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Autore: Cassie chan    30/07/2009    10 recensioni
ATTENZIONE: non tiene conto degli eventi del settimo libro...!!Sono passati alcuni anni dalla fine della guerra, ed Hermione Jane Granger vive estromessa dal suo mondo, quello della magia, a causa di una condanna ricevuta tempo prima. Fidanzata delusa, disoccupata cronica, cinica perenne, Hermione ormai dispera dell'arrivo del principe azzurro. Ma quando arriva, non è facile riconoscerlo nelle fattezze affascinanti ma DECISAMENTE irritanti di Draco Lucius Malfoy, specie se babbano anche lui... ma la vita è decisamente strana e può anche capitare che ci si imbatta in una piccola fiaba, proprio quando si credeva di vivere in un incubo...:) PUBBLICAZIONE CAPITOLO 51 : 14 LUGLIO 2020
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Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Lavanda Brown, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'THE "HAVE A LITTLE FAIRY TALE" SAGA. ' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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Capitolo 12 – Turquoise&Crimson

 

Capitolo 12 – Turquoise&Crimson

 

 

Non so esattamente quanto tempo sono rimasta immobile, ferma. Quanti secondi esattamente sono trascorsi tra l’essermi accorta dell’arrivo dei miei amici e l’aver parlato. Non lo so, forse pochissimo, o forse tantissimo. Quale che sia stato il tempo preciso, ho sentito ogni secondo ed ogni momento cadenzato leggero dal respiro di Draco contro la mia schiena. Respiri sempre più veloci, e poi lenti e tranquilli.

Lui si è calmato, io no.

Assolutamente, anzi va sempre peggio.

Quando cavolo ho iniziato a chiamare Malfoy, Draco?

È quel nervoso malcelato a farmi staccare bruscamente da lui, insicurezza alla mancanza di appoggio, e a farmi aprire finalmente bocca.

“Si può sapere che diamine ci fate qui?” chiedo nervosa, le braccia conserte in petto.

Tutti e quattro sbattono gli occhi, riprendendosi anche loro dallo shock. Brillano in modo innaturale i loro occhi di scintille azzurre.

“Sono sotto Confundus…” sussurro a mezza bocca, voltandomi verso Malfoy “Il tuo incantesimo funziona… puoi stare tranquillo…”.

Lui mi guarda dritto negli occhi, un’espressione confusa che sparisce immediatamente, traducendosi in uno sguardo quasi offeso: “Lo so perfettamente, Granger…” bisbiglia anche lui “Non sono poi del tutto arrugginito a compiere incantesimi, contrariamente a quanto pensi Miss So-tutto-io…”.

“E allora che diamine stai a fare qui??!” chiedo irritata. Già ora devo affrontare sta situazione del tutto imprevista, ci manca anche lui che sghignazza ad ogni piè sospinto, fiero di aver condotto la Regina dei Grifondoro dalla sua parte. Cosa non vera, ovviamente, non credo che esistano ormai ruoli così definiti nelle nostre vite. Ma intanto, se devo riflettere in modo estremamente oggettivo, Malfoy al momento tra queste cinque persone, è quella che ho più vicina. Ed è il paradosso più fastidioso della mia esistenza.

Lui mi guarda con odio puro, prima di allontanarsi dicendo: “Veditela tu, allora, con i tuoi amichetti… una cosa, ovviamente che sia chiara… se la tua lingua disgustosamente lunga, dovesse iniziare a dilungarsi sulla nostra, assolutamente non voluta e non richiesta, frequentazione… bè, insomma, fattela passare come idea…”.

“Ci mancherebbe…” borbotto sarcastica, inarcando un sopracciglio “Non credo ancora di essere così idiota… e poi non è tantomeno una qualifica meritevole di attenzione ed invidia… né tantomeno uno dei classici spunti alla conversazione…anzi, credo che la chiudano definitivamente con una persona dotata di buon senso…”.

“Divertente come un enfisema, Granger…” mormora lui, allontanandosi “Fai alla svelta… tra poco, ci dovrebbero essere le foto dello staff…”.

Annuisco, mentre si allontana, fendendo elegantemente la folla, una sola domanda nel cervello. Chissà che cavolo voleva…

Ma che cavolo me ne frega? Ho problemi più seri, al momento!

Torno a guardare i miei amici, che sono rimasti in silenzio ad assistere al mio parlottato scambio di gentilezze con Malfoy, anche se ovviamente non sanno che si tratta del principe delle serpi. Incrocio di nuovo le braccia, inarcando un sopracciglio e battendo un piede per terra, nella mia nota imitazione perfetta della Mc Granitt, che ha sempre suscitato timore reverenziale in tutti i Grifondoro.

Infatti, al ricordo i quattro si riscuotono, e finalmente si degnano di aprire la bocca.
“Che grande pezzo di figo!” la prima ovviamente a parlare è Ginny, seguendo con sguardo affamato la traiettoria di Malfoy. Se sapesse di chi si tratta… Harry la guarda di sbieco, tossicchiando leggermente e richiamando la sua attenzione sul trascurabile dato che lui sarebbe perlomeno presente al momento.

