Capitolo
9
Rein
guardò Shade, mentre sentiva le gote arrossarsi.
-Io…
io…-
Shade
la fissò, poi spostò lo sguardo dietro la turchina, incontrando quello di
Thomas. Il conte era a bocca aperta, stupito e sorpreso tanto quanto il
principe, e quando incrociò lo sguardo del suo amico, scoppiò a ridere. Il
principe iniziò a ridere a sua volta, contagiato dal suo compagno. Le risate
fecero arrossire ancora di più Rein che, in preda
all’imbarazzo più totale, incrociò le braccia al petto e spostò lo sguardo
verso un punto imprecisato della cucina.
-Avete finito?-
Chiese ad un certo punto la turchina, che era
finalmente riuscita a superare l’iniziale stato di imbarazzo per essersi fatta
sorprendere in quel modo dai due, e, anzi, ora, iniziava pure a provare un po’
di rabbia contro la totale mancanza di tatto dimostrata dai due ragazzi.
-Perdonaci principessa, ma a tutto eravamo preparati
tranne che a trovare te qui sotto in questo momento. Pensavamo ci fosse un
intruso-
Thomas si era portato vicino a Shade
e per la seconda volta nel giro di dieci minuti, si ritrovò a rinfoderare la
spada. Rein li fissò
-E voi cosa ci fate esattamente a quest’ora in
questo posto?-
Shade
le puntò un dito contro e la fissò con uno sguardo fin troppo deciso
-Non ci provare. Devi rispondere prima tu alla
domanda. Cosa ci fai qua sotto a quest’ora della notte? E soprattutto, come sai
come arrivare alle cucine?-
Rein
fissò con lo sguardo di Shade, indecisa se parlare
oppure no. Alla fine però, decise che non aveva senso non raccontare la verità,
anche perché non aveva commesso niente di grave, o almeno lo sperava.
-Dreamy
mi aveva detto che c’era un collegamento tra la cucina e il corridoio che serve
per raggiungere la mia stanza. Ho vissuto in un castello da quando sono nata,
so come fare a trovare una porta nascosta, non è stato affatto difficile. Una
volta aperta, è bastato scendere la scala e mi sono trovata qui-
-Non male per essere una principessa-
Disse Thomas, visibilmente colpito. Shade la fissò, e si ritrovò da un lato leggermente stupito
da quel comportamento, ma dall’altro sentì un pizzico di orgoglio e
soddisfazione per l’impresa compiuta dalla principessa. Dopotutto, non era comune
per qualcuno del loro rango girovagare la notte per un palazzo. Le buone
maniere imponevano di non farsi mai sorprendere al di fuori delle proprie
stanze dopo una certa ora, soprattutto quando si parlava di fanciulle
appartenenti alla nobiltà o ad una famiglia reale. Potevano scaturire i
peggiori pettegolezzi da dei fatti del genere. Eppure il principe era colpito e
in positivo. Ma ora che rifletteva un attimo, Rein
aveva risposto solo ad una parte della sua domanda e cioè come aveva fatto ad
arrivare lì, ma non perché si trovasse lì.
-E come mai hai sentito il bisogno di scendere in
cucina a quest’ora?-
Rein
lo fissò. Anche se erano in penombra Shade vide lo
strato di rosso imporporare le sue guance. Con uno sguardo decisamente
mortificato, alla fine la principessa si ritrovò a rispondere
-Ho fame-
Disse semplicemente quelle due parole. Anche se sia Shade che Thomas potevano immaginare che il motivo per cui
si trovasse lì fosse qualcosa del genere, i due furono totalmente spiazzati
dall’onesta e sincera risposta della turchina. Shade si
ritrovò a sgranare gli occhi e aprì la bocca meravigliato. Thomas, invece,
ridacchiò ma non disse niente. Il principe si ritrovò a guardarsi attorno,
cercando qualcosa da dire.
-Bhè…
credo che qualcosa si possa trovare se…-
Shade
si voltò e si ritrovò a fissare meravigliato Thomas.
-Cosa stai combinando?-
Il conte, bloccato a metà dalla frase del principe,
si bloccò di colpo e si voltò verso Shade
-Secondo te? Esaudisco il desiderio della
principessa e sto cercando del cibo-
Thomas si era chinato sulle ginocchia e stava
aprendo ogni sportello che gli stava capitando sotto mano. Ovviamente, dato che
la stanza era buia per potere vedere cosa c’era dentro gli scaffali, Thomas si
era chinato in avanti e aveva la testa praticamente dentro i pensili. Vedendolo
così Shade si ritrovò a domandare come potesse essere
sul serio lui il responsabile della sua sicurezza e di quella del suo palazzo
-Tu quello lo chiami cercare del cibo? Cosa speri di
trovare?-
-Se qualcuno collaborasse forse la ricerca sarebbe
più semplice. Perché non fai un favore sia a me che alla principessa e accendi la
luce?-
Shade
lo fissò allibito
-Stai sul serio dando degli ordini a me?-
Thomas gli sorrise sarcastico
-Non oserei mai. Il mio è più una richiesta di aiuto… accendi la luce a aiutami in questa impresa. E già
che ci sei dopo cerca anche il modo di fare un buon caffè-
Shade
fissò Thomas, poi si girò e borbottando qualcosa che assomigliava molto ad un
‘stupido conte questa te la farò pagare’ si mise a cercare una fonte di luce
sufficiente a rischiare la stanza, o almeno, una gran parte di essa. Rein, nel frattempo, era rimasta ferma senza sapere cosa
fare, o dire. Ad un tratto, una luce irruppe da una lampada posta sul soffitto
della stanza, e la turchina si ritrovò a sbattere le palpebre un paio di volte,
accecata da quell’improvviso bagliore. Una volta che la vista si fu abituata, Rein si ritrovò ad osservare una stanza ben pulita e
ordinata. I lati delle pareti erano ricoperti di ripiani e mensole colmi di
pentole, utensili, ciotole e tutto ciò che poteva servire in una cucina. Al
centro della stanza c’era un’immensa isola, dove al centro erano disposti i
fuochi su cui i cuochi del palazzo cucinavano le pietanze. Rein
si affrettò a raggiungere Thomas, e si mise anche lei alla ricerca di cibo. Non
dovettero cercare molto, perché ad un tratto Thomas lanciò un grido di gioia
-Rein,
credo di avere trovato qualcosa-
E euforico, il conte tirò fuori da uno scaffale una
forma di pane e un vasetto di vetro, al cui interno sembrava essere custodita
dell’ottima marmellata di fragole.
-Anche io ho trovato qualcosa-
Disse Shade, mentre si
avvicinava ai due, tenendo un prosciutto tra le mani. Rein
si illuminò alla vista di ciò che il principe stava portando. Erano sicuramente
dei materiali semplici e poco elaborati, ma era esattamente ciò che la turchina
stava desiderando
-Possiamo fare dei panini. Sia dolci che salati, è
perfetto-
Thomas annuì e Shade
sorrise. Il principe appoggiò il suo bottino sul ripiano e rimase a fissarlo,
soddisfatto della sua scoperta. Thomas appoggiò anche lui il cibo trovato lì
vicino e i tre si fermarono qualche secondo a fissare il loro bottino. Ad un
tratto, Rein si voltò e fissò i due, sorridendo
-Lascio a voi l’onore di tagliare questo splendido
prosciutto. Io mi occuperò di fare un bel the, che ne dite?-
Thomas fissò Shade, e il
principe fissò il conte. Il primo a parlare però fu proprio Thomas
-Principe ti lascio tutto l’onore-
-No no Thomas… lo lascio a
te questo compito-
-Oh andiamo… non potrei
mai fare questo al mio principe-
-Insisto Thomas. Io l’ho trovato, quindi ora tocca a
te tagliarlo-
-Ma non dire questo! Chi inizia un compito lo deve
portare a termine. Me lo hai ripetuto all’infinito non so quante volte quindi
il compito spetta solo e unicamente a te-
-Thomas,
non fare il testardo-
-E tu non fare il principe borioso-
-Perché non puoi fare mai ciò che ti chiedo di
fare?-
-E tu perché non ti puoi mai comportare come si
dovrebbe?-
-Thomas,
sul serio…-
-Oh sentiamo, quale altre insulto hai in serbo per
me ora?-
-Thomas,
giuro che…-
-Shade
veramente, se non fossi un principe io…-
-Non sapete come tagliare questo prosciutto, vero?-
I due, che si erano totalmente dimenticati della
presenza di Rein, si voltarono di colpo verso di lei
e si ritrovarono a fissare gli occhi divertiti della principessa
-Certo che lo so fare-
-Non dire fesserie principessa-
Dissero in coro i due. Rein
scoppiò a ridere, poi si girò e si diresse decisa verso il ceppo dove erano
custoditi i coltelli. Dopo qualche secondo, in cui prese ad esaminare le lame
dei singoli coltelli, alla fine sembrò trovarne uno che la soddisfacesse
abbastanza e si ridiresse verso i due uomini. Poi, senza pensaci, prese il
prosciutto, lo posizionò sul piano da lavoro, si sollevò leggermente le maniche
della vestaglia per avere, così, un movimento più semplice e si preparò ad
affettare il prosciutto.
-Rein,
che cosa stai facendo?-
Le chiese Shade, guardando
lei, il coltello e il prosciutto in sequenza.
-Io affetto. Tu prendi quel bollitori di rame, lo
riempi con l’acqua presa da quel rubinetto e poi la posizioni su quei fuochi.
Nel frattempo tu Thomas vai a prendere un po’ di quei legnetti che sono
accatastati in quell’angolo, apri lo sportello che c’è sotto i fuochi e butta i
legnetti. La brace dovrebbe essere ancora calda quindi, non dovresti avere
problema ad accendere il fuoco. Poi dopo che hai fatto quello, la sai usare una
caffettiera?-
Thomas, esterrefatto da quell’improvviso tono
autoritario di Rein, si ritrovò ad annuire, incapace
di rispondere a parole.
