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Autore: IneffablePlotters    16/10/2019    5 recensioni
‘La serpe di buio veglierà assieme al farfallino di luce su quel che sembra ma poi non è… trovando quel che non sapevano nemmeno di star cercando.’
Da leggere anche come ‘Tutto ciò che avreste voluto sapere, ma che nessuno vi ha mai rivelato, sugli anni passati a casa Dowling!’
dal capitolo I:
* “Warlock? Ma che nome delizioso. Scommetto che è un vero angioletto”
“Un demone semmai. Certe volte mi chiedo se non sia stato Satana in persona a mandarmelo”
Crowley sentì l'impulso di ridere, ma virò su ciò che una tata avrebbe detto.
“I bambini sono un dono di Dio, Mrs. Dowling,” e quasi la lingua cominciò a pizzicargli. “Solo che certe volte bisogna solo saperli prendere... *
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Aziraphale/Azraphel, Crowley, Warlock Dowling
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10830 scuse per il ritardo!!
Finalmente abbiamo aggiornato solo che… io e Lory (soprattutto Lory) siamo pericolose insieme.. abbiamo sforato le10mila parole (10830 appunto ehhmm) a questo capitolo, solo che tagliarlo non aveva alcun senso…
Perdonateci! ^^’ ^^’

cover2



Capitolo II: L’inganno / Lo strappo alla regola

“Il tuo obiettivo è il maggiordomo, angelo. Se entri nelle sue grazie, è fatta!” lo consigliò Crowley, placidamente sprofondato in una delle poltroncine.

Chi non era affatto placido era Aziraphale, che andava da un lato all’altro della libreria, come un’anima in pena.

“Tu dici?” rispose distrattamente l’angelo, mentre guardava tra gli scaffali.

“Certo! Non per sminuire la tua posizione, ma non credere che parlerai con Mrs. Dowling, non ha tempo da perdere con la servitù di quart’ordine lei!” replicò Crowley, con fare distaccato.

“Ma sentila la nobildonna snob che si è già integrata negli alti ranghi della famiglia e ora guarda tutti dall’alto in basso!” ridacchiò Aziraphale, punzecchiandolo a sua volta. “Dannazione, ma dov’è finito?” imprecò, aprendo cassetti a casaccio.

“Angelo, non è da te parlar così!” finse di meravigliarsi Crowley. “Si può sapere che cerchi?”
“Il foulard di tartan, azzurro! Te lo ricordi quanto ti ho fatto vedere la trasformazione in giardiniere che mi hai approvato?” si agitò l’altro. “Quello è il mio portafortuna e tra meno di mezz’ora ho il colloquio!”

In effetti Aziraphale si era già tramutato in quello che alla fine aveva deciso di chiamare Fratello Francis,  mancava solo quell’ultimo tocco.


“Beh, scusa, schiocca le dita e miracolatelo addosso!” fece spallucce Crowley.
“Non ci riesco, sono troppo agitato per concentrarmi!” si lagnò Aziraphale, con un sospiro di sconforto. “Se vado senza quel foulard andrà tutto male, me lo sento!”


Crowley decise che il suo scherzetto era durato anche troppo.

“Uh, ma che strano che un tipo così quadrato e preciso come te non riesca a trovare qualcosa… davvero strano che capiti proprio a te, a cui torna sempre tutto… che hai tutto così calcolato.” borbottò  il demone, anche se le sue giocose intenzioni erano fargli arrivare delle determinate parole chiave.
L’angelo decifrò quel messaggio in codice con la prontezza di un detective.
Si diresse a velocità verso il suo piccolo studio dove teneva la contabilità e, guarda caso, trovò il suo foulard azzurro che faceva capolino tra le pagine di un libro di revisioni.


“Crowleeyyy!” ruggì, facendo ritorno nel salone, con l’obiettivo delle sue ricerche ben saldo in mano. “Che cosa ci faceva il mio foulard lì dentro?” lo aggredì, con tono di accusa.
“Ah, non lo so. Stai diventando un bel po’ disordinato, angelo…” alzò le mani il demone, con finta innocenza.

“Io ho fatto tanto per te e tu mi boicotti in questo modo ignobile!” borbottò l’angelo, offeso.
Con quei dentoni, le basettone e l’aspetto goffo era davvero difficile prenderlo sul serio, ma Crowley fece del suo meglio per non scoppiare a ridergli in faccia.

“Oh, su, era solo uno scherzo!” replicò Crowley, alzandosi per andar verso di lui.
“Beh, non sei stato affatto simpatico!” insistette Aziraphale, rimanendo sulle sue, mentre si annodava al collo il foulard con la sua consueta eleganza.
“Non è vero, io sono ssssssimpaticissssssssimo!” sibilò l’altro, per esporre meglio il suo concetto. “Talmente ssssimpatico che ti ho già fatto un piccolo favore.”
“Del tipo?” si incuriosisce.
“Del tipo che puoi pure prendertela con comoda, perché non credo si presenteranno altri candidati. Diciamo che… tutti gli altri si sono accidentalmente dimenticati il colloquio che avevano oggi!” fece un sorrisetto il bel demone.
“Oh, grazie, caro!” gli sorrise Aziraphale. “Certo, molto meno dispendioso di quello che ho fatto io per te, ma apprezzabile ugualmente.” aggiunse, con finta aria di sufficienza
“Hey! Poi chi era lo snob?” ringhiò Crowley. “Ti permetti pure di sindacare? Sono molto più pratico di te, tutto qui!” fece spallucce. “Anche se mi sono piaciute davvero le tue mille peripezie per aiutare me.” mormorò, sfoderandogli un sorriso di gratitudine.
“Spero che Gabriel non sia all’ascolto, ma… è stato divertente farle.” ridacchiò il biondo, in procinto di uscire.

“Angelo, non così in fretta!” lo raggiunse sulla soglia Crowley. “È vero, posso anche averti eliminato la concorrenza, ma gli standard dei Dowling sono altissimi. Non credo basti sapersi prendere cura delle piante…”
“Ah no?” si accigliò Aziraphale.
“No, perché il giardiniere di quella tenuta avrà spesso a che fare con il piccolo rampollo di casa e la sua salvaguardia sarà fondamentale. Il giardiniere ideale deve essere pronto ad ogni evenienza, addestrato a qualsiasi evento, anche il più inssssssidiosssoo…” sibilò, con l’intento di dargli un chiaro indizio che l’altro colse perfettamente.
“Davvero vuoi far finta che…”
“Non lo so … quante probabilità ci sono che un grosso serpente minaccioso sbuchi fuori da un tranquillo giardino privato della Gran Bretagna?” domandò con fare casuale Crowley.
“Io direi davvero  molto poche.” sorrise intrigato Aziraphale, sulla stessa lunghezza d’onda del suo amico e complice.
“Un motivo in più per fare un’ottima impressione, angelo!” ammiccò il demone. “Quando finisci il colloquio, tu cerca solo di portare il tuo intervistatore nel giardino principale; il resto lascialo fare a me!”
“Oh, caro, in che modo posso ringraziarti?”
“Cerca solo di non stringere troppo quando mi acchiappi, sai, quella trasformazione rende il mio collo molto più fragile e delicato.” mormorò la sua richiesta il demone.
“Sarà come se ti toccasse una piuma!” garantì Aziraphale, prima di allontanarsi, una volta per tutte, sentendosi già incredibilmente più rilassato a riguardo.
 
Crowley se l’era cavata a dir poco egregiamente con il suo colloquio e il minimo che Aziraphale potesse fare era metterci tutto l'impegno possibile.
Era bastato questo a fargli perdere o stato di rilassatezza tanto faticosamente acquisito.
Si era incamminato goffamente verso la tenuta dei Dowling, e non era una cosa fuori dal comune essere agitato per lui, ma in quel momento lo era più del solito, e per un motivo ben preciso: per quanto avesse ringraziato Crowley più volte per il nuovo aspetto che gli aveva procurato, quel nuovo viso e quella andatura maldestra lo faceva sentire cento volte più insicuro. Certo, non che ci si possa aspettare chissà che grande bellezza da un giardiniere, ma l’angelo era abituato a prendersi cura di sé stesso, d’altronde come aveva più volte detto all’amico, aveva un suo stile!
La sua pelle morbida era sparita sotto ad un epidermide poco curata i suoi capelli morbidi e pettinati erano crespi e mostravano delle orribili basette, il suo sorriso splendente era invece stato sostituito da dei dentoni più prominenti.
Era veramente di brutto aspetto, questo nessuno avrebbe potuto negarlo, per quanto però dentro di sé avesse l’anima di un angelo. Ma come tutti sappiamo, il biondo era troppo abituato alla materialità e alla terra, quindi anche ai suoi costumi. Gli piaceva prendersi cura del suo aspetto un bel bagno, oppure andando dal barbiere, e comprando abiti meravigliosi; quel...Francis, o come aveva deciso di chiamarsi, si insomma il suo alter ego, non aveva niente a che vedere con lui!
Forse un po’ per orgoglio personale, cercò una giustificazione che potesse coprire la sua vergogna per il suo nuovo involucro: e se con quel viso avesse fatto paura al bambino? In quel caso, non si sarebbe più potuto avvicinare al pargolo, e in quel modo solo Crowley avrebbe potuto influenzarlo, e un demone non può occuparsi anche della parte buona di quel compito. Ecco, quella sarebbe stata la scusa.
No, doveva trovare una soluzione, non avrebbe sopportato per molto quel nuovo corpo.
Si ritrovò a bussare alla porta, ancora colto dall’indecisione di poter fare la scelta sbagliata, ma appena prima che i cardini scricchiolassero, le sue dita avevano già schioccato, facendo avvenire il miracolo (letteralmente).

