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Autore: sonia1977    24/10/2019    0 recensioni
Vader convive con Anakin nella testa, poichè non è sicuro di aver fatto bene a fidarsi di Palpatine.
Cerca e trova Obi-Wan, ma il Jedi non è quello di un tempo.
Insieme si imbarcheranno su di filo sottile chiamato "speranza" ma entrambi sanno che se ci sarà una seconda caduta sarà la fine di ogni cosa.
La storia è una Obi-Wan/Anakin
Genere: Avventura, Commedia, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Anakin Skywalker/Darth Vader, Obi-Wan Kenobi, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13. "Casa"
 
Il ritorno fu silenzioso, ognuno era perso nei propri pensieri.
Quando le grandi porte del Tempio si chiusero dietro di loro, il Maestro Jedi chiese di essere seguito e Vader si accodò silenziosamente.
Il Maestro li guidò verso le sale del riposo, le camere dove i Jedi si rilassavano o studiavano per la missione seguente, una volta quelle sale erano piene di Jedi indaffarati chini sui datapad, oppure discorrevano tra di loro di qualche missione passata o in procinto di iniziare. Si vedevano Maestri parlare con Padawan troppo esuberanti cercando di placarli o troppo timidi perché esprimessero da soli il loro punto di vista, i piccoli Younglings che si affrettavano nel corridoio con i loro passetti infantili; ora c’erano solo un grande silenzio e un lungo tappeto bordeux decorato con due linee rette, dorate, lungo i bordi.
Superata una saletta con uno schermo spento, che un tempo trasmetteva ininterrottamente le notizie dell’ultimo minuto sulla guerra e la politica galattica.
Anakin e Obi-Wan usavano accostarsi per sentire le notizie prima di scendere e fare colazione.
Il Jedi girò a sinistra continuando a seguire il suo percorso senza mai rallentare.
L’unico rumore udibile era il fruscio dei due mantelli che scorrevano sul tappeto.
Obi-Wan aprì la sua stanza ed entrò seguito da un curioso Anakin, il giovane Sith non aveva capito perché erano lì, aveva pensato che il Jedi volesse riposare nella sua stanza, e giacché le loro camere erano collegate, non ci avrebbe visto niente di strano, oltre al fatto che dormire nella stanza di Anakin Skywalker, poteva portare incubi che non voleva affrontare, ma capiva il desiderio del Jedi di starsene un po’ in quella che era sempre stata la sua “casa”, per oltre quindici anni.
Entrando si era fermato, a osservare il salottino, l’altro era andato direttamente nella sua camera. La stanza era esattamente come l’aveva lasciata, il droide che stava smontando era ancora lì aperto con un leggero strato di polvere sopra, il mantello senza maniche gettato sulla poltroncina alle sue spalle, c’era persino la tazza con il tea mai finito di Kenobi, adesso si vedeva il fondo marrone scuro, del tea evaporato, e il datapad con le riparazioni della Resolute da vagliare. Ricorda di aver steso il rapporto danni, in mezza giornata, ma aveva bisogno dell’approvazione di Obi-Wan per far riparare la sua nave, lui sapeva, se si poteva fare o se doveva aspettare, si chinò in avanti, prendendo il datapad
“Chissà se si accende ancora” mormorò spingendo delicatamente il pulsante sul lato sinistro, lo schermo s’illuminò subito e mostrò le modifiche alla sua richiesta, il Jedi aveva approvato l’istanza di manutenzione dell’iperguida e della zona contenimento, ma sulla richiesta di controllo e calibrazione dei sensori di puntamento, c’era il link di una nota di Kenobi, Anakin la sfiorò e quella si attivò portandolo all’appunto “Anakin la calibrazione dei sensori di puntamento, devi eseguirle tu stesso nella zona di controllo beta57. Obi-Wan” inconsciamente il Sith sorrise,
“Ti soddisfa la mia idea?” la domanda dell’altro lo colse all’improvviso, gli era arrivato alle spalle, non l’aveva sentito avvicinarsi,
“Sì, mi sarebbe piaciuta, mi piace, cioè… Purtroppo il controllo di quei sensori non l’ho fatto personalmente” Kenobi intuì e annuì, lanciò un’occhiata al divano e poi si sedette, Vader gli si sedette accanto
“Che hai, Obi-Wan?” chiese osservando il volto tirato dell’altro
“Mi hai chiesto di tua moglie. Ecco, vedi non ho mentito, lei era viva su Mustafar” affermò mettendogli tra le mani due olofoto con Padmè e la Regina di Alderaan, erano sul terrazzo del palazzo reale, poteva vedere le montagne innevate che le circondavano
“Sì, lo so. Ora lo so. Lei come stava? Com’era?” chiese osservando i tratti della moglie, e li trovò tristi nonostante stesse sorridendo
“Era come sempre, molto bella, dolce ma triste1” rispose Obi-Wan, guardando fuori dalla finestra, la pianta ancora verde che Anakin gli aveva regalato tempo prima
“Avrà bisogno d’acqua, sarà prudente?”