Ma Ginny, completamente indifferente, mi chiede con la bava alla bocca di chi si tratta.

Con un sorriso a mezza bocca, replico, guardando Harry dritto negli occhi: “Si tratta del mio capo… che io adoro enormemente… ma è molto timido e riservato… quindi comprenderai che non si vorrà far vedere…”.

Harry sgrana gli occhi, in fondo è l’unico che dovrebbe sapere che lavoro per Malfoy. E infatti la cosa che mi si conferma mentalmente allo sguardo che Harry lancia alle bolle che circondano la sala, evidentemente comprendendo dell’esistenza di un Incantesimo di Confundus, e alla completa inerzia degli altri.

Sospiro di sollievo, almeno questo lo sa solo lui, ci mancava solo dover anche spiegare perché ho accettato di lavorare per Malfoy. Alle volte, quella domanda ritorna nella mia mente, risuona enorme e mi rimbalza contro, e sembra davvero gigantesca … e io, come sempre, non so rispondere. Alla fine dei fatti, la necessità ha fatto molto, ma non tutto. Il resto, che cosa l’ha fatto? Io non lo so, è la prima… la sola, forse… domanda della mia vita a cui non riesco a rispondere. E so che per loro, sembrerebbe ancora più enorme di quanto già non sia. Per loro anche la necessità non giustificherebbe quello che sto facendo, e l’Hermione di Hogwarts avrebbe detto lo stesso, preferendo la strada dell’accattonaggio a questo. Credo che allora avrei anche preferito diventare la segretaria personale delle gemelle Patil e segnare sulla mia agenda ogni possibile probabilità di sconto nei negozi dell’intera City londinese, pur di non lavorare per Malfoy.

Eppure, ora le cose stanno così.

E, in una quasi tiepida morsa sulla bocca dello stomaco, mi va bene così… quasi… ma ancora, se penso a che parole usare per spiegare questo, non ne trovo. Volano via nel cielo della mia mente come pipistrelli neri, annebbiando la luce sottile e perlacea della luna.

Io, questa risposta non la ho. E ciò mi lacera dentro, dal primo giorno che ho messo piede qui.

Ma non ho bisogno di alcuno che lo sottolinei e salga in cattedra a giudicarmi. Oramai, allo stadio attuale delle cose, non accetto alcun genere di consiglio sulla mia vita. Non dopo la storia di Dean, non dopo le bugie sul mio lavoro, non dopo aver arrancato per mesi da sola. E non dopo la storia di questi due idioti che ho di fronte e che solo ora mi rendo conto, non ho ancora guardato in faccia.

Con orgoglio, sollevo il mento con espressione insofferente, guardandoli dall’alto in basso, come mi può essere tipico in tanti momenti. Ron sbianca nel guardarmi, evidentemente se la ricorda ancora quella mia particolare espressione; vedo persino oltre la pelle sottile della fronte splendere l’allarme rosso Granger sul piede di guerra. Altrettanto ovviamente, le sue orecchie diventano rosse.

Non è cambiato per niente. E, se un giorno non ci fosse stato sesso ed amore tra me e lui, questo lo commenterei con un sorriso sollevato.

Invece no, mi dà insofferenza fino alla punta dei piedi, scariche elettriche che corrono lungo i miei arti, caricandomi di rabbia e fastidio. Una risacca di ricordi e sofferenza che si infrange sul mio cuore fragile e malconcio da ere innumerabili ormai.

Perché questa è la prima volta che lo rivedo da anni.

E fa ancora un male cane.

Perché contrariamente a quel piccolo gesto dettato da un’abitudine radicata, avere paura di me ed arrossire, tra noi non c’è più niente di uguale a prima. In questo silenzio rotto da mille voci e note musicali, ma che è più pesante ed indigesto di qualsiasi cosa abbia mai provato prima, scorre il tempo che è appassito, giorno per giorno, separandoci. Io sto per difendere un mondo che non mi apparteneva e che forse ancora non mi appartiene, ma che adesso è la sola cosa che ho.

E lui… e lui, a guardarlo meglio, non è più nemmeno lui. Perché, in realtà, nonostante abbia affogato la mia testa in narcotici pensieri, alla fine l’avevo guardato attentamente tanto da stamparmi ogni suo dettaglio nella mente.

La faccia che ha fatto appena mi ha visto, sicuramente incuriosito dal mio abbigliamento.

L’espressione corrucciata che ha assunto quando parlavo con Malfoy.

La smorfia alla gomitata che gli ha rifilato Lavanda nello sterno.

E poi il suo aspetto che prosciuga il fiume di rabbia che mi scorreva dentro, rendendolo un rigagnolo maleodorante e sporco.