Paul si ritrovò a dover aprire la porta all'ennesima persona quel giorno, ma invece di ritrovarsi davanti un anziano candidato per il posto di giardiniere, vide una figura non proprio giovane, ma nemmeno troppo avanti con l’età: era dall’aria curata, capelli biondi, quasi sul bianco, occhi chiari e un sorriso nervoso, ma accidenti, che sorriso!

“S-salve” disse discreto e con la sua normale voce. “Ho sentito che state cercando un giardiniere” si ricompose dal nervosismo e continuò con il suo tono gentile.

Paul dal canto suo sapeva che di uomini così belli e affascinanti al mondo ce ne erano pochi, e anche dalla sua precedente esperienza lo sapeva bene. Ma quella che aveva davanti era proprio una visione, e all’incirca avrebbero potuto avere la stessa età. Il maggiordomo gli sorrise in maniera galante e lo fece entrare.

“Prego, benvenuto” Anche se traspariva un aura di gentilezza e ingenuità, Paul non poté risparmiarsi dal guardarlo e mangiarlo con gli occhi mentre attraversava la soglia, concentrandosi anche sul suo fondo schiena.

“La ringrazio, che casetta accogliente...piacere, sono….Francis” gli disse porgendogli la mano.
“Onorato” disse Paul portandosi la mano vicino al mento. Aziraphale arrossì, ma fortunatamente l’uomo si risparmiò dal fargli il baciamano. Solitamente un uomo lo fa come cortesia verso una donna, non di certo verso un maschio...a meno che… oh, ma no, non può essere!

“Quindi lei è qui per il ruolo da giardiniere” confermò il maggiordomo. “Bene, molto bene. Scommetto che lei ci sa fare con le piante”
“Oh, diciamo che me la cavo” gli disse alzando le spalle. “Ho una certa passione per i fiori, e per le la natura...” cominciò ad elencare tutto quello che fosse necessario per poter sembrare un buon giardiniere”
“Capisco...e mi dica, per caso ha passione anche per...altro?” disse sorridendo in maniera tutt'altro che innocente.

Aziraphale si sentì terribilmente in imbarazzo a quella strana domanda. La sua parte ingenua gli suggeriva che l’uomo non avesse in alcun modo intenzione di offenderlo oppure di rivolgergli domande sconvenienti, ma qualcosa dentro di sé gli raccomandava di fare attenzione…e non solo lui si stava preoccupando per quella situazione alquanto bizzarra: un demone, appoggiato alla parete della stanza con le braccia incrociate, si era reso invisibile ai due, e li osservava con sguardo infuriato.

“Passione per...altro?!” aveva sussurrato stringendo i pugni.

Crowley sapeva che una mano in più da parte sua non avrebbe di certo fatto male, quindi all’insaputa dell’angelo si era infilato in casa Dowling, intenzionato a monitorare la situazione.
Aveva cominciato ad infervorarsi non appena Aziraphale aveva deciso di cambiare aspetto, tornando quello di prima. Era sempre una gioia per gli occhi, ma diamine, gli accordi non erano questi!

In quel momento poi, quello schifoso maggiordomo ci stava esplicitamente provando! Ci provava con il suo Aziraphale, e bello com’era, chi avrebbe mai esitato?

“Ehm...” l’angelo si tirò leggermente indietro. “Io non capisco..” disse quasi arrossendo.
“Per i libri, ad esempio. Noto che nella sua borsa ne ha uno" continuò Paul.

Lo sguardo del biondo si illuminò sentendo la parolina magica, e inondò la stanza di luce.

“I libri? Oh, io adoro i libri!” aveva detto con una voce che avrebbe sciolto i ghiacciai.
“Oh davvero? Si dà il caso che anche io li adori” disse il maggiordomo come a constatare una delle più innocenti coincidenze.
 
“Cosa?” sibilò il demone. “I libri? Merda! Io sono fregato da questo punto di vista!” ragionò mentre si avvicinava. “Aziraphale, non farti far fesso da questo asino, probabilmente non ha mai letto un libro che non fosse il manuale di ricette!” tentò di sibilargli all'orecchio, anche se il miracolo fatto poco prima non lo avrebbe fatto sentire da nessuno.

“Oh che bello” disse Aziraphale, convinto che quell’argomento in comune fosse tutto tranne che calcolato e pensato a proposito.
“Sa, la padrona di casa sta addormentando il bimbo, forse nell’attesa che sia pronta per il colloquio potremo prendere una tazza di tè, magari posso mostrarle la mia libreria”

A Crowley quasi partì un urlo isterico.

“Il bimbo? Dorme così presto?” chiese l’angelo.

“Ehm, si, è molto capriccioso ultimamente, e si stanca a furia di urlare, ha parecchio fiato nei polmoni”

“Maledetto schifoso! Il bambino è fuori con la cameriera, che diamine sta facendo?!"

“Ah, capisco...beh allora, in questo caso...” iniziò Aziraphale torcendosi le mani.
“No, angelo, no! Non lo fare!”
“Accetto volentieri!”
“Noooo!” disse mettendosi le mani tra i capelli. “Se solo ti azzardi a mettergli le mani addosso-”

Ma era troppo tardi, e Paul aveva offerto un braccio ad Aziraphale come se fosse una donna...parecchio strano come comportamento, aveva pensato il biondo.

Il rosso intanto li seguiva, mordendosi una mano.
 
“Abbiamo diversi infusi di tè, e la cuoca ha appena preparato delle ottime paste, ne gradite un po?”
Prenderlo per la gola! Che mossa ovvia, ma allo stesso tempo efficace.
 
“Volentieri, lei è molto gentile signor...”
 
“Paul, mi chiami Paul caro”

“Caro?!” sbottò il demone. “Quello è il mio soprannome, e Aziraphale lo può usare solo con me! Non esiste che qualcun altro lo chiami in quel modo!”
Una volta arrivati in una saletta molto elegante, il maggiordomo chiuse le porte, assicurandosi di non essere disturbato da nessuno. Aziraphale si accomodò su una delle quattro sedie del tavolo, e senza farsi sentire, Crowley si sedette al suo fianco.

Paul portò un vassoio d’argento con poggiate sopra paste al cioccolato, alla crema, alla frutta e ad Aziraphale venne l'acquolina in bocca. Vederlo mangiare era uno spettacolo, anche Crowley rimaneva ad osservarlo spesso da sotto gli occhiali scuri.

L’angelo optò per un pasticcino alla pasta frolla e crema al cioccolato, mentre il maggiordomo gli riempiva la tazzina.
“Dunque, mio caro...”

“Ancora con quel mio caro?! Io ti strappo la lingua!” lo minacciò.


"Mister Francis ho detto bene? Proprio un bel nome, bel portamento, sicuramente chiunque porti un nome del genere non può non essere di bell'aspetto...e non mi sbaglio mai infatti" ridacchiò.


"Ah davvero, non ti sbagli mai? Ma che viscido!" Borbottò Crowley cercando di afferrare un pasticcino con l'intento di centrare il suo naso, finendo però con l’attraversare la pasta con le dita.
"Ah già, sono immateriale" mugugnò scocciato per il suo stesso miracolo.
 
"Oh, è solo un vecchio nome di famiglia, non è niente di che" asserì Aziraphale alzando le spalle.
"Una famiglia molto fortunata"
"Era il nome di mio nonno" mentì Aziraphale. "Anche lui era un giardiniere"
 
"Cosa? Aziraphale gli dai pure corda? Sta zitto e va’ a fare quel colloquio, non perdere il tuo tempo con questo pinguino!" Lo rimproverò il demone.
"Ah! È colpa mia che gli ho detto di ingraziarsi il maggiordomo! Idiota! Ma come potevo pensare che a questo damerino piacessero gli uomini? Anzi, sai cosa? È colpa tua Aziraphale, avresti dovuto tenerti quell'aspetto! Io mi ero raccomandato!" Parlò al vento.
 
Intanto la conversione da parte di Paul continuava.
"Sa, anche io adoro i fiori, le piante...sono cresciuto in campagna, quindi ne ero circondato. Ho badato per anni all'orto insieme a mio padre, non potevamo siepi a forma di cigno, ma la natura è una cosa meravigliosa "
 
"Ma che diamine stai dicendo? Mi hai detto di essere nato in città da una stirpe di maggiordomi!" Disse Crowley ricordando una parte della conversazione avuta con l'uomo al precedente colloquio.
"Oh, capisco, dev'essere stata dura, occuparsi di certi lavori fin da piccolo" l'angelo addentò una pralina.
"Oh, non fu così terribile. Ora qui si sta davvero bene...e da oggi credo che le cose miglioreranno" Alzò le sopracciglia.
 
"Er…" Aziraphale cominciò a rendersi conto di quello a cui Paul si stava riferendo. Ci stava palesemente provando.
 
"Mi dica, Francis...lei ha famiglia?" E ancora ci provava.
 
Crowley sbatté un pugno sul tavolo, anche se nessuno sentì alcun rumore o vide le stoviglie muoversi.
 
"I-io? Beh...ognuno di noi ha una famiglia" una risposta vaga sarebbe stata la migliore.
"Oh, sua moglie deve essere veramente fortunata" ma Paul non era d'accordo, e aveva tentato un approccio più specifico.
 
"Ma che cazzo? Siamo in un film?!" Disse Crowley togliendosi gli occhiali da sole. "Aziraphale ti prego non dire-"
 
"I-io non ho moglie" disse innocentemente.
 
"Cazzo! Ma che ti ho appena detto?!"
 
"Mi scusi, non volevo entrare in questioni così intime…" si finse dispiaciuto Paul, notando che le cose stavano andando proprio come voleva lui.
"Oh, non si scusi, nessun problema" la gentilezza di Aziraphale gli diede strada libera per continuare.
"Lei è veramente gentile...e così a modo. Un vero gentiluomo...allora posso azzardarmi a parlare di una fidanzata?" Chiese mentre gli porgeva un pasticcino alla crema.
 
