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Autore: Dappyna    08/05/2005    2 recensioni
(Everworld) Il futuro di April visto dal mio punto di vista dopo la battaglia degli Hetwan. C'è anche quello degli altri ragazzi, ma non preso particolarmente in considerazione. Una ficcy per la festa della Mamma! R&R
Genere: Romantico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Senza Titolo 2

Non riuscì a completare quella lettera, perchè cominciò a piangere, imprimendo il proprio dolore nelle ladrime che cadevano sulla lettera. Quella lettera che sapeva non sarebbe mai raggiunta a destinazione. Non avrebbe mai visto quello che stava facendo in quel momento. Non avrebbe mai sofferto e gioito quando sarebbe successo qualcosa di nuovo e imprevedibile. Non sarebbe più successo se non dentro il suo cuore.
Così tante cose passate non potevano essere lasciate volare nel vento. Erano troppo importanti per lei e la sua vita adolescenziale. Sopprattutto per lei.
La vita che amava così tanto era stata strappata via, quel giorno sul lago, quando aveva seguito la sua sorellastra. sarebbe dovuta rimanere a letto invece fece il contrario. Senna lo sapeva. L’aveva sempre saputo e l’ha trascinata pur sapendolo sul lago. Quel luogo così importante quanto doloroso. La porta all’inferno. Quando sarebbe stata riaperta nuovamente nessuno lo sapeva. Intanto il suo cuore s’innabbissava di dolore.



* God has been so good
Blessing me with a family
Who did all they could
And I've had many years of grace
And it flatters me when I see a smile on your face
I wanna thank you for what you've done
In hopes I can give back to you
And be the perfect son
*



Aveva cominciato a piangere continuamente espandendo il suo dolore in tutto quello che faceva. Quella lettera la faceva ogni anno per ricordarsi della persona che amava più della sua vita eppure pur facendola soffrire, ne era felice. Era l’unico modo che aveva per restare in contatto con lei. Anche se quelle lettere non sarebberò mai arrivate a destinazione, sapeva che scrivendole aumentava la speranza che un giorno o l’altro l’avrebbe rivista. Questo era quello in cui più credeva. Non lo sapeva nemmeno lei, ma il suo cuore le diceva che l’avrebbe incontrata nuovamente. Probabilmente quella speranza alimentata continuamente era stata così forte da farle credere che un giorno l’avrebbe incontrata veramente. Il problema era che quando ritornava alla realtà si rimetteva a terra perchè sapeva che non sarebbe mai successo. Era un controsenso quello che faceva. Eppure ci credeva ugualmente. Ci credeva talmente tanto da piangere per tutto ciò che gli stava succedendo.
Quello che voleva e che sapeva non sarebbe mai successo, era rivedere sua madre. Anche per un secondo, ma andava bene ugualmente. Doveva dirle che le voleva bene e che ovunque lei era in quel momento non si doveva preoccupare. Sapeva che se fosse stata li con lei in quel momento, sua madre gli avrebbe infuso il coraggio di andara avanti, creando in lei quell’intrepidità che non aveva. Invece non era così. Lei non era con lei in quel momento. Non gli stava infondendo il coraggio. Nemmeno il Dio, alla quale pregava tutti i giorni, non lo aiutava. Forse essendo un altro mondo, non sapeva a chi