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Autore: Harley Sparrow    25/10/2019    2 recensioni
Sequel di This is Us – Youth e di This is Us – Bond
Anno 1995/1996
Per Edmund, Frannie e Margaret inizia l’ultimo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. L’ombra del ritorno di Voldemort si allunga silenziosa, e i ragazzi ne subiranno le conseguenze. Scopriranno presto che il mondo magico non è più quello di una volta.
Con la professoressa Umbridge più odiosa che mai, segreti da tenere nascosti, i rapporti fra le Case che si fanno più freddi, la fine di qualche amicizia e un’alleanza inaspettata, riusciranno i nostri eroi a superare i MAGO e a prepararsi alla vita fuori da Hogwarts?
*
[Dal capitolo IV]
«Usare incantesimi di Difesa?! Non riesco a immaginare una situazione nella mia classe che richieda di ricorrere a un incantesimo di Difesa. Lei si aspetta forse di essere aggredita durante la mia lezione, signorina…?»
«Oaks» rispose Laetitia.
Frannie fissò l’insegnante incredula. Non aveva mai sentito una castroneria simile, nemmeno dal professor Allock, e comunque a quei tempi sarebbe stato divertente. Ora non lo era, non lo era per niente.
Genere: Angst, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolores Umbridge, Fred Weasley, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: AU, Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Until the very end'
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UPRISING
 
Another promise, another scene,
Another package lie to keep us trapped in greed
With all the green belts wrapped around our minds
And endless red tape to keep the truth confined
(So come on)

 
They will not force us
They will stop degrading us
They will not control us
We will be victorious 
(So come on)

 
 
Quando anche Adrian e Miles si furono dati il bacio della buonanotte e sparirono nei rispettivi dormitori, Mag, Frannie e Edmund furono finalmente soli in Sala Comune.
“Finalmente!” sbuffò Mag “Pensavo che volessero stare qui tutta notte!”
“Lo pensavo anche io” borbottò Frannie prendendo la sua borsa e iniziando a rovistarci dentro.
Mag e Edmund la guardarono impazienti. Mag si mise a gambe incrociate sul divanetto e si appoggiò allo schienale, in attesa. Intanto Edmund gettò un Incantesimo Muffliato alla stanza. 
“Eccolo!” esclamò Frannie.
Si guardò intorno ancora una volta con aria furtiva e diede ai due ragazzi, seduti di fronte a lei, un libro dall’aria piuttosto sciupata.
Difesa avanzata contro la Magia Oscura” lesse Edmund a bassa voce.
“È proprio quello che avevano i miei genitori, ne sono sicura! Anche la data di pubblicazione coincide con gli anni in cui erano a Hogwarts” disse la ragazza, fiera. “Ho dovuto farmi firmare un permesso da Piton per andare nel reparto proibito”
“Brava, Fran” disse Mag sorridendo.
Edmund aveva già iniziato a sfogliare il libro. Ogni tanto c’erano immagini abbastanza crude, le cui didascalie spiegavano che si trattava degli effetti di alcune maledizioni. Tutt’altra cosa rispetto al libro a cui ormai si erano abituati.
“Inizia con le Maledizioni senza Perdono, noi ne sappiamo già abbastanza, ma ho trovato lo stesso qualcosa di interessante” disse Frannie “Per esempio, dice come capire se qualcuno è affetto dalla Maledizione Imperius, l’impostore dell’anno scorso non ce lo ha spiegato, guarda un po’”
“Questi sono Inferi” disse Mag indicando l’immagine di corpi scheletrici, pallidi e smunti, con occhi vitrei, che si muovevano appena. Doveva essere una fotografia, e questo la impressionò ulteriormente.
“Sì, e Voi-Sapete-Chi se ne serviva” disse Frannie con un brivido.
L’Ardemonio” lesse Edmund “Il fuoco maledetto… Questo non lo avevo mai sentito”
“Pensa che è stata anche una parola d’ordine, forse l’anno scorso! Non pensavo che fosse Magia Oscura!” disse Mag.
Frannie e Edmund decisero di sorvolare sul fatto che Mag si ricordasse ancora la parola d’ordine di più di un anno prima. A rispondere fu Frannie.
“Beh, alla fine è una parola, non era la formula dell’incantesimo” disse con un’alzata di spalle. 
“…Comunque guardate” continuò prendendo il libro dalle mani dell’amico. Lo sfogliò velocemente “Dov’è che l’ho visto…”
Dopo più di un minuto di ricerca trovò quello che stava cercando. Sorrise e girò il libro verso i due amici. Sulla pagina c’era il dipinto di un famoso pittore magico che raffigurava un Dissennatore che stava per attaccare un uomo. A dividerli però c’era un lupo così bianco che sembrava essere fatto di pura luce.
“È un Patronus! Questo dobbiamo impararlo, e in fretta anche!” disse Frannie.
“Una volta ho letto che i maghi che in grado di evocarne uno corporeo sono davvero pochi” disse Mag, pensierosa “Ma secondo me se ci applichiamo possiamo farcela! E poi è una magia bellissima” 
“Potremmo iniziare da questo” azzardò Edmund. Non aveva mai avuto il coraggio di chiedere a Peter di insegnargli quell’incantesimo, si vergognava troppo. 
“Sembra facile ma non lo è per niente…” disse Frannie facendo una smorfia “Io ogni tanto ci provavo al quinto anno, dopo l’attacco dei Dissennatori, ma non sono mai riuscita a concludere niente”
“Ci impegneremo e ce la faremo” disse Mag con un gran sorriso.
“Bene, ora però dobbiamo parlare di altro” disse Frannie chiudendo il libro e rimettendolo nella borsa. “Come ci organizziamo? Quando ci troviamo?”
“E soprattutto, dove?” borbottò Edmund.
“Allora. Potremmo trovarci anche qui e aspettare che vadano tutti a dormire…” disse Frannie senza curarsi dello sguardo sofferente che aveva appena assunto Mag all’idea di dover stare sveglia più a lungo durante la settimana.
“…Ma secondo me è pericoloso. Nel fine settimana dovremmo aspettare come minimo l’una, e su per settimana a volte anche la mezzanotte, e non so quanto potremmo essere freschi e reattivi a quell’ora, quindi, Mag, sei salva” concluse.
