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La tigre funambola
La tigre funambola
Eccole lì, allora: specie diverse, vagabonde senza pace dentro la stessa gabbia. Ma il vero problema non è condividere lo spazio, ad avere un vicino di letto ci si abitua, ma comprendere la natura di chi si ha difronte. Preda, o predatore? Gli occhi sono sempre gli stessi, non tradiscono la verità.
La malattia si annida in profondità, sotto la pelle ed è nei cuori che ha costruito la sua solida dimora. Si può essere infetti fin da subito; a dire il vero tutti sono in qualche modo contaminati, è la risposta di ognuno ad essere differente, in certi casi, infatti, la malattia è una scelta. Basta un attimo, un errore di valutazione e si finisce subito nella fossa, per questo è meglio non sottovalutare chi si ha difronte. Il genere, l’età… non contano. Le mani di ogni persona si sporcano di sangue allo stesso modo.
La rabbia è di solito la miccia che innesca il meccanismo, ma non tutti rivelano il proprio essere allo stesso modo, anche la paura è un fattore che incide. È proprio per questo motivo che il ragazzo non calpesta le parole della sconosciuta. Ogni dichiarazione di guerra è pericolosa. Gli Insaziabile si prendono tutto sul campo di battaglia, nemmeno la Caccia è riuscita a domarli, poiché la loro essenza è stata consumata dall’egoismo. Sono di fatto involucri vuoti che restano aggrappati al giorno successivo non perché desiderosi di viverlo, ma perché è importante che indietro ci resti qualcun altro.
Noah china la testa in una sorta di cauto inchino, mentre le mani nuovamente si sollevano. La resa è stata palesata e di sicuro il cibo vale più del suo orgoglio. Le provviste gli servono e allora muove il primo passo verso lo scaffale dei barattoli.
Muove i piedi con cautela come se stesse camminando in bilico su una corda tesa sopra uno strapiombo e con altrettanta attenzione, poi, sfila la bretella dello zaino per farlo scivolare davanti, sul torace e riuscire così a riempirlo.
«Ehi, ragazza, datti una calmata» si affretta a dire quando la vede farsi più nervosa «Lo hai detto tu che potevo avvicinarmi» magari quella combinazione di parole non è la migliore che potesse trovare, ma di frasi gentili non ne conosce più molte «Cos’è, mi vuoi perquisire?» allora allarga le braccia a suo rischio e pericolo «Io non credo che tu abbia troppa voglia di avvicinarti»