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Autore: Will Darklighter    12/10/2019    12 recensioni
"Unisciti a me, e insieme potremo governare la galassia, come padre e figlio!". Questa celeberrima frase racchiude in se tutto il desidero di un padre di ricongiungersi alla propria discendenza e al contempo la volontà di un apprendista di voler mettere fine una volta per tutte al legame che lo vincola al proprio Maestro. E se questa duplice intenzione avesse avuto una possibilità di realizzarsi? E se al padre fosse riuscito quantomeno di porre il seme del dubbio nel cuore del proprio emotivo figlio? A questo e ad altri interrogativi, come un possibile approfondirsi della relazione sentimentale tra gli inconsapevoli gemelli Skywalker e un miglior trattamento di alcuni comprimari sin troppo maltrattati nei film, provo a rispondere in questa storia.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest
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Capitolo 22 – Un rimorso nascosto

LEIA


 
 

Seduta nella posizione del loto li dove l’immensa palude di Dagobah era più secca, Leia si lasciò ancora una volta andare alla meditazione. Era in pace, serena ed era da molto tempo che bramava sentirsi così: lontana dal suo ruolo di secondo in comando dell’Alleanza, lontana dai suoi amici che però presto o tardi avrebbe ritrovato, la giovane donna si trovava in quel luogo sperduto della galassia oramai da diversi giorni. I suoi due nuovi maestri erano stati molto chiari: più fosse stata concentrata sulle lezioni che volevano impartirle, minore tempo sarebbe stato necessario apprenderle e quindi poter lasciare il pianeta con tutto ciò che le sarebbe occorso per sostenere Luke nella sua missione.

Meditare le veniva facile, come anche ricorrere alla Forza per sollevare piccoli oggetti attorno a sè: poteva sentire le varie pietre che il Maestro Yoda aveva sistemato attorno al luogo dell’addestramento, sollevarsi delicatamente da terra quasi all’unisono e poteva sentire anche la contenuta soddisfazione provata dall’anziano mentore e oltre quella anche qualcos’altro di non così positivo.
La tempra dell’anziano Jedi andava affievolendosi giorno dopo giorno, spesso tossiva non riuscendo a terminare frasi importanti e doveva ricorrere anche abbastanza urgentemente al riposo. Il suo tempo nella galassia era ormai agli sgoccioli, presto l’avrebbe lasciata per sempre. Una lacrima stava per salire negli occhi di Leia ma riuscì a controllarsi in tempo; la sua preoccupazione non avrebbe aiutato Yoda a stare meglio e avrebbe deconcentrato lei dal suo addestramento, quando di tempo ce ne era ben poco. Dovevano ritrovare Luke e alla svelta, ogni istante che passava lontano da quel luogo avrebbero potuto avvicinarlo alla morte o peggio al Lato Oscuro.

Le lezioni sulla filosofia e sul codice Jedi erano tra le sue preferite, per quanto fossero state per necessità rese estremamente sommarie e poco approfondite, il suo livello di apprendimento da quel punto di vista era molto rapido. Nel combattimento invece, per quanto provasse grande interesse anche per quello, non riusciva altrettanto bene: certo fino a quel momento aveva utilizzato soltanto un bastone e si era detta che non appena avrebbe potuto utilizzare una delle leggendarie lame degli Jedi le cose sarebbero andate diversamente eppure …

