Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Harley Sparrow    11/10/2019    2 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
VIII 

WEASLEY HA LA TESTA NEL PALLON 


“Secondo voi dobbiamo chiedere alla Umbridge il permesso per andare insieme a lezione o dite che dobbiamo andare in fila per due a tre metri di distanza?”
La battuta di Mag, sibilata fra i denti per fare in modo che solo Edmund, Frannie e Tony la sentissero, inaugurò la nuova settimana.
“Lascia stare, Zacharias sta facendo i salti mortali per far approvare la nostra squadra a quella… Quella…” disse Tony, bloccandosi alla fine. Non trovava una parolaccia abbastanza forte per descrivere l’Inquisitore Supremo di Hogwarts.
“Davvero? Anche con voi fa tante storie?” chiese Edmund, interessato.
“Perché, a voi le sta facendo?” chiese a sua volta Tony.
“No, ma ai Grifondoro sì…” intervenne Frannie “Ho sentito Angelina dire a Fred e George che la Umbridge non le ha ancora approvato la squadra a causa della presenza di Potter… E probabilmente ce l’ha anche con i gemelli”
“…Mentre Montague è andato da lei con Draco, hanno preso un tè, e quando sono usciti avevano il nullaosta per quella stupida squadra” concluse Mag.
“…Pensa te! A questo punto mi chiedo come sia messo Davies” borbottò Tony.
“Lui ha ottenuto solo ieri l’approvazione, anche se mi ha detto che ha fatto un po’ fatica anche lui…” disse Edmund.
“Io non capisco che problemi abbia con noi…” disse Tony a bassa voce mentre si avvicinavano all’aula di Difesa “…Quando Smith è andato in qualità di Capitano gli ha fatto il terzo grado su cosa ne pensa la squadra della morte di Cedric”
“Ha paura che siate tutti dalla parte di Silente, che schifo” disse Mag.
“Io davvero non so che dire” disse Tony “So solo che ho paura di dover dare man forte a Smith per questo, ma se le parlo io e lei dice qualcosa su Cedric, potrei mandare tutto a rotoli”.
Frannie gli strinse la mano con affetto, cercando di sostenerlo come poteva.
“Vedrai che vi darà quella maledetta approvazione…” disse Mag incoraggiante “…Se finiscono per gareggiare solo Davies e Montague, mi arrabbio”
“Non è giusto” borbottò Tony.
“Lo so” mormorò Edmund.
Entrarono nell’aula e trovarono l’insegnante in piedi, già pronta per ripetere la solita solfa sulle bacchette. Presero posto in silenzio e aprirono i libri, pronti per continuare l’entusiasmante capitolo sette.
 
Qualche giorno dopo, a poco più di due settimane dall’inizio del campionato, sia la squadra di Tassorosso sia la squadra di Grifondoro ottennero l’approvazione da parte della Umbridge. Tutti i giocatori ne furono felici, anche se avevano capito che avere a che fare con la Umbridge era come camminare sul filo di un rasoio, ed era meglio per tutti non farla arrabbiare in alcun modo. Fred e George si stavano dando da fare come mai prima di allora per rigare dritto, almeno nelle sue ore.
Generalmente le partite di Quidditch mandavano su di giri tutti gli studenti, ma quando Serpeverde e Grifondoro erano in procinto di scontrarsi, la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts impazziva completamente e dava il peggio di sé. Quell’anno però, nonostante il clima di tensione avesse già iniziato a farsi sentire, la maggior parte degli studenti del settimo anno Serpeverde non aveva alcuna voglia di unirsi al tifo per la propria squadra.
Miles era stata buttata fuori, e anche se sapeva di non essere all’altezza degli altri giocatori, avrebbe tifato per la sua Casa solo per amore di Adrian, non certo per il resto dei giocatori.
Edmund invece l’aveva presa decisamente peggio, anche se non voleva ammetterlo e menchemen0 parlarne. Aveva iniziato a giocare a Quidditch con la famiglia più o meno quando aveva iniziato a camminare. Le domeniche pomeriggio estive passate a fare tre contro due, con il padre, i due fratelli maggiori e la madre erano tra i suoi primissimi ricordi, quelli più belli. Lui giocava quasi sempre in squadra con il padre perché era più piccolo e aveva bisogno di essere affiancato dal migliore della famiglia, e loro due erano una bella squadra.
Era stato preso nella squadra di Serpeverde all’inizio del suo secondo anno; quell’anno c’era stato un grande ricambio di giocatori, e quella che si era formata con lui, Mag, Miles, e Adrian, insieme a Flint, Higgs e Westergard, si era rivelata una squadra vincente. A casa sua aveva sempre giocato nel ruolo di Cacciatore, ma a Hogwarts aveva scoperto di avere un vero talento come Battitore, e non aveva più lasciato quel ruolo finché Montague non glielo aveva ingiustamente tolto. Non se la sentiva di fare il tifo per quella che fino a poco tempo prima era stata la sua squadra, come una seconda famiglia – terza, contando l’amicizia di Frannie e Mag – anche se gli screzi non erano mai mancati. Non la sentiva più sua e gli faceva troppo male l’idea che potessero vincere senza di lui.
Mag e Frannie amavano il Quidditch e fare il tifo per la loro squadra, ma visto come quella squadra aveva trattato Edmund, avevano deciso tacitamente di schierarsi dalla parte del ragazzo. Di certo non avrebbero tifato per Montague, che oltretutto odiava anche loro per motivi uno più stupido dell’altro. Mag era una Nata Babbana, una Sanguemarcio, a suo modo di vederla; Frannie invece anni prima gli aveva dato un sacrosanto due di picche. Imperdonabile, a suo modo di vederla.
Gli unici che si erano mostrati dispiaciuti per Edmund erano stati Adrian e Draco; il primo era stato l’unico a provare a parlare con Montague – con scarsi risultati – mentre Draco aveva dichiarato che avrebbe preferito che buttassero fuori Adrian al posto di Edmund, affermazione che non lo aveva sollevato per niente. Ovviamente Draco non aveva espresso la sua opinione sulla scelta di far entrare in squadra Tiger e Goyle, i suoi amichetti. Tutti sapevano che Edmund era migliore di tutti e due messi insieme. O perlomeno conosceva le regole del Quidditch abbastanza da non rischiare squalifiche e continui rigori.
Quel giorno Mag, Frannie, Jasmine e Edmund erano in Sala Comune dopo il coprifuoco. Era appena iniziato il finesettimana e mancava una settimana esatta alla prima partita della stagione. La stanza era più gremita del solito, come avveniva spesso il venerdì e il sabato verso quell’ora. Frannie, Edmund e Jasmine stavano aggiornando Mag su quello che era successo a lezione quel giorno perché era appena tornata dall’infermeria dopo quattro giorni di influenza.
“…Poi Piton lo ha chiesto a me e ovviamente ho fatto guadagnare cinque punti alla Casa” disse Jasmine passandosi una mano fra i capelli con fare vanesio.
Mag e gli altri due scoppiarono a ridere.
“Povera Aurora, quest’anno non ce la fa proprio con Pozioni” disse Mag scuotendo la testa. “…Invece la Burbage come sta?”
Dopo quello che era successo durante l’ispezione di Babbanologia da parte della Umbridge, Mag chiedeva sempre più spesso come andavano le lezioni.
“Bene, oggi ci ha interrogati sul sistema scolastico Babbano e siamo stati molto bravi, vero Ed?” disse Frannie cercando Edmund con gli occhi, felice.
Il ragazzo si fece un po’ più piccolo e annuì timidamente. Mag sbuffò divertita.
“Ah, ecco perché l’altro ieri sembravi così interessato alla mia istruzione prima di Hogwarts e a cosa avrei fatto se non fossi stata una strega!” gli disse Mag alzando gli occhi al cielo.
“Perché dovrei chiederlo a qualcun altro se sei così brava a spiegare?!” rispose lui passandole un braccio intorno alle spalle e attirandola a sé.
“Quanto sei subdolo” borbottò la ragazza, continuando però a sorridere.  
“Secondo voi cosa stanno tramando?” cambiò argomento Frannie guardando davanti a sé.
Mentre parlavano della lezione di Babbanologia, dal centro della Sala Comune si era sollevato un vociare concitato, al quale ogni tanto si aggiungevano risate squillanti e fastidiose.
Mag e gli altri guardarono verso il punto da cui provenivano le risate e videro che Malfoy, i compagni di classe, la squadra di Quidditch e qualche altro studente erano seduti un po’ per terra e un po’ sui divanetti davanti al caminetto principale.
“Sicuramente stanno parlando della partita di sabato” disse Mag guardandoli con astio.
A quel punto videro Malfoy tirare fuori una pergamena e iniziare a scrivere qualcosa, mentre Pansy Parkinson e Montague ridevano in modo sguaiato alle sue spalle.
“Stanno tartassando il fratello di Fred e George da giorni” borbottò Edmund tornando a guardare le amiche. “Lo ho visto l’altro giorno in Sala Grande, mi fa pena”
“Deve abituarsi” disse Mag con un’alzata di spalle “Ci siamo passati tutti, alla fine… Anche se Malfoy mi sembra più cattivo del solito con lui”
“Sono compagni di classe, si odiano a morte, Draco mi parla sempre malissimo di lui!” disse Frannie.
“È vero, vi ricordate quando al quarto anno Weasley lo stava attaccando e gli è rimbalzato addosso l’incantesimo vomita-lumache?”
“Hai ragione!” disse Mag “C’ero anche io perché Flint non aveva ancora avuto il coraggio di licenziarmi. E aveva dato della Sanguemarcio alla Granger… E Ronald ha provato a difenderla e si era anche beccato le risate di tutti… Poverino”
“Almeno Flint gli aveva fatto il culo, se non sbaglio” disse Frannie portandosi una mano alla testa, sconsolata.
“Sì, ma solo per non farlo espellere dalla squadra per cattiva condotta, non per chissà quali ideali” borbottò Mag.
Come se lo avessero evocato nominandolo, Malfoy si alzò e si diresse verso di loro con un gran sorriso stampato sulle labbra. Ovviamente non degnò Mag di uno sguardo, salutò i quattro ragazzi in generale e si rivolse a Frannie.
“Cosa state combinando laggiù, Draco?” lo anticipò Frannie sorridendogli cordialmente.
“Prepariamo il tifo per sabato!” disse il ragazzo mettendo una mano sulla spalla di Edmund in modo amichevole. “Voi ci sarete, vero? Gioca la nostra Casa!” disse, questa volta più rivolto a Edmund.
“Certo che ci saremo” rispose il ragazzo guardando altrove.
Decise di omettere il fatto che di non avrebbe sprecato troppa voce per incitare la sua squadra.
“Beh, volevo chiedervi un consiglio. Sapete dirmi una parola che fa rima con “bidone”?” chiese allegro.
I quattro si guardarono in faccia spaesati.
“…Perché…?” si lasciò sfuggire Mag alzando un sopracciglio.
“È una sorpresa” rispose Draco alzando le spalle, senza guardarla in faccia. 
“Non saprei…” disse Frannie “Passione? Abitazione?”
Draco guardò il foglio che aveva davanti, poi sollevò lo sguardo.
Mh, non ti viene in mente altro?” disse Draco con una strana luce negli occhi.
Anche pallone…” aggiunse la ragazza pensierosa. “Non ho altre idee…”
Draco, però, udendo la parola “pallone”, si illuminò. Guardò di nuovo la pergamena che teneva in mano e quando tornò a guardare i quattro Serpeverde era raggiante.
“Non c’è bisogno! Grazie! Pallone è perfetto!” disse.
“Cosa…?” chiese questa volta Edmund, con l’intento di indagare sulla questione.
“Vedrete nei prossimi giorni” disse Draco facendogli l’occhiolino “Ora vado! Buona serata!”
I quattro lo guardarono allontanarsi e poi tornarono a guardarsi un po’ straniti.
“Credo che stia scrivendo qualcosa di offensivo per Potter” disse Mag alzando gli occhi al cielo.
“Penso anche io!” borbottò Frannie. “Va beh, è sempre stato così in questo periodo… È la guerra”
“Spero che finisca presto, non sono proprio in vena quest’anno” disse Mag sbuffando.
“Nemmeno io” borbottò Edmund.
*

