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Autore: Leatessa    12/10/2019    1 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO QUINDICI

 
 
Rose Weasley, diciassettenne irrequieta, sapeva bene che prima di una festa made in Serpeverde, era bene nutrirsi. E anche bene. Lei e la sua migliore amica Sophia, accomodate alla penisola in marmo che sua madre si era fatta fare su misura, mangiavano i resti del pranzo che sua nonna Molly, ogni giorno, preparava e portava a casa di Hermione Granger.

Nonna Molly non aveva preso per niente bene, anni prima, il divorzio di suo figlio da Hermione. Per i primi mesi non aveva rivolto parola alla donna, poi stanca della situazione e comprensiva nei suoi confronti, si era arresa all’evidenza: suo figlio Ronald, per quando si avvicinasse alla cinquantina non era per molte sfaccettature maturato come avrebbe dovuto essere. E in aggiunta, con il passare degli anni, la sua gelosia nei confronti della moglie era degenerata a dismisura. Molly aveva capito che una donna come Hermione difficilmente poteva sopportare tali angherie.
Lei aveva un lavoro al ministero, viaggiava molto e partecipava ad eventi e cene che, nolente o volente, la mettevano in mostra davanti agli occhi della società. In oltre si rese conto Molly, dopo mesi, il razzismo e la poca empatia di Ronald, erano difficilmente sopportabili. Questo l’aveva intuito, quando, venuta a conoscenza della relazione di Rose con il rampollo degli Zabini, Ronald non riusciva a farsene una ragione. Dopo anni continuava a marcare differenze inesistenti e ad opporsi alle amicizie della ex moglie e dei figli. Litigava con Harry per i suoi rapporti di lavoro con i Malfoy e i Nott, due famiglie che in quegli anni avevano lavorato molto per riscattarsi e, criticava Ginevra per aver creato un rapporto di amicizia con Astoria Malfoy: “Non basta che i nostri figli siamo amici del figlio di Malfoy, tu, mia sorella, dopo tutto quello che ci hanno fatto, fai comunella con quella donna. Andate a fare spese insieme e che altro? Vi smaltate le unghie?”. Suo figlio era insopportabile, bigotto e non propenso al cambiamento ed era per questo motivo che, dopo aver smaltito la rabbia, aveva smetto di provare risentimento per la sua ex nuora. Le preparava il pranzo, conoscendo bene la sua scarsa indole alla cucina, passava per un caffè e la invitava, volentieri, ai pranzi di famiglia.

“Tua nonna è un’ottima cuoca” esclamò Sophia, imboccandosi l'ultima cucchiaia di cous cous. “Per fortuna o moriremmo di fame in questa casa, Hugo vuoi cenare?”. Hugo aveva appena fatto il suo ingresso. Era in tuta, annoiato e la sua voglia di vivere era pari allo zero. “Credo che mi lascerò morire sul divano.” Esclamò prima di spostarsi in terrazza e affossarsi su uno dei divanetti. “Perché tuo fratello è così depresso?”

