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Autore: _thantophobia    13/10/2019    3 recensioni
-Non mi ucciderai.- ride. –Voi Eroi avete così tante regole… -
-I bravi Eroi, quelli degni di questo nome, non hanno bisogno di regole. [...] Spero non arrivi mai il giorno in cui si capirà perché io me ne sono imposte così tante.-
[OC | Bakugou Katsuki | un po' tutti] [parental!Bakugou Katsuki (no, non sto scherzando) | IzuOcha, TodoMomo, KamiJirou + altre?] [future!fic | death!fic | possibili spoiler | probabili trigger] [ooc perché non si sa mai]
[il capitolo 14 partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: flashback]
[capitolo 18 - In difesa di Caino][questo capitolo partecipa al Writober2020 con la lista di prompt di Fanwriter.it | prompt/traccia: backstory]
[capitolo 19 - ]
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Questa storia Questo capitolo partecipa al Writober2019 con la lista di prompt di Fanwriter.it

Parole: 5123

Prompt/Traccia: Flashback

Brevi Deliri Pre Partum: PORCA LOCA MA È LUNGHISSIMO. COME È STATO POSSIBILE.

Okay, uhm, ci sono. Questo è uno dei capitoli più lunghi che io abbia mai scritto, ma tutte le spiegazioni e i perché e i per come siamo arrivati alla situazione dei primi capitoli doveva essere spiegata tutta insieme altrimenti si perdeva il pathos Maki sei letto vai a stanca.

Come sempre grazie a tutti voi che continuate a seguirmi! Ci rivediamo nelle recensioni o alla prossima!

 

 

Hopeless wanderers

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Senza speranza, senza testimoni, senza ricompensa alcuna.

[o di un uomo buono che andò in guerra]

 

 

 

 

 

Gennaio

È iniziato tutto con una semplice, banalissima sensazione di essere osservato.

Non è così strano, gli ripetono spesso alcuni colleghi, in fondo è famoso – Izuku risponde sempre che è un Eroe, non un divo di Hollywood, ma sembra non vedano la differenza.

Anche quella domenica sera si sente osservato, sente degli occhi sconosciuti fissi sulla schiena mentre si sforza di non farlo notare a Ochaco che continua a trascinarlo per le strade fino al cinema; non lascia andare la sua mano nemmeno un istante, vuole essere sicuro che chiunque ce l’abbia con lui non cerchi di fare del male a lei.

-Izuku?- Ochaco lo chiama, il tono preoccupato, mentre cerca i suoi occhi. –Va tutto bene? Sei stanco? Scusami, ti ho costretto a uscire subito dopo il turno… -

Ma Izuku le sorride e le bacia la fronte. –Tranquilla, ‘Chaco, non sono stanco. Andiamo, dai, prima che inizi il film.-

Ochaco sorride raggiante e lo trascina verso la sala felice come una bambina, rischiando di farlo inciampare negli scalini.

“Piantala, Midoriya. Stai diventando paranoico.”

 

I giorni liberi, qualsiasi altro Eroe potrebbe confermare, sono sempre troppo pochi e troppo lontani tra loro. Izuku un po’ li odia, perché nonostante tutto l’impegno e tutta la buona volontà di cui dispone non riesce a stare fermo: accompagna sua madre dal medico o a fare la spesa, aiuta i vicini del piano di sotto a sistemare il loro negozio, si arrampica su un albero per recuperare il gatto di un bambino… Nonostante sia esausto, Izuku non riesce proprio a stare fermo. Si chiede come faccia Kacchan a dormire per un giorno intero.

Ma anche in quei giorni, in cui non capita nulla di anormale e Izuku può anche fingere di non essere l’Eroe Deku, quella sensazione di essere osservato non lo abbandona.

 

 

 

Febbraio

Quello che si staglia davanti ai suoi occhi è paragonabile soltanto a uno scenario apocalittico: niente, di quel paese a qualche manciata di chilometri da Yokohama, è riuscito a resistere all’onda d’urto distruttiva creata dal Quirk di quel Villain. Izuku sente forte l’odore acre di gas che si mischia a quello del fumo e crea un mix terrificante, che gli fa rivoltare lo stomaco e salire la bile su per la gola.

E nonostante ci provi con tutto sé stesso, non riesce a distogliere lo sguardo.

Si riscuote quando sente un pianto – flebile, debole, appena udibile – e senza nemmeno pensarci inizia a seguirlo: è un ragazzino, rimasto intrappolato sotto i pezzi di cemento di quello che crede sia un muro che però non lo hanno schiacciato.