Ottobre passò fra raffiche di vento e piogge incessanti. Pochi avevano voglia di stare all’aperto, dal momento che il freddo era così pungente che tagliava le mani e il viso. Edmund era entrato nel suo solito umore nero, anche se come al solito cercava di mascherarlo il più possibile, fallendo miseramente. Per fortuna Mag era sempre attenta a fornirgli un sostegno emotivo delicato e non troppo evidente, altrimenti lui se ne sarebbe accorto e si sarebbe chiuso a riccio. E poi, scoprì il ragazzo una volta superata la metà del mese, tutto sommato avere accanto Mag in quei momenti rendeva tutto decisamente più sopportabile rispetto agli anni precedenti.
Frannie e Laetitia avevano quasi del tutto tagliato i ponti. Si parlavano di rado e Laetitia aveva mantenuto i rapporti solo con Mag, anche se non capiva come potesse essere ancora amica così stretta di Frannie. Parlava volentieri anche con Edmund, ma con lui doveva stare attenta a quello che diceva su Frannie.
Durante la lezione di Antiche Rune di quel giorno, Mag e Laetitia si misero in banco insieme, e dato che l’insegnante stava correggendo un compito che loro sapevano di aver fatto giusto, Mag ne approfittò per cercare di mettere una parola buona per Frannie. Quella situazione la intristiva moltissimo.
“…Lo sai che ha una pessima memoria, ha detto che davvero non voleva che finisse così!” disse Mag all’amica abbassando ulteriormente la voce.
“È una scusa, Mag. Ci sono momenti in cui è in grado di tirare fuori balle da Oscar completamente dal nulla, e quello era uno di quei momenti in cui serviva una balla, se proprio non riusciva a ricordare. Dovevi vedere la Cooman, era mortificata”
“Lo, so, e ci è rimasta male anche Frannie! Guarda che la Umbridge sta sulle scatole a tutti” disse prontamente Mag “…E comunque non è proprio facilissimo inventarsi una bugia sul momento con una megera del genere che ti fissa”
“Sarà, ma secondo me sta facendo un gioco pericoloso” borbottò Laetitia, pensierosa “Ci manca solo che si metta a fare lo sgambetto ai Nati Babbani, come il suo amico Malfoy”
“Non dirlo neanche per scherzo! Lei non lo farebbe mai!” sbottò Mag infervorandosi.
Tu non sai quello che sta facendo” avrebbe voluto dire all’amica, ma come avrebbe potuto?
Si voltò e la vide di sfuggita mentre diceva qualcosa a Tony.
“…Stai un po’ esagerando, non trovi?” disse alla fine.
“Su questo può darsi, sono ancora troppo arrabbiata…” disse Laetitia abbassando il viso “…Ma sul fatto che è strana e dice cose non da lei è vero, non puoi negarlo”
“Non può dichiarare guerra alla Umbridge… Nessuno lo ha fatto a parte Potter. Nemmeno tu mi sembra che sei in prima linea per combatterla, no?” disse Mag.
Laetitia guardò altrove, piccata. Se la situazione glielo avesse permesso sarebbe stata davvero in prima linea per combatterla. E chissà, forse quel giorno non era così lontano, da quando era nato qualcosa in seno alla scuola. Quanto avrebbe voluto dire a Mag di quello che stavano organizzando con Potter…
“Almeno non appoggio apertamente il Ministero” mormorò la ragazza.
“Non è così semplice come credi, Laets…” disse Mag scuotendo la testa.
Laetitia la guardò per un attimo, turbata. Sembrava che Mag le stesse per dire qualcosa, ma poi quel momento passò e le due furono richiamate all’attenzione dalla professoressa. 
Alla fine della lezione ognuna andò per la sua strada. Mag uscì dall’aula e trovò Edmund ad aspettarla. Insieme andarono verso l’aula di Incantesimi.
“Tutto bene?” chiese Edmund, vedendola turbata.
“Mh, non molto…” borbottò la ragazza “Laetitia ce l’ha ancora con Frannie e mi spiace non poterle dire che siamo tutti dalla stessa parte”
“Un giorno lo saprà e capirà, vedrai” rispose Edmund prendendole la mano e stringendola.
“…Oppure ci odierà ancora di più perché non ci siamo fidati di lei” mormorò Mag.
Il ragazzo non seppe cosa rispondere. Possibile che fosse solo metà ottobre e che quell’anno gli potesse già pesare così tanto sulle spalle?

