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Autore: Aqua Keta    01/10/2019    6 recensioni
Forse il destino è già scritto ma con ostinazione e coraggio lo si può cambiare e tornare a vita nuova. Esiste un tempo per soffrire ma esiste anche un tempo per la ricompensa della gioia
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Oscar cavalcava verso Parigi.  Mille pensieri affollavano la sua mente e in quel momento solo una persona poteva dipanare ogni suo dubbio, poteva aiutarla nel comprendere esattamente.
Udì uno scalpitio alle sue spalle –“Ohhhhh’!”- tirò le briglie a sé – “Che cosa vuoi?” – chiese irritata ad André che nel frattempo l’aveva raggiunta.
“Seguirti”- rispose deciso.
“So cavarmela da sola!” – lo bacchettò.
“Parigi non è sicura “- incalzò.
Lo fissò alquanto scocciata –“Fa’ come credi!” e riprese al galoppo la strada verso la città.
André le teneva dietro.
Percorrendo le strade di Parigi si percepiva molto bene un senso di malessere generale: mendicanti, cittadini radunati in piccoli comizi muniti di bastoni e forconi inneggiavano contro la regina e i nobili, negozi saccheggiati con vetri rotti, le porte divelte e in qualche occasione individui che entravano ed uscivano con pochi e misere derrate alimentari.
Finalmente giunsero a destinazione e solo allora André  comprese.
La porta si aprì.
“Oscar, André,  buona sera. Vi prego,  accomodatevi! “
“Grazie Bernard!”- salutò  Oscar allungando la mano.
“Madamigella!” – le corse incontro Rosalie e l’abbracciò. 
Oscar la strinse affettuosamente a sé e le diede un bacio sulla fronte –“Rosalie cara, come stai?”
“Benissimo Madamigella, ciao Andre’”- disse poi rivolgendosi al giovane –“Venite, sedetevi.”
“Posso offrirvi un bicchiere di vino?”
“Volentieri Bernard, siete molto gentile!
I tre sedettero mentre Rosalie si apprestò a portare dei bicchieri ed una caraffa.
“Vi vedo bene entrambi….il matrimonio vi fa risplendere” - commentò Oscar.
Rosalie arrossì stringendo una mano a Bernard.
Lui la guardò con una dolcezza infinita poi - “Ditemi, cosa vi porta qui a quest’ora tarda?”- e verso ‘ po’ di vino.
Oscar tentennò qualche istante poi:
“Bernard,  ho bisogno di sapere esattamente quale sia la situazione a Parigi e quali siano i sentimenti che  effettivamente pervadano il popolo. Io sono a conoscenza del malcontento generale ma forse non abbastanza.  Voi sicuramente avete una visione molto più completa al momento”- il tono era severo e preoccupato.
Bernard poggiò i gomiti sul tavolo ed incrociò le mani sotto il mento. Rosalie gli stava accanto in piedi in silenzio.
“Oscar…il popola ha fame, tanta fame…ha paura che il cibo cominci a scarseggiare…in città  la miseria oramai è ovunque…mentre dentro i palazzi c’è ancora tanta opulenza. A questa drammatica situazione si aggiunge il gran numero di soldati che sono sopraggiunti attorno a Versailles, Parigi, Sevres e Saint Denis e questo non è certamente un fatto passato inosservato.  Due giorni fa il Re ha destituito Necker e gli ha intimato di lasciare la Francia anche se con la massima discrezione”.
“Si di questo sono al corrente” – interruppe lei
“ Ieri la popolazione venuta a conoscenza dell’accaduto ha organizzato una grande manifestazione di protesta portando in piazza busti raffiguranti Necker ed il Duca d’Orleans”.
André ascoltava sorseggiando il vino.
“Alcuni soldati tedeschi hanno caricato la folla e hanno distrutto le statue…e naturalmente ci sono stati diversi feriti”- continuò.
Rosalie appoggiò una mano sulla spalla di Bernard –“Fortunatamente non ci sono state vittime”
Lui annuì. 
“Ma questo non ha fatto altro che aumentare il nervosismo nel popolo. Non so se conoscete Desmoulins..”
“…il giornalista?” – si intromise André. 
“Esatto, proprio lui. Appena ricevuta la notizia si è  precipitato tra i manifestanti e li ha invitati alla rivolta con tanto di pistola in mano”.
Oscar era quasi scioccata.