-Bene, dopo avere acceso il fuoco fai il caffè-
I due la fissarono, pietrificati per lo stupore, poi
si fissarono, incapaci di parlare o fare niente. Rein
spostò lo sguardo da uno all’altro poi si portò una mano al fianco e quella che
stringeva il coltello la puntò in direzione dei due
-Avete capito cosa vi ho chiesto di fare, vero?-
I due annuirono, osservando perplessi la punta del
coltello
-Allora vi volete dare una mossa, per favore? Non
vorrei impiegare l’intera notte solo per fare uno spuntino-
I due annuirono ancora e si diedero da fare per
eseguire al meglio gli ordini ricevuti dalla turchina. Rein
si ritrovò a scuotere la testa
-Uomini…-
Dopo dieci minuti, sulla penisola erano comparse tre
tazze, una teiera, una caffettiera, un piatto pieno di panini, uno di biscotti
e qualche fetta di torta, trovati da Shade mentre
cercava le foglie di the da mettere in infusione. Thomas e Shade
stavano bevendo appoggiati ai mobili posti sui lati della stanza, Rein, invece, si era seduta sulla penisola, con le gambe a
penzoloni. I tre stavano in silenzio, intenti a bere e a gustarsi quello spuntino
improvvisato ma decisamente saporito e gustoso.
-Allora, principessa… come
mai sai usare un coltello da cucina, ma soprattutto, e cosa decisamente più
importante, sai affettare un prosciutto come una cuoca provetta?-
-Io e Fine abbiamo rischiato di dare fuoco alla
cucina del palazzo, una volta, cercando di farci un the. Il cuoco del palazzo
allora ci impose di non mettere mai più piede nelle cucine a meno che non
fossimo diventate delle cuoche esperte. Quindi sono stata costretta ad imparare
qualcosa…-
-Stavate per… dare fuoco
alle cucine?-
Chiese sconcertato Thomas
-Non mi stupisce… tu non
le hai mai conosciute da bambine. Io si-
Disse Shade, che
stranamente riusciva perfettamente ad immaginarsi l’accaduto e a ritenerlo,
soprattutto, una cosa plausibile
-Ehi-
Gli rispose la turchina, mezza arrabbiata e mezza
imbarazzata. Sapeva che Shade aveva ragione, ma dirlo
ad alta voce lo faceva sembrare terribilmente offensivo.
-E' la verità-
Si scusò Shade, alzando
leggermente le spalle
-Lo so ma… non è carino
farlo notare, dovresti saperlo-
-Quindi la cosa delle principesse meno principesche
di tutta Wonder è vera… io
avevo sempre pensato fosse una esagerazione, mi devo ricredere-
Rein
lo fissò e si ritrovò ad arrossire visibilmente per quella definizione e rimase
in silenzio, incapace di rispondere e terribilmente mortificata. Shade diede a Thomas un pugno sul braccio
-Thomas!-
Il ragazzo fissò Shade,
meravigliato di quel gesto
-Che c’è? Che ho detto di male ora? Dopotutto è una
cosa che dicevano tutti…-
Shade
alzò gli occhi al cielo, esasperato
-Sei un caso disperato-
Thomas fissò sia Shade che
Rein. Vedendo la turchina, però, visibilmente
mortificata per le sue parole, si ritrovò a darsi dell’idiota da solo e a
concordare, per una volta, con Shade
-Perdonami Rein. Non avevo
nessuna intenzione di offenderti o di mancarti in alcun modo di rispetto-
-Non ti preoccupare-
Gli rispose Rein,
sorridendogli, anche se si poteva vedere che il sorriso non era il suo solito
sorriso spontaneo. Shade guardò torvo il suo amico
che, mortificato, non sapeva cosa fare o cosa dire per rimediare al suo poco
tatto. Tuttavia, fu salvato da ciò che disse Rein
-So che quella definizione era assolutamente
perfetta per me e mia sorella quando eravamo piccole, ed è tutta colpa nostra
per quello. Non avevamo mai avuto voglia di andare a lezione o ascoltare
minimamente quello che ci veniva detto. Se volevamo fare una cosa la facevamo,
e finivamo rigorosamente nei guai tutte le volte. Come se non bastasse, abbiamo
messo così tante volte in imbarazzo noi, la nostra famiglia e il regno che è un
miracolo che siamo ancora chiamate principesse tuttavia…
è una cosa terribilmente imbarazzante. Per quanto ci abbiamo provato, credo che
non ce lo toglieremo mai come soprannome-
Rein
sorrise imbarazzata ai due uomini, e si limitò a bere un sorso del suo the. I
due rimasero in silenzio, senza sapere cosa dire. Shade
stava per parlare quando in modo del tutto imprevedibile e assurdo, fu la
stessa Rein a mettere fine a quel momento. La
turchina, infatti, presa dai suoi pensieri e persa nei suoi ricordi di quando
era bambina, senza riflettere, sollevò le gambe e le incrociò, in modo da stare
in una posizione un po’ più comoda. Non che ci fosse qualcosa di disdicevole in
quella posizione, certo non era una posa molto principesca, ma data
l’informalità della serata era una cosa su cui si sarebbe tranquillamente
potuti passare inosservati. Come ho detto, non vi sarebbe stato nessun problema
su quella posizione, se non fosse stato per l’abbigliamento che la principessa
indossava in quel momento. Infatti, la vestaglia che era stretta alla vita
della giovane da una cintura, data quella posizione, si era naturalmente aperta
ai lati e, così facendo, aveva rivelato la bianca e candida camicia da notte
indossata della principessa. Ma non era solo la camicia da notte ad essere
state esposta, in quel momento. Infatti la camicia si era sollevata leggermente
e data la posizione delle gambe, era salita decisamente troppo e aveva rivelato
una parte decisamente abbondante delle gambe della principessa, una porzione di
gamba che andava dal ginocchio alla caviglia. E il tutto era stato messo in
bella mostra davanti ai due ragazzi che, a quella vista improvvisa, indugiarono
decisamente qualche secondo di troppo ad osservare le gambe della principessa, facendosi tutti rossi in viso per giunta, per avere
visto qualcosa che decisamente non avrebbero dovuto vedere. Infatti Rein era una principessa e in alcun modo, mai un uomo
avrebbe dovuto vedere così tanta pelle regale senza essere, ovviamente, il
marito di essa. E, naturalmente, mai una principessa avrebbe mai dovuto
mostrare volontariamente la sua pelle ad un occhio maschile, a meno che non
fosse in cerca di uno scandalo o stesse facendo qualcosa che contravveniva in
modo assoluto alla rigida etichetta di corte. Naturalmente Rein
si era mantenuta fedele a quella regola, e mai si era fatta trovare in una
situazione così scandalosa, tuttavia, in quel momento, presa dai suoi pensieri,
l’ultima cosa a cui avrebbe potuto pensare, era ciò che stava indossando e la
posizione che aveva assunto. Anzi, era talmente assorta, che senza pensarci, si
ritrovò a voltarsi di nuovo verso i ragazzi e a continuare a parlare
-So che dovrei darmi tutta la colpa per ciò che
abbiamo fatto da bambine ma… eravamo, per l’appunto,
bambine. Le uniche all’interno di un palazzo, pieno di quelli che ai nostri
occhi sembravano vecchi adulti noiosi e decrepiti che non conoscevano affatto
la parola ‘divertimento’. E poi come si può pensare che due bambine a cinque
anni, d’estate, sotto al sole e al caldo con addosso quegli odiosi vestiti e la
crinolina… voi non sapete che tortura sia, veramente,
siete fortunati come uomini a non doverla mai indossare. Comunque, stavo
dicendo, a cinque anni, sotto il sole, due bambine e una fontana…
è normale che ci siamo buttate dentro per giocarci. Ma sapete poi qual è la
parte peggiore di tutta questa storia? Siamo cresciute, e abbiamo studiato. Ho
passato tre anni della mia vita a studiare, leggere, approfondire ogni singolo
aspetto del galateo, delle buone maniere, del ricamo, e delle infinite
cerimonie di corte. So praticamente tutto, sono una enciclopedia vivente per
queste cose. Non mi sono mai più comportata male, non ho mai più dato scandalo,
a parte alla sala del consiglio la settimana scorsa, ma se escludiamo quello,
non mi si può dire niente. Sempre a posto, sempre perfetta, sempre impeccabile
in ogni cosa. E ancora devo sentire quella frase. Insomma è imbarazzante e
umiliante e… ragazzi?-
Fu solo dopo quel lungo discorso, che si accorse che
i due non la stavano guardando ed erano tutti rossi in viso, decisamente
imbarazzati. Shade fissava ostinatamente il fondo
della sua tazza di the, mentre Thomas stava fissando con particolare interesse
l’intonaco del soffitto della stanza.
-Ragazzi…
io starei parlando con voi-
I due annuirono, ma senza guardarla e continuando a
stare in silenzio
-Si può sapere che vi prende all’improvviso? Perché
siete così? Ho detto per caso qualcosa di imbarazzante? Insomma, so che la
parola crinolina vi può dare fastidio a voi uomini ma così mi sembra esagerato-
Thomas fissò Shade e lo
invitò con lo sguardo a farsi avanti e risolvere la situazione in cui si erano
ritrovati. Il principe lo fulminò con lo sguardo, ma poi si schiarì la voce e
posò il suo sguardo negli occhi della turchina, fissandola intensamente.
-Rein…
le tue gambe-
Disse semplicemente il principe con una intensità
tale che lasciò perplessa la turchina. Infatti Rein
non capì subito a cosa il principe si stesse riferendo. Per prima cosa fissò perplessa
Shade, senza sapere cosa rispondere. Piegò da un lato
la testa, pensierosa
-Le mie… gambe? Cosa c’entrano…-
Fu solo in quel momento che Rein
posò lo sguardo al suo ventre, e si osservò. Alzò la testa meravigliata, agitò
le palpebre velocemente un paio di volte, poi si imporporò le guance per
l’ennesima volta quella sera e si affrettò a scendere, veloce. Una volta che i
suoi piedi ebbero toccato il pavimento, si girò e diede le spalle ai due. Si
accovacciò per terra e imbarazzata come poche volte nella sua vita, si ritrovò
a mormorare
-Oddio…-
I due rimasero immobili, senza sapere cosa fare, di
nuovo. Thomas ad un certo punto fece un gesto con le spalle come a dire ‘sei tu
il principe, risolvila tu’ e Shade lo fissò come per
dire ‘perché sempre io?’ Tuttavia, prima che il principe ebbe modo di dire
qualcosa, Rein, che nel frattempo aveva appoggiato le
mani sul bancone come per cercare le forze per rialzarsi, voltò la testa. I
suoi occhi blu fissarono quelli scuri del principe. E fu un attimo. La turchina
iniziò a ridere, talmente imbarazzata per la situazione che si era venuta a
creare. Shade, a sua volta, fu trascinato dalla
risata della turchina, e iniziò a ridere di gusto. Thomas era rimasto l’unico a
non venire contagiato da quel momento. Alzò gli occhi al cielo e mormorò
-Altro che principesse poco principesche. Voi due
siete dei matti di reali, ve lo dico io-
Detto questo, si portò la tazza di caffè alla bocca
e riprese a bere, come se niente fosse. E a quella vista, sia Rein che Shade scoppiarono a
ridere ancora di più.