*

La mattina della prima partita dell’anno Edmund si svegliò prima dei suoi compagni di dormitorio. Si rigirò un po’ nel letto, indeciso se iniziare già a vestirsi o rimanere lì ancora un po’, tanto Mag si sarebbe svegliata come minimo un’ora dopo. Mentre si rigirava, gli cadde l’occhio sul baule, dove la sua divisa da Quidditch attendeva invano di essere indossata. Con un sospiro si voltò dall’altra parte. Dopo un po’ sentì suonare la sveglia di Montague e Pucey e si maledisse per non essersi alzato prima. Non voleva parlare con loro, così optò per fingere di dormire, magari sarebbe riuscito a scampare le potenziali conversazioni.
Sentì la voce di Montague soffocata da uno sbadiglio.
“Vai pure prima tu”
 
“Okay” rispose Adrian a bassa voce.
Edmund tenne gli occhi chiusi e sentì la porta del bagno che si chiudeva senza fare troppo rumore, poi però nella stanza sentì un tonfo che per poco non lo fece sussultare.
Montague doveva aver aperto il suo baule in modo totalmente sgraziato.
Accio divisa” disse Kain senza curarsi di abbassare la voce.
Edmund, infastidito, socchiuse gli occhi per controllare cosa stesse facendo. Sentì il compagno dirigersi verso una finestra canticchiando un motivetto che non aveva mai sentito prima, ma che aveva come protagonista un Weasley. Possibile che non si ricordasse che lui era ancora nella stanza e stava dormendo?!
Poi la risposta arrivò, così ovvia e banale che si diede dello stupido per non esserci arrivato prima. Montague stava facendo di tutto per svegliarlo e disturbarlo.
Patetico.
“Guarda che sono già sveglio” borbottò con una punta di acidità nella voce.
Montague parve esitare per un momento, poi alzò le spalle, facendo finta di non esserci rimasto male.
“E chi te l’ha chiesto?!” borbottò, cercando di celare la sua delusione con il menefreghismo.  
“Era solo a titolo informativo” rispose Edmund sollevando il busto e mettendosi a sedere.
Si prese la testa fra le mani e fece un sospiro.
Montague non disse nulla, ma lo scrutò attentamente; poi decise di continuare a tormentare il compagno di stanza.
“Ti dispiace se poi vado io in bagno?” chiese Montague “Sai, devo essere in Sala Grande in fretta, per sostenere la mia squadra”
“Fai come ti pare” borbottò Edmund senza prestargli attenzione, anche se dentro di lui cominciava a montare la rabbia.
Kain si spostò verso la finestrella della loro camera.
“Sembra che ci sia bel tempo! L’ideale per la prima partita della stagione, non trovi?” disse appoggiando un braccio al muro. Si voltò verso Edmund in attesa di una risposta.
“…L’ideale per essere acciecati, fai attenzione, Montague” disse Edmund alzandosi dal letto e iniziando a rovistare nel baule per cercare qualcosa da mettersi; voleva uscire in fretta da quella stanza. Prese in considerazione l’idea di chiedere a Draco di poter usare il bagno del suo dormitorio.
“Credi che non ci abbia pensato, Pevensie?”
La voce di Montague gli arrivò alle spalle. Doveva essersi spostato dietro di lui. Guardò davanti a sé e contò fino a dieci per calmarsi, ma vide la sua bacchetta di Pruno appoggiata sul comodino, accanto allo specchietto magico, e la tentazione di fargli una fattura fu molto forte. Decise di far finta di niente e non rispondergli più. Continuò a cercare un maglione.
Poi però Montague disse una cosa che gli fece andare il sangue al cervello.
“Sai, alla fine dovresti ringraziarmi per non averti preso nella squadra” esordì con un ghigno malefico dipinto sulle labbra. “…Così puoi passare più tempo con la tua Sanguemarcio… E la tieni lontana dal resto della Casa”
Le parole di Montague arrivarono come una secchiata di acqua gelata, prepotenti e spiazzanti. A quel punto Edmund non provò neanche a sentire la voce della sua coscienza, quella che assomigliava tanto alla voce di Susan, e afferrò la bacchetta. Si alzò in piedi, si voltò e la puntò contro il compagno di stanza. Anche Montague aveva tirato fuori la sua bacchetta e la brandiva contro Edmund con uno sguardo di trionfo. Era riuscito nell’intento di farlo arrabbiare.
“Prova a ripeterlo” sibilò Edmund sollevando la bacchetta all’altezza della faccia del compagno.
Montague ci pensò un attimo, poi fece una risata sprezzante e iniziò a scandire le parole.
“La tua ragazza è una –”.
Non riuscì a terminare la frase perché in quel momento Adrian uscì dal bagno.
“Avete visto la mia…” disse, bloccandosi appena vide i due che si puntavano la bacchetta contro “Che state facendo?!”
A quel punto Montague fu indeciso se continuare a infierire oppure lasciar perdere. Adrian avrebbe preso di sicuro le parti di Edmund, i due erano più amici, anche se era sicuro che se fossero stati soli una battuta del genere lo avrebbe fatto ridere[1]. Abbassò la bacchetta e la buttò sul letto, in segno di resa.
“Niente, Pevensie ha solo dormito male” disse, prima di sparire dietro la porta del bagno.
A quel punto Edmund si lasciò scappare una parolaccia, rivolta al capitano della squadra e diede un calcio al suo baule.
“Che succede?!” insistette Adrian.
“Succede che se potessi gli spaccherei la faccia” borbottò Edmund.
“Aspetta il dopo partita” rispose distrattamente il ragazzo mentre iniziava a fare il borsone per la partita imminente.
Edmund rimase un po’ offeso da quella mancanza di tatto e sentì il bisogno di uscire al più presto da quella stanza. Non disse nulla, si vestì in fretta, appellò il suo spazzolino e uscì dal dormitorio. Un minuto di più passato lì dentro lo avrebbe portato a farsi espellere.
 