“Sì da questo lato non si vede il 500 di repubblica” replicò all’istante Anakin, il Jedi si alzò e prese un bicchiere d’acqua, dopo averla fatta scorrere qualche minuto, era uscita di un inquietante colore marrone. Uscì sul terrazzo, abbassandosi, la terra era secca e alcune foglie cominciavano a presentare il tipico colore giallastro prima della caduta, due rami erano secchi.
Kenobi si sedette e recise via i rami morti, con delle forbici che tenevano lì fuori per la pianta, eliminò le foglie gialle e le diede l’acqua, sentì Anakin sedersi accanto mentre si occupava dalla pianta
“Sai perché è sopravvissuta tre anni senza acqua?”
“Sì, è originaria di Tatooine, l’unica pianta verde di tutto il pianeta. L’ho vista anche nel profondo deserto, ma non era così rigogliosa. Le sarà bastata la poca pioggia fatta in questi anni, ma sta comunque morendo, lentamente”
“Te ne puoi occupare basta che vieni qua, l’importante è che sia a quest’ora che c’è ombra sufficiente” brontolò guardando la piantina che resisteva alle avversità con tenacia tipica di chi è abituato all’assenza di acqua
“Sicuro?” chiese con tono dubbioso, ci mancava solo Palpatine lo beccasse a dare da bere a una pianta
“Certo o non te lo avrei detto altrimenti” replicò stendendo le lunghe gambe sul freddo acciaio che costituiva il pavimento del terrazzino
“Ho tre bantha e due eopie su Tatooine, se la caveranno senza di me?” la voce di Kenobi arrivò di punto in bianco, mentre il ragazzo si stava appennicando,
“Ti sei fatto l’allevamento?” chiese sbadigliando
“No, li curo e gli do qualcosa da mangiare, e loro mi danno il latte” replicò scuotendo le spalle come se la cosa non avesse rilevanza
“Sono selvatici o li hai addomesticati, tipo una stalla?” chiese, ben sapendo che se a quegli animali si fosse scompigliato un ciuffo di pelo, il Jedi si sarebbe sentito in colpa
“Sono in una specie di recinto, ma è fatto con legna secca, possono uscire se vogliono”
“Direi che è meglio che vado a dargli un’occhiata. Dovrebbero cavarsela per un po’ da soli, ma ti cercheranno ovviamente, tu crei un rapporto simbiotico con le cose viventi. Pure la pianta è contenta di vederti” replicò indicando la piantina che vibrava allegra da quando aveva ricevuto dell’acqua
“Dai un po’ di positivismo, è felice di vederti, finché non ti percepisce con un paio di forbici in mano” replicò sorridendo il Jedi dandogli una leggera spallata, sedendogli accanto, stendendo le gambe anche lui, un tempo non l’avrebbe fatto, ma adesso non c’era nessuna etichetta da mantenere, e poi gli facevano male le ginocchia
“Ehi non è colpa mia!” replicò indignato il Sith
“Chi è che le ha reciso un intero ramo, con un fiore addirittura?” lo guardò di sottecchi mentre il viso di Anakin diventava sempre più scandalizzato
“L’ho tagliato per sbaglio, non mi aspettavo di vederti nudo” ringhiò, quello si presenta senza inner tunic e maglia da sotto, perché ha la spalla con un taglio lungo quindici centimetri, che gocciolava sangue, che la garza tampone non riusciva più a trattenere, e la colpa è di Anakin se la pianta ci ha rimesso un ramo con fiore, ovviamente, figurati se non era colpa mia! Si ritrova a pensare il ragazzo tra lo stizzito e il divertito, si sono punzecchiati per giorni con questa storia del ramo
“Non ero nudo, portavo i pantaloni” puntualizza Obi-Wan incrociando le braccia
“Ci mancava anche che fossi totalmente nudo… beh a pensarci forse era meglio visione integrale” replicò ghignando Anakin, aspettandosi gli occhi sgranati e il tipico rossore imbarazzato sul volto dell’altro
“Cosa? E perché vorresti vedermi nudo? Non sono mica affascinante!” questionò spalancando gli occhi e diventando rosso, Anakin sorrise certe cose non cambiano mai!
