! La tua nefasta presenza…"
Gylas rimase a guardarlo con aria sperduta, come se non capisse il motivo di quelle ingiurie. Sinyel rivelò una maggiore presenza di spirito. Raccolse il suo zaino, si lanciò sul cugino, lo afferrò per un polso e lo trascinò dentro al famigerato armadio.
Alle loro spalle, le ante si richiusero con un colpo secco. I due giovani non potevano sentirlo, ma il monaco aveva già cominciato a sigillare per sempre l'armadio incidendo simboli scaramantici.
Sinyel cercò di spingere lo sguardo avanti, verso il fondo dell'armadio, che sembrava innaturalmente lontano. Aveva fatto bene a credere alla storia del bardo? O si erano solo cacciati in un guaio più grosso?
"Gylas Rege, farà bene ad esserci davvero un altro mondo qui dentro." Lo avvertí, quasi ringhiando.
"C'è, te lo giuro. Fidati e vieni con me." Prese la mano della cugina e si incamminò verso il buio.
"E c'è davvero anche un fauno?"
"Altro che!" Promise il giovanotto. "Come pensi che abbia capito di essere gay?"

   
 
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