Mag e Frannie ebbero un risveglio decisamente meno burrascoso.
Mag si era svegliata per prima, e attenta a non fare troppo rumore, stava cercando dei vestiti adatti per l’occasione. Non sapeva come vestirsi. Mentre rovistava nel baule si ritrovò fra le mani uno smalto rosso che aveva trovato come omaggio in una rivista babbana. Doveva averlo messo un paio di volte durante l’estate. Lo appoggiò sul comodino e continuò a cercare. Non aveva voglia di vestirsi di verde e argento come aveva sempre fatto per queste occasioni, ma vestirsi di rosso le sembrava esagerato, un atto di sfida che non poteva permettersi contro i Serpeverde. Alla fine optò per rimanere sul neutro, con un paio di jeans e un maglioncino nero, ma decise in gran segreto di cogliere l’occasione per mettere un reggiseno bordeaux, così il suo tifo spudorato per i Grifondoro non avrebbe dato nell’occhio.
Uscì dal bagno soddisfatta della sua scelta e guardò lo smalto sul comodino. Si chiese se fosse il caso di metterlo. Forse era troppo, lo avrebbero notato e l’avrebbero odiata, ma poi le tornò in mente il giorno in cui Montague aveva buttato Edmund fuori dalla squadra, così afferrò lo smalto con decisione.  
Frannie si svegliò proprio mentre Mag iniziava la seconda mano. Miles si era già alzata da un po’, probabilmente per fare compagnia a Adrian, mentre Jasmine dormiva ancora beatamente.
“Che stai facendo?” chiese da sotto le coperte.
“Mi preparo per il tifo” borbottò Mag, concentrata sul pennellino dello smalto.
“Ma noi non facciamo…” mormorò Frannie.
Fu allora che Mag le mostrò le mani, e Frannie capì. Sorrise.  
“Lo voglio anche io” disse mettendosi a sedere.
“Te lo do appena finisco la seconda mano” disse Mag, felice di rischiare il linciaggio da parte dei Serpeverde con la sua migliore amica al suo fianco.
“Penso che eviterò anche io il colore verde, per oggi” disse Frannie pensierosa, dopo aver guardato com’era vestita Mag. “Anche se non mi dispiacerebbe mettere il mio maglione rosso…”
“Ci ho pensato anche io, ma poi sono arrivata alla conclusione che sarebbe un po’ troppo, non voglio rischiare spedizioni punitive da parte dei nostri compagni di Casa…” disse prontamente Mag.
“Sì, non hai tutti i torti…” rifletté Frannie.
“…E allora ho messo un reggiseno bordeaux, tanto non lo vede nessuno” concluse Mag con fierezza.
Frannie la guardò prima incredula, poi ammirata.
“Sai una cosa? Lo faccio anche io, ne ho uno perfetto” disse alzandosi dal letto come una molla.
Andò verso il baule e prese tutto ciò di cui aveva bisogno, smalto compreso, e sparì in bagno.
“Ci vediamo in Sala Grande!” disse a bassa voce Mag bussando alla porta quando ebbe finito di prepararsi.
Il saluto di Frannie arrivò da dietro la porta.
Con il sorriso sulle labbra, Mag scese in Sala Comune. Era la prima volta in sei anni che vedeva una partita dei Serpeverde insieme a Edmund. Allora erano troppo piccoli per giocare, e anche troppo piccoli per accorgersi l’uno dell’altra. Sorrise con affetto al ricordo di lui che aveva iniziato a parlarle sul serio quando aveva sorprendentemente preso a cuore l’ingresso di Mag nel meraviglioso mondo del Quidditch.
Una volta scesa trovò esattamente quello che succedeva ogni volta che c’era una partita: un tripudio di verde e argento, striscioni e spille luminose. Davanti ai divanetti principali dei ragazzi imparavano una canzone dedicata ai Grifondoro, e poi c’era Edmund, che era seduto in un angolo da solo, più pallido del solito.
Mag rimase a guardarlo per un attimo, sorridendo radiosa, poi si diresse verso di lui. Quando Edmund la vide balzò in piedi.
“Aspetti da molto?” chiese Mag incrociando le braccia dietro al suo collo e dandogli un bacio.
“Abbastanza da desiderare di lanciare a tutti un Pietrificus Totalus” rispose lui, incapace di trattenersi.
Edmund non si lamentava quasi mai per il fatto di doverla sempre aspettare, soprattutto nel finesettimana, questa volta invece sembrava più insofferente del solito, glielo si leggeva negli occhi e dal tono della voce. Pensando che ciò fosse legato all’imminente partita e ignorando completamente lo scambio di opinioni fra Montague e Edmund di poco prima, Mag gli passò una mano fra i capelli, gli diede un altro bacio sull’angolo della bocca e lo prese per mano.
“Vieni, andiamo a fare colazione” disse con affetto.
Sapeva che Edmund stava male per la questione della squadra, molto più di quello che voleva mostrare, ma sapeva anche che discorsi come “sei più bravo tu” o “è un’ingiustizia”, ripetuti da più di un mese, non sarebbero stati graditi, men che meno in quel momento. L’unica cosa che lo avrebbe fatto star meglio sarebbe stato vedere la squadra di Serpeverde sconfitta, e per quello dovevano affidarsi ai Grifondoro.
Il ragazzo invece, pur essendo arrabbiato per i motivi che pensava Mag, era ancora scosso e arrabbiato per quello che gli aveva detto Montague, ma aveva deciso di non dirglielo per non turbarla o mortificarla. Non lo avrebbe detto a nessuno.
Quando si sedettero al tavolo dei Serpeverde, ben attenti a starsene dalla parte opposta rispetto alla squadra, Mag lo guardò.
“Allora, quanto è stato antipatico Montague questa mattina da uno a dieci?” gli chiese con finta noncuranza mentre si versava il tè.
Il ragazzo la guardò spaesato per un attimo. Era come se gli avesse letto nella mente. Probabilmente lei aveva capito che aveva bisogno di sfogarsi e, forse, in fondo, avrebbe potuto anche approfittarne.
“Pensava che stessi ancora dormendo e ha fatto apposta rumore per svegliarmi” disse con aria di superiorità mentre si metteva nel piatto una porzione abbondante di torta ai pinoli.
“Idiota” disse Mag guardando con odio il capitano dall’altra parte del tavolo che se la rideva con Malfoy.
“Spero che si prenda tanti di quei bolidi…” borbottò Edmund addentando la torta con rabbia.
“Fred e George ci faranno giustizia” disse Mag posando una mano sul suo braccio “Lo odiano, gli daranno del filo da torcere!”
Dopo quello scambio di battute, il mondo ricominciò a prendere colore per Edmund.
In quel momento arrivò Frannie, vestita anche lei in modo neutro, con dei pantaloni grigi e un maglioncino rosa.
“Uff, Tony è occupato a parlare con la sua squadra, lo raggiungo dopo!” disse sedendosi di fronte a Mag e Edmund.
“Sono tutti più su di giri del solito” disse Mag guardandosi intorno.
In effetti anche nella Sala Grande il volume delle chiacchiere era più alto ed esuberante. Persino le squadre che non si sarebbero scontrate parlavano in modo concitato, come avveniva sempre il giorno della prima partita del campionato.
“Li odio tutti” borbottò Frannie prendendo qualche pancake con la forchetta.
“Non me ne parlare” disse Mag. “Oh no”
Aveva notato in quel momento che Pansy Parkinson si stava avvicinando a loro, seguita da Millicent Bulstrode.
“Ciao ragazzi!” disse sorridendo in modo falso. “Draco mi ha chiesto di dare queste anche a voi! Le hanno prese tutti!”
Aprì la mano e scoprì quattro spille luminose, su cui era stata disegnata una coroncina, sotto di essa era scritta la frase: “Weasley è il nostro re”.
“Che significa?!” si lasciò sfuggire Mag dopo aver letto la frase.
Pansy la guardò male.
“Ma come, non avete sentito la canzone?!” chiese sconcertata. Edmund e Frannie erano incuriositi quanto Mag.
“Sono stata un po’ occupata in questi giorni…” disse Frannie.
In effetti passava sempre più tempo fuori dalla Sala Comune, insieme a Tony.
“Adesso non faccio in tempo ad insegnarvela, la sentirete durante la partita, è facile, si impara in fretta!” disse la ragazza con noncuranza, convinta che ai tre interessasse quello che stava dicendo.
Posò le tre spille sul tavolo.
“Queste ve le lascio, ce n’è una anche per Jas” disse con fare amichevole. Prese Millicent a braccetto e tornò a sedersi vicino alla squadra.
Frannie prese una spilla in mano, la esaminò e poi guardò verso Draco, che la salutò con la mano e tornò a ridere con Montague.
“Ma noi siamo amici con la Parkinson?” chiese Mag con aria stranita.
“Non mi pare, e di certo non “Jas” disse Frannie.
“Io comunque quella non la metto” disse Mag “Sarà un nuovo modo per torturare il fratello di Fred e George”