“Beh, se fosse inevitabile non mi lamenterei” disse Mag arrossendo lievemente. “Però è vero, nessuno di noi è così voglioso di studiare dopo la mezzanotte…E noi dobbiamo studiarle queste cose”
“…E comunque penso che non sia sicuro… Mettete che qualcuno ci vede e lo va a dire alla Umbridge, o peggio, inizia a ricattarci!” disse Edmund.
“È vero” disse Mag annuendo contrita. “Un’altra idea sarebbe approfittare di quando Montague e Pucey sono all’allenamento e andare in camera di Edmund…” disse Mag.
Era una causa per cui sarebbe stata disposta a sacrificare i momenti che di solito passava da sola con lui.
“Non lo so, a lungo andare diventerebbe un po’ sospetto” disse Frannie “Se ci vedessero sgattaiolare là dentro in Sala Comune si insospettirebbero”
“…E farebbero domande” aggiunse Edmund.
“…Tipo se ce la facciamo fra di noi” disse Frannie ridacchiando. Edmund e Mag guardarono altrove imbarazzati ma poi sorrisero anche loro.
“Ok, no” tagliò corto Mag. “E poi lo dovremmo spiegare a Jasmine, sarebbe ancora più sospetto”
“…Io comunque lo vorrei dire anche a Tony, quindi no” concluse Frannie, tornando seria. “Non possiamo stare in Sala Comune”
“Beh allora la Stanza delle Necessità mi sembra il posto più logico” disse Edmund.
“Anche a me sembra che sia più adatta… e mi sa che è anche la nostra unica opzione!” disse Frannie.
“Dobbiamo provare, e in fretta anche” disse Edmund.
“Va bene domani dopo Babbanologia?” chiese Mag. “Vi passo a prendere e poi andiamo, così non ci vede nessuno di importante”
“Direi che può andare” rifletté Edmund.
“…Comunque secondo me quest’anno c’è molta gente che ha saputo della Stanza. Lo ho detto a Tony ma lui dice che non nota molta differenza…” disse Frannie con una punta di fastidio nella voce “Solo che è da una settimana che proviamo ad entrarci ed è sempre occupata”
“Magari è venuto a saperlo qualcuno che lo ha spifferato a tutti” disse Mag con un’alzata di spalle “Speriamo di essere fortunati, allora!”
Si lasciò scappare uno sbadiglio.
“Non odiatemi, ma sono proprio stanca” disse quando ebbe finito.
“Sì, oggi è stata una giornata molto pesante per te” disse Edmund ridacchiando e attirandola a sé per le spalle “Soprattutto dopo il riposino di un’ora”
“Cosa vorresti insinuare?” disse Mag incrociando le braccia.
“…Che dormi troppo” intervenne Frannie per dare man forte all’amico.
Mag sbuffò e si finse offesa, poi Edmund si alzò e i tre si diressero verso i dormitori. 
“Domani a colazione ci aggiorniamo!” disse Mag prima di dare un rapido bacio a Edmund e seguire Frannie nel dormitorio.
L’indomani, dopo la lezione di Difesa, Frannie fece un giro in cortile con Tony. Quel giorno c’era stata la prima gelata dell’anno, ma il sole splendeva e metteva voglia di stare all’aperto, dato che fino al giorno prima aveva piovuto incessantemente per una settimana. Frannie era ansiosa di spiegare a Tony la situazione, e ora che aveva trovato il libro e lei e i suoi amici avevano cominciato a muoversi seriamente, era giunto il momento, ma proprio mentre stava per iniziare il discorso, lui le fece una domanda che per il momento glielo fece passare di mente.
“Hai parlato con Mag alla fine?” le chiese distrattamente Tony mentre le posava sulle spalle una parte del suo mantello, per evitare che lei sentisse troppo freddo.
La ragazza per un momento era rimasta ammaliata da quel gesto gentile e premuroso, e quasi non aveva fatto caso a quello che le aveva detto. Poi si riscosse.
“…A cosa ti riferisci, scusa?” chiese guardandolo allarmata.
Forse si era dimenticata di chiedere all’amica qualcosa da parte di Tony. Il suo cervello si attivò per analizzare tutte le cose che si era detta con Tony o con Mag in quei giorni, ma non le venne in mente assolutamente nulla. 
“Ma come, non ricordi quello che ti ha detto ad Halloween?” esclamò Tony sbarrando gli occhi “Siamo rimasti tutti di stucco quando…!”
“Ma che cosa?! Ho detto qualcosa che non dovevo? Non mi sembra che ce l’abbia con me!” chiese la ragazza, allarmata.
Ovviamente aspettarsi che Frannie ricordasse qualcosa, per giunta dopo una sbronza, era come chiedere a un cieco di guardare le stelle e indicare da che parte fosse il Nord.
“No, tu non hai detto nulla!” disse Tony, adesso ridacchiando “È lei che se ne è uscita dicendo che all’inizio dell’anno voleva tagliare i ponti con te, ma poi vi siete chiarite. Pensavo che poi ne aveste parlato, che te lo fossi ricordata”
“All’inizio dell’anno… E ci siamo chiarite…” rifletté la ragazza, assorta nei suoi pensieri. “Ma quando mai?!”
Poi si illuminò.
“Non è che intendeva quando abbiamo litigato l’anno scorso?”
“Non credo, ha detto proprio all’inizio di questo anno” disse Tony scuotendo la testa.
“Beh, non me ne ha parlato” borbottò Frannie. “Quasi non ricordavo neanche quei giorni… È vero, mi trattava malissimo e tu non mi credevi, adesso almeno sappiamo che qualche problema c’era, per lei, almeno!”
“Ammetto che sono curioso” disse Tony.
“Magari Edmund ne sa qualcosa, ma scommetto che mi direbbe di parlarne con lei” disse la ragazza.
“…E tu pensi di farlo?”
