RIME TERAPEUTICHE
Senti queste rime inesistenti
come crollano;
ascolta i loro tremolii,
barcollano
e poi mollano;
io sono così,
un tempo ero grattacielo, sì,
ora sono solo un falchetto
che dal primo volo cade a terra,
inetto;
peggio se cadevo in acqua,
ma sono incapace di volare,
almeno ci provo e ci metto la faccia;
se cado in un lago
muoio subito annegato,
fosse vero,
fosse un sospiro sincero!
Non mi dispiacerebbe morire in questo
modo,
il respiro che in gola mi fa nodo
mentre affondo;
oppure sì?
Oppure sono così codardo
da aver paura della morte, in ogni
sua forma?
E come un bambino,
nel suo lettino,
di notte sogna;
io sogno di volare
ma come dice il saggio
non saprei proprio come fare;
posso però sognare,
nella realtà onirica posso costruire
e disfare
mentre la mia vita è una città
medioevale
in rovina.
Ho ricostruito il mio castello
ma esso non è bello come quello
precedente,
da qui riparto, però,
da bravo perdente;
nella vita si impara di più arrivando
ultimi
piuttosto che primi,
ma da ultimi si piange,
e da primi si ride;
e saltano ora le rime,
senti, sentitele!
Muoiono qui,
su questa misera battigia
d’inchiostro!
E voi mi sentite?
In questa pagina virtuale,
mi udite?
L’avete sentito il mio urlo
solitario?
Ho imparato che nel momento del
bisogno
nessuno resta, tutti rifuggono;
non ho più voglia di chi fugge,
del tempo che passa
amo solo chi resta,
ma alla fine non resta nessuno;
la mia esistenza è come una splendida
festa,
a ora tarda gli invitati tornano
tutti a casa.
T’invoco!
Se tu mi stai ascoltando
se tu mi stai leggendo
avverti qualcosa tra questi miseri
versi?
E questa non è una poesia
interattiva,
no, è solo il preambolo della mia
rovina;
che se non metto a posto la testa
e non imparo ad amarmi da me,
allora non ci sarà più alcun giorno
lieto.
Come l’amore che sfiorisce.
È brutto vedere i propri petali
sparsi a terra,
ormai appassiti
ma la vita è così; triste,
per stare bene
ci si deve svegliare.
NOTA DELL’AUTORE
Come gran parte delle mie poesie, questo è un testo rapido e
scritto di getto, istintivo e impulsivo. Adoro quando scrivo così, lasciandomi
semplicemente andare. A modo suo vi garantisco che è terapeutico.