L'angelo arrossì, sentendosi ogni secondo sempre più a disagio.
"Mh...beh...f-forse una specie…"
 
Paul sperava di non dover primeggiare con nessuno, ma allora forse qualcuno c'era!
 
"Una specie?" Ripeté accigliato.
"Ci sarebbe una persona…" disse timidamente alzando le spalle.
 
"Cosa?" Disse Crowley girandosi verso di lui. Una persona? E chi diamine era? No, non due! Poteva forse tenere a bada quel pinguino arrapato ma non due persone! Non sapeva nemmeno chi fosse, perché non gliene aveva mai parlato?
 
"Non ha una bella relazione con questa persona?"
Paul tentò la tecnica dell'amico psicologo, anche se la sua istruzione si fermava ad un semplice diploma e non poteva certo definirsi amico di Aziraphale, anche se era segnato come prossimo obiettivo sulla lista.
 
"Oh, mi creda...per ora è una relazione stupenda, ma non credo che sia... corrisposta, da quel punto di vista se capisce cosa intendo"
 
"Quindi...siete amici?" Affondò la vanga Paul.
"Oh, molto. Una profonda amicizia" annuì il biondo.
"E lei non crede che la ragazza possa ricambiare?"
"Veramente... è un lui" Aziraphale non avrebbe dovuto rivelarsi in tutta la sua personalità con uno sconosciuto, ma non sapeva il perché, lo aveva fatto comunque.
Bingo!
 
"Cosa?!" Crowley guardò Aziraphale. "Ti confidi con uno sconosciuto e non con me?! Ma che...ma che cazzo! Io dovrei essere il primo saperlo! Va bene, ammetto che si vede lontano un miglio, ma..ma che cazzo!" Crowley era a dir poco viola di rabbia.
 
Paul seppe così di avere un'occasione, una volta che il biondo rivelò la sua omosessualità.
 
"Ah, capisco...e lei lo ama?"
 
Aziraphale abbassò lo sguardo arrossendo.
 
"Amarlo...che domanda complicata. Vediamo io...mi sveglio la mattina e passo la giornata come tante altre. Lavoro, e nel tempo libero passeggio, leggo, mi piace provare le nuove pasticcerie, girare per il parco...e poi all'improvviso lo vedo. E non riesco a levarmelo dalla testa per i successivi tre giorni. E nemmeno dopo, non riesco a non pensare a lui. Quando ci passo il tempo mi sento me stesso, sono in pace con il mondo...tutto prende un colore più brillante"
Crowley dal suo iniziale stato di rabbia, aveva cominciato ad ascoltarlo, preso dalla sua voce.
 
"Quindi mi sta chiedendo se io amo questa persona" si morse il labbro per qualche secondo prima di annuire. "Si, lo amo...lo amo tantissimo"
 
E improvvisamente... illuminazione. Era una bugia per levarsi di mezzo quel frac con le gambe! E bravo Aziraphale!
Crowley però non poté fare a meno di rimanere incantato dalle sue parole, come se...in qualche modo fossero dirette a lui. Ci pensò, per qualche secondo, prima di riporre completa fiducia nel fatto che Aziraphale avesse detto una bugia per levarsi Paul di torno. Ma... l'immaginazione può aiutare tanto, e per qualche secondo si immaginò che quelle parole fossero per lui, e non per un amico immaginario.
 
"Deve essere un sentimento molto bello da parte sua...ma lui quindi non ricambia se ho capito bene"
 
Crowley, prima incantato dal viso di Aziraphale, si girò verso quel damerino.
"Dopo tutto quello che ti ha detto gli chiedi ancora se è disponibile sulla piazza? Che verme!" Commentò acido.
Aziraphale non seppe cosa dire, quindi si limitò ad annuire.


"Ma...cosa? Angelo, perché non hai detto di si? Te lo saresti tolto dalle palle definitivamente!" Era la base no? Quando qualcuno ci prova spudoratamente e non si è interessati si può optare per la mossa del fidanzato, anzi, specialmente le donne usano la scusa dell'omosessualità!
"Ah, mio caro Aziraphale, non sai proprio come si mente!" Disse attraversando la sua spalla con la mano nel tentativo di dargli una pacca affettuosa.
 
Aziraphale capì che era il momento di cambiare argomento, altrimenti la situazione sarebbe a dir poco degenerata. Si schiarì la gola, e chiese gentilmente a Paul se potesse controllare la disponibilità di Miss Dowling. Si stava facendo tardi, e in poco tempo non ci sarebbe stato abbastanza tempo per il colloquio. Inoltre Crowley starà aspettando il suo arrivo!
 
Non ci fu da sorprendersi, Paul ne rimase deluso, ma non poté dargli torto, lo stava trattenendo da troppo tempo, e non avrebbe potuto fare aspettare troppo la padrona di casa, altrimenti si sarebbe arrabbiata, e magari non avrebbe fatto più assumere quel bocconcino.
 
"Subito, mio caro"
 
"Potresti ritrovarti senza ciò che ti rende uomo biologicamente, se non la pianti con quel nomignolo. E dire che l'evirazione non è stata una mia idea!" Borbottò il rosso.
 
Aziraphale intanto rimase da solo nella stanza, e in quei pochi minuti si lasciò andare ad un sospiro e crollò sulla sedia con le braccia aperte.
 
"Mamma mia, che situazione" evidentemente deve essersene reso conto finalmente.
 
"Ah, non dirlo a me angelo" disse Crowley incrociando le braccia. "Spero solo che tu non sia così ingenuo da cascarci ancora"
 
"Quell'uomo è proprio... fastidioso. Gentile, ma fastidioso"
 
"È perché sei troppo bello, hai fascino sei intelligente, sfido chiunque a non provarci con te. Solo che non ho mai dovuto fronteggiare un rivale tanto sfrontato…" si passò una mano tra i capelli.
Stavano avendo come una conversazione, anche se Aziraphale non poteva sentirlo.
 
"Io mi chiedo perché certi uomini facciano certe avances in modo così... così molesto. Forse...forse non è stata una buona idea cambiare aspetto"
 
"Ah, ma davvero?" Ironizzò l'amico. "Ma che scoperta! Non ci sarei mai arrivato che tutto fosse dovuto al tuo bel faccino!"
 
"E poi non è rispettoso verso Crowley. Lui insomma...mi ha aiutato, non posso deluderlo, forse dovrei tornare agli accordi originali"
 
Crowley rimase colpito, e gli sorrise.
 
"Ne sono felice amico mio. Anche se devo ammettere che sarà una sofferenza non vederti con quel tuo visino fino a sera...ma ci farò l'abitudine per i prossimi anni. Sempre che tu sia in grado di passare il colloquio" alzò le sopracciglia. “Ma non temere, in qualche modo ti aiuterò io” gli disse attraversandolo di nuovo con la mano.
“Ancora immateriale Crowley, ancora immateriale” si ripeté come una cantilena cercando di ricordarsi del suo miracolo.
 
"Oh, su forza…" si fece coraggio il biondo. Si toccò le guance, e si godette per gli ultimi secondi l'assenza delle basette. "Oh, al...al diavolo!"
 
"Ah, e questa da dove viene?" Ridacchiò l'altro appoggiando il viso sulla mano destra.
 
Il biondo schioccò le dita in un gesto ormai familiare, e a malincuore tornò lo stesso giardiniere che Crowley aveva in qualche modo creato.
 
"Ah...mio Dio, dammi la forza. Oh ma andiamo che dico, sono un angelo, non mi dovrebbero interessare cose così materiali e futili come l'aspetto fisico"
 
"Sei un cultore del piacere e della bellezza a modo tuo Aziraphale, l'ho sempre saputo. Hai sempre tenuto molto all'aspetto, ai vestiti, e al cibo...non è una cosa così nuova. Ma sai una cosa? Ti trovo lo stesso affascinante, anche così, so che sotto questo aspetto trascurato si nasconde l'angelo più bello del mondo"
 
Purtroppo, Aziraphale non sentì niente di tutto questo. Perché trovava il coraggio di dire certe cose solo in momenti come questi?
Diamine. Se solo avesse sentito.
 
Passarono pochi secondi, prima che la porta si aprisse, e Paul entrò, annunciando la presenza del candidato alla padrona di casa, che entrò prima di lui.
 
"Mrs. Dowling, lui è il sign…" inutile dire che l'uomo rimase a dir poco senza parole.
No, non può essere…
Al posto della bellezza che aveva lasciato nella stanza qualche minuto prima, c'era un uomo più vecchio e rotondo, con basette a dir poco spiacevoli e denti sporgenti.
Ma che diamine era successo?
 
"Mister Francis, mia cara" si presentò alzandosi.
La donna era tutt'altro che disturbata dall'aspetto dell'uomo, era sempre stata educata con sani principi che le suggerivano di andare oltre l'aspetto di una persona.
"Molto piacere Mister Francis" disse avvicinandosi. "Quindi lei è qui per il colloquio, se vuole seguirmi possiamo andare verso il giardino, gradirei esaminarla sul campo... letteralmente" ridacchiò.
 
"Oh, nessun problema, anzi, meglio! Molto meglio!" Raccogliendo le sue cose, andò verso la porta, e seguì Miss Dowling verso il giardino. Paul tenne la porta per tutto il tempo, e guardo Aziraphale con occhi spalancati.
Una volta che uscirono in giardino, Paul rimase sulla soglia e tentò di riprendersi, cercando di capire dove avesse sbagliato.
"Ma che...lui non...che diamine è successo?" Si massaggiò la testa.
 
