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Autore: ArrowVI    10/10/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 7-8: Cosa aspetta il Futuro [2-2]

 


Vermilion rimase in silenzio con lo sguardo fisso su quella persona, non riuscendo a credere ai suoi stessi occhi.
Si domandò come fosse possibile che si trovasse li, davanti a loro: dopotutto, partì qualche mese prima accompagnato da Merlin e il suo gruppo, per Asgard.


Era un uomo alto, vicino ai cinquant'anni e pieno di forze. Stava li, immobile, ad applaudire gentilmente con un sorriso genuino in volto.

<< A... Arthur?! >>
Esclamò Vermilion, non riuscendo a credere ai suoi occhi. 
Non appena sentì quel nome, Michael impallidì. Fissò l'uomo in silenzio, immobile come una statua e con lo sguardo spalancato.

<< Cosa ci fa qui, comandante? Non si trovava ad Asgard? Dove si trova Lord Merlin? >>
Gli domandò.


I capelli di Arthur erano lunghi e di colore biondo chiaro, legati a coda di cavallo dietro la sua armatura argentata, talmente scintillante da riflettere i raggi del sole come uno specchio. I suoi occhi erano celesti.
Legato alle spalle indossava un mantello rosso nella parte interna e nero in quella esterna. Legata dietro la schiena, e coperta dal mantello, vi era un grosso spadone a due mani, lungo e pesante. 

Sull'elsa nera di quella grossa lama vi era incisa una scritta in oro: "Clarent"
Sulla sua cinta nera, invece, vi era una seconda lama, più corta e sottile rispetto alla prima oltre a essere più leggera e facilmente maneggiabile.

Anche sull'elsa argentata della seconda lama vi era inciso un nome, ma stavolta di colore nero. 
"Excalibur".


<< Mi sono separato dai miei compagni quando mettemmo piede in Asgard, Vermilion. Merlin voleva fare degli allenamenti, io avevo altri piani. Mentre loro rimasero li, io continuai il viaggio per conto mio. Quando ricevetti la chiamata di Xernes, mi trovavo già nei paraggi di Avalon, quindi sono arrivato appena ho potuto. >>
Spiegò l'uomo alla ragazza, con un tono di voce gentile ma, allo stesso tempo, imponente.

<< Sono felice di sentirvelo dire, comandante. >>
Gli rispose Vermilion, portandosi una mano al petto e facendo un sospiro di sollievo.

<< Con lei vicino, non mi sento più così preoccupata. >>
Continuò, sorridendogli.

Arthur ricambiò il sorriso della sua subordinata.

<< Non abbassare comunque la guardia, Vermilion. >>
Le disse l'uomo.

<< Non possiamo sapere cosa ci aspetti il futuro, dopotutto. >>
Continuò.
Non appena Arthur disse quelle parole, Michael sentì una sincera e delicata risatina provenire da Vermilion.

<< Conoscendola, signore, sembra quasi una battuta. >>
Disse, la ragazza.


Un sorriso sincero ma, allo stesso tempo, malinconico apparve nel volto di Arthur, in quell'istante.


<< Sono felice di averti sentito pronunciare le parole che ti dissi anni fa, Vermilion. E' un bene che tu sia finalmente riuscita a sconfiggere le tue paure. >>
Rispose Arthur, cambiando discordo, muovendosi con un passo lento ma deciso verso la ragazza.

<< Ho ancora tanto da affrontare, signore. >>
Continuò Vermilion.
In quell'istante il soldato appoggiò delicatamente la sua mano sui capelli della ragazza, stropicciandole gentilmente i capelli senza smettere di sorridere.

<< Oh, lo so perfettamente. Non devi essere così formale con me, quando siamo soli. Te l'ho già detto. Xanders era come un padre, per te, e il mio migliore amico. Sono felice di aver potuto finire ciò che lui non è riuscito a fare. >>
Continuò l'uomo, guardando quella ragazza con gli stessi occhi di un padre.
Vermilion singhiozzò per un attimo, e i suoi occhi si illuminarono di tristezza e ammirazione.

<< Mi dispiace... >>
Si scusò Vermilion, abbassando lo sguardo, imbarazzata.

<< .. E' solo che non sono abituata... >>
Continuò.

In quell'istante Arthur ridacchiò, facendo un passo all'indietro e sollevando la mano dal capo della ragazza.

<< Hai uno spirito molto forte, Luciana. Non perderlo mai: sono certo che ci sia un futuro brillante, davanti a te. >>
Non appena disse quelle parole, Arthur posò il suo sguardo su Michael.


Per una frazione di secondo lo sguardo calmo e gentile del soldato si tramutò in uno preoccupato.


<< Oh, tu devi essere il figlio di Azael di cui Xernes parlava. >>
Quelle parole ferirono Michael come se fossero delle lame.

Il suo cuore saltò un battito, e strinse inconsciamente i pugni non appena Arthur disse quelle parole.

<< S...Si. Sono io... >>
Mormorò, abbassando lo sguardo.


In quell'istante quella preoccupazione cominciò a riecheggiare nella sua mente come l'eco nelle montagne...

