Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: SilkyeAnders    11/10/2019    1 recensioni
Salve a tutti, è la prima volta che scrivo di personaggi realmente esistenti per cui spero di aver scritto qualcosa che possa interessarvi. Ho cercato di essere il più realistica possibile e spero di esserci riuscita senza creare troppi cliché.
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Namjoon ha solo undici anni quando conosce Mi-Yon, una ragazzina misteriosa che attira la sua attenzione durante una giornata di pioggia.
Sembra essere un incontro come un altro ma dopo quattordici anni si incontrano di nuovo e quell'evento che era sembrato così insignificante inizia ad acquistare più valore.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 2 BTS CAPITOLO 2: Moonchild you shine


"Dopo la pioggia sorge sempre il sole", dicono questo non è vero?
Però a Seoul il sole non si vedeva da ormai tre giorni, la città solitamente così brillante e viva sembrava avvolta da un grigiore sconosciuto alla più parte degli abitanti.
Faceva davvero freddo quel giorno in particolare; i ragazzi erano radunati in soggiorno a parlare di tutto e di niente e a scherzare fra loro, era una giornata di quelle in cui si sentivano particolarmente pigri.
Namjoon pensava spesso a cosa facessero le persone "normali" durante le giornate di pioggia intensa, quando era piccolo lui stava a casa a giocare con la sorellina o studiava, a volte guardava la sitcom FRIENDS con sua madre.
Si chiedeva cosa facessero le altre famiglie, se i genitori raccontassero ai figli delle storie per non farli spaventare durante i tuoni forti, si chiedeva anche se i fidanzati rimanessero tutto il giorno a letto ad amarsi e tenersi caldo.
-A che cosa pensi Namjoon-ssi?- chiese Jin.
Namjoon abbozzò un sorriso mesto, pensare alla sua famiglia lo rendeva sempre emotivo, a volte avrebbe voluto che le cose fossero andate diversamente.
-Niente in particolare, mi chiedo solo cosa facciano gli altri durante i giorni di pioggia...- ammise il ragazzo.
Hoseok s'illuminò :-Quando ero piccolo ballavo, ballavo anche sotto alla pioggia... Era molto divertende, mi piaceva anche giocare con mia madre-.
Poche semplici parole del ballerino avevano innescato nei ragazzi una forte malinconia verso le proprie famiglie, non tutti avevano un gran rapporto con i loro genitori ma una cosa era certa: li amavano follemente e avrebbero voluto trascorrere del tempo con loro.
Hoseok sentì di aver detto qualcosa di troppo, anche a lui iniziò a mancare la sua famiglia.
Avevano sempre meno tempo da passare con i loro cari, in quel periodo la loro fama era all'apice e in quelle condizioni era persino difficile uscire per andare a comprare il pranzo al supermercato.
Si sentivano in trappola a volte ma lo sapevano, sapevano che era la vita che avevano scelto di condurre e ringraziavano per la loro fortuna ogni giorno.
Jungkook essendo il più giovane fra i membri spesso sentiva la nostalgia di casa ma era sempre felice quando gli altri ragazzi si comportavano come fratelli nei suoi confronti, lo facevano sentire meno solo e si divertiva molto con loro.
-Che freddo- mormorò Jin rompendo il silenzio.
-Sì, oggi fa freddo...- fece eco Yoongi.
I ragazzi spostarono la loro attenzione fuori dalla finestra, dietro al divano del salotto ne avevano una immensa che si specchiava sulla parte urbana di Seoul.
La pioggia scivolava dolcemente sul vetro e picchiava ferocemente sull'asfalto, era un controsenso davvero incredibile per Namjoon, si chiedeva spesso come una cosa così dolce ed eterea potesse fare così male a volte.
-Vado in camera mia, ho bisogno di scrivere un po'- comunicò agli altri membri.
Si limitarono tutti ad annuire mentre il leader si allontanava dal soggiorno per recarsi nella sua stanza.



Era ormai ora di pranzo quando Namjoon uscì dalla sua camera, era stato molto produttivo in quelle ore e ne andava molto fiero.
