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Autore: karter    04/10/2019    1 recensioni
[Questa storia partecipa alla "Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP]
[Questa storia partecipa al #Writober 2019 di Fanwriter.it]
Dal testo:
"Un sospiro mi abbandona le labbra a quel pensiero. Sono stato così stupido e accecato dalla fama che ci ha portato la guerra da mettere da parte anche il mio cuore, convinto che tu saresti sempre stata lì, ad aspettare me.
A quanto pare sbagliavo. Davanti al mio ennesimo far finta di nulla hai deciso che non potevi andare avanti così."
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Neach-gaoil

 
 


Ti guardo e non posso evitare che una smorfia mi dipinga le labbra. Dovrei essere felice per te, ma non ci riesco. Come posso essere felice nel sapere che la ragazza che amo ha scelto un altro? E non un altro qualsiasi, no, hai scelto di colpirmi sotto la cintura. Ti sei innamorata di quello che ai tempi di Hogwarts è sempre stato il nostro nemico ed è stata solo colpa mia.
Un sospiro mi abbandona le labbra a quel pensiero. Sono stato così stupido e accecato dalla fama che ci ha portato la guerra da mettere da parte anche il mio cuore, convinto che tu saresti sempre stata lì, ad aspettare me.
A quanto pare sbagliavo. Davanti al mio ennesimo far finta di nulla hai deciso che non potevi andare avanti così.
Sorrido amaramente, non lo sai, ma Ginny mi ha insultato parecchio quando ha scoperto che finalmente ci eravamo baciati, ma io avevo deciso che il successo, per una volta solo mio, era più importante di te.
Ricordo ancora la sua risata quando, ingenuamente, le dissi che non capivo perché si era arrabbiata tanto. Io e te ci amavamo e anche se non stavamo insieme sapevo che ci saremmo sempre aspettati.
Ennesimo erorre.
Mi avevi aspettato per sette lunghi anni. Avevi stretto i denti davanti alla mia mancanza di tatto e al mio non considerati mai come una ragazza. Mi avevi perdonato lo spezzarti il cuore quando avevo scelto Lavanda, e anche l’essere fuggito come un idiota durante il nostro anno in clandestinità.
Dopo tutto ciò, come potevo non essere convinto che tu ci saresti sempre stata? Eri il mio porto sicuro, la casa cui tornare dopo essere stato in balia del mare troppo a lungo. Peccato che non ti bastasse più. Tu volevi essere finalmente felice, con me, ma io sono stato sordo davanti ad ogni tuo tentativo. Perso nelle mie convinzioni non ti ho mai ascoltata e tu hai preso la tua decisione. Mi hai tagliato fuori dalla tua vita senza che me ne accorgessi.
È iniziata in modo lieve. Declinare gli inviti ai pranzi domenicali quando sapevi ci sarei stato anch’io. Impegni improrogabili di lavoro ogni volta che Harry o Ginny proponevano di vederci tutti e quattro.
Non lo avevo nemmeno notato per un po', poi qualcosa era scattato quando avevo sentito parlare di te da George. Solo allora mi ero reso conto che erano mesi che non ci vedevamo e sentivamo. Avevo percepito una fitta a quel pensiero. Come potevo essere stato tanto concentrato su di me da non accorgermi che tu, la donna che avrei voluto sposare, era sparita dalla mia vita?
Avevo impiegato poco per decidere. Qualla sera, finita la cena sarei venuto da te. Volevo vederti ed ero sicuro che ti avrebbe fatto piacere la mia improvvista. Non avevo ancora capito che, per proteggerti da tutto il male che inconsapevolmente ti stavo facendo, avevi scelto di lasciarmi indietro. Ci saresti sempre stata per me, ma avevi bisogno di vivere la tua vita senza la mia presenza costante che non faceva altro che ricordarti quanto male ti avevo fatto.
Ricordo, come se fosse ieri, il momento in cui avevo bussato alla tua porta e ti avevo sentita arrivare di corsa prima di inciampare nei tuoi stessi piedi e lanciare maledizioni che mai avrei immaginato sentir uscire dalle tue labbra. Mi era venuto da strabuzzare gli occhi ma subito mi ero sciolto in un sorriso. Udire la tua voce mi era mancato enormemente. Ricordo che mi ero sentito le ginocchia tremare nel momento in cui avevo visto la porta aprirsi pian piano e rivelarmi la tua figura.
Nonostante non indossassi nulla di speciale, eri bellissima.
Ai piedi portavi dei calzettoni grigi e pelossissimi che ti facevano sembrare una bambina. I jeans scuri ti fasciavano le gambe snelle in maniera sublime, mettendo in evidenza i fianchi che, pian piano si stavano riempiendo (i mesi da fuggiaschi non erano stati affatto facili e alla fine della guerra ne eravamo usciti praticamente pelle e ossa a detta di mia madre). Il busto era coperto da una camicia a quadri verde e nera con le maniche ripiegate. Avevi raccolto i tuoi indomabili ricci in una crocchia che lasciava qualche ciuffetto a sfiorarti il volto e un enorme sorriso sulle labbra. Sorriso che si spense nel momento in cui notasti di avere me davanti.
Avrei dovuto capire che qualcosa non andava già da quel momento, ma ero troppo felice di rivederti per badare a certe cose e quello fu il mio ennesimo sbaglio.
 