Dopo l’abbondante spuntino di mezzanotte, condito
anche da quelle risate extra e del tutto inaspettate, i tre decisero che era
ora di tornare ognuno nelle proprie stanze. Ciò che aveva decretato la fine di
quel momento così tranquillo e di assoluto piacere, erano stati gli insistenti
sbadigli della principessa, che senza potere fare niente, nel giro di pochi
minuti ne aveva avuti cinque o sei. Shade e Thomas si
scambiarono un’occhiata, e ad un cenno di Shade, il
conte pose fine a quel momento
-Altezze, scusatemi, ma io devo tornare ai miei
doveri. Qualcuno qui deve faticare per vivere-
-Se ti riferisci alle guardie che sono ai tuoi
ordini, per una volta ti do ragione. Loro si che lavorano, nonostante quel
lavativo del loro capitano-
Disse Shade, sarcastico.
Thomas gli lanciò uno sguardo di disappunto, ma non disse niente. Invece si
voltò vero Rein
-Principessa, grazie per la compagnia. È stato uno
dei migliori spuntini di mezzanotte che abbia mai fatto-
-Grazie a te-
E detto ciò, i tre presero ad avviarsi verso i piani
superiori. Shade insistette, però, per scortare Rein fino alla sua stanza, così i tre presero la stessa
strada. Quando arrivarono al piano terreno, Thomas si staccò dal gruppo e si
avviò verso una porta chiusa
-I miei appartamenti. Spero non ti dispiaccia Rein se ti faccio accompagnare da Shade
nelle sue stanze. Sembra pericoloso, ma in realtà è innocuo-
Shade
alzò gli occhi al cielo, ma decise di lasciare a Thomas l’ultima frecciata
della serata. Dopotutto si sentiva ancora in debito con il conte per ciò che
aveva fatto per Rein alla festa, quindi aveva deciso
che per una volta poteva averla vinta. Ma solo per una volta.
-Non ti preoccupare Thomas, so difendermi nel caso-
-Ehi!-
Disse Shade, totalmente
preso di sorpresa dalla risposta della turchina. La principessa ridacchiò e
Thomas si lasciò andare ad un leggero colpo di tosse che sembrava una piccola
risata.
-Rein,
lasciatelo dire. Mi piaci sempre di più. E tu Shade…
dovresti sul serio pensare di fare una mossa con lei. Sarebbe una meravigliosa,
splendida e perfetta regina. Sarei onorato di poterti chiamare “mia regina”-
Rein
arrossì e non disse niente, troppo meravigliata da quelle parole. Senza che
potesse impedirlo, un sorriso le spuntò sul volto, e chinò leggermente la
testa, in un piccolo cenno di assenso, che in quel momento voleva dire solo una
cosa “grazie per ciò che hai detto”. Shade, invece
ebbe una reazione leggermente diversa. Si fece tutto rosso in viso, poi fu come
se fosse colto contemporaneamente sia da rabbia che da un senso di
compiacimento. Quello che venne fuori fu solo e semplicemente un nome
-Thomas…-
Il conte, più meravigliato dalla reazione del suo
principe che non da quella della principessa, lanciò a Shade
un sorriso compiaciuto, ma non disse niente altro. Si avviò alla sua porta e
con un colpo deciso la aprì. Si affrettò ad entrare, ma prima che la porta
fosse chiusa del tutto si potè sentire chiaro e
distinto un
-Buonanotte-
Poi la porta fece il classico rumore di una
serratura che veniva chiusa, e tutto ciò che rimase furono i due principi, al
silenzio, e entrambi preda di un leggero imbarazzo. Shade
guardò di sottecchi la ragazza, ma tutto ciò che vide furono i capelli della
ragazza, che le coprivano in quel momento il volto. Credendo che Rein fosse in preda del più profondo imbarazzo, Shade si affrettò a scusarsi in nome del suo amico
-Rein,
scusa. Ti prego, non dare peso alle parole di quell’idiota. Thomas è…-
Ma il principe fu sorpreso dalla risata della
principessa. La ragazza gli poggiò la mano sul braccio e gli rivolse un
bellissimo sorriso
-Non ti devi ne scusare ne preoccupare. Anzi,
permettimi di dirtelo: adoro la vostra amicizia, sai? Mi piace il modo in cui
vi prendete in giro, adoro vedervi così affiatati, vi capite al volo, senza
bisogno di parole. È bello vedere cosa può fare un’amicizia vera e sincera come
la vostra-
Shade
rimase basito dalle parole della principessa. Tutto si sarebbe aspettato,
tranne che sentire quelle parole uscire dalla bocca di Rein.
Si ritrovò a sorridere e a scuotere la testa
-Hai il potere di lasciarmi sempre senza sapere cosa
dire. Sei una sorpresa continua, lo sai?-
Rein
sorrise, e si avviò verso la scalinata. Aveva appena appoggiato il piede sul
primo gradino, che si fermò e si voltò verso di lui, che era rimasto fermo ad
osservarla.
-Ovvio che ti lascio senza parole. Sono una
principessa dopo tutto, no?-
Shade
rise, annuendo con la testa. Poi si affrettò a raggiungerla. Quando si poterono
guardare negli occhi, Shade vide una luce diversa
negli occhi della ragazza, qualcosa che non credeva mai di avere visto
-Allora principe, vuoi deciderti ad accompagnarmi
alla mia stanza si o no?-
Shade
la osservò e forse sarà stata la penombra della sala, la combinazione della
vestaglia turchese della principessa assieme ai suoi capelli sciolti, ma Shade ebbe l’impressione che non potesse esistere una donna
più bella di lei in tutto in regno. Stava per dirle qualcosa, ma si trattenne e
non le disse niente. In silenzio le fece un inchino, poi si mise esattamente di
fianco a lei e le porse il suo braccio. Rein non ci
pensò neanche un secondo, e prontamente lo afferrò. Non si dissero niente
altro, ma presero a salire in silenzio la scala, sorridendo entrambi. Arrivarono
così al pianerottolo del primo piano, e Shade si diresse
verso la porta che conduceva al corridoio dove la camera della principessa era
situata. Prima di aprire la porta, però, si staccò dalla turchina, si accostò
piano alla porta e, cercando di non fare nessun rumore, la aprì piano piano e sbirciò nel corridoio. Dopo il controllo, si voltò
verso la principessa annuendo. Rein, che era rimasta
un attimo perplessa da quel comportamento, doveva avere sul viso un’espressione
di stupore, perché Shade, vedendola così, si affrettò
a dare una spiegazione
-Volevo solo controllare che il corridoio fosse
vuoto. Non vorrei che qualcuno, vedendoci a quest’ora insieme, soprattutto dato
il tuo abbigliamento, potesse fraintendere e dare così vita a delle voci strane
nei tuoi confronti-
Rein
si ritrovò ad annuire. Shade aveva ragione. Dopotutto
lei era in vestaglia e pantofole, era l’una passata di notte, e di sicuro lei
avrebbe già dovuto essere nel mondo dei sogni, non girare per il castello in
compagnia di un uomo. Shade le aprì la porta, e lei
si affrettò ad entrare. Era come aveva detto il principe, il corridoio era
deserto. I due proseguirono in silenzio, a passo svelto, verso la porta della
stanza di Rein.
-Grazie-
-Un dovere ma un piacere. Non potevo lasciarti
andare da sola, dovevo assicurarmi che arrivassi sana e salva-
-Mi riferivo alla serata, al ballo. Grazie per
avermi fatto aiutare e soccorrere da Thomas-
Shade
la guardò senza dire niente.
-Sei fortunato ad avere un amico così leale-
-Lo so-
-E grazie anche per il ballo. È il ricordo più bello
che ho della serata-
Rein
era leggermente arrossita, e un leggero color porpora le si diffuse sulle gote.
Per la prima vera volta, Shade sentì il forte impulso
di chinarsi verso di lei e di baciarla. Tutto quello che riusciva a pensare era
che era bellissima. Mai aveva provato una sensazione così forte come gli stava
succedendo in quel momento. Stava combattendo con questo sentimento, quando fu
preso in contropiede proprio dalla turchina. Rein
infatti, veloce e rapida, si avvicinò a Shade, gli
mise una mano sulla spalla, si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio
sulla guancia. Non si staccò subito, accostò la sua bocca all’orecchio del
principe e gli bisbigliò piano
-Grazie per essere al mio fianco. Non ce l’avrei mai
potuta fare se fossi stata da sola, non sarei riuscita a tornare a sorridere
così tanto senza di te. Grazie-
Detto questo, si allontanò da lui, aprì la porta
della sua stanza e la chiuse, senza lasciare a Shade
il tempo di reagire o di dire niente. Shade si
ritrovò così ad osservare la porta bianca chiusa. Appoggiò una mano contro il
legno, e per un attimo, ebbe come l’impressione di sentire la presenza della
turchina dietro quella porta. Aveva come la sensazione di riuscire a percepire
ancora il calore del corpo della turchina, anche attraverso la spessa porta di
legno. Appoggiò la fronte anche contro la porta e mormorò
-Buonanotte Rein-
Rimase ancora qualche secondo fermo lì, poi se ne
andò. Durante il tragitto si portò una mano sulla guancia dove le labbra della
principessa l’avevano sfiorato e si ritrovò a sorridere. Con passo spedito si
diresse verso i suoi appartamenti, improvvisamente stanco per tutta la serata.
