I. Sunday Bloody Sunday
It was Sunday Bloody Sunday when they shot the people there
The cries of fourteen martyrs filled the Free Derry air.
[John Lennon – Sunday Bloody Sunday]
♣
Quel giorno c’era fango, sulle strade di Derry. Candore sporco di neve informe, terra morta.
Al primo sparo, quel grumo nero aveva avvolto le urla in una stretta torpida, insozzato le ferite, e poi si era insinuato, subdolo, fra le scariche di proiettili. Velava di terrore gli occhi, tingeva di rosso i vestiti – casualità feroce. Quando tutto era finito – quando il nulla era riuscito ad inghiottire la folla – non era rimasto neppure un lembo stracciato di silenzio: le grida pulsavano nell’aria come carne straziata, restavano intrappolate nel cemento cadente delle case, tormentando le notti, spezzando i giorni. Non c’era più null’altro – solo terra squarciata.
Solo fango.
Will le aveva chiesto di andare con lui. Bisognava essere tanti, diceva – bisognava dimostrare che agire senza armi era possibile. Ma lo sguardo di sua madre, quando aveva tentato di strapparle il permesso, era stato eloquente. Sei troppo giovane. Solita solfa, aveva pensato lei, Will aveva solo due anni di più, ma la lite furiosa era stata vana. Stanne fuori, sei troppo giovane. Quando avevano iniziato a sparare, lei era in camera sua, a riprendere fiato. Aveva capito che fossero spari solo quando aveva sentito la gente gridare, e le urla rincorrersi per le strade, fuggendo i colpi. E non era riuscita a muoversi.
Diritti civili. Manifestazione pacifica. Niente armi. Niente esercito inglese. Niente armi. Niente armi.
William Nash, anni diciannove. Colpito al petto mentre tentava di aiutare un altro ferito.
Da trentanove anni sente e risente quei dettagli così scarni – da trentanove anni i suoi piedi la portano ogni giorno nel Bogside, a leggere quattordici nomi su una lastra di pietra, a raccogliere i petali sgualciti dei fiori. Ma talvolta, ha ancora l’impressione di non essersi mai più mossa da quella stanza, da quell’istante in cui la sua mente aveva realizzato che qualcuno stesse sparando.
Il 15 luglio 2010, lei in piazza non ci è andata. Strage ingiustificabile. Profondo dispiacere. Lei era in camera sua.
Perché quel giorno c’era fango, sulle strade di Derry. Solo fango.
Al primo sparo, quel grumo nero aveva avvolto le urla in una stretta torpida, insozzato le ferite, e poi si era insinuato, subdolo, fra le scariche di proiettili. Velava di terrore gli occhi, tingeva di rosso i vestiti – casualità feroce. Quando tutto era finito – quando il nulla era riuscito ad inghiottire la folla – non era rimasto neppure un lembo stracciato di silenzio: le grida pulsavano nell’aria come carne straziata, restavano intrappolate nel cemento cadente delle case, tormentando le notti, spezzando i giorni. Non c’era più null’altro – solo terra squarciata.
Solo fango.
Will le aveva chiesto di andare con lui. Bisognava essere tanti, diceva – bisognava dimostrare che agire senza armi era possibile. Ma lo sguardo di sua madre, quando aveva tentato di strapparle il permesso, era stato eloquente. Sei troppo giovane. Solita solfa, aveva pensato lei, Will aveva solo due anni di più, ma la lite furiosa era stata vana. Stanne fuori, sei troppo giovane. Quando avevano iniziato a sparare, lei era in camera sua, a riprendere fiato. Aveva capito che fossero spari solo quando aveva sentito la gente gridare, e le urla rincorrersi per le strade, fuggendo i colpi. E non era riuscita a muoversi.
Diritti civili. Manifestazione pacifica. Niente armi. Niente esercito inglese. Niente armi. Niente armi.
William Nash, anni diciannove. Colpito al petto mentre tentava di aiutare un altro ferito.
Da trentanove anni sente e risente quei dettagli così scarni – da trentanove anni i suoi piedi la portano ogni giorno nel Bogside, a leggere quattordici nomi su una lastra di pietra, a raccogliere i petali sgualciti dei fiori. Ma talvolta, ha ancora l’impressione di non essersi mai più mossa da quella stanza, da quell’istante in cui la sua mente aveva realizzato che qualcuno stesse sparando.
Il 15 luglio 2010, lei in piazza non ci è andata. Strage ingiustificabile. Profondo dispiacere. Lei era in camera sua.
Perché quel giorno c’era fango, sulle strade di Derry. Solo fango.
A Kate. Linda e William Nash
23 novembre 2010
23 novembre 2010