-Ehy… - mormora, cercando di attirare la sua attenzione. Un paio di occhi scuri, rossi e gonfi di lacrime, si alzano di scatto verso di lui. –Ehy, ciao. Come ti chiami?-

-Ryu… - singhiozza il ragazzino.

-Ryu.- sorride -Va tutto bene, okay? Ti tiro fuori di lì.-

Con un po’ di fatica, anche per le condizioni del ragazzo intrappolato, Izuku riesce a sollevare i blocchi di cemento e a liberarlo. Ryu si lascia prendere in braccio come un bambino, singhiozzando di avere male alle gambe.

 

-Nell’insieme sta bene, non è grave.- lo rassicura una dottoressa, pulendosi gli occhiali con un angolo della maglia. –Le gambe sono quelle che hanno riportato più danni, sicuramente, ma con il gesso e un po’ di riposo non avrà problemi.-

-Meno male… - Izuku sospira di sollievo. –Cosa ne sarà di lui, una volta che lo dimetterete?-

La donna si scurisce in volto. –Non so nemmeno io come risponderti, Deku. È un ragazzino che viveva nell’orfanotrofio di quella città… Credo lo affideranno ai servizi sociali, magari lo porteranno in un’altra struttura.-

No, non può permetterlo. Non di nuovo.

 

-È ancora chiuso lì dentro?- domanda Todoroki.

-Uraraka ha cercato di farsi aprire, ma non ascolta nessuno.- sbuffa Iida. –Comincio davvero a preoccuparmi.-

Izuku resta rannicchiato sul suo letto, chiuso nella sua stanza, nel pugno stringe ancora quel nastrino verde.

-Levatevi dal cazzo.-

-Bakugou… !-

-Ho detto di levarvi dal cazzo! Mi avete rotto le palle già abbastanza!- sbraita Kacchan, tirando poi un calcio alla porta. –Sturati le orecchie e ascoltami bene, nerd, perché lo dirò una volta sola. Capisco che sia difficile da accettare ma non puoi cambiare quello che è successo, stare lì dentro a piangerti addosso come una checca isterica non la riporterà qui.-

Izuku non ci vede più dalla rabbia: con un balzo scatta in piedi e spalanca la porta, scagliandosi contro Kacchan con tutta la forza del One For All. Kacchan lo evita con una facilità disarmante.

-Come puoi dire una cosa simile, Kacchan!?- urla, caricando un destro verso il viso del biondo. –È morta! Ed è stata colpa mia!-

-E allora reagisci!- bercia in risposta questi. –Sei un Eroe, cazzo, fai quello che ti hanno insegnato a fare!-

 

 

-Ed eccoci qui.- sospira, tenendo la porta di casa aperta per permettere a Ryu di entrare tranquillamente nonostante le stampelle. –Ti ho preparato la tua stanza, vuoi vederla?-

-Quanto resterò con te?- sussurra il ragazzino, quasi spaventato.

-Tutto il tempo che vorrai, Ryu. Non ti manderò via.- Izuku gli sorride. –Dai, poso la tua valigia in camera tua e poi prepariamo la cena. Hai voglia di qualcosa in particolare?-

 

 

 

Aprile - giugno

La sensazione di essere osservato non lo abbandona nemmeno quando parte in missione lontano da casa. Sente quegli occhi sempre addosso, anche se non riesce a individuare di chi siano e cosa voglia questa persona da lui.

Alla fine ce la fa, a capire chi lo sta seguendo da ormai mesi: è un uomo smilzo e altissimo, che appena si accorge di essere stato scoperto inizia a correre più veloce che può – ma Izuku lo raggiunge in un attimo, senza neanche usare il One For All. Non vuole fargli del male, non ne sarebbe capace, desidera solo capire cosa vuole da lui.

-Io… Mi… Mi dispiace… - balbetta l’uomo, visibilmente spaventato. –Io non c’entro niente! Io…  Mi ha mandato qui!-

-Chi?- domanda, confuso.

-Non lo so! Qualcuno!- strilla l’uomo, pallido come un lenzuolo. –Qualcuno mi ha mandato qui!-

Izuku non capisce. –Perché ti ha mandato qui?-

-Per… Per sorvegliarti e… E…-

-Cosa vuole da me?- lo incalza nervoso.

L’uomo si guarda intorno terrorizzato, poi inchioda gli occhi sgranati nei suoi. –Te. Ha detto che vuole te.-

In quell’esatto momento, Izuku capisce che deve pensare a qualcosa. E in fretta.

 

Izuku dondola le gambe lasciate a penzoloni oltre il bordo del tetto, Kacchan gli ha appena messo tra le mani un hamburger, sedendosi accanto a lui.