"Mph. Il mio angelo ti ha infinocchiato eh? Mi dispiace, ma ora non credo più che ti attiri così tanto in quelle vestì" il demone prima di raggiungere l'amico nel giardino decise di prendersi gioco del rivale.
 
"Forse ho bevuto troppo…ma no, deve esserci una spiegazione razionale! Prima era in un modo e ora in un altro! No, devo capire che cosa diamine sia successo!" Disse determinato. "Anche così, devo indagare. Sicuramente è un illusionista...e...lui vuole solo stuzzicarmi, ma certo! E un altra cosa è certa. Paul Taylor non si arrenderà oggi, e nemmeno domani!"
 
"Ah...sei così ostinato? Beh, lo sono anche io" disse Crowley guardandolo in cagnesco. " E lui...è mio. Mio e basta. Non te lo mollerò mai!" disse sibilando, e con uno schiocco di dita fece in modo che un improvviso mal di pancia fulminante facesse scappare il maggiordomo verso i bagni, e in quel modo non li avrebbe raggiunti prima di qualche breve, ma dolorosissimo minuto. Forse farlo licenziare da un momento all'altro non era proprio una buona idea... l'avrebbe tenuta come strategia di riserva.
 
"Per Satana, sto diventando troppo buono" disse rimettendosi gli occhiali da sole e ciondolando verso il giardino per la prossima parte del loro piano.

“Ma si può sapere dove si è cacciato quel buono a nulla?” brontolò Mrs. Dowling, percorrendo il numero indefinito di corridoi che portavano al giardino, con il suo ospite al seguito, che arrancava un po’ nello starle appresso.

Aziraphale si fece una nota mentale di tracciarsi una mappa di quella tenuta, quantomeno una magica o si sarebbe perso un numero imbarazzante di volte.

“Immagino si riferisca al Maggiordomo, non è così? Io credo che possiamo anche fare a meno di lui, per mostrarmi le vostre piante, i fiori e le eventuali coltivazioni.” propose Aziraphale, certo di farsi notare per la sua buona volontà.
Ma non aveva ancora imparato a conoscere Mrs. Dowling, evidentemente.

“Oh certo, Mister Francis, perché davvero lei è convinto che con queste Jimmy Choo da seicento dollari io mi addentrerò per i terreni, per mostrargli semi, bulbi, attrezzi per lavorare la terra e quant’altro?” gli fece notare lei, stizzita.

“Oh no, Milady, non intendevo certo questo!” corse ai ripari l’angelo. “Non ci resta che attendere il buon Paul, allora, sono certo che non tarderà oltre” rassicurò la donna, nascondendo la mano che schioccò le dita.

Trafelato e pallido come un cencio, domandandosi quale fosse il misterioso impulso che gli avesse già fatto lasciare il bagno, quando in realtà ci avrebbe sostato volentieri molto più a lungo; un Paul che decisamente aveva conosciuto giorni migliori si presentò al loro cospetto, prima di far strada al nuovo arrivato nel maestoso giardino.
“Meno male che non gli ho causato dolori di stomaco più permanenti! “ si rallegrò Crowley, osservandoli arrivare da lontano, per quanto non sopportasse quel rivale.

Continuò a seguirli indisturbato, attendendo l’attimo più propizio per concentrarsi e mutare forma e sembianze.

Ormai il suo momento stava per arrivare.
Aziraphale camminò più di quanto in cuor suo desiderasse, perché il giardino si estendeva per una lunghezza davvero considerevole, diviso per gradoni, scalinati, rialzi e aiuole.
C’erano ogni genere di piante e fiori, anche fra i più ricercati.
Ovviamente, Mrs. Dowling si limitò a rimanere sulla parte asfaltata, lasciando che fosse Paul a farlo avvicinare ai terreni.

“È davvero un posto incantevole. Sarà a dir poco un piacere lavorare qui.” sorrise a Mrs. Dowling Aziraphale, mentre passeggiavano.

La donna si schiarì la voce con un finto colpo di tosse.

“Lei corre un po’ troppo per i miei gusti, Mister Francis. Le ricordo che il colloquio dobbiamo ancora sostenerlo. Questo è solo un giro di ricognizione, tutto qui.” precisò la padrona di casa.

“Oops, mi perdoni, temo di aver peccato di ottimismo!” ridacchiò imbarazzato l’angelo. “Sarà il caso di iniziarlo questo colloquio allora.” la esortò.

Mentre stavano per tornare all’inizio del giardino, sentirono un rumore di un fruscio provenire da uno dei cespugli di fronte a loro.

“Fermi tutti, cosa sta succedendo?” si insospettì la Signora, continuando a fissare il cespuglio che si muoveva.


Qualsiasi cosa fosse, sembrava molto grosso.
Ci fu ancora qualche rumore di assestamento, prima che da quel cespuglio sbucasse un grosso e lungo, molto lungo, serpente verde scuro con venature argentate, dall’aria inquietante.
“Oh, mio dio, ma quello è un pitone!” strillò Mrs. Dowling, terrorizzata. “Paul, me lo spieghi cosa ci fa un pitone qui a Londra?”

- Buon cielo, Crowley, sei il solito esagerato! – alzò gli occhi Aziraphale, non visto.

Per tutta risposta, prendendosi una confidenza che non gli competeva nemmeno, Paul si strinse a Mrs. Dowling, non riuscendo a sopprimere un urletto per nulla virile.
“Paul, ma cosa fai? Muoviti, va’ a catturarlo” sbraitò lei, spintonandolo via da sé, in malo modo.

Come se non aspettasse altro, il serpente, rimasto fermo e sollevato a osservare l’intera scena, meditando la prossima mossa; appena il maggiordomo si trovò in quella posizione favorevole si precipitò nelle sua direzione, arrivando a sforargli le scarpe, prima di innalzarsi con un sibilo particolarmente minaccioso, mentre spalancava le fauci.

“Aaahhhhh!” strepitò Paul, correndo per arrampicarsi sul primo albero disponibile.

Aziraphale dovette mordersi l’interno della guancia per non scoppiare a ridere.
“Ma, insomma, Paul, un po’ di contegno! Che figura mi fai fare col nostro ospite!” lo rimproverò Mrs. Dowling, inviperita.
Di questo passo, qualcuno a fine mese si sarebbe visto lo stipendio decurtato.

“Mi perdoni, Signora, ma alla scuola per Maggiordomi nessuno ci ha insegnato come gestire questo tipo di emergenze!” piagnucolò, rimanendo appollaiato al primo ramo sufficientemente robusto da reggerlo che era riuscito a trovare.

Aziraphale decise che era arrivato il momento di agire e ricoprirsi di meritata gloria.

“Suvvia, non vedo tutto questo dramma. In fondo, è solo questione di mantenere i nervi saldi e avere un po’ di polso.” commentò, andando in direzione del serpente con fare impavido.

“Mister Francis, no! Si allontani! E’ pericoloso!” gli intimò Miss Dowling.

Senza starla ad ascoltare, Aziraphale fissò a lungo il serpente in quei suoi grandi occhi gialli, così magnetici e familiari, prima di prenderlo con entrambe le mani, con estrema delicatezza – come aveva promesso - sollevandolo da terra.

“Vieni qua, amico mio, pare che la tua presenza non sia gradita qui,” commentò ad alta voce, con il preciso intento di farsi sentire.

Mrs. Dowling lo osservava ammirata, mentre lui si allontanava con il pitone, che nel frattempo si era avvolto attorno al suo punto vita, in più spire.

Solo quando fu certo di essere in un punto lontano a sufficienza affinché nessuno lo sentisse, Aziraphale si sentì libero di parlare apertamente con quel serpente.

“Un pitone, Crowley? In un tranquillo giardino Londinese? Non ti sembra di aver esagerato un po’?” rimbrottò.

Il serpente si issò dal suo busto quanto bastava perché il suo testolino raggiungesse l’orecchio dell’angelo.


“Cossssì almeno sssssiamo andati ssssul ssssicuro!” sibilò in risposta Crowley, con un linguaggio che l’altro poteva comprendere benissimo.

“Capisco…” si arrese nel dagli ragione Aziraphale. “Solo che… non è che potresti stringerti a me un po’ meno? Pesi un po’, lo sai?” aggiunse, camminando a fatica per portarlo al muretto che delimitava il confine del giardino con la strada


“Come ossssi? Io sssssssono una piuma!” sbottò Crowley, offendendosi e stringendosi più a lui di proposito.

“Ooh! Sei una piuma nella tua forma umana, caro, ma di certo non adesso. E poi scusa, non ci osserva più nessuno, potresti anche tuffarti a terra e andarci da solo sul muretto!” gli fece notare.
“Naaaah, preferissssco sssstare qui. Metticimi tu sssul muretto!” lo spronò Crowley.

L’intento era rendersi dispettoso come al suo solito, ma la verità è che così avvinghiato a lui Crowley ci stava davvero bene e non avrebbe mai voluto separarsi.

- Certo che ssse potesssssi farlo in forma umana, sssstare cossì sssstretto a lui, abbracciati… - fantasticò a occhi aperti il demone rettiliforme, prima che giungessero a destinazione.

“Vieni qua, serpente viziato!” ridacchiò divertito Aziraphale, sciogliendogli con pazienza le spire per liberarsi e prendendolo con dolce fermezza fra le braccia, prima di adagiarlo sul muretto.

“Grazie di tutto, caro, ci vediamo stasera!” gli sorrise Aziraphale, prima che Crowley si dileguasse.
O almeno era quel che credeva l’angelo.


