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Autore: tiaspettoqui    08/10/2019    1 recensioni
Harry Styles ha venticinque anni ed un grande peso nel cuore da circa tre mesi. Lavora in un bar al centro di Londra, il bar dove Scarlet Brown prende sempre il suo solito caffè prima di andare a lavorare. Scarlet ha ventiquattro anni ed un lavoro come maestra alla scuola elementare. A lei le novità non sono mai piaciute.
Una corda sottile li lega, ma non riescono a rendersene conto. Tanti punti in comune, tanti piccoli e innocenti segreti si portano con sè, tanto amore da dare ma nessuno con cui condividerlo.
"Stringimi forte Harry, stringimi adesso."
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Stare bene

La voce di John Mayer risuona nella stanza. Una mano esce fuori dalle coperte e afferra il telefono.
“Chiunque tu sia, fa che sia importante.” una voce roca e trascinata.
“Harry! Ma… stavi dormendo?”
“Certo Liam, stavo dormendo. Sai, sono le sette del mattino.”
“Amico ma sei ubriaco? Sono le undici!”
Harry si mette seduto e subito la luce che riesce a sfuggire dalla tapparella gli acceca gli occhi. Non possono essere le undici. Non può aver dormito così tanto.
“Cazzo” impreca “Merda” scosta le coperte dal suo corpo e appoggia i piedi nudi sul pavimento. Un brivido percorre tutto il suo corpo per il freddo improvviso.
“Dai, non è morto nessu...”
“Stai zitto Liam, porca puttana”.
“Buongiorno anche a te, principessa.” lo prende in giro l’amico “Comunque ti avevo chiamato per invitarti ad una festa stasera”.
“Che tipo di festa?”
“Non lo so, un certo Michael dà una festa in questa gigantesca villa e secondo me deve essere dive...”
“No.”
“Ma ci saranno molte raga...”
“No.”
“La finisci di interrompermi?” urla Liam “Non puoi pensare di non uscire più solo perché ti caghi sotto”.
“Ciao Liam”. Harry chiude la chiamata e lancia il telefono in un punto indefinito del letto. Sbuffa e guarda l’orologio sul comodino. Le undici e cinque. Harry osserva la foto accanto all’orologio; ritrae lui insieme ad una ragazza con una maestosa Torre Eiffel a fargli da sfondo.

Un altro sbuffo fuoriesce dalla sua bocca e si alza dal letto. Apre la porta del bagno e appoggia le mani ai lati del lavandino, con la testa china. Alzando lo sguardo si guarda allo specchio e nota due grandi solchi sotto gli occhi. Può anche dormire dieci ore, ma il sonno continua ad essere tormentato e sconnesso. Si sveglia almeno tre volte a notte scosso dagli incubi. 
Apre l’acqua fredda e si sciacqua il viso per rinfrescarsi. Una volta asciugatosi il viso, raggiunge la cucina. Deve mangiare qualcosa se non vuole svenire.
Non fa nemmeno in tempo a prendere la bottiglia del succo d’arancia che il campanello disturba il suo apparente momento di quiete. Sbuffa – per la terza volta – e va ad aprire la porta d’ingresso.
“Sei peggio delle zecche, lo sai?”
“Lo so, ma sai quanto ti odio quando mi interrompi”. Liam entra in casa e saluta Harry dandogli una pacca sulla spalla.
“Ed io ti odio quando non riesci a capire il concetto di privacy”.
“Amico, le nostre madri ci facevano il bagno insieme – entrano in cucina – quando mai c’è stata privacy tra di noi”.
Harry scuote la testa e “Cosa vuoi?” per poi prendere un bicchiere e versarci dentro un po’ di succo.
“Portarti alla festa”.
“Liam, ti ho già detto di no”.
“Ma perché?”   
“Lo sai.” beve un sorso.
“Non puoi stare sempre chiuso in casa Harry. Non lo meriti.”
Harry ha ormai perso il conto degli sbuffi fatti nell'arco di quei quindici minuti e punta i suoi occhi verdi in quelli nocciola di Liam. In questo momento vorrebbe solo che il suo amico lo capisse senza dover proferire parola.
Harry ha paura anche di camminare per strada ultimamente, perché non pensa di poter reggere se dovesse rivedere due occhi azzurri come il mare. Anzi, il mare ce l’ha lui, in bilico nei suoi occhi, pronto ad uscire quando meno se lo aspetta.