-Senti, Kacchan… -

-Oh porca troia, conosco quel tono.- brontola Kacchan, sospirando. –Cosa ti turba, nerd? Forza, esponi i tuoi crucci, anche perché se ti dicessi di non rompere il cazzo lo faresti comunque.-

-…là fuori, c’è davvero così tanta malvagità? Insomma, davvero tutti i Villains sono Villains solo perché sono cattivi?-

Kacchan resta in silenzio, soppesando per qualche secondo le sue parole. –A volte, penso che qualcuno lo faccia perché non ha altra scelta.  O non gli è stata data, un’altra scelta. Altre volte penso che non sia cattiveria, ma… non lo so, fame.-

-Fame?- Izuku non capisce.

–Pensaci un attimo, nerd. Cattiveria e fame, per certi versi, si somigliano: ti spingono a compiere azioni che altrimenti non faresti.- Kacchan addenta il suo sandwitch al tonno. –E poi, la fame può essere anche cattiva, se inverti i punti di vista. Guarda questo sandwitch, o il tuo panino. Secondo te ci amano in questo momento?-

Izuku rimane in silenzio per qualche istante, elaborando le informazioni che ha ascoltato, poi scoppia a ridere così forte che si ribalta all’indietro. Anche Kacchan ride, scuotendo con forza la testa.

-Ma che cazzo mi sono fumato, prima?-

-Kacchan, è geniale!- Izuku quasi non respira, mentre agita le gambe e comincia a sentire male alle guance.

-Lo so, nerd. L’ho pensata io, questa stronzata, è ovvio che sia geniale.-

 

 

-Ryu, ti piacerebbe diventare un Eroe?- glielo domanda una sera, mentre stanno guardando Avengers: Age of Ultron. Ryu solleva gli occhi scuri su di lui, confuso e curioso, prima di annuire.

-Sarebbe bello, ma con il mio Quirk sarei un Eroe inutile.-

-E qual è il tuo Quirk?- non gliel’ha mai mostrato, forse se ne vergogna.

Ryu ridacchia, portando le ginocchia verso il petto. –Posso letteralmente passare inosservato.-

Izuku non capisce, così Ryu gli dà una dimostrazione: si alza in piedi e si allontana di qualche passo, gli occhi verdi di Izuku che lo seguono senza perderlo di vista. Poi Izuku sbatte le palpebre e oh, Ryu è scomparso.

-Ryu?- lo chiama, alzandosi a sua volta e iniziando a cercarlo. –Ryu dove ti sei cacciato?-

Izuku si sente tirare l’orlo della maglia: Ryu è esattamente dove l’aveva lasciato. -Non mi sono mosso da qui. Hai semplicemente smesso di prestarmi attenzione.-

-…wow.- è impressionato dalle capacità di questo ragazzino. –Perché dici che saresti un Eroe inutile? Saresti fantastico per fare l’infiltrato, o la spia. Pensa a Invisible Girl: è letteralmente invisibile!-

Ryu sorride, arrossendo un po’. –Ma non è come avere un Quirk come il tuo: non riuscirei mai a sconfiggere un Villain, se questo capisce che basta davvero poco per scovarmi. Basta uno starnuto e bam!, addio copertura e addio Ryu.-

-Ryu, tu non hai idea di quanto ti stai sbagliando. È vero, il tuo Quirk non è il più adatto a uno scontro frontale, ma ti posso assicurare che non è sempre la forza bruta quella che ti fa vincere. Sono tanti fattori che determinano l’esito di una battaglia, e gli sforzi di chi sta “dietro le quinte” - fa le virgolette con le dita. –…come Invisible Girl, sono fondamentali.-

Ryu non è molto convinto, ma annuisce lo stesso. –Perché mi hai fatto questa domanda?-

Oh, giusto. –Beh, è una storia un po’ lunga… -

-Tanto il film l’ho già visto.- Ryu scrolla le spalle. –E ho tempo.-

Izuku ride. –Sai chi era All Might?-

Gli occhi scuri del ragazzino si illuminano come due stelle. –All Might è il più grande Eroe di sempre! Il simbolo di pace! Tu hai ereditato il suo titolo!-

Izuku arrossisce. –Diciamo che ho provato ad essere all’altezza delle aspettative… Comunque, devi sapere che All Might non ha sempre avuto quell’immenso potere. E nemmeno io.-

Ryu piega la testa, confuso, così Izuku gli racconta del One For All e di come All Might lo abbia passato a lui proprio come Shimura Nana lo ha passato a Toshinori. –È come… una staffetta infinita. Il One For All deve continuare a passare di mano in mano, senza mai fermarsi, portando con sé il simbolo di pace.-

-Perché mi stai dicendo questo?-

-Perché mi piacerebbe fossi tu a ereditare il One For All, un giorno. Saresti il decimo possessore.-

