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Autore: queenjane    10/10/2019    2 recensioni
Olga Nicolaevna Romanova, figlia dello zar Nicola II, a teatro durante le celebrazioni del 1913, trecentesimo anniversario della presa del potere dei Romanov al trono di tutte le Russie, potenza e fragilità, sviluppi e pensieri, frammenti brevi, fino al 1914, con lo scoppio della Prima Guerra mondiale:.. " Non si trattava di scaramucce banali, tutti erano contro tutti, già parte della storia.
Il 31 luglio, a mezzanotte, l’ambasciatore tedesco, Pourtales, si recò dal ministro russo degli esteri,Sazonov, con un messaggio da Berlino: la Russia, doveva annullare entro 12 ore la mobilitazione delle truppe.
A mezzogiorno del primo agosto non era giunta alcuna risposta e il Kaiser ordinò alle sue truppe di andare sui confini.
Sempre quel primo agosto Pourtales si recò da Sazonov, chiedendo che la Russia annullasse la mobilitazione, lo chiese tre volte e la risposta fu sempre negativa, era tardi. “In tal caso, Signore, il mio Governo mi incarica di trasmettervi il seguente messaggio”la voce si inceppò, riprese “ Sua maestà l’imperatore, mio augusto sovrano, nel nome dell’impero, accetta la sfida e si considera in stato di guerra contro la Russia” Erano le 19.10. .." Prima della fine.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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I figli dell’ultimo zar di tutte le Russie si chiamavano Olga, Tatiana, Maria, Anastasia e Alexei, la loro storia doveva avere termine, per chi li fucilò, nelle prime ore del 17 luglio 1918 in una cantina .. nessuno doveva ricordarsi di loro..
E la loro storia visse e vive ancora.
 Their  story  lives and lived on for years.
Ed in alcuni giorni, quando il dolorei sprangava il respiro, come un ferro rovente, una maschera di vetro, le parole erano troppe o nessuna, respiravo, ancora e di nuovo, e lasciavo fluire le sillabe, scrivendo.
 
Per  non dimenticare, chi siamo stati e chi siamo..


Il massacro dei Romanov occorse nelle prime ore del mattino del 17 luglio 1918.
 Il 25 luglio 1918, l’esercito controrivoluzionario, i Bianchi, conquistò  Ekaterinburg.
Il precettore di francese delle granduchesse e dello zarevic, Gilliard, visitò casa Ipatiev, ne percorse  le stanze e la cantina.
Notò  la svastica, il simbolo di buon augurio usato dalla zarina Alessandra, inciso su una finestra, una icona che pendeva sul letto da malato di Aleksey, la sedia a rotelle usata dal ragazzino malato.
Oggetti commoventi. 
In attesa, del ritorno,  come  Joy, il cagnolino di Alessio.
Scorse  i muri crivellati di proiettili e sangue dello scantinato, le scritte oscene, un verso che Baldassarre fu ucciso nella notte dai suoi servi.
Si raccolsero i mormorii di chi raccontava di un viaggio, un furgone Fiat che si precipitava  nella notte, a gran velocità,  e di roghi.
Misteriosi fuochi erano stati accesi nella notte siberiana, prima erano stati acquistati immensi quantitativi di acido corrosivo dal comandante  di casa Ipatiev, denominata a “destinazione speciale”, ultima dimora dei Romanov. 

Gilliard comprese e dentro si aprì il vuoto, il cuore perse più di un battito, i giorni sarebbero stati vuoti, feroci ed opachi.



 Il giurista S. condusse una accurata indagine, prima che i rossi riprendessero la città, concludeva che la famiglia imperiale era stata fucilata in quella cantina, insieme ai pochi fedeli rimasti con loro, undici persone in tutto.
La Grande Guerra finì nel novembre 1918.
Crollò l’impero austriaco, crollò l’impero tedesco, non ne rimase in piedi uno..
La chiamarono la Grande Guerra che aveva coinvolto tutto il mondo, tutti contro tutti, il mondo di ieri era mutato in modo irreversibile e senza scampo.
 
   
 
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