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Autore: FatSalad    24/10/2019    2 recensioni
Bruno è un ragazzo taciturno e pratico che ha smesso da tempo di credere alle favole. Il contrario di Susanna, che quando non lavora in biblioteca si perde tra le nuvole e le parole.
A farli incontrare sono delle amicizie comuni, a farli conoscere sarà una persona molto importante per entrambi...
DAL TESTO:
«Insomma, non si vedono tanti manzi in biblioteca!»
«Come no? Vai nella sezione di scienze naturali e c'è pieno. Qualcuno è anche nella sezione dei bambini e quelli solitamente parlano, anche.»
«Ah. Ah. Diciamo gnocchi, allora?» aveva insistito Roberta agitando una mano e guardando per aria.
«Dovremmo avere una vecchia edizione dell'Artusi, per quelli.»
«Bei ragazzi?»
«Ehi, per chi mi avete preso? Di harmony ce n'è a bizzeffe!»
L'avevano punta nell'orgoglio, non aveva potuto demordere!
«Persone di sesso maschile, bella presenza e tangibili, insomma!»
«...»
“Merda... - aveva pensato allora - sono stata sconfitta dalla presenza tangibile”.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Galeotta fu la biblioteca'
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Siamo gente strana, troviamo normali le guerre e ci impaurisce una dichiarazione d'amore.
M. Presta, “Accendimi”



«Ma non si baciano?»
«Eh?» chiese Susanna, colta alla sprovvista.
«Di solito il principe bacia la principessa quando la salva...» disse una bambina con le trecce e un vestitino a fiori.
Altri bambini ridacchiarono.
«No, in questa storia il principe non bacia la principessa perché... perché... ditemelo voi perché! Come mai secondo voi?»
Susanna si guardò intorno, sperando che in quelle domande non si scorgessero la sua angoscia e la sua frustrazione. Alcuni bambini abbassarono la testa, altri guardarono verso il soffitto.
«Perché... si baceranno al marimonio!»
«Perché si vergogna!»
«Perché non ha chiesto il permesso di baciare la principessa!»
«Perché non la vuole sposare!»
Susanna si pentì di aver chiesto il parere di alcuni innocenti bambini, ignari della situazione di cui soffriva. Doveva smettere di prendere ogni storia che leggeva troppo sul personale!
«Già... chissà... chissà perché questo principe non si decide a baciare la principessa anche se sono fatti l'uno per l'altra... ma vediamo come prosegue la storia...» disse Susanna e riprese a leggere l'albo illustrato per concludere la lettura. Poi lasciò i bambini liberi di guardarsi intorno, sfogliare libri e mettere sottosopra la biblioteca dei ragazzi, mentre andava a prendere posto alla scrivania, pronta a fare prestiti e parlare con i genitori interessati alle prossime iniziative.
Chissà cosa frullava in testa a questi uomini, che salvano le donzelle in difficoltà, le trattano come principesse, si mettono sempre al loro servizio e poi... di colpo...
Susanna sospirò. Era passato diverso tempo, eppure ci pensava ancora. I bambini ormai indossavano abiti estivi, dato che il caldo era arrivato in anticipo quell'anno e lei aveva bandito da quella stanza il forziere pirata di cartone, perché anche quella scemenza le faceva tornare in mente Bruno.
Non era stata completamente sincera con lui: questo pensiero la assillava dalla mattina di due mesi prima, quando, svegliandosi dopo il matrimonio di Valentina e Niccolò, lui le aveva chiesto se era successo qualcosa tra loro.
Come aveva potuto dire di no con tanta leggerezza?!
Va bene, di tacito accordo avevano deciso di non parlare mai di quel bacetto che lei gli aveva dato d'impulso quando si era fermata a casa sua per la prima volta, dopo quell'incidente che l'aveva sconvolta proprio di fronte alla falegnameria, ma perché non aveva confessato ciò che era successo nel giorno del matrimonio?