Jin aveva cucinato per tutti come spesso avveniva, aveva preparato delle cose deliziose: bibimbap* e naengmyeon*.
-E' tutto buonissimo Jin hyung- disse allegro Jungkook.
-Sì, sei stato bravo- concordò Taehyung.
I ragazzi mangiarono e iniziarono nuovamente a parlare del più e del meno.
-Oggi abbiamo programmi?- chiese Jimin.
Namjoon annuì velocemente e prese il cellulare dalla propria tasca, impostò il programma della Big Hit e lo lesse attentamente.
-Oggi abbiamo una conferenza stampa e un' intervista serale- disse con tono calmo.
Yoongi alzò gli occhi al cielo, non era un grande amante degli eventi eccessivamente pubblici ma comunque non se ne lamentava, sapeva benissimo che era parte del gioco e di conseguenza accettava di buon grado ogni cosa così come veniva.
Continuarono a pranzare in silenzio poi, Hoseok e Namjoon, si misero a lavare i piatti riponendoli infine al loro posto in modo ordinato.
-Si prospetta una giornata piuttosto faticosa- borbottò Namjoon.
-Sì, però mi piacciono le interviste. Sono felice di farne una- rispose tranquillo Hoseok.
-Anche a me piacciono... Si ha l'occasione di dire molte cose durante le interviste- commentò RM :-Però non ti nascondo che a volte vorrei davvero poter avere un giorno totalmente libero- aggiunse.
Hoseok annuì, non poteva certo dargli torto!



L'edificio in cui si teneva la conferenza stampa era molto grande, i ragazzi vennero subito spediti al trucco.
Namjoon iniziò a sudare, l'idea di rivedere Mi-Yon lo emozionava e lo rendeva ansioso al medesimo istante, il fatto è che avrebbe voluto parlarle ma immaginava che anche quel giorno non ce ne sarebbe stato il tempo.
La loro agenda era frenetica e, sospettava, anche quella di Mi-Yon doveva esserlo.
Arrivarono in sala trucco dove l'equipe di truccatori stava sistemando le ultime cose per iniziare, Mi-Yon era immobile di fronte alla propria postazione, era intenta a sistemare una lampadina del suo specchio ma per quanto ci provasse non riusciva a riavvitarla correttamente.
Namjoon non ci pensò su tanto, si diresse verso di lei a passo deciso e, da dietro di lei, posò la mano sulla lampadina riavvitandola alla perfezione.
Fu molto sorpreso di non aver rotto nulla peggiorando la situazione, Mi-Yon si voltò e Namjoon non poté fare a meno di notare come riuscisse senza fatica a sovrastarla in altezza, i grandi occhi grigi fissi sul volto di Namjoon.
-Grazie...- mormorò timidamente la giovane.
Namjoon le rivolse un lieve inchino e le sorrise dolcemente.
-Può accomodarsi qui...- aggiunse lei.
Non riusciva a smettere di guardarlo, per un attimo nel suo sguardo rivide quel bambino di undici anni che fu così gentile da offrirle riparo dalla pioggia.
L'espressione di Mi-Yon assunse un'aria nostalgica e pensierosa, un lieve sorriso sulle labbra carnose.
Namjoon si sistemò al suo posto e chiuse gli occhi come di consuetudine, Mi-Yon iniziò a truccarlo e si accorse del fatto che era persa nei dettagli del suo viso: la linea perfettamente sottile della mandibola, gli occhi intensi che osservavano tutto con aria curiosa e sorpresa, le labbra piene e leggermente imbronciate, le dolcissime fossette che donavano una delicatezza infantile al suo bel viso.
Lo trovava meraviglioso, ogni cosa di lui le sembrava perfetta proprio come quattordici anni prima, in un certo senso lei aveva sempre saputo che Namjoon sarebbe stato destinato a grandi cose e, riguardandolo in quel momento, quella convinzione si fece sempre più nitida.