“Io… No, non credo” disse Frannie “Non vorrei andare a rivangare cose che a quanto pare sono state superate, o meglio, lei ha superato. Io non ne ho mai saputo nulla, credimi”
“A me non è parso che lei lo abbia superato, non sai quanto era a disagio mentre lo diceva! È diventata rossa come un pomodoro”
“Lei arrossisce anche se le parla la McGranitt” ridacchiò Frannie. “Comunque non credo che le dirò qualcosa”
“Fai come vuoi. Ero solo curioso” disse Tony passandole un braccio intorno alle spalle.
“…Magari un giorno me ne parlerà lei” disse Frannie “Io credo proprio che farò finta di essermene dimenticata, cosa tra l’altro vera, fino a poco fa”
“Bene, e poi me lo verrai a dire” disse Tony attirandola a sé per darle un bacio sulla tempia.
“Accordato” disse Frannie con un sorriso.
Rimasero in silenzio per un po’ a guardare la brina che faticava a sciogliersi sul prato.
“Oggi pomeriggio sei libero dopo Babbanologia?” chiese Frannie “Io, Mag e Ed volevamo fare un giro insieme”
“Proprio oggi?” disse Tony, con aria abbattuta “Devo… Devo studiare con Kristoff e Wade, glielo ho promesso”
“Non puoi rimandare?” disse Frannie, intristendosi.
“No, non posso proprio. Ci abbiamo messo tanto per trovare un giorno libero!” disse Tony, riferendosi però al suo reale impegno, che era un gruppo di studio un po’ diverso da quello che pensava Frannie, ma pur sempre un gruppo di studio.
“Non fa niente, sarà per la prossima volta” borbottò Frannie, senza celare una certa delusione.
Decise che per il momento non glielo avrebbe detto. Aveva il sentore che Tony non le stesse dicendo la verità sul motivo per cui non ci sarebbe stato quel pomeriggio.
I due rimasero a parlare del più e del meno finché non fu ora di andare alla lezione di Astronomia.
 
Mentre Mag e Edmund aspettavano che Frannie li raggiungesse per il pranzo, dato che si era attardata a parlare con Tony e Aurora, Mag ne approfittò del momento per parlare da sola con il ragazzo.
“Credo che Frannie si sia dimenticata di quello che ho detto ad Halloween” disse.
Non sembrava sollevata, anche se il tono con cui lo aveva detto cercava di essere disinteressato. Edmund lo notò subito.
“Beh, è un bene, no?” le chiese guardandola negli occhi.
Lei non sembrava per niente sollevata.
“Una parte di me sperava che alla fine l’avremmo affrontata, credo” borbottò, concentrando l’attenzione sul bicchiere vuoto che si stava rigirando fra le mani.
“Non capisco, Mag, ci pensi ancora così tanto?!” chiese Edmund mettendole una mano sulla gamba “Pensavo che ormai fosse acqua passata”
“È che… Con te l’ho superata subito… Con lei mi sento ancora così in colpa per come l’ho trattata, e soprattutto per le cattiverie che ho pensato… In quei giorni ce l’avevo quasi più con lei che con te” mormorò la ragazza, continuando a non guardarlo.
“Se ci tieni tanto parlale, lei capirà, e magari si farà due risate, perché a pensarci adesso è una storia abbastanza buffa” le disse sorridendole incoraggiante, poi aggiunse: “Sono sicuro che ti farebbe sentire meglio”
“Non lo so” mormorò lei “Ci sono stata troppo male in quei giorni”
“Non ne abbiamo mai parlato molto…” sussurrò Edmund cercando invano gli occhi della ragazza.
“È vero” disse Mag, senza aggiungere altro e guardando altrove. “…È che alla notizia che non mi stavi tradendo si è sostituita immediatamente quella del ritorno di Tu-Sai-Chi, e mi sembrava ridicolo quello che ho passato fino a poco prima… Solo che quando ci penso mi rendo conto che il trauma un po’ è rimasto” continuò, prendendo la mano del ragazzo, che era ancora sulla sua gamba.
Edmund non seppe più cosa rispondere. Le circondò i fianchi con un braccio e la attirò a sé per darle un bacio sulla tempia.
“Almeno non le hai fatto il Malocchio” le disse all’orecchio, facendola sorridere impercettibilmente.
Quando Frannie arrivò era piuttosto pensierosa, sia per la storia di Mag che le aveva detto Tony, sia per il vago dispiacere che provava all’idea che non lo avrebbe coinvolto nel gruppo di studio con Mag e Edmund.
Mentre si sedeva guardò di sottecchi Mag, che sembrava a sua volta pensierosa, ma forse era dovuto al fatto che quell’anno i lunedì non erano giorni particolarmente entusiasmanti.
“Tony non viene” disse la ragazza, sbuffando.
Mag fece un sospiro di sollievo, per un attimo aveva sentito su di sé lo sguardo indagatore dell’amica e aveva pensato che le avrebbe chiesto spiegazioni sull’uscita che aveva fatto ad Halloween.
“Come mai?” chiese Edmund.
“Dice che deve studiare con Kristoff e Wade” disse Frannie “Devono preparare l’interrogazione di Trasfigurazione”
“Kristoff? Reindeer?” chiese Mag con una smorfia, che si tramutò in un sorriso perfido “…Parla ancora con i Knarl?”
Edmund soffocò una risata. Frannie si limitò a sorridere.
“Non lo so, puoi sempre chiederglielo!” rispose all’amica facendole l’occhiolino.
“Mamma mia, quel ragazzo non lo tollero proprio, è proprio scemo, speriamo che Tony gli infonda un po’ di intelligenza” disse Mag.
“A me non dà così fastidio” disse Frannie alzando le spalle “anche se non lo considero mio amico… Preferisco decisamente Wade”
“Wade Wilson sta simpatico anche a me, a volte mi chiedo come mai non sia fra i Serpeverde” disse Edmund.
“Per me dipende dalle volte” disse Mag. Non andava molto d’accordo con i Tassorosso, salvo Aurora e Tony.
“In ogni caso ho deciso che finché non mi dirà cosa mi sta nascondendo, io terrò il nostro segreto per me” mormorò Frannie, piuttosto contrariata.
“D’accordo” disse Mag, senza sapere che altro aggiungere.
Finalmente apparvero sui tavoli le pietanze e per un quarto d’ora furono impegnati a mangiare.
