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Autore: Soly_D    22/10/2019    3 recensioni
• Day 1: Last request
[«Voglio un bacio», ripeté Natsu un po’ più forte. «Non ne ho mai ricevuto uno».]
• Day 2: Memories
[«Ma i ricordi... i ricordi fanno ancora un po’ male, devo ammetterlo».]
• Day 3: Reckless
[«Già me lo immaginavo… avrebbe avuto i tuoi capelli e i miei occhi, o magari il contrario».]
• Day 4: Worship ➤ Fantasy!AU - parte 1
[“Se solo potessi liberarmi di questo enorme peso...” pensò con gli occhi fissi sul dipinto di END – mezzo drago, mezzo uomo – che sembrava guardarla da lassù con disprezzo.]
• Day 5: Forbidden ➤ Fantasy!AU - parte 2
[«Come puoi solo pensare che io ti possa portare lì dentro? È un inferno, lo capisci?».]
• Day 6: Secret
[«Oggi alla gilda ho sentito che nascondi un segreto», disse in fretta Natsu con tono serio. «Di cosa si tratta?».]
• Day 7: Reunion ➤ Modern!AU
[Come ci fosse finita con le labbra incollate a quelle di Natsu Dragneel su uno dei vari divani in pelle della lussuosa casa di Mavis Vermillion, Lucy non avrebbe saputo dirlo.]
[Raccolta di oneshots per il NaLu Love Fest 2019 indetto su Tumblr]
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Happy, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: Lemon, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Love is like a friendship caught on fire.

[NaLu Love Fest 2019]



