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Autore: Ale Villain    25/10/2019    1 recensioni
Los Angeles, California, Stati Uniti.
I Bangtan Boys sono una crew di ballerini professionisti, emigrati oltre oceano per costruirsi una carriera.
Oltre oceano, è emigrato anche un gruppo di italiani, in America per frequentare l’università.
Pezzi di vita quotidiana, scenari e personaggi che si intrecciano tra di loro.
Il desiderio, l'uno dell'altra.
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Ambra dischiuse le labbra, come realizzando quello che le avevo appena detto.
Si susseguirono attimi di silenzio. Tae stava scrutando l’espressone di Ambra, in cerca di una conferma e di una proposta simile a quella che avevo fatto io a lui.
Io continuavo a spostare lo sguardo dai suoi occhi alle labbra. Erano truccate, aveva un rossetto rosso scuro, che però se ne stava andando via piano piano.
Non l’avevo mai baciata.
Mi ritrovai in automatico a piegarmi maggiormente su di lei. Mi avvicinai piano piano, sempre di più, fino a quando non mi ritrovai ad un soffio dalle sue labbra.
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E in quel momento mi sentii una cretina qualunque perché, proprio come una cretina qualunque, ero cascata nel suo gioco.
Genere: Erotico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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PUT THE BLAME ON ME
Storia a cura di @AleVillain
                                                                                              
 
 


 
 
Vi lascio il video che mi ha fatto venire l’idea
Per questa storia
Non è mio, ma di @kingtaesx
A voi:
Blame On Me | Suga
Potrebbe essere interessante vederlo
Prima di leggere la mia storia.
 


 
 
 
 
Capitolo 5                                                                                                                 P.A.

Mi ero svegliata abbastanza scombussolata, dopo essermi rigirata nel letto praticamente tutta la notte e aver dormito, in totale, una cosa come quattro ore.
Mi girai verso il cellulare appoggiato sul bracciolo del divano, dietro la mia testa: segnava le 10.34.
Mi passai entrambe le mani sugli occhi, stropicciandomeli vistosamente, per poi stiracchiarmi. Mi misi a sedere e sentii improvvisamente la testa pulsare.
Portai una mano alla tempia destra, nel mentre in cui realizzavo che Giorgia non era nel letto con me. Non feci neanche in tempo a chiedermi il perché, quando mi resi conto di essere in salotto invece che in camera mia.
“Ah, già…” farfugliai tra me e me, sospirando.
L’avevo dimenticato, ma Giorgia, se tutto era andato come previsto, doveva essere di là in camera, con Taehyung. Non me n’ero accertata, ad essere sincera: appena avevo messo piede in casa, non mi ero mai mossa dal salotto, eccezion fatta per andare in bagno a struccarmi, mettermi il pigiama e per fare la pipì dopo un paio d’ore che mi ero infilata nel letto.
Mi alzai a fatica e mi diressi, appunto, verso il bagno per darmi una sciacquata al viso e vedere com’ero conciata. Mi sentivo veramente uno schifo.
Feci per aprire la porta del bagno soffocando uno sbadiglio, ma appena l’aprii vi trovai il coreano, intento a sistemarsi la bandana in testa. Allora era venuto davvero da noi.
Non appena sentì la porta aprirsi, si voltò verso di me.
“Buongiorno!” esclamò Taehyung, sorridendomi “Non ti abbiamo neanche sentita entrare, ieri sera”
A stare in piedi mi stava aumentando il mal di testa. Gli bofonchiai solamente un Ho cercato di non far rumore e poi richiusi la porta, senza neanche rispondere al saluto. Uscii da lì con l’intento di andare in cucina, ma, per sicurezza, preferii andare a dare un’occhiata in camera.
Aprii piano la porta, pensando che Giorgia potesse essere ancora addormentata; ed effettivamente così la trovai: era sdraiata a pancia in giù, con un lenzuolo a coprirle il corpo fino alla vita. Vidi che aveva su solo il reggiseno.
Richiusi piano la porta e andai in cucina a prendere qualcosa per la testa, mentre mi preparavo un caffè.
Non appena accesi il fuoco, qualcosa scattò nella mia mente.
Le immagini di ieri sera mi stavano ritornando prepotentemente davanti, come se il mio cervello avesse paura che potessi dimenticarle.
Potevo ancora sentire le mani di Yoongi sulla mia pelle, il respiro affannato, gli occhi neri per l’eccitazione e la sua lingua intrecciata con la mia.
Sospirai a pieni polmoni, stringendo poi le labbra e cercando di concentrarmi sul caffè.
Dopo aver preso il caffè, mangiato un paio di biscotti secchi e aver preso un antidolorifico, mi sentivo decisamente meglio.
Ritornai in salotto per sistemare il letto e, sostanzialmente, farlo ritornare un divano. Dopo aver messo via il cuscino, ero in procinto di tornare in camera per andare a prendere dei vestiti puliti e farmi una doccia, per provare a svegliarmi del tutto, ma la vibrazione del mio telefono mi distrasse.
Era una chiamata, ed era – guarda caso - di Yoongi.
Mi ricordai improvvisamente che ieri sera, prima di mollarmi da sola nel vicolo, mi aveva detto che mi avrebbe scritto.
“Non dovevi scrivermi?” fu, infatti, la prima cosa che gli dissi, non appena ebbi accettato la chiamata. Lo sentii ridere dall’altro capo della cornetta.
“Ma io ti ho scritto, rossa” rispose, e potevo scommettere che stava ancora sorridendo “Non mi hai risposto a neanche un messaggio”
Corrugai le sopracciglia; gli dissi di aspettare qualche secondo in linea, mentre uscivo dalla schermata di chiamata e andavo ad aprire la casella dei messaggi:
 