Fece ritorno dalla padrona di casa, con un’andatura che trasudava orgoglio.
Quando la vide, si accorse che anche Paul era sceso dall’albero, riuscendo a recuperare la sua postura impeccabile e composta.
Un po’ difficile, con uno sbrego nella parte centrale de pantaloni, che cercava di coprire con le mani come poteva.
Aziraphale combatté l’impulso di mettersi a rotolare a terra dal ridere e si rivolse a una Mrs. Dowling che si sforzava di credere che non ci fosse nulla di anomalo nel suo maggiordomo, anche se le occhiate al vetriolo che gli lanciava di traverso un po’ la tradivano.
“Tutto sistemato, Mrs. Dowling, ci siamo liberati di quel simpatico intruso che ha solo la colpa di aver peccato un po’ troppo di curiosità. In fondo si tratta soltanto di vermoni un po’ cresciuti, ma che alla fine sono più buoni di quanto non si creda!” ridacchiò il biondo. “Ora possiamo cominciare il colloquio.” le sorrise affabile, sfoderando i finti dentoni.

“Non credo proprio. Per me il colloquio è già finito.” sentenziò seria la padrona di casa, per poi aprirsi in un confortante sorriso. “Lei è assunto, Mister Francis. Dopo quanto ho visto non ho più alcun dubbio a riguardo. Con lei al suo fianco so che il mio Warlock sarà sempre al sicuro!”
“Oh, non sa quanto!” sorrise fiero il futuro Giardiniere di Casa Dowling.
“Farò preparare al più presto la sua stanza, confinante a quella di Miss Ashtoreth!” garantì la donna.
Aziraphale sorrise ancora di più.

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“Crowley, sei già qui?” lo cercò Aziraphale, ormai tornato alle consuete sembianze, entrando in libreria.

Sarebbe rientrato anche prima, ma Mrs. Dowling aveva insistito tanto che si intrattenesse con lei a bere un tè… poco importa ne avesse già preso uno in precedenza, con Paul. Aziraphale avrebbe potuto bere anche dodici tè al giorno, senza sforzarsi nemmeno più di tanto.
 E poi non appena aveva visto gli invitanti biscotti al burro che lo accompagnavano, adagiati sull’elegante alzatina in ceramica preziosa, rifiutare era diventato ancora più impossibile.

Si addentrò per ogni stanza, ma di Crowley non c’era alcuna traccia.

Provò a cercarlo anche sul retro, fuori in strada, se magari stava per sopraggiungere in lontananza. Nulla.


- Sì, okay, avevamo concordato di incontrarci alle 18:30 e sono le 19:00 passate, ma… mica se ne sarà andato via? Ma nooo, probabilmente dovrà ancora arrivare. E’ di Crow-sono sempre in catastrofico ritardo- ley che sto parlando! – fece le sue considerazioni.
Perché se lo ricordava bene, qualche sera prima Crowley stesso gli aveva raccontato di com’era riuscito ad arrivare in ritardo anche la notte in cui gli avevano consegnato l’Anticristo.
Pensare a quello gli portò alla mente anche che già solo il giorno prima Crowley quel bambino così importante per il destino dell’umanità aveva modo di rivederlo una seconda volta, mentre Aziraphale poteva solo fantasticare su che aspetto avesse , molto poco aiutato dalle non troppo entusiastiche o dettagliate descrizioni di Crowley che si riducevano a ‘Bbbaahh… due occhietti, due braccine, due gambine, niente zoccolini.’

Crowley gli aveva confessato che quella famosa notte aveva avvertito l’energia negativa di Hastur e Ligur per tutto il tempo, probabilmente non dovevano essere stati molto felici di attendere i suoi comodi.

- Quindi, se ha tardato pure in un’occasione così solenne, figurarsi perché sarebbe dovuto arrivare in orario a una meno importante come oggi. – giustificò così la sua assenza, decidendo di attenderlo con la lettura di un buon libro.

Stava per prenderne uno lasciato aperto sul tavolo, quando sentì un piccolo fruscio, appena prima di avvertire un dolore lancinante alla caviglia destra.
Forse perché qualcosa la stava mordendo. O meglio, qualcuno, qualcuno che ora appariva sotto forma di piccolo serpente corallo, dalle striature rosse e nere, ma dagli occhi inconfondibili.

“Quessssssto è perché ssssssei in ritardo!” gli rimproverò Crowley, prima di affondare le fauci nella morbida e nivea carne per la seconda volta.

“Ouch!” si lamentò Aziraphale, provando a scostarlo da sé, ma senza successo.

“Quesssssto è per avermi dato del vermone troppo cresssssciuto ma ssssoprattutto buono!” spiegò oltremodo disgustato, prima di tornare con le sembianze umane, ma non per questo lasciando la presa su Aziraphale.
Steso a terra, Crowley gli cingeva la caviglia con entrambe le mani.

“Ma cos…?” protestò il biondo.

“E questo è perché hai osato toglierti parte del travestimento per fare lo svenevole con quello sssssstramaledetto maggiordomo! Come hai ossssato?” sfuriò prima di morderlo con la sua bocca umana.

“Ouuuch! Questo fa ancora più male!” piagnucolò Aziraphale, mentre finalmente Crowley lo lasciava andare.

“E ringrazia la tua buona stella che ho scelto di non rendermi un serpente velenoso!” disse Crowley, rialzandosi, mentre Aziraphale si massaggiava i segni dei morsi.

Chissà perché, non gli andava di miracolarli via.
“Hai ragione, caro, me la sono cercata, non sono stato un modello di virtù…” riconobbe il biondo.
“Uh beh.. forse anch’io ci sono andato giù un po’ troppo pesante come reazione…” si grattò la testa il demone, un po’ pentito di aver agito così d’impulso. “Ti ho fatto tanto male, angelo?”

“Uh? Nooo, magari un pochino all’inizio, ma nulla di insopportabile e nulla che non meritassi… e poi era piacevole avere la tua testa fra le mie gambe!” rispose un po’ sovrappensiero Aziraphale, mentre era ancora impegnato a darsi sollievo alla caviglia mezza mangiucchiata.

Crowley era così sconvolto da quella riposta che per poco non ridiventò serpente.

“Ch.. che coooossssa hai detto, angelo?” sgranò gli occhi gialli fino all’impossibile, con un sorriso storto che gli contorceva il volto.

Fu allora che Aziraphale si rese conto di quello che aveva detto e divenne più rosso dei capelli della sua presunta nemesi.
“Noooo, intendevo… il solletico dei tuoi capelli sulle mie caviglie… quello era piacevole!” si affrettò a chiarire, prima che alla mente gli tornassero altri fatti importanti.

“Fermo un attimo! Tu come sapevi che ho tolto i dentoni… come sapevi di Paul?”
“Ohh siamo già a ‘Paul’ adesso?” ringhiò Crowley, coprendosi l’espressione gelosa marcia con i suoi provvidenziali occhiali scuri.

“Ma è il suo nome, scusa! Come lo dovrei chiamare?” si accigliò Aziraphale, perplesso.

- Perché se la deve prendere tanto poi? –
“Stupido maggiordomo, così lo devi chiamare!” perorò la sua causa il rosso, estorcendogli un sorriso che però non durò.
“E poi hai sentito quello che ho detto alla fine a Mrs. Dowling. A proposito, caro il mio demone snob, visto che c’era anche lei, altro che servitù da quattro soldi!” gli rinfacciò, con l’ego che si prendeva la sa rivincita, prima di tornare in modalità di accusa. “La verità è che tu mi hai spiato per tutto il tempo!”
Era così contrariato da questo fatto da non avere il tempo di far mente locale su tutto ciò che lui aveva detto quel pomeriggio.
“E dài, angelo, non vorrai metterti davvero a litigare? Te lo ricordi perché siamo qui, che cos’è successo oggi?” ricorse alle sue arti persuasorie l’astuto demone.
E funzionò perché Aziraphale recuperò subito la sua consueta serenità.
"Beh, direi che ce l'abbiamo fatta alla grande!" Disse orgogliosamente Aziraphale. "Batti il cinque" sorrise alzando il palmo verso il demone.
"Un cinque?" Disse levandosi gli occhiali. " Dopo seimila anni mi vuoi dare un cinque?"
"Perché, cosa dovrei- oh!" Si ritrovò stretto in un abbraccio amichevole.
"Così si fa! Congratulazioni topo da biblioteca, ce l'hai fatta!" Gli diede qualche pacca sulla schiena. In quel contatto forse troppo inusuale Aziraphale ci trovò tante emozioni contrastanti, per la maggior parte bellissime.

- È vero, oggi pomeriggio mi si è avvinghiato addosso come serpente ed è stato piacevole, ma averlo adesso così abbracciato è… non posso avere il suo potere di bloccare il tempo?- rimuginò, godendosi più che potesse quell’effimero abbraccio.

"Beh, congratulazioni anche a te, vecchia serpe!" Esclamò con una risata.

Mentre si allontanavano le loro guance si toccarono per qualche secondo, e Aziraphale sorrise, avendo voglia nuovamente di fermare il tempo in quell’esatto momento.

"Beh, direi che è proprio ora di festeggiare" Crowley si tolse le scarpe per stare più comodo e si abbandonò su una delle poltrone.
"Sono d'accordo" disse Aziraphale guardandosi attorno. "Tu per caso vedi i cioccolatini? Quelli che tengo in quel coso decorato a mano"
"Cioccolatini? Non è una festa di compleanno! Tira fuori gli alcolici"
"Beh, ma in qualche cioccolatino c'è dell'alcol" si giustificò il biondo. "Che cosa gradisci? Abbiamo vino, del gin, e del brandy" camminò verso la cucina.
"Tu mi conosci, sai che cosa voglio"
Disse stiracchiandosi.