doveva pregare. Il Dio alla quale pregava generalmente era il Dio cristiano, capace di ascoltare e infondere il giusto coraggio per andare avanti. Il problema era che pur pregandogli non riusciva a trovare il coraggio giusto. Non riusciva a dargli un senso. Aveva provato a pregare a Zeus, grande e unico Dio dei Greci, ma non gli dava quella sicurezza che gli dava il suo Dio. Non ce la faceva senza qualcuno in cui credere e pregare. Gli amici erano li per aiutarla, per cercare di darle coraggio, ma sembrava come se non riuscisse a trovare le giuste parole in loro. Non voleva dire che non gli infondevano coraggio, semplicemente non sapevano infonderlo come delle amiche sapevano fare. Le amiche erano li per lei quando pensava a sua madre. Erano sempre li per lei quando ne aveva bisogno. L’unico problema era che non riusciva a trovare il coraggio.
Le lacrime erano aumentate col passare del tempo e pensava di averla persa per sempre.
Qualche volta si chiedeva cosa stesse facendo in quel momento. Se era felice o il contrario. A volte si chiedeva se l’aveva dimenticata o meno, ma non poteva pensare così negativamente. Si chiedeva se il lavoro era andato bene o se sapeva prendersi cura di sua madre, ma pensava sempre se l’avrebbe mai dimenticata. In cuor suo non voleva. No. Non l’avrebbe mai dimenticata. Lo sapeva benissimo. Il problema però sussisteva.
Non sapeva niente di quello che faceva sua madre e questo la metteva teribilmente a terra.
Dove era sua madre in quel momento e cosa faceva erano le domande che più le frullavano nella sua mente. Si chiedeva quanto tempo era passato tra lei e il suo mondo. Magari non era menneno passato molto tempo. Due giorni o neanche. A volte voleva sapere tutto quello che c’era da sapere su Everworld, così poteva calcolare quanto tempo passava tra lui e il Vecchio Mondo. Però il problema sussisteva ugualmente. Nessuno sapeva come si faceva. Forse Jalil ci era arrivato. Forse no. Però lo voleva sapere.
Cominciò a fargli male il cuore e l’ansia cominciò a farsi sentire all’interno del suo petto.
Si sentiva esplodere. Si sentiva morire. Non sapeva se avrebbe retto così tanto. Tutto quel dolore era lancinante. Si stringeva il petto in cerca di una fonte alla quale aggrapparsi, ma non lo trovava. Non riusciva a fare niente che provare quel dolore. Quel dolore lancinante.
Il sole era oramai tramontato e il giorno fece spazio alla notte, scura e letale, ma ad April non spaventava. Voleva poter morire. Non ce la faceva più a dover soffrire in silenzio.
Cominciò a pensare a Christopher e David, a quanto loro fosserò felici. Pur essendo due ragazzi riuscivano a sostenersi a vicenda come una vera coppia, sempre pronta ad aiutare l’uno e l’altro. Quando uno era triste l’altro cercava di sollevargli il morale e viceversa. Così diversi l’uno dall’altro erano riusciti a costruirsi una loro spalla sulla quale poter piangere. Piangevano insieme. Ridevano insieme. E facevano tutto quello che c’era da dover fare insieme. Ed era la cosa più bella che April avesse mai visto al di fuori di qualsiasi altra coppia.
Pianse. Perchè loro avevano la forza, mentre il suo animo non ce la faceva. Tutti c’erano riusciti in qualche modo, eccetto lei, la più sensibile del gruppo.