Rose non aveva la minima idea su cosa rendesse Hugo così sconfortato. Era arrivato in quelle condizioni da Hoqwarts e per quante volte avesse provato a chiedergli spiegazioni, non era riuscita a cavarne un ragno dal buco. “Dammi un attimo!”. Rose lasciò la sua migliore amica in cucina e per l’ennesima volta tentò un approccio amichevole con il fratello.
“Hugo” iniziò melliflua, poggiando sulle gambe il suo piatto di cous cous “Non ti ho visto toccare cibo oggi, per favore, mangia.”. Suo fratello non ci provava nemmeno a darle retta, stava lì ad osservare il panorama che quel terrazzo offriva, tormentandosi silenziosamente su chi sa quale avvenimento.
“Stavo pensando…” Rose non era una ragazza arrendevole. Se Hugo non voleva dire cosa l’avesse turbato, non le importava. Come sorella però non riusciva a non sentirsi in dovere di fare qualcosa, qualunque cosa, per cercare di aiutarlo. “Forse dovresti andare a casa di papà. Saresti vicino a Lily e Petunia, potreste studiare e fare una partita a quidditch … svagarvi un po’ prima del rientro a scuola.”
“Sto bene qui. Non ho voglia di andare da papà. È depresso e starei ancora peggio di come sto!”. Questo era vero, dovette ammettere a sé stessa Rose. Suo padre era sull’orlo della depressione. I primi tempi prima del divorzio suo padre era arrabbiato e frustrato. Con il tempo sembrava essersene fatta una ragione e il suo umore era migliorato egregiamente. Lavorava bene, andava a vedere le partite e giocava a carte con gli ex colleghi Auror nelle sere libere. Qualche mese prima tutto era precipitato, di nuovo.
Rose e Hugo avevano letto la notizia sulla gazzetta del profeta, a scuola se ne era parlato per qualche giorno e qualche battuta fuori luogo era stata rivolta ad entrambi. Loro però come avevano imparato nel tempo, avevano fatto orecchie da mercanti. Cosa che Ronald, invece, non era riuscito a fare. Aveva scritto ad entrambi per avere informazioni e si era messo in testa che l’articolo di giornale dicesse il vero. Anche fosse? Rose ripensandoci non capiva dove fosse il problema. Sua madre era una donna in gamba, single e aveva tutte le carte in regola per avere una relazione. Pensando all’articolo però, dovette ammettere che le parole lusinghiere sul suo conto erano ben poche.
 
 
SELVAGGINA FRESCA PER HERMIONE GRENGER
Miei adorate lettrici e lettori, nella giornata odierna verrete a conoscenza di come l’amore può nascere a qualsiasi età o quasi. Harold Fawley, noto imprenditore del Galles e vincitore per cinque volte consecutive del torneo di caccia alla volpe, è stato fotografato (ieri notte) in dolce compagnia. Come tutte noi sappiamo, Harold, 38, è uno degli scapoli d’oro più ambito del paese. Bello, ricco e di buona famiglia, ha preso le redini della compagnia del padre e in pochissimo tempo si è fatto conoscere non solo in Europa ma anche oltre oceano. Quindi è ovvio domandarsi chi? Chi potrebbe mai stare al fianco di un uomo del suo livello. Bene, lettori, togliamoci il dubbio … anche se sono convinta che avrete già osservato bene la foto! È proprio lei! Hermione Granger, ex Signora Weasley.
Per anni era girata voce che avesse una relazione con il nostro adorato Ministro, Harry Potter. Che la loro relazione fosse la causa del divorzio di una delle coppie più chiacchierata di Inghilterra e che dopo un tale scandalo avessero interrotto la loro relazione. Non sappiamo come si è svolta la storia (per adesso) ma abbiamo una certezza: la Granger non smette di colpire!
Negli anni ha avuto innumerevoli relazioni amorose, vi dice qualcosa il nome Krum? Poi ha incentrato il suo interesse su Ronald Weasley con cui ha avuto due figli, Rose, 17 e Hugo, 15, per lasciarlo con un tremendo divorzio che lo impoverisce ogni giorno di più. Fonti certe, assicurano, che la cifra degli alimenti percepiti dalla Granger abbia diversi zeri.
Oggi, per non accontentarsi, ha allungato i suoi seducenti artigli su Harold (sei anni più giovane di lei) e domani? L’ex Signora Weasley avrà intensioni serie con Harold? O è solo un passatempo per alleggerire il forte stress lavorativo?
 Questa nuova storia d’amore fiorirà? Starà a noi scoprirlo! Al prossimo aggiornamento e buona giornata dallo Staf di StregaOggi.  

Immensamente Vostra S. 
 
