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Autore: Sacchan_    09/10/2019    1 recensioni
Al Wonderful Cat Life il via vai di gente non si sprecava mai in nessun orario del giorno. ]
[NicoNicoSinger] [Utaite vari]
Raccolta di flash-fiction scritte per la challenge del #Writetober2019 indetto dalla pagina di Fanwriter.it
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Utaite Vari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Day 7: Bagno Caldo
Character: Naruse
Link alla canzone: Nectar
-BAGNO CALDO-


Quel giorno aveva piovuto praticamente sempre, Naruse era uscito di casa con la pioggia e ora si trovava per strada bloccato nuovamente da questa.
Aveva salutato Luz alla fermata della metropolitana, quando lo scroscio d'acqua era talmente leggero da essere solo poco più che un fastidio, per poi venire sorpreso da un vero acquazzone. Di quelli dove si tornava a casa zuppi come pulcini.
Decise che era meglio fermarsi sotto qualche porticato e attendere che la pioggia smettesse un po', guardandosi attorno gli pareva persino di riconoscere in che zona della città si era rifugiato nel vano tentativo di trovare un riparo. Dall'altra parte della strada poteva vedere le vetrate di quel bar dove Luz gli aveva dato appuntamento qualche mattina prima
Pensò allora che un buon caffè caldo, magari arricchito da tanto latte, potesse essere la soluzione ai suoi brividi di freddo.
Si toccò dunque le ricce e umide punte dei suoi capelli. I suoi veri capelli, non quelli sintetici delle parrucche che era costretto a indossare per lavoro.
Erano neri, ma li aveva tinti con sfumature violacee per dargli un tocco di personalità; li portava lunghi fino al collo e da dietro le orecchie questi formavano delle onde rendendoli ingestibili, utilizzava persino delle forcine per tenerli a posto.
Non si stupiva che i suoi capelli facessero a modo loro diventando tanto ribelli, dato che ogni giorno li costringeva sotto retine e pesanti parrucche, forse era il modo per dirgli di prendersi maggiormente cura di loro.
Sollevando le spalle sospirò guardando il cielo plumbeo, per quanto tempo ancora sarebbe rimasto lì fermo pregando di poter tornare a casa? Avrebbe dovuto passare il tempo studiando coloro che, a differenza sua, portavano appresso l'ombrello ed entravano nel bar in cerca di rifugio e di un buon caffè caldo?
Quella giornata lavorativa era stata davvero pesante, per giunta aveva passato la maggior parte del tempo sdraiato a terra sulla pancia mentre il suo fotografo personale scattava le foto che sarebbero diventate il suo nuovo album fotografico. Nonostante il tappeto e il green screen si era infreddolito abbastanza, e ora la pioggia gli stava dando il colpo di grazia: sarebbe stato un miracolo svegliarsi il mattino successivo senza un raffreddore.
Pensandoci avrebbe fatto meglio ad accettare il passaggio in macchina che Luz gli aveva offerto, ma aveva perso tempo dentro il suo camerino a disfarsi del trucco, della lunga parrucca rosa e del leggero vestito bianco, simile a una sottoveste, usata per il book.
Improvvisamente avvertì uno starnuto al suo fianco, girandosi sorpreso individuò un ragazzino avvolto da una pesante sciarpa. Non portava cappotti, né aveva ombrelli a seguito, soltanto una felpa invernale dotata di un cappuccio forse troppo grande per lui.
Come distintivo di riconoscimento aveva corti capelli decolorati e un segno sulla guancia sinistra; le nuove mode di questi ragazzi di oggi rimanevano davvero incomprensibili.
Da quanto tempo era lì, poi? Naruse non si era per niente accorto della sua presenza.
Le sue dita si muovevano frenetiche sullo schermo del cellulare, assieme ai suoi occhi che sembravano irritati o infastiditi, probabilmente per il maltempo che lo aveva costretto lì.
Naruse sollevò le spalle rassegnato; c'era poco da fare... Solo un pazzo avrebbe attraversato la strada per rifugiarsi in un locale, correndo il rischio di beccarsi in pieno quel diluvio. Chiudendo gli occhi si limitò a far passare il tempo ascoltando il rumore generato dalla pioggia nel momento in cui cadeva a terra.
Lo risvegliò uno scalpiccio impensato: il borbottio di pozzanghere che venivano calpestate e infrante; il ragazzino dai capelli chiari stava attraversando la strada correndo, in barba al getto d'acqua.
Istintivamente gli venne da sollevare la mano e sgranare gli occhi, aprì persino la bocca sorpreso... Ma per dire cosa, poi?
Di aspettarlo? Non si conoscevano nemmeno, l'avrebbe solo spaventato.
Chissà perché lui aveva avuto il coraggio di fare ciò che invece Naruse mai avrebbe fatto. Eppure bastava così poco, giusto dieci secondi di sopportazione e avrebbe potuto sedersi su una calda poltrona e gustare una buona bevanda bollente.
Invece no, rimase lì sotto quel portico ad aspettare che la pioggia terminasse di scendere, scrocchiando di tanto in tanto le spalle indolenzite dal freddo e dal troppo lavoro.
Quel ragazzino invece, ormai già entrato dentro al bar, chissà a chi andava in contro per avere così tanta fretta? Naruse gli augurò che stesse gustando una squisita cioccolata calda assieme a una persona amata.
Lui sarebbe rimasto lì da solo ad aspettare il sole, fantasticando su quanto un lungo bagno caldo sarebbe stato perfetto per concludere quella piovosa giornata.
Sempre che riuscirà a tornare a casa in breve tempo.

Parole: 748

Non c'è niente da fare: nessun Utaite mi piace più di Naruse/Nqrse.
   
 
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