“Allora, stavo pensando…” disse Mag alla fine del pranzo, prima che tutti si alzassero per raggiungere le aule della lezione del pomeriggio “Forse è meglio se al posto di venire a prendervi a Babbanologia vada avanti nella Stanza, così non rischiamo che qualcuno ci batta sul tempo!”
“Buona idea!” disse Edmund.
“Farò in modo che possiate entrare solo voi due, quindi non dovrebbero esserci intoppi” disse Mag.
“Perfetto” disse Frannie. “Non vedo l’ora!”
“Anche io” disse Mag “…Sperando di essere in grado”
“Certo che lo saremo” disse Frannie, fiduciosa “Siamo sempre stati molto bravi nella materia, soprattutto Edmund!”
Il ragazzo, che fino a quel momento se n’era stato in silenzio, sentì dentro di sé un miscuglio di gratitudine e ansia. Sperava proprio di essere all’altezza.
“…Mal che vada affronteremo i malvagi con un Experliarmus” disse con l’intento di sdrammatizzare.
“Sarebbe imbarazzante” disse Frannie ridacchiando.
“Dai, andiamo! Non voglio sedermi all’ultimo banco con Vitious” disse Mag alzandosi per prima.
I due la seguirono, guardandosi in faccia e reprimendo una risata.
Quando terminò la lezione Mag li salutò in fretta e corse al settimo piano, mentre Frannie e Edmund si avviarono verso l’aula di Babbanologia, al secondo piano.
La ragazza arrivò al settimo piano quasi del tutto indisturbata, salvo per l’incontro ravvicinato con un fantasma che non stava guardando dove andava e la investì in pieno. Poi il suo cammino fu interrotto da un quadro parlante che le iniziò a raccontarle di un litigio con il quadro vicino. A quanto pareva il suo vicino, gli aveva dato dell’asino. Dopo qualche minuto passato a cercare di farli ragionare, Mag si spazientì e disse che doveva andarsene e li lasciò a bisticciare fra di loro.
Quando finalmente fu davanti al muro vuoto della Stanza, vi camminò davanti per tre volte a occhi chiusi e pensando intensamente: “ho bisogno di una stanza dove potermi esercitare con i miei due amici”. Aprì gli occhi e sorrise. Davanti a lei era apparsa una porta. Si guardò intorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno ed entrò.
All’interno c’erano tre poltroncine di velluto verde, sulla destra c’erano tre manichini, che avrebbero potuto usare come bersagli. Uno specchio piuttosto grande era posizionato a sinistra e copriva quasi del tutto l’intera parete. Davanti a lei c’era un tavolino su cui c’erano alcuni libri, tutti sulla Difesa contro le Arti Oscure. Sorrise soddisfatta.
Si sedette e tirò fuori dalla borsa un quaderno nuovo di zecca, si mise comoda e iniziò a scriverci sopra qualcosa, in attesa degli amici.
Dopo quasi un’ora la porta si aprì ed emersero Edmund e Frannie.
“Oh, finalmente!” disse Mag scattando in piedi con un gran sorriso.
Frannie entrò a grandi passi e si guardò intorno.
“Wow” commentò dopo aver analizzato cosa aveva offerto loro la Stanza.
Edmund invece si era avvicinato allo specchio. Vedeva accanto a sé una forma umana, ma non erano né Mag né Frannie, perché le due indossavano la divisa nera, e la figura accanto a lui era vestita di bianco. Spaventato, si voltò di scatto verso la sua sinistra, dove credeva che avrebbe trovato quella specie di ombra, ma vide solo Mag che spiegava a Frannie che i libri li aveva trovati già lì.
“Tu sai che cos’è?” chiese Mag avvicinandosi. “Mi era sembrato di vedere un’ombra ma probabilmente mi sono sbagliata”
“Anche io vedo qualcosa!” disse Frannie mettendosi accanto a Edmund.
“…Credo che sia un Avversaspecchio” disse Edmund. “Avevo letto della sua esistenza sul libro che mi ha regalato Laets l’anno scorso, sugli Auror”
Le due lo guardarono, in attesa di un’ulteriore spiegazione.
“Praticamente quando ti specchi vedi quanto sono vicini i tuoi nemici, e più sono a fuoco, più si stanno avvicinando” disse dando un ultimo sguardo alla figura bianca accanto a lui e andandosi a sedere.
Mag e Frannie rimasero a fissare la superficie di vetro davanti a loro, e questa volta Mag vide che effettivamente non si era sbagliata: c’erano delle ombre leggerissime che aleggiavano intorno a lei. Rabbrividì e si andò a sedere accanto a Edmund.
“Inquietante” mormorò Frannie, seguendo subito l’amica.
“Tu vedi qualcosa?” chiese Mag a Edmund, con apprensione. Lui sollevò le spalle.
“Qualche ombra” disse con tono evasivo “Sarà perché c’è Voi-Sapete-Chi in libertà”
“Vero…” disse la ragazza, pensierosa.
A quel punto Frannie prese parola. 
“Possiamo iniziare?” esclamò.
Mag prese dal tavolino il quaderno che aveva portato e nessuno aveva notato.
“Mentre eravate via ho fatto l’elenco delle cose che sappiamo già fare più o meno bene e mi sono appuntata quelle che ci servirebbero con più urgenza” disse.
“Sai che dovrai far sparire quel quaderno, vero?” chiese Frannie.
“Certo, lo trasfigurerò in qualcosa… Solo che mi sembrava utile appuntarmi quello che facciamo” rispose prontamente Mag.
“È una buona idea!” disse Edmund “Fammi vedere”
Passò velocemente in rassegna la lista delle loro abilità, poi guardò la lista successiva. Frannie gli fu subito vicino.
“…Ho pensato che potremmo prepararci una lezione a testa, giusto per sapere qualcosa sull’incantesimo da imparare, e poi passiamo il resto del tempo a esercitarci” disse Mag.
“Non mi sembra una cattiva idea” rifletté Frannie. “Io per esempio so l’incantesimo che serve per evocare il Patronus e anche un po’ di teoria, potremmo iniziare da quello!”
“Oppure potremmo fare un bel ripasso degli incantesimi non verbali” disse Edmund. “Abbiamo smesso di farli a giugno, siamo a novembre”
“Dobbiamo anche sfruttare quei manichini con gli incantesimi che conosciamo già, dato che abbiamo duellato raramente in questi anni” disse Mag.