“Concentrarti tu devi – prontamente la rimbeccò Yoda, sentendo con ogni probabilità l’estendersi dei suoi pensieri – solo all’allenamento in corso! Hmm?”
La ragazza non gli rispose, era una trappola per farla deconcentrare ulteriormente e non era tipa da cadere due volte in uno stesso tranello dialettico. Anzi, prontamente intensificò il suo legame con la Forza e ancora ad occhi chiusi, prese la parola.
“Sono pronta, Maestro!”
Subito dopo, percepì la presenza di tre remoti sollevarsi assieme e cominciare a girare attorno a lei, pronti a fare fuoco. Di scatto, la ragazza si mise in piedi, cominciando a far vorticare velocemente i palmi delle sue mani.
I droidi dalla forma sferica fecero fuoco in rapida successione e Leia intercettò con le mani i loro attacchi, assorbendoli grazie alla Forza e disperdendoli. Quando finirono di fare fuoco, tornò a mettersi seduta. Non aveva riportato la benché minima scottatura.
L’anziano Jedi la guardava con i suoi occhioni e le orecchie sollevate, sempre più compiaciuto.
“Molto brava tu sei !  - disse poggiando delicatamente il bastone da passeggio a terra – la tua concentrazione molto buona è!”
“ Vi ringrazio , Maestro Yoda. Ci alleniamo giorno e notte ma non sto pensando neanche per un istante che tutto quello che facciamo sia troppo pesante. Sembra quasi che io nata per fare questo ! – asserì con crescente entusiasmo.
“Hmmm – il piccolo alieno fece la sua consueta smorfia di disapprovazione – troppo sicura di te stai diventando!”
“Perdonatemi, Maestro, non volevo sembrarvi arrogante. E’ che tutto questo mondo è così meraviglioso! Prima vivevo nell’ignoranza della sua esistenza e ora che invece comincio a conoscerlo è tutto cosi … inebriante!”
L’anziano si carezzò il dito, sottilmente divertito.
“Prendendoti in giro, io stavo! – ridacchiò e Leia gli fece compagnia compostamente – prima di riprendere l’addestramento con il bastone, un nuovo allenamento fare tu devi!”
La giovane donna si mise in piedi.
“Sono pronta , Maestro – pronunciò con lo stesso entusiasmo di prima.
“Vedremo – disse l’anziano con un tono di voce molto serio adesso – seguimi.”


E senza aggiungere altro, la ragazza seguì il piccolo alieno nel cuore dalla palude. Giunsero dopo pochi minuti nei pressi di un grotta, situata in vicinanza di un tronco cavo di un gigantesco albero morto dal quale pendevano ancora i suoi rami. Yoda si sedette alla sua base.
Leia si mise una mano sul cuore, tanto era il freddo e la sensazione di panico che cominciò ad attanagliarla all’improvviso.
“Quel posto – disse l’anziano richiamandola dalla sue sensazioni e indicando la grotta con il bastone – è forte nel Lato Oscuro. Un regno malvagio esso è.”
Sollevò lo sguardo guardandola dritta negli occhi.
“Dentro devi andare.”
Leia non indietreggiò ma non riuscì neanche a proseguire.
“Cosa troverò in quel posto ? – chiese la giovane donna titubante.
“Solo ciò che con te porterai – rispose laconico l’anziano senza alcuna intenzione di aggiungere altro.
Poco convinta, Leia cominciò a camminare nella grotta e sotto il tronco cavo dell’albero morto. La cosa più lugubre di quel luogo era che fosse assolutamente silenzioso, nessuno dei normali rumori presenti nella palude era udibile. Continuò ad andare avanti nella penombra, in maniera sempre estremamente circospetta, per un paio di minuti, fino a quando non vide l’uscita della caverna. La sensazione di disagio non l’aveva mai abbandonata eppure a parte quello non era accaduto null’altro.
“Forse il maestro Yoda voleva scoprire se temevo il buio – e quel pensiero la fece sorridere.
Ma quando uscì dalla cavità, si rese subito conto di essere stata troppo precipitosa nella sua valutazione.