Tutti sembravano conoscerlo come "il figlio di Azael", quasi come se non avesse una propria identità.


Arthur notò lo sguardo del ragazzo, e ben presto fece un passo indietro.

<< Perdonami, ragazzo. >>
Gli disse, attirando la sua attenzione, cogliendolo alla sprovvista.

<< E' stato irrispettoso chiamarti in quel modo, permettimi di provare una seconda volta. >>
Continuò, dopo aver fatto un breve inchino.

<< Il mio nome è Arthur IX Pendragon. E' un onore per me fare la tua conoscenza, Michael Jeremy Rider. >>
Gli disse, portandosi una mano davanti al petto.

<< Ho visto molto, di te. >>
Aggiunse subito dopo.


Quelle parole lasciarono Michael incuriosito e confuso.

<< Hai... "Visto"? >>
Ripeté, con uno sguardo smarrito.

In quel preciso istante Arthur sorrise, per poi fare un breve inchino ai due ragazzi.

<< Perdonatemi, ma ho paura di non avere altro tempo da dedicarvi. >>
Disse.

<< Devo dirigermi dal Gran Generale Xernes per discutere ciò che accadrà nei prossimi giorni, è meglio essere preparati a ogni eventualità. >>
Continuò, posando poi il suo sguardo su Vermilion.

<< Non si sa mai cosa potrebbe accadere. >>
Aggiunse subito dopo, dando poi le spalle ai due ragazzi, allontanandosi con passo rapido in direzione dell'entrata di Camelot.

<< Continuate pure con il vostro allenamento e perdonate la mia intrusione. >>
Concluse, salutando la coppia con la mano.


Michael continuò a fissare intensamente il soldato fino a quando non scomparve dalla sua vista, ancora incredulo di aver incontrato qualcuno di così importante.

<< Se mi avessero detto che un giorno avrei incontrato Arthur Pendragon... Non ci avrei creduto. >>
Borbottò tra se e se.

<< E' così figo... >>
Aggiunse subito dopo.

<< Smetti di fare il fan sfegatato, e riprendiamo l'allenamento. >>
Lo rimproverò Vermilion, facendo tornare Michael in se.

<< Sei in buoni rapporti con Arthur? >>
Le domandò Michael.

<< Si. Quando il mio maestro perse la vita, fu Arthur a prendermi sotto la sua ala. Mi aiutò nei momenti più difficili, e se ora sono qui lo devo anche a lui. >>
Sospirò Vermilion.

<< Come è accaduto? >>
Le domandò Michael.

Per un attimo, Vermilion non gli rispose.
Abbassò lo sguardo, incrociando le braccia davanti al petto e singhiozzando in silenzio.


<< Fu Amon a ucciderlo. >>
Quella risposta colse il ragazzo alla sprovvista: non riuscì a risponderle nulla.

<< Quel giorno andammo ad allenarci insieme a Xanders e... Amon decise di farci una visita. >>
Continuò, cominciando a tremare.

<< Quando riaprii gli occhi, era ormai troppo tardi. Per qualche motivo, in qualche modo, fui l'unica superstite. >>
Concluse subito dopo.

<< Mi dispiace, non avevo alcuna intenzione di... >>
Le rispose il ragazzo, riconoscendo l'errore che aveva commesso.

<< No, non preoccuparti. >>
Lo interruppe Vermilion, smettendo di singhiozzare.

<< E' tutto apposto. Non è un segreto, in ogni caso... Non ho motivo per non raccontarlo, se mi viene chiesto. >>
Continuò, asciugandosi gli occhi lucidi con un braccio.

<< Continuiamo con l'allenamento, abbiamo già sprecato troppo tempo. >>
Concluse subito dopo.

<< Posso chiederti un'ultima cosa? >>
Domandò Michael alla compagna, attirando la sua curiosità.

<< Fai pure. >>
Gli rispose.

<< Cosa intendeva con... "Ho visto molto, di te"? Intendeva dire di aver "sentito" parlare di me? >>
Le chiese, ancora confuso dalle parole di Arthur.

Vermilion non gli rispose subito.
Fissò il ragazzino con uno sguardo confuso, quasi come se fosse stupita da quella sua domanda.

<< Non conosci l'abilità di Arthur? >>
Gli domandò, incredula.

Michael le rispose con un cenno negativo del capo.

<< Non può controllare quando farlo, ma Arthur può vedere il futuro. >>
Gli rispose.



<< Potresti ripetere? >>
Domandò Xernes al suo subordinato, incredulo e scioccato da quella rivelazione.

<< Cinquantadue ore, signore. E' il tempo che ci resta prima dell'attacco. >>
Non appena Arthur ripeté quelle parole, Xernes colpì violentemente con un pugno la scrivania davanti a cui era seduto.

<< Non può essere! >>
Esclamò, furioso.

<< Generale, con tutto il rispetto, non può lasciarsi prendere dalla frustrazione, non in questo momento. Dobbiamo agire con calma e compostezza, altrimenti non riusciremo a risolvere nulla. >>
Non appena Arthur disse quelle parole, Xernes si portò una mano davanti al volto, massaggiando delicatamente la sua fronte per qualche secondo.