From Sugar To Ambra H 09.47
Giorno rossa, dormito bene? Possiamo vederci in uno dei bar in centro per far colazione e parlare
From Sugar To Ambra H 10.05
Ignorato completamente. Non la scampi, sappilo. Io e te oggi parliamo.
From Sugar To Ambra H 10.27
Rossa se mi stai ignorando apposta sappi che non funzionerà
 
Bofonchiai qualche impropero tra me e me, prima di riprendere la chiamata.
“Non ti stavo ignorando, stavo dormendo” gli spiegai, con una punta di fastidio.
Lui ridacchiò ancora. La cosa mi dette abbastanza sui nervi, perché sembrava lo stesse facendo apposta per irritarmi; e a dirla tutta, ci stava anche riuscendo.
“Comunque, la colazione l’ho fatta poco fa” specificai, se due biscotti secchi e un caffè potessero considerarsi colazione.
“Allora nessun problema” fece lui “L’invito slitta per il pranzo”
 

 
*
 

Yoongi alla fine era riuscito a convincermi e, in quel momento, ci trovavamo in un ristorante coreano, a detta sua uno dei migliori in circolazione a Los Angeles. Non avevo mai mangiato coreano prima d’ora, per cui non sapevo cosa aspettarmi e, soprattutto, se potessi effettivamente fidarmi del parere del ragazzo.
“Hai notizie di Tae e Giorgia?” mi domandò, mentre prendeva posto di fronte a me “Hanno fatto quello che era giusto facessero?”
Quello che era giusto facessero, mi ripetei nella mente, trattenendo un sorriso divertito.
“Penso di sì” risposi, dando un’occhiata all’apparecchiatura della tavola e notando che c’erano delle bacchette “Non lo so, in realtà. Non ho sentito niente per tutta la notte”
Yoongi corrugò le sopracciglia.
“Strano, te l’avevo detto che è parecchio rumoroso”
Io alzai le spalle, non sapendo che altro dire.
“Che poi, aspetta” continuò lui, versandosi la salsa di soia in una ciotolina “Se dormivi non puoi dire di non aver sentito niente”
“Mi sono addormentata intorno alle sei” decretai, prendendo in mano il menù ed evitando di guardarlo in faccia.
Sapevo che se avesse incrociato il mio sguardo si sarebbe accorto del mio imbarazzo. E soprattutto avrebbe capito che, se non avevo dormito, era stato per colpa sua.
Nonostante i miei occhi puntati sul menù plastificato, riuscii a intravedere, con la coda dell’occhio, che stava ammiccando.
Prendemmo le ordinazioni e cominciai a chiedermi quando Yoongi aveva intenzione di cominciare con la sua ramanzina. In realtà non sapevo bene cosa aspettarmi, se mi avrebbe ripetuto bene o male le stesse cose della sera prima o se avrebbe attaccato con altro.
“Ti piace?” mi domandò, mandando giù un pezzo di raviolo e osservandomi mentre degustavo uno strano involtino.
Io annuii, prima di prenderne un altro morso.
“È strano” ammisi “Però sì, è molto buono”
Lui sorrise con sincerità. Mi venne da sorridergli in risposta.
“Vuoi ancora dirmi che non mi vuoi neanche un po’?” mi domandò diretto, mentre stappava la bottiglia dell’acqua.
Io per poco non mi ingozzai con il cibo.
Mi sarei aspettata un discorso più articolato, con tante frasi di circostanza e quei soliti sospiri che vengono fuori quando non sai da dove partire.
E invece no, dritto al punto. Sapevo che Yoongi era uno diretto, ma non fino a quel punto.
Sospirai, pulendomi la bocca con il tovagliolo, per poi poggiarlo sulle gambe.
“Siccome ti vedo molto diretto e sincero, voglio esserlo anche io” feci, senza dargli il tempo di aggiungere altro “Posso anche dirti che ti voglio, perché evidentemente con il corpo non si può mentire. Ma non posso dirti che voglio
Lo vidi corrugare la fronte, senza capire bene il mio discorso. Subito dopo rilassò i muscoli e disse:
“Ho capito. Mi vuoi, ma non vuoi finire come quelle che ‘mi porto a letto una notte e basta’” mormorò, facendo i segni delle virgolette con le dita, come per ripetere a pappagallo quello che io gli avevo ribadito già più volte.
“Hai capito bene” gli diedi conferma, annuendo appena.
Ci guardammo per qualche istante negli occhi, prima che lui prendesse di nuovo parola.
“Ma io te l’ho detto, ieri” cominciò “Non ti voglio per una notte e basta e soprattutto non voglio solo quello. Ho una voglia pazzesca di scoparti, ormai se non ti salto addosso appena ti vedo è solo per pubblica decenza, ma mi intrighi anche come persona”
Mi trattenni dall’arrossire e, anzi, feci per alzare gli occhi al cielo.
“Ti prego, Yoongi…” mormorai, sbuffando appena. Lo vidi ammiccare per qualche istante: forse aveva ripensato al modo in cui avevo pronunciato quelle parole la sera prima “Sono curiosa di sapere a quante lo hai detto”
Lui si fece improvvisamente serio, più del solito.
“A nessuna, Ambra” fece, scandendo bene le parole “E posso giurartelo su chi vuoi. Le ragazze che vengono a letto con me dopo le esibizioni sanno perfettamente che sarà una notte e basta, non c’è bisogno che io le convinca con strani sotterfugi”
Lo osservai, mantenendo come lui un’espressione seria.
Non sapevo se credergli o meno: poteva essere benissimo sincero, ma poteva anche essere una strategia. Non sapevo cosa fare.
“Non ho mai portato una ragazza di quelle fuori a pranzo” commentò poi, mettendosi in bocca un altro raviolo e rilassando i muscoli del viso.
“E ti dirò di più” aggiunse ancora “Ho intenzione di pagare io”
Agii d’istinto e mi alzai di scatto dalla sedia. Intercettai velocemente la cassa e feci per andare direttamente al bancone, afferrando la borsa da terra. Era un All You Can Eat, a prescindere da tutto il prezzo era fisso.
Venni trattenuta dalle mani di Yoongi, che si era alzato anche lui, sulle mie braccia. Mi imbarazzai appena, quando mi resi conto che alcuni degli altri commensali si erano voltati nella nostra direzione.  
“Ho detto che ho intenzione di pagare io” mi disse, guardandomi negli occhi e distraendomi dalla gente che ci fissava.
“No” dissi “Preferisco fare a metà. Non voglio approfittarne”
“Te lo sto dicendo io, non stai mica approfittando”
Io tentai inutilmente di liberarmi dalla sua stretta, ma mi avvicinò ancora più a lui.
“Dammi un bacio”
Lo guardai per qualche secondo prima di deglutire. Mi tornarono, ancora, le immagini della sera prima in mente e la voce di Yoongi che, con voce roca, mi supplicava di baciarlo.
 