Preso com’era dai suoi pensieri, tuttavia, non si accorse di essere passato
davanti ad una porta socchiusa. Quella notte, infatti, alcuni membri della
nobiltà, avevano avuto l’onore di essere ospiti del palazzo, e le camere poste
vicino agli appartamenti della principessa Rein erano
tutti occupati da membri dell’alta società. E qualcuno, in silenzio aveva visto
tutto quanto. Aveva visto quello scambio di effusioni. Qualcuno, nell’oscurità,
aveva visto quel bacio.
La mattina era stata colta dai dolci raggi del sole
che avevano rischiarato il cielo, donandogli un meraviglioso colore azzurro
tenue. La luce penetrava in ogni angolo che le era disponibile, come dalle
grandi finestre della stanza, le cui tende, che non erano state tirate la sera
precedente, non potevano fare niente per impedire a quel fiume di luce di
illuminare la stanza. Nonostante la luce abbondante che le colpiva direttamente
il viso, l’occupante del grande letto bianco, continuava a dormire
indisturbata. Sembrava che niente potesse interrompere quel placido, lento e
profondo sonno. Ad un tratto si sentì un forte e deciso bussare alla porta. La
figura distesa nel letto si mosse leggermente, per un attimo disturbata da quel
rumore, ma non bastò per destarla dal sonno. Il bussare, tuttavia, si faceva
sempre più insistente, e, dato che non era ancora stata ricevuta una risposta,
alla fine, la porta fu aperta, rivelando una furiosa figura femminile sulla
soglia.
-Principessa!-
Urlò la donna, entrando a grandi passi nella stanza
e avvicinandosi al letto. La principessa, ancora profondamente addormentata,
non si era mossa, ancora sprofondata nel suo sonno.
-Principessa! Vi dovete alzare, siete già in
ritardo-
La principessa aprì leggermente un occhio, ma tutto
ciò che fece fu girarsi dall’altra parte e rannicchiarsi ancora di più sotto le
coperte
-Ma insomma… principessa-
Esasperata per quella routine quotidiana, la donna
si avvicinò al letto e iniziò a scuotere vigorosamente la ragazza. Dato che
neanche quello sembrava funzionare e niente sembrava capace di destare la
figura ancora beatamente addormentata, l’unica cosa da fare era solo una
-Mi dispiace altezza, ma l’avete voluta voi-
Con una mano decisa la donna afferrò la coperta del
letto e con un movimento veloce e deciso, tirò forte verso di se. L’improvviso
spostamento della coperta, unito all’improvvisa perdita di calore, provocò
nella principessa un movimento istintivo, e si ritrovò subito seduta sul letto,
gli occhi aperti e spalancati e una espressione mista di paura e sorpresa sul
volto. Dopo qualche secondo di smarrimento la giovane, osservando la figura che
la stava guardando con una espressione esasperata sul volto e la coperta che
teneva in mano, si ritrovò ad abbassare la testa, in un silenzioso gesto di
scuse
-Sono sveglia, sono sveglia. Che cosa succede?-
-Siete in ritardo principessa. Vostra madre vuole
vedervi, anzi, vi voleva avere già visto, ben dieci minuti fa-
La ragazza sgranò gli occhi per la sorpresa e anche
per un po’ di paura. Si alzò di scatto dal letto, precipitandosi verso il suo
armadio alla ricerca di qualcosa da mettersi
-Perché non mi hai svegliato prima Marianne? Sai
quanto mia madre odia vedermi arrivare in ritardo-
-Ci ho provato, altezza. Ma sapete meglio di me
quanto siete impossibile la mattina-
La principessa si vestì in un lampo e dopo pochi
minuti, era già fuori dalla sua stanza, diretta a passo veloce verso gli
appartamenti di sua madre. Tuttavia la principessa non sapeva che Marianne
ormai conosceva bene la routine mattutina della principessa, e per precauzione,
aveva mentito alla giovane per farla arrivare in orario. Anzi, Marianne era
stata così brava che la principessa era addirittura in anticipo rispetto
all’orario previsto. E fu così che la giovane, arrivò davanti alla porta della
stanza dell’appartamento di sua madre, leggermente ansante, ma in perfetto
orario. Si fermò un secondo per riprendere fiato e per sistemarsi una ciocca di
capelli dietro l’orecchio, che data la corsa era sfuggito dall’acconciatura di
fortuna che si era fatta e fu grazie a quel secondo di tempo che si era
concessa, che la giovane si rese conto che la porta della stanza era socchiusa,
e grazie a quello spiraglio, si sentivano delle voci parlare in modo concitato
all’interno. Senza esitare la ragazza si avvicinò alla porta, e si mise in
ascolto. C’erano due persone che stavano parlando, una era la regina e l’altra
era la voce di un uomo, e la principessa e non ci mise molto a capire chi era
colui che stava parlando
-Sei sicura di questo?-
-Si. Lady Anne era a palazzo ieri sera. Mi ha
riferito tutto ciò che ha visto questa mattina-
-Ma è una cosa che non ha senso!-
-So che può sembrare folle, lo so. Ma è proprio ciò
che ha detto. Intimi è la parola che ha usato-
-Questo l’ho capito… ma
cosa intendeva con intimi?-
-Che il livello di intesa era molto forte, quasi
palpabile. Mi ha detto che avevano una complicità tale da non potere non essere
notata o scambiata per altro-
-Ma era solo un ballo-
-Un ballo può essere molte cose-
-Ma si conoscono da quando sono bambini! Cosa altro
si potevano aspettare. Era ovvio che avessero un certo grado di affinità-
-Non essere così ingenuo. È vero, si conoscono da
quando sono bambini, ma vi è molta differenza tra una complicità di vecchia
data e un rapporto di intimità. Dovresti saperlo-
-Sono solo chiacchiere da cortigiani. Sai come si
divertono ad ingigantire le cose e a vedere possibili scandali ovunque-
-Ma hai visto anche tu cosa è successo al palazzo
dei saggi, giusto? Non solo l’ha aiutata, l’ha difesa!-
-Si, ammetto di essere rimasto sorpreso con quel suo
gesto nei suoi confronti, ma…-
-E non hai visto lo sguardo che mi ha lanciato ieri,
a palazzo. Non era solo amicizia, c’era… c’era
qualcos’altro. Non era solo protettivo era… avrebbe
ucciso per lei-
-Non fare la melodrammatica ora-
-E mi fido di Lady Anne. Se lei dice di avere visto
qualcosa di anormale nel loro grado di complicità, io le credo-
-Stai veramente affermando che possono provare
qualcosa l’uno per l’altro? Stai veramente insinuando che si possano.. amare?-
-No, questo no. Ma sto solo dicendo ciò che è
sembrato a tutti quelli che li hanno visti. Hanno una complicità innegabile e,
non dimentichiamo, lui è noto per non ballare mai, con nessuno-
-E ha ballato con Rein…-
Seguì un attimo di silenzio, prima che l’uomo
riprendesse a parlare.
-Sul pian piano politico non cambia niente-
-Ma cambia tutto sul piano personale-
-In realtà no-
-Come puoi essere così insensibile Tolouse!-
-Sono solo realistico, come dovresti essere anche
tu. Se pensi come regina…-
-Ma sono anche una madre!-
-Ma sei soprattutto una regina-
-Stai insinuando che dovrei pensare solo alla
stabilità del regno e non a quella delle mie figlie?-
-Si, in questo momento si. Dal regno della Luna non
era mai arrivata nessuna proposta di matrimonio, e lo sai-
-Ma Fine, lei…-
-Lei ha sempre pensato che un giorno avrebbe sposato
il principe Shade, lo so. Eppure non abbiamo mai
avuto conferma di questa cosa. Una alleanza sarebbe formidabile per il regno
attraverso un loro matrimonio, ma alla fine, cosa importa quale principessa Shade sposerà? Finchè la scelta
ricade tra una delle nostre figlie io mi riterrò soddisfatto-
-Come puoi dire questo!-
-Non provare a farmi passare per ciò che non sono
Elsa. Sai meglio di me ciò che in questi anni abbiamo cercato di fare-
-Di cosa stai parlando?-
-Fine è l’erede al trono-
-Assieme a Rein. sono
entrambe eredi…-
-Ma sai meglio di me che Rein
non è mai stata la prima in linea di successione. Fine lo è. Fine è destinata ad
essere regina del regno del Sole. Solo nel caso in cui Shade
chiedesse la mano di Fine allora Rein avrebbe preso
il suo posto, ma questo sembra non essere il caso, anzi sembra non essere stato
mai il caso. Quindi non vedo la tua preoccupazione quale sia-
-Avevamo sempre detto che entrambe avrebbero avuto
lo stesso diritto…-
-Non sei una donna così ingenua Elsa e non cercare
di esserlo adesso. Hai visto anche tu il ruolo maggiore che assegnavamo a Fine
ogni volta, credevo avessi capito la mia decisione ormai e dato il tuo non
opporti credevo avessi appoggiato questa decisione. Persino Rein
lo aveva capito, prima ancora che io glielo dicessi-
Seguì un lungo secondo di silenzio, prima che la
voce di Elsa si fece risentire, bassa e quasi in un sussurro, ma terribilmente
chiara
-Cosa hai fatto?-
-Le ho detto la verità-
Seguì un altro lungo silenzio. Fine, ascoltando la
conversazione, probabilmente stava provando lo stesso senso di sbalordimento di
sua madre
-Tu hai detto a nostra figlia che l’avevi messa su
un altro piano rispetto a sua sorella?-
-Era una decisione che andava presa e l’ho fatto.
Pensavo avrei dovuto chiedere ad un membro della nostra corte di prendere in
moglie Rein, ma se è vero che il principe Shade prova qualcosa per lei, e addirittura la volesse
prendere in sposa, sarà una vittoria per tutti. Avremo entrambe le nostre
figlie regine e formeremo una alleanza con uno dei regni più importanti di Wonder. Un giorno potremmo anche avere un’unione dei regni,
ci pensi? È una vittoria per tutti-
-A discapito del rapporto tra le nostre figlie? Come
pensi si sentirà Fine quando saprà che l’uomo che ama potrebbe amare sua
sorella? E come pensi che mai Rein possa anche solo
pensare un giorno di sposare un uomo che sa essere amato dalla sua sorella
gemella?-
-Fine crede di amare Shade?
Andiamo Elsa, è solo una cotta giovanile che abbiamo lasciato crescere troppo.