* You showed me
When I was young just how to grow
You showed me
Everything that I should know
You showed me
Just how to walk without your hands
'Cause mom you always were
The perfect fan
*



-April ... Che cosa ci fai qui?- Chiese una voce alle sue spalle.
La ragazza presa alla sprovvista si girò improvvisamente verso la figura che le aveva parlato. Il ragazzo dai lunghi capelli biondi lo guardava tristemente. Gli occhi erano spenti e le sue piccoli ali, che generalmente luccicavano , non emettaveno alcun bagliore. Anche lui al solo vedere la figura di April dolorosamente triste, si demoralizzò immediatamente.
La ragazza voltò lo sguardo verso la lettera cercando di darsi una risposta che non arrivò.
-Niente ... Non lo so Eros ... - Rispose senza alcun tono nella sua voce.
Il giovane ragazzo si avvicinò alla ragazza. Non l’aveva mai vista così dolorante. Sapeva che piangeva per sua madre. Glielo aveva detto precendentemente quando l’aveva invitata ad uscire, ma non pensava che fosse stato così frequentemente.
Il giovane la squadrò da capo a piedi esitando.
-E’ per caso riguardo a tua madre?- Chiese intimidito dalla risposta che la ragazza gli avrebbe dato. Le sue mani tremanavo. Si vedeva che ci teneva veramente alla ragazza.
Lei non rispose. Rintanò la testa tra le spalle e attese una reazione dall’altro.
Il giovane non sapeva come poterla aiutare. Tutto quello che poteva fare era solo darle una spalla su cui poter piangere, eppure sembrava che la ragazza non la volesse. Tutto quello che cercava di fare sembrava uno sforzo inutile. Per quanto cercasse di aiutarla, non sapeva come fare per alleviare il suo dolore.
Un singhiozzò provenne dalla bocca di April.
-Eros ... Io non ce la faccio più ... - Sussurrò serrando le labbra dal dolore.
L’unica cosa che al ragazzo venne in mente di fare fu di abbracciarla. La alzò dalla sedia dalla quale era seduta e la abbracciò, manifestando tutto quel dispiacere che lui provava nei suoi confronti. Non riusciva a sollevarsi e quello metteva a terra il giovane, rendendo difficile il suo approccio verso la ragazza. Gli piaceva, e parecchio. Il solo vederla così triste e dolorante non gli permetteva di fare la prima mossa. Di fargli vedere quanto gli piaceva e voleva stare con lei. Era tutto quello che poteva fare se non farla felice per attenuarle il dolore.
La abbracciò così tanto che probabilmente se fosse stato più forte avrebbe spaccato in due il suo corpo esile e minuto, ma era proprio quell’abbraccio che infondeva così tanto calore e afftetto. Abbracciandola April riuscì a sentire quanto quel ragazzo stava cercando di aiutarla. e anche quanto le volesse bene. Anche lei lo abbracciò facendogli vedere che accettava il suo aiuto. Se qualcuno li avesse visti in quel momento avrebberò pensato che erano due innamoratoi che piangevano perchè non potevano stare insieme. Era talmente bella e dolorosa la scena che non sapeva per quanto ancora avrebbe retto.
Improvvisamente Eros si staccò meravigliato.
-Che cosa c’è?- Chiese la ragazzina ancora rigata dalle lacrime.
Il ragazzo soffio dolcemente sulla sua nuca.
-Chiudi gli occhi ... - Gli sussurrò dolcemente sulla fronte.
Eros sorrise dolcemente avvicinandosi al suo volto. Era bello il ragazzo. Talmente bello da non poter essere paragonato nemmeno ad un Dio. I suoi occhi esprimevano una dolcezza infinita e rilassamento totale. April si abbandonò tra le sue braccia, non potentti quanto un ragazzo maturo, ma abbastanza da sostenerla, e si cullò tra di esse, chiundendo gli occhi.
In quel momento una luce attraverso la sua mente. Si rifletteva nel suo cuore e gli dava quella forza che prima non aveva. Riuscì a riscaldare un pò quella parte della ragzza che si era ghiacciata, abbracciandola con il suo cuore. Il calore prese a vagare vertigginosamente per il suo corpo fino ad arrivare al suo cervello e in quel momento qualcosa nello scenario che stava vivendo cambiò completamente. Il freddo della notte cominciò a far spazio al calore di una casa. La notte che era buia e oscura fece posto a una bella luce offuscata che donava sicurezza a chi la guardava. Il terreno erboso lasciò il posto a qualcosa di duro sotto i suoi piedi. Era strano tutto quello che stava succedendo. Non capiva niente.
I suoi occhi rimaserò chiusi fino a che il paesaggio attorno a loro mutò.
Quando li aprì si ritrovò a fissare la sua sua camera da letto.



* You showed me how to love
You showed me how to care
And you showed me that you would
always be there
I wanna thank you for that time
And I'm proud to say you're mine
*



