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Autore: Ellariastory    09/10/2019    1 recensioni
Abbiamo tutto
In questa nuova realtà.
Una vita
Tra mura che non possiamo superare
O qualcosa di simile.
Genere: Angst, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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5
La tigre funambola
 
È facile sentirsi come un animale in quel momento: mentre l’aria entra ed esce. Entra ed esce. Entra ed esce…in preda a un’insaziabile fame d’ossigeno. Una semplice operazione, che però prosciuga tutte le energie di cui Noah è a disposizione. Sull’attenti, apre e chiude le mani per  controllare la tensione, mentre il cuore martella come se qualcuno stesse battendo un’arma arroventata nella corsia accanto. Un suono che inghiotte ogni altro suono. 

Eccole lì, allora: specie diverse, vagabonde senza pace dentro la stessa gabbia. Ma il vero problema non è condividere lo spazio, ad avere un vicino di letto ci si abitua, ma comprendere la natura di chi si ha difronte. Preda, o predatore? Gli occhi sono sempre gli stessi, non tradiscono la verità. 

La malattia si annida in profondità, sotto la pelle ed è nei cuori che ha costruito la sua solida dimora. Si può essere infetti fin da subito; a dire il vero tutti sono in qualche modo contaminati, è la risposta di ognuno ad essere differente, in certi casi, infatti, la malattia è una scelta. Basta un attimo, un errore di valutazione e si finisce subito nella fossa, per questo è meglio non sottovalutare chi si ha difronte. Il genere, l’età… non contano. Le mani di ogni persona si sporcano di sangue allo stesso modo. 

La rabbia è di solito la miccia che innesca il meccanismo, ma non tutti rivelano il proprio essere allo stesso modo, anche la paura è un fattore che incide. È proprio per questo motivo che  il ragazzo non calpesta le parole della sconosciuta. Ogni dichiarazione di guerra è pericolosa. Gli Insaziabile si prendono tutto sul campo di battaglia, nemmeno la Caccia  è riuscita a domarli, poiché la loro essenza è stata consumata dall’egoismo. Sono di fatto involucri vuoti che restano aggrappati al giorno successivo non perché desiderosi di viverlo, ma perché è importante che indietro ci resti qualcun altro. 

Noah china la testa in una sorta di cauto inchino, mentre le mani nuovamente si sollevano. La resa è stata palesata e di sicuro il cibo vale più del suo orgoglio. Le provviste gli servono e allora muove il primo passo verso lo scaffale dei barattoli. 

Muove i piedi con cautela come se stesse camminando in bilico su una corda tesa sopra uno strapiombo e con altrettanta attenzione, poi, sfila la bretella dello zaino per farlo scivolare davanti, sul torace e riuscire così a riempirlo. 

«Ehi, ragazza, datti una calmata» si affretta a dire quando la vede farsi più nervosa «Lo hai detto tu che potevo avvicinarmi» magari quella combinazione di parole non è la migliore che potesse trovare, ma di frasi gentili non ne conosce più molte «Cos’è, mi vuoi perquisire?» allora allarga le braccia a suo rischio e pericolo «Io non credo che tu abbia troppa voglia di avvicinarti» 



   
 
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