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Autore: Sacchan_    08/10/2019    1 recensioni
Al Wonderful Cat Life il via vai di gente non si sprecava mai in nessun orario del giorno. ]
[NicoNicoSinger] [Utaite vari]
Raccolta di flash-fiction scritte per la challenge del #Writetober2019 indetto dalla pagina di Fanwriter.it
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Utaite Vari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day 6: Promemoria
Pairing: KuronekoxKogeinu
Link: Akatsuki Arrival


-PROMEMORIA-

Ottobre si avviava sempre più verso l'inverno e quella mattina a malapena si arrivava sui 10°.
Durante la notte era venuta giù una pioggia torrenziale assieme a un freddo vento di tramontana che rendeva inutilizzabile la terrazza esterna del Wonderful Cat; la sua proprietaria si era alzata alle prime luci dell'alba proprio per andare a spazzare via il fogliame accumulato tra un tavolo e l'altro e dare un'asciugata alle sedie e al resto.
Davanti a lei la vita sembrava correre allo stesso modo: le prime automobili sfrecciavano nel centro cittadino, nei palazzi le luci degli appartamenti iniziavano ad accendersi e dalle uscite delle metropolitane era possibile iniziare a vedere i primi gruppi di gente camminare da una parte all'altra della città.
Stringendosi nel giubbotto di pelle nera Kuroneko meditò che forse era meglio sbrigarsi se voleva aprire il bar in tempo, piuttosto che perdersi in giri di pensieri assurdi. Era persino parecchio assonnata dato che, dopo gli eventi della sera prima, non aveva chiuso occhio. Si era persino svegliata con le borse e gli occhi gonfi dal pianto.
Di una cosa era sicura: non voleva più vedere capelli castani in vita sua!
Ma le sue preghiere non furono per nulla ascoltate visto che, sollevato il mento, qualcuno sempre dotato di corti capelli marroni si trovava a pochi passi da lei; Kuroneko lo osservò con una smorfia.
Sicuramente quelli di Kogeinu erano più scuri rispetto a quelli che tanto l'avevano perseguitata quella notte: Pokota li aveva tendenti al miele, ma i due condividevano sia lo stesso taglio che la stessa lunghezza.
"Buongiorno, Kuro!" La salutò vivace e brillante quel ragazzo dagli occhi color smeraldo. Forse una differenza c'era, in effetti: i capelli di Kogeinu sembravano, a qualsiasi ora del giorno, spettinati come se si fosse appena alzato dal letto.
Ecco, questa cosa di lui non era affatto cambiata... Assieme alla voce squillante e armonica.
Kuroneko fece schioccare la lingua infastidita: il karma doveva avercela per forza con lei!
Kogeinu era un suo vecchio compagno sia del liceo che dell'università e da che ricordava, per un motivo o per l'altro, finivano sempre in competizione per qualcosa. Che fosse per il voto più alto, o per chi riusciva a finire prima il cibo fornito dalla mensa scolastica, o per una gara di velocità... Erano destinati a scontrarsi anche per la minima sciocchezza.
Diversi come la notte e il giorno: lei andava in giro sempre vestita di nero, rosso o viola e faceva delle borchie il suo must, lui invece preferiva le felpe dai colori aranciati o dalle sfumature calde, che mettevano in risalto il verde dei suoi occhi perennemente sorridenti.
Era questo che Kuroneko non sopportava, quella mattina poi più che mai.
"Neanche un saluto?" Il ragazzo inclinò il viso dispiaciuto, provocandola ulteriormente.
Tre mesi prima di quella mattina Kogeinu aveva lasciato il suo lavoro di cameriere in un ristorante ed era finito con l'aprire un'attività propria.
Un bar, già! Esattamente come il suo! Quel ragazzo doveva davvero mancare d'inventiva per punzecchiarla come era solito fare.
Oltre al danno pure la beffa: il suo bar si trovava persino sulla stessa strada del Wonderful Cat, anche se era proprio alla fine di essa.
Senza volerlo finì per stringere il manico della scopa con troppa forza, reprimendo l'impulso di usarla per scacciarlo via.
"Sai bene perché ce l'ho con te. Eri a corto di idee quando hai deciso di aprire una caffetteria tutta tua? Spero che le cose almeno ti stiano andando benissimo perché, mi spiace deluderti, il mio Wonderful Cat è di molte spanne sopra il tuo!"
Avrebbe voluto mordersi la lingua, ma le parole erano uscite dalla bocca senza pensarci. Con Kogeinu era sempre così.
"Oh! Non ti è ancora andata giù che persino nel lavoro siamo diventati rivali!"
La ragazza non seppe dire se era stata la genuinità della risposta, o la sottile ironia nascosta nel mezzo, ma la goccia traboccò dal suo vaso e senza rifletterci raccattò una pallina di cartaccie da terra per lanciargliela addosso. La pallina però, troppo leggera per essere tirata, cadde immediatamente a terra scatenando in Kogeinu una risata e mettendo in imbarazzo Kuroneko.
"Mettiamola così." Rispose il giovane uomo dopo aver finito di ridere. "Se la persona che ti piace lavorasse proprio in un bar tu che faresti?"
Le iridi rossicce di Kuroneko si spalancarono sorprese, ma la sua lingua decise lo stesso di dargli una risposta.
"Probabilmente andrei spesso in quel bar, oppure proverei a farmi assumere lì."  
Kogeinu si portò la mano al collo e lo strofinò imbarazzato.
"Immagino che questo sia ciò che la maggior parte della gente penserebbe."
Non cogliendo il senso della frase Kuroneko si sentì in dovere di lanciargli uno sguardo interrogativo e improvvisamente Kogeinu si fece incredibilmente serio.
"Ma io aprirei un bar proprio per attirare la sua attenzione." Rispose eloquente fissandola dritta negli occhi, aspettando la sua reazione che non tardò ad arrivare.
Lo smarrimento iniziale fu presto sostituito dallo stupore, poi dalla realizzazione infine all'impaccio. Forse era anche colpa del freddo, ma poté giurare di vedere le sue guance colorarsi di rosso turbate.
Probabilmente era meglio tirare le cuoia immediatamente dopo aver detto così tanto, almeno prima che si scatenasse l'inferno.
Anche perché le sette del mattino si stavano avvicinando e l'orario di apertura pure perciò la salutò con un inchino cordiale e affrettò il passo, lasciandola lì imbambolata a rimuginare su quanto appena sentito.
Lei rimase immobile arrivando all'unica conclusione possibile e nascosta nelle righe, generando tantissime domande che difficilmente avrebbero trovato risposta..
Se quanto aveva appena sentito era vero allora avrebbe usato ogni giorno lavorativo passato dentro al Wonderful Cat come promemoria per una sola cosa: non avrebbe perso quella sfida, difficilmente sarebbe ceduta.
Anche perché era impossibile dimenticarsi del suo eterno rivale.

Parole: 934


Non so se è perfetta, ma la pubblico così com'è.
   
 
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