Ryu ha il occhi sgranati e lucidi, quando parla balbetta. –Perché proprio io?-

Izuku gli sorride. –Perché penso saresti un ottimo simbolo di pace, Ryu. E perché penso che chi ha provato cosa vuol dire sentirsi impotenti davanti a qualcuno in difficoltà sia abbastanza forte da ricevere il One For All.-

-E tu lo hai provato?-

Il sorriso di Izuku vacilla, trasformandosi in una piega triste e mesta. –Così tante volte che ho perso il conto.-

 

 

 

Izuku incontra Kacchan durante un pattugliamento, dopo che quest’ultimo è stato lontano dal Giappone per quasi sei mesi per occuparsi di un gruppo di Villains in Cina. Non ci ha nemmeno riflettuto troppo: Kacchan è l’unico a cui può affidare Ryu in caso gli succedesse qualcosa – non solo perché è l’unico a conoscenza di ogni dettaglio, ma perché Izuku è certo che saprebbe davvero come gestire la situazione in caso prendessero di mira Ryu.

Eppure, non riesce a parlargli.

“Domani glielo chiedo.”

Tutti i giorni la stessa storia. Domani, domani, sempre domani. Più Izuku continua a rimandare, più sente di essere braccato, con l’acqua alla gola.

“Domani glielo chiedo.”

 

Una sera, quando Ryu si è finalmente addormentato, Izuku strappa un foglio da uno dei suoi quaderni, afferra una penna dal portapenne sulla scrivania e inizia a scrivere:

Kacchan,

se stai leggendo questa lettera, vuol dire che qualcosa è andato storto e io non sono più con voi…

 

 

 

 

15 luglio

-Sorpresa!-

Izuku non vede l’ora di andare a casa, ma si sforza di sorridere quando Ochaco lo abbraccia e gli schiocca un bacio sulla guancia. Ryu è in un angolo da solo: gli sorride e il ragazzo lo saluta con un gesto della mano quando si avvicina.

-Tanti auguri, Deku.- lo saluta, abbracciandolo. –Ti sei dimenticato di dirmelo, però. Ti avrei preso un regalo.-

Izuku ride, scompigliandogli i capelli. –Non è necessario, Ryu. È già bello saperti qui.-

Ryu lo abbaglia con un sorriso, abbracciandolo ancora più stretto.

Poi Deku scorge Kacchan nella folla.

Okay, può farcela. –Ora o mai più… -

-Deku?- Ryu lo guarda con un sopracciglio inarcato, confuso, mentre si allontana da lui a grandi passi.

E Kacchan

Kacchan è allibito, sorpreso e soprattutto furioso, in questo momento. Appena ha pronunciato quelle poche sillabe – “Se dovesse succedermi qualcosa, vorrei che fossi tu a occuparti di lui.”Kacchan ha cominciato ad agitarsi e ribattere che lui non ne vuole sapere, che non è una tata e che Izuku non può lasciare a lui i suoi problemi personali.

Ora sembra più stanco che arrabbiato, mentre Ryu continua a restare nascosto dietro la sua schiena per la paura. -…perché proprio io?-

-Perché mi fido di te, Kacchan.- e quale altro motivo dovrebbe avere? Si fida ciecamente di lui, non ha pensato a nessun altro a cui affidare Ryu e il futuro del One For All. –E perché so che saprai cosa fare, se dovesse succedere.-

Ma Kacchan non cede: rimane rigido, minaccioso, mentre continua a ripetergli che non ne vuole sapere e che non gli succederà niente – poi forse scorge qualcosa, negli occhi di Izuku, che lo zittisce.

E scappa, lasciandoli senza parole.

-…direi che è un no.- sussurra il ragazzino, sempre nascosto dietro di lui. Izuku si limita a sbuffare e a scuotere la testa: non si arrenderà tanto facilmente.

 

 

 

10 ottobre

-Un bambino!- esclama Izuku, illuminandosi come un sole. Yaoyorozu annuisce e gli sorride, raggiante, portando istintivamente le mani a intrecciarsi sul ventre: il gonfiore non è nemmeno lontanamente visibile, eppure quella piccola vita è già lì. –È fantastico!-

-Sono appena entrata nella quinta settimana.- Momo non smette di sorridere. –E tu sei il primo a saperlo, dopo i nostri genitori.-

Izuku trattiene il respiro, incredulo, mentre poco lontano Todoroki li osserva in silenzio. –Davvero?-

–Tanto prima o poi tutti lo avrebbero saputo, ma almeno a voi volevamo dirlo di persona.- Shouto annuisce. –Diciamo che la tua presenza qui ti ha dato un vantaggio sugli altri.-

Izuku ride, quasi commosso, facendo correre lo sguardo da Todoroki a Momo. -Wow, è… È meraviglioso, ragazzi. Sono davvero felice per voi.-

Momo ridacchia e abbassa gli occhi verso il proprio ventre, prima di sentenziare che sarebbe andata a preparare il tè per tutti. Appena Yaoyorozu lascia la stanza Izuku si ricorda perché si trovi lì e il suo sorriso muore insieme a tutto l’entusiasmo di quella lieta notizia.