I tre si guardarono un po’ imbarazzati. Ognuno avrebbe voluto che gli altri si piegassero al suo volere, ma al tempo stesso non volevano creare conflitti ancor prima di incominciare a lavorare sul serio.
“…Però potremmo anche iniziare con il Patronus” disse Edmund.
“…Hai ragione anche tu, Mag” disse Frannie.
“…Gli incantesimi non verbali non sono una brutta idea” disse Mag.
Avevano risposto tutti e tre contemporaneamente. Risero tutti e tre nervosamente.
“…Forse per questa volta sarebbe meglio fare una lista di cose da fare e dividerci i compiti” disse Mag dopo averci pensato su. “Magari ci scriviamo anche le date in cui ci troviamo”
“Frena un attimo, Mag, io non so che ne sarà della mia vita da qui a due giorni” disse Frannie, cercando di sdrammatizzare, anche se stava iniziando a spazientirsi.
Mag la guardò leggermente infastidita, ma tutto sommato aveva ragione, soprattutto lei che doveva conciliare quelle esercitazioni segrete con le uscite con Tony. Per lei e Edmund invece c’erano molti problemi in meno. Fu proprio il ragazzo a mediare, questa volta.
“Noi scriviamo gli argomenti e poi decidiamo in settimana quando ci troviamo, va bene fare anche così” disse cercando di non guardare Mag, sperando che non se la prendesse. Voleva cercare di non darle ragione solo perché era la sua ragazza.
La ragazza, dal canto suo, ammise che Frannie aveva ragione, ma rimase un po’ offesa perché secondo lei non c’era nulla di male nel decidere già le date, era meglio portarsi avanti. Decise di tacere.
“Allora,” disse, scrivendo in cima ad una pagina bianca i loro tre nomi, tirò tre righe per dividere la pagina in tre colonne “c’è qualcosa di particolare che volete fare?”
“Io non saprei…” disse Edmund “Forse potrei aiutarvi con gli incantesimi non verbali…”
Frannie storse il naso per la scelta di parole usata dall’amico. “Aiutarvi”. Lei li sapeva fare abbastanza bene gli incantesimi, Edmund non era molto meglio di lei.
Mag avrebbe effettivamente avuto bisogno di un aiutino, ma anche lei si accorse che non era la parola migliore da usare e sperò che Frannie non se la prendesse, dato che lei sapeva che Edmund non lo aveva detto con l’intento di mostrarsi più bravo di loro.
“Allora te ne occupi tu” disse scrivendo “INV” sotto al nome di Edmund.
“Io mi preparerò sul Patronus, se non vi dispiace” disse Frannie con un gran sorriso “Non vedo l’ora di conoscere il mio”
“Beh, io potrei fare qualche ricerca sulle Creature Oscure e concentrarmi sulla teoria” disse Mag “Così sappiamo quali contro-incantesimi usare in base alla creatura oscura”
“Ha senso, va bene” approvò Frannie. Mag scrisse tutto sul foglio.
“Poi abbiamo vari incantesimi per respingere i nemici, chi li vuole fare?”
Frannie fece per alzare la mano ma Edmund la batté sul tempo.
“Allora, Ed fa il Repello Inimicum, tu il Salvio Hexia” disse Mag ai due amici. “Io posso studiare l’Ardemonio e come affrontarlo[2]
Passarono una buona mezzora a discutere su quello che avrebbero voluto fare, non senza qualche breve battibecco. Quando ebbero finito erano esausti, non perché avessero fatto qualcosa di particolare, ma per lo sforzo mentale di non prendersi per i capelli per accaparrarsi gli incantesimi più interessanti, come avrebbero fatto con chiunque altro.
“…Quindi la prossima volta cosa facciamo?” chiese Edmund guardando distrattamente l’orologio.
“Potresti iniziare tu” propose Mag, poi subito si corresse “Oppure Frannie…”
“Oppure tu” sbottò Frannie “Facciamo che andiamo in ordine alfabetico, così ci risparmiamo l’imbarazzo ogni volta, ok?”
“Va bene” disse Mag tirando un sospiro di sollievo.
“Sentite, io andrei, tanto per oggi non so se riusciamo a combinare qualcosa!” disse Frannie “…Diciamo che è stato un incontro preliminare per metterci d’accordo”
“Sì, dai, sono d’accordo” disse Edmund, leggermente in imbarazzo.
Mag si disse d’accordo, ma a dire il vero avrebbe preferito rimanere ancora un po’ per provare ad allenarsi con i manichini, ma dovette rendersi conto che l’umore non era quello giusto.
“Ragazzi, c’è qualcuno qui!” disse Edmund quando si furono avvicinati alla porta.
In effetti si sentivano dei movimenti e un brusio concitato.
“Dobbiamo uscire in un altro corridoio” disse Frannie.
“D’accordo” disse Mag, e subito pensò “Vogliamo uscire sulla torre di Divinazione”. Era una parte del castello poco visitata, soprattutto in quell’orario.
Quando uscirono, Frannie capì dove si trovavano e sbuffò.
“Proprio qui dovevi farci uscire? Adesso dobbiamo percorrere tutto il castello a piedi!” si lamentò.
“Tu cosa avresti scelto, scusa?” borbottò Mag “Almeno qui non rischiamo di farci trovare!”
“Non lo so, davanti alle cucine?! Non c’è mai nessuno!” disse prontamente Frannie.
“Se vuoi puoi anche tornare nella stanza e usarla come un ascensore” disse Mag cercando di mascherare la sua aria indispettita con un sorriso.
Edmund le diede una gomitata di avvertimento. Era stufo di sentirle battibeccare in modo passivo-aggressivo, non avevano fatto altro per tutto il tempo passato nella Stanza delle Necessità. Fortunatamente Mag colse la critica e si zittì, e così fece anche Frannie.
“Comunque possiamo farcela” disse Mag quando erano ormai a metà strada.
In quel momento pensava esattamente l’opposto, ma voleva sforzarsi di non farsi prendere dal pessimismo, come era solita fare in occasioni simili.