Il pennello da sfumatura carezzava dolcemente la palpebra del rapper, le setole erano soffici e morbide e RM si sentiva come se fosse immerso in una nuvola soffice.
Aprì appena gli occhi per permettere a Mi-Yon di sfumare la matita all'interno dell'occhio, le punte lucenti dei capelli di lei gli sfioravano la spalla e il collo facendogli venire i brividi lungo la schiena.
Namjoon ora poteva osservarla da molto vicino e si sorprese a pensare a quanto fosse bella vista a quella distanza, l'aria concentrata e seria che aveva contribuiva a donarle un certo fascino.
Non riusciva davvero a capire, i dubbi si insinuavano scaltri nella sua mente, non era in grado di formulare un pensiero sensato: perché si sentiva così attratto da lei?
Si rese conto che in quattordici anni l'immagine di Mi-Yon era sempre stata presente in qualche angolo nascosto e segreto della sua mente ma non comprendeva come mai, in fondo non si conoscevano bene,si erano parlati per pochi attimi da ragazzini e la questione non era mai andata avanti.
Lei sparì e lui anche... Era come se il destino volesse ricondurlo verso di lei per qualche strano motivo.
-Manca solo il trucco labbra-.
La voce della ragazza lo destò e bloccò la sua rete di pensieri, annuì rapidamente e socchiuse le labbra.
Non sapeva perché ma, mentre lo faceva, la guardava dritto negli occhi come se volesse attrarla verso di sé.
Mi-Yon fissava le labbra del ragazzo, era il suo lavoro quello di osservare e studiare i volti delle persone ma, per qualche strano motivo, il viso di Namjoon la metteva in difficoltà.
Era convinta di non aver mai posato gli occhi su un uomo così bello e affascinante.
D'altro canto non c'era un solo membro di quel gruppo che non sembrasse uscito da un quadro dell' Ottocento, erano tutti splendidi e quando erano insieme brillavano di una luce singolare.
Sembravano angeli irraggiungibili eppure lei poteva toccarli, respirare accanto a loro, guardarli e parlarci.
Si sentiva estremamente fortunata.
Sfumò delicatamente un rossetto nude sulle labbra di Namjoon rendendole ancora più carnose e invitanti, era ovvio che i BTS giocavano molto sulla propria bellezza ma Mi-Yon li amava soprattutto per i loro sacrifici e l'immenso talento.
-Grazie, è un lavoro davvero ben fatto- disse Namjoon rivolgendole una piccola riverenza.
Mi-Yon fece altrettanto e lo salutò con un sorriso caloroso.
Si voltò e notò che quasi tutti gli altri avevano finito di farsi truccare, nella sala erano rimasti solo Taehyung e Jin.
-Sono libera, se uno di voi vuole posso pensarci io- disse la ragazza guardando nella loro direzione.
Taehyung corse velocemente verso la postazione e si sedette chiudendo gli occhi per permettere alla truccatrice di lavorare.
Namjoon si bloccò sulla porta, osservava i movimenti fluidi e dolci di Mi-Yon e il modo in cui le sue mani sembravano essere guidati dai pennelli e non il contrario, notò la passione che metteva nel suo lavoro e non riuscì a non pensare che era la stessa passione di cui si sentiva investito ogni volta che saliva sul palco con i suoi amici.


Dopo la conferenza stampa salirono tutti in auto ma, prima che partissero, il manager aprì nuovamente lo sportello.
-Sarà più facile se viene con noi così potrà ritoccare il trucco a ciascuno- disse facendo passare Mi-Yon.
La ragazza salì in auto reggendo la gonna con la mano, era una minigonna nera a vita alta e anche se indossava le calze aveva il timore che potesse vedersi qualcosa mentre saliva in macchina.
Yoongi la aiutò sostenendola con il braccio e la fece accomodare fra lui e Jimin.
-Grazie- disse lei sorridendo.
Yoongi chinò leggermente il capo in segno di rispetto :-Non c'è di che- rispose.
Durante il tragitto Mi-Yon fece cambiare di posto uno ad uno per ritoccare il trucco a ciascun membro e si divertì ad ascoltare i loro discorsi.