 
 
«Ronald?»
La voce della strega tremò nel pronunciare il nome dell'amico. Quando era corsa ad aprire la porta non si aspettava certo di ritrovarsi lui davanti, anzi. Che diavolo ci faceva lì? Che George avesse messo il becco nella questione? Sperava vivamente di no o lo avrebbe spennato vivo, conosceva più di un incantesimo per torturare senza uccidere una persona e non si sarebbe fatta scrupoli ad usarli.
«Ciao, ‘Mione»
La voce del mago era calda come sempre mentre i suoi occhi studiavano la figura che si trovava davanti con attenzione.
Era bella, Hermione, ma lui non gliel’aveva mai detto. Sentì le orecchie bruciare a quel pensiero. Possibile che fosse un tale imbranato con l’altro sesso?
«Come mai da queste parti?» chiese la ragazza dopo un primo mento di esitazione appoggiandosi allo stipite e incrociando le braccia al petto.
Sperava che quell’incontro durasse il meno possibile. Aveva faticato tanto per cercare di dimenticare quel ragazzo, non poteva permettere che un singolo incontro rovinasse mesi e mesi di lavoro su se stessa.
Ron la osservò curioso. Come mai non lo aveva invitato ad entrare? Non era da lei. Ma lasciò perdere quel dettaglio, l’importante era che ascoltasse ciò che aveva da dirgli.
«Ho pensato di venire a farti una visita dato che è diverso tempo che non ci vediamo» ammise imbarazzato mentre il cuore della ragazza faceva un tonfo.
Era un po’ che non la vedeva e gli era mancata. Un sorriso istintivo le salì alle labbra, ma fu rapida a ricacciarlo indietro. Non doveva illudersi, Ron non l'amava come lei lo aveva amato e andava bene. Era riuscita ad accettarlo, ma aveva bisogno di tempo per sanare tutte le ferite che le aveva procurato con la sua disattenzione.
«Sei stato gentile» disse facendogli nascere un sorriso radioso sul volto, che le parole seguenti spensero immediatamente «Ma questa sera non posso, sto aspettando delle persone» aggiunse nel momento esatto in cui nel loro campo visivo comparvero tre ragazze.
Hannah Abbott. Precisissimo caschetto biondo ed enormi occhi color del cioccolato.
Luna Lovegood. Ribelli capelli biondi raccolti in una strana acconciatura, forse un fiocco? E sognanti occhi blu.
Daphne Greengrass. Lunghissimi capelli biondi e intensi occhi color della speranza.
Ronald le osservò avvicinarsi ad occhi sbarrati. Che fossero loro l’impegno della Grifondoro? Ma soprattutto, da quando una Serpeverde si abbassava a frequentare la casa di una nata babbana?
 