“Infatti, e non sono proprio in vena” disse Edmund, guardando a sua volta una spilla “Forse lo dico solo perché sono fuori dalla squadra, ma lo stanno tartassando un po’ troppo per i miei gusti”
In effetti Edmund non era mai stato il tipo che prendeva in giro pesantemente gli altri membri delle squadre. Se ne stava sempre sulle sue per questo genere di cose.
“No, hai ragione” disse Mag.
“Non lo so, alla fine tutti si prendono in giro in modo cattivo” disse Frannie “anche voi vi siete beccati i vostri insulti all’inizio, no?”
“Sì ma…” disse Mag.
“Forse la prendevamo meglio” convenne Edmund. “E avevamo il supporto del resto della squadra. I Grifondoro quest’anno non mi sembrano molto in loro”
I tre guardarono verso la squadra in questione. Non era molto unita, in effetti. Potter e Weasley erano seduti da una parte insieme a Ginny ed Hermione Granger. Ron aveva la faccia verde e sembrava molto giù di morale. Poco più in là Fred e George cercavano di tirare su il morale ad Angelina, che era nervosa come non mai, ma l’unica che sembrava apprezzare le loro battute era Katie Bell, mentre Alicia Spinnet lanciava sguardi di odio verso Warrington. Qualche giorno prima il Cacciatore Serpeverde le aveva lanciato alle spalle un incantesimo che le aveva fatto crescere le sopracciglia a dismisura. Piton aveva sostenuto fermamente che doveva aver tentato un Incantesimo Parruccone su sé stessa e rifiutò di ascoltare i quattordici testimoni oculari che dichiaravano di aver visto Warrington colpirla alle spalle mentre studiava in biblioteca[2].
A un certo punto Angelina e i compagni si alzarono e andarono a parlare con Harry e Ron, che impallidì ancora di più, poi uscirono tutti insieme dalla Sala Grande. In quel momento anche la squadra di Serpeverde si era alzata ed era uscita per prepararsi. Draco diede un’occhiata a Frannie e cercò di mascherare la delusione quando vide che né lei né Edmund avevano indossato le sue spille, ancora sul tavolo – dove avevano intenzione di lasciarle.
Frannie si alzò proprio mentre arrivava Jasmine, diretta verso il tavolo di Tony. Gli arrivò alle spalle e gli diede un bacio sulla guancia.
“Buongiorno!” gli disse felice.
“Oh, ciao!” disse lui illuminandosi. “Dormito bene?”
Si scambiarono un bacio, quando si staccarono Tony le prese la mano e la tenne stretta alla sua sul tavolo mentre con l’altra si portava il bicchiere di succo di zucca alla bocca. Lo sguardo gli cadde sulle unghie di Frannie.
“Pensavo che il rosso fosse vietatissimo tra di voi” disse ammirato.
“Lo è, ma da quando nella squadra c’è gente che non merita di esserci ho pensato che il codice della fratellanza dei Serpeverde fosse più che altro una traccia, che un vero regolamento” disse lei con un’alzata di spalle.
Tony sorrise e scosse la testa.
“Ancora non ci credo che tiferemo Grifondoro insieme” disse “Sei sicura di quello che fai?”
“Al cento per cento!” rispose Frannie “Figurati se tifo per Montague! E pensa, quando giocherai tu farò anche il tifo per te! …A meno che Montague non si faccia male e venga sostituito da Edmund”
“Non vedo l’ora!” disse Tony allungandosi verso di lei per darle un altro bacio.
“Quest’anno il mondo sta impazzendo in tutti i sensi” borbottò la ragazza appoggiandosi alla spalla del Tassorosso.
“Già” borbottò lui.
Il suo sguardo vagò per la sala e si soffermò su una cosa che non gli piacque per niente.
La Umbridge, vestita interamente di tweed verde, stava guardando verso di loro con uno sguardo di disapprovazione. Durò un attimo, perché poi guardò altrove, ma sembrava proprio che li stesse guardando.
“Stupida gargoyle” borbottò a bassa voce.
Frannie si staccò da lui e gli rivolse uno sguardo interrogativo.
“Che hai detto?!”
“La Umbridge. Credo che non gradisca gli scambi di effusioni” disse, poi si spiegò meglio “ci stava guardando male”
“No, dai, se non possiamo neanche abbracciarci la uccido” sbottò la ragazza mettendo le mani sul tavolo e afferrandosi la testa.
“Magari me lo sono solo sognato, ma secondo me ci stava proprio guardando” disse lui.
“Ci mancava solo questa” sbottò Frannie. “Dai, andiamo, così ci sediamo vicino a Ed e Mag”
Si alzò e gli porse la mano. Non le importava se la Umbridge avrebbe detto qualcosa. A dire il vero le venne voglia di dargli un bacio lungo e appassionato, ma dato che erano cose che generalmente non faceva in pubblico decise di rimandare quella piccola vendetta personale a un’altra volta. E poi forse Tony se lo era davvero sognato.
Raggiunsero Mag e Edmund mentre stavano per uscire in cortile e insieme si diressero verso gli spalti.
Tony propose saggiamente di mettersi negli spalti più “neutri”, dove di solito si mettevano quelli che volevano godersi la partita in pace. Erano gli spalti su cui si metteva di solito Laetitia. La ragazza, infatti, nel vederli arrivare, li guardò con tanto di occhi.
“Anche voi qui?!”
Non riuscì a trattenersi dal chiederlo.
“Dobbiamo fare un tifo silenzioso per i Grifondoro” disse Mag a bassa voce prendendo posto davanti a lei, dove c’erano abbastanza posti  
“Avete visto Luna?” chiese Laetitia a Mag e Edmund indicando la ragazza del quarto anno seduta dietro di qualche fila.
Luna indossava una criniera di leone molto realistica che ogni tanto ruggiva. Tutti la guardavano e ridacchiavano.
“Non ci credo” disse Mag prima di scoppiare a ridere.
Edmund diede una gomitata a Tony. Quando la vide, Tony si portò una mano alla faccia e ringraziò che nessuno facesse battute di alcun tipo sulla sua uscita con Luna al Ballo del Ceppo.
Accanto a Laetitia c’erano Belle e Alex, che guardarono il gruppo di Serpeverde con sospetto, ma per tutta la durata della partita non li degnarono di uno sguardo, mentre Laetitia ogni tanto parlava con Mag e Edmund.
“Guardate, stanno per iniziare!” disse Mag indicando il campo.
La squadra di Grifondoro e di Serpeverde stava entrando in campo, scope alla mano e tanta voglia di vincere. A Edmund si strinse il cuore quando vide i Serpeverde e rimase a guardarli come incantato. Mag se ne accorse e cercò di distrarlo mettendogli una mano sul ginocchio e dandogli un bacio sulla guancia, al che lui finalmente distolse lo sguardo e le sorrise.
“Speriamo che Angelina si faccia valere” sussurrò Frannie all’orecchio di Tony. Il ragazzo annuì soddisfatto. Per lui una frase del genere era quasi fantascienza.
“Di sicuro non si fa intimidire dalla stretta di mano di Montague” disse Tony in risposta.
Il Capitano Grifondoro infatti non aveva fatto una piega di fronte al tentativo di Montague di stritolarle le dita.
Madama Bumb si infilò il fischietto in bocca e fischiò. Le palle furono liberate in aria e i quattordici giocatori decollarono.
“E così ha inizio” disse solennemente Mag mentre stringeva la mano di Edmund.
“Ed ecco Johnson… Johnson con la Pluffa, che classe, quella ragazza, lo dico da anni, ma lei continua a non voler uscire con me…”
La voce di Lee Jordan proruppe forte e chiara sugli spalti, suscitando le risate di alcuni e lo sdegno di altri, la McGranitt in primis.
“JORDAN!” la voce della professoressa di Trasfigurazione prese il posto di quella dello studente Grifondoro.
A quel punto tutti scoppiarono a ridere.
“Solo una battutina, professoressa, un po’ di colore… schiva Warrington, supera Montague, e… ahi… è stata colpita alle spalle da un Bolide di Tiger… Montague prende la Pluffa, ecco che risale all’indietro e… bel Bolide di George Weasley, un bel Bolide in testa a Montague, che lascia cadere la Pluffa, la prende Katie Bell, passaggio all’indietro di Katie Bell di Grifondoro per Alicia Spinnet, Spinnet si lancia…”
La voce di Lee si sentiva forte, ma a pochi minuti dall’inizio della partita un’altra voce iniziò a serpeggiare fra la folla.
“Ma cosa…” borbottò Mag guardandosi intorno.
“Credo che arrivi dai nostri” disse Frannie indicando uno degli spalti davanti a loro, dove i Serpeverde più esaltati gridavano quasi all’unisono una canzone.
“…Evita Warrington, schiva un Bolide… per un pelo, Alicia… la folla è impazzita, sentiteli, che cosa cantano?!”
Dal mare verde e argento della curva Serpeverde si levò una canzone:
 