-Jimin-ssi è caduto l'altro giorno, ha emesso un tonfo così forte che pensavo si fosse rotto qualche cosa- asserì Jungkook divertito.
Jimin mise su un finto broncio e lo colpì amichevolmente con un pugno sulla coscia :-Non ho fatto tanto rumore...- si difese.
Jungkook scoppiò a ridere e i suoi intensi occhi neri si illuminarono di una luce nuova, era come vedere un bambino divertito da una delle sue marachelle preferite.
-Ah no? Eppure anche io ti ho sentito dalla mia stanza- aggiunse Taehyung.
-No! E' impossibile...- insistette Jimin :-Non ho fatto rumore io...- gli altri lo interruppero scoppiando in una fragorosa risata.
Anche Mi-Yon si lasciò sfuggire una risatina, quei sette ragazzi avevano il potere di attrarre le folle con la loro simpatia, era impossibile non ridere in loro compagnia.
Namjoon voltò il capo non appena la sentì ridere, il suono che emise era cristallino e delicato, non sapeva bene come spiegarselo ma gli venne in mente che poteva avere una voce piacevole mentre cantava.
-Mi-Yon-ssi lei quanti anni ha?- chiese Jimin.
I ragazzi si lanciarono in un verso di disapprovazione all'unisono :-Non si chiede l'età alle donne!- esclamò nervoso Jin.
-Non importa, non mi ha dato fastidio...- mormorò lei con un sorriso sincero :-Dunque io ho ventidue anni- rispose.
-Come me!- esclamò Jungkook.
-Però tu sembri più grande- commentò Yoongi osservando l'amico.
-E' vero che sembra più piccola di me- disse timidamente il moro.
Jimin tornò di nuovo a guardare Mi-Yon :-Siamo davvero rumorosi, ci scusi-.
-Non è un problema nel modo più assoluto, e per favore... Possiamo darci del tu? Mi fa sentire vecchia il fatto che continuiate tutti a darmi del "lei"- rispose lei.
-Ma certo! In fondo ora fai parte della squadra- commentò Jin con un sorriso.
La strada verso la destinazione successiva fu davvero molto piacevole per tutti, i ragazzi scherzavano animatamente fra loro e Mi-Yon parlava a turno con ciascuno ponendo delle domande e facendo delle banali conversazioni su ogni genere di argomento venisse loro in mente.
Quando arrivarono al posto dove si sarebbe tenuta l'intervista era ormai pomeriggio inoltrato.



Una volta a casa i ragazzi cenarono, erano riusciti a prendere del sushi d'asporto e dei noodles piccanti.
-Che giornata...- sospirò Yoongi, non ricordava di essere mai stato così stanco.
-La tabella di marcia oggi è stata piuttosto faticosa ma la preferisco di gran lunga a quella dei concerti, in quei momenti non si ha un attimo di tregua- commentò Jin.
-E' vero, secondo me i concerti sono quelli che drenano più energie- concordò Hoseok mentre sorseggiava della sprite.
-L'intevista di oggi è andata bene, siete stati tutti bravi- aggiunse Namjoon.
-Ci hanno rivolto delle belle domande, ero felice di rispondere- rispose tranquillamente Jungkook.
-Sì? Mi fa piacere-.
Il gruppo continuò a parlare fino a tarda sera poi ognuno tornò nella propria camera per riposare.
Namjoon si svegliò la mattina seguente con un forte mal di testa, gli pizzicava la gola e sentiva la testa decisamente pesante.
Si trascinò in cucina per la colazione ma la stanza attorno a lui sembrava girare vorticosamente ad ogni piccolo passo.
-Namjoon hyung stai bene?- chiese preoccupato Taehyung avvicinandosi al leader dei BTS.
-Mi gira un po' la testa a dire il vero...- rispose l'altro con voce flebile.
-Credo tu ti sia preso un'influenza hyung- affermò Jungkook toccandogli la fronte con il dorso della mano destra.
