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Autore: Sinden    14/10/2019    0 recensioni
FF basata su film Il Signore degli Anelli - Le due Torri, genere fantasy/avventuroso
Storia di un esercito mercenario di Uomini dell'Est, comandati da una donna senza passato e senza scrupoli. Il suo arrivo nel regno di Rohan, oppresso da Saruman, porterà molte cose alla luce...non solo sul suo passato.
Estratto:
"Taci." le disse Éomer. "O i tuoi soldati non ti vedranno mai più."
"Spiacente, figlio di Éomund. Non mi impressioni. Non hai credibilità se lasci quel plebeo untuoso guidare il vostro reame. Ora sei tu il principe, non è cosí? Bene, guarda i tuoi sudditi." gli disse Goneril, indicando con un dito inanellato le abitazioni tutt'intorno. "È tua precisa responsabilità proteggerli. Per prima cosa, dovresti andare là dentro e mandare all'altro mondo quel Grima, o farlo imprigionare. Poi, dovresti galoppare con i tuoi Rohirrim verso Isengard, e spedire anche quel vecchio incartapecorito di Saruman dritto da Eru, e che se la veda lui. Allora tuo zio sarà libero, e anche tutti voi. Ma non farai né una, né l'altra cosa." Goneril fece una smorfia di disprezzo. "Invece, prendertela con una donna é più facile. Meno pericoloso."
⚜️⚜️⚜️
Capitolo conclusivo della saga Roswehn/Thranduil
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Eomer, Eowyn, Gandalf, Legolas
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Aragorn e Arwen le avevano spiegato molto chiaramente come raggiungere la valle di Imladris.

Suo marito Faramir aveva tentato, senza successo, di dissuaderla dal partire, preoccupato dei pericoli che avrebbe potuto incontrare sulla via. Temeva soprattutto che lei potesse perdersi: le strade e i sentieri che avrebbe dovuto attraversare erano pieni di crocevia, bivi e solo Eru poteva sapere se nel frattempo qualche acquazzone o smottamento non avesse deviato i percorsi.

Ma Éowyn non aveva sentito ragioni e non aveva paura.  Sua cugina era viva, era a Gran Burrone, e voleva andare da lei.

La regina Arwen gliel'aveva detto.

Dopo l'incoronazione di Aragorn, dopo il matrimonio con la figlia di lord Elrond, dopo il suo matrimonio con il capitano Faramir di Gondor e dopo l'elezione di suo fratello Éomer a nuovo Re di Rohan, Éowyn aveva deciso di andare a cercare la sua perduta cugina, con la quale aveva stretto un legame che non riusciva a dimenticare. E con la quale aveva tanto in comune, perfino l'impresa di aver affrontato e sconfitto un Nazgûl.

Dieci lunghi giorni a cavallo c'erano voluti, prima di scorgere in lontananza le altissime cascate di Gran Burrone.

Goneril e uno dei suoi soldati vivevano lì da soli, dopo la decisione di Arwen e di Elrond di abbandonare il loro regno. Lei, per vivere una vita mortale accanto a re Elessar, lui per imbarcarsi verso Valinor, con Galadriel, Celeborn, Gandalf e quel Frodo Baggins. Avevano avuto la benedizione di lord Elrond, e il permesso di fondare una nuova comunità umana in quel territorio una volta occupato solo dagli Elfi.

Arwen le aveva raccontato che sua cugina era intenzionata a iniziare una nuova vita, fatta di pace e serenità, e dimenticarsi quello che era stata nei dieci anni precedenti.

Éowyn si chiese se una cosa del genere fosse davvero possibile. Dimenticarsi tutte quelle battaglie, quei morti, quelle efferatezze di cui era stata responsabile? Mettere a tacere le voci dei fantasmi, delle sue vittime, che la tormentavano nei suoi incubi?

La nuova dama di Gondor non ci credeva molto. Ma lo sperava. Era stata lei la prima ad esortare Goneril e scoprire il lato migliore di sé. Il lato che aveva ereditato da suo zio Théoden.