“Credi che mamma abbia veramente una relazione con quel tipo?”. Hugo osservò la sorella. Quell’articolo, lui, non l’aveva minimamente considerato. Sua madre non era una donna dai facili costumi. Se avesse conosciuto un uomo e ci avesse iniziato una relazione ne avrebbe certamente parlato con loro. Non avrebbe aspettato che uscisse la notizia sulla gazzetta per coglierli impreparati. Ne era assolutamente certo. “Erano falsità. L’avremmo saputo!”
“Papà ci crede!” insistette sua sorella. “Papà non si è mai veramente ripreso dal divorzio. Crederebbe a tutto. Anche alla storia di mamma con zio Harry, se lo zio non fosse il suo più caro amico!”. Sua sorella era una ragazza eccezionale. Aveva ottimi voti in tutte le materie, era caposcuola, era rispettata e amata in tutto il castello, sin da piccola aveva sempre tenuto testa alla mamma cosa che lui non era mai stato in grado di fare. Per quanto il cappello parlante l’avesse smistata a Serpeverde, Hugo l’aveva sempre ritenuta coraggiosa e forte, molto più di lui. Cerano quei momenti, quando si metteva in mezzo la famiglia, in cui sua sorella assomigliava ad una bambina indifesa e non alla guerriera che sfoderava la bacchetta contro chi unque infrangesse le regole. Così indifesa che l’abbracciò con forza, perché non importava che lei non sapesse nulla di lui, che non lo capisse e che per la maggior parte del tempo vivessero due vite separate, Rose era sua sorella. Quando aveva qualche dubbio o era preoccupata per la loro famiglia, lei correva da lui e lui ne era infinitamente grato. “Mi sono lasciato da poco … per questo sto un po’ giù di morale!”.
“Porto buone nuove, Lily e Petunia sono qui per chiederci un favore!” Sophia li aveva interrotti prima che Rose potesse solo replicare alla confessione del fratello e che Sofia, Lily e Petunia li raggiunsero in terrazzo e si accomodarono sulle due poltroncine restanti.
 
***

Albus Potter aveva ancora un’ora prima di poter raggiungere i suoi amici. Aveva passato l’inizio della serata con una Serpeverde più piccola di lui di un anno. L’aveva portata a cena fuori e poi, prima di morire di inedia, con la prima scusa che aveva trovato l’aveva riaccompagnata a casa.
In quel momento passeggiava per Hogsmeade con l’intenzione di bere una burrobirra ai tre manici di scopa. Hannah avrebbe chiuso il locale a breve quindi era meglio per lui che si affrettasse.

Come si aspettava, il locale era quasi del tutto vuoto ad eccezione di qualche abitante del villaggio e delle due ragazze facenti parte della sua squadra. “Capitano!” pigolarono in coro come due oche giulive. Albus non riusciva a capacitarsene. Aveva scelto due ragazze in gamba: brave in campo e negli studi ma in sua presenza non riuscivano minimante a fare una conversazione intelligente. Rose ipotizzava fossero cotte di lui e che l’agitazione nell’averlo accanto non permetteva loro di collegare il cervello. Albus pensava fosse una stronzata. Quando frequentava Sophia anni prima, non aveva riscontrato di questi problemi ed era certo che la sua cara amica si fosse presa un’infatuazione non da poco per lui.
“Ragazze che fate qui?”
“Siamo rimaste al castello e la preside ha dato a tutti il permesso di uscire. Il professore Longbatton ci riaccompagnerà tutti al castello prima delle undici!” Apostrofò la sua cacciatrice dopo aver mandato giù tutta la burrobirra che le restava nel bicchiere.
“Generosa la preside.”
“Molto, e tu come mai in giro da queste parti?” Chiese il suo portiere allungandosi verso di lui, in una posa che doveva sembrare provocante.
“Soliti giri … sapete …” disse accomodandosi al tavolo delle ragazze senza ricevere invito.

“Al che ci fai qui a quest’ora? Eh? Ti porto una burrobirra?” Hannah Longbatton gestiva la locanda da quando Madama Rosmerta si era ritirata in campagna. Faceva tutto da sola dato che la figlia maggiore, Augusta, non era ancora tornata dal suo viaggio in giro per il mondo ed Alice doveva ancora finire il quinto anno. “Con la noce moscata sopra” le sorrise. Albus aveva sempre pensato fosse una donna buona e generosa. Sorrideva sempre e non si arrabbiava mai con Neville, anche se in casa era un vero disastro.