 
 
Da lì non ricordavo molto, solo parole veloci e battute taglienti. Tutte da parte mia verso la serpe che si era limitata a fissarmi come se avesse voluto carbonizzarmi con lo sguardo e ti aveva dedicato una scrollata di spalle. L’unica cosa certa è che non avevo mai visto tanta delusione nel tuo sguardo e me ne ero sentito schiacciato. Tu avevi scosso il capo e mi avevi invitato ad andar via facendomi comprendere che non ero il benvenuto, non per quella sera.
Scuoto il capo al ricordo di quel momento.  Era lì che qualcosa tra noi si era spazzato definitivamente, eppure erano dovuti passare altri sette mesi prima che me ne accorgessi.
Era il matrimonio di Percy e lo avrei ricordato per sempre come il giorno in cui realizzavo di averla persa per sempre.
 
 
 
«Tesoro, hai messo al nostro stesso tavolo Hermione, vero?»
Sorrideva la signora Weasley pensando alla ragazza. Le voleva bene come ad una figlia e sperava davvero che finalmente lei e il suo ultimogenito maschio si decidessero a metter su famiglia. Sarebbero stati perfetti.
«Lo aveva fatto, ma io ho modificato la disposizione» rispose Ginny entrando nella stanza dove Percy si stava preparando per il suo grande giorno, insieme al resto della famiglia «Non ho nessuna intenzione di sentire Harry, Ron e il ragazzo di Herm discutere durante tutto il pranzo e lei è d’accordo con me» aggiunse ghiacciando gran parte dei presenti.
Com’era possibile che la loro Hermione avesse un ragazzo e non ne sapessero nulla?
«Quindi si è finalmente decisa a presentarlo a tutti?» chiese George sistemandosi la cravatta.
Nonostante le usasse a lavoro le trovava incredibilmente fastidiose, quanto gli mancavano i giorni in cui poteva tranquillamente indossare i maglioni della madre senza preoccuparsi. Un sorriso malinconico gli dipinse le labbra a quel pensiero. Anche se fingeva il contrario non erano i maglioni a mancargli quanto l’altra persona che li indossava uguali ai suoi. Scosse il capo. Lui non avrebbe mai voluto vederlo in quello stato, specie quel giorno. Doveva impegnarsi per rendere indimenticabile quel matrimonio.
«Già» rispose la ragazza tentando di nascondere la preoccupazione.
Sapeva che la sua famiglia sarebbe rimasta di sasso a quella scoperta, ma gli sarebbe servito da lezione. Ron non aveva fatto altro che farla soffrire e per quanto non sopportasse il suo lui attuale, la rendeva felice come mai era stata e a Ginny non importava nulla di più.
«Sì frequentano da un po', ma non sapeva come dirvelo» aggiunse alzando le spalle e sistemandosi i capelli in una treccia laterale.
A quelle parole sentì gli occhi di tutti su di sé, ma non vi badò. Aveva promesso che avrebbe mantenuto il segreto e lo avrebbe fatto.
 
«Non sarai mica nervoso?»
Hermione rise nel vedere il ragazzo sistemarsi per l'ennesima volta il nodo alla cravatta, già perfetto dal primo istante in cui l’aveva indossata. Era così buffo, ma non gliel’avrebbe mai detto. Il giorno che stavano per affrontare sarebbe già stato abbastanza complicato senza le sue prese in giro.
«Non dire idiozie» si difese il giovane fulminando la strega con lo sguardo prima di tornare ad ammirarsi allo specchio.
Hermione alzò gli occhi al cielo a quella vista prima di avvicinarsi alla sua schiena e avvolgerlo in un abbraccio.
«Sceglierei te» disse facendo sbarrare gli occhi plumbei del suo accompagnatore.
E di cosa si sorprendeva, lei aveva la capacità di leggerlo come uno dei suoi libri e la cosa lo faceva impazzire.
«Sceglierei sempre te» aggiunse rimarcando il concetto prima di sentire il mago voltarsi tra le sue braccia e posarle un bacio sulle labbra.
Fortuna che non sopportava il rossetto o ne sarebbe venuto fuori un macello!
Sorrise a quel pensiero la Grifondoro prima di passare le braccia dietro il collo del ragazzo e sollevarsi sulle punte per avere maggior accesso alla sua bocca.
Se erano fortunati nessuno si sarebbe accorto del loro ritardo.
 