Si trovava nei pressi di un laghetto, meno sporco e fangoso degli altri ma non era sola li. Dall’altra parte dello specchio d’acqua vi era un individuo che sembrava sonnecchiare spensierato, aveva abiti diversi da quelli che indossava regolarmente, più scuri e un po’ meno semplici del solito, ma avrebbe riconosciuto quel volto ovunque.
“LUKE ! – grido gioiosamente, andando velocemente verso di lui e attraversando di corsa la formazione lacustre non più profonda dei suoi stivali ma quando arrivò ad un paio di metri dal suo più caro amico, lui si destò di colpo e arrestò il suo incedere con un perentorio gesto della mano e uno sguardo così carico di livore da far provare alla ragazza un disagio ben maggiore di quello sentito nella grotta.
“Guarda, guarda chi c’è qui – disse il giovane, mettendosi seduto e lanciandole un’occhiata lasciva – la mia cara amica Leia. Sei venuta a dare il bacetto del buongiorno al tuo innocuo e ingenuo amichetto del cuore?”
Si guardò attorno come se stesse cercando qualcuno e la ragazza si portò nuovamente la mano al cuore per il dolore che cominciava a provare.
“Ah no! Han non è nei paraggi e quindi non c’è alcun motivo di baciarmi se non serve a farlo ingelosire, giusto ?”
Leia fece un passo indietro, senza riuscire a pensare una risposta. Voleva solo andarsene da li.
Luke la guardò sempre più maliziosamente.
“Sto parlando con te! Dove credi di scappare, principessa? Hai paura del tuo migliore confidente? Così mi hai chiamato molte volte, se non ricordo male!”
Il giovane si mise in piedi, sembrava una belva pronta a scattare. La ragazza indietreggiò ancora e quasi maledisse non essersi portata il suo bastone.
“Bastone? – disse il ragazzo leggendole la mente – volevi farmi del male solo perché ti sto mostrando la verità? Ti avevo molto sopravvalutato, Leia!”
E senza aggiungere, salto su di lei, agguantandola e buttandola in acqua. L’afferrava per la braccia, tenendola bloccata. I suoi vestiti erano ormai fracidi ma riuscì a tenere la testa fuori dall’acqua.
“ Tu non sei Luke, mostro! – disse, riuscendo finalmente a parlare – lui non mi avrebbe mai fatto nulla del genere.”
“Non sono Luke, eh – le rispose ridendo di gusto – coraggio, hai dimenticato il nostro incontro nell’infermeria, quando ho cercato conforto e amore da te? E tu cosa mi hai risposto?”
Era veramente lui allora, non c’era nessun altro con loro, anche i droidi erano usciti mentre lui aveva cercato di …
“Mi dispiace – rispose flebilmente la ragazza riferendosi sia a quel momento nel passato che a quanto gli veniva rinfacciato in quei tremendi istanti nel presente.
“ Ti dispiace eh – a quel punto il giovane le tirò un manrovescio sul volto – avresti dovuto pensarci prima!”
Senza alcuno sforzo, il ragazzo la spinse violentemente a riva, vicino a quell’albero dove fino a poco tempo prima stava riposando. Non potette fare altro che arrancare verso il tronco  mentre Luke avanzava verso di lei come una furia.
“Quasi quattro anni di inganni, di illusioni e sotterfugi e questo soltanto per avere il tuo bel contrabbandiere! Il quale quando si sarà stancato di te, ti mollerà come ha fatto con molte altre!”
Leia comprese finalmente cosa stava per succederle e questo bastò per farle afferrare istintivamente un robusto ramo da terra.
“Allontanati da me – disse con tutta l'energia che aveva in gola – o sarà costretta ad ucciderti!”
Lui parve arrestarsi, ma nulla della sua ira era venuta meno nei suoi occhi.
“ Quindi ora non mi farai semplicemente del male ma addirittura arriverai ad uccidermi – gli occhi di Luke da blu che erano divennero gialli – non mi lasci altra scelta, Leia. Dopo aver preso ciò che mi spetta per aver sopportato i tuoi piagnistei di questi anni, mi sbarazzerò di te! E io che volevo fare di te la mia regina …”
E balzò verso di lei ancora una volta. La ragazza fece ricorso alla Forza, lasciandola scorrere attraverso di se e facendo diventare il ramo un estensione del suo braccio. Era la prima volta che riusciva tanto facilmente in un esercizio connesso alla pratica del combattimento ma non stette a pensarci.
Riuscì a colpire Luke proprio in testa e un fiotto del suo sangue le sporcò il viso. Il ragazzo cadde a terra provando a dire qualcosa ma lei non lo ascoltò, continuò a colpirlo con foga fino a quando non restò più nulla da colpire.
Ancora terrorizzata per quanto accaduto , nascose il volto fra le ginocchia , abbracciandole strettamente. Singhiozzava e molte lacrime cominciarono a sgorgare dai suoi occhi.
Un minuto più tardi osò alzare lo sguardo e sebbene avesse la vista appannata vide che tutto era sparito: il bastone, il cadavere di quel mostro con le fattezze di Luke e anche il sangue sul suo volto.
Sentì tossire alle sue spalle con una certa insistenza, si voltò e vide Yoda. Sembrava più vecchio di quando lo aveva lasciato dinanzi all’ingresso della grotta. E comprese.

“Io … ho fallito.”