“E’ la moglie del professore vero?”

“E anche la madre di quella rossiccia anomala che sta sempre con Lily Potter!”

“Come si chiama?!”

“Non ricordo ma era alla festa di compleanno di Petunia quest’inverno…!”

“Capitano, tu la conoscerai sicuramente?!” esclamò la cacciatrice sbattendo un po’ troppo le ciglia.

“Mi conosce molto bene… la tua burrobirra Albus!”. Alice era comparsa alle sue spalle ed era sparita senza che lui avesse il tempo di accorgersene e reagire. Osservò le ragazze e notò quel pizzico di cattiveria e soddisfazione nell’aver appena sbeffeggiato la loro compagna di scuola. Per un istante sentì una rabbia ceca affiorare per quelle due. Avrebbe dovuto rimetterle al loro posto, urlare qualcosa e deriderle come avevano fatto pocanzi ma non lo fece. Al contrario si alzò, lascio qualche moneta sul tavolo e le mollo lì. Educatamente, ovviamente.  “Scusatemi!”

“Dove vai Capitano?!”

Albus osservò il locale alla ricerca di Alice. La notò appena in tempo uscire dalla porta posteriore e senza pensarci la seguì, percorrendo la via poco illuminata che collegava i tre manici di scopa alla casa di Neville. “Alice!”. La migliore amica di sua sorella rallentò il passo per dargli il tempo di raggiungerla. Era piccolina ma aveva una velocità notevole. “Ti chiedo scusa per loro, sono state cattive e indelicate …”
“Non m’importa di quello che anno detto, da due ragazze come loro non ci aspetta altro! Ma tu… non siamo amici è vero, ma ci conosciamo da quando siamo piccoli. Io e Lily siamo migliori amiche, mangio al tuo tavolo e tu al mio da sempre e non hai detto mezza parola per difendermi! Da te non ci aspetta certe cose.!” Concluse Alice riprendendo la sua camminata veloce e varcando il cancelletto di casa poco dopo.

Albus Potter rimase umiliato da quel discorso. Non aveva mai pensato nulla di cattivo su Alice e, non aveva risposto a quelle ragazze per il semplice fatto che se avesse detto qualcosa di positivo su di lei ci avrebbero ricamato sopra, costruito storie e lui non voleva nulla di ciò. Non voleva infangare la sua reputazione per uno stupido pettegolezzo. Avrebbe dovuto spiegarglielo prima o poi, ma l’orologio segnava le undici e i suoi amici lo stavano aspettando.

Si smaterializzò sotto gli occhi di Alice che da dietro le finestre della porta non aveva mai smesso di osservarlo.
 
***
James Potter quella sera era stato incastrato. Sua cugina Victoria, scortata da due Auror, si era presentata a casa sua ore prima e li aveva affidato il caparbio compito del babysitter. “Teddy, Godric solo sa perché, ti ha scelto come padrino quindi fa il tuo dovere senza fare danni!”.

Victoria, sapendo del rientro del marito, aveva deciso di festeggiare il suo compleanno in maniera adeguata e, non poteva di certo con sua figlia in casa. Suo fratello per quanto ne sapeva lei era in missione e sua sorella, con la scusa di una festa, se ne era lavata le mani. A malincuore aveva affidato sua figlia a James, sperando che la facesse arrivare viva al giorno dopo.

Dominique venuta a sapere della situazione, con la scusa di voler passare un po’ di tempo con la nipotina prima di andare alla festa, si era presentata da James per ora di cena portando con sé ravioli cinesi e nuvole di drago.
Stavano cenando sul divano con la tv accesa. Flo aveva preso sonno da poco e loro due, come due estranei per l’ennesima volta, non sapevano cosa dirci. “Dovremmo far scoppiare quest’elefante una volta per tutte!”
“Elefante…”
“E’ un modo di dire James, cosa c’è che non va? Hai preso le distanze da me… non mi parli da settimane”.