Il cadavere del Re di Rohan era stato seppellito vicino a quello del figlio Théodred, ed Éowyn aveva messo fra le sue mani il bracciale che Goneril le aveva regalato, quello con incisa la frase volere è potere, di modo che almeno nella sepoltura suo zio si fosse portato con sé qualcosa appartenuto a sua figlia. Quella figlia che lui stesso aveva ripudiato alla nascita per poi pentirsene amaramente.

Si chiese, mentre smontava da cavallo per attraversare il ponticello che conduceva all'entrata di Rivendell, se Goneril fosse stata informata della morte di suo padre. In caso contrario, sarebbe toccato a lei rivelare la triste verità.

Una volta giunta all'ingresso del regno, Éowyn notó subito che la maggior parte delle abitazioni sembravano abbandonate. Erano vuote, spente, ricoperte da edera e altre piante rampicanti che in quel mese di Giugno erano fiorite.

Una sola residenza era tenuta con decoro: quella che svettava sopra tutte le altre, e che doveva essere appartenuta a Elrond.

Il suo cavallo, stanco e assetato, nitrì spazientito. "Buono...sta' buono...ora ti trovo qualcosa da mangiare..." gli sussurró Éowyn, guardandosi intorno.

Lo condusse a una delle fontane del reame, per farlo bere. Lei raccolse un po' d'acqua nel palmo della mano e se la portó alla bocca.

"Cosa mi tocca vedere...una signora costretta a bere come un animale." esclamó una voce maschile. Non era distante. Éowyn si giró subito.

Dietro di lei, c'era un giovane, biondo, con due grandi occhi chiari. Sorrise amichevolmente. "Permettetemi di offrirvi un calice, com'é costume fra persone civili." continuó l'uomo. "Siete benvenuta qui, viandante senza nome."

"Salute a te." rispose Éowyn.

"Una giovane donna sola che si addentra in questo territorio é una visiona davvero inaspettata." disse l'uomo, poi le porse un braccio per accompagnarla cavallerescamente all'interno della casa. Éowyn si lasciò condurre, cone se conoscesse perfettamente quel ragazzo.

Lui notò le decorazioni sull'abito di Éowyn. "Quei simboli mi sono familiari, venite da Gondor." disse l'uomo.

"Sì. É stato un lungo viaggio." ammise Éowyn. "Ho bisogno di riposarmi, in effetti. E berrei volentieri un po' d'acqua. Ti ringrazio per la gentilezza."

Il ragazzo vide qualcosa al mignolo della donna bionda. "...conosco anche quell'anello, é segno distintivo della casata di Denethor. Siete parente del vecchio Sovrintendente?"

"Non esattamente. Ecco...il capitano Faramir, figlio di Denethor, é mio marito." riveló lei, mentre salivano le scale della grande abitazione.

"Davvero? Oh, i miei rispetti, mia signora." disse l'uomo, chinando il capo. "Faramir...sì mi ricordo di lui. Quando lo vidi l'ultima volta era un ragazzo di vent'anni. Taciturno, riflessivo, sempre immerso nei suoi studi. Tutto il contrario di suo fratello Boromir. Non sembrava interessato alle armi, né a diventare soldato. E ora...é addirittura capitano." sorrise il ragazzo. "Cosa ci fa qui, sua moglie?"

"Una breve visita. Vieni anche tu da Gondor, lo so. So tutto di te. Ti chiami Benjamin Hammon." disse Éowyn. "Soldato della Prima Legione dell'Est."

Hammon la guardó stupito: "Mi conoscete?"

"Sì. E sono qui per parlare col tuo Generale. So che é viva." continuó Éowyn. "So che condivide questo regno con te."

Benjamin rimase in silenzio per qualche attimo. Éowyn notó che si era irrigidito, preso da un'improvvisa preoccupazione: "Cosa volete da lei?" chiese.

"Parlarle. Vederla di nuovo." rispose Éowyn. "É mia cugina."

Hammon indietreggió. "Siete...siete la principessa Éowyn di Rohan, nipote di Re Théoden?!"'chiese incredulo. Ecco perché quel viso non gli era del tutto sconosciuto. L'aveva vista di sfuggita ad Edoras.