-Midoriya, che succede?- mormora Todoroki, socchiudendo la porta. Si fida di sua moglie, non origlierebbe mai, ma Izuku sembra preoccupato che possa succedere proprio questo. –C’è qualcosa che non va?-

Izuku si morde l’interno delle guance, poi sospira. –Todoroki, posso chiederti un favore? Devi promettermi però che non ne farai parola con nessuno.-

Shouto annuisce, aspettando che Izuku inizi a parlare.

-Se dovesse succedermi qualcosa, ti prego di assicurarti di un paio di cose per me.- mormora, scuro in volto. –Ho scritto delle lettere, le ha mia madre insieme ad altri documenti. Sono cinque, ma devi assicurarti che Kacchan legga la sua.-

Todoroki impallidisce. -…Midoriya, mi stai spaventando.-

-Non devi, davvero.- Izuku scuote la testa. –Non posso spiegarti nel dettaglio che cosa sta succedendo, ma ti prego, Todoroki, ho bisogno di sapere che farai quello che ti chiedo.-

-Se hai bisogno di aiuto, basta che tu lo dica e… -

-No, no, non capisci. È…- agita le mani, cercando di spiegarsi. –È qualcosa di troppo pericoloso, meno persone ne sono a conoscenza e meglio sarà per tutti.-

-Perché è così importante che Bakugou legga quella lettera?- domanda, scettico.

-Perché Kacchan sa e capirà quello che sta succedendo. Lui saprà cosa fare, ma avrà bisogno di aiuto.-

Todoroki sbuffa. –Non sarà facile convincerlo a farsi aiutare… -

-Infatti non dovrai convincerlo.- lo interrompe, sorridendo. –Okay, facciamo un passo indietro, forse renderà tutto più chiaro.-

Shouto si appoggia allo schienale della sedia, sempre pallido e teso per la preoccupazione. –Ti ascolto.-

Izuku prende un profondo respiro e: -Mi stanno seguendo.-

-…cosa?- sussurra l’altro Eroe. –Da quando?-

-Da gennaio.-

-E lo dici solo adesso?-

Izuku porta le mani avanti, per cercare di placare la comprensibile rabbia di Todoroki. –Credevo di poter risolvere questa situazione da solo… Comunque, fatto rimane che chi mi sta seguendo è un Villain che vuole qualcosa da me e se non riuscirà ad averlo da me andrà a cercare qualcuno che ancora non sa difendersi.-

Il volto di Todoroki si illumina della consapevolezza di aver intuito qualcosa. –Il ragazzino che era con te alla tua festa di compleanno.-

–Si chiama Ryu e sarà in un pericolo pressoché mortale se dovesse succedermi qualcosa.- Izuku annuisce. –Ma di lui non dovrai preoccuparti, ci penserà Kacchan.-

Shouto sgrana gli occhi. –Hai intensione di affidare un bambino a Bakugou?!-

-Ssssh!-

La voce di Yaoyorozu li fa sobbalzare entrambi. -Shouto? Va tutto bene?-

-Tutto a posto, Momo. Non preoccuparti.- prima di sillabare un “Ma sei serio?” rivolto a Izuku.

Izuku che emette un versetto tra il nervoso e l’esasperato. –Todoroki, non è questo il punto.-

-A me sembra abbastanza importante, invece.- e Izuku lo capisce, davvero, perché solo un pazzo affiderebbe un ragazzino a Kacchan, ma ha i suoi motivi per farlo.

-Mi fido di lui, Todoroki.- sussurra. –Come ho già detto, saprà cosa fare. Non dovrai preoccuparti, ma se vorrai essere più tranquillo non credo che Kacchan avrà problemi a dimostrarti che non hai motivo di essere in ansia per Ryu.-

-Midoriya… -

-Per una volta.- lo interrompe. –Per una sola volta, prova a fidarti di Kacchan come io mi fido di lui.-

Todoroki non sembra per niente convinto, ma annuisce comunque. –Va bene. Ci proverò.-

Izuku sorride. –Grazie.-

-Cosa devo fare?- gli domanda ancora e Izuku gli spiega quello che vorrebbe che facesse: non può fidarsi di nessun altro che, al tempo stesso, è abbastanza vicino a Kacchan da tenerlo d’occhio e ha anche contatti con i servizi segreti – i pregi di essere il figlio di Endeavor, crede.