Nicky aveva ragione. Aveva alzato delle barriere invisibili e a fatica riusciva a contenerle. “Parto a metà settembre. Hanno accettato la mia richiesta, raggiungo tuo fratello!”

“Che cosa? È una missione di livello S quella di mio fratello, non possono averti mandato!”

“Ho i voti migliori, sono bravo e sono un Potter…”
James stentava a crederci. Per giorni aveva creduto che rifiutassero la sua richiesta per l’inesperienza ma a quanto pareva il dipartimento era accorto di Auror e il ministero italiano aveva richiesto che gliene mandassero qualcuno in più, così era stato accettato senza troppi convenevoli. “Chi sa di questa cosa?”
“Solo tu. Devo ancora dirlo a mamma e a papà. Mamma andrà su tutte le furie!”
“E che altro?!”

James conosceva Nicky come le sue tasche. Sapeva bene che non si sarebbe accontentata di quella rivelazione. Sapeva che lei sapeva. E come tutte le donne preferiva sentirselo dire a voce più tosto che logorarsi per giorni, settimane, mesi su qualcosa che non avrebbe potuto controllare o decidere lei stessa.

“La finiamo qui.” Brutale, senza macchia. Solo come lui e Lily sapevano fare. Senza giri di parole perché tenersi dentro un peso così grande lo stava logorando. Stare lontano da lei senza darle una spiegazione adeguata era ingiusto e insensibile. Lui aveva sofferto così tanto per amore e, in quel momento, decise che non avrebbe fatto patire il suo stesso dolore a nessuna. Mai, nella sua vita. “Nicky, non ha senso continuare la nostra relazione. Lo sai bene anche tu?”

“Ti amo come una sorella ed è brutto dirlo ma ogni minuto con te mi fa sentire sporco e sbagliato. Mi sento come se stessi commettendo un delitto capitale che nessuno scoprirà mai e per la quale non verrò mai punito. E non so come chiederti scusa, come avere il tuo perdono – respirò a fondo per trovare la forza di continuare, prima che lei lo interrompesse – perché sei una delle persone più importanti della mia vita. Mi hai aiutato in uno dei momenti più difficili che ho dovuto affrontare e prima ancora mi hai insegnato l’amore puro. Un amore in quantificabile che ti sta spezzando il cuore e non so come aiutarti. Perché non posso aiutarti. Come tu hai fatto con me. Non potrò mai.”

James era certo che se avesse parlato ancora sarebbe scoppiato in lacrime. Se avesse anche solo provato ad aggiungere una sola parola il baratro in cui galleggiava l’avrebbe fatto suo e non sarebbe più tornato in superfice. Aveva reciso, brutalmente, il legame più forte che avesse mai costruito nella sua vita e questa volta non lì sarebbe stata concessa un’altra possibilità. Aveva sbagliato mesi prima, quando aveva ceduto e donato il suo corpo e la sua anima ad una donna che lo amava incondizionatamente e che l’aveva perdonato per il suo tradimento. A James parve una vita fa. Nicky non l’avrebbe perdonato mai più.

“Devo andare ad una festa. Controlla mia nipote sai com’è fatta Vicky.” Con queste ultime parole, sua cugina, lasciò la casa. James non si mosse. Non fiatò. La guardò alzarsi, infilarsi il soprabito, aprire la porta e uscire dalla sua vita. Per sempre.
 
***
Tarquin Nott all’inizio dell’anno aveva deciso di affrontare il suo anno accademico esattamente come i precedenti, cioè: all'insegna del menefreghismo più totale nei confronti delle lezioni, con un discreto interesse per le belle fanciulle che Hoqwarts gli avrebbe messo a disposizione e, in ultimo, non per importanza, ovviamente, era dell'idea che avrebbe passato buona parte del suo tempo con i suoi cari e vecchi amici.

