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Autore: palvis94    07/10/2019    1 recensioni
Rose Weasley e Scorpius Malfoy sono al loro ultimo anno di scuola. Lei è un Prefetto, mentre lui Caposcuola, eppure non hanno mai avuto occasione di parlarsi in tutti quei anni, soprattutto a causa del comportamento piuttosto riservato ma arrogante di Malfoy.
L'occasione si presenta quando i Professori incaricano i Capiscuola e i Prefetti a collaborare nell'organizzazione di un programma di scambio culturale con le varie scuole d'Europa e America. Come influirà la comparsa di questi nuovi studenti nella vita di tutti a Hogwarts? Riuscirà Rose a fare breccia nel cuore di Scorpius? Cosa si nasconde dietro al comportamento del ragazzo? I due ragazzi arriveranno ad un certo punto a domandarsi cosa c'è "between me and you"?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Carissimi lettori, vi ringrazio per l'interesse dimostrato in questa storia. Vi agiorno con il secondo capitolo. Fatemi sapere cosa ne pensate. 
In più, a fine capitolo, c'è un'immagine di Rose e Scorpius, per come li ho immaginati io. 
Buona lettura e vi ringrazio per il sostegno :) 


 
Cap. 2 - Red lips
 

Rose Weasley sapeva di fiori freschi di campo. Non era proprio lei, erano i suoi capelli. Quando mi passò accanto, sentii il profumo allo spostarsi dei suoi capelli. Erano lunghi, non proprio ricci, mossi che finivano con un'arricciatura boccolosa alle punte. E rossi.

Mi lanciò un’occhiataccia di sfuggita, prima di uscire. Aveva un viso infantile, a forma di cuore. Sicuramente si stava domandando che problemi avevo: la gente mi fissava spesso in questo modo. Aveva degli occhi veramente belli, espressivi, grandi e blu come il mare. Ma non quello che c’era in Gran Bretagna: i suoi occhi avevano il colore del mare dei Caraibi, quello cristallino.

Fu in quel momento che notai le piume tra i suoi capelli. Il gufo era rimasto parecchio infastidito dalla ragazza, a quanto pareva. L'avevo vista faticare a legare la lettera alla sua zampa, possibile che in 17 anni della sua vita non fosse ancora capace di fare una cosa così semplice? Possiamo dire a prima impressione che era piuttosto imbranata. 

Non so cosa mi fece aprire la bocca, avrei potuto benissimo lasciarla andare per i fatti suoi con quelle piume tra i capelli, ma le parole mi uscirono di bocca da sole.

Sperai che non mi avesse sentito, ma la vidi girarsi e rivolgermi un: - Sì?

La vedevo incredula, e mi avvicinai a malavoglia, era a qualche gradino più in basso rispetto a me: ormai la frittata era stata fatta, quindi alzai la mano per toglierle le piume. La vidi irrigidirsi, sorpresa dal mio gesto. Le sue guance si stavano arrossando mentre gli occhi color oceano erano spalancati, così come la bocca. Aveva delle labbra carnose, rosse come il sangue che facevano un gran contrasto con la sua pelle quasi pallida.  

Le porsi le piume, prima che potesse dire una qualsiasi cosa, quasi a mo' di spiegazione per il mio gesto improvviso. Dovetti ammettere che la situazione mi intimoriva un po'. Non avevo nessuna intenzione di avere una conversazione con una ragazza, soprattutto con lei. Feci dietro front, fregandomene di quello che avrebbe potuto pensare. Rimasi accanto alla porta, ma in modo che non mi vedesse, finchè non sentii i suoi passi scendere i gradini della scala. 

Tirai un sospiro di sollievo. Cosa mi era preso? Avrei dovuto evitare quella scenetta imbarazzante con lei.

Era la cugina di Al, la figlia di Ronald Weasley ed Hermione Granger. Sospirai, non aveva senso ricamarci sopra troppi pensieri.

Tirai fuori la lettera che dovevo mandare a mia madre, dalla borsa. Scelsi una civetta bianca per inviare la posta, era appostata in alto su un trespolo dorato. Appena i nostri sguardi si incrociarono scese giù, appoggiandosi al davanzale della finestra. Sorrisi: mia madre adorava le civette. La rendevano felice.

La guardai volare via nel cielo rosso che man mano che si allontanava, tingeva anche lei dello stesso colore. Il Sole era ormai calato del tutto. Era ora di tornare al Castello.
 

In Sala Grande l'orario di cena era già iniziato da un po', i ragazzi più piccoli avevano già cenato, lasciando spazio a quelli più grandi. Io raggiunsi Dan, al nostro tavolo di Serpeverde. Daniel Zabini, era il mio migliore amico. Eravamo sempre stati insieme dall’infanzia, le nostre famiglie si conoscevano da sempre ed eravamo tutti e due figli unici: così anche la nostra amicizia era unica – quasi come due fratelli.

- Hey Scorp, tutto bene? – mi salutò il mio amico, addentando un pezzo di formaggio.

- Certo, e tu? Inizi senza di me? – scherzai. Lui mi fece un occhiolino, con la bocca piena.

Feci per riempire il mio piatto di purè, quando sentii dei risolini dal tavolo di Tassorosso, proprio davanti a noi. C’erano due ragazze che ci fissavano, anzi, divoravano con gli occhi Dan.

Gli tirai una gomitata sul braccio per attirare la sua attenzione, lui mi fissò interrogativo.

- Guarda Dan, quelle due Tassorosso mi sembrano interessate al tuo formaggio. – lo informai, scherzando.

Lui alzò lo sguardo verso di loro, sorrise ammiccando. Una delle due, la bionda, arrossì abbassando lo sguardo.

- Si, diciamo che ho avuto una notte abbastanza “interessante” con la biondina, Abbey Goyle. – disse piano, ridacchiando. 

- Abbey Goyle? La sorella di Emmanuel Goyle? - gli chiesi. Emmanuel Goyle era il Capitano della nostra squadra di Quidditch. 

Il mio amico annuì con la testa, con la bocca di nuovo piena di cibo. Io scossi la testa in segno di dissenso. Era l’unica cosa su cui non andavamo molto d’accordo. Sapevo che non aveva nessun interesse in quella ragazza, pure lei lo sapeva, Zabini era sempre chiaro su queste cose con le ragazze, eppure si stava lasciando prendere in giro in quel modo. Avevamo avuto varie discussioni su questo argomento, non arrivando mai a una soluzione, non potevo dire niente: finché l’altra persona era informata e non soffriva, lui era libero di comportarsi come credeva.

Daniel era uno di quei ragazzi di bell’aspetto apprezzati tanto dalle ragazze, popolare, carismatico, sapeva conquistare con un solo sorriso. Il fatto che avesse una carnagione mulatta, quasi dorata e dei occhi verdi, presi dalla madre, lo aiutavano un sacco. Io invece ero più riservato, odiavo la gente, ero più sarcastico, a tal punto da essere visto come arrogante, o forse sì, un po’ lo ero. Eravamo così diversi l’uno dall’altro, eppure eravamo il duo perfetto. Sapevamo capirci perfettamente, c’eravamo sempre stati l’uno per l’altro in quei anni.


Dopo cena io e Dan ci separammo, dovevo raggiungere Al per rivedere alcuni programmi previsti per l’anno insieme ad alcuni dei nostri professori.

Corsi per non arrivare in ritardo davanti all’aula indicata nel messaggio che avevo ricevuto dal Professor Paciock, il nostro insegnante di Erbologia. Al non era ancora lì, lo vidi correre per il corridoio due minuti dopo, rosso in faccia dall’affanno.

- Scusami Scorpius, ho appena finito l’allenamento di Quidditch. Davies non ci stava più lasciando andare! – esclamò, una volta raggiuntomi. Si piegò in due, con le mani sulle gambe, per riprendere fiato.

- A cosa serve tutta questa preparazione se alla fine dovete sempre perdere contro di noi? – lo canzonai io.

Lui alzò lo sguardo verso di me, gli occhi verdi brillarono sotto i ciuffi di capelli neri che ricadevano sulla fronte: - Certo, come no! Stavolta la Coppa verrà in Casa Corvonero di sicuro, vedrai. – rispose, con ancora il fiato che gli mancava.

- Vedremo, Al. Tu intanto riprenditi, tra poco dobbiamo entrare. – ammiccai.

Al era uno del gruppo di amici che Dan frequentava. Ci conoscevamo da anni, tanto da poterci definire amici, anche se non abbastanza intimi da sapere ogni dettaglio della vita l’uno dell’altro.

Ero stato anche a casa Potter un’estate prima, tra le ammonizioni di mio padre. Non che mi importasse tanto di quel che pensava: sapevo da sempre che mio padre non apprezzava per niente Harry Potter, ma non potevo negarmi una vacanza con Dan e i suoi amici solo a causa della loro rivalità adolescenziale.   

I signori Potter erano stati piuttosto gentili. C’era stato un imbarazzo iniziale tra me e il padre di Albus, forse non si aspettava di vedermi sulla soglia di casa propria conoscendo mio padre, ma sicuramente tutto era stato superato in pochi minuti.

Entrammo una volta che Al si fu ripreso. Nella riunione erano presenti il professor Paciock, direttore di Grifondoro, la Preside McGranitt, l’anziano professor Vitious, direttore di Corvonero, il professor Lumacorno, direttore di Serpeverde e insegnante di Pozioni, e la professoressa Bones, insegnante di Difesa delle Arti Oscure e direttrice della casa di Tassorosso.

- Buonasera signori Malfoy e Potter, prego accomodatevi. – ci accolse la professoressa Bones.

- Buonasera Professoressa! - salutammo ad unisono io e Al.

Nell’aula era stato disposto un grande tavolo al centro, a cui capo era seduta la Preside e ai lati i vari professori, ciascuno con davanti a sé uno svariato numero di pergamene.

Io e Al ci sedemmo a uno dei due lati, tirando fuori la pergamena per gli appunti. Era la nostra seconda riunione con i professori e sinceramente non sapevamo ancora cosa aspettarci dal nostro Ruolo.

- Allora, dato che finalmente siamo presenti tutti, possiamo iniziare a parlare del programma per quest’anno. – iniziò a parlare la Preside, passando lo sguardo sui presenti. Tutti annuimmo.

- Bene, quest’anno abbiamo pensato di organizzare una serie di scambi culturali scolastici tra le scuole di Beauxbatons, Durmstrang e Ilvermorny. In poche parole, in tre periodi diversi durante l’anno riceveremo alcuni studenti da una delle scuole, a turno, e manderemo a nostra volta degli studenti selezionati in queste scuole. L’obbiettivo è quello di farsi conoscere, condividere la cultura scolastica e del nostro paese agli studenti, anche attraverso dei eventi organizzati in loro onore. – la McGranitt fece una pausa per rivolgersi a me e Al: - Abbiamo deciso che, purtroppo per voi, i Capiscuola e Prefetti non potranno aderire allo scambio in quanto dovranno occuparsi dell’organizzazione degli eventi e avranno il compito speciale di accogliere gli studenti stranieri e assicurarsi che si trovino bene ad Hogwarts. Per risarcirvi per questa opportunità che, in un certo senso, vi togliamo, a fine anno, sia i Capiscuola che i Prefetti riceveranno una borsa di studio per l’anno successivo o un’opportunità di lavoro più vantaggiosa per chi finirà quest’anno. – concluse la professoressa.

Io e Al annuimmo. La proposta era piuttosto allettante. Fu Al a parlare per tutti e due: - Grazie professoressa McGranitt, siamo veramente entusiasti per questo programma! – esclamò concitato. Lui era piuttosto bravo a comunicare con tutti, sempre gentile, con la risposta pronta.

La McGranitt gli sorrise: - Certo, signor Potter. Ma non si dimentichi che l’immagine della nostra scuola è nelle vostre mani ora, quindi vorremo ricevere i vostri piani e idee in poche settimane, se possibile. Dovete lavorare sodo per ottenere la ricompensa a fine anno.

Io e Al annuimmo, assicurando i Professori che ci saremmo impegnati al massimo, con l’aiuto dei Prefetti.

Il primo gruppo di studenti sarebbe arrivato durante il periodo di Halloween da Beauxbatons, il secondo durante Natale da Ilvermorny e il terzo gruppo verso la fine dell’anno, a maggio, da Durmstrang.

I professori ci diedero altre indicazioni che poi avremmo dovuto riferire ai Prefetti con istruzioni ben precise tra ciò che ci era permesso e ciò che invece non lo era nei limiti del regolamento della scuola.

Noi ringraziammo e uscimmo dall’aula.

- Woah, quest’anno sarà super impegnativo! – esclamò Al una volta fuori, portandosi la mano al viso per spostarsi la frangia dalla fronte.

- Già. Dobbiamo organizzare un incontro con i Prefetti. – risposi a malavoglia. Mi stavo già pentendo di aver accettato la carica di Caposcuola. Non sarei riuscito a reggere tutti i vari eventi sociali che bisognava organizzare, eppure una borsa di studio per il corso di Auror o Spezzaincantesimi mi allettava troppo da rinunciare a questa opportunità.

- Già, se vuoi invio io tutte le lettere per l’incontro. – si offrì Al. Io annuì.

- Grazie. Fissiamo l’incontro per domani prima di cena? – chiesi.

- Si, dai. Verso le sei e mezza.

- Perfetto.

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Eccoci alla fine di questo capitolo. Come promesso, vi mostro i volti di Rose e Scorpius che io avevo in mente. Fatemi sapere cosa ne pensate.


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