Ambra baciami, ne ho troppa voglia.
 
“Mh?” fece ancora lui, in attesa di una qualche mossa da parte mia.
“Ma… Così? Cioè… Dal nulla?” farfugliai, vedendolo avvicinarsi a me con il viso.
Dal nulla non direi proprio” disse ancora, ghignando appena.
Io deglutii un’altra volta, prima di avvicinarmi piano a lui e poggiare, molto delicatamente, le labbra sulle sue. La sera prima non ci avevo fatto caso, ma erano davvero morbide e calde.
Feci per ritrarmi, ma lui mi trattenne poggiando una mano sulla mia guancia, muovendo piano le labbra sulle mie. Era un bacio molto più delicato, dolce e attento.
Non stava dando segno di volerlo approfondire, anzi, si staccò lentamente e poco dopo.
“Pago io, rossa” mi sussurrò “A me basta questo” e abbassò lo sguardo sulle mie labbra, su cui stava passando delicatamente il pollice destro.
Lo guardai con le gote rosse, non sapendo come replicare.
 
From Sugar To Ambra H 17.09
Meno di due settimane e ci esibiamo nella discoteca dell’ultima volta. Hai voglia di venire a vedermi?
 
Rilessi più volte quel messaggio. Mi venne da sorridere, notando che Yoongi non aveva scritto vederci ma vedermi.
 
From Ambra To Sugar H 17.10
Ci sono sicuro. Posso portare anche Giorgia?
 
Sapevo che le avrebbe fatto piacere assistere allo spettacolo.
 
From Sugar To Ambra H 17.13
Penso che Tae glielo abbia già chiesto
 
Annuii tra me e me, non sentendo il bisogno di rispondergli. Mollai il telefono sul letto e feci per andare in bagno, ma il telefono vibrò nuovamente.
 
From Sugar To Ambra H 17.14
Ho ancora voglia di vederti
 
Sorrisi e sospirai contemporaneamente. Cosa dovevo fare con te, Yoongi?









 
ANGOLO AUTRICE
Eccomi di ritorno!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto
e vi abbia intrattenuto.
Un po' di tenerezza, secondo me, non guasta mai.
E poi avevo proprio voglia di descrivere le cose
solo dal punto di vista di Ambra. 
Mi raccomando, per qualsiasi cosa, dubbio o altro,
recensite pure e ditemi.
:) 
  
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