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Autore: Red Saintia    15/10/2019    3 recensioni
Un viaggio improvvisato nella città eterna per consolidare un amore finalmente vissuto alla luce del sole. Tra diversità caratteriali, meraviglie monumentali e sperimentazioni gastronomiche. Vi farò scoprire il lato leggero, piccante e nascosto di Nadia ed Eric.
"Questa raccolta partecipa alla Fast Challenge: Cibo, indetta sul gruppo facebook Il Giardino di Efp"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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# Prompt 55 - Mangiare sulla spiaggia

# Prompt 65 - Fare il bagno dopo mangiato


E’ proprio vero… quando sei felice il tempo scorre più in fretta, la mente si svuota e il passato sembra appartenere ai ricordi che, per il momento, non ti va di tirare fuori.

Quella settimana era volata, eppure quel viaggio in solitaria, così ricco d’incertezze e dubbi ci aveva unito ancora di più, permettendoci di scoprirci e capire se davvero c’erano le basi per qualcosa d’importante.
Ed eccomi qui, in perfetto out fit da turista. Costume da bagno, occhiali da sole e libro agguantato tra le mani. Era il secondo giorno che venivamo in spiaggia, e direi che era pure ora. In quegli ultimi due giorni non ci sarebbero state visite a musei, chiese, monumenti o altro… solo divertimento e tanto sole. Almeno sarei tornata con un segno tangibile della mia vacanza.

“Ehi Nadia… perché non vieni a fare un bagno, dai? Posa quel libro e tuffati!” eccolo lì. La raffinatezza del mio sirenetto da spiaggia che sbraita da lontano facendo voltare tutti, attirati anche dal suo fisico sapientemente messo in mostra da un micro costume.

“Shhh! Smettila di urlare!”

“Eh? Cosa dici?”

E’ inutile insistere, con il caos che c’è in spiaggia non mi sentirebbe mai. Neppure i miei eloquenti gesti gli fanno capire che sta facendo più baccano lui di quei ragazzini che gli nuotano a fianco.
Così mi alzo, rassegnata ormai al fatto che quel libro non finirò mai di leggerlo, almeno non in questa vacanza. Lo raggiungo sulla riva lasciando che le onde rinfreschino piacevolmente le mie gambe.

“Stavo cercando di dirti di smetterla di urlare come un forsennato e di uscire dall’acqua se non vuoi diventare uno spiedino arrosto.”

“Che dici? Non sono per niente arrossato?”

“Se ne sei convinto tu… comunque è ora di pranzo raggiungimi sotto quei gazebo e ti farò assaggiare dei gustosi e variegati tramezzini.”

“Sul serio? E quando li hai preparati?”

“Questa mattina presto, mentre tu poltrivi a letto.”

“Colpa tua che mi hai sempre far tanta ginnastica…” rispose con la sua tipica espressione sarcastica.

“Ah… adesso ti lamenti?”

“Assolutamente no, amore mio, era solo un’osseravzione.”

Si come no… continuai a guardarlo fingendomi offesa mentre lui si osservava le spalle con attenzione uscendo dall’acqua.

“Nadia, avverto un certo pizzicore addosso…”

“Davvero? Credevo che non ti fossi scottato?” osservai, e lui tacque perché gli bastarono pochi minuti per constatare che avevo ragione.

Finalmente ci sedemmo a mangiare all’ombra di uno dei gazebo montati apposta per i turisti sprovvisti di possibili ripari dal sole cocente. Il mare, si sa, stimola l’appetito ed Eric fece onore al mio spartano pranzo al sacco mangiando tre tramezzini con doppia farcitura. Mentre io, che avevo già terminato, cercavo di dare sollievo l’arsura delle sue spalle con della crema lenitiva.

“Allora… non mi dici niente, neanche adesso che stiamo per tornare a casa? Come ti è sembrata questa vacanza romana?”