Tarquin, giunto quasi alla fine del suo ultimo anno, si era reso conto che le cose non erano andate proprio secondo i suoi piani. Le lezioni, nessuna esclusa, impegnavano buona parte delle sue energie, le migliori a detta di lui; il tempo che passava con i suoi amici era esiguo, ad esclusione delle ore infinite in biblioteca. Odiava lo stacanovismo di suo cugino e di Albus per non parlare della supponenza intellettuale che si portavano dietro quelle due arpie di Rose e Sophia. Care ragazze.
Tarquin avrebbe voluto passare più tempo con i ragazzi, organizzare qualche bel festino privato, fare qualche capatina a Hogsmeade non programmata o qualsiasi altra cosa avesse avuto la capacità di smorzare la sua noia. Se avesse detto ad alta voce i tutti i suoi pensieri Albus, caro ragazzo, gli avrebbe indirizzato la compagnia di sua sorella. Non che avrebbe mai fatto uno sgarro del genere a suo cugino non che carissimo amico. Per intenderci!

Purtroppo, nulla del genere era successo, se non si contavano quelle rarissime volte in cui avevano avuto la brillante idea di festeggiare compleanni e vittorie alle partite di quidditch. Per la cronaca di Tarc tutto era accaduto perché suo cugino, Scorpius, si era rammollito. Non trovava un'altra spiegazione plausibile. Prima delle vacanze di Natale, passava tutto il suo tempo dietro alla Potter e alla sua idea strampalata di riportare in vita l'antichissimo casato dei Black. Poi, dopo tutto quell’eccitamento che l’aveva colorito aveva di nuovo cambiato le carte in tavola. Nell'ultimo periodo, Scorpius, passava le sue giornate proprio come le avrebbe passate il più sfigato dei fantasmi della Gran Bretagna. In agonia. Aveva mollato, mesi prima, la O'Connel senza una buona ragione, secondo lui, e come era avvenuto negli anni precedenti, non passava giorno che non litigasse con la Potter. Masochismo. In ultimo, per dilaniarsi ancor di più le viscere aveva iniziato ad evitarla, la Potter, e li a quel punto aveva toccato il fondo della sopportazione.

Albus, per come la vedeva Tarquin, non aveva cambiato la sua opinione sulle donne. Passava le sue giornate di fiore in fiore, come avrebbe dovuto fare lui se, perché si c’è un se e di questo e Tarquin non riusciva a farsene una ragione, non si fosse messo in testa di conquistare prima e uscirci insieme poi, una dannata ragazzina che con lui non voleva avere nulla a che fare. Petunia Darsley. Cugina, antipatica della Potter. Cugina, coccolata, eccessivamente da Albus con cui passava molto del suo tempo in sala comune o altrove, questo Tarc non poteva saperlo.
Tarc l’aveva conquistata. A fatica se doveva essere del tutto sincero ed ora a mesi di distanza faceva fatica a mandare avanti la relazione.

Per mesi si erano nascosti, più per colpa sua che di Tunia. La sua reputazione non era impeccabile e lei, autoritaria, si era rifiutata di uscire alla luce del sole finché lui non avesse chiuso definitivamente con tutte le ragazze elencate nella sua agendina nera. Quando ciò era avvenuto e Tunia si era convinta che non fosse solo l’ennesima ragazza che si portava a letto, aveva annunciato a tutti suoi parenti della loro relazione. Tra alti e bassi era andata bene, non era stato affatturato ma era certo che Albus e Lily non gli togliessero gli occhi di dosso.

Tarquin Nott, a quel punto, aveva le mani legate. Suo padre era un uomo irreprensibile. Irragionevole alle volte. Come avrebbe mai potuto comunicarli che Petunia era la sua ragazza? Come avrebbe spiegato ad un uomo arcaico, radicato nelle analogie che a lui non importava che Petunia fosse una nata babbana?
Quei pensieri lo tormentavano da settimane e non aveva il coraggio di parlarne con Petunia. Quei pensieri che lo tormentavano da settimane, se solo l’avesse saputo prima, si sarebbe reso conto che erano le ultime angosce di cui avrebbe dovuto preoccuparsi.







 
   
 
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