La sua paura si era trasformata in ira e con quella aveva abbattuto quel … qualunque cosa fosse. Il suo mentore più anziano l’aveva avvisata che non appena fosse stata impegnata a combattere, veloci quelle emozioni negative ,che ogni apprendista Jedi dovrebbe evitare, l’avrebbero raggiunta e l’avrebbero indotta a commettere degli errori. Ma in quei drammatici momenti non era proprio riuscita a ricordarsene.
L’anziano mentore si limitò ad annuire mestamente.
“Affrontare la propria oscurità, mai facile è. Addestrare ancora, ti devi.”
Il piccolo alieno si voltò lentamente per farle strada e lei si mise prontamente in piedi. L’avere fallito ed essere ancora troppo fragile nel profondo del suo animo, non erano le uniche consapevolezze che aveva acquisito.
“Maestro Yoda, io temo di avervi fatto del male – disse la giovane donna tristemente, mentre l’anziano cominciava a camminare appoggiandosi al suo bastone – è l’oscurità di questo luogo che vi fa stare male, vero? E io oggi l’ho resa più forte. Mi dispiace.”
Era la seconda volta che pronunciava le sue scuse in poco tempo ed entrambe le volte era stata sincera. Almeno questa volta, sperava che venissero accettate.
Yoda si voltò a guardarla, visivamente sorpreso.
“Capito tu questo hai ? – le orecchie dell’anziano si alzarono – so che dispiaciuta tu sei, ma dispiacere a guarirmi non aiuterà. Terminare l’addestramento, sì invece!”
Tossì brevemente e poi riprese a camminare. Leia lo seguì, in parte rincuorata.

Ritornarono dinanzi alla casupola, dove ad attenderli vi era la presenza spirituale del Generale Kenobi.
Yoda si sedette stancamente su di una panca, costruita nei venti e più anni che abitava sul pianeta palude; Leia fece lo stesso, adagiandosi a terra. A quel punto l’umano prese la parola.
“Oggi non ti allenerai con il bastone, abbiamo un regalo per te.”
Una teca in legno custodita nell’incavo di un albero poco distante cominciò a levitare verso di Leia, per poi porsi delicatamente sulle sue ginocchia. Immaginava cosa ci fosse li dentro e anche perché le venisse fatto quel dono proprio in quel preciso momento; i due venerandi Jedi stavano cercando di rincuorarla dopo quanto era avvenuto nella grotta e data l’eccitazione che cominciò a sentire, dovette ammettere che il loro tentativo stava avendo effetto.