Il suo aspetto che mi stringe il cuore, e che mi suggerisce quanto sia sempre stato debole Ronald Bilius Weasley.

Mi stringo nelle spalle, debolmente, una foschia che prende la mia vista, rendendola annebbiata. Il mio Ron effettivamente non c’è più.

Come se fosse morto.

Si è lasciato plagiare da Lavanda fino a diventare la perfetta copia di un Ken dai capelli rossi.

Abbigliamento curato ed ovviamente turchese, sopracciglia perfettamente depilate e scolpite, mani fresche di manicure.

Peggio di Seth, sospiro. E non mi viene per niente da ridere.

Del ragazzo che ho amato tanti anni fa, non c’è traccia. E lei, Lavanda, sembra esserne perfettamente conscia, come se avesse compiuto un prodigio da mostrare quasi in una fiera di stato. Gli tiene il braccio possessivamente attorno alla vita, una mano a sfiorare nemmeno tanto delicatamente il fondoschiena. Scrollo il capo tra me e me, lei ovviamente mi guarda con fastidio e posso immaginare che l’idea di venire qui non è stata sua. Mi squadra dalla testa ai piedi, analizzando il mio abbigliamento e non trattenendo un’espressione di sorpresa.

Ovvio, indosso centinaia di migliaia di sterline. Non posso crederci di stare ringraziando mentalmente Summer e la sua varicella.

Decisamente meglio questo che l’abbigliamento da cameriera. Dio, la parrucca turchina… me ne ero scordata. Mi sarei nascosta dietro una pianta se li avessi visti, in quel caso.

È forse il mio ruolo che mi fa recuperare un po’ della mia forza e della mia tenacia, stasera la padrona qua sono io, e Malfoy è lontano abbastanza da non potermi contraddire.

“Sono felice di rivedervi…” commento con una smorfia, guardando con disgusto i due coniugi Mattel, per poi tornare ai futuri coniugi Potter “… ma sapete com’è? Quando si è babbana, si fanno anche cose tipo… faticare per guadagnarsi il pane senza magia…e attualmente ero dedita a questa pratica anacronistica…”.

“Quindi, alla fine, è qui che lavori?” mi chiede Ron, forse in un impeto di coraggio e con un tono accusatorio che non mi piace affatto. Lo guardo di sbieco, non degnandolo di risposta, manco avesse parlato un insetto stercorario della Cornovaglia. Un essere orribile, puzzolente e dedito a lauti pasti a base di letame…insomma, nel caso non sappiate che sia, credo di aver reso perfettamente l’idea.

“Eh, Herm?? Quindi… fai la cameriera??!!” ripete con insistenza Ginny, superando con il suo piglio severo persino il volume della musica, tanto per persino Seth dall’altra parte della stanza si gira incuriosito nella nostra direzione. Sorrido a lui, cercando di sembrare tranquillizzante, quando invece il cameriera sputato fuori da Ginny mi fa sentire ancora più cretina di quando già non mi senta.

È solo una frase quella che mi si forma nel cervello, una steppa bruciata della mia calma di poco fa.

Non hanno nessun diritto di parlarmi così.

“Che io sappia l’Inquisizione spagnola l’hanno abolita nel 1834…” biascico nervosamente, le guance che mi bruciano e le mani strette a pugno “Quindi, non ho intenzione di rispondere a questo interrogatorio… in fondo, ma solamente in fondo, si tratta della mia di vita, non della vostra…”.

“Ma Herm…” inizia subito Ginny, ma l’interrompo subito, la voce che scende di un tono: “Ginny, sei la mia migliore amica e tutto il resto… ti voglio bene, e questo lo sai…ma questa è la mia vita, ho deciso io come viverla… e sì, faccio la cameriera, ma al momento va bene così… lo so, magari per te, o meglio per voi, può sembrare una qualifica non proprio esaltante per il Capo degli Auror. Ma ora io non sono questo…”, la mia voce si abbassa ancora mentre aggiungo con una patina di tristezza: “… e probabilmente non lo sarò più…”.

Tutti e quattro sobbalzano e mi guardano preoccupati ed intimoriti, so che nelle loro menti qualcosa irrimediabilmente si è incrinato a queste mie ultime parole. Immaginare Hermione Granger e il Capo degli Auror come due persone distinte, per loro, deve essere stato oggettivamente difficile. Specie per Ron, che ha vissuto con me. Specie per Harry, che era il mio referente lavorativo privilegiato. E infatti sono loro due a guardarmi nel modo più scioccato e, al contempo, triste. Sì, triste… perché un enorme fossato si sta scavando tra me e loro due, e nessuno può fare niente per impedirlo. Come rovi acuminati, i giorni che stanno passando in questa maniera così peculiare e strana per me, mi feriscono le mani e mi fermano mentre cerco di arrivare a loro. Si avviluppano attorno alle mie membra, facendomi sanguinare, eppure… io non sento dolore. Forse per rassegnazione… o per stanchezza… o magari è solo fatalismo.