Dopo qualche secondo, Aziraphale tornò nella stanza con due bottiglie di vino, una di spumante e uno di rosso, il preferito di Crowley.
Gliene versò un bicchiere, prima di prendere il suo e di proporre un brindisi.
"Beh, al nostro nuovo lavoro, angelo" disse facendo toccare i due bicchieri. "Devo dire che sei stato alquanto bravo, mi hai stupito," bevve un sorso di vino. "Non ti avrei mai pensato capace di certe cose, sviare altri candidati, inventarti delle storie, come quella del finto fidanzato"

Aziraphale per poco non sputò a terra il suo vino.
"C-come? Che hai detto?"
"Ma sì, quella cosa che hai raccontato al maggiordomo. Quel tipo ti faceva una corte a dir poco vergognosa. Almeno hai avuto la decenza di inventarti quella storiella" prese un altro sorso. "Altrimenti non te lo saresti tolto di dosso nemmeno in un milione di anni"
"Mmmh-" deglutì a fatica. "Non era così grave la situazione"
"Cosa? Quello per poco non ti metteva le mani addosso! Tu non sei proprio in grado di capire quando la gente vuole solo quella cosa"
"Quella cosa...cosa?" Chiese confuso Aziraphale.

Crowley sorrise, e con l'indice e il pollice formò un cerchio, per poi infilarci dentro l'altro indice, in un gesto che non può essere frainteso.
Aziraphale ci pensò qualche secondo prima di mutare la sua espressione in una a dir poco scandalizzata.
"Oh per tutti i miei libri!"
"Sai, quando fai quel tipo di esclamazione mi sembri tanto un personaggio dei cartoni animati. Lasciati andare a qualcosa di più pesante!" Lo incitò il demone.
"Tu intendi...che lui voleva…"

Aziraphale ancora non ci credeva. Pensava forse ad un infatuazione, ma non ad una cosa del genere. Lui d'altronde non si era mai reputato una bellezza, quindi non pensava che certe occhiate nei suoi confronti potessero mai arrivare.

"Te ne accorgi solo ora? Angelo, dovresti renderti conto che non è una cosa così inusuale metterti gli occhi addosso"
"Mettermi gli occhi addosso?" Ripeté. "Ma...non è possibile"
"Non è una novità. Sei un bell'uomo, non c'è da stupirsi" intanto dentro al suo corpo si stava scatenando una guerra, quelli erano veri e propri apprezzamenti e non erano previsti! Erano venuti fuori dalla sua bocca senza che lui lo volesse.

Aziraphale si sentì a dir poco lusingato, ma nella sua ingenuità non pensò che quei complimenti fossero partiti da Crowley perché effettivamente il rosso lo trovasse bello da morire, o perché fosse innamorato di lui; pensava più ad una constatazione, ad un commento oggettivo.

Sfortunatamente, o per fortuna, Aziraphale non li prese come un complimento da innamorato.
Non che Crowley non fosse interessato al mettere in pratica con Aziraphale ciò che aveva mimato con le dita poco prima, ma era un lato secondario.

"Ti ringrazio...quindi ora che dovrei fare secondo te?"
Non capitava molto spesso che Aziraphale gli chiedesse dei suggerimenti.
"Con lo stupido maggiordomo? Beh... innanzitutto, stagli lontano più che puoi. A tal proposito, giusto per aiutarti, ho fatto in modo che le nostre stanze siano vicine, e il più lontano possibile da quelle di quel maggiordomo molesto" disse finendo il contenuto del suo bicchiere. "Sarà anche più facile aiutarci con il piccolo Warlock, perché potremo organizzare il necessario la sera stessa, e il giorno dopo occuparci di lui"
 
 
E intanto sarebbero stati assieme tutte le sere per i successivi anni, e ai due questo non poteva che fare piacere; la prospettiva era una meraviglia.
- Il piccolo Warlock. Che io ancora non ho visto e probabilmente non vedrò prima di settimana prossima. – rifletté, un po’deluso.
"Uao, hai pensato proprio a tutto. I miei complimenti" mormorò.
“Angelo?” lo chiamò Crowley, al quale non era sfuggito il velo di tristezza che si era posato sui suoi occhi cerulei.
“Sì?” alzò lo sguardo Aziraphale.
“Me lo dici che cos’hai?”
“Uh? Nulla, Crowley, che dovrei avere? Va tutto benissimo, stiamo festeggiando e…” tentò di sviare l’argomento Aziraphale, versandosi altro vino, come se nulla fosse.

Povero illuso.


Crowley fece solo finta di credergli e andò avanti a parlare di un po’ di tutto con lui, per una buona mezz’ora, della quale uno degli argomenti principali furono le sventurate vicissitudini di Paul, che strapparono a entrambi più di una risata.
“Quando l’ho visto coi pantaloni strappati, ti giuro che io…” riprese a ridere Aziraphale.

Questo prima che Crowley si avvicinasse a lui di soppiatto, per estrarre qualcosa dall’orecchio del biondo, o almeno dargliene l’idea.
“Un penny per i tuoi pensieri, angelo.” disse presentandogli la monetina in questione e consegnandogliela in una mano. “Ne ho materializzata una solo perché così ha più senso che dirlo e basta.” lo fece ridere.
“Cosa mi hai ricordato! Non mi esercito con i giochi magia da almeno cinque lustri!” si accese di entusiasmo Aziraphale.
“Ti sarei grato se ne facessi passare altri cinquecento!” smorzò la sua motivazione sul nascere Crowley, anche se aveva come il sensore che prima o poi quell’angelo sarebbe tornato alla sua malsana abitudine, chiedendo che lui gli facesse da spettatore.

“Ora però basta divagare, paga pegno. Dimmelo cosa ti turba. Riesco ancora a vederla quella malinconia sottile nel tuo sguardo.” mormorò il rosso.
Aziraphale si rigirò quella moneta fra le dita, guardando Crowley tutto il tempo. A quegli occhi indagatori lui non poteva mentire.
“Mi sento un po’ tagliato fuori.” si decise ad ammettere.
“Eh? E da dove? Come? È per qualcosa che ho fatto?” si agitò Crowley.

Non gli piaceva che il suo angelo avesse queste sensazioni.

“Intendo l’Armageddon. Si, è vero, lo stiamo fronteggiando insieme, abbiamo questo piano geniale, ma… non siamo esattamente sullo stesso livello, perché; sì, okay, me lo hai spiegato che l’Anticristo è più competenza dell’Inferno e quindi sotto la tua custodia, ma tu intento continui a vederlo e io probabilmente dovrò aspettare ancora una settimana… e quindi non mi sento alla pari con te.” riuscì a sfogarsi Aziraphale.

Crowley portò un dito sopra la guancia del biondo, quasi ad aspettare una lacrima che poi non cadde.
“È solo questo? Perché non me lo hai detto subito?” gli sorrise, alzandosi, ma solo per rimettersi le scarpe.
Fatto questo, tornò dall’angelo, prendendolo per mano, prima che l’altro avesse il tempo di divincolarsi.
“Crow, ma cosa…”
“Tecnicamente, non potrei…. ma chi se ne frega! Andiamo!” decise il demone, svanendo con l’angelo in una luce rossa fiammante.

Quando la luce svanì, Aziraphale non credette ai propri occhi.
“Crowley!! Ma…” esultò a bassa voce.
“Le domestiche sono tutte a cena a quest’ora, quindi, quale momento più propizio?” fece spallucce Crowley, allo stesso modo. “Eccolo qui, l’Avversario, il Distruttore dei Re, l’Angelo del Pozzo senza Fondo, la Grande Bestia… o, per fartela breve, il nostro piccolo Warlock.” gli fece l’occhiolino.
La stanza era in penombra, ma Aziraphale poteva chiaramente vedere nella culla la figurina addormentata su un fianco di un bimbo di pochi giorni che di demoniaco non sembrava avere proprio alcunché, ancora di più sotto a quella copertina con gli orsacchiotti blu.

“Aaaawww, ma guardatelo!” si intenerì l’angelo, sporgendosi più verso la culla, allungando la mano, ma senza toccarlo, solo per averne la parvenza. “Se non sapessi che ha uno scudo di difesa a tutte queste cose lo miracolerei per non farlo svegliare e tenerlo un po’ in braccio.” bisbigliò, lanciando un’occhiata fugace a Crowley.


Per un attimo e solo per un attimo, un piano si formò nella mente del demone: prendere quel bambino, lui e il suo Aziraphale, e fuggire in una remota galassia dell’Universo per crescerlo insieme, al riparo dalle cose troppo brutte e altrettanto da quelle troppo belle, per garantirgli un sano equilibrio.
Una sorta di famigliola felice.
Per fortuna o purtroppo, almeno per quella volta prevalse il suo emisfero razionale che gli suggerì di fare la cosa più saggia.
 
“Okay, visto te l’ho fatto vedere, ora andiamocene prima che sia qualcun altro a vedere noi!” lo convinse, tendendogli di nuovo quella mano che rigenerò il tele-trasporto.
Un’altra forte luce rossa e rieccoli in libreria.

“Oh, Crowley, io non so davvero come ringr…”
"Mi ringrazierai a tempo debito angelo.” tagliò ogni coinvolgimento emotivo troppo forte sul nascere Crowley. “Tornando al nostro discorso di prima, puoi sempre fare finta di essere innamorato della tata, in quel modo potrebbe lasciarti in pace" ridacchiò, riempiendosi il bicchiere un’altra volta.
"Non sarebbe una cattiva idea" rise Aziraphale. "Però devo ammettere che come coppia saremmo veramente orribili in quelle vesti."
"Non posso darti torto, una donna così bella con uno come te, nah. Naturalmente intendo con il tuo travestimento, capisci no?"
"Si, certo che capisco. Il merito però è mio, senza il trucco saresti come quel personaggio di quel cartone animato, come si chiama...Izma, quella vecchietta che serviva l'imperatore...non mi ricordo come si chiama il film"
"Molto spiritoso, angelo" si alzò alla ricerca di qualcosa.