Perché Weasley è il nostro re,
ogni due ne manca tre;
Weasley è nato in un bidon,
ha la testa nel pallon,
così noi cantiam perché;
perché Weasley è il nostro re” 
 
“Questa è cattivissima!” sbottò Laetitia quando finalmente riuscì a distinguere tutte le parole della canzone.
“Non ci posso credere” disse Mag “Che razza di stronzi”
La porta Grifondoro era vicina alla loro postazione e vedevano abbastanza bene il nuovo portiere Grifondoro, Ron Weasley. Aveva lo sguardo atterrito.
Intanto Warrington stava puntando verso la porta Grifondoro per segnare. Aveva la via libera, Fred e George erano troppo lontani, e quel che fu peggio, il coro si alzò ancora di più man mano che si avvicinava alla porta. Mag vide Potter lasciare la sua postazione e avvicinarsi alla porta, forse per aiutare l’amico o dargli semplicemente supporto morale.
Quando Serpeverde guadagnò i suoi primi dieci punti la folla esplose. La cosa peggiore fu vedere Weasley farsi passare la Pluffa in mezzo alle braccia in modo così sciocco.
Edmund si batté una mano sulla fronte, affranto.
“Serpeverde segna! Dieci a zero per Serpeverde!” urlò Jordan “Che sfortuna, Ron…”
I Serpeverde cantarono ancora più forte la loro canzone, intanto Edmund e Tony si stavano scambiando le loro impressioni a riguardo e concordavano che forse era troppo. Tony era sicuro che fosse troppo. La sua squadra non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Edmund invece continuava a chiedersi se lui sarebbe stato a quel gioco, ma si disse che no, un coro del genere contro un singolo giocatore lo avrebbe evitato.
“Adesso Angelina uccide Potter” disse Frannie ridacchiando e indicando la ragazza che urlava qualcosa contro il Cercatore Grifondoro, rimasto a mezz’aria a guardare la partita senza curarsi del Boccino.
Potter si riprese e fece un giro del campo, mentre Draco faceva lo stesso dall’altra parte.
“…Di nuovo Warrington” ululò Lee, “che passa a Pucey, Pucey supera Spinnet, forza, Angelina, puoi prenderlo ora… e invece no… bel Bolide di Fred Weasley, cioè George Weasley, oh, chi se ne importa, uno di loro, e Warrington perde la Pluffa e Katie Bell… ehm… la perde anche lei, è Montague con la Pluffa, il Capitano di Serpeverde Montague prende la Pluffa e si lancia, forza Grifondoro, bloccalo!”
“Oh ma uffa, eh!” sbottò Frannie quando Ron Weasley si fece scappare la Pluffa per la seconda volta.
“È proprio impedito” disse Edmund guardando verso la folla Serpeverde che esultava impazzita.
“Non riesce a essere intuitivo” disse Tony “È troppo teso, fa l’opposto di quello che gli dice il cervello”
“O sei tu che sei così bravo che le pareresti tutte” disse Frannie passandogli un braccio intorno alle spalle con affetto.
“Forza, venti punti sono pochissimi, c’è ancora speranza!” disse Mag.
Dopo mezzora i venti punti diventarono quaranta.
Ormai molti Grifondoro si erano seduti, abbattuti e demoralizzati, mentre i Serpeverde gridavano, cantavano ed esultavano, sembravano folli. Mag, Frannie e Edmund ormai avevano deciso che a loro non importava più niente delle apparenze, così si erano alzati in piedi e incitavano i loro compagni di classe preferiti.
“Siamo nelle mani di Potter ormai” disse Mag. “Il resto della squadra non ce la può fare”
“Possibile che ci ritroviamo sempre a essere nelle mani di Potter?!” esclamò Frannie.
Edmund era troppo concentrato sulla partita per ascoltare le due, che ora avevano preso a parlare della superiorità della Firebolt di Potter sulle Nimbus 2001. Ogni mossa vincente dei Serpeverde era un brutto colpo al suo orgoglio e alla sua consapevolezza di essere stato un bravo giocatore. Tiger e Goyle erano scoordinatissimi, ma erano anche molto aggressivi e davano a Fred e George e al resto dei Grifondoro più filo da torcere di quel che si era aspettato. Eppure lo sapeva che lui sarebbe stato meglio. C’era un Bolide che era passato letteralmente sotto al naso di Tiger, e quello lo aveva mancato con una tale stupidità che per un attimo si era messo a ridere. Gli sudavano le mani, così afferrò la ringhiera e continuò a sperare che Potter prendesse mettesse fine a quell’agonia.
“Il Boccino!” urlò Mag indicando un punto indefinito davanti a lei.
“Lo hanno visto entrambi!” disse Frannie.
Draco e Harry infatti si erano lanciati all’inseguimento del Boccino. Harry fu in vantaggio per qualche istante prima che Malfoy lo vedesse, ma poi il Boccino schizzò verso il lato opposto, favorendo la posizione di Draco. Harry spinse la sua Firebolt, ora lui e Malfoy erano testa a testa.
Finalmente le dita di Harry si chiusero attorno alla pallina che si dibatteva e le unghie di Malfoy graffiarono invano il dorso della mano di Harry, che puntò in alto la scopa reggendo il Boccino, decretando la vittoria Grifondoro.  
Vedendo chiaramente la scena, Edmund tirò un sospiro di sollievo, si voltò verso Mag, che era raggiante, e la attirò a sé per darle un bacio, al quale la ragazza non si oppose. Ben presto però i due dovettero staccarsi perché tutto lo stadio aveva sussultato. Si staccarono e ancora abbracciati guardarono insieme verso il campo e videro chiaramente Harry cadere in avanti dalla scopa e piombare sull’erba gelata. Dietro di lui, Vincent Tiger brandiva la sua mazza da battitore con aria corrucciata.
“Che è successo? Voi avete visto?!” chiese Frannie staccandosi da Tony, dato che anche loro si erano già dati ai festeggiamenti.
“Credo che Tiger abbia colpito Harry” disse Edmund “Ma la partita era già finita!”
“Che gran pezzo di…” disse Mag guardando verso il campo, dove Harry si stava alzando a fatica.
“Tanto hanno perso lo stesso” disse Edmund, soddisfatto.
Lui e Mag si guardarono per un attimo, sorrisero, e poi ripresero da dove si erano interrotti.
“Lo sapevo, senza di te non ce la fanno” gli disse all’orecchio e abbracciandolo. Lui non disse nulla ma stava già cominciando a calmarsi e a pregustare il momento in cui avrebbe visto da vicino la faccia di Montague.
Intanto Madama Bumb iniziò a sbraitare contro il giocatore Serpeverde e Malfoy planò a terra.
Quando anche Frannie e Tony ebbero finito di scambiarsi un bacio per la vittoria, mentre Frannie si vantava di essere sempre dalla parte vincente, lo sguardo le cadde su Draco, il quale abbandonò la sua squadra piuttosto abbattuta e arrabbiata per avvicinarsi ai Grifondoro. Disse qualcosa che fece subito irrigidire Harry, Fred e George.
“Eccolo che fa lo stronzo come al solito” disse Mag, accanto a lei, che aveva notato la stessa cosa.
Frannie non poté negarlo. Di sicuro stava insultando uno dei tre, oppure tutti e tre.
Harry però, dopo un attimo di offuscamento, si voltò e fece finta di nulla, lasciandosi abbracciare da Katie Bell.
“Vorrei proprio sentire quello che gli sta dicendo” borbottò la ragazza raccogliendo la sua borsa.
“Dai, andiamo, voglio vedere la faccia di Montague” disse Frannie facendo finta di non aver sentito i commenti di Mag.
Il gruppo si fece strada fra la folla mentre sia Mag sia Frannie, per motivi opposti, tenevano d’occhio il campo e i giocatori. Ora Draco aveva detto qualcos’altro a Potter, e questi gli aveva risposto a tono, ma si era di nuovo voltato per dare riguardo ai compagni di squadra che si congratulavano con lui.
Quando furono scese, seguite da Tony e Edmund, riuscirono a distinguere qualche parola. Draco stava alzando la voce per farsi sentire.
“…Sai, suo padre…” disse Malfoy. A quel punto Fred e George, che stavano stringendo la mano a Harry, che aveva ancora in mano il Boccino, si voltarono stizziti contro il Serpeverde.
Mag e Frannie neanche si accorsero di essersi fermate, per ascoltare meglio la conversazione. Tony e Edmund, poco dietro di loro, le videro e si fermarono a guardare anche loro.
“Lasciate stare!” intervenne subito Angelina, afferrando il braccio di Fred. “Lascia stare, Fred, lascialo strillare, gli brucia perché ha perso, quel piccolo insolente!”
La voce di Malfoy si alzò ulteriormente.
“…ma a te piacciono i Weasley, vero, Potter?” lo canzonò Malfoy. “Ci passi le vacanze e tutto il resto… Non capisco come fai a sopportare la puzza, ma immagino che quando uno è stato allevato da Babbani anche la baracca dei Weasley vada bene…!”
Frannie si morse le labbra, imbarazzata per l’amico. Stava dicendo le sue solite cattiverie a sfondo razzista, ma quel che era peggio era il fatto che reagendo così alla sconfitta si stava rendendo ridicolo.
“Se quella Babbana di mia mamma lo avesse cresciuto, gli avrebbe tirato qualche ceffone in più, questo è poco ma sicuro” mormorò Mag, che stava iniziando a infuriarsi.
“Lo dice perché è invidioso” disse Edmund posandole una mano sulla spalla. “Dai, andiamo”
Fece per portarla via, ma la ragazza rimase ferma sul posto, così come Frannie, perché la situazione si stava ulteriormente evolvendo. Harry cercò di trattenere George, mentre ci vollero gli sforzi di Angelina, Katie e Alicia per impedire a Fred di saltare addosso a Malfoy.
“Ma cosa vogliono fare?!” esclamò Frannie allarmata, lasciando la mano di Tony e avvicinandosi al parapetto. “HEY” urlò invano, ma nessuno dei presenti la sentì, c’era troppa confusione.
Malfoy rideva ancora sguaiatamente, mentre Harry cercava con lo sguardo Madama Bumb, la quale stava ancora sgridando Tiger per il tiro mancino che gli aveva giocato. A quel punto Draco disse la sua ultima cattiveria, che gli costò cara, ma non cara quanto costò ai giocatori Grifondoro.
“…O forse” incalzò il Serpeverde, lanciando un’occhiata maligna di traverso mentre se ne andava, “ti ricordi di quanto puzzava la casa di tua madre, e il porcile dei Weasley te la fa tornare in mente!”
Probabilmente Potter non si rese neanche conto che stava lasciando andare George; fatto sta che un secondo dopo entrambi si avventarono su Malfoy. Doveva anche aver completamente dimenticato che tutti gli insegnanti e tutta la scuola stavano ancora guardando. Senza perdere tempo a sfilare la bacchetta, prese la mira col pugno che stringeva il Boccino e lo colpì allo stomaco con una forza inaudita.
“Oddio” sussultò Mag portandosi una mano alla bocca.
Frannie tirò fuori la bacchetta, senza sapere esattamente cosa fare. Vedere Draco in quello stato, con il sangue che iniziava a uscirgli dal naso, le fece venir voglia di lanciare una fattura a Potter e ai suoi due amici. Al diavolo la storia del Prescelto, questo non poteva farlo. Anche Edmund sfoderò la bacchetta, pronto a lanciare un Protego, o un Incantesimo di Ostacolo, ma fu battuto sul tempo da Madama Bumb.
Potter e i gemelli avevano avuto fin troppo tempo a disposizione per malmenare Draco, ma fortunatamente un Incantesimo di Ostacolo ben assestato li fece indietreggiare di qualche passo. A quel punto tutti li stavano guardando sconcertati, Pansy Parkinson, accorsa in un primo momento per consolare Draco per la sconfitta, scoppiò a piangere istericamente e andò a soccorrerlo. Draco si era raggomitolato su sé stesso e gemeva, mentre Fred era ancora trattenuto a stento dalle compagne di squadra. George e Harry avevano il respiro affannato, il primo un labbro spaccato – Draco era riuscito a difendersi debolmente – e Harry stringeva il boccino nella mano destra, quella con cui aveva colpito Draco.
L’arbitro iniziò a sbraitare contro Harry e George, che guardavano ostinati per terra, ancora furiosi, e Mag non riuscì proprio a biasimarli, non dopo quello che Draco aveva detto, ma comunque vedere quel piccolo insolente sanguinante e indifeso la turbò parecchio.
“…Dal Direttore della vostra Casa! Adesso!”
I due uscirono dal campo senza dire una parola, mentre Tiger rideva di sottofondo, e Edmund notò Montague arrivare alle spalle del Battitore e dargli un pugno amichevole sulla spalla, come per dire “Bel lavoro!”.
La McGranitt aveva osservato la scena inerme e sbalordita, e quando i due Grifondoro se ne furono andati, li seguì. Mag vide con la coda dell’occhio la Umbridge lasciare il campo e seguire a sua volta la McGranitt, rimanendo però a debita distanza. Il sangue le si gelò nelle vene. Quella storia non sarebbe finita bene.
Madama Chips finalmente raggiunse il campo e andò a soccorrere il ragazzo, ancora accasciato a terra.
A quel punto Frannie avrebbe voluto raggiungere Draco per aiutarlo a rialzarsi, ma vide Montague e Goyle superare il resto della squadra Grifondoro, atterrita e spaventata, e andare a dare una mano al ragazzo per rialzarsi. Decise di starne fuori, anche se le bruciavano gli occhi per la rabbia.
Tony intuì cosa le passava per la testa e mentre Madama Chips, insieme a Pansy e Montague accompagnava Draco fuori dal campo, passò un braccio intorno al fianco della ragazza e le sussurrò all’orecchio: “Appena si calmano le acque andiamo a trovarlo in infermeria, va bene?”
Lei annuì e rimase in silenzio per un po’. Scoccò uno sguardo a Mag, sicura di trovare sul suo volto un’aria di trionfo, e si stupì nel vederla sconcertata, ma di certo non arrabbiata quanto lei.
“Ci vediamo dopo” mormorò a lei e a Edmund.
“Dai, andiamo anche noi” disse Edmund prendendo Mag per mano e trascinandola via.
Gli studenti avevano già iniziato a riversarsi nel castello. Sia la Sala d’Ingresso sia la Sala Grande erano invase da gruppi di ragazzi, la maggior parte dei quali esultava per la vittoria dei Grifondoro, mentre i Serpeverde e molti altri parlottavano fra di loro per l’accaduto. Alcuni ridacchiavano, probabilmente per il colpo che si era beccato Potter a partita conclusa, altri erano arrabbiati per la sconfitta, ma la maggior parte era delusa, e per la prima volta in vita loro, Mag e Edmund non ne furono toccati, anzi, Edmund dentro di lui gongolava come mai prima.
“Cosa facciamo? Andiamo in Sala Comune?” chiese Mag, interrompendo il flusso dei pensieri di Edmund.
“Va bene, tanto non penso che ci sia troppa confusione” disse lui.
Aveva già deciso che in caso di vittoria Serpeverde non avrebbe messo piede in Sala Comune fino all’orario del coprifuoco.
 