Non appena incontrerà l’uomo giusto, si dimenticherà di Shade
in un istante. Non si può certo pensare veramente di sposare un uomo di cui ci
si è innamorati a otto anni, sono assolutamente certo che Fine lo sappia da
sola. Abbiamo due figlie intelligenti, vedrai che capiranno. Dopotutto sanno
perfettamente quale sia il loro ruolo e sapranno mettere da parte i loro
sentimenti personali per il regno. L’amore dopotutto non è indispensabile…-
-E il nostro matrimonio allora? È basato sull’amore!
Tu hai scelto me perché mi amavi e io amavo te!-
-Siamo stati un caso fortunato, non lo nego, ma non
ho mai pensato potesse essere qualcosa che potesse capitare alle nostre figlie,
anzi, mi meraviglio che lo possa avere pensato tu-
-Esci subito dalla mia stanza-
Re Toulouse fece un sospiro
e si avviò verso la porta. Fine, prontamente, si nascose dietro di essa, in
modo da non essere vista
-Non essere sciocca, mia adorata. Sai che quello che
dico è la realtà dei fatti, e so che ne converrai con me-
Il re uscì dalla stanza, e se ne andò, diretto verso
la sala del trono, molto probabilmente. Non si accorse, passando, della figura
nascosta dietro la porta e forse fu un bene. Il viso di Fine in quel momento
esprimeva tutto ciò che provava. Sgomento, rabbia e dolore. Non cercò nemmeno
di ricomporsi mentre usciva dal suo nascondiglio ed entrava nella stanza di sua
madre. Non appena Elsa la vide, non ci fu bisogno di dire niente. La regina
corse incontro alla propria figlia e la abbracciò forte a se.
-Non ti preoccupare, vedrai che ogni cosa si sistemerà-
-Ma papà ha detto…-
-Deciderai tu il tuo destino, non tuo padre-
-Ma Rein… è vero? Quello
che ho sentito è tutto vero?-
Elsa guardò sua figlia.
-Si, è la verità. Ieri sera c’è stato un ballo al
castello della Luna, una presentazione ufficiale di Rein
nella sua nuova veste alla corte della Luna. Era prevedibile che Moon Maria facesse
una cosa del genere, su questo non devi pensare che Rein
abbia avuto un trattamento di preferenza, l’etichetta lo imponeva-
-E da etichetta Rein e Shade dovevano ballare, giusto?-
Elsa annuì
-Esatto ma…-
-Ma Shade non balla mai…-
Elsa annuì ancora
-Ma ha ballato con mia sorella-
-Si, ha ballato con lei-
-Saranno stati una bellissima coppia immagino-
-Fine…-
Fine sorrise alla madre, cercando di rassicurarla
-Shade
è un nostro caro amico fin da quando siamo bambine. E ci ha sempre aiutato
quando ne avevamo bisogno. Sono sicura che sarà stata una occasione del genere… dopotutto sai meglio di me quanto io e Rein ci troviamo a disagio nelle occasioni formali-
Elsa riusciva a vedere il debole tentativo di sua
figlia di calmare lei, ma soprattutto di calmare se stessa.
-Probabilmente hai ragione. Sto diventando una madre
decisamente troppo preoccupata-
Fine le sorrise, ma era un sorriso di circostanza e
anche se il suo volto sorrideva, gli occhi mostravano tutt’altro. Elsa decise
ancora una volta di ignorare quella sensazione e fare finta di niente. L’unica
cosa che aveva sempre voluto era avere una famiglia piena di amore e calore, in
cui le sue figlie crescessero spensierate, felici e soprattutto unite. Ora le
sembrava che tutto quanto fosse stato un sogno o una allucinazione. Mai aveva
sentito una lacerazione così profonda e mai aveva visto le sue due adorate
figlie così lontane l’una dall’altra. Possibile che non se fosse resa conto
prima? Come aveva fatto ad essere così cieca? Come aveva fatto a perdere di
vista il cuore delle sue bambine in modo così clamoroso? Doveva fare qualcosa a
riguardo.
-Mi avevi fatto chiamare per qualcosa, madre?-
La voce di Fine la riscosse dai suoi pensieri.
-Si in realtà si. Ma credo che la cosa possa
aspettare. Che ne dici se questa mattina la passiamo insieme io e te? Niente
impegni di corte, niente udienze, niente occasioni ufficiali?-
Gli occhi di Fine si allargarono per la sorpresa e
la meraviglia di quella proposta così inaspettata da parte di sua madre.
-Certo-
Rispose subito. Elsa le sorrise.
-Benissimo, allora concedi a tua madre qualche
minuto per sistemarsi e rendere presentabile, va bene? Tu intanto va a fare colazione.
Ti raggiungo io dopo-
Fine annuì e salutando la madre con un sorriso, si
avviò verso la porta. Una volta scomparsa dalla sua vista, Elsa si diresse
veloce verso la sua scrivania. Prese prontamente un foglio, intinse la penna
nel calamaio e si affrettò a scrivere veloce una lettera. Dopo aver fatto
asciugare l’inchiostro, la sigillò e scrisse chiaramente il destinatario della sua
missiva. Fatto questo chiamò la cameriera.
-Chiamatami subito Lady Anne-
Una volta che la donna fu arrivata, la regina le
consegnò la lettera chiusa.
-Portala personalmente. Aspetta e assicurati che la
legga, ti prego-
La donna annuì e senza aggiungere una parola fece un
inchino e se ne andò.
-Ti prego, fa che questo possa aiutare-
Fu la preghiera della regina, che si perse nel vuoto
della sua camera da letto.
La contessa Trudy
passeggiava da sola per l’ampio giardino del palazzo. Aveva mille pensieri per
la testa e non riusciva a trovare pace. Aveva sperato che la camminata
mattutina la potesse aiutare a
schiarirsi le idee ma era stato tutto vano. Continuava a vedere e rivedere la
scena a cui aveva assistito ieri sera e sentiva montare dentro di se una rabbia
ceca. Possibile che fosse stata l’unica a vedere oltre la coltre di apparenza
che si era creata? Possibile che fosse l’unica a vedere le cose per quello che
erano? Dopotutto lei sapeva bene che sorrisi, parole dolci e visi angelici
nascondevano in realtà tutt’altro. Aveva imparato a sue spese cosa si poteva
celare sotto strati di crinolina e organza. E ciò che aveva visto confermava
tutti i suoi più temibili dubbi. La bontà nel loro mondo non esisteva,
apparenza e falsi caratteri erano dominanti in un mondo dove la scalata sociale
era tutto. Lei lo sapeva, lei aveva visto cosa si poteva celare nel cuore di
una persona disposta ad ogni cosa per avere un briciolo di potere. E persa
nella sua solitaria camminata mattutina, si lasciò andare a ricordi, ricordi a
cui non si voleva abbandonare, ma che inesorabili, tornavano sempre a
tormentarla. E così si ritrovò esattamente ad un anno fa, a casa sua. Ricordava
ancora perfettamente quel giorno, ricordava ogni singolo attimo di quel momento
della sua vita. E quella voce, quella maledetta voce che la chiamava a gran
voce. E lei che piangeva, sfogando quel dolore che le lacerava il petto…
-…Trudy!-
Trudy
si riscosse di colpo, sobbalzando per lo spavento. Dritto dietro di lei vide un
uomo, qualcuno che conosceva fin troppo bene e a cui continuava a volere fin
troppo bene
-Thomas-
-Alla buon ora. È un sacco che ti chiamo-
-Scusami, ero sovrappensiero-
-Ho notato…-
Thomas le si affiancò e la fissò preoccupato . Aveva notato che era terribilmente pallida e
tremava leggermente.
-Stai bene? Stai tremando-
La donna annuì
-E’ solo l’aria fresca della mattina. Sto bene-
-Lo sai che ti conosco da sempre, vero? Lo so quando
menti, non mi inganni contessina-
-E tu sai altrettanto bene, che se una cosa non te
la voglio dire non te la dico. Puoi minacciarmi in tutti i modi, ma sai che è
così-
Thomas si ritrovò ad annuire, convenendo con lei.
-Sei sempre stata fin troppo brava a tenerti i tuoi
segreti. Va bene, non vuoi confidarti con il tuo amico fai come desideri. Ma
sappi che sono sempre a tua disposizione, quando vorrai-
Trudy
non gli rispose, ma gli mise una mano sul braccio, sorridendogli. Era grata di
essere amica di Thomas. Non era mai stato troppo invadente, aveva sempre
rispettato i suoi tempi e spazi. Nel mondo dovevano esserci più persona come
lui.
-Almeno posso chiederti di farmi compagnia per la
colazione?-
-Io e te? Da soli? Credi che sia una donna di così
facili costumi?-
Thomas ridacchiò, prima di darle il braccio, offerta
che lei accettò senza esitazione.
-Puoi stare tranquilla per la tua reputazione, con
me rimarrà intatta. Dopotutto sono la persona più integerrima e dedita al
dovere che troverai in tutto il palazzo, ma che dico, in tutto il regno. Ma
dovresti saperlo, dopotutto siamo amici fin da quando siamo bambini-
Trudy
sorride, ma il suo sorriso non raggiunse i suoi occhi.
-Tante cose possono cambiare, Thomas. Sono passati
anni da quando eravamo bambini-
-Io ti conosco e conosco il tuo cuore Trudy. Che cosa ti attanaglia?-
Trudy
non rispose, si limitò a camminare in silenzio.