"Come ti ho detto, sono moglie del capitano Faramir. Perció, semmai, sono Éowyn di Gondor. E sono qui per parlare con mia cugina." rispose lei.

Hammon le porse un bicchiere pieno d'acqua cristallina. Éowyn notó che l'interno della residenza era pulito, tenuto con amore. Un po' spoglio, forse. Una grande scala a chiocciola portava a un piano superiore.

"Vivi qui, con Goneril?" chiese.

"Sì. Sì, infatti." ammise Hammon, imbarazzato.

"Ne sei innamorato, ho saputo." aggiunse la ragazza.

"Lei è la mia vita. Ora più che mai." rispose lui. "Io spero...che voi non vogliate riportarla a Rohan, mia signora."

"No. Non temere. Mio fratello é il nuovo sovrano. So che Goneril non intende reclamare la corona." ribatté Éowyn.

"...né lo farà mai. La sua esistenza é qui. La nostra esistenza é qui." continuó Hammon. "Ed é felice, credetemi."

"Non ne dubito. Mi basta guardarti negli occhi per capire che mia cugina é molto importante per te. Sono felice che abbia qualcuno vicino." rispose Éowyn. "Ho temuto per la sua vita."

"...mia signora, ecco...c'é una cosa che dovete sapere, prima di incontrarla. Lei crede che voi siate morta." disse Benjamin. "Ha saputo che siete andata in battaglia sui campi del Pelennor. Erano giunte notizie su di voi, qualcuno vi ha vista riversa priva di sensi e si é diffusa la voce della vostra fine per mano di un Nazgûl."

Éowyn scosse la testa. "Stavo per andarmene, é vero. É stato Aragorn a riportarmi in vita. Cioé...Re Elessar."

"Goneril ha pianto la vostra presunta fine. Io non l'ho mai vista piangere per nessuno." le disse il ragazzo.

Éowyn provó una forte tenerezza. Si girò verso di lui. "Davvero? Dimmi dove posso trovarla, ti prego."

"É seduta ad ammirare il panorama, sulla grande veranda orientale. Sta sempre lí a quest'ora del giorno. Le piace godersi il sole. Laggiù." Hammon si affacciò a una finestra e indicò un punto.

"Vado subito!" disse Éowyn. Poggiò il bicchiere su un mobile e fece per uscire dalla casa.

"Aspettate!" la fermò Hammon.

Éowyn lo guardò. "Cosa c'é?"

Benjamin rispose: "Sarebbe bene che Goneril non provasse emozioni troppo forti." si schiarí la voce, e arrossí un poco. "Incontrare una persona cara ritenuta morta temo sarebbe un'emozione fin troppo forte. Non deve agitarsi."

"E perché?" chiese Éowyn.

Hammon deglutí. "Lo vedrete."

La giovane non capí. "Pensavo di farle una sorpresa..."

"Sí, certo, certo...ma con cautela. Vi prego." le disse Hammon. Éowyn vide nei suoi occhi una sorta di disagio, che tradiva peró una gioia prorompente.

"....in quella direzione?" chiese ancora, confusa.

"Sí. Dritta su quel sentiero." le rispose Hammon, con un sorriso.

⚜️⚜️⚜️

Riconobbe subito la lunga chioma nera che lei stessa aveva pettinato una sera, in camera sua.

Goneril sedeva su una panca in pietra, intenta ad ammirare lo spettacolare panorama della valle di Imladris. Il sole splendeva alto, ma un piacevole venticello rinfrescava l'aria.

Éowyn sentí il desiderio fortissimo di correrle incontro e urlare a perdifiato il suo nome, ma l'ammonimento di Benjamin la fece procedere con cautela. Raggiunse il più silenziosamente possibile la panca, stando attenta che Goneril, girata di schiena, non sentisse i suoi passi. Ma l'aveva sottovalutata.