-Amore ... - Sussurrò la donna all’interno della stanza.
Gli occhi di April si spalancarono di colpo dalla visione di sua madre. Il suo cuore mancò un battito a sentire quella parola pronunciata più di mille volte quando era ancora nel Vecchio Mondo. Non riuscì a pronunciare una frase che già si era fiondata sul corpo della madre abbracciandola insistentemente come se fosse un peluche. La gioia era troppa per farla vedere soltanto attraverso delle parole, che non riuscì a resistere dalla tentazione di poterla toccare con le proprie mani. Dagli occhi sgorgarono delle lacrime di gioia.
Sua madre l’aveva finalmente ritrovata. Dopo tutto quel tempo era li in quella stanza.
-Mamma ... - Sussurò la ragazza nel suo abbraccio.
La donna aveva cominciato a piangere anche lei insistentemente.
-Oh April ... April sei tu? ... - Chiese la madre piangendo come un’isterica alla figlia.
Anche la ragazza non riuscì a trattenersi. Era troppo delicato da affrontare quell’argomento.
-Si mamma! Mamma sono io!!- Esclamò fra le lacrime alla madre raggomitolandosi nel suo petto come faceva anche da piccola quando aveva paura di qualcosa.
La madre di April prese il suo volto fra le mani e cominciò a guardarlo insistentemente dandogli dei piccoli bacini sulla fronte e sulle guance per vedere se effettivamemnete quella creatura che teneva tra le braccia era vera o no. Quanto le era mancata la sua April ...
-April ... Oh mio Dio! APRIL! - Esclamò la madre.
Passarono secondi ... Minuti ... Interminabili momenti ...
Eros aveva assistito alla scena senza fiatare, piangendo anche lui, per aver fatto felice l’unica persona che sapeva meritava di esserlo. Aveva consumato tutte le sue energie per farlo, ma con l’amore che April provava per sua madre niente avrebbe potuto ostacolarle per icontrarsi. Era questo il poter che Eros sapeva di avere. Era così emozionante che anche i più malvagi avrebberò pianto di fronte ad una scena così commovente.
-Mamma ... - Continuava a dire la ragazza verso sua madre.
Non fecerò altro che stringersi tra le braccia l’una dell’altra Si scambiarono quell’affetto che da tanto avevano assopito all’interno del loro cuore per qualcuno di così importante. Oramai si erano ritrovate. Si erano abbracciate e riviste dopo tanto tempo. Dopo così tanto tempo. April sbirciò l’orologio da polso di sua madre e scoprì d’essere lo stesso giorno quando lei scomparve tre anni prima con tutti gli altri ragazzi di Everworld. Niente era cambiato. Soltanto l’ora e questo era meglio per sua madre perchè voleva dire che non aveva sofferto così tanto quanto ei. Non voleva che la madre soffrisse così tanto.
A quanto pare la madre capì che non l’avrebbe più rivista, ma non lo disse. Desiderò solamente che sua figlia fosse felice nella sua nuova vita quotidiana e con il suo ragazzo. Sbirciò attraverso la spalla della sua piccola e vide un ragazzo bello e alto con un perizoma attorno alla vita. Forse era così che si vestivano gli angeli o quello che il ragazzo fosse. Desiderò che vivesse la sua vita come tutti gli adolescenti in crescita e che sapesse che l’avrebbe sempre voluta bene nonostante si sarebberò divise nuovamente.
Questa volta sapevano che non ci sarebberò state altre opportunità per vedersi, ma oramai sapevano tutte e due che era quello il loro posto.
Una luce abbagliante innondò nuovamente la stanza facendo chiudere gli occhi a tutti i presenti e quando April li riaprì si scoprì essere nuovamente a casa a Everworld. Oramai non era più triste. Sapeva che da quel giorno in poi avrebbe vissuto la sua vita il meglio possibile.
Guardò il ragazzo dietro a se e gli sorrise facendogli vedere quanto ne era riconoscente.



* You showed me
When I was young just how to grow
You showed me
Everything that I should know
You showed me
Just how to walk without your hands
'Cause mom you always were
The perfect fan
*



Da un’anno a quella parte sempre nello stesso giorno della festa della Mamma April e Eros si sposarono dando alla luce una bambina. Si chiamò Zoe, il nome che avrebbe scelto sua madre in caso avesse avuto un’altra figlia. I ragazzi la considerarno un dono dagli dei, ma quello era solo il frutto di un’amore sbocciato col tempo. Gli sposini lo sapevano, ma non ne parlarono. Se non fosse stato per quel giorno in cui sono andati a trovare la madre di April, loro non si sarebberò mai sposati dando alla luce una figlia, Jalil non sarebbe ritornato dal suo lungo viaggio per celebrare le nozze. Christopher e David non avrebberò mai annunciato il loro ufficiale fidanzamento (E che coraggio per farlo di fronte a più di mille invitati!) e tutte quelle persone che non si sarebberò mai ritrovate insieme come avrebberò fatto una volta.
Con quella cerimonia forse nessuno si sarebbe mai riunito insieme. C’erano tutti gli dei e i rispettivi popoli che portavano felicità e omaggio ai due sposini. Sembrava perfetto.
Eppure qualcosa mancava nel cuore dei giovani sposi ...


Mom ... I know you are listening to me. I just wanted to say : thank you for everything.
You are the best mother a girl could ever have and I mean it mom.
I don’t want to wait another year untill I’ll see you again, and say I love you.
I just want you to know that I’ll always love you even if it’s not Mothers Day, because you are the most important figure in my life and the person that raised me since I was a baby.
You are the best woman I’ve ever met and please ... Continue this way!




* 'Cause mom you always were,
Mom you always were
Mom you always were,
You know you always were
'Cause mom you always were...
The perfect fan
*



Per tutte la madri di EverWorld e del Pianeta Terra ....

BUONA FESTA DELLA MAMMA!!






























* I LOVE YOU MOM *





































For ever I’ll always love you


April O’Brien




THE END



Hope you liked it!!

  
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