La verità è che il giorno stesso in cui io ho accettato di lavorare qui, ho scritto sulla pietra la sequela ordinata di passi che stavo facendo nell’allontanarmi da loro. Perché lavoravo per Malfoy, certo. Ma soprattutto perché finalmente ho accettato un modo che mi facesse ritornare a vivere. Un modo per sentirmi utile. Un modo per riprendere quella esistenza che avevo condotto per inerzia, trascinandomi lungo le giornate con svogliatezza e stanchezza, appoggiandomi come un’ameba sulle spalle di Dean e sospirando instancabilmente il dissidio di essere stata strappata dalla mia vera vita. Essere di nuovo babbana, era non essere più io, non essere più me stessa.

Perché io sono la magia.

Se non posso fare magie, io non servo a nulla. Questo mi dicevo.

E l’ho pensato per due anni.

Vedevo me stessa come una bambola di pezza, poggiata su una libreria impolverata, da una bambina diventata donna. Ero come… un ricordo, ecco. Bello, semmai, e anche divertente. Ma sempre come una stella di fumo che si dirada alla luce di un mattino pigro.

Ero… inutile.

I miei amici erano sempre tali, ma erano lontani, perché la loro quotidianità non era più la mia. Ed anche Dean era terribilmente lontano…

Per questo, io non mi ero innamorata di lui. Dean apparteneva a quel mondo, da cui ero stata cacciata.

Dean, senza volerlo chiaramente, mi faceva sentire inutile.

Il giorno in cui ci siamo lasciati, il giorno in cui ho accettato questo lavoro… e non c’entra Malfoy, perché poteva essere qualsiasi tipo di lavoro, purché fosse più dell’occupazione di una mezza giornata in modo da proiettarmi davvero nel mondo dei babbani… io ho ricominciato a vivere. E a sentirmi utile.

Il posto nel mondo, è la coscienza che ciò che fai serve a qualcosa o a qualcuno.

Preoccuparmi per il Tourquoise Party, essere attenta che tutto andasse bene al Petite peste, fare il mio lavoro al meglio possibile… e poi intenerirmi per Serenity, ridere con April e Seth, arrabbiarmi con Summer e Malfoy… mi avevano ridato una dimensione. Un tempo e uno spazio mio, solo e soltanto mio.

E che non aveva nulla a che fare con la magia.

E con loro, fa male ammetterlo ma è così.

Posso ora dire loro che sono preoccupata che gli ospiti non si divertano? O che facciano una foto a Malfoy? O che Serenity peggiori improvvisamente? No, è la secca risposta. Loro mi risponderebbero scrollando le spalle, perché hanno problemi diversi. E questi per loro sono piccoli e stupidi. Piccoli e stupidi, come i babbani. Perché, dentro, questo è quello che pensano.

E ora, con i loro visi sconvolti, con la domanda tacita che leggo sulle loro fronti, sul perché io preferisca questo piuttosto che essere il Capo degli Auror, loro continuano a portare quei due aggettivi attaccati a questa situazione.

Solo che faticosamente, ora, si rendono conto di dover attaccare anche a me le parole piccola e stupida.

Cosa perfettamente leggibile in faccia, mentre Harry mi dice, la voce assolutamente sgomenta: “E’ per la vicenda di Malfoy, vero?”.

“Cosa è, la vicenda di Malfoy?” chiede arrogante Ron, guardando Harry in cagnesco. Se sapesse che Malfoy è persino in questa stanza adesso…

“Nulla che ti riguardi…” mormoro tagliente, orgogliosa di non dover spiattellare tutta la storia, poi proseguo soddisfatta dalla faccia piccata di Ronald: “… e comunque, Egregio Ministro, la risposta è sì…”.

“Non ci credo che stai facendo tutto questo per… lui…”. La voce di Harry accentua con disgusto l’ultima parola, il suo volto che si gira ostinato da una parte all’altra della sala quasi lo stesse cercando nella folla sterminata di persone che ci circondano e che ballano allegre. E persino nel buio illuminato a tratti dai fasci di luce azzurra, vedo i suoi occhi fiammeggiare e, solo per un attimo, sto per dargli ragione, riavverto l’odio atavico per Malfoy nelle sue iridi e quella molla più forte del sangue che mi spingeva a volerlo vedere soffrire in modo lancinante ogni volta che lo incontravo. Ma, strano a dirsi, mi si spacca dentro qualcosa a ripensare così di Malfoy, e mi provoca nausea al cuore, l’immagine di lui che culla piano Serenity nella mia testa che stride con quell’odio. Che ormai non è più mio.

“Non lo faccio per lui…” sussurro piano, il volto basso e le lacrime che mi offuscano la vista, mentre ancora mi sento miglia e miglia da loro. Non condivido più nemmeno i loro sentimenti.

Cosa resta allora?