“Sì, dai, noi tre siamo bravissimi, non possiamo fallire” disse Frannie con convinzione.
“Pensare che lo stiamo facendo alle spalle della Umbridge mi mette gioia” disse Edmund.
Quelle furono come delle parole magiche per il gruppo, che iniziò a sorridere sul serio.
Quando quella sera Mag e Edmund si trovarono da soli in Sala Comune, si scambiarono le loro prime impressioni, intanto Frannie era in giro con Tony.
“Dici che faccio troppo la maestrina?” chiese Mag, aspettandosi già una risposta affermativa. Si conosceva troppo bene.
Edmund parve per un attimo soppesare sulla risposta da dare, ma vide che Mag era tranquilla, quindi si sentì a suo agio e cercò di essere sincero.
“Un po’…” disse guardandola timoroso “ma menomale che ci sei tu… Solo che non devi trattarci come se fossimo dei tuoi studenti, non è di Babbanologia che si parla!”
“Lo so, ma mi sono sforzata tantissimo” borbottò Mag concentrando lo sguardo sul suo gatto.
“Lo so, lo ho notato, per questo non volevo dirti niente” disse il ragazzo attirandola a sé per stringerla più forte. Non voleva offenderla, e poi in fondo a lui piaceva quando Mag faceva così.
“…Io invece non mi so decidere con quello che voglio fare o dire, e poi a volte poi vorrei dare ragione a te ma non voglio che Frannie pensi che voto per te solo perché sei la mia ragazza”
“Stessa cosa per me” si lamentò Mag.
“Che fatica” disse Edmund “Ma vedrai che la prossima volta andrà meglio, dobbiamo solo abituarci a questo stile di studio”
“Se avessimo un professore decente sarebbe tutto più semplice” borbottò Mag.
“Se solo ci fosse ancora Lupin!” mormorò Edmund.
“Eh, magari!” disse Mag.
Poco dopo li raggiunse Frannie, seguita da Jasmine. Ultimamente la ragazza passava sempre più tempo fuori dalla Sala Comune per stare con Aladdin. I due stavano già programmando il loro ritorno a casa per le vacanze di Natale ed erano persi nel loro mondo, innamoratissimi come sempre. Tutto ciò faceva sentire i suoi tre amici Serpeverde un po’ meno in colpa per il fatto di escluderla dai loro discorsi così spesso, in quel periodo.
 
*
 
L’incontro successivo – fissato con non poche difficoltà – non fu un successo. A dirla tutta, fu un vero fiasco.
Avevano trovato la Stanza delle Necessità irrimediabilmente occupata per tre giorni di seguito. Poi avevano dovuto aspettare qualche giorno perché avevano già altri impegni. Alla fine Mag aveva dovuto preparare per prima la sua lezione perché si era portata più avanti con i compiti e si era quindi sacrificata per sostituire Frannie e Edmund e per preparare una lezione sugli Inferi e sui vari modi per fermarli. La sua lezione fu un disastro annunciato quando iniziò il primo excursus sugli episodi di storia antica in cui erano stati utilizzati gli Inferi. Ovviamente per Mag un discorso simile aveva totalmente senso, un po’ meno lo ebbe per Frannie e Edmund, che riuscirono a malapena a trattenere la loro insofferenza, ma furono totalmente incapaci nel reprimere una serie di sbadigli.
“…In quella occasione il fuoco non fu sufficiente, così dovettero evocare un Protego Maxima” concluse la ragazza.
“Ok, quindi anche il Protego Maxima può essere utile” disse Frannie sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo.
“Esatto” disse Mag con un sorriso. Non si era per niente accorta dello sguardo annoiato dei due.
“…E non potevi dirlo all’inizio?” buttò lì Frannie, cercando di non sembrare scortese, fallendo miseramente.
A quel punto Mag fu travolta dalla consapevolezza che la sua lezione, fondamentalmente, aveva fatto schifo.
“Pensavo che così ve lo sareste ricordato meglio!” cercò di difendersi, mortificata.
Guardò Edmund in cerca di aiuto, ma l’aiuto non arrivò. Il ragazzo era incantato a guardare il suo riflesso nell’Avversaspecchio. In quel momento preferiva guardare quello piuttosto che far capire alla sua ragazza che era totalmente d’accordo con Frannie.
“Beh, io me lo ricordo meglio se non si fanno troppi giri di parole” disse Frannie cercando di essere gentile e pacata.
“Io…” balbettò Mag arrossendo violentemente “Va bene, me lo ricorderò”.
Guardò gli appunti che aveva preso per la lezione e ebbe l’impulso di stracciare tutto, tanto si sentiva inadeguata. Edmund non osò guardarla perché sapeva che ci era rimasta male, e non guardò neanche Frannie, anche se sapeva che se si fosse trattato di un’altra persona e non Mag, le avrebbe dato il cinque sotto al banco. Si sentì estremamente in colpa per quel pensiero.
“Io… Aspettate un attimo” disse Mag. Iniziò a sottolineare le parti importanti, quelle senza giri di parole e deviazioni verso la storia della magia. Sia a Edmund sia a Frannie fece estremamente pena.
“Beh, direi che abbiamo un po’ di materiale su cui lavorare, no?” disse Edmund mettendo fine a quell’agonia.
“Sì infatti! Dobbiamo provare a controllare il fuoco, la luce e migliorare i Protego” disse Frannie.
“Va bene” disse Mag con un filo di voce, con la mente in subbuglio.
I due si alzarono subito in piedi e la precedettero davanti al manichino sfoderando le bacchette.
Quel pomeriggio le prestazioni di Mag furono piuttosto scarse, dal momento che si era demoralizzata non tanto per quello che era appena successo, ma perché iniziava a chiedersi se fosse giusta la strada che voleva prendere, quella dell’insegnamento, dimenticando completamente tutte le volte che era stata perfettamente in grado di dar loro ripetizioni di Babbanologia o Storia.
Quando ritornarono in Sala Comune non disse una parola e prima Edmund e poi Frannie se ne accorsero. Frannie decise saggiamente di lasciarli un po’ da soli, sperando che, se ne avessero parlato, Edmund l’avrebbe difesa, dato che sentiva di aver detto una cosa giusta, anche se difficile da dire per il fatto che la diretta interessata era la sua migliore amica.