Intanto Tony e Frannie erano entrati in Sala Grande per fare merenda.
“Questa partita è stata strana” esordì la ragazza prendendo posto accanto a Tony al tavolo dei Tassorosso.
“…Non ho tifato per la mia squadra, abbiamo vinto ma sono comunque arrabbiata. George e Potter sono stati due imbecilli. Potevano fargli male sul serio”
“Certo che Draco l’ha sparata grossa. Anzi, le ha sparate grosse…” disse Tony, poi cercò subito di spiegarsi, dato che Frannie gli rivolse uno sguardo omicida “…Non fraintendermi, non dovevano mettergli le mani addosso, ma diciamo che lui poteva anche starsene zitto una buona volta”
“È stato infantile” ammise Frannie “ma, per Merlino, dovevano ignorarlo. Io lo avrei fatto, a maggior ragione se avessi appena vinto una partita del genere!”
“Sono Grifondoro, cosa ti aspetti?” disse Tony, sorridendo appena.
“Già” disse Frannie, sorridendo a sua volta. “Grifondioti
Finalmente sui tavoli apparvero delle crêpe alla crema e al cioccolato, e per un po’ furono occupati a mangiare.
“…Però sono felice per Edmund, penso che se avessero vinto i nostri si sarebbe ritirato dalla scuola” disse Frannie ridacchiando.
“Addirittura?” chiese Tony.
“Ci è rimasto più male di quello che sembra” disse Frannie “Non vedo l’ora di vedere la faccia di Montague, lo odio”
“Se t’interessa, eccolo” disse Tony indicando un punto davanti a loro, all’entrata della Sala Grande.
Il capitano della squadra di Serpeverde, accompagnato da Piton e da Gregory Goyle, stava raggiungendo Tiger, seduto al tavolo insieme ai suoi compagni di classe. Piton gli disse qualcosa e lui si alzò e lo seguì insieme al capitano fuori dalla sala; dovevano essere diretti verso l’ufficio del direttore della Casa.
“Spero che gli diano una bella punizione” disse Tony seguendo il gruppetto con lo sguardo. “Se fa una cosa del genere anche a febbraio sarà la volta buona che litigo con Piton per farlo mettere in punizione, oppure gli tolgo cinquanta punti”
“Vacci piano, tesoro” disse prontamente Frannie “Punizione sì, anche fino alla fine dell’anno, ma i punti non si toccano”
Tony alzò gli occhi al cielo, poi le prese il viso fra le mani e le diede un bacio.
“Sei incredibile” le sussurrò sulle labbra.
“Grazie, lo so” rispose lei.
“Secondo me adesso non c’è nessuno da Draco, vuoi andare a trovarlo?”
Cercò accuratamente di evitare di entrare nel discorso “Frannie è perfetta”. (In realtà cominciava a pensare che Frannie avesse ragione a pensarlo, ma ammetterlo ad alta voce davanti a lei probabilmente l’avrebbe fatta implodere).
“D’accordo” rispose Frannie con un sorriso affettuoso.
L’infermeria era pressoché vuota, salvo due letti. In uno c’era un ragazzino del primo anno, nell’altro Draco. Accanto a lui c’erano Pansy Parkinson e Mary Sue che si lanciavano vicendevolmente sguardi ostili. Il ragazzo aveva il viso ammaccato e tumefatto, un coagulo di sangue all’angolo della bocca; sembrava molto a disagio, ma quando vide Frannie si illuminò.
“Ciao Frannie! Tony…” salutò cordialmente. “Ragazze, potete lasciarmi un po’ da solo con loro?”
Mary incrociò le braccia, si alzò e se ne andò senza neanche salutare. Pansy invece ci rimase un po’ male per la richiesta di Draco, ma poi fece come le aveva chiesto e uscì dalla grande sala biascicando un “ciao”.
“Hai visto come mi hanno ridotto?!” disse subito Draco con fare lamentoso.
“Come ti senti?” chiese Frannie. Non le andava di commiserarlo, voleva solo assicurarsi che stesse bene.
“Meglio, Madama Chips mi ha già fatto passare il dolore allo stomaco… Potter mi ha colpito con il Boccino ancora in mano. Quello sporco schifoso…” disse Draco.
“Non avrebbero dovuto colpirti” disse Frannie prendendo posto sulla sedia su cui era stata seduta Mary Sue fino a poco prima. “Tu però dovevi essere superiore”
Draco sbarrò gli occhi per un attimo; non pensava che Frannie sarebbe stata la voce della sua coscienza. Non voleva sentirla. Il suo sguardo si indurì leggermente. Fino a quel momento aveva sentito solo complimenti, persone che stavano totalmente dalla sua parte, sia per quel che aveva detto sui genitori di Potter e Weasley, sia per essere stato forte e coraggioso ad affrontare quei due bruti.
“Beh… Beh, anche loro avrebbero dovuto stare al loro posto” disse lui con una smorfia di disgusto.
“Lo so, sono stati due cretini” disse Frannie.
Tony intanto era rimasto in silenzio a osservare la scena. Non riusciva a capire come facesse Frannie a sopportare quel ragazzino insolente e a stare in pena per lui.
“Montague ha detto che la Umbridge ha seguito Potter e Weasley nel castello, non vedo l’ora di sapere quali provvedimenti ha preso. Magari li espelle dalla scuola…” disse Draco tirandosi su e gemendo leggermente per il dolore.
“Sai, quest’estate era a un passo dal buttarlo fuori per magia minorile, magari adesso si rende conto che è pazzo e pericoloso e riesce a scavalcare quell’imbecille di Silente” continuò con un ghigno malefico.  
“…Magari non lo fa giocare alla prossima partita” azzardò Tony. “Ma non penso che lo possa espellere, non ti ha mica ucciso”
“Blah, picchiarmi come un Babbano qualunque” borbottò Draco “La prossima volta gli faccio vedere io…”
In quel momento a Frannie passò la voglia di rimanere lì ancora a lungo. Odiava quella situazione, quel giorno avrebbe solo voluto gioire con i suoi amici della sconfitta di Montague, e invece probabilmente si era creata una grossa frattura all’interno della scuola. Non osava immaginare la punizione che spettava ai suoi amici, e quel che era peggio era la consapevolezza che se l’erano meritata.
“Ora devo andare, Draco. Ti aspettiamo in Sala Comune, cerca di rimetterti!” disse alzandosi in piedi. Tony fece lo stesso.
“Va bene… Grazie per essere passata” disse Draco, leggermente spaesato. Pensava – sperava – che sarebbe rimasta più a lungo.  
Frannie era un passo davanti a Tony, lui la raggiunse e le passò un braccio intorno alle spalle, per confortarla.
“Menomale che ha te” disse “Scommetto che fino ad ora nessuno gli ha detto queste cose”
“Vorrei poter fare di più, mi sento così impotente a volte…” borbottò lei.
“Un giorno capirà” disse Tony “Vedrai!”
Quando uscirono lei accompagnò Tony fino alla sua Sala Comune. Una volta salutatolo, si assicurò attraverso lo specchio magico che Mag e Edmund fossero in Sala Comune e si avviò verso i sotterranei.
Quando entrò trovò i due seduti in un posto più o meno al centro della sala, ideale per monitorare quel che succedeva fra gli studenti senza dare troppo nell’occhio. Sorrise impercettibilmente.
“Qualche novità?” chiese Mag.
“Sono stata da Draco” rispose Frannie sedendosi sulla poltrona di fronte.
“Come sta?” chiese Mag.
“Ti interessa davvero?” indagò Frannie, sospettosa.
“Beh… sì” rispose subito Mag “Non era in un bello stato, no?”
“Infatti, ma ora sta meglio” disse Frannie.
“Cercherò di sorvolare sulle cose che ha detto, altrimenti potrei anche ritrovarmi a pensare che se lo è meritato…” borbottò Mag “…E non voglio farlo”
Tornò ad appoggiare la schiena al braccio di Edmund, che la guardò ammirato.
“Invece Potter, Fred e George sono stati squalificati a vita dalla squadra” disse Edmund.
Che cosa?!” sbottò Frannie.
“Un po’ esagerato, vero?” disse Mag, piuttosto sconfortata.
“Beh, loro se la sono cercata” disse Frannie “Però un po’ mi dispiace. E poi Fred non lo ha neanche sfiorato!”
“Lo avrebbe fatto di sicuro, lo conosco. Per questo la Umbridge ha punito anche lui” disse Edmund.
“Infatti!” disse Mag, accalorata “Pare che la Umbridge abbia detto che sono pericolosi e violenti”
“Vero a metà” disse Frannie. “…Potevano anche evitare di gonfiarlo di botte”
“Io però se fossi stata una sua insegnante avrei messo in punizione anche lui. Ma hai sentito cosa ha detto?!” disse Mag.
Edmund alzò gli occhi al cielo e si preparò per un nuovo scontro di idee fra Frannie e Mag, anche se quel giorno, dopo quello che gli aveva detto Montague appena sveglio, sentiva di essere più dalla parte della sua ragazza.
“La sua punizione sono stati i pugni” borbottò Frannie. “E poi metterlo in punizione per cosa? Per aver fatto lo spaccone per pura invidia? Dovevano ignorarlo, non ci sono scusanti. Avevano anche vinto!”
“…Ma sì, sono d’accordo con te! Però insomma, magari scrivere ai genitori che insulti di quel genere non sono accettati non sarebbe male” aggiunse Mag.
“…Un regalo di Natale in anticipo, insomma, conoscendo Lucius e Narcissa” disse Frannie.
“Comunque una lavata di capo se la meritava, Draco intendo.” disse Edmund “Magari non davanti a tutta la scuola, però è stato così inopportuno che la meritava”
“Sul fatto che sia stato infantile e inopportuno non ho dubbi” ammise Frannie. “Ma qualsiasi punizione per lui sarebbe inutile, soprattutto per aver detto quelle cose”
“Almeno Piton ha dato una punizione a Tiger, anche se controvoglia” disse Edmund.
“Almeno quello…” gli fece eco Mag.
“E Montague?” chiese Frannie.
“Era incazzato nero per la sconfitta, ma felice per la squalifica di Potter e gli altri. Dice che adesso Serpeverde ha buone possibilità di vincere la coppa” borbottò Edmund.
“Che palle” disse Mag.
“Lo odio” disse Edmund.
Mag gli accarezzò un braccio con affetto e appoggiò la testa alla sua spalla.
“Intanto ha perso, e non è detto che Davies perda contro di lui!” disse Mag per rassicurarlo “E neanche Zacharias Smith”
*