Se gli avesse detto la verità l'esito di quella giornata sarebbe stato diverso? Era questo il quesito che la tormentava da allora. Ma soprattutto, perché aveva accettato la proposta assurda di troncare i rapporti senza battere ciglio? Senza spiegargli che non poteva smettere di cercarlo perché...
Vabbè, era inutile lambiccarsi il cervello, conosceva la risposta: non l'aveva fatto perché sarebbe stato troppo imbarazzante, era come spogliarsi in mezzo al centro commerciale. Così aveva rispettato gli accordi quando lui le aveva chiesto di non vedersi per un po' e non era più andata a trovarlo in negozio, né lo aveva cercato al telefono, però Bruno le mancava moltissimo e cominciava a chiedersi quanto dovesse durare quel “un po' di tempo” di lontananza. Ci pensava e poi si rimproverava per aver progettato di andare a trovare il ragazzo, presentarsi alla sua porta come niente fosse. Ma non si era umiliata abbastanza? Se lui non la vedeva come una ragazza ma solo come un'amica, perché continuare a insistere?
Eppure...
Eppure la sera del matrimonio non era stata lei a cercare un bacio. Era stato lui, un po' brillo, d'accordo, ma era stato lui a cercarla e a chiederle un bacio. Dopo che aveva ballato con lui, finalmente, proprio quando pensava di aver perso le speranze, aveva notato il suo sguardo, il suo sorriso che le pareva poco amichevole e troppo sensuale e si era sentita imbarazzata ed eccitata allo stesso tempo.
«Non guardarmi così.» gli aveva detto.
«Sennò ti salto addosso.» non gli aveva detto.
«Così come?» avevava detto lui senza distogliere lo sguardo.
E lei di nuovo non aveva avuto il coraggio di farsi avanti, anzi, si era voltata per sfuggire a quegli occhi, per calmarsi, ma progettava di avvicinarsi di più a lui fino a che non sarebbero servite più parole. Ci sarebbe riuscita forse, se quello stupido rituale tribale noto come “lancio del bouquet” non avesse interrotto i suoi piani, costringendola ad abbarcarsi insieme ad altre ragazze urlanti per fingere di voler afferrarre quegli stupidi fiori!
Dopo, mentre lei guidava, mentre lo trascinava in ascensore, mentre lo aiutava a togliersi le scarpe per farlo mettere a letto... era lui che aveva continuato a chiederle un bacio a volte tra le risa a volte tra le lacrime. È vero, lei inizialmente glielo aveva negato, ma solo perché aveva paura che, nelle condizioni in cui si trovava, non l'avrebbe ricordato il giorno dopo. Poi però aveva gettato al diavolo i buoni propositi e all'ennesimo «Mi dai un bacio?» si era chinata su di lui. Aveva sorriso, ricordando come quel letto fosse stato teatro anche del loro primo bacio e gli aveva dato un bacetto veloce sulle labbra.
Ricordava il brivido che aveva sentito quando aveva percepito le mani grandi di Bruno sul collo, a raccoglierle i capelli dietro la nuca e poi aveva perso il conto dei baci che gli aveva dato. Sempre brevi, sempre più o meno superficiali, non voleva che fosse così, voleva baciarlo davvero quando sarebbe stato sobrio e più presente a se stesso, quando sarebbe stato in grado di capire quanto le piacesse, ma non aveva saputo trattenersi. E lui aveva sorriso. E lei si era sciolta.
L'aveva lasciato per usare il bagno e per andare a recupare un cuscino dal divano e quando poi era tornata in camera lui dormiva e russava leggermente, gli occhiali ancora sul naso. Ecco, se tutto ciò che avevano vissuto non fosse bastato, quel momento, così banale, così insulso, ma proprio per questo così potente, le aveva dato la certezza di essere innamorata di lui.
«...vero?»
Susanna si riscosse e guardò la donna che aveva di fronte.
«Come, scusi?»