«Non vedo Hermione da nessuna parte»
Ron si guardava intorno con espressione corrucciata. Era da un po' che non riusciva a stare in compagnia della strega che gli faceva battere il cuore e aveva pensato che il matrimonio di suo fratello fosse l’occasione adatta. Sarebbero stati seduti allo stesso tavolo e magari avrebbe potuto anche confessarle i suoi sentimenti.
Si sentiva pronto, sapeva di non essersi comportato sempre nel migliore dei modi con la ragazza, ma quella era la sua sera. Avrebbe rimediato a tutti gli errori commessi negli anni aprendole il suo cuore e sarebbero finalmente stati felici, insieme.
Sorrise a quel pensiero mentre si avvicinava al tabellone su cui erano scritti i posti a tavola in compagnia del suo migliore amico che sembrava avere una strana ansia addosso. Ron però non se ne curò, quella era la sua sera e nulla avrebbe potuto rovinarla almeno finché non vide ciò che mai si sarebbe aspettato.
«Harry» chiamò l’amico dimenticando la domanda posta precedentemente «Perché mio fratello è tanto idiota da essersi dimenticato Hermione?» domandò sentendo la vena sulla fronte pulsare.
Non avrebbe permesso agli sposi di rovinare il suo programma.
«Non se la sono dimenticati» rispose il corvino «È qui» aggiunse indicando un altro tavolo più laterale rispetto al precedente e lasciando l’amico a bocca aperta.
Che diavolo ci faceva la loro Hermione seduta al tavolo con Luna, la Greengrass e la Habbot? Capiva fossero diventate amiche, ma non gli pareva una giusta motivazione. L’ex prefetto era di famiglia e meritava di stare al tavolo con tutti loro. I
l suo posto era con i a Weasley, con lui. Nessun altro.
Stava per tornare indietro a cantarne quattro al fratello quando il suono di una smarerializzazione lo distrasse.
Davanti ai suoi occhi, stretta tra le braccia di sua sorella, stava la donna più bella che avesse mai visto.
Ai piedi calzava dei sandali avorio che slanciavano due gambe snelle ed affusolate. Il corpicino minuto era avvolto da un abito color dello smeraldo, che le valorizzava la pelle ambrata e il seno modesto. Al collo portava una catenina con un ciondolo a forma di serpente con due pietre al posto degli occhi, quella di sinistra verde, quella di destra rossa. I capelli color del cioccolato erano raccolti in uno chignon laterale. Ma ad attirare l’attenzione del Re di grifondoro furono gli occhi. Conosceva una sola persona con occhi simili ed era la donna di cui era in amorato, da sempre.
«Alla fine è arrivata» disse Harry tentando di spezzare il silenzio che aveva circondato l’amico alla vista della strega.
Doveva ammetterlo, Hermione era oggettivamente bellissima, ma allo stesso tempo inavvicinabile per chiunque escluso il serpente al suo fianco.
Sospirò osservando l’amico. Era talmente perso nella contemplazione della strega da non essersi accorto del braccio che le cingeva i fianchi e che non era intenzionato a staccarsi da lei, come se fosse l’unica ancora a tenerlo a galla. Sorrise il ragazzo con gli occhiali. Poteva comprendere bene quella sensazione. Hermione creava dipendenza, era come una droga, una volta assaggiata se ne voleva sempre di più.
 