“Ma sentilo, non è attraente, ma se c’era mezza galassia che ti sbavava dietro”, replicò senza pietà alcuna il Sith, mentre da rosso pomodoro, il viso virava a quello delle cromature di R4
“Guardavano te” si difese l’altro, più di una volta aveva beccato ancelle e tecnici vari a guardare il sedere di Anakin, con suo sommo disappunto, non era un comportamento degno dei ruoli che ricoprivano
“No guardavano il tuo culo, fidati, li ho visti, certe ancelle avevano dei pensieri poco casti li ho percepiti e non stavo neanche guardandole” replicò con aria serafica l’altro osservando il traffico come se fosse una cosa interessante cercando di non ridere
“Questa cosa è imbarazzante” mormorò l’altro in autocombustione, Anakin decise si avere pietà, e replicò
“Punti di vista. Comunque avrei verificato se il Maestro Vos aveva ragione” sapeva che nominando Quinland Vos, avrebbe attirato l’attenzione per tutt’altro, infatti, l’altro sospirò affranto e scuotendo la testa chiese
“Questo non promette niente di buono. Cosa ti ha detto Quin?”
“Che hai un tatuaggio” buttò lì Anakin guardando la pianta adesso che riposava felice davanti a loro
“O cielo!” sussurrò Obi-Wan
“Per la Forza è vero? Perché non l’ho mai visto?” la testa di Anakin si girò tanto velocemente che avrebbe potuto staccarsi, gli occhi grigi spalancati dalla sorpresa
“Perché non lo mostro a tutti e perché non mi hai mai visto nudo fortunatamente per me” rispose, addossandosi di più al muro che delimitava il perimetro del terrazzino
“Rimedio subito, spogliati” le mani di Anakin, volarono sulla tunica di Obi-Wan senza intento di toglierla solo per farlo saltare sul posto
“Ehi, giù le mani. Anakin mi stai facendo il solletico. Eh dai!” il Jedi si stava contorcendo dal ridere, sotto l’assalto dell’ex apprendista
“Sono curioso” replicò sorridendo ritirando le mani
“Non è niente di che, non l’hai mai visto perché è sulla parte bassa della schiena sul lato sinistro, il pantalone è più alto” spiegò pazientemente
“Questa è una vera ingiustizia! Chi l’avrebbe mai detto che avevi un tatuaggio, non ti facevo tipo da fartelo”
“Infatti. Eravamo completamente ubriachi”
“Tu e Quin?”
“C’era anche Cordé”
“Aspetta Cordé ha un tatuaggio, ma io dov’ero?”
“Su Tatooine”
“Altra ingiustizia” il Sith sospirò affranto, come se la sua assenza in un momento tanto epico fosse una grave mancanza
“Cosa c’è?” chiese quando guardò il volto rilassato dell’altro, solo prima della guerra l’aveva visto così
“Niente, stai ridendo e i tuoi occhi sono normali, non sono neanche venati di giallo”
“Devi vedere la tua faccia, Kenobi” ringhiò in risposta, aveva una reputazione da proteggere e quel soggetto del suo ex-Maestro, era capace di intaccare la corazza soltanto ridendo,
“Stai bene?”
“Si sto bene, stranamente”
“Torniamo dentro va, non vorrei che ci vedessero”
“Va bene. Dammi una mano va che non riesco ad alzarmi”
“Sei vecchio”
Obi-Wan sorrise scuotendo la testa mentre senza sforzo Anakin lo tirava in piedi.

  
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