Andò da Tony, che fortunatamente era in Sala Grande a giocare a scacchi contro Wade Wilson, il suo compagno di Casa.
“Hey, come va?” le chiese dandole un bacio sulle labbra.
“Stavo studiando con Mag e Edmund, sono un po’ irritata” borbottò.
Non era necessario precisare cosa stessero studiando.
“Come mai?” chiese il ragazzo, interessato.
Lei alzò le spalle.
“Ma niente, Mag è un po’ pignola e dopo un po’ mi sono scocciata” disse la ragazza “Credo che ci sia rimasta un po’ male”
“Vedrai che le passerà” disse Tony, muovendo la sua torre.
“Se hai preso in giro Rosander per la sua pignoleria hai solo fatto bene, Frannie” si intromise Wade mangiando un pedone di Tony.
Frannie scosse la testa ma sorrise.
“Non ti preoccupare, Wilson” disse ridacchiando. Poi si rivolse di nuovo a Tony.
“Tu cosa hai fatto oggi?” chiese prendendo un pasticcino dal piatto del ragazzo.
“Niente, stavo studiando anche io” disse il ragazzo, sperando che Wade non intervenisse per dire qualcosa di scomodo, per esempio che nelle ultime due ore non lo aveva visto studiare da nessuna parte.
Fortunatamente il ragazzo non parlò, e insieme continuarono a parlare di cose leggere e a far merenda.
 
Mag e Edmund invece erano seduti sul letto di Edmund, a parlare.
“Pensavo che sarebbe stato più facile” mormorò Mag “Se faccio fatica con voi due figuriamoci quando sarò davanti a una classe!”
“Sarà diverso, non ti devi preoccupare… E poi stai facendo pratica con noi, è già una bella cosa” disse lui, cercando di rimediare ai pensieri cattivi che aveva fatto quel pomeriggio.
“Forse hai ragione…” borbottò la ragazza. “E comunque al momento non è il problema principale…”
“Vediamo come vanno le prossime volte, non ci dobbiamo abbattere” disse lui, anche se iniziava a essere poco convinto.
“Non lo farò” disse subito Mag “Però secondo me dobbiamo cambiare strategia… Per esempio, avere un leader non sarebbe male”
“Lo penso anche io, ma chi di noi se la sente di mettersi a dare ordini agli altri? Finiremo per odiarci” borbottò Edmund.
Mag ovviamente ci aveva pensato, e se non fosse stato per le scarse capacità organizzative e di imporsi sugli altri di Edmund, avrebbe proposto lui. Anche Frannie era molto brava, ma non era sicura di volere stare alle sue regole ogni volta, anche quando era totalmente in disaccordo con lei. Il problema era che i tre Serpeverde erano dei leader nati, ognuno a modo suo, solo che un conto era organizzare e gestire un gruppo di persone che si conoscevano appena, un altro era imporsi sui propri migliori amici, o ricevere ordini da loro.
“Infatti, servirebbe una persona esterna” disse Mag, pensierosa.
“Ma noi abbiamo deciso di fare quel che stiamo facendo proprio perché non c’è una persona esterna che ci può aiutare!” disse Edmund alzando gli occhi al cielo.
“Secondo me invece stiamo correndo troppo e non abbiamo pensato a tutte le possibilità” rifletté Mag “Forse ne dovremmo parlare con Frannie”
“E cosa le diciamo? Io non so cosa potremmo fare per viverla meglio” chiese Edmund, un po’ allarmato. “Ti prego, non voglio litigare, ci manca solo questo”
“Nemmeno io voglio litigare, Ed, e so riconoscere i miei limiti… E poi secondo me anche lei pensa che le cose non stiano andando molto bene” disse Mag.
Si sporse verso il comodino del ragazzo e prese lo specchietto magico. Se lo rigirò fra le mani.
“…È solo che secondo me non andremo troppo lontano, in questo modo” mormorò la ragazza. “…E non ti preoccupare, parlerò io!”
Fece un respiro profondo e mise lo specchio davanti al volto.
“Frannie!” chiamò.
Dall’altra parte, Frannie era ancora con Tony, e quando sentì la voce di Mag sbuffò e considerò per un momento l’idea di ignorarla.
Frannie!” chiamò di nuovo Mag.
Dopo una manciata di secondi apparve il volto dell’amica.
“C’è qualcosa che non va?” chiese Frannie.
“Sei da sola?” le chiese Mag passandosi nervosamente una mano fra i capelli.
“Sarei con Tony…” rispose la ragazza girando lo specchietto per mostrare il Tassorosso, che salutò con una mano.
“Appena riesci potresti venire nel dormitorio di Ed? Vorremmo parlarti di una cosa” disse Mag, cercando di abbassare la voce. Sperava di insospettire Tony il meno possibile.
“Va bene, arrivo tra un quarto d’ora” disse la ragazza.
“Okay, grazie” disse Mag “A dopo”
Ripose lo specchio sul comodino e buttò fuori l’aria dalla bocca. Edmund la guardava timoroso, temeva che la riunione che voleva tanto Mag si sarebbe trasformata in una lite.
“Stai tranquillo” gli disse accoccolandosi accanto a lui “E comunque sei sempre libero di non essere d’accordo con me e di contraddirmi”
“Non vorrei farlo” si lamentò lui.
I loro sguardi si incontrarono, così lei gli prese il viso fra le mani e gli diede un bacio.
“Non ti preoccupare” disse semplicemente. “Da adesso in poi siamo solo due colleghi, va bene?”
Lui la guardò negli occhi e sorrise malizioso.
“Aspetta ancora un quarto d’ora” disse attirandola a sé.
 
 “…Se si sono coalizzati per eliminarmi dal gruppo di studio è la volta buona che li ammazzo” borbottò Frannie quando si fu assicurata che lo specchietto fosse al suo posto nella cartella.
Aveva scelto con cura le parole giuste, così come probabilmente aveva fatto Mag, dato che era palese che volesse parlare del loro gruppo di studio illegale. Ringraziò che Wade se ne fosse andato poco prima, così avrebbe evitato di insospettire anche lui.