«Alla buon ora» urlò Ginny lanciandosi al collo della migliore amica nel momento in cui la vide apparire, più felice che mai, assieme al suo irritante fidanzato.
Se sopportare quel furetto spelacchiato era il prezzo per vederla sorridere sempre a quel modo, avrebbe firmato un contratto con il diavolo in persona. Amava vederla finalmente felice.
«Piattola, un Malfoy non è mai in ritardo, sono gli altri ad essere in anticipo» rispose il ragazzo ghignando in direzione della padrona di casa che non riuscì a trattenere un sorriso.
Era bello vedere che nonostante i rapporti tra loro fossero mutati, certe cose non sarebbero mai cambiate.
La mora alzò gli occhi al cielo, conscia che il siparietto messo su dai due sarebbe andato avanti ancora per un po' e le sarebbe toccato sorbirselo tutto dato che Draco non aveva nessuna intenzione di lasciare la presa sui suoi fianchi.
«Sareste così cortesi da farla finita di modo che io possa andare a salutare anche gli altri?» chiese l’ex regina di grifondoro incamminandosi in direzione della Tana con i due al seguito.
Sperava solo che Daphne e gli altri fossero già lì o non credeva di poter arrivare nemmeno alla celebrazione .
«Ciao, ‘Mione»
Granger sobbalzò al suono di quella voce. Da quando aveva iniziato a frequentare Draco aveva evitato ancor più accuratamente quello che ai tempi della scuola credeva fosse l’amore della sua vita quindi aveva un po' di timore per la sua reazione.
«Ronald! Harry!» salutò tirando un sospiro di sollievo nel momento in cui si accorse della presenza dell'amico.
Per quanto non fosse particolarmente felice della sua relazione con il Serpeverde, le aveva dato la sua benedizione ed Hermione non lo avrebbe mai ringraziato abbastanza. Non avrebbe sopportato di perdere suo fratello.
«Fortuna che sei arrivata, Herm, devo assolutamente parlare con Percy e farlo ragionare» iniziò senza badare a ciò che lo circondava
Il suo sguardo era intento a mangiarsi la strega che si sentiva anche un po' in difficoltà davanti a quegli zaffiri. Perché diavolo la stava guardando come se fosse il più gustoso dei bignè?
«Ti consiglio di allontanare i tuoi occhi allupati dalla mia ragazza, donnola»
Fu la voce di Draco a spezzare quella bolla nella quale l’ultimogenito maschio Weasley era convinto di trovarsi, costringendolo a battere le palpebre per focalizzare la sua attenzione su altro che non fosse la strega che aveva dimora nel suo cuore.
Che diavolo ci faceva il furetto al matrimonio di suo fratello? E perché stringeva Hermione per i fianchi senza che lei si ribbellasse? Ma soprattutto, perché diavolo l'aveva chiamata “la mia ragazza”?
«Non avrete intenzione di azzuffarvi, ora?»
Ginny fulminò i due ragazzi con lo sguardo prima di brandire la bacchetta con un ghigno sadico che li fece deglutire entrambi, anche se il Serpeverde meno visivamente.
Avevano provato sulla pelle la potenza delle sue fatture orcovolanrlti e non erano intenzionati a ripetere l'esperienza.
«Bene, perché è il momento di prendere posto e non ho nessuna intenzione di perdermi la faccia di Percy e gli altri quando ti vedranno circondata da serpi. Io e George abbiamo scommesso e sono sicura Fleur mi farà vincere» continuò prendendo l’amica sotto braccio e dirigendosi verso l’ingresso del giardino dove erano allestite le panche per la celebrazione del matrimonio.
Era certa ci sarebbe stato da divertirsi.
 