“Questa mattina “- continuò –“quaranta dei cinquanta ingressi a Parigi sono stati dati alle fiamme;  i cittadini hanno chiesto la riduzione del prezzo del pane e dei cereali,  ma non è  servito a nulla tanto che è stato saccheggiato il convento di Saint-Lazare….hanno prelevato una cinquantina di carri di grano. In molti si sono riuniti al Municipio di Parigi e hanno deciso di organizzare una milizia cittadina…”
“A quale scopo?”- chiese
“Per garantire l’ordine e la difesa dei diritti costituzionali”
“Che cosa succederà ora?”
“Ora l’obiettivo è  procurarsi delle armi…”
Oscar sgranò gli occhi -”Bernard….questo significa…”
“…questo significa solo una cosa: la rivoluzione!”- concluse l’uomo. 
Oscar affondò la testa tra le mani : “La rivoluzione” - pensò a quello che le aveva detto in mattinata Alain….si, le stesse identiche parole.
“Dunque a questo siamo giunti”- mormorò.
Si fece un silenzio surreale.
Un brivido improvviso assalì Oscar. Appoggiò la mano chiusa a pugno alla bocca e rimase qualche istante a pensare.
“Madamigella, non so cosa decidiate di fare con i vostri soldati ma….”
“Vedete Bernard” – lo interruppe – “Io…” – si soffermò – “…io non posso obbligare i miei uomini ad imbracciare un fucile contro il popolo…proprio non posso, lo capite?” – esclamò battendo i pugni sulla tavola – “Io non posso farlo!”
André fissava Oscar: il viso tirato, la fronte corrugata, una smorfia tra le labbra.
“…domani…mi recherò comando…ma per lasciare i Soldati della Guardia” – concluse e rivolse il viso verso André quasi a cercare un cenno di approvazione e di conforto allo stesso tempo. Lui sorrise; lei lo percepì come una carezza nell’anima,  ingoiò le lacrime che le salivano agli occhi e sospirò come si fosse liberata di un grosso macigno.
“Oh Madamigella!” - esclamò Rosalie singhiozzando.
Bernard appoggiò una mano sulla spalla di Oscar –“ Gesto onorevole il vostro”
Il clima nella stanza si era come rasserenato.
“Domattina parlerò ai miei soldati, poi rassegnerò le mie dimissioni” – concluse alzandosi e riposizionando la sedia –“ Grazie Bernard” – gli strinse la mano.
Lui ricambiò calorosamente –“Madamigella..io …io vorrei vedervi tra le nostre fila“- la invitò  trattenendo la stretta.
Gli occhi azzurri di Oscar incrociano quelli di Bernard.  Non vi fu nulla da aggiungere. 
“Arrivederci Rosalie” – la strinse a sé e la baciò sulla guancia –“Buona fortuna. Andiamo André “.
La porta si chiuse alle loro spalle. Senza dirsi nulla raggiunsero i cavalli e fecero rientro a palazzo Jarjayes.
Condussero Cesar ed Alexander nella stalla: nessuno dei due proferì parola.
Oscar si avviò verso l’entrata: l’aria si era fatta più fresca e tra i fili d’erba delle aiuole che bordavano il selciato intravvide delle lucciole; si chinò per ammirare meglio quelle piccole lucine volteggiare come in una danza –“André “- allungò un dito sperando che una di loro vi si posasse sopra –“Io non posso fare altro” – cercò di giustificarsi. Alzatasi  portò una mano agli occhi –“…capisci. …non posso chiedere ai miei soldati e a te di sparare sulla gente”- gridò con gli occhi lucidi –“ …tu ora puoi andartene….io…”
André si avvicinò e le prese il viso con una mano mentre con l’altra le asciugò una lacrima.
Oscar chiuse gli occhi si perse in quel gesto così tenero. 
I loro volti erano così vicini da percepire l’uno il respiro dell’altra.  
André fu pervaso da un fremito; il cuore gli batteva all’impazzata.  Gli parve quasi di sentire il sapore delle sue labbra mentre il profumo di Oscar lo inebriava.
Il respiro di André ed i suoi capelli le sfiorarono il viso…il cuore a mille sembrava le pulsasse in gola. Ebbe un senso improvviso di smarrimento.
Schiuse le labbra.
“Oscar!”- chiamò una voce.
Brusco ritorno alla realtà. 
Lei si ritrasse e voltate le spalle arrossì.
Lui deglutì e scaricò in un respiro profondo tutta la tensione e l’eccitazione. 
   
 
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