-Vorrei avere la tua cieca convinzione Thomas-
-Che vuoi dire?-
Prima che Trudy potesse
rispondergli, una guardia si avvicinò veloce ai due
-Comandante, vi stavo cercando-
-Cosa succede?-
-Un messaggio da parte della regina-
L’uomo consegnò un foglietto a Thomas che non perse
tempo e lo lesse subito. Leggendo quelle poche righe, si aprì in un sorriso e
si voltò verso Trudy
-Puoi stare tranquilla per la tua reputazione-
Trudy
alzò un sopracciglio perplessa
-A quanto pare alla nostra colazione romantica si
sono aggiunte più persone di quanto potessi immaginare-
Rein
quella mattina era di buon umore. Anche se non aveva dormito molto quella
notte, era felice e sollevata. Quando Dreamy l’aveva
svegliata le due avevano chiacchierato allegramente. Ovviamente l’argomento era
sempre il ballo della sera precedente con riflessioni sulla serata in generale,
dalle persone presenti ai fatti più eccitanti. Tuttavia le loro chiacchiere
erano state interrotte dall’arrivo di una guardia reale, guardia reale che Dreamy conosceva fin troppo bene
-Dwight,
cosa ci fai qui? Come osi interrompere sua altezza così presto? Che cosa sei
venuto a fare?-
Rein
vide in povero Dwight diventare tutto rosso in faccia, mentre spostava lo
sguardo tra lei e la sua cameriera. Alla fine mormorò qualcosa, che tuttavia
risultò incomprensibile per le due donne
-Che cosa hai detto?-
Lo attaccò Dreamy, sempre
più spazientita dal suo comportamento
-Principessa…
colazione…-
-Cavaliere Dwight, guardia reale per miracolo, vuoi
parlare chiaro in modo che sua altezza possa capire?-
Prima che Dwight potesse parlare, Rein decise di intervenire
-Dreamy,
per piacere, mi potresti portare lo scialle? Credo di averlo lasciato in camera
da letto. Quello verde-
Dreamy
la guardò sorpresa, come se si fosse accorta solo ora della presenza della
principessa
-Lo scialle?-
Rein
annuì
-Certo principessa, ve lo porto subito-
Una volta che la ragazza fu sparita dalla vista, Rein si rivolse alla guardia
-Posso avere il messaggio adesso?-
Dwight annuì, e regalò un sorriso grato alla
principessa
-Sua maestà la regina vi aspetta per la colazione,
altezza. Vi sta aspettando e se vorrete, sarà mia premura accompagnarvi-
Rein
rimase sbalordito da quella novità. Di solito la colazione era sempre lasciata
libera, se lo si desiderava si poteva raggiungere la sala da pranzo del
palazzo, oppure fare colazione nei propri alloggi, che era la soluzione che Rein aveva sempre preferito. Le piaceva godersi la
mattinata in pace, sorseggiando una tazza di the prima di iniziare con gli
impegni della giornata. Moon Maria sembrava avere capito quel bisogno e l’aveva
sempre rispettata nelle sue scelte, quindi quel messaggio era decisamente
strano. Doveva trattarsi di qualcosa di particolare per avere una richiesta del
genere. Sul suo viso si doveva essere disegnata una espressione di stupore,
dato che Dwight, osservandola, si affrettò a spiegare ciò che stava succedendo.
-Sua maestà ha pensato fosse una buona occasione per
voi, altezza, per conoscere meglio alcuni membri della corte, ovviamente
selezionati da sua maestà in modo che la colazione possa essere il più
piacevole per tutti quanti-
Rein
si ritrovò ancora più perplessa, ma capiva ciò che era stato sottinteso. Moon
Maria voleva che passasse ancora del tempo con alcuni membri della corte, e il
fatto che li avesse selezionati lei personalmente la faceva stare tranquilla.
Però c’era qualcosa che non la rendeva calma e quella sensazione era ciò che la
turbava di più. Non era la prima volta che si trovava in una occasione simile e
dopotutto aveva già avuto modo di conoscere alcuni membri della corte la sera
precedente, tuttavia una colazione garantiva del tempo per fare conversazioni
decisamente più approfonditi che non una presentazione ufficiale dove venivano
scambiati solo dei convenevoli. E lei sapeva perfettamente che, nonostante il
caldo benvenuto della famiglia reale, lei restava sempre e comunque una
principessa straniera. Sperava, almeno, che avrebbe avuto un valido aiuto al
suo fianco
-Il principe sarà presente?-
Dwight sembrò sorpreso dalla domanda
-Ovviamente maestà.
È stato lui a mandarmi qui per avvisarvi-
Rein
non potè evitare di lasciarsi andare ad un sorriso
spontaneo
-Altezza, ho trovato il vostro scialle-
Rein
si voltò sorridente verso Dreamy
-Perfetto, grazie Dreamy.
Cavaliere Dwight, fatemi pure strada-
Dwight le fece un piccolo inchino e si incamminò
seguito dalla principessa e da Dreamy, che per la
prima volta non aveva avuto niente da ridire contro il povero Dwight e che
anzi, presa alla sprovvista per quello sviluppo così repentino, si avviò veloce
dietro la principessa.
Shade
camminava avanti e indietro davanti alla porta della sala dove sua madre aveva
deciso di tenere quella colazione. Come luogo, infatti, era stata scelta una sala
al piano terreno del palazzo, una sala che si affacciava direttamente sul
giardino reale e da cui era possibile ammirare la fioritura di esso in tutto il
suo splendore grazie alle grandi vetrate che coprivano un’intera parete della
sala. In origine, la sala era stata creata per essere una piccolo giardino
invernale, dove piante e fiori, protetti dal freddo dell’inverno, potessero
continuare a crescere al caldo. Le grandi vetrate, infatti, all’origine
servivano per permettere ai caldi raggi del sole di inondare la sala e di
riscaldarne la temperatura, e adesso consentivano a chi stava dentro di godere
di una vista meravigliosa sul giardino. Ma anche la sala non aveva nulla di
meno della vista che offriva. I colori delle pareti erano di un giallo
avvolgente, e il pavimento, un meraviglioso marmo bianco, non faceva che
ampliare l’effetto della luce del sole. La prima volta che qualcuno entrava in
quella sala, aveva come l’impressione di entrare in un piccolo raggio di sole.
Tuttavia, la funzione originaria della sala, non era stata del tutto
abbandonata. Anche se al centro di essa si ergeva un imponente tavolo di legno
di ciliegio che poteva ospitare fino a quindici persone, le pareti e gli angoli
della sala ospitavano alcune delle piante più rare del castello, con fiori
variopinti e alberi le cui voglie avevano un verde brillante come mai si poteva
vedere. L’effetto d’insieme era un luogo caldo, accogliente e rigoglioso,
l’ideale per ospitare delle piccole occasioni di corte, o piccoli momenti di
svago per la famiglia reale. Si diceva che quello fosse uno dei luoghi
preferiti della regina Moon Maria, un luogo che amava così tanto che durante le
giornate d’inverno, una poltrona veniva portata in quella sala dove la regina
poteva sedersi e leggere un buon libro, oppure prendere il the con alcune delle
sue dame di corte o, quello che preferiva in assoluto, con i suoi figli. In
quel luogo, di pace e tranquillità, la regina conservava i suoi ricordi più
teneri e lo stesso valeva per i principi. Tuttavia, Shade,
in quel momento, tutto stata pensando tranne che ai suoi ricordi spensierati e
allegri legati a quel luogo. Il principe, infatti, era davanti alla porta e
stava passeggiando avanti e indietro, attendendo. Si era assicurato che le
persona che sapeva si trovavano all’interno della stanza e che sua madre aveva
selezionato, fossero tutti presenti, in modo da essere l’ultimo ad entrare. In
teoria persino Rein doveva entrare prima di lui ma
aveva deciso che la cosa migliore fosse entrare assieme a Rein.
Infatti Shade stava proprio aspettando la turchina, e
si trovava, inaspettatamente per lui, in ansia. Aveva ancora in mente il bacio
che si erano scambiati la sera precedente, quel piccolo bacio sulla guancia che
però aveva scatenato in lui un fiume di sensazioni. Ancora poteva percepire il
calore delle labbra di Rein su di lui. Aveva faticato
a dormire quella notte, perché aveva avuto come l’impressione di percepire
qualcosa di nuovo da Rein. Per la prima volta aveva
visto in lei una donna, una bellissima donna, come mai ne avesse visto prima.
Era ovvio che sapesse perfettamente che fosse una donna, e sapeva anche che era
bella, ma mai aveva percepito entrambe le cose in modo così forte e prepotente
come ieri sera. Ed era rimasto interdetto e, soprattutto, spaventato.
Spaventato perché ora aveva capito bene cosa lo aveva spinto ad andare da lei e
a ballare con lei la sera precedente. Averla vista volteggiare con un altro
uomo l’aveva irritato, irritato da morire. Ed era anche per quello che la stava
aspettando, quella mattina, davanti alla porta. Voleva essere lui personalmente
a scortarla e a proteggerla, non avrebbe permesso che entrasse da sola o
scortata da qualcun altro, forse nemmeno da Thomas. Ad un tratto sentì dei
rumori dei passi provenire dalla scalinata, e voltandosi la vide. Camminava
tranquilla, seguita da Dwight, un cavaliere della sua guardia reale, un bravo
soldato, discreto e preciso, e da Dreamy, la sua
cameriera personale. Non appena lei lo vide, Shade
vide il sorriso dipingersi sul suo volto e sentì lo stesso sorriso aprirsi sul
suo viso.
-Shade,
buongiorno-
-Buongiorno Rein-
I due si fissarono negli occhi, in silenzio, forse
per una frazione di secondo in più del necessario. Anche quella mattina lei era
splendida. Indossava un morbido abito bianco, interamente ricamato con fiori
dai mille colori. Una fascia verde salvia le cingeva la vita, mettendo in
risalto la sua figura, e con lo stesso colore della fascia, era bordato ogni
orlo del vestito, dalla gonna, al giro delle maniche e della scollatura. A completare
l’insieme, un morbido scialle, sempre verde salvia, le adornava le braccia, in
una perfetta rappresentazione di quella che doveva essere una perfetta dama di
corte. Quel vestito non faceva che renderla luminosa, tuttavia era il sorriso
che aveva in volto che la faceva risplendere più di ogni altra cosa.
-Spero di non essere in ritardo-
Disse a Shade, guardandosi
in torno e osservando che gli unici presenti erano solo lei, la sua scorta e Shade.
-Certo che no. E poi, se anche fosse, sono i nobili
a dovere aspettare, mai i reali-
-Non ti facevo così presuntuoso, principe-
Shade
ridacchiò
-Non sono presuntuoso, sono solo un principe,
educato per essere tale, e perfettamente conscio dei miei doveri, dei miei
diritti, e, anche se non ne faccio ricorso spesso, dei miei privilegi-
Rein
sorrise, scuotendo la testa
-Parli come Bright, lo
sai?-
Shade
la fissò, finto offeso
-Così mi ferite, principessa-
Rein
ridacchiò, scuotendo di nuovo la testa.