-Scotti- aggiunse poi.
-Prendo il termometro- disse Jin correndo verso il bagno.
-Io preparo del juk*- affermò Yoongi e si diresse immediatamente verso i fornelli.
-Stenditi RM, stenditi sul divano- disse Jimin aiutandolo a camminare.
Taehyung lo sorreggeva dal lato destro mentre Jimin si occupava del sinistro, dietro di loro camminava un preoccupatissimo Jungkook.
Nessuno di loro era abituato a vedere il leader così debole e affaticato, Namjoon era il loro punto di riferimento e di solito era lui a prendersi cura di tutti quanti, anche per questo motivo lui e Jin erano considerati un po' come i genitori del gruppo.
Jin tornò con il termometro e gli misurò subito la temperatura, ovviamente aveva la febbre.
Hoseok estrasse rapidamente il telefono dalla tasca e lesse il programma della Big Hit per quel giorno, avevano un servizio fotografico e poi più nulla per tutto il resto del giorno.
-Mangia, ti sentirai meglio- disse Yoongi porgendo una ciotola a Namjoon.
Il ragazzo mangiò a fatica, non aveva affatto fame ma sapeva che quel pasto gli avrebbe fatto bene, poteva saltare il pranzo ma non la colazione.
-Vai a farti un bagno caldo, ti preparo la medicina per l'influenza- disse Jin.
Namjoon si trascinò in bagno e riempì la vasca di acqua calda, accese il diffusore di aromi in modo da far inumidire la stanza.
Se voleva liberarsi del raffreddore quello era un ottimo modo per farlo.
Finito il bagno RM si recò in camera, si vestì e poi andò in cucina a prendere la sua medicina.
-Il manager sarà qui fra poco- comunicò Jin.
-Jimin, come al solito, è in ritardo- asserì Taehyung.
Se ne stavano tutti fermi in salotto ad attendere che Jimin scendesse, Namjoon era steso sul divano con un braccio a coprirgli il viso, nel frattempo decise che avrebbe fatto bene ad indossare la mascherina e la tirò fuori dalla tasca della felpa.
Quando anche l'ultimo membro fu pronto i ragazzi poterono finalmente avviarsi, la macchina era già fuori ad attenderli.
-Namjoon, che cos'hai ragazzo?- chiese il manager sgranando gli occhi.
-E' solo un po' di febbre, nulla di cui preoccuparsi- rispose lui con voce fiacca.
In realtà sentiva di non essere in grado di reggersi in piedi ma non aveva alcuna intenzione di mostrare quanto male si sentisse, doveva tenere duro ed arrivare almeno fino alla fine del servizio fotografico poi sarebbe stato possibile riposare.
-Bene, hai preso le medicine?- chiese l'uomo.
-Sì manager, le ho prese- rispose il venticinquenne.
-Bravo ragazzo- commentò lui dandogli una pacca sulla spalla sinistra.
Le ossa di Namjoon gridarono di dolore a quel contatto improvviso; l'intero corpo gli faceva davvero male, era come se tanti piccoli aghi lo pungessero in ogni parte del corpo.
Sentiva le voci rimbombare in testa come un martello pneumatico, era quasi certo di star per svenire.
Chiuse gli occhi nel vano tentativo di riposare ancora qualche istante e sperando così di riprendersi almeno un po'.


La sala trucco era organizzata perfettamente quella mattina, ogni oggetto era al proprio posto e Mi-Yon era pronta ad accogliere i ragazzi con il suo miglior sorriso. Tuttavia quando li vide entrare si rese conto che Namjoon non era in forma.
-Sta male?- chiese rivolgendosi a Jin.
-Sì, è solo un po' di febbre...- rispose il ragazzo posando la giacca sul divano.
Namjoon si accasciò su una delle sedie e chiuse immediatamente gli occhi al forte ed inaspettato contatto con le luci degli specchi da truccatori.
-Puoi coprire bene i segni dell'influenza... Non vorrei che si vedesse che non sto bene- mormorò con un filo di voce.
