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Autore: Mahlerlucia    12/10/2019    1 recensioni
{Questa mini-long partecipa al #Writober2019 indetto dal sito “Fanwriter.it”}
[Tsukishima x Yamaguchi]
PROMPT:
Capitolo 1 – Angst
Capitolo 2 – Appuntamento
Capitolo 3 – Luna piena
Capitolo 4 – Soulmate
Capitolo 5 – Zucca/1000k
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Yachi Hitoka
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Questa mini-long partecipa al #Writober2019 indetto dal sito Fanwriter.it
 
12 ottobreAppuntamento
 

 
Anime: Haikyuu!!
Genere: Introspettivo, Romantico, Sportivo
Rating: giallo
Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi (Hitoka Yachi)
Pairing: TsukkiYama
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai


 
 
 Il secondo passo

 

Fingere che nulla fosse accaduto era un imperativo per Kei Tsukishima, specie al cospetto dei suoi compagni di squadra. Non voleva subire considerazioni negative da parte dei suoi senpai, così come non avrebbe mai concesso a personaggi come Shōyō Hinata o Tobio Kageyama di esprimere opinioni – o, peggio ancora, deridere – quel lato della sua personalità più recondito.

Aveva sbagliato. Oh, altroché se si era sbagliato!
Non avrebbe mai dovuto avvicinarsi tanto a Tadashi nel corso degli anni. Non si sarebbe mai dovuto lasciare andare a quegli attimi di tenerezza molti anni prima, quando l’amico cercava un sostegno contro i bulletti della scuola o un suggerimento sul club sportivo più adatto a lui. Aveva paura di iscriversi a calcio o a baseball, ‘ci sono ragazzi molto forti e paurosi’, diceva. E ora è lui quello che attira le ragazze, non i muscoli di quei babbei.

“Tsukishima, come siamo mattinieri! Facciamo colazione insieme, ti va?”

Kōshi Sugawara, uno degli elementi più tranquilli ed affidabili della Karasuno. La mente e la forza morale della squadra, nonché l’alzatore con maggior esperienza.
Il suo sorriso bonario aveva rincuorato il più giovane Kei dalla preoccupazione di trovare nuovi fastidi in una giornata partita già col piede sbagliato. D’altronde, non aveva quasi chiuso occhio a causa dei continui pensieri riguardanti gli avvenimenti della sera precedente. Nel corso della nottata si era persino voltato di schiena, evitando rigorosamente lo sguardo e la visione generale del suo amico d’infanzia, coricato sul futon accanto al suo.
Pochi minuti prima Kei aveva avuto la forza di posare gli occhi su di lui solamente per qualche fugace secondo. Yamaguchi dormiva sereno, come se nulla lo avesse scalfito, nemmeno i sensi di colpa nei confronti di chi avrebbe voluto sapere determinate cose per primo.

“Ah, Sugawara-senpai. Buongiorno.”

“Buongiorno anche a te. Dormito bene?”

La domanda più scontata della mattina; la stessa alla quale non avrebbe mai voluto rispondere.
Ma come poteva mentire a Sugawara? Non era di certo una persona a cui la si poteva dare a bere con un semplice ‘sì, grazie!’. Anche perché,  onestamente, quelle occhiaie non lasciavano alcun dubbio al riguardo.

“Dormo meglio quando non sento russare tante persone contemporaneamente.”

Contestazione piuttosto onesta da parte del centrale. Nessuno avrebbe potuto negare che la maggior parte dei membri della squadra tende a rumoreggiare in maniera disturbante durante il sonno. Tanaka, Hinata e Nishinoya talvolta arrivavano persino a descrivere le loro fantasie oniriche agli sfortunati presenti.
Senza contare che quella appena trascorsa era stata la prima notte in cui Yamaguchi non aveva pronunciato quel tanto familiare ‘Tsukkiii!’ all’interno dei suoi sogni.

“Hai ragione. Ma ormai dovremmo essere abituati, giusto?”

“Non ci si dovrebbe abituare mai a nulla, Sugawara-san.”

“Perché dici questo? È successo qualcosa con i ragazzi delle altre squadre con cui ti alleni?”

Maledizione!
L’esplicita conferma del fatto che tutti sapevano di questa sua nuova consuetudine serale. Ed era stato anche un ottimo appunto per fargli tornare alla mente alcuni dettagli che aveva rimosso, ma solo momentaneamente.
Come aveva potuto dimenticarsi che quel pettegolo di Kuroo-san aveva assistito assieme a lui a quel siparietto  melenso tra Tadashi e Yachi-kun? Quante probabilità ci potevano essere che si fosse tenuto la questione per sé? Praticamente nessuna. E quante, invece, che fosse andato a raccontarla a tutti i compagni della Nekoma e alle sue amicizie della Fukurōdani? La totalità.
Già riusciva a figurarsi le risate sguaiate di Bokuto e quei sorrisetti abbozzati di Akaashi. Questi ultimi potevano apparire ancora più pungenti di qualsiasi stupida battuta messa in piedi da chi parlava spesso e volentieri a sproposito.

“Tsukishima-kun, è tutto a posto?”

“Eh?! Oh, scusami Sugawara-san, mi è passata la fame. Ci vediamo dopo.”

“Ma...”

Kōshi non fece in tempo a replicare; Kei aveva già lasciato la hall del dormitorio per dirigersi all’esterno.
Oramai non aveva più alcun dubbio sul fatto che fosse successo qualcosa d’insolito al più ermetico dei suoi kōhai. Restava solo da capire cosa.
 