-Principi…
tutti uguali-
-Potrei dire lo stesso delle principesse-
-Ora mi offendo io però-
Shade
scoppiò a ridere, seguita da Rein. Persino Dreamy e Dwight, che erano rimasti tutto il tempo ad
osservarli, si lasciarono andare ad una risatina. Riguadagnata un minimo di
autocontrollo, Rein si rivolse alla sua cameriera
-Al mio ritorno vorrei che la principessa Milky fosse pronta. Abbiamo saltato fin troppe mattinate di
studio da quando sono arrivata-
Dreamy
fece un piccolo inchino
-Avviserò personalmente la principessa. Studierete
nella biblioteca?-
-Si, prepara tutto il necessario-
-Sarà fatto-
Detto questo Dreamy fece
per congedarsi, ma si fermò sentendo la voce del principe
-Dwight
scortate la cameriera della principessa da mia sorella. E se Milky dovesse iniziare a fare dei capricci sentendo il
messaggio, fatele capire che la porterete anche con la forza all’appuntamento
con la principessa Rein se necessario e che avete l’autorizzazione
non solo mia, ma anche di nostra madre-
Dwight si inchinò ai due, fece un cenno a Dreamy e i due si avviarono. Quando si furono allontanati Shade si rivolse a Rein
-Pronta?-
Rein
annuì
-Si, andiamo. Poi ho anche leggermente fame-
Shade
aprì la porta e offrì il braccio alla principessa. All’interno della sala il
vocio dei presenti si spense quasi subito alla vista dei due reali. Come in un
déjà vu della sera precedente, tutti si inchinarono al loro arrivo e
aspettarono. Fu Shade, come da protocollo, a
sciogliere quel momento di silenzio
-Buongiorno a tutti. Perdonateci per il nostro
ritardo-
Mentre tutti si rialzavano e osservavano i due
appena entrati, un uomo si pose davanti a Shade,
puntandogli un dito contro
-Nostro…
vorrai dire solo tuo. Non credo proprio sia stata la principessa a farci
aspettare, e a proposito, siete incantevole questa mattina Rein-
-Thomas…-
Il conte, sorridendo a Shade
si avvicinò a Rein e le fece un piccolo baciamano
-Principessa, buongiorno. Come sempre la vostra
vista rallegra la giornata di chi vi sta attorno-
-Buongiorno-
Disse semplicemente Rein,
indecisa. Aveva avuto voglia di scherzare con Thomas come le era già capitato
di fare, ma la presenza dei nobili l’aveva resa cauta. Ancora non sapeva bene
come comportarsi, ma qualcosa le diceva che mostrarsi troppo in confidenza sia
con il principe che con il suo migliore amico, si sarebbe potuto rivelare
controproducente per lei. Aveva già dato spettacolo la sera precedente, meglio
evitare anche la mattinata.
-Vedo che nonostante l’età, il tuo cervello è sempre
lo stesso di quando avevi sei anni. Non vedi che hai messo in imbarazzo la
principessa?-
-In imbarazzo?-
Disse meravigliato Thomas, spostando lo sguardo da Rein a chi gli
aveva parlato così, ovvero la contessa di Gaumont, Trudy.
-Finalmente qualcuno che mi capisce. Contessa, è un
piacere averla con noi stamattina-
-Altezza-
Trudy
fece un piccolo inchino e poi si affrettò ad avvicinarsi a Rein
-Altezza, ieri sera non abbiamo avuto modo di
parlare come si deve e di conoscerci meglio. Volete fare compagnia a me e alle
altre signore per instaurare, spero, un’amicizia?-
-Volentieri contessa-
Rein
si avviò con Trudy verso un gruppo di ragazze tra cui
Shade riconobbe la giovanissima baronessa di Amoundgrac. Thomas, nel frattempo si era avvicinato al
principe e si ritrovò a bisbigliargli
-Sarà al sicuro, c’è Trudy
al suo fianco-
-Ti fidi della contessa?-
-La conosco da quando siamo bambini. Le affiderei la
mia vita. È una suddita fedele del regno della Luna e della famiglia reale-
Shade
annuì. Spostò poi lo sguardo verso la sala, dove vide alcuni uomini intenti a
conversare e tra essi il principe vide anche il conte di Hoteval.
-Andiamo Thomas, abbiamo del lavoro da fare-
E detto questo si avviò deciso verso il gruppo, anche
se puntava decisamente verso il conte di Hoteval. Thomas sospirando, lo seguì
-E io che speravo di fare colazione in compagnia di
belle donne e non di parlare di affari di stato e questioni politiche-
-Non ti lamentare sempre. E poi dovresti essermi
grato, ,ti ho pure fatto preparare il caffé-
Rein
riconobbe subito la giovane baronessa Charlotte tra le ragazze presenti.
-Baronessa, buongiorno-
La giovane, che non si aspettava minimamente che la
principessa si ricordasse di lei o la salutasse, si illuminò subito grata per
quell’attenzione, e sul suo viso si aprì un sorriso carico di felicità
-Altezza, buongiorno a voi-
-Vedo che ricordate la baronessa, altezza-
Rein
annuì a Trudy
-Si, abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola
in più ieri sera durante le presentazioni ufficiali-
-Sua altezza sta minimizzando il tutto con le sue
parole. Ieri sera la principessa è stata così gentile da tranquillizzarmi, era
il mio primo evento ufficiale dopo il mio debutto, ed il primo a corte. Ero così
nervosa che mi meraviglio non avere combinato qualche guaio o di essermi messa
in imbarazzo, ad essere onesta. E questa mattina, quando ho ricevuto l’invito
della regina per partecipare a questa colazione, quasi non mi sembrava vero. È
un motivo di molto orgoglio per me essere in vostra compagnia-
-Siamo onorate per così tanta considerazione,
baronessa. Ma altezza, permettetemi di rifare le presentazioni. Penso che
nessuna delle presenti possa avercela con voi se non vi ricordate i nomi di
tutte le presenti, dico bene signore?-
La frase di Trudy scatenò
dei sorrisi e dei cenni di assenso da parte di tutte. Rein
fu grata per il ruolo che stava assumendo la contessa, stava portando avanti la
conversazione e stava anche guidando il giro delle presentazioni. Tuttavia,
c’era qualcosa nel tono della donna e anche nei suoi modi di fare che non la
convincevano. Per qualche motivo, l’istinto di Rein
le diceva di restare vigile e all’erta e di non abbassare mai la guardia. Rein decise, tuttavia, che per il momento era meglio non
lasciare trapelare nulla di quello che stava percependo, e di lasciare passare
la situazione senza creare problemi. In effetti poteva anche essere solo una
sua sensazione, dettata da una errata analisi del momento.
-Vi ringrazio contessa. Procedete pure-
-Bene. Principessa, lasciate che vi ripresenti la
baronessa Catherine di Ugival, la contessa Alexandre
Marie Alembert e la viscontessa Daphne
Marimbon-
Le dame, quando si sentivano chiamate, fecero un
piccolo inchino a Rein e lei rispose ad ognuna di
esse con un sorriso. Cercò di memorizzare ogni nome in modo da non commettere
errori durante la mattinata.
-Onorata di fare la vostra conoscenza-
-Altezza, come vi trovate a palazzo?-
Chiese la contessa Alembert
-Molto bene, grazie-
-Immagino sia diverso da casa vostra-
-In realtà è sorprendente quanto un palazzo reale
assomigli ad un altro per la scansione della giornata e degli eventi di corte-
-Ma qui vi dovete prendere cura della nostra giovane
principessa, immagino quello sia un compito completamente nuovo persino per
voi-
Disse la viscontessa Marimbon.
Rein stava per ribattere, quando qualcuna la
precedette
-A quanto pare non si prendere cura solo della
giovane principessa, ma anche del nostra principe. Almeno è quello che sembra-
Intervenne Trudy,
guardando intensamente Rein. La turchina si voltò
verso di lei, sorpresa e meravigliata per quell’affermazione
.Come scusi?-
Chiese, cercando di prendere tempo e di riordinare
le idee. Quello che stava insinuando la contessa Trudy
era grave, e non sembrava una semplice battuta detta per scherzo. Trudy sembrava terribilmente seria e di fronte
all’espressione sconvolta di Rein sembrò un attimo
vacillare, ma fu solo un’impressione, perché tornò di nuovo all’attacco
-Insomma, al palazzo del Sole non vi è un principe-
-Questo lo so perfettamente-
-Non devo certo essere io, allora, a dirvi che la
vicinanza che avete nei confronti di sua altezza può sembrare…-
Trudy
non finì la frase, ma ciò che sottintendeva era una cosa ben precisa. Ma Rein non le avrebbe lasciato l’ultima parola. Sapeva riconoscere
quando qualcuno voleva cercare di creare uno scandalo, dopotutto era cresciuta
in un palazzo reale e sapeva condurre una conversazione del genere. Non era
certo la prima volta che le capitava e non si sarebbe fatta sorprendere dalla
contessa. Se Trudy voleva giocare alle trame di
corte, avrebbe trovato presto una degna avversaria. La contessa, infatti, la
stava sottovalutando, e lei ne avrebbe approfittato. Rein
si dipinse sul volto la sua espressione più confusa che poteva fare e guardando
la contessa con gli occhi sorpresi rispose
-Contessa, mi perdoni, ma non capisco. In che modo
le interazione tra me il principe posso apparire agli occhi della corte?-
Trudy
fu presa in contropiede. Non si aspettava una reazione del genere e, anche se
un attimo interdetta, non si lasciò sorpendere più di
tanto. La principessa era brava, più di quando si aspettasse, ma lei non era da
meno
-Se non ne siete a conoscenza, altezza, sarò più
chiara. Ovviamente non sto cercando di insinuare nulla ma la vostra vicinanza
risulta sospetta, altezza, molto sospetta. Dopotutto il principe è noto per
prestare poca attenzione alla corte in generale e, soprattutto, ai membri
femminili di essa. E ad un tratto arrivate
voi e all’improvviso è sempre al vostro fianco, parla con voi amabilmente,
pranzate insieme e ballate persino insieme. La cosa è alquanto, singolare
direi, non credete anche voi signore?-
Rein
e Trudy si fissarono, questa volta ormai senza celare
le loro vere intenzioni. La sensazione di Rein si era
rivelata, purtroppo, vera. Trudy non le era amica in
quel momento, tutt’altro. Stava cercando con ogni mezzo di metterla in cattiva
luce e la domanda che ora attraversava la mente della turchina era solo una:
perché. La situazione sembrava in stallo, persino le altre donne fissavano le
due perplesse e senza sapere cosa fare, o dire. Ma Rein sapeva che
non poteva non controbattere
-Le posso assicurare, contessa, che tra me e il
principe Shade non vi è nulla di sospetto. Siamo
amici sin da quando siamo bambini e ogni azione o gesto che il vostro principe
può avere avuto nei miei confronti, glielo posso assicurare, è stato fatto solo
spinto da questa nostra amicizia reciproca e dalla bizzarra situazione in cui
ci siamo ritrovati. Non vi è niente altro-
-E ieri sera, allora? Anche quello lo chiamate
semplice “amicizia”?-
-Ieri sera? A cosa vi state riferendo con precisione?-
-Credo che la contessa si stia riferendo al vostro
ballo, altezza. Ammetto che vedervi danzare, sia voi che il principe sembravate
appartenere ad un altro mondo rispetto al nostro, in quel momento. Ma dopotutto
siete entrambi dei reali, principi educati un giorno per salire al trono, è
ovvio che persino il vostro modo di ballare sia diverso da quello di nobili
come noi-
A parlare era stata la giovane baronessa Charlotte,
che le si era posta al fianco e fissava Trudy con
espressione di sfida. Pur essendo così giovane, appena diciottenne, non aveva
esitato a schierarsi con la principessa, e aiutarla in quella situazione. Rein gliene fu immensamente grata per quel gesto così
spontaneo e solidale.