Sollevo di nuovo il viso: “… lo faccio solo per me… e semmai un giorno tornerò, gli assassini di Narcissa e Lucius Malfoy saranno i primi a fare i conti con me…”.

“Auror, come te… stai parlando forse anche di tuoi amici, lo sai?” mi chiede Harry furibondo, le mani che si stringono convulsamente, un’espressione cattiva. Ginny ammutolita li preme un mano sull’avambraccio, guardandomi scioccata ed inorridita. Ron tace e Lavanda ovviamente annoiata, guarda i ballerini nella sala, forse smaniosa di unirsi a loro.

“Lo so perfettamente e non mi interessa…” la mia voce mi sembra quella di un’altra persona. Mai è stata così dura e lapidaria nel parlare con Harry… mai… la mia voce si addolciva senza che lo volessi, anche quando lo rimproveravo per i compiti non fatti oppure per la sua imprudenza. Guardavo i suoi occhi e mi si stringeva il cuore, e la mia voce calava di tono e diventava più soffusa e calda, meno fredda e arrabbiata. Qualsiasi cosa avesse fatto, io lo perdonavo sempre. Ma ora… no… perché stavolta lui mi ha tradito… davvero… e stavolta mi ha portato via la sola cosa che, nonostante tutto, quando ero nulla, polvere che reclamava l’universo da cui era bandita, mi aiutava a non perdermi nel vento…

Soggiungo velenosa: “Forse per alcuni sarà anche un bene che io non ritorni mai… perché se dovessi farlo, quella sarebbe davvero la prima cosa che farei…”.

“Non ci credo che stai dicendo cose del genere…” commenta alla fine Harry, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi con aria rassegnata “Non sembri più tu… ma alla fine, la vita è tua… e se vuoi rovinartela, sei liberissima di farlo…”.

Trattenendo le lacrime alla durezza delle sue parole, annuisco con un: “Infatti… lieta che tu l’abbia capito…”, i miei occhi vagano anche sugli altri, escludendo ovviamente Lavanda che tutto sta facendo tranne che badare a me, e bisbiglio leggermente, tentando di tenere la mia voce ferma e immobile: “E la cosa vale anche per voi…”.

Fa male… un male atroce… i loro visi che mi guardano come se fossi un’estranea. E mi sento sola, terribilmente.

Ma la mia forza è sempre stata questa, andare contro tutto e tutti pur di seguire le mie idee e i miei pensieri.

E questa non sarà sicuramente l’ultima volta.

Soffrirò, starò male, piangerò sulle cose perdute, ma almeno i conti con me stessa torneranno sempre. Per una persona come me, affamata di coerenza, verità e giustizia, questa è sempre la cosa più importante. Scrollate le spalle, andrò avanti lo stesso.

Anche se stavolta sarà maledettamente difficile, anche se stavolta sarò più sola delle altre volte… e ripensandoci, quasi vorrei tornare indietro, chiedere davvero che ci fanno qui, che cosa hanno fatto in questi mesi, quante volte hanno riso senza di me e hanno pianto lacrime fuggevoli e rapide. Perché stare con sé stessi non è poi mai una grande compagnia.

E so che mi mancheranno come l’aria, in questo momento che ora ha solo l’aria e il sapore dell’addio.

O dell’arrivederci.

Ma di un qualcosa così logorante e straziante che darei di tutto per non viverlo… ma lo vivrò, e purtroppo so già che non dipende da me.

Perché Harry è già andato via, prendendo a spallate la folla e aprendosi un varco. Perché Ron ovviamente l’ha seguito con una sollevata Lavanda. L’unica che resta di fronte a me, come sempre, è Ginny. Si stringe nelle spalle e si mordicchia incerta il labbro inferiore, lei che è sempre stata la più forte di tutti noi. Tra i due aneliti che la spingono in direzioni opposte, per ora sceglie me.

E le sono eternamente grata.

Mi si avvicina e mi abbraccia di slancio, il mio cuore che si fa piccolo piccolo mentre mi dice: “Spero che tu sia felice, Herm… non volevo intromettermi…davvero… siamo solo venuti per vedere come stavi, e per dirti che forse esisteva una possibilità di lavoro anche senza magia, al Ministero…”. Non ribatto, perché chiederle di che cosa si tratti sarebbe molto incoerente al momento, nonostante sia molto curiosa. Ma alla fine non mi interessa… un’altra mia precipua caratteristica è che se decido una cosa, quella è.

Si stacca da me con un sorriso triste, per poi dirmi: “Non ti capisco fino in fondo…e lo sai… ma mi sforzerò… so che alla fine lo farà anche Harry… se questo ti rende serena, segui il tuo cuore… io ti appoggerò sempre…”.

“Grazie Ginny…” riesco a mormorare, una lacrima solitaria che mi scende dagli occhi, imbevendosi di mascara.

Lei sospira e sorride, per poi dirmi con un occhiolino: “Non piangere… altrimenti, tutti gli ospiti penseranno che sei una pessima padrona di casa…”.