«Dicevo... presto ci sarà un nuovo direttore della biblioteca, vero?» ripetè la signora cordiale, mentre posava sulla scrivania i libri che voleva prendere in prestito per il figlio: un nanerottolo di sì e no cinque anni che faceva versini al fratellino sul passeggino.
«Oh, sì, il comune ha bandito il concorso poche settimane fa.» rispose Susanna, con un sorriso.
«E... c'è la possibilità che diventi lei la nuova direttrice?» chiese ancora la donna.
«Mah... non saprei. Ho fatto giusto in tempo a pubblicare un articolo su una rivista online che dovrebbe alzarmi il punteggio, ma sa... ci sono tanti altri bibliotecari con più esperienza di me.» disse Susanna mentre procedeva a passare i libri in prestito, con una scrollatina di spalle.
Era stato Bruno a spronarla a rimrendere in mano le sue ricerche per pubblicare qualche articolo. Possibile che il ragazzo fosse così tangibilmente presente anche nel suo lavoro?
«Beh, in bocca al lupo, allora. In ogni caso se non diventa direttrice noi siamo contenti lo stesso: gli eventi che organizza lei per i bambini non sarebbero gli stessi altrimenti!»
Susanna guardò quella donna negli occhi e le due risero. Per un attimo si sentì grata e dimenticò tutto il resto.


Il suono della campana a vento richiamò Bruno dal laboratorio, dove stava verniciando alcune imposte di legno.
«Arrivo subito!» disse, mentre posava il pennello e si toglieva i guanti per andare in negozio.
«Buongiorno!» disse un distinto vecchietto, sorridendo.
«Oh, buongiorno. Ho finito giusto ieri di restaurare la sua libreria.» disse Bruno e fece strada per mostrare al cliente il mobile.
L'uomo emise un “oh” non appena riconobbe la proprio libreria che era tornata come nuova e si avvicinò per toccarla e studiarla meglio.
«Il piano inferiore era completamente marcio e ho dovuto sostituirlo, ma per il resto era in buone condizioni.» spiegò Bruno, con una certa soddisfazione.
L'uomo annuì, soddisfatto del risultato.
«Devo dire la verità» disse poi, con gli occhi sempre fissi sul mobile «quando mi fece quel preventivo pensai che avrei fatto meglio a rivolgermi a qualcun'altro, anche perché mi sembrava un po' troppo giovane per essere un buon falgname...»
Bruno ridacchiò.
«Allora le avrei detto che poteva occuparsene mio padre!» disse.
«Oh, ma non ce n'è stato bisogno: per il modo in cui mi avete soccorso lei e la sua ragazza, fidarmi di lei mi pareva il minimo.»
Bruno sorrise solo con le labbra e non lo corresse. Rispose a monosillabi ad ogni altra domanda, anche quando l'uomo lo ebbe pagato, anche quando lo aiutò a caricare in macchina il mobile che era tornato al suo antico splendore.
Quell'uomo aveva chiamato Susanna “la sua ragazza”... magari fosse stato vero!
Bruno sospirò non appena fu tornato al suo laboratorio. Erano quasi due mesi che non la vedeva. Un mese e ventidue giorni, ma chi teneva il conto?
Evitarla dopo il matrimonio era stato facile, sembrava quasi che il collante di quel gruppo fossero sempre stati, inconsapevolmente, Niccolò e Valentina e ora che la coppia era impeganata con la vita da neosposi e la gravidanza procedeva non era più scontato ritrovarsi ogni sabato sera. Bruno si era sentito improvvisamente un adulto, come se quel matrimonio avesse sancito per sempre la fine della loro giovinezza, ora c'erano solo cose serie a cui pensare.
Sì, c'erano tante cose serie con cui avrebbe potuto tenere occupata la mente, come le bollette da pagare, la spesa da fare, le fiere dell'artigianato in giro per l'Italia, quel libro che prima o poi avrebbe dovuto riportare in biblioteca, perché il prestito era scaduto da tempo... ma perché tutto gli faceva tornare in mente Susanna?