Sapevo che me lo avrebbe domandato, mi chiedevo solo se avrebbe aspettato il nostro rientro oppure alla prima occasione utile. “Mi ha piacevolmente sorpresa… ed è merito soprattutto tuo, che hai reso ogni cosa stimolante e coinvolgente.”

“Domani l’incanto finisce però, si torna a casa?”

“Sì, si torna a casa…” risposi un po’ malinconica.

“Dimmi una cosa…” disse improvvisamente serio bloccandomi i polsi con entrambe le mani “...promettimi che ricorderai sempre i giorni che abbiamo trascorso qui. Che ricorderai come ti sei sentita accanto a me… di quanto fossi felice.”
Parole strane ed enigmatiche dette da uno come lui. Sembravano il preludio di un’imminente catastrofe, e un po’ mi lasciarono dubbiosa.

“Credi che una volta tornati alla quotidianità le cose possano cambiare?” lui poggiò il viso sul mio braccio, solleticandomi con la sua barba leggermente ispida.

“Temo di non essere all’altezza delle tue aspettative. Ho paura di dire o fare qualche cazzata che ti allontani definitivamente da me. Mi conosco, so di non essere perfetto.”

Mi avvicinai al suo orecchio sussurrandogli, affinché solo lui potesse sentirmi.
“Allora stai sereno… perché neanche io sono perfetta. Non ho affrontato mille dubbi ed incertezze per buttare tutto all’aria. Tutto ciò che ci succederà lo affronteremo insieme, e saremo più uniti che mai.”
Finalmente riuscii a strappargli un sorriso e a togliergli dal volto quella serietà che proprio non era da lui.

“Ti amo Nadia…”

“Anch’io testone” e accompagnai quelle parole con un dolce e plateale bacio che provocò non pochi commenti di sottofondo.

Erano rari i momenti nei quali si lasciava sopraffare dal pessimismo, ma a volte succedeva. C’era una parte di lui che pensava di avermi portata a fare scelte che non volevo. Senza rendersi conto che in fondo… ciò che da sempre desideravo era solo il suo amore.
Basta con la malinconia però, era arrivato il momento di sdrammatizzare l’atmosfera.

“Andiamo dai…” gli dissi, mentre lo trascinavo letteralmente in direzione del mare.

“A far cosa?”

“Cosa vuoi fare in spiaggia? L’ultimo bagno della stagione no?”

“Adesso?!”

“Sì, adesso!”

“Ma abbiamo appena pranzato potrebbe venirci una congestione?”

“Avanti non fare il fifone, non ci allontaneremo. E poi sono una specializzanda non lo scordare.”

“Quindi se sto male mi farai la respirazione bocca a bocca?”

“Se devo, lo farò senz’altro. Anche se temo che ci prenderesti troppo gusto.”

“Probabile…”

“E’ sicuro, credimi.”

Era un caldo pomeriggio estivo, il sole scaldava i nostri corpi e l’acqua del mare ci cullava nel suo tiepido abbraccio. Eravamo fuoco e ghiaccio insieme, attratti da un sentimento che a parole non si poteva spiegare.
Sarebbe durato per sempre, o il tempo avrebbe soffocato quell’ardore che adesso ci divorava. Non lo sapevamo… e forse non era poi così importante. Nella città eterna tutto era possibile, e noi stavamo vivendo esattamente quell’attimo di eternità.




E così si conclude anche quest'avventura con i miei due "bimbi". Nadia ed Erik sono con me dallo scorso Natale, sono cresciuti adesso, attraverso le mie storie e ciò che vi ho raccontato di loro. Mi è piaciuto "utilizzarli" in questa Challenge, abbandonando così il lato più angst della loro storia e regalandovi un po' di sana allegria estiva. Però tutto termina... ed è giusto così, adesso nuove storie mi attendono, e in esse spero sinceramente di ritrovare molti di voi che fin ora continuano a segurmi con affetto. Grazie di cuore, a presto.
 
 
 
 
   
 
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