 
Leia aprì la teca e vide l’elsa di una spada laser piuttosto diversa da quella di Luke: esteticamente più elaborata e con una singolare curva a renderne molto particolare l’impugnatura.
“Con il tempo, imparerai a costruirne una con le tue mani e potrai adattarla alle tue esigenze – parlò lo spirito – per quello che ho potuto vedere mentre ti addestravi con il bastone, non hai una particolare forza fisica nelle braccia ma possiedi un ottimo gioco di gambe. Hai preso lezioni di scherma quando eri su Alderaan ?”
Leia restò sinceramente colpita dall’acutezza di quel commento, sebbene pensò che non avrebbe dovuto sorprendersene data la grande abilità in battaglia del Negoziatore.
“Si, maestro Kenobi; per molti rampolli della nobiltà di Alderaan era poco più di un passatempo ma io amavo duellare con mio padre. Ci allenavamo quasi tutte le sere, subito dopo il tramonto. A volte era così stanco per il suo incarico di Viceré da voler rimandare ad un momento da definirsi, ma io insistevo così tanto da costringerlo ad accontentarmi.”
Yoda ridacchiò e lei fu confortata di essere riuscita quantomeno a dargli un po’ di sollievo. Anche l’anziano umano sorrise.
“A nostro giudizio, potresti diventare un’ottima adepta della seconda forma di combattimento con la spada laser, la Makashi. I suoi movimenti sono molto simili a quelli della scherma che praticavi su Alderaan il che ti avvantaggerà notevolmente nell’apprendimento.”
La curiosità di Leia ebbe il sopravvento.
“Forme ? Vale a dire stili di combattimento ?”
“Si, esatto. Purtroppo il tempo a nostra disposizione non ci consente di approfondire questo aspetto del tuo addestramento. Oltretutto, se con alcune tecniche della Forza sei dotata di un talento naturale, lo stesso non si può dire del confronto fisico. Perciò faremo di necessità virtù: ti daremo le basi della prima forma per evitare che avversari dotati di blaster o qualsivoglia arma a distanza possano nuocerti e poi passeremo alla seconda. Sei pronta ?”
“Eccomi,  Maestro Kenobi – rispose mettendosi rapidamente in piedi. I ricordi di quanto vissuto nel Lato Oscuro sbiadivano rapidamente: quello non era Luke e mai lo sarebbe stato. La paura e il rimorso che la giovane donna provava nei suoi riguardi per averlo respinto avevano creato quel mostro ma era soltanto un’illusione. Il suo amico era una persona sincera, onesta e soprattutto nobile fino al midollo. E presto si sarebbero ritrovati, entrambi come Jedi.
Si allenarono per diverse ore, dapprima con i remoti per apprendere come intercettare i colpi di blaster in arrivo e poi in quello stile di combattimento così simile alla scherma.
Kenobi cominciò a muovere con la Forza il bastone che lei aveva utilizzato fino al giorno prima per fare pratica di combattimento; il pezzo di legno si muoveva abilmente grazie alle capacità telecinetiche del Generale proprio come se davanti alla giovane donna ci fosse un avversario in carne ed ossa. Avendo regolato la lama verde della spada laser all’intensità minima, quando questa impattava con il bastone non lo tagliava come normalmente sarebbe accaduto ma si creava un attrito tra le due armi.
Leia era ben consapevole di non essere molto forte ma con una lama come quella, capace di tagliare qualsiasi cosa, non vi era alcun bisogno di prestanza fisica: ogni suo movimento era delicato e fluido e rifuggiva un contatto troppo prolungato contro l’altra arma. Stava imparando o meglio ripassando a danzare perché sì , da adolescente aveva anche avuto lezioni di danza e metteva tutte quelle sue conoscenze in quel singolare duello. L’impugnatura ricurva poi era particolarmente comoda ed evitava che i vari giochi di polso che doveva eseguire per rendere sempre più efficace quanto stava apprendendo, la stancassero.
Andarono avanti per ore, seppur con bravi pause, fino a quando le gambe non riuscirono più a sostenerla.

Spense la lama, per poi buttarsi esausta a terra grondante di sudore.
“Brava – commentò Kenobi mentre lasciò cadere il bastone al suolo – hai fatto tesoro delle tue precedenti esperienze e sei riuscita a tirarne fuori qualcosa di imprevedibile, che già si avvicina abbastanza alla Makashi. Siamo fieri di te.”
Leia scostò il sudore che aveva sulla fronte con il dorso della mano, per poi mettersi seduta.
“Grazie – riuscì a rispondere semplicemente mentre riprendeva fiato. Oltre al vigore, c’era anche il problema della resistenza a cui far fronte. Si promise mentalmente che avrebbe cominciato a lavorare almeno sulla seconda.
“Meditare e riposare tu devi – intervenne Yoda, rimasto silente per tutto l’addestramento con la spada – domani riprenderemo.”
La presenza svanì e il piccolo alieno tornò lentamente all’interno della casupola. Prima di raggiungerlo, Leia si sarebbe fatta una bella doccia a bordo del Falcon e poi avrebbe meditato.
Lavatasi, fatto un cambio d’abito e salutato 3PO a bordo della nave, la ragazza tornò dinanzi all’abitazione dello Jedi e prese a meditare. Inizialmente fu tutto come al solito: si lasciò circondare dall’immensità dello spazio e delle stelle, immaginandosi tutt’una con esse e poi, quasi brutalmente, ebbe la visione di un pianeta. Era verde, lussureggiante e pieno di vita e subito dopo l’immagine si concentrò su di una elegante struttura, circondata da un lago dalle acque cristalline. La visione la condusse all’interno della struttura, doveva trattarsi di un mausoleo a giudicare dalla raffinata e bassa struttura in pietra con delle effige scolpite al di sopra di essa che campeggiava al centro di un' ampia sala ovoidale.
E poco distante da questa magnificente tomba vide Luke! Stava combattendo ma non riusciva bene a vedere contro chi, sembravano delle ombre che lo accerchiavano e provavano ad attaccarlo da ogni lato.
E a quel punto la visione si interruppe.
Riaprì di scatto gli occhi, non c’era un solo istante da perdere. Aveva riconosciuto l’architettura del luogo: il suo amico era sul verde pianeta di Naboo.
   
 
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