La
donna si avvicinò all’ingresso della scuola
tenendo la bambina per mano.
Delle
trecce corvine le scendevano giù sulle spalle, il corpicino
avvolto in un
grembiule rosato.
Superate
le scale, la giovane si accovacciò accanto alla figlia,
stampandole un bacio
sulla fronte, carezzandole una guancia.
Poi si accorse di una figura solitaria: un paio di occhi a mandorla le
fissavano con
aria sperduta. La bambina teneva un piccolo sacco stretto tra le mani.
«Lei
è come te» sussurrò la madre alla
bambina, «non v’è alcuna
differenza».
Fece
in tempo a notare la piccola avvicinarlesi, aiutandola a reggere il suo
sacco.