«Deve essere sotto imperio»
Ron osservò quella che considerava la sua donna ridere a qualcosa pronunciato da Zanini e sentì una fitta di gelosia attraversagli lo stomaco. Quanto tempo era che non la vedeva così felice? Possibile che fosse tutta opera di una Maledizione? Scosse il capo, certo che sì, non poteva essere altrimenti. Cosa avrebbe avuto una nata babbana da condividere con un branco di purosangue snob come quelli?
«Ti sbagli»
George era comparso alle spalle del fratello facendolo sobbalzare. Da quando si era isolato in quell’angolo solo per poter osservare meglio la strega nessuno gli si era avvicinato. Persino Harry aveva smesso di cercare di convincerlo che quei due fossero felici davvero. Sciocchezze. Hermione sarebbe potuta essere felice solo con lui, né era certo.
«Nessuno strano incantesimo, nessuna Maledizione o magia nera» riprese il maggiore osservando la ragazza in questione appoggiarsi al petto del fidanzato, mentre questi le stringeva i fianchi con le braccia.
Erano bellissimi insieme. Suo fratello avrebbe solo dovuto accettarlo.
«Si amano e sono felici. Si sono trovati quando entrambi pensavano che non ci fosse un posto adatto a loro nel mondo e insieme sono riusciti a costruirsi un futuro» provò a spiegare senza scendere troppo nei dettagli, era certo che, talmente accecato dalla gelosia non avrebbe mai potuto capire quanto forte fosse il legame tra quei due «Hai avuto più di un’occasione per costruire qualcosa con lei, ma le hai gettate tutte nel cesso. Non distruggere anche questa sua felicità» concluse prima di posargli una mano sul capo a scombianrgli i capelli come facevano sempre lui e Fred quando era bambino.
Ron rimase in silenzio, meditando sulle parole del fratello. Gli pareva così difficile crederlo, eppure le aveva davanti agli occhi le prove di quella felicità. Forse era davvero giunto il momento di farsi da parte.
 
 
 
Rinunciare a lei è stata la decisione più difficile della mia vita. Credo che per quanto sia consapevole che il suo cuore ora appartenga ad un altro, il mio continuerà sempre a cercare lei, in ogni donna che incontrerò sul mio cammino.
Sorrido mentre una lacrima mi riga il volto. È così difficile cercare di anestetizzare il mio cuore.
«Vedrai che con il tempo andrà meglio»
La voce di Harry mi riscuote. Ero talmente perso nei miei pensieri da non essermi accorto dell’arrivo del mio migliore amico.
«Un giorno troverai anche tu la persona giusta»
Non può immaginare quanto io voglia che le sue parole si avverino, ma so che non accadrà. Hermione era la mia metà della mela, ma lei ha scelto di dividere la sua vita con qualcun altro e non posso far altro che accettare la sua decisione e sperare di poterla frequentare ancora, almeno come amica. Non potrei sopportare di averla persa per sempre. Il mio cuore ne morirebbe.
«Lo spero» sussurro osservando il sorriso incoraggiante che mi rivolge il mio migliore amico.
L’amore fa schifo davvero, meglio un bel piatto di carne alla brace!
 
 
 
«Sei bellissima, lady Malfoy»
Draco sorride guidando la neo sposa in una piroetta prima di riafferrarla saldamente per i fianchi e stringerla a sé.
«Non sei male nemmeno tu, lord Malfoy»
Hermione sorride stringendosi a quel corpo scultoreo capace di accenderla come un fiammifero prima di sollevarsi sulle punte e far congiungere le loro labbra.
E fu inferno e paradiso.
I due iniziarono una lotta che non prevedeva ne vincitori ne vinti, incuranti di tutti gli sguardi curiosi che li osservavano.
Erano felici.
Si amavano.
Non avevano bisogno di altro.
 
 
 
 




























 
Note:
La storia si svolge su tre livelli narrativi.
La parte di sinistra è il presente e troviamo Ron che parla, tra i suoi pensieri ad Hermione.
La parte di destra è il passato.
La parte centrale è il presente, quello che Ron sta osservando mentre si perde tra i suoi pensieri.

Confesso che è la prima volta che provo a scrivere di un triangolo e spero di non aver fatto un macello.
Grazie a chiunque ha avuto la pazienza di giungere fino a questo punto.
Alla prossima! ^^

karter


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Prompt: Love Triangle
Parole: 3442
  
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