Si sentiva uno stupido per averle chiesto di non farsi vedere per un po', come se il non vederla fosse stato sufficiente per dimenticarla. Ormai lei era ovunque nella sua vita, anche quell'importante restauro era stato in fin dei conti procurato da lei e dal suo sangue freddo nell'affrontare una situazione di emergenza come quella dell'anziano cliente.
D'altra parte, più ci pensava e più si chiedeva: “che altro avrei potuto fare?”.
Starle accanto e fingere di non provare niente per lei, senza allungare le mani per sentirla addosso, senza potersi avvicinare abbastanza da respirarle sulla pelle, era diventato una tortura.
Era chiaro, allo stesso tempo, che lei non provasse gli stessi sentimenti per lui. Ne aveva avuto la conferma quella mattina, dopo il matrimonio di Vale e Niccolò, mentre si faceva la doccia e d'improvviso, come un flash, aveva ricordato quanto era successo la sera prima. D'altra parte, anche se aveva bevuto molto, ci sarebbe voluto molto di più per mettere seriamente ko un ragazzo con un fisico come il suo, e così gli era tornata in mente ogni cosa.
L'aveva praticamente supplicata di dargli un bacio finché lei non aveva ceduto alle sue insistenze e ridendo gli aveva dato dei bacini. Sentì le guance andare in fiamme al solo ricordo. Quanto era caduto in basso? Quanto doveva esserle sembrato patetico e disperato?!
«Penoso!» mormorò tra sé.
Infilò una mano sotto gli occhiali e si stropicciò gli occhi.
Un paio di volte era stato sul punto di dimenticare i buoni propositi e correre in biblioteca, la prima quando aveva finito di leggere il libro che aveva preso in prestito e lei era l'unica persona che gli veninva in mente per condividere quanto gli fosse piaciuto. Aveva pensato di presentarsi al bancone e dire: “Sono pronto per leggre un libro più lungo, perché questo era troppo bello ed è finito troppo in fretta” e aveva sognato che lei gli avrebbe sorriso e avrebbe passato il resto del turno con lui a sommergerlo di libri e parole. Ma come avrebbe reagito veramente se l'avresse rivisto? Avrebbe chiesto spiegazioni per quella lontananza che lui aveva imposto?
La seconda volta che era stato sul punto di andare da Susanna era stato quando aveva scoperto che era uscito il bando che avrebbe stabilito il nuovo direttore della biblioteca. Poi però aveva deciso di lasciar perdere. Magari si sarebbe congratulato con lei solo in caso di esito positivo del concorso... con un messaggio... forse.
Il telefono squillò e Bruno sussultò, rendendosi conto di due cose. Primo, che ultimamente si perdeva dei suoi pensieri troppo spesso, e che questi, inutile dirlo, erano sempre occupati dalla stessa persona. Secondo, che ogni maledetta volta che il cellulare suonava aveva in fondo al cuore l'irrazionale speranza di trovare il nome di Susanna sul display.
Assurdo. Infatti, constatò con uno sbuffo, era solo mamma.
Perché non aveva ancora capito che quando lavorava non doveva chiamarlo?! Voleva per caso presentargli un'altra “ragazza tanto carina” che aveva accuratamente selezionato e scelto per lui come faceva per le camicie?
Si accinse a dirglielo subito in faccia e rispose:
«Ma'...»
La signora Stefania però non lo lasciò parlare e dal suo tono strozzato Bruno capì subito che non si trattava di uno stupido appuntamento al buio.
«Bruno... il nonno... il nonno è morto.»






Il mio angolino:
Spero che non vi dispiaccia un altro capitolo un pochino più breve e che possiate apprezzare comunque l'aggiornamento, dato che finalmente si scopre la versione dei fatti da parte di entrambi i protagonisti. È giustificato Bruno?
A presto,
FatSalad

 
   
 
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