"Un tempo, se qualcuno fosse sgattaiolato dietro di me gli avrei fatto saltare quella sua testa presuntuosa con un colpo della mia spada. Ma sei fortunato, chiunque tu sia. La guerriera spietata non c'é più." disse Goneril, senza nemmeno girarsi. "So che non sei Benjamin. Allora rivelati, e dimmi come sei riuscito a raggiungere questo territorio, con tutti i burroni che lo circondano. Devi essere un viaggiatore molto astuto o molto fortunato, per essere giunto fin qui."

"Volere é potere, cugina. Fosti tu ad insegnarmelo." disse semplicemente Éowyn.

Vide Goneril girare la testa di scatto e tentare faticosamente di muoversi. Sembrava impacciata.

"Éowyn!!!" gridò la cugina, assolutamente sbalordita. Si mise in piedi con fatica.

Il ventre rigonfio rivelò il suo stato.

Éowyn fece un passo nella sua direzione, intimidita, incredula di fronte alla gravidanza di Goneril, emozionata per averla ritrovata. Per un attimo non fu in grado di muoversi. Poi, come se una mano invisibile le avesse dato una spinta sulla schiena, si ritrovò fra le braccia della cugina.

"Avevano detto...avevano detto che eri morta!" esclamò Goneril, prendendo fra le mani il viso di Éowyn, come se non riuscisse a capacitarsi della situazione.

"E invece sono qui!" riuscí a rispondere Éowyn, fra i singhiozzi. "...e tu...oh grande Eru...e questo!" disse, accarezzando il ventre delle cugina. "É meraviglioso!"

"Sí. L'ultima cosa che credevo potesse capitarmi. Ma ancora più incredibile é che tu sia viva. Ho sentito di Théoden..." replicò Goneril, ancora frastornata. Éowyn l'aiutò a risedersi. A giudicare dal volume della pancia, doveva essere all'ottavo mese.

"Purtroppo mio zio non ce l'ha fatta. Temevo di doverti dare io la notizia." disse tristemente la ragazza. "É stato un grande dolore per me ed Éomer, e per tutti i nostri sudditi."

Goneril rimase in silenzio. Éowyn si sedette vicino a lei e le prese la mano. "Sono felice, davvero felice di averti ritrovata. Sono venuta qui anche per ricordarti che hai ancora una famiglia. Io sono viva, come vedi, e ora la mia casa è Gondor. Ho sposato il figlio minore di Denethor."

Goneril la guardò. "Sono felice per te. Sei riuscita a dimenticare Aragorn, allora."

"Sí. Ora egli é re Elessar, lui e sua moglie Arwen sono i regnanti di Minas Tirith. É stata la regina a dirmi che eri qui." rivelò Éowyn. "Éomer é il nuovo Re di Rohan."

"Ma certo. Cosí doveva andare." ribatté Goneril.

"...giá, ti manda i suoi saluti. I rapporti fra te e lui non sono stati buoni, ma é consapevole del nostro legame di sangue. Noi tre, siamo una famiglia. E anche se hai deciso di vivere qui, sappi che a Rohan ci sarà sempre un posto per te. Éomer ti accoglierà. Inoltre, sei erede di sangue, e mio fratello sa molto bene che potresti reclamare la corona. Sarebbe tuo diritto, se volessi tornare. Tuo, e di tuo figlio." disse Éowyn, guardando il ventre della cugina.

"...figlia." disse Goneril. "É una bambina."

"Come lo sai?" chiese la ragazza.

"Beh, la mia madre adottiva diceva che quando una donna è gravida, la forma della pancia rivela il sesso: se é larga sui fianchi, é una femmina. Credo proprio sia una bambina." spiegò Goneril.

Il viso di Éowyn s'illuminò. "É una cosa bellissima. Sarai madre."

"Mi sei mancata, Éowyn. Sai una cosa? Di tutte le persone che ho incontrato, tu sei l'unica veramente buona. L'unica, vera signora che io abbia mai conosciuto. Credo sia stato l'incontro con te a farmi cambiare prospettiva sulle cose. A farmi cambiare. Dovrei ringraziarti, immagino." rivelò Goneril.