Rido leggermente, asciugandomi gli occhi, sospirando: “Magari fossi io la padrona di casa…”.

“In effetti, le decorazioni non mi sembravano molto da te…”.

“Troppo raffinate?” chiedo con un sorriso, inarcando un sopracciglio.

“No, credo che le decorazioni in generale non siano da te…” ride lei, trascinandomi nella sua allegria e costringendomi a ridere a mia volta “Hermione Jane Granger… e le feste… sono due assiomi ben distinti…”, la sua risata si spegne repentina assieme alla mia, mentre soggiunge triste: “… ma alla fine sembra che tutto sia destinato a cambiare…”.

Annuisco con il capo, non riuscendo a dire altro. Le parole mi si sono impastate in bocca, un sapore così sgradito e dolceamaro da lasciarmi stordita. Un sapore che sa solo di rimpianto e di ricordi perlacei, che splendono baluginanti nel buio della mia mente. Quando ogni cosa è conclusa, quando tutto sembra essere finito, ti resta sempre un minimo istinto di sopravvivenza quasi… e non vorresti aver detto quello che hai detto, fatto quello che hai fatto, pensato quello che hai pensato. Ti dici che non interessa nulla, basta che tutto torni come prima, basta poter tornare indietro, basta questo… e, nonostante tra le dita, vedi il tempo passato che ti scivola come sabbia scura, davvero tenti di riafferrarlo.

Ma se liberi certe parole e certi pensieri, essi non ritorneranno mai indietro.

Anelata la libertà per millenni, non si faranno mai più catturare da te.

Mentre abbraccio ancora Ginny e la vedo andare via tra la folla, una pesante sensazione di freddo tra le membra, mi chiedo davvero lo scotto di ogni mia azione nel corso degli anni. Forse, se talvolta fossi stata zitta, se avessi fatto buon viso a cattivo gioco, forse…

Ora sarei più felice.

Non lavorerei qui, per dirne una. Non è una tragedia, alla fine, ma averlo evitato sarebbe stato meglio.

Starei ancora con Dean e, che lo amassi o no, ora questo mi sembrerebbe un miracolo… Dio, quanto ancora mi manca… alla fine, due anni uno non li scorda così, ed è uno stillicidio continuo di ricordi, gesti, sensazioni, particolari che, senza nemmeno accorgermene, sono diventati miei ma che in origine erano suoi… anche se, qualora fossi stata diversa, forse ora starei ancora con Ron, altro che Dean.

Non ci sarebbe stata Lavanda accanto a lui, a toccargli il sedere con prepotenza… ma io, forse a ridere e a scherzare come non ho più fatto in vita mia… sarebbe bastato chiudere gli occhi alla sua scappatella, fare finta di nulla, oppure perdonarlo… e magari quella storia sarebbe finita com’era nata, e lui sarebbe rimasto con me.

Sarei ancora una strega, lo stimato ed integerrimo capo degli Auror, e io e Draco Lucius Malfoy saremmo ancora due illustri sconosciuti.

Sospiro, e Ron non sarebbe quella sottospecie di caricatura di Men’s Health che ho appena visto…

Chissà come sarebbero andate le cose, allora… forse la parte migliore, alla fine, è che io non lo saprò mai.

Senza nemmeno accorgermene, ho attraversato la sala piena, intenta a ballare in modo convulso, almeno qualcuno si diverte stasera… bah, alla fine non era una clausola espressa che io mi divertissi, anzi… mi sembra che vada tutto bene, quindi posso eclissarmi per qualche istante. In fondo, Malfoy non lo vedo, Seth sta ballando come un pazzo con April, Lorna e Corinne sono a loro posto… e Gail, bè, sembra perlomeno intenta a servire un cliente. Preferisco non sapere che sta pensando quel pover’uomo.

Devo solo prendere un po’ d’aria e mi sentirò meglio, effettivamente fa troppo caldo qui…

Attraverso la sala a lunghi passi, fino alla terrazza, la cui porta finestra è coperta da una tenda leggera di tulle azzurro, mossa come una medusa dal vento di questa sera fresca di inizio estate. L’impatto con l’aria fresca mi fa rinsavire subito, come acqua ghiacciata sul viso, e chiudendomi alla fine la porta alle spalle, faccio qualche passo incerto, prima di appoggiarmi con sollievo alla ringhiera. Chiudo gli occhi, la carezza del vento sulla pelle, concentrando ogni fibra del mio essere per trattenere il pianto che mi sta già venendo fuori a singhiozzi. Mi mordo il labbro inferiore con ferocia, come facevo durante gli addestramenti contro il Cruciatus, anche se quel dolore mi sembra persino piacevole al confronto con questo. Sento il petto squarciato, come se avessi una ferita che mi dilania la carne viva e vulnerabile, lasciandola esposta alla caduta di migliaia di cristalli di sale che l’infettano e imputridiscono costantemente.