***
 
Hitoka stava aspettando che il distributore automatico le rendesse il succo di frutta che aveva selezionato. Quando questo arrivò nel vassoio posto di fronte allo sportello, sentì dei passi in avvicinamento. Sperò che si trattasse di Kiyoko, o al massimo di Shōyō. Nello stato emotivo in cui versava avrebbe potuto rivolgere degnamente la parola giusto a loro.

“Yachi-chan! Bu-buongiorno!”

“Aaah!”

La voce di Yamaguchi, non avrebbe potuto confonderla con quella di nessun altro.
Peccato solo che non si fosse ancora ripresa appieno da ciò che era accaduto la sera precedente. La cosa buffa stava proprio nel fatto che il tutto era dipeso da lei, dall’improvviso coraggio mostrato nell’esternazione  dei suoi sentimenti più profondi; gli stessi che si portava dentro dal primo sguardo scambiato con il giovane pinch server.

“Ah, non volevo spaventarti! Scusami!”

“No, no... ehm... non mi hai spaventata! Per niente! Anzi, sono felice di... ehm... di vederti, Yamaguchi-kun.”

Le guance di entrambi diventarono paonazze. Hitoka nascose le mani dietro la schiena, dimenticandosi completamente del succo di frutta rimasto nel distributore; Tadashi si scombinò i capelli con una mano, in segno di palese imbarazzo.
Ma in quegli instanti non gl’interessava quanto si sentisse a disagio: doveva assolutamente fare la proposta alla sua manager. Non trovava affatto giusto che fosse stata lei a compiere il primo passo. Era giunto il momento di mostrarsi ‘uomo’, per quanto questo fosse possibile all’ancor tenera età di sedici anni.

“Yachi-chan, ti andrebbe di... beh, di andare a fare una passeggiata insieme stasera? Dopo cena intendo...”

Gli occhi della ragazza divennero enormi e uno strano brillio s’impossessò di quel castano chiaro che solitamente ne caratterizzava le iridi. Strinse le mani in due pugni con i quali avrebbe voluto trattenere tutte le emozioni che le stavano scoppiando dentro al cuore. Come da copione, la salivazione era arrivata ai minimi storici.
Si limitò ad annuire ripetutamente.

“Yachi-chan, dici sul serio? Non è che...”

Questa volta Hitoka mosse più volte la testa da destra verso sinistra e viceversa, come a voler dissolvere nell’aria ogni dubbio del suo interlocutore, in modo da non arrecargli più alcun disturbo facilmente tramutabile in dubbio.

“Sono molto contento! Io-”

Ancora una volta non fece in tempo ad articolare per intero il suo pensiero. La piccola manager allargò le braccia nella sua direzione e lo stritolò in un abbraccio denso di gratitudine e felicità. Tadashi non poté fare altro che ricambiare quel caloroso gesto d’affetto, sperando di riceverne molti altri in futuro.
Chiaramente aveva messo ben in conto di dover fare anche lui la sua parte.

Qualcuno in lontananza aveva ascoltato l’intera conversazione.
Finalmente Sugawara aveva compreso il reale motivo del nervosismo di Tsukishima.










 

Angolo dell’autrice


Ringrazio anticipatamente tutti coloro che passeranno a leggere questa mia mini-long!

Il #Writober2019 mi ha finalmente convinta ad intraprendere questa nuova – meravigliosa – avventura all’interno di un fandom di cui ho sentito tanto parlare e che finalmente mi sono decisa ad esplorare come si deve. Questo è il primo progettino che vedrà come protagonista il pairing che per primo mi ha colpito, ovvero quello composto da Kei Tsukishima e Tadashi Yamaguchi: la TsukkiYama. :)

Seconda parte: Appuntamento.
Il capitoletto è diviso in due parti di cui la prima è dedicata ai pensieri ‘post-traumatici’ che affollano la mente di Tsukishima. Il nostro eroe finge che vada tutto bene nel momento in cui il più cauto e accorto dei suoi compagni – Sugawara, appunto – glielo domanda. Chiaramente il buon senpai ha intuito fin dal primo sguardo che la situazione non era di certo fra le più rosee per il suo kōhai. Ma cosa sarà successo?
Ed ecco che il nostro ‘alzatore d’esperienza’ si ritrova ad assistere alla felice chiacchierata che avviene proprio tra Yamaguchi e la più giovane manager della Karasuno. Dato che Hitoka si è dichiarata per prima, ora è Tadashi che decide di fare il secondo passo, ovvero chiederle direttamente una sorta di primo appuntamento. E così, mentre Kei potrebbe tornare dai suoi amici ‘pettegoli’ (ci tornerà?), Tadashi avrà via libera per godersi la serata con la bionda manager. Ma come andrà? Lo scopriremo solo leggendo i prossimi capitoli! ;)

Il titolo della mini-long riprende la fatidica domanda che Yamaguchi fa a Tsukishima nel corso della loro famosa discussione dovuta ad un momento di crisi ‘esistenziale’ del più alto fra i due (ottavo episodio della seconda serie).
Il testo è scritto in terza persona e al tempo passato.

Un ringraziamento speciale va agli amministratori del sito Fanwriter.it per aver permesso tutto questo! **

A domani,

Mahlerlucia


 
   
 
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