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Autore: Ortensia_    09/10/2019    3 recensioni
[ OiKage ]
«Sì,» Tobio protende le labbra in una smorfia dispiaciuta, volge lo sguardò all’insù e si sofferma sulle cime scure degli alberi, incrociando le braccia al petto per il freddo «l’orientamento non è proprio il mio forte…»
«Già, gli unici posti in cui non ti perdi sono casa nostra e il campo,» asserisce acidamente il più grande, per poi emettere un lungo sospiro «e io ancora più scemo che ti ho dato corda.»

[ Prompt: bosco ]
[ Writober 2019 ]
Genere: Commedia, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Tobio Kageyama, Tooru Oikawa
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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― la suggestione di qualcuno


«Io te l’avevo detto, Tobio-chan» sono queste le prime parole che Oikawa gli rivolge da quando ha insistito per imboccare il sentiero di destra.
Oikawa si era fermato al bivio e gli aveva indicato la strada sterrata che svoltava a sinistra, oltre il grosso tronco di un albero ricoperto di foglie scure, dicendosi sicuro che fosse quella giusta, ma Kageyama, per qualche motivo a lui ora più sconosciuto che mai, aveva imboccato la destra con sicurezza, forse attirato dal fatto che sembrasse decisamente più illuminata dell’altra. Tooru aveva indugiato, ma vendendo Kageyama così sicuro della sua scelta lo aveva seguito, non mancando però di sbuffare con una certa riluttanza.
«Sì,» Tobio protende le labbra in una smorfia dispiaciuta, volge lo sguardò all’insù e si sofferma sulle cime scure degli alberi, incrociando le braccia al petto per il freddo «l’orientamento non è proprio il mio forte…»
«Già, gli unici posti in cui non ti perdi sono casa nostra e il campo,» asserisce acidamente il più grande, per poi emettere un lungo sospiro «e io ancora più scemo che ti ho dato corda.»
«Torniamo indietro, Oikawa-san?» domanda Kageyama, che osserva con un certo timore il sentiero cupo, ancora più buio della strada sinistra indicata dal suo compagno circa un’ora prima.
«Sì, sarà meglio» risponde Oikawa, sobbalzando quando un ramoscello si spezza sotto le sneakers dell’altro: anche lui non è estraneo alla fascinazione oscura del bosco, al tetro silenzio che si ode ovunque, sotto e sopra gli alberi. Ora mai è scesa la notte e possono contare soltanto sui due miseri fasci di luce provenienti dalle torce dei loro cellulari.
«Da che parte?» chiede Kageyama non appena si volta per fare dietro front.
Anche Oikawa si gira, ritrovandosi a osservare con un certo disappunto le due vie che gli si parano davanti, poi indica quella di destra con l’indice.
Kageyama non fa obiezioni: segue il più grande, aggrappandosi al suo braccio non appena imboccano il sentiero prescelto.

Oikawa, la fronte leggermente aggrottata, dà una rapida occhiata allo schermo del cellulare: anche in questa zona del bosco non c’è campo, e come se non bastasse ora è decisamente più buio e il bubolare lontano di un gufo rende ancora più inquietante la loro situazione.
«O-Oikawa-san,» Kageyama si stringe maggiormente a lui quando avverte un fruscio nei cespugli vicini «non dovremmo essere già arrivati?»
Tooru distende le labbra in un sorriso nervoso, annuendo con un movimento ingessato del capo.
«Mh?» Tobio inarca un sopracciglio, confuso, e poi realizza la realtà dei fatti.
«Ti sei perso anche tu?!» strilla nel panico, e Oikawa gli fa subito cenno di tacere.
«Non urlare, idiota! E se in questo bosco si aggirasse un assassino?» Oikawa lo scuote appena, sentendo un brivido percorrergli la schiena.
«Troppi videogiochi, Oikawa-san» Kageyama controbatte immediatamente, rivolgendogli un’occhiataccia colma di disappunto, ma prima ancora che l’altro possa rispondere si ritrovano entrambi a urlare abbracciati, terrorizzati dal crepitio di foglie e ramoscelli che risuona nei paraggi.
«C-cos’è?» balbetta Kageyama, puntando la torcia verso i cespugli.
«Spegnila, spegnila!» lo intima Oikawa, cercando di condurlo il più in fretta possibile sul ciglio del sentiero, sotto un grosso albero. «Te l’avevo detto: è l’assassino e sta venendo a prenderci!»
Si guardano solo per un istante, poi un ramoscello alle loro spalle si spezza, raggelandogli il sangue: l’assassino è proprio dietro l’albero, ora mai li ha quasi presi!
«Voi due idioti.»
Kageyama e Oikawa strillano di nuovo quando un fascio di luce scopre i loro visi, accecandoli momentaneamente.
«Questo è un ritiro estivo fra università, non l’incontro dei boyscout.»
Oikawa riesce ad aprire un occhio dopo qualche secondo, poi, quando il fascio di luce viene abbassato, anche l’altro.
«I-Iwa-chan?!» piagnucola poi, sollevato.
«Ci hai trovato!» la gioia di Kageyama fa da coro, mentre Iwaizumi li fissa senza tradire alcuna emozione.
«Abbiamo camminato così tanto!» Oikawa piagnucola ancora.
«Pensavamo fossi un assassino» aggiunge Tobio, traendo un sospiro di sollievo.
«Potrei diventarlo» li interrompe Iwaizumi, regalando loro un brivido di paura: la sua espressione è ancora più spaventosa del bosco di notte.
«Andiamo» Hajime dà loro le spalle, avviandosi.
«L’accampamento è tanto lontano?» chiede Kageyama.
Iwaizumi si ferma e si volta lentamente, guardandoli con incredulità.
«È qui» indica poi davanti a sé, illuminando lo spiazzo disseminato di tende da campeggio con la torcia del cellulare.
«Oh» Oikawa sgrana gli occhi, per poi accennare un sorriso nervoso.
«Vi siete persi per circa tre ore in cento metri di bosco. Due talenti della pallavolo persi… in cento metri di bosco. Ma davvero, ragazzi?» Iwaizumi Hajime, la bocca della verità, ha parlato.


Angolo autrice:
Purtroppo non sono molto soddisfatta. Non sono riuscita a partorire un'idea migliore, ew.
Però, vi prego, inserite il genere "disagio".
Alla prossima!
   
 
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