-Non credo dobbiate soffermarvi troppo su quel
ballo, era solo un valzer dopotutto-
Si affrettò a dire Rein, sfruttando
l’aiuto e l’opportunità che le aveva regalato la giovane. Doveva cercare di
mettere un argine a quelle chiacchiere e il modo migliore era dimostrarsi calma
e serena, e leggermente sbalordita perché qualcuno potesse avere frainteso una
situazione che doveva essere delle più chiare e cristalline. Se si fosse
dimostrata preoccupata o titubante, avrebbe potuto confermare quei rumori e lo
doveva assolutamente evitare, non per lei, ma non avrebbe mai trascinato Shade in quelle discussioni, non dopo tutto quello che
aveva fatto per lei. Evidentemente il ballo della sera precedente aveva
generato discussioni tra tutti i membri della corte in un modo che Rein non aveva previsto. La viscontessa Marimbon,
tuttavia, si fece avanti
-Dovete però concederci, altezza, questo nostro stupore,
anzi, spero vorrete perdonare le nostre chiacchiere. Sono sicura che la
contessa di Gaumont non voleva intendere niente di
sconveniente, anzi, permettetemi di spiegare le ragioni delle sue conclusioni,
evidentemente affrettate. Il principe Shade non balla
mai nelle occasioni ufficiali, talvolta con la regina, ma altrimenti con
nessuna. Non eravamo assolutamente preparati a vedervi danzare e alcune chiacchiere
possono essere nate da questo e…-
-Allora vedrò di fare ripassare il protocollo reale
ad ogni membro della corte presente agli eventi ufficiali da ora in poi. Non devo
certo ricordare ai presenti che la principessa Rein
non è una semplice ospite del mio palazzo, viscontessa, ma è la Principessa
Istitutrice di mia sorella, il suo ruolo qui a corte ha una importanza
fondamentale, perché si è assunta volontariamente il compito di educare mia
sorella e di insegnarle ad essere una principessa degna non solo per la corte,
ma per una nazione intera. Era mio preciso compito, ieri sera, omaggiare la
principessa Rein con un ballo, anzi, avrei fatto bene
a danzare di più con lei, ma era giusto che anche altri uomini della corte
avessero l’onore, non potevo certo tenerla con me per tutta la sera. Vorrei
anche ricordare a tutti quanti, che se non avessi compiuto il mio dovere avrei
potuto incrinare i rapporti con il regno del Sole, in quanto avrebbero potuto
prendere il mio atto di non chiedere alla principessa l’onore di un ballo come
un affronto personale al loro regno e alla loro principessa e questo avrebbe
potuto comportare conseguenze disastrose per tutto il regno della Luna. So che alcuni
membri della corte pensano che noi reali non abbiamo compiti e doveri, che
possiamo fare ciò che desideriamo, ma vi ricordo che in determinate occasioni
dobbiamo assumere determinati comportamenti ed eseguire certe azioni. Anche se,
devo ammettere, avere l’opportunità di danzare con la principessa, è stato un
onore per me e non è stato fatto solo per spirito di dovere-
Tutti i presenti in sala erano ammutoliti alle
parole del loro principe. Rein si ritrovò a
sorridergli grata per quel nuovo suo gesto di aiuto, Shade
gli rispose con un gesto del capo. Non avevano avuto bisogno di parlare per
capirsi. Soprattutto Shade non aveva avuto bisogno di
parole per capire ciò che le parole delle due donne stavano insinuando. Sia Trudy che la viscontessa si trovarono ad abbassare in capo,
mortificate e fecero un inchino al principe
-Vi chiedo perdono, altezza, se le mie parole vi
hanno recato offesa-
Disse la viscontessa, visibilmente imbarazzata. Rein le si avvicinò e le prese una mano, gesto che fece
alzare il volto alla giovane, sorpresa
-Nessuna offesa, viscontessa. Immagino il vostro
stupore e anzi, mi trovo a dovermi scusare con voi e con tutti i presenti.
Avrei dovuto capire subito l’origine del vostro stupore, e sarebbe stato mio
compito spiegarvi prima la situazione, invece ho obbligato il principe Shade a farlo. Spero vogliate perdonare anche voi me per la
mia confusione-
La donna le sorrise e le annuì, sinceramente colpita
per quelle parole.
-Come vedete, non vi è nulla su cui chiacchierare. E
spero vivamente che l’amicizia tra me e la principessa non venga più messa in
discussione da ora in poi, e spero anche, vivamente, che ogni mia azione nei
suoi confronti ora non sia la causa di chiacchiere inutili e di pettegolezzi,
spero di essere stato chiaro-
-Ovviamente altezza-
Disse la viscontessa, imbarazzata per essere stata
richiamata così all’ordine da Shade. Nella sala calò
ancora il silenzio, e nessuno sembrava preparato sul da farsi. Fu la
spontaneità innata del carattere di Thomas, a ribaltare l’umore generale della
sala
-Io capisco il bisogno sociale di interagire e di chiacchierare,
ma se non sbaglio, sua maestà la regina ha organizzato per noi una colazione e,
spero di non essere l’unico tra tutti i presenti, ma io avrei un leggero languorino. Quindi spero di non essere sgarbato se proponessi
di sederci a tavola e gustarci le prelibatezze uscite dalle nostre cucine. Non vorremmo
certo offendere i nostri abili cuochi, dico bene?-
Detto questo si avvicinò al tavolo, afferrò una
sedia e si mise a sedere, sorridendo ai presenti. Shade
lo fissò, poi si avvicinò anche lui al tavolo e fece come l’amico, sedendosi a
tavola
-Lo sai, vero, conte da strapazzo, che nessuno
dovrebbe sedersi a tavola prima di un reale?-
-Non farla lunga, pignolo di un principe. Io ho fame
e ricordo, che se mi succede questo, la colpa è solo tua-
-Cosa c’entro io?-
-Mi hai fatto capitano delle guardie reale-
-Non me lo ricordare-
-Inizio a lavorare presto, io-
-Più che a lavorare, vuoi dire a dare fastidio-
-Principe…-
-Direi che ci conviene sederci anche noi. E se non li
fermiamo, credo che potrebbero andare avanti all’infinito. Signore avete fame?-
Tutti presero posto al tavolo e iniziarono a
gustarsi ciò che era stato preparato e a fare delle chiacchiere. Prima di
sedersi, però, Trudy passò dietro a Rein e le bisbigliò poche, semplici, parole
-State attenta, altezza. Io non ci casco davanti al
vostro viso angelico, e il principe non sarà sempre presente a salvarvi-
Rein
sentì un brivido correrle lungo la schiena. Non sapeva il perché, ma aveva
capito di essersi creata una nemica decisa e pronta a darle battaglia. E Rein non riusciva a
capacitarsi su cosa avesse mai potuto fare per scatenare contro di se un odio
del genere.
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Ciao a tutti!
No, non state sognando, no non è un miraggio, ma
forse un miracolo si! Finalmente ho aggiornato!!!
Ok, lo sapete tanto ormai, non mi scuso nemmeno più
per l’immane ritardo… con me ormai avete una pazienza
infinita e me la dimostrate ogni volta tornando a leggere questa storia, e io
non so proprio come fare a ringraziarvi. Mi scaldare sempre il cuore nel sapere
che la storia vi piace sempre e siete disposti ad attendere questa lenta e
pigrona di scrittrice. Grazie di cuore, come sempre e come ogni volta, vi adoro
e sapendo che amate la storia me la fate amare ancora di più anche a me.
Come sempre spero che questo capitolo abbia
rispecchiato le vostre aspettative, lasciate un commento se vi va, e noi ci
vediamo al prossimo capitolo che vi assicuro è già in lavorazione e arriverà a
breve (non sto scherzando, è veramente così questa volta).
Un bacio a tutti, alla prossima, la vostra come
sempre
Juls
P.S.
Piccola
nota dell’autrice. Nella scena in cui Thomas saluta i due
principi dandogli la buonanotte, e quando sparisce nella sua camera, la
conclusione è solo una. Ovviamente Thomas, da buon amico quale è, ha spiato i
due rimasti davanti alla sua porta. Immaginatevelo proprio così, piegato a
spiare dallo spioncino della chiave, un sorriso stampato sul volto e pronto ad
annotare tutto quanto avverrà per usarlo, poi, al momento opportuno, contro il
suo amato principe.
So che questo non è un dettaglio importante, ma io
me lo sono immaginato così e volevo condividerlo con voi. Adoro Thomas, sono
terribilmente felice ogni volta che scrivo di lui, è un personaggio che vorrei
avere veramente nella vita vera vicino, un amico che mi fa ridere ogni volta. E
dato che so che ci sono molti a cui piace, volevo condividerlo con voi. Un
bacione