"Tu non hai dei dischi qui in giro?"
"Si, ne dovrei avere un paio di-"
"Basta che non siano di musica classica" lo interruppe.
"Ah. Beh...allora non credo"
"Certo che sei noioso angelo. Beh, dovrò pensarci io"
"Ehi, non sono noioso"
"Oh sì che lo sei" disse materializzando un disco in vinile e appoggiandolo sul grammofono.

https://www.youtube.com/watch?v=TazHNpt6OTo

"No, non lo sono" ripeteva Aziraphale ferito nell'orgoglio.
"Ah, sta zitto e balla con me" disse avvicinandosi e afferrandolo per i fianchi. Il biondo per quel gesto si allontanò istintivamente.
"Cosa? No! Non so ballare"
"E poi dici che non sei noioso? Ho voglia di ballare, quindi o balli con me o ti costringerò con la forza"

Quella velata minaccia sembrava vagamente equivocabile.

"Non ho scelta vero?"
Per tutta risposta, il demone lo tirò a sé e cominciarono a ballare.
"Non ho mai visto un disco con una copertina del genere" osservò Aziraphale.
 
 
"Questo perché è il mio disco, una raccolta di canzoni che non mi hanno fatto schifo in questi anni"
La canzone non era delle migliori ma aveva un ritmo orecchiabile, non era nè veloce nè lenta, un ritmo molto rilassante, e tuttavia coinvolgente, veniva voglia di seguirla.
"Solo i Queen occupano un posto di rilievo nel tuo cuore vero?"
"Loro...e qualcos'altro"

Forse fu meglio per tutti e due non approfondire il significato di quella frase, Aziraphale non ci sarebbe mai arrivato se non attraverso un'aperta dichiarazione, e Crowley, inaspettatamente, era troppo intimidito dagli occhioni dell'angelo per continuare.

"Però" disse mentre ballavano. "Non ti muovi male per essere uno che non sa ballare" disse mentre la musica prendeva ritmo nella stanza.
"È più divertente di quello che mi aspettassi!" Esordì il biondo sentendosi a proprio agio mentre ballava con Crowley. Era uno dei suoi migliori effetti, stare con lui lo rendeva allo stesso tempo timido ma sicuro di sé, a suo agio con il suo comportamento e con il suo aspetto.

Ed era strano, perché Aziraphale aveva sempre avuto un rapporto conflittuale con il suo corpo, non riusciva a sentirsi sicuro, o bello. Anche se effettivamente un angelo non aveva affatto bisogno di sentirsi bello, almeno, lo credeva fino a che non si era innamorato di Crowley. Vederlo sempre così affascinante, ben vestito, i capelli sempre perfetti e quel suo profumo poco delicato ma altrettanto inebriante che gli si infilava nel naso, lo aveva portato a guardarsi allo specchio con gli occhi di chi vuole fare innamorare di sé stesso una persona.
Ma ancora doveva trovare la strada giusta.

"Angelo?"
"Eh?"
"Sei caduto in catalessi?"
"Ah, no no" scosse la testa. "Forse non sono tagliato per questo ballo, va troppo veloce"
"Beh allora cambiamo, mettiamo un lento"

Un lento? Cosa?!
Un lento lo ballano le coppie, e non degli amici ad una festa.

"Emh, no grazie caro, lascia pure quella canzone. Mi piace, solo...non sono mai stato abituato a ballare, non sono portato"
"Aaah, stronzate!" Disse andando verso il disco, e dopo averlo sfiorato con l'indice la musica si fermò.
"Ehi, quelle parole non le voglio sentire qui dentro!"
"Beh, allora non raccontarle! So benissimo che sai ballare, sei uno dei pochi angeli che lo fa! Quindi, ora a costo di sentirmi ridicolo e a costo di farti ridere…" schioccò le dita, e Aziraphale sentì un ritmo ben noto.

https://www.youtube.com/watch?v=P0tB2rGh1kM

"...insegnami la gavotte" disse portandogli un braccio.
"Cosa?" Chiese Aziraphale divertito, ma allo stesso tempo entusiasta. "Saranno decenni che non la ballo!"
"Aziraphale...smettila di mentirmi quando i tuoi occhi gridano che non vedi l'ora di ballare" disse con un sorriso.

E in effetti era vero. L'angelo allora sospirò, e con le guance rosse prese sotto braccio il compagno.

"Allora, segui i miei passi. Cerca di mantenere l'equilibrio tenendoti al mio braccio"
"So come funziona lo stare in equilibrio" disse mentre imitava i movimenti dell'angelo, alzando le gambe a ritmo di quella strana canzone. Ballarono muovendosi verso destra, più verso sinistra, alzando le gambe in maniera alternata e tenendosi sotto braccio.

Aziraphale stava sorridendo come gli capitava solo quando ballava la gavotte; era una delle cose che lo emozionava di più, ma non avrebbe mai potuto immaginare che l'avrebbe ballata con Crowley, e che sarebbe stato proprio lui a proporglielo, solo per farlo felice.
Crowley era veramente un caro amico, anche se non glielo avrebbe mai lasciato ammettere.

"Nemmeno tu ti muovi male"
"Ti stupisci? Ho ballato fin dal primo giorno in cui ci hanno spedito qui su questo ammasso di rocce ed erba" alzò la gamba fin sopra la testa, dimostrando quanto fosse snodato.
"Inoltre sono più bravo di te" sogghignò, sapendo che pungere Aziraphale nell'orgoglio avrebbe portato ad un altro bisticcio.
"Cosa? Io ballo la gavotte da quando è stata inventata!" Gli disse infatti. "Sono io quello più bravo!”
"Ah, la metti così? Beh vediamo" lo sfidò, muovendosi più velocemente.

"Se vinco io, voglio che tu dica una parolaccia davanti a me"
"Sai quante ne ho dette in questi anni senza che tu mi sentissi" gli fece notare.
"Si, ma non la mie parolacce...o volgarità, chiamiamole così!"
"E se dovessi vincere io?" Aziraphale cominciò a sudare dalla fatica, la gavotte si balla piano, non in maniera così forsennata.
"Allora ti darò un bacio"

Inizialmente Aziraphale pensò che la musica avesse deformato la parola.

"Cosa? Un calcio?"
“Un bacio, idiota!" Gli rispose roteando su sé stesso, anche se non era un passo previsto.

"Che?! Ma a questo punto dammi un calcio no?!" Gli rispose mente cominciava ad avere male alle gambe. Il suo istinto voleva farlo figurare come una punizione, e non come un qualcosa che avrebbe sempre voluto.
"Sulla guancia, mica sulla bocca! E poi hai idea di quanto sia umiliante per noi demoni fare certe cose? Avanti è un'occasione più unica che rara! Poi ti ho già morso, direi che un bacio è la cosa meno scandalosa che potrei chiederti!"

Il ritmo procedeva più rapido, come se qualcuno avesse raddoppiato la velocità del disco.

"Non posso avere qualcos'altro?" Come ad esempio un bacio, ma in bocca?
"Posso farti scegliere la guancia se vuoi, ma tanto è inutile, preparati a perdere!"

Detto questo, impiegò tutte le sue energie per vincere, alzò male gambe in falcate veloci e perfette, e anche Aziraphale non era da meno.
Quando la canzone ormai andava talmente veloce da non avere più un ritmo scandito da un ballo, i due cominciarono a vacillare.
Nonostante tutto, Aziraphale sembrava quello più stabile visto i suoi lunghi anni di esperienza.
Ma la libreria del biondo non era mai stato un posto adatto al ballo, e non fu una cosa inaspettata vedere Crowley mentre si impigliava al tappeto antico steso sul pavimento, e vederlo poi capitombolare addosso all'amico.
Finirono entrambi a terra, e Aziraphale picchiò la schiena sul pavimento.

"Mio Dio che male!" Ma con un miracolo il dolore sparì. "Poveri umani che devono sopportare cadute del genere ogni giorn-" alzando la testa si ritrovò faccia a faccia con il demone.

"Beh, congratulazioni" gli disse guardandolo con un sorriso. "Hai vinto" e mentre ancora Aziraphale avvampava per aver visto così da vicino i suoi occhi, Crowley lo tirava su per il braccio.
"Ma solo perché il tuo tappeto ha deciso di tirarmi un brutto scherzo" si sistemò i capelli.
"Beh, ora dimmi, destra o sinistra?"
"C-come dici?" Gli chiese sistemandosi il papillon.
"La guancia, destra o sinistra?"

Oh Dio, allora parlava sul serio, lo voleva veramente baciare!
Calma Aziraphale, è solo una punizione...i demoni odiano le dimostrazioni di affetto, o meglio, l'affetto in generale... è solo perché sei più bravo a ballare.
Insomma, tu odieresti dire parolacce, e lui odia baciare...forse odia baciarmi. Ma forse vale la pena di tentare no.

"Er...eh-emh. Io…l-la sinistra?" Esitò.

Senza perdere troppo tempo, Crowley gli afferrò le spalle, si avvicinò e lo baciò proprio su quel punto indicato dall'angelo. Rimase per qualche secondo su quel contatto delicato, prima di staccarsi con un leggero schiocco.
Intanto Aziraphale sentì il cuore esplodere di gioia. Cercò di smascherare il suo fiatone e il fatto che fosse avvampato ancora di più di prima, ma Crowley lo aveva capito. Era arrossito, un po' gli era piaciuto.
Ma non disse nulla, esattamente con non avrebbe mai ammesso di aver inciampato apposta nel tappeto, che casualmente era spostato in maniera che chiunque avrebbe potuto caderci.