“Ma figurati, perché dovrebbero? Non mi sembrano così infantili” disse Tony ridacchiando.
“No, è vero” convenne Frannie “E poi magari devono solo chiedermi cosa ho scritto nel tema per la Umbridge”
“Può darsi” disse il ragazzo. “Comunque se vuoi adesso mi puoi accompagnare in Sala Comune, poi ci vediamo per la cena!”
“Va bene!” disse Frannie schioccandogli un bacio sulla guancia.
I due si alzarono e si diressero mano nella mano verso l’uscita.
“Ieri Kristoff mi ha detto una cosa che non mi è piaciuta” esordì Tony mentre camminavano.
“Cosa?” chiese Frannie, ancora sovrappensiero.
“Ha semplicemente confermato la mia teoria secondo cui alla Umbridge non piacciono gli scambi di effusioni” disse lui. “Ha detto che se ne stava tranquillo a limonare con Anna, la sorella di Elsa, e a un certo punto si è sentito spingere forte contro il lato opposto del gradino su cui si trovavano. E davanti a loro c’era la Umbridge. Ha detto che questi scambi di effusioni non li tollera e che presto passerà una regola che li vieta”
“Non è possibile” mormorò la ragazza, sentendo dentro di lei montare la rabbia.
“E invece sta succedendo” disse Tony “Quindi dobbiamo stare attenti”
“Credo che se ci dovesse fare una cosa del genere – farci allontanare – non risponderei delle mie azioni” disse Frannie.
“Io sono stanco di questa situazione, ed è solo novembre” disse lui, stringendole la mano.
“Non dirlo a me…” disse lei.
Finalmente arrivarono davanti alla porta a forma di botte.
“Secondo me Silente non le permetterà di farlo” disse Frannie “Non mi sembra che per il castello la gente abbia mai fatto cose più oscene di scambiarsi qualche bacio”
“Ma quella è pazza, secondo me se fosse per lei dovremmo girare per il castello a un metro di distanza l’uno dall’altro” disse Tony.
“Ci mancava solo questa…” mormorò Frannie. Poi, senza pensarci, lo abbracciò e lo baciò a lungo, incurante di quello che sarebbe potuto succedere. Tony non si tirò indietro. Anche lui stava maturando un certo spirito di ribellione in quei giorni, e così la strinse a sé più forte.
 
*
 
Quando Frannie iniziò a salire le scale del Dormitorio maschile non sapeva cosa aspettarsi. Ovviamente Mag non aveva potuto dire molto, ma dopo la lezione di quel giorno – avevano trovato un’ora buca nel primo pomeriggio, prima della lezione di storia– era piuttosto sfiduciata. Non aveva avuto il tempo e la voglia per riflettere sulla situazione, ma sapeva che non le andava per niente a genio. Da una parte sperava che avrebbero approfittato di quel momento per parlarne, dall’altra aveva paura di affrontare l’argomento perché avrebbe potuto dire cose scomode, soprattutto a Mag, ma un po’ anche a Edmund.
Bussò alla porta e la voce di Edmund le disse di entrare. Quando aprì la porta vide che Edmund era seduto sul letto con le gambe incrociate, appoggiato alla testiera, mentre Mag era in piedi appoggiata al muro accanto alla finestra e guardava fuori. Apprezzò mentalmente di non vederli seduti vicini, altrimenti aveva la sensazione che si sarebbe sentita attaccata ancor prima di iniziare a parlare.
“Immagino che quello che avete da dirmi richieda un Mufflitato, vero?” chiese con pacatezza.
“Già” disse Mag iniziando a tormentarsi le mani.
Edmund prese la bacchetta che aveva appoggiato sul comodino ed effettuò l’incantesimo.
“Gli altri sono all’allenamento?” chiese prendendo la sedia appoggiata davanti al letto di Montague e sedendosi sopra.
“Sì, per fortuna” disse Mag.
Rimasero in silenzio per un attimo, poi Mag prese parola.
“Dunque, volevo esternarvi le mie prime impressioni sul nostro gruppo…” esordì. “Secondo me c’è qualcosa che non va, e probabilmente è per il fatto che stiamo correndo troppo. O per il fatto che non c’è un vero leader e dobbiamo ogni volta scendere a compromessi, il che è frustrante il più delle volte, e lo è per tutti, immagino, non solo per me…”
I due amici la ascoltarono in silenzio, e vedendo che annuivano Mag continuò a parlare.
“Poi c’è il problema dei nostri “limiti”, se così li posso chiamare… Io non sono così brava a spiegare come pensavo. Edmund è bravissimo ma anche lui non è il massimo come insegnante, e anche tu, Frannie, sei brava a spiegare, ma devi affrontare argomenti decisamente troppo difficili. Io… Io mi sono presa la libertà di leggere la spiegazione del Patronus, su uno dei libri che c’erano nella Stanza, e non si capisce quasi nulla, se non il continuo ripetersi di ‘fate pensieri felici’, ma non sarebbe un incantesimo oltre il livello MAGO se bastasse fare pensieri felici, no? Insomma, non so se da soli ce la caveremo così bene…” disse arrossendo parecchio. Poi concluse: “Voi… Voi siete d’accordo? O per voi va tutto bene?”
Rimase in silenzio e guardò i due amici, che tenevano gli occhi bassi.
La prima a parlare fu Frannie.
“Diciamo che pensavo che sarebbe stato più facile” disse a bassa voce “sia con voi, sia con gli argomenti che affrontiamo”
“…Ecco, io per esempio mi sono sempre trovata abbastanza bene a studiare con voi, ma se vi devo spiegare cose che non siano Babbanologia o Storia avete visto quanto sono in difficoltà…” disse Mag.
Sia Frannie sia Edmund annuirono con convinzione. Mag non ci rimase più di tanto male per il fatto che non fossero intervenuti per dirle che non era vero: lo sapeva già, si conosceva abbastanza bene da ammetterlo senza essere melodrammatica. 
“Non è per niente facile, Mag” disse Edmund, per cercare rendere meno dolorosa quella consapevolezza. “È anche vero che Frannie non aveva tutti i torti oggi pomeriggio… Ma sono sicuro che anche io non sarei stato un insegnante migliore…”
“E comunque sì, anche se non so perché tu sia