A cena tutta la scuola era ancora impegnata a parlare dell’accaduto. Mag avrebbe voluto andare da Fred e George a dir loro che le dispiaceva e che era dalla loro parte, salvo per il pestaggio poco intelligente, ma non ci fu il tempo perché i due erano accerchiati dal resto della squadra, e non sembravano in vena di parlare con qualcuno. Fu in quel momento che si accorse che di Ron Weasley non c’era alcuna traccia.
“Secondo me è in qualche bagno a piangere” disse Frannie quando Mag lo fece notare agli altri.
“Poverino, mi dispiace troppo per lui” disse Mag. “Sono stati cattivissimi”
“Quella canzone…” mormorò Frannie “E pensare che ho anche suggerito a Draco la parola pallon”
È vero!” esclamò Mag, realizzando in quel momento “Menomale che non hai suggerito una parola più cattiva…”
Frannie fu d’accordo, anche se comunque sapeva che la colpa non era di certo sua.
“…Certo che però lui è proprio una schiappa” ridacchiò Edmund, per poi essere incenerito con lo sguardo da Mag.
“…Non me ne parlate, è tutto il giorno che lo cerco ma non lo trovo” disse una voce alle spalle di Mag, la quale sussultò.
“Quindi non sai come sta il tuo fidanzato?” chiese Frannie a Mary Sue, fingendosi interessata.
“No, e sto diventando pazza per questo, porco Godric” rispose la ragazza, accorata.
“Sì ma stai calma” disse Mag. “Vedrai che rispunterà fuori”
Frannie fulminò la ragazza con lo sguardo.
“Da quando dici ‘Porco Godric’?!” chiese alla ragazzina, che diventò subito rossa.
“Beh, lo ho sentito dire in giro e adesso viene da dirlo anche a me. C’è qualche problema?!” disse con astio.
“Lo hai sentito dire a me, al massimo” borbottò Frannie ai due amici. In effetti era una cosa che diceva spesso, ed era una dei pochi a farlo.
Mary Sue fece finta di non aver sentito e si voltò indispettita.
“Adesso mi copia pure?!” disse ai due amici.
“A quanto pare…” borbottò Mag.
“Comunque speriamo che Fred e George non vogliano cancellare la festa di Halloween” disse Frannie sporgendosi verso i due compagni per fare in modo che solo loro sentissero.
“Non penso che rinuncerebbero alla possibilità di andare contro la Umbridge in qualche modo” rispose Edmund.
“Speriamo! Mi mancano molto” mormorò Mag.
 
*
 
L’indomani, quando i tre Serpeverde fecero per entrare in Sala Grande per la colazione, trovarono ad aspettarli un nuovo decreto del Ministero, il Decreto Didattico numero Venticinque.
 
All’Inquisitore Supremo è conferita la massima autorità sulle punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi riguardanti gli allievi di Hogwarts, nonché la facoltà di alterare punizioni, sanzioni e soppressioni di privilegi comminate da altri membri del personale.
Firmato Cornelius Caramell,
Ministro della Magia, Ordine di Merlino, Prima Classe
 
“…Tra un po’ farà lezione solo lei e caccerà tutti gli altri professori” borbottò Mag.
“Quel rospo schifoso” sbottò Frannie.
“Perché Silente non fa niente?!” disse Edmund quando entrarono in Sala Grande.
Il preside era seduto al suo solito posto, non sembrava per niente sereno, ma al tempo stesso non c’era segno di turbamento sul suo viso.
“…Non credo che possa fare molto, Ed” mormorò Frannie.
“E io che pensavo che l’ultimo anno sarebbe stato il più bello” disse Mag.
“Chissà, magari prima della fine dell’anno Silente la trasforma in un vecchio rospo grasso, la mette in un barattolo e la butta nel Lago Nero” disse Frannie sedendosi al tavolo.
“Sarebbe bellissimo” disse Margaret con un sorriso sognante “…Per noi, ovviamente”
“Anche per lui, immagino. E per la McGranitt” convenne Edmund guardando verso i professori.
La Umbridge se ne stava al lato del tavolo sorridente e serena come al solito; la McGranitt sembrava una statua di marmo, tanto era rigida. Sembrava che le desse fastidio trovarsi lì, a condividere il tavolo con la collega vestita di rosa. Gli altri insegnanti non erano da meno.
“…Spero che ad Halloween ci sia tanto Whiskey Incendiario” concluse Frannie iniziando a mangiare.
 
 

NOTE AUTRICE
 
Ed ecco la prima partita di Quidditch dell’anno! Nel film non viene minimamente menzionata, mentre nel libro è un momento molto importante per Harry, che si vede crollare il mondo addosso per l’ennesima volta nel momento in cui la Umbridge lo esclude a vita dalla squadra.
Per Edmund è stata una partita molto sofferta, ma alla fine ha avuto una specie di vendetta personale nel vedere sconfitta la squadra che lo ha rinnegato.
Voi cosa ne pensate del pestaggio di Harry, Fred e George contro Draco? Per me è sempre un piacere leggerlo, ma come Mag ammetto che i tre Grifondoro siano stati troppo avventati nel rispondergli e picchiarlo.
Noi torniamo la prossima settimana con il capitolo su Halloween! (Siamo anche quasi in tema in questi giorni, guarda un po’! XD)

 
 
[1] Penso che Adrian, come Miles, sia un po’ ignavo per la questione dei Sanguemarcio… Nel capitolo della finale in cui Hans dice quelle cose sui Weasley scoppia a ridere.
[2] Questa cosa c’è nel libro, anche se a farlo è Miles, ma dato che non gioca più ho cambiato persona.
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Harley Sparrow