“Liam, mi serve tempo.”
“Sono passati tre mesi, basta piangersi addosso.”
Si passa una mano tra i capelli, un gesto che fa quando è molto nervoso; e questo è uno di quei momenti. E’ nervoso perché non riesce a spiegare a Liam il suo vero stato d’animo. Harry è ancorato al passato, a quel passato che lo ha reso felice e triste allo stesso tempo, quel passato che forse dovrebbe ringraziare perché “tutto serve” - come dice sua madre -.
“Liam...”
“No Harry, stammi a sentire – gli punta un dito sul petto – sono tre fottuti mesi che cerco di farti distrarre ma tu sembra non voglia propria uscirne da questa situazione. Quindi stasera alzi quel culo e vieni alla festa.”
Harry guarda il suo amico negli occhi e tenta di sorridere per la sua improvvisa presa di posizione. Liam Payne è sempre stato accondiscendente, a lui andava bene qualsiasi cosa perché “l’importante è stare insieme”, dice sempre. Liam è l’unica persona nella vita di Harry a credere veramente in lui e a tirarlo fuori da ogni situazione. E’ un po’ come il fratello che non ha mai avuto.
Questa volta è Liam a sbuffare. Poggia le mani sulle spalle di Harry e lo guarda dritto negli occhi.
“So che è difficile, ma fallo per te Harry. Non ti buttare via. Là fuori c’è già qualcuno che ti sta cercando”.
Harry annuisce e “Va bene Liam. Ora però basta, stai diventando troppo sdolcinato”.
“Vaffanculo amico!” ridono e si abbracciano forte, perché Liam Payne ed Harry Styles si capiscono con uno sguardo e sanno quando è il momento di un abbraccio.

**

“Ragazzi ricordatevi… domani compito in classe!” Scarlet cerca di sovrastare le urla dei bambini che, finalmente, escono per la pausa pranzo. Sbuffa mentre raccoglie i fogli da terra.
Qualcuno bussa alla porta e “Posso?” chiede.
Scarlet si gira e Peach la sta guardando con in mano due sacchetti.
“Ciao Peach, scusa ma stavo cercando di ripulire. E’ incredibile quanto siano indisciplinati”.
“Ho portato il pranzo. Panino e patatine ti aspettano.”
A sentire la parola ‘pranzo’ lo stomaco di Scarlet brontola e pensa che i fogli possono aspettare.
“Allora, come è andata stamattina?” le ragazze si sono spostate di fuori, su una panchina che si affaccia sul cortile della scuola. Le foglie degli alberi sono smossi dal vento di Ottobre.
“Bene, oggi abbiamo fatto l’Irlanda – Scarlet mangia una patatina – stranamente erano molto interessati”.
“Forse perché tu sei una brava insegnante”.
“Certo Peach, come no”.
La ragazza dai capelli rossi alza gli occhi al cielo ed incenerisce l’amica con lo sguardo. Le sembra incredibile che Scarlet abbia ancora tutti questi problemi di autostima.
“Non ti rispondo nemmeno. - prende un sorso di Coca Cola – Comunque Scar, stasera si esce. Ho conosciuto un ragazzo.”
“Sei seria?”
“Si, ma non per me”.
A Scarlet va di traverso la bibita e comincia a tossire. Da circa due mesi Peach cerca di trovare un ragazzo alla povera ragazza che, a detta sua, sta bene così. Ed è vero. Non ha bisogno di niente e di nessuno. Con James è finita da circa un anno e lei non ha minimamente provato a trovare qualcun’altro perché troppo concentrata su se stessa ed i suoi obiettivi. Non che sia un male, ma ogni tanto avere qualcuno che non sia Peach accanto aiuterebbe.
“Smettila di trovarmi un fidanzato – si pulisce le mani con un tovagliolo – vogliamo ricordare come è andata con George?”
Peach si strofina il mento con le mani e “Non ricordo”.
“Peach, il mammone.”
“Ora ricordo! - ride e si sistema meglio la sciarpa intorno al collo – non era mica colpa sua se sua madre era preoccupata”.
“Ci stavamo per baciare e la madre lo ha chiamato – Peach fa per aprire bocca ma Scarlet la zittisce – le ha risposto dicendo Ciao mammola mi manchi. Inutile dire che sono corsa a casa. Quindi no Peach, grazie dell’interessamento ma sto bene così”.
Peach sbuffa e “Va bene, ma almeno usciamo? C’è questa serata ad un pub molto carina con un ragazzo molto carino che suona.”
“Fammi indovinare. Vuoi presentarmi il ragazzo molto carino che suona”.
“Esatto Watson”.

Scarlet ride e scuote la testa. In questi giorni ha un po’ la testa pesante ma cerca di distrarsi con il lavoro e gli amici. Le piccole pesti che ha come studenti sono come un rifugio per lei. Adora il modo di vedere il mondo del bambino, ha sempre quello strano luccichio negli occhi che le fanno pensare che lei sta facendo un ottimo lavoro. Spiegare l’Irlanda non è mai facile, ma se poi un bambino le sorride, Peach le porta un panino per pranzo e Londra è soleggiata, cosa mai potrà succedere di così grave?  

Writer's wall.

Buongiorno a tutti! Ecco a voi il secondo capitolo di Stringimi adesso. Sono ancora capitoli di passaggio, non voglio affrettare le cose. Conosciamo meglio un po' Harry e il suo stato perenne di inquietudine e Scarlet, che alla fine, sta bene anche così. 

Fatemi sapere cosa ne pensate e cosa pensate possa accadere nel prossimo capitolo! 

Un bacio grande

   
 
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