Respiro ancora, cercando di calmarmi, ma la mia operazione si rivela perfettamente inutile alle parole che giungono alle mie orecchie dopo nemmeno cinque secondi scarsi. Il travaso di bile riprende esattamente dove l’avevo lasciato.

“Granger, che c’è? Batti la fiacca?” mi dice Malfoy con la sua solita voce delicata ed affabile. Lo squadro con aria truce, è appoggiato con la schiena  alla balaustra, e mi fissa con un sorriso di scherno. Ovvio, deve avermi visto parlare con i miei amici, per lui deve essere stato come Natale, San Patrizio e Guy Fawkes arrotolati in una serie di pochi minuti. Quanto non lo sopporto, vorrei ucciderlo davvero con le mie mani, scommetto che mi ha seguito apposta. Oddio, la mia mente mi soggiunge timida che la sua posa è evidentemente di una persona che ci stava qui prima di me e che non ho sentito nessuno riaprire la porta, ma me ne frego!! Ci manca solo che anche il mio cervello si metta a fare l’avvocato del diavolo! E Malfoy con quel personaggio c’ha molto in comune; un paio di corna, un forcone e odore di uova marce, e siamo a posto!

Non mi dò pena di rispondere, cavolo una pausa me la posso prendere da questa vita di schiavismo appresso a lui! Ma nemmeno lui insiste, e ciò mi sorprende parecchio, lo guardo con la coda dell’occhio, mentre si volta e continua a guardare fisso lo scenario di Londra illuminata dalle luci artificiali di quella notte chiara e trasparente. Una notte buia, le stelle che splendono luminose, e la luna che invece non c’è. Forse non è ancora sorta.

Un brivido.

Ancora… mi stringo nelle spalle, eppure non è che faccia freddissimo, ma sto praticamente tremando.

“Granger, se ti ammali, io la malattia non te la pago…” mi soffia contro, anche se stranamente non mi sembra malevolo come sempre, ma quasi… gentile… bah, chi lo capisce è bravo… deve davvero servirgli una cameriera, altrimenti non si preoccuperebbe mai per la mia salute… odio ammetterlo, ma credo che alla fine seguirò persino il suo consiglio. Forse sarà meglio rientrare, ho un gelo dannato… i denti mi battono furiosamente in bocca, e mi strofino le mani sulle braccia, cercando di riscaldarmi. Ma che diamine, d’accordo che il vestito è leggero, ma tutto sto freddo…?!

A Malfoy le mie manovre ovviamente non sfuggono, e mi guarda incuriosito, inarcando un sopracciglio in chiara espressione di disappunto, per poi dirmi con voce insofferente: “Cavolo, Granger… non è dicembre… vattene dentro, no?”, poi guarda casualmente in basso e ribatte, sghignazzando: “… ma forse non è freddo, è per… loro, no?”. Indica con il capo in basso, dove si intravedono ancora nel buio di questa notte le sagome dei miei amici.

Le parole di Malfoy mi feriscono mortalmente.

È un attimo, come un cascata gelida che mi cade addosso.

Sgrano gli occhi, autenticamente terrorizzata, risentendo sensazioni che ormai non sentivo da anni. Guardo il cielo con terrore, lo scruto attentamente, mentre il dolore aumenta ad ogni minuto sempre di più. Lancinante mi fa gemere ed iniziare a piangere, le lacrime che scorrono veloci sul mio viso ghiacciato di sudore. Malfoy mi guarda, senza capire, ma non osa ancora fare un passo nella mia direzione.

È inutile che cerchi… la luna non c’è.

È una notte di luna nuova.

Continuo a tremare sotto lo sguardo esterrefatto di Malfoy, mentre la vista inizia ad annebbiarsi, come era prevedibile. Piangendo mi porto la mano sul ventre, le ginocchia che mi cedono e mi fanno cadere per terra.

Nella notte scura, il sangue che tinge il mio vestito e la mia mano sembra nero.

Come ho potuto…dimenticare… il novilunio?

I capelli zuppi mi ricadono a ciocche dalla mia acconciatura elaborata, finendomi in faccia, mentre continuo ad osservare immobile il sangue che continua a scorrere per terra. Forse Malfoy ora s’è n’è accorto, non lo so.

Sento l’eco di un “Granger?” nelle mie orecchie, ma viene coperto da un ronzio indistinto. E non so se è stato Malfoy o… lui

Quando sento un dito innaturalmente lungo e freddo sollevarmi il mento, e mi ritrovo gli occhi rossi di Voldemort addosso, capisco che è ricominciata ed è tutta colpa mia.

La mia maledizione…

Piango senza ritegno, mentre Voldemort mi squadra, leccandosi le labbra con la lingua da serpente.

“Ti sono mancato, eh, Mezzosangue?”.