"Beh, ho pagato pegno! Ora.."cercò di cambiare argomento prima che gli venisse voglia di baciarlo nuovamente. "..hai dell'altro vino?"

L'angelo sorrise. Crowley non sarebbe mai cambiato.

Avevano continuato a bere per diverse ore, e nonostante la faccenda del bacio, che ancora faceva battere il cuore ad entrambi al solo pensiero, avevano trovato diversi spunti di conversazione, fino a quando il demone tornò con una delle sue proposte.

"Voglio fare un gioco"
"Mh?"
"Non ho mai"
"...non ho mai?"
"Si, non ho mai"
"Non hai mai fatto cosa?"
"È il nome del gioco, Mister sveglione!"

"Aaah" disse Aziraphale appoggiando il suo bicchiere al tavolino. "Come si gioca?"
"Beh, riprendi in mano il tuo bicchiere, tanto per cominciare" disse sedendosi al suo fianco sul divano. "Ora, a turno diremo delle cose che non abbiamo mai fatto, e se l'altro invece l'ha fatta, deve bere"
"Mh...non mi sembra difficile. Posso dire anche cose che ho fatto?"

"Se vuoi bere...ma l'obiettivo non è trovare delle cose che l'altro non ha mai fatto, ma piuttosto che ha fatto! Insomma, trovare le cose più imbarazzanti"
"Ah, no! Allora no! Tu sei capace di distruggermi!"

L'altro rise per risposta.

"Oh eddai! Non farti pregare!"
"Tu mi farai le domande più scomode che potrai trovare!"
"Bingo! È questo il bello!" Si avvicinò a lui. "Siamo amici da seimila anni, è normale scambiarci delle confidenze"
"Tu saresti capace di andare in dettagli talmente intimi da non saperli nemmeno io" sbuffò togliendosi le scarpe, che erano diventate scomode dopo quel ballo.
"Le potrai fare anche tu se vuoi, domandarmi qualunque cosa, è per divertirci! Non vorrai passare di nuovo per quello noioso vero?"
"Non sono noioso! Come te lo devo dire?"
"E allora dimostramelo con delle domande ficcanaso! Non lo dirò a nessuno, te lo prometto, sai che ti puoi fidare di me!"

L'angelo era a dir poco pazzo di curiosità, e avrebbe voluto tanto giocare senza però passare per il curioso e inopportuno di turno. Ma Crowley aveva talmente insistito che si era ritrovato ad alzare il suo bicchiere in alto, in segno di accettazione.

"Oh, finalmente ragioni!" E anche l'altro prese in mano il suo vino.
"Però-" alzò il dito Aziraphale.
" Niente volgarità troppo spinte qui a casa mia"
"Ningun problema" rispose Crowley raccogliendosi i capelli in uno chignon spettinato.

- Mio Dio che splendore… -

Aziraphale rimase come incantato da quella nuova acconciatura.

"Beh, comincia tu allora, io non ci ho mai giocato" chiese il biondo.
"Mh...allora. Io non ho mai usato i miei poteri per procurarmi del cibo"
"..."
Il rosso gli mostrò un sorriso.

"Questo è barare! Sai bene che lo faccio continuamente, e non ci credo che in seimila anni non lo abbia fatto anche tu"
"Infatti io sto bevendo, guarda" e prese un sorso di vino.
"Sei sleale!"
"Bevi e basta!"
"Ma non puoi basare il gioco su cose che già sai!"
"E allora concedimi di poterti fare domande un po' più spinte!" Lo ricattò il rosso.

"...mph" disse bevendo il suo sorso. "E va bene!" Gli concesse.
"Ottimo, hai imparato a giocare!"
"Frena i cavalli, è il mio turno! Io non ho mai...fatto un incidente con un’auto"
"Ehi! Due cose, uno, non sono le domande adatte per questo gioco, e due, non è stato un incidente! Quello scooter mi è venuto addosso!"
"Ma se gli hai tagliato la strada! E per fortuna c'ero anche io, altrimenti lo avresti lasciato morente in mezzo alla strada!"
"E comunque anche tu sapevi dell'incidente, non puoi fare domande di cui sai già la risposta!"

"Almeno saremo pari. Ora bevi"
E il demone obbedì con uno sbuffo.
"Ora tocca a me. Non ci andrò leggero angelo"
"Te l'ho forse chiesto? Avanti, fammi vedere di cosa sei capace sbruffone"
"Ah questa me la paghi" disse pensando alla domanda adatta.
Rimase in silenzio per qualche secondo.

"Io non ho mai baciato una donna"

Aziraphale pensava a domande peggiori, ma avevano appena iniziato a giocare, e Crowley procedeva spesso per gradi.
Alzò le spalle e non bevve.

"Un po' lo immaginavo" osservò Crowley.
"Mph, come se in tutti questi anni non avessi capito che non mi piacciono le donne"

Crowley dovette ammettere che quella dichiarazione a bruciapelo aveva confermato ciò che già sapeva, ma non se la sarebbe mai aspettata. Aziraphale era arrossito, ma almeno in seimila anni aveva imparato a confidarsi.

"No, in effetti lo sospettavo. Ma non ti piaccio nemmeno io vestito da tata?"
"Tu sei l'unica per la quale potrei avere un debole, Miss Ashtoreth" ridacchiò.
"Lusingata. Ora prego, fratello Francis, è il suo turno"

Aziraphale acquisì un po' di coraggio.

" Io non ho mai…" e si preparò a bere. "Baciato degli uomini"
Crowley immaginava che se non fossero donne sarebbero stati uomini. Ma sentirlo dalla sua bocca era tutta un' altra cosa.
Anche Crowley bevve.
"Ah, davvero?" Chiese Aziraphale.
"Beh...seimila anni qui e ci si annoia" ridacchiò.

"Dovevi dunque trovare qualcuno con cui passare il tempo"
"E tu?"
"Riservalo per la prossima domanda" gli disse, come inebriato dal vino per potergli rispondere in quel modo.

Forse Crowley avrebbe potuto azzardare domande molto più spinte e che avrebbero soddisfatto la sua curiosità dopo tanti millenni di attesa, ma decise invece di avvicinarsi ancora di più al suo angelo, e di sfiorare il ginocchio con il suo.
Appoggiò il braccio al retro del divano, e lo guardò negli occhi.

"Io…"sussurrò dolcemente. "Non mi sono mai innamorato"
Entrambi si guardarono per qualche secondo, prima di bere.
Aziraphale cominciò a tremare, ma mantenne un espressione calma.
"Io non ho mai...amato un mio amico"
Ed entrambi bevvero.

"Io…"Crowley si preparò sul trampolino di lancio. "Amo…" un tuffo carpiato, previsione zero schizzi, i giudici preparano un 10 su ogni cartello. Appoggiò il bicchiere, sicuro di non bere e di non negare quello che sarebbe uscito dalla sua bocca. "Il mio…"

Si avvicinarono lentamente l'uno all'altro, fino a quando non poterono più mettere a fuoco la punta dei loro nasi. Aziraphale prese un respiro profondo, sicuro di quello che volesse fare.

"Miglio…" quasi sospirò chiudendo gli occhi pronto a baciare il suo migliore amico.
 
 
DRIIIIIIIIIIIIIN

Con gli occhi sbarrati, Crowley si rese conto di essere scivolato dal trampolino, di aver fatto una spanciata e di aver schizzato i giudici, che lo giudicavano con tre zeri tondi.
La loro vicinanza dopo aver ripreso consapevolezza era dir poco vergognosa.

DRIIIIIIIIIIIIIN

"Ma chi diavolo è?!" Avrebbe forse dovuto dirlo con meno ira.
"Emh…" Aziraphale si alzò un po' intimidito. "Avevo ordinato una pizza per festeggiare stasera… me ne ero dimenticato. Probabilmente il fattorino ha fatto tardi e...beh alla fine non mi procuro tutto il cibo con i miracoli" scherzò mettendo le mani dietro la schiena.

DRIIIIIIIIIIIIIN

"Emh, meglio che vada ad aprire" disse andando nell'altra stanza.
Crowley era rimasto a dir poco senza parole.

- Dico ma stiamo scherzando? Così vicino a baciarlo finalmente e ora per una pizza è tutto finito?!-

Furioso, cominciò a prendere a cazzotti un cuscino,quasi facendo uscire le piume che conteneva.

"Cazzocazzocazzocazzocazzocazzocazzo!" Borbottava con sguardo feroce.

Quando sentì Aziraphale chiudere la porta, cercò di ricomporsi, appoggiando la testa alla mano.
L'angelo tornò con una scatola formato famiglia, e la appoggiò davanti a loro.
"Spero che ti piaccia" Miracolò due piatti.
"Come l'hai ordinata?"
Aprendo la scatola, rivelò una diavola.
"Ah-ah-ah. Molto spiritoso"

L'angelo rise, e per Satana, aveva il sorriso più bello del mondo. E in un lampo, tutta la rabbia per quel bacio mancato, sparì.
Il biondo gli porse una fetta di pizza, e in pochi minuti ricominciarono a chiacchierare, e a ridere insieme.
La serata passò così, senza novità, con una pizza, e la risata di Aziraphale, seguita da quella di Crowley.

TBC

Speriamo continui a piacervi, sempre che qualcuno ci sia riuscito ad arrivare a fondo pagina, lol.
Se lo avete fatto, dateci un segno di vita XDD

p.s. una cosa che ci siamo dimenticate di precisare: è vero che nella serie TV a casa Dowling ci vanno quando Warlock ha 5 anni, ma noi preferiamo rifarci al libro dove ci vanno appena è nato ;)
Come sempre, liberi di dirci qualsiasi cosa, anche che scriviamo troppo… ma già lo sappiamo ahah!
Alla prossima! <3
   
 
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