<< Cinquantadue ore non sono abbastanza per permettere a Merlin e il suo gruppo di tornare ad Avalon... >>
Mormorò il generale, con un tono fragile e disperato.

Subito dopo aver detto quelle parole, Xernes prese un profondo respiro.
Si appoggiò delicatamente alla sua scrivania con i gomiti, posando il suo sguardo preoccupato, ma calmo, sul suo compagno.

<< Che altro puoi dirmi, Arthur? >>
Gli domandò, con un tono angosciato.

Arthur indicò un punto in una mappa di Magnus riposta sulla scrivania.

<< Saremo attaccati nel Distretto Sud, quindi è meglio evacuarlo il prima possibile. Nelle mie visioni, ho visto la città in fiamme, cadere a pezzi. Se siamo fortunati, ciò che ho visto era solamente il risultato dello scontro nel Distretto Sud e non ciò che rimaneva della Capitale. >>
Spiegò il soldato, con un tono cupo.

Xernes ringhiò, guardando la cartina sul tavolo.

<< Provvederò a far evacuare l'intero Distretto Sud e le zone limitrofe degli altri due distretti entro le prossime dodici ore. >>
Disse, sollevando di nuovo lo sguardo sul suo soldato.

<< Chi ci attaccherà? >>
Gli domandò, subito dopo.

<< Nelle mie visioni ho visto i volti di Asteroth, Belzebub Ifrit. >>
Rispose Arthur.
Sentendo quelle parole, Xernes cominciò a digrignare i denti dalla rabbia.

<< Ben tre Generali...?! >>
Ringhiò.

<< Signore, con tutto il rispetto... Quelli sono solo i tre che ho visto. >>
Non appena Arthur disse quelle parole, Xernes posò il suo sguardo inferocito su di lui.

<< Per quanto ne sappiamo, potrebbero essercene altri. Non possiamo abbassare la guardia. >>
Continuò Arthur, poco dopo.


Xernes cominciò a digrignare i denti dalla rabbia, ringhiando come un cane inferocito davanti a un intruso.

<< Sarà un massacro... Dobbiamo riuscire a risolvere questa situazione altrimenti non sarà solo Magnus a cadere, ma l'intera Avalon...! >>
Ruggì, posando ancora una volta lo sguardo sul suo uomo.

<< Hai altro da dirmi? >>
Gli domandò, ancora una volta, alla ricerca di altri dettagli utili.

<< I ragazzi. >>
Quelle parole colsero il generale alla sprovvista.
Fissò il suo subordinato con uno sguardo confuso per un istante, prima di rispondergli.

<< Che hanno a che fare quei ragazzini con le tue visioni? >>
Gli domandò l'uomo, confuso dal fatto che Arthur li avesse nominati.

<< Saranno sul campo di battaglia. Credo sia opportuno, quindi, rivelare loro i dettagli di cui siamo a conoscenza. >>
Quella rivelazione sembrò non andare a genio a Xernes.

<< Assolutamente no. Non lascerò che dei ragazzini inesperti che hanno appena lasciato il nido- >>
Controbatté il generale, infastidito da quelle parole.

<< Con tutto il dovuto rispetto, signore. >>
Lo interruppe Arthur.

<< Quando mio padre mi mandò sul campo di battaglia, ero più piccolo di loro. >>
Gli disse.
Xernes abbassò lo sguardo, sospirando.

<< Non si può cambiare il futuro... Provammo ad avvertire suo padre che sarebbe perito per mano di Amon, e non servì a nulla. >>
Sentendo quelle parole, Xernes riprese a ringhiare.

<< Se quei ragazzini si ritroveranno coinvolti nello scontro, e accadrà, allora ci conviene rivelare loro ciò di cui siamo a conoscenza. Se per qualche motivo dovesse accaderci qualcosa, non possiamo permetterci di portare questi segreti insieme a noi nella tomba. >>
Non appena Arthur disse quelle parole, qualcosa attirò l'attenzione di Xernes.

Unì le mani davanti al suo volto, fissando il suo subordinato con uno sguardo cupo e incuriosito, quasi come se avesse capito che gli stesse nascondendo qualcosa.


<< Arthur... Che altro hai visto? >>
Gli domandò.

Il soldato non gli rispose.

<< Per quale motivo stai provando a convincermi di mandare al suicidio un gruppo di ragazzini inesperti, tra cui mio figlio, nel mezzo di uno scontro con i membri dei Dodici Generali Demoniaci? >>
Gli domandò.
Arthur non rispose neanche dopo questa domanda.

<< Rispondimi! >>
Ordinò l'uomo, alzandosi di scatto dalla sua sedia.

<< Cosa hai visto che mi stai tenendo nascosto?! >>
Esigette ancora una volta dal suo subordinato.


<< Ho visto la mia morte, signore. >>
Gli rispose.

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Fine del capitolo 7-8 e, con esso, del volume 7! Alla prossima con l'inizio del volume 8!

 

   
 
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