Momo rientra nella stanza con tre tazze da tè su un vassoio insieme a dei biscotti e il discorso viene bruscamente interrotto, riportando di nuovo la chiacchera su argomenti più frivoli.

Izuku si sente in colpa, per aver trascinato anche Todoroki in questo disastro, ma non ha avuto scelta.

 

 

 

14 ottobre – 15 ottobre

–E va bene. Mi occuperò del moccioso, contento?- sbotta Kacchan, quando finalmente riesce a convincerlo.

Izuku crede di essersi tolto un peso immenso dal petto. –Grazie, Kacchan. Significa molto per me.-

-Ma tu vedi di non crepare, sono stato chiaro?- Kacchan lo minaccia puntandogli contro un dito, Izuku lo supera e non smette di sorridere.

–Questo non posso promettertelo, però.-

“Mi dispiace tanto, Kacchan. Spero tu possa perdonarmi prima o poi… ”

 

 

-Quindi ha detto di sì.- sussurra Ryu, la mattina dopo, quando Izuku gli annuncia di essere riuscito a convincere Kacchan.

-Possiamo dire che ha accettato per non sentirmi più parlare di questa cosa… -

Ryu si intristisce, piegando la testa verso il petto. Izuku gli posa una mano trai capelli e glieli scompiglia.

-Ehy, non deve per forza succedere domani, Ryu.- gli sorride. –Magari non è necessario e mi sto allarmando per niente, ma voglio essere sicuro che se dovesse succedermi qualcosa tu non sia da solo. E ci sia qualcuno con te che sappia proteggerti.-

 

 

 

25 ottobre – 2 novembre

Yokohama, Izuku lo sa, è costellata di tanti brutti ricordi per Ryu. Eppure gli ha promesso che lo avrebbe aiutato a scoprire che cosa successe ai suoi genitori durante quell’incidente tanti anni prima, il giorno in cui restò orfano. Glielo deve, è giusto che sappia, magari i suoi genitori sono vivi e lo credono morto…

Izuku ci sperava davvero, in una risposta simile. Ryu forse si era già rassegnato, perché non batte ciglio quando dagli archivi dell’anagrafe risalgono ai certificati di morte di suo padre e di sua madre: si limita a sospirare e posare i palmi sul tavolo, dichiarando che vorrebbe andare via da lì.

Izuku acconsente immediatamente.

 

Incontra la dottoressa di qualche mese prima proprio davanti alla porta del suo studio, accanto a lei Recovery Girl solleva lentamente una mano in un cenno di saluto. La donna lo saluta con un caldo sorriso, invitandolo ad entrare e chiudendo la porta alle proprie spalle.

–Allora, Deku, come posso aiutarti?- gli chiede, sedendosi. Recovery si siede lentamente accanto a lui, in attesa.

-Ho una domanda… piuttosto specifica, direi.- esordisce. Le due donne lo invitano a proseguire. –Un particolare gene del DNA di una persona si può trasferire anche attraverso il sangue?-

La dottoressa e l’infermiera sgranano gli occhi, sorprese, prima che il medico provi a rispondergli. –Beh, è certamente una domanda insolita… Attraverso una trasfusione di sangue si possono trasmettere delle malattie, come l’HIV o l’epatite… -

-E alcuni organismi geneticamente modificati possono infettare gli animali che si nutrono di essi.- aggiunge Recovery, occhieggiando verso di lui. -Dipende da che cosa vorresti trasferire attraverso la trasfusione.-

Izuku si agita sulla sedia, a disagio. –Posso contare che, qualsiasi cosa dirò d’ora in poi, non uscirà da questa stanza?-

-Quasi vent’anni fa, quando sono diventata medico, ho fatto un giuramento. - la donna gli sorride. –Non ho intenzione di venire meno a nessuno dei suoi punti.-

Forse l’ex Eroina ha capito dove vuole arrivare, perché si limita a sussurrare: -Ormai sono anni che non ho detto una sola parola a riguardo. Stai pur certo che mi porterò il segreto nella tomba.-

-C’è la possibilità, in caso di trasfusione, di trasferire a un’altra persona il proprio Quirk?- domanda allora, lasciando la dottoressa a bocca aperta. La donna resta in silenzio per quelle che paiono ore, riflettendo, prima di provare a rispondere.

-I Quirk si trasmettono dai genitori ai figli, come tutti i geni del DNA, non si è mai sentito parlare di un Quirk che può trasferirsi ad altre persone… -

-Le posso garantire che esiste.- asserisce Recovery.