Mi-Yon annuì, improvvisamente fu colta da un forte senso di stima nei confronti del ragazzo: era evidente che stesse male eppure era comunque lì a svolgere il suo lavoro al meglio delle sue possibilità, tutto l'impegno e la passione che Namjoon, come del resto gli altri sei, metteva in ciò che faceva la sorprendeva.
-Queste foto potranno vederle anche le nostre ARMY, non voglio che si preoccupino per la mia salute- disse RM.
Mi-Yon si sentì pervadere da un senso di tenerezza, Namjoon era davvero una brava persona e un gran leader, pur di non far preoccupare nessuno si era trascinato al servizio fotografico come se non avesse assolutamente nulla e infatti era proprio quella l'intenzione che aveva.
Mi-Yon ripensò ad alcune delle esibizioni dei BTS che aveva avuto modo di vedere in TV, Namjoon era sempre quello che ci metteva passione, una passione tale da lasciare a bocca aperta il suo pubblico.
Ogni singola parola del suo rap sembrava un proiettile sparato in faccia ai fans, ogni movimento che eseguiva era intriso di energia e voglia di fare, Mi-Yon era molto fiera di lui e del suo modo di essere.
Ognuno di loro aveva un modo diverso di dimostrare l'immenso amore che provava nei confronti del proprio lavoro.
Hoseok, ad esempio, era un sole... Sorrideva in ogni occasione e teneva alto il morale del gruppo e dei fans, vederlo entrare in una stanza era sempre un'esperienza magnifica perché la illuminava all'istante con il suo buonumore e il suo essere così eccentrico.
Yoongi era più riservato ma quando parlava di musica i suoi occhi iniziavano a brillare, era come se stesse parlando di qualcosa di immenso valore.
Taehyung era quello che, fra tutti, dimostrava la sua passione con il suo modo di fare, era sempre super concentrato ad ogni singolo evento e si prendeva cura di se stesso il più possibile per essere sempre in forma a ciascuna performance.
Jungkook, invece, dimostrava tutto il suo amore per la professione cantando, ogni volta che cantava il suo viso si distendeva lasciando spazio a un sorriso meraviglioso e ad una voce angelica quasi sospirata.
Jimin si allenava duramente, il ballo, il canto, ogni cosa! Se la prendeva sempre così tanto quando sentiva di non aver dato il massimo, era in grado di sacrificare se stesso per quel lavoro, per quelle emozioni...
Jin, infine, era colui che lo dimostrava ad ogni incontro con i fans, il suo sorriso e il suo essere un eterno Peter Pan lo rendevano sicuramente adorabile agli occhi delle persone.
Inoltre era così fiero di sé e del suo gruppo...
Mi-Yon provava ammirazione per ognuno di loro.


Erano quasi le due del pomeriggio ma il servizio fotografico non era ancora terminato, improvvisamente in sala trucco comparve Namjoon, il quale si accasciò immediatamente sul divano portando un braccio sul volto.
-Chiudi la porta per favore... Non voglio che mi vedano così- sospirò.
Mi-Yon, che non si aspettava assolutamente di vederlo entrare così, ubbidì senza emettere un fiato.
-Ti senti bene?- chiese preoccupata.
-Mi gira la testa, non riuscivo più a reggermi in piedi così sono venuto qui...Non so nemmeno io perché-.
-Ti prendo del tè caldo...- disse la ragazza correndo alle macchinette automatiche.
Tornò poco dopo con del tè verde fumante in mano.
-Prendi, ti farà bene...- disse porgendolo al rapper.
Namjoon si sedette a fatica e prese il bicchiere tra le mani, il calore della bevanda lo avvolse e il suo profumo lo fece sentire più calmo improvvisamente.
-Ti ringrazio- rispose educatamente.
La ragazza chiuse di nuovo la porta e si sistemò accanto a lui.
I due tenevano una certa distanza, Namjoon non era mai stato così in imbarazzo.
-Posso dirti una cosa?- chiese la ragazza guardando fisso davanti a sé.
Namjoon annuì.