 

Taddadà, ecco a voi un nuovo capitoletto… come vedete, è rimasto in sospeso in un punto assolutamente tragico… infatti il titolo che ho dato a questo capitolo, significa proprio “Turchese&Cremisi” ed è preso dal titolo di un album del gruppo Vast…insomma, giusto per specificare che non è un accostamento mio originale, ma che con la mia storia ci stava a pennello, come avete visto!!… Che sarà successo? Ebbene la risposta l’avrete nel prossimo capitolo!! In realtà, forse potreste sapere che è successo, perché l’ho accennato… vi lascio alle vostre deduzioni!!! J

Il prossimo capitolo sarà davvero importante, ve lo anticipo da ora… in quanto accadrà qualcosa che tutti stavate aspettando… chissà che cosa???!!! Anche in questo sono una tomba, quindi resto zitta!! Potrebbe essere qualsiasi cosa… lallalà, come mi piace essere perfida!!!

Prima dei ringraziamenti, ci tengo a fare un ANNUNCIO MOLTO IMPORTANTE!!!

Qualche giorno fa una delle mie fedeli lettrici, Cygnus Malfoy, ha creato un forum su questa storia, cosa che ovviamente mi ha fatto un enorme piacere e mi ha inorgoglito parecchio…!! Il suo indirizzo è http: // havealittlefairytale.forumcommunity.net ; siamo ancora agli inizi, ma ce la metteremo tutta; ovviamente tutti i lettori di questa storia, compresi coloro che non hanno mai recensito, sono invitati, anche solo per dirmi che ne pensano della storia oppure per formulare ipotesi sullo svolgimento della stessa, o ancora solo per chiacchierare un pochino!! Sarebbe anche gradito un aiuto nella gestione dello stesso, soprattutto per l’aspetto grafico! Mettete la mano sul vostro cuore… informatico!! :-)

Chiedo scusa di aver usufruito di questo spazio per parlarne, ma non sapevo come altro fare!!

Passo ai ringraziamenti:

Giuly 94 : ciao carissima!! Grazie dei tuoi complimenti!! Riguardo al motivo per cui Draco ci ha “provato” con la nostra streghetta, credo che la motivazione sia una somma di cose; Hermione, a mio dire, lo diverte con le sue reazioni assurde quindi ci ha provato gusto a provocarla un pochino, ma per come me lo sono immaginato io, lui nasconde gli interessi più puri dietro delle cose estremamente utilitaristiche. Quindi credo che, anche se ci godeva non poco a stuzzicare Hermione, si sarà detto che lo faceva per vedere se svolgeva al meglio il suo lavoro anche con un cliente molesto!! La canzone di Sagi è la mia preferita al momento…!! Quindi dovevo inserirla per forza… i nostri maghetti dovevano essere presenti!! Anche se come avrai letto, spero, questa volta, non è stato proprio un incontro idilliaco!! Un Bacio!!!

Nefene: la mia cara Chiara!! Non ti ho più trovato su msn, quindi spero che il tuo esame sia andato bene!! J Seth è un personaggio vitale in questa storia e nei prossimi capitoli, lo vedrai ancora di più, specie nel prossimo… eheheh!!! Come avrai letto, Hermione fa un passo avanti ed uno indietro, ammette che è legata a Draco e poi lo nega… così sta più tranquilla!! Ma ben presto finirà di scappare!! Davvero ti sono venuta in mente per un concorso di racconti? Me felice!!! J ne sono molto onorata…!!! Vorrà dire che mi dirai meglio i particolari!! Anche se ho qualche problema con le storie originali… eheheh!!! Un Bacio!!

Baby_san: grazie dei complimenti, ne sono davvero felice!! Il pensiero di Draco è sempre abbastanza cervellotico, ma un giorno saprete anche lui che ne pensa di tutto quello che sta succedendo!! Un bacio!!

Fra fri 95: wow, wow e super wow!!!!!grazie dei tuoi complimenti… !! il primo bacio, dici??? Chissà… J Hermione è facile da affrontare, perché davvero è simile a me per come l’ho concepita!! Quindi parlo di me e il gioco è fatto!! Un bacio!!

Seven: ciao carissima!!addirittura un capolavoro?? Me onorata!! Hermione effettivamente si scava spesso la fossa da sola e ci si getta allegramente dentro…! Nonostante tutto, è un periodo molto difficile per lei, quindi è normale che senta la mancanza di una persona importante come la mamma!! Chissà a chi stava pensando Draco??!! Ma ovviamente non lo avrebbe mai detto!! Seth è il mio eroe, anche perché è un personaggio solo mio, quindi gli voglio proprio bene!!! Per un giorno l’ho pubblicata a luglio! Spero che tu lo possa leggere!!! Un bacio!!

Cygnus Malfoy: ovviamente un bacio enorme alla mia amministratrice preferita!!! Grazie dei complimenti!! E grazie del duro lavoro che stai facendo con il forum!! :-D

Un bacio anche a Liven che mi ha lasciato un commento via mail!!

A prestissimo…

Cassie chan!!

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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