"Per me é stata la stessa cosa. Hai ispirato le mie azioni, il tuo esempio mi ha dato coraggio. Non sarei mai andata in battaglia, se non avessi avuto anche te come riferimento." replicò la cugina.

Poi le due iniziarono a raccontarsi tutte le loro avventure, a partire dalla notte in cui Goneril era fuggita dal Palazzo di Meduseld.

Èowyn le raccontò dell'incoronazione di Aragorn, e della celebrazione del matrimonio fra Arwen e il Re.

"Sai, c'erano tutti a Minas Tirith quel giorno. I quattro Hobbit, il nano Gimli con parte della sua gente, e quell'Elfo, Legolas. Il principe di Boscoverde si presentò con un gruppo di sudditi del suo reame. Ma Re Thranduil non c'era. In quel gruppo, notai uno in particolare: indossava un mantello, col cappuccio rialzato a nascondere il viso. Rimase in disparte per tutta la giornata e di tanto in tanto lo osservavo. Ebbi l'impressione che fosse bellissimo. Tentai di avvicinarmi, ma alcuni soldati elfici gli fecero da scudo. M'incuriosí molto quello sconosciuto." raccontò Éowyn. "Chi poteva essere?"

Goneril sorrise. "Ne sentiranno parlare in futuro. Forse non io o te, ma i nostri pronipoti di certo. Quello che hai visto é una futura leggenda, cugina."

Éowyn non capí. "Cioé...che vuoi dire?"

"Lascia perdere. É un mondo bellissimo ora, vero?" rispose Goneril, guardando il cielo. "O forse lo é sempre stato e non me ne sono mai accorta."

"Sí, lo é. Posso farti una domanda?"
chiese Éowyn. "Quel Benjamin...tu lo ami? Lo ami davvero?"

Goneril si era dimenticata della perspicacia di sua cugina. "Imparerò a farlo. Si prende cura di me. É su di giri all'idea di diventare padre. So che amerà la nostra bambina."

"Allora... non gli vuoi bene?" insisté Éowyn.

"Beh, diciamo che provo un grande affetto per lui, e forse, gratitudine. Ma l'amore, per ora lo riservo a lei." ribatté Goneril, accarezzandosi il ventre. "Un'anziana donna di Dale mi disse: trova l'amore, guarirà tutto. Credevo si riferisse all'amore di un uomo, ma ho imparato che ne esiste uno ancora più profondo. Che non può essere paragonato a nient'altro."

"E come la chiamerai? Lo hai già deciso?" chiese Éowyn.

"Davvero non lo immagini?" ribatté a sua volta Goneril.

Èowyn ci pensò un po'. "Hmmm....Idis?"

"No." rispose Goneril. "Un po' scontato, ti pare?"

"Allora...Margery. Il nome della tua vera madre?" azzardó la bionda giovane.

"No. Quello proprio no." fu la secca risposta di Goneril. "Andiamo Éowyn, non dirmi che non ricordi..."

Dopo un attimo di riflessione, Éowyn intuì. "Cordelia. La principessa della favola. La giovane ribelle."

"Indovinato." confermó Goneril. "Le porterà fortuna. Ed é un nome da regina."

Éowyn annuí. "Mi piace. E ricorda, a Rohan tu e tua figlia avreste dei diritti da vantare. Potreste avere il potere assoluto."

"Il potere...una volta credevo fosse ció che volevo di più al mondo. Adesso non saprei che farmene. Ho già tutto ció di cui ho bisogno."  e guardó di nuovo il cielo terso dell'estate. "...non ti pare davvero una bellissima giornata?"

⚜️⚜️⚜️⚜️⚜️
FINE
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Grazie a chi ha letto questa storia.
Di tutte quelle da me pubblicate su questa piattaforma, è stata quella più seguita. Ho notato con piacere che sono aumentate anche le letture delle due precedenti. Mi è stato chiesto di scriverne un'altra esclusivamente sul personaggio del principino Haldir, ma onestamente penso di non avere altro da aggiungere. Per me la mini saga di Roswehn finisce qui.
Grazie in special modo a chi ha aggiunto le storie ai seguiti/ricordati/preferiti.

   
 
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