Day 2: Memories

Da quando era tornato dal suo anno di allenamento lontano da casa, Natsu aveva trovato qualcosa di diverso in Lucy. Qualcosa che non aveva nulla a che fare né con il nuovo taglio di capelli che comunque le donava particolarmente, né con i nuovi Star Dress che dimostravano quanto anche lei si fosse impegnata per diventare più forte. Si trattava di una vena più triste, più malinconica, attimi in cui lo sguardo di Lucy si perdeva nel vuoto per poi tornare alla realtà portandosi dietro pensieri e sentimenti inespressi e lacrime invisibili.
Natsu voleva vederci chiaro e allora aveva proposto a Lucy di fare un picnic in un prato fuori da Magnolia in memoria dei vecchi tempi, così da poterle esporre i suoi dubbi lontano da occhi e orecchie indiscrete. Lucy aveva accettato di buon grado e così quel pomeriggio si erano ritrovati seduti sull’erba fresca a mangiare tranquillamente i loro tramezzini mentre Happy rincorreva qualche farfalla. Tuttavia, anche in quel momento, Natsu aveva l’impressione che il sorriso di Lucy non fosse luminoso com’era sempre stato e come lui desiderava che tornasse ad essere – adorava quel sorriso, rivederlo l’avrebbe reso felicissimo. Natsu non era stupido, né così ingenuo come tutti credevano, e poiché la cosa cominciava seriamente a preoccuparlo, si limitò a porre a Lucy la domanda che gli ronzava in testa da un po’ di giorni.
«Sei arrabbiata con me?».
Presa alla sprovvista, Lucy sussultò e il tramezzino rischiò di scivolarle dalle mani sul vestito. «Perché dovrei, Natsu?».
«Perché ti ho lasciata sola per un anno».
Lucy sgranò impercettibilmente gli occhi, poi abbassò lo sguardo. «No, certo che no», rispose nascondendosi dietro l’ombra di un mezzo sorriso – di nuovo quel sorriso triste che proprio non le si addiceva. «Ma i ricordi... i ricordi fanno ancora un po’ male, devo ammetterlo».
Natsu sentì il cuore stringersi in una morsa dolorosa. Odiava veder soffrire Lucy, ancora di più se la colpa era sua come in quel caso. Istintivamente le si fece più vicino, le tolse il tramezzino dalle mani rimettendolo nel piatto e gliele prese nelle sue. Un incastro perfetto di mani bianche, piccole, fresche, e di mani più rudi, abbronzate, bollenti.
«Mi dispiace tanto, Lucy, credimi, ma l’ho fatto per diventare più forte. Per voi», disse guardandola dritta negli occhi nocciola. «Per te», concluse in un sussurro.
Ed era vero. Aveva trascorso quell’anno ad allenarsi duramente per essere in grado di proteggere le persone che amava, prime fra tutti Lucy ed Happy, ma solo ora si rendeva conto di quanto si fosse dimostrato impulsivo e strafottente ed egoista nel decidere di andarsene così all’improvviso, lasciando a Lucy solo una misera lettera (troppo vigliacco, troppo poco maturo per andarle a parlare di persona...). Lui durante quel cammino aveva avuto Happy accanto a sé, ma Lucy? Lucy aveva trascorso un intero anno da sola, completamente sola, ad annotare su un grande tabellone qualsiasi indizio fosse in grado di rimetterla sulle tracce di ogni singolo membro di Fairy Tail. Nomi di persone che li avevano intravisti di sfuggita o che avevano sentito parlare di loro, luoghi in cui erano stati avvistati, articoli di giornale, foto, racconti, documenti, anche solo voci lontane e poco attendibili.
E Natsu non riusciva a perdonarsi di averle permesso di caricarsi un simile peso sulle spalle tutta da sola. Forse, se a quel tempo ci avesse riflettuto meglio, avrebbe chiesto a Lucy di andare con lui o magari avrebbe deciso semplicemente di restare ad allenarsi con lei, lì dove tutto era cominciato. O forse no, forse era così che le cose sarebbero dovute andare. Rimanere distanti l’uno dall’altro per un intero anno, in fondo, era servito ad entrambi per maturare e ritrovarsi più forti e più uniti di prima, più intimi e più complici di quanto non fossero mai stati.
«Lo so che l’hai fatto per tutti noi», confermò Lucy con un sospiro. «È solo che... se ripenso a quest’ultimo anno, sento ancora l’amaro in bocca. Ma con il tempo passerà, ne sono certa. In fondo sono solo ricordi, no?».
Natsu annuì, ma in cuor suo seppe che quel tentativo di autoconsolazione non avrebbe migliorato l’umore di Lucy. Perché Lucy non aveva bisogno di altre parole di conforto, ne aveva avute anche troppe. Aveva solo bisogno di sentirsi di nuovo a casa e stavolta per davvero.
Di colpo, riflettendo su quei pensieri, Natsu ebbe un’idea così semplice eppure così geniale che si domandò come avesse fatto a non pensarci prima.
«Se il problema sono i ricordi, allora...». Scattò in piedi tirando Lucy con sé. «…basterà crearne di nuovi e di felici per sostituire quelli vecchi e tristi!».
Lucy sembrava un po’ frastornata e allo stesso tempo divertita. «Natsu, non è proprio così che funziona...».
Ma ormai Natsu la ascoltava a malapena. «Yo, Happy!», urlò per farsi sentire dall’Exceed che riportò immediatamente l’attenzione su di lui. «Che ne diresti di mostrare a Lucy il frutto del tuo allenamento?».
«Aye, Sir!», esclamò Happy sfoderando un paio di ali molto più grosse e robuste dell’anno precedente che gli permisero di sollevarsi in aria e gettarsi in picchiata verso Natsu e Lucy. Quasi avesse letto nel pensiero del suo migliore amico, l’Exceed afferrò Natsu per la giacca e a sua volta il Dragon Slayer prese in braccio Lucy con un movimento veloce. Happy spiccò il volo e a nulla valsero le proteste di Lucy che si dimenava tra le braccia di Natsu pretendendo di essere rimessa giù immediatamente.
Qualche secondo dopo, i tre volteggiavano per il cielo tinteggiato di rosa e arancio dal sole che tramontava gradualmente su Magnolia. Lucy, affascinata dal panorama della città che da quell’altezza sembrava essersi magicamente rimpicciolita, aveva ormai smesso di muoversi e lamentarsi. Il suo sguardo saettava da un edificio all’altro, da una strada all’altra e da un passante all’altro. Infine si soffermò sulla sede della gilda recentemente ristrutturata grazie all’impegno e alla dedizione di tutti i loro amici che in quell’anno di separazione non avevano mai, mai smesso di credere nel legame che li teneva stretti l’uno all’altro. E osservando l’insegna luminosa FAIRY TAIL sotto cui svettava il simbolo della fata che aveva ben impresso sul dorso della mano, a Lucy sfuggì un’ultima lacrima solitaria. Di gioia, stavolta, per aver finalmente ritrovato se stessa e la sua amata famiglia dalla quale non si sarebbe mai più separata.
«Allora, Lucy, che te ne pare di questi nuovi ricordi?», chiese Natsu impaziente. «Potrebbero funzionare?».
A quel punto Lucy guardò il volto sorridente di Natsu e il panorama della città le sembrò nulla in confronto.
«Saranno ricordi bellissimi», rispose accucciandosi al petto accogliente dell’amico e lasciandosi cullare dal ritmo calmo e confortante del suo battito cardiaco. Infine socchiuse gli occhi, le labbra increspate in un sorriso sereno, il primo vero sorriso da giorni.
«Grazie di cuore, Natsu. E grazie anche a te, Happy: sei diventato fortissimo».
Happy, tutto orgoglioso, fece un’ampia giravolta che però gli fece perdere drasticamente quota rischiando di cadere insieme ai suoi allarmati passeggeri.
«R-ragazzi... ora facciamo una sosta, però, va bene?».










Note dell'autrice:
GRAZIE DI CUORE a chi letto/recensito il primo capitolo. E buon NaLu Love Fest a tutti voi <3 Non ricordo se Happy abbia mai mantenuto ben due persone in volo ma mi piaceva comunque l’idea di renderlo il “cupido” della situazione. Alla prossima!
  
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