-Ammiro tantissimo la tua forza... Non so come riesci a non mollare tutto, a non volere una vita meno frenetica, avresti il diritto di star male in santa pace senza dover correre a destra e a sinistra per rispettare una tabella di marcia meticolosa. Non credo che tu lo sappia ma io sono una grande fan dei BTS anche per questo, non importa cosa vi capiti, siete sempre in grado di portare a termine ogni cosa con il sorriso sulle labbra e con un'energia particolare. Penso che tu sia un gran leader e un grande artista... Forse ti sembrerà stupido ma quando ascolto alcuni dei tuoi testi mi sento capita. Credo che possa farti bene sentirti dire queste parole "moonchild, you shine"-.
Namjoon voltò il capo, il sorriso sulle labbra, stava per commuoversi e il fatto che fosse un tipo sensibile non aiutava di certo.
-Grazie. Sei gentile a dire tutto questo- rispose timidamente.
-E' quello che penso...- mormorò la ragazza :-Faresti meglio a tornare dal fotografo, non so quanto manca alla fine ma se non ti trovano potrebbe essere un problema-.
RM annuì e si alzò dal divano recandosi fuori dalla sala trucco.
Mi-Yon si coprì il viso con le mani, era completamente rossa in viso, non riusciva davvero a capire da dove avesse tirato fuori il coraggio per dire tutte quelle cose.
Inoltre non era nemmeno riuscita a parlargli del loro incontro di quattordici anni prima, pensò però che forse era meglio così, se lui non si fosse ricordato di lei sarebbe stato a dir poco imbarazzante e poi, di certo, non sarebbe più riuscita a guardarlo in faccia.
Sospirò e inizò ad ascoltare un po' di musica per distendere l'atmosfera.
Quando il servizio fotografico terminò ognuno dei membri andò da lei a ringraziarla del superbo lavoro svolto, ringraziarono anche per la pazienza che la ragazza aveva impiegato rimanendo lì dalla mattina fino al tardo pomeriggio.
Mi-Yon rispose loro che lo faceva con piacere, che era il suo lavoro e che non dovevano preoccuparsi.
Non era un peso per lei, anzi si era divertita!
Tornarono tutti a casa.


Namjoon era disteso nel suo letto, gli occhi fissi sul soffitto bianco della sua stanza.
Le parole dolci di Mi-Yon gli risuonavano in testa, non volevano abbandonare i suoi pensieri nemmeno per un attimo.
Namjoon pensò che era stata gentile a dire quelle parole, pensò anche che la citazione alla sua canzone fosse un modo per incentivarlo a non mollare.
Qualsiasi fosse il motivo di quel discorso così bello... Aveva funzionato.
La febbre rendeva il dormire molto complicato, Namjoon aveva tanta difficoltà a prendere sonno e inoltre continuava a pensare a lei.
Immaginò le mani delicate della ragazza toccargli il viso con premura mentre stendeva il correttore sotto ai suoi occhi, immaginò i suoi occhi grigi mentre lo guardavano concentrati, immaginò il sorriso che faceva ogni volta che terminava il make up e ne era soddisfatta, immaginò anche il modo in cui sintonizzava il proprio respiro al suo ogni volta che eseguiva il suo trucco.
Tutto di lei gli era rimasto impresso e non riusciva davvero a spiegarsene il perché.
Ogni volta che la sua immagine balenava nei suoi pensieri le parole della propria canzone e le parole che lei gli aveva rivolto quel giorno gli tornavano in mente facendo affiorare dolci ricordi.
Moonchild, you shine. When moon rise, it's your time...
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Qui troverete alcune precisazioni su alcuni nomi coreani inseriti all'interno della storia, in pratica vi spiego brevemente quelle parole di cui potreste non conoscere il significato o vi spiego, come in questo caso, che cosa sono alcune pietanze inserite nel testo.
*bibimbap: riso con verdure e carne bovina.
*naengmyeon: noodles in brodo caldo.
*juk: porridge coreano che di solito si offre a chi non si sente bene.

   
 
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