La donna annuisce, pensierosa. –Allora potremmo provare a vederlo come una malattia, come se stessimo trasmettendo l’epatite da un soggetto malato a uno sano… Quindi direi di sì, con una trasfusione si potrebbe trasmettere. Come mai questa domanda, se posso saperlo?-

-Lei mi deve garantire che se mi succederà qualcosa farà in modo che il mio sangue sia trasfuso soltanto a Ryu.-

Recovery stringe nel pugno il suo bastone, irrigidendosi e fissandolo truce. –Non mi dirai che… -

-Non lo so, Recovery.- la interrompe. –Forse è solo la mia paranoia, ma voglio essere sicuro che… Che il One For All vada avanti e sia in mani sicure.-

La dottoressa resta in silenzio, osservando quello scambio di battute senza battere ciglio, prima di sollevarsi in piedi.

-Allora vieni con me. Andiamo a fare la trasfusione.-

Izuku rimane in silenzio per tutta la durata della trasfusione, osservando la sacca di plastica ondeggiare nella vaschetta e riempirsi lentamente. Il futuro del One For All, se dovesse accedergli qualcosa, dipenderà da Ryu.

 

 

Izuku ha sempre creduto – e la cosa era diventata più palese e ovvia dopo essere diventato un Eroe professionista – di essere una persona abbastanza attenta, con la testa sulle spalle e previdente.

Allora perché, perché si è fatto fregare come un novellino? Perché ha abbassato la guardia?

-DEKU!-

…perché Ryu sta gridando? Ryu non alza mai la voce, come se avesse paura di risultare fastidioso o come se fosse sempre pronto a usare il suo Quirk… Ora invece sta urlando con tutto il fiato che ha nei polmoni per attirare la sua attenzione e Izuku non capisce perché.

Lo capisce troppo tardi, quando un proiettile gli trapassa il fianco e il dolore quasi lo acceca, mentre di accascia a terra – e il primo istinto è quello di proteggere Ryu, allontanarlo da lì e assicurarsi che sia al sicuro.

-Deku!- grida ancora il ragazzino, spaventato, mentre quei tre uomini incappucciati continuano a sparare nella loro direzione e la gente intorno a loro scappa terrorizzata. Qualcuno ha chiamato la polizia, perché sente delle sirene in lontananza, spera facciano in tempo…

-Non restare, Ryu, allontanati da qui.- gli ordina, spingendolo lontano dalla traiettoria dei proiettili. In borghese e senza nemmeno i guanti rinforzati si sente indifeso, come se non potesse fare nulla. Ma il ragazzino non vuole saperne di lasciarlo andare e si appende al suo braccio con entrambe le mani, urlando che non lo lascerà da solo. –Ryu, per favore!-

-Non ti lascio qui! Ho già perso i miei genitori, non voglio restare di nuovo da solo!-

-Ryu, per l’amor di… !- una pallottola lo sfiora, questa volta alla spalla, e Izuku inizia a correre. Ryu ha la priorità, lui può sopportare un po’ di dolore.

Un altro sparo e Ryu cade, ferito, Izuku riesce a sollevarlo da terra e a saltare più in alto che può – la ferita alla coscia del ragazzino sanguina copiosamente e si appende al suo collo spaventato a morte, continuando a ripetere che non lo lascerà andare e resterà con lui, perché non vuole essere di nuovo lasciato da solo. I Villain sparano ancora e questa volta il proiettile lo colpisce alla schiena: Izuku cade ed entrambi rotolano per terra, cerca di fare da scudo a Ryu che per il male sta iniziando a perdere i sensi mentre impatta con violenza sull’asfalto e sente la spalla sinistra scrocchiare in modo inquietante. Crede sia rotta, o almeno lussata.

-Coglione! Che cazzo fai?!- sbraita uno dei Villains, strattonando l’uomo armato di pistola.

-Ha detto che dobbiamo catturarlo!- tenta di difendersi questi, puntando di nuovo la pistola verso di loro.

-La Collezionista lo vuole vivo, imbecille!- bercia il terzo uomo, strappando l’arma dalle mani del Villain.

E Izuku ne approfitta: si alza, barcollando, prende in braccio Ryu e con le poche energie che gli restano cerca di saltare di nuovo, di allontanarsi da lì. Stanno anche arrivando la polizia e un’ambulanza, sente le loro sirene farsi più vicine

Sta per darsi lo slancio e saltare, Ryu ormai incosciente tra le braccia, quando sente ancora una volta degli spari – e succede tutto in un battito di ciglia: lancia Ryu verso il poliziotto che corre verso di lui un istante prima che il proiettile lo colpisca in pieno petto. Si accascia a terra senza nemmeno un lamento e il mondo si ferma, attonito, poi dopo una frazione di secondo ricomincia a muoversi.

-Deku!- esclama qualcuno, correndo al suo fianco. –Deku, per favore, resisti!-

-…niente stelle.- sussurra, esausto, gli occhi offuscati puntati verso il cielo. –Speravo ci fossero le stelle… -

-De… ku… - sente Ryu sussurrare il suo nome, come un’eco lontana, poi chiude gli occhi e si lascia andare.

 

 

Ryu si risveglia e la prima cosa che vede è un soffitto bianco.

Ryu si risveglia e la prima cosa che sente è un beep insistente alla sua sinistra.

Ryu si risveglia e la prima cosa che percepisce è un tremendo fastidio al braccio destro. Poi la testa pesante, appena prova ad alzarsi.

-No, no, stai giù.- sussurra un’infermiera, dolcemente. Ryu non capisce cosa stia succedendo. –Riposati, tesoro. È stata una notte difficile per te.-

-Dov’è?- mormora con un filo di voce. –Dov’è Deku?-

Il viso della donna si incupisce, mentre gli accarezza dolcemente i capelli. –Mi dispiace tanto, tesoro… -

Appena viene lasciato da solo, Ryu nasconde la testa sotto il cuscino e piange, le grida attutite e soffocate dalla stoffa.

È di nuovo rimasto da solo.

 

 

 

18 novembre

Per la sua sicurezza, la polizia di Yokohama ha messo due uomini davanti alla porta della sua stanza – “Così avrai qualcuno che ti difenderà, se dovessero provare ad avvicinarsi.”, aveva sentenziato il commissario. Ryu si era limitato ad annuire lentamente, con piccoli movimenti automatici del capo.

Sono passati sedici giorni e nessuno è ancora venuto da lui. Ryu comincia a credere che si siano dimenticati che esista, che abbiano deciso di lasciarlo da solo.

Si sono dimenticati di lui, pensa, rannicchiandosi su sé stesso e nascondendo il viso contro le ginocchia. Nessuno verrà a cercarlo…

Sono le urla provenienti dal corridoio a distrarlo dai suoi pensieri e a riportarlo alla realtà: sono grida spaventate e passi veloci verso la sua stanza, Ryu sbianca perché sa che presto arriveranno da lui – ma lui non sa difendersi, che cosa deve fare? Non può scappare…

-Eccoti qui… - gracchia una voce alle proprie spalle. Quando si volta capisce di essere in trappola: le infermiere si sono scordate la finestra socchiusa e quel Villain si è arrampicato fino ad entrare. Ora lo sta guardando con un ghigno spaventoso stampato sul viso deformato, mentre si avvicina a lui.

Arretra, rannicchiandosi sul materasso e cercando di liberarsi della flebo ancora nel suo braccio: riesce a strappare via l’ago e a lanciare le coperte lontano, ma il Villain gli piomba addosso e cerca di caricarselo sulla spalla per portarlo via.

-Lasciami andare!- strilla allora, scalciando come un cavallo imbizzarrito senza però riuscire ad allontanarlo.

Accade tutto troppo in fretta e la sensazione gli ricorda qualcosa, un fuoco che gli scorre nelle vene e fa scattare nella sua testa uno strano meccanismo di autodifesa: stringe la mano sinistra in un pugno e colpisce, così forte da spaccarsi le dita, spedendo il Villain contro la parete di fronte al letto. E forse per il dolore o per il rumore simile a quello di un’esplosione causato dal pugno, tutto sembra tacere: la porta della sua stanza si spalanca e una donna arresta la sua corsa a qualche passo dalla soglia. Impiega qualche secondo a riconoscere in lei Ochaco, la fidanzata di Deku, forse per il dolore che gli annebbia la mente o per le lacrime che gli rigano copiose il viso.

Dietro di lei si staglia Bakugou Katsuki, Kacchan, la persona di cui Deku si fidava di più, e Ryu capisce di non essere stato abbandonato quando i suoi occhi rossi si focalizzano solo su di lui.

Se possibile, scoppia a piangere ancora più forte, stringendo il polso dolorante nella mano destra. -Io… Io non volevo… Non volevo fargli del male… -

Ochaco continua a osservare il corpo del Villain, accartocciato contro la parete, pallida come uno spettro. -…oh.-

Katsuki invece ha gli occhi fissi su di lui e solo lui, una mano premuta sul fianco destro resa rossa dal sangue che esce copioso da una ferita e ansimante per lo sforzo. -Già, oh.-

 

  
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