Capitolo 5
Una
mano.
Una
frase rassicurante.
Una
fitta allucinante.
Delle
lacrime che gli rigano il volto.
Tom
scattò seduto ansimante. In cuore gli galoppava a mille. Si passò una mano sul
volto imperlato di sudore. Fece vagare lo sguardo intorno a se.
Si
trovava nella sua stanza.
“Di
nuovo quella scena…” sussurrò posando una mano sul petto.
Si
lasciò ricadere sul materasso portando un braccio sopra gli occhi.
Una altro flash.
Un
qualcosa di umido che gli scorre lungo il corpo.
Sgranò
gli occhi.
No. Decisamente non sarebbe riuscito a riaddormentarsi.
Ispirando
a fondo diede un lieve colpo alla sveglia. Si accese e
vide l’ora. Le 3 e 12, sbuffò alzandosi e avanzando,
al buio, verso il bagno. Si sciacquò il viso rabbrividendo appena al contatto
con l’acqua fresca. Posò le mani sul lavandino ispirando a fondo portò lo
sguardo allo specchio. Aveva un aspetto terribile. Delle profonde occhiaie gli circondavano gli occhi il suo volto stanco e pensieroso,
talmente tanto, che non si accorse neppure della presenza di suo fratello che
era da poco entrato nella stanza.
“Non
riesci a dormire?” gli chiese affabile il rasta
inclinando leggermente il capo.
Tom
trasalì voltandosi verso il gemello
“Accidenti
Bill… n… non ti avevo sentito… mi hai spaventato…” farfugliò imbarazzato.
Bill
accennò un sorriso intenerito.
“Non
riesci a dormire eh?” gli chiese avanzando di qualche passo.
Tom lo fissò
per pochi istanti poi distolse lo sguardo e scosse la testa
“Nemmeno
io…” ammise Bill sedendosi sul coperchio del water
“E’
stata una giornata decisamente intensa..” farfugliò
rigirandosi tra le mani il bordo della maglietta nera indossata sopra i boxer.
“A
proposito di questo Bill…” iniziò Tom stringendosi le braccia e ostinandosi a
non guardarlo in volto.
“…Io…
si insomma, ti volevo ringraziare… per non aver raccontato tutto… ecco… per… aver
tralasciato quel dettaglio…”
Bill
sentì il proprio cuore perdere una pulsazione e subito dopo accelerare.
“Di
nulla… non lo racconterei mai… a meno che non sia tu a
volerlo fare…” rispose a voce bassa.
Cadde
un silenzio pesante tra loro.
Per
svariati minuti nessuno dei due proferì parola poi un sospiro costrinse Tom a
guardare suo fratello
“Senti
Tomi… hai voglia di suonare un po’?...” gli chiese
alzandosi
“Mi
piacerebbe sentire la melodia che stavi provando l’altro giorno…”
Tom lo
fissò un attimo poi annuì
“Certo,
tanto ormai il sonno è andato a farsi benedire!” rise lieve
“Ottimo!”
esclamò il rasta “Perché ho la sensazione che potrebbe essere una nuova
canzone!”
Tom lo osservò
esordendo sconcertato
“Vuoi
dire che hai già le parole pronte?”
“Naturale
fratellino!” esclamò ovvio il rasta “Non sei l’unico che produce quando è in
vacanza!!”
Tom si
lasciò sfuggire una fragorosa risata mentre apriva la
porta del bagno che conduceva alla sua camera
“Dai,
vai a prendere il testo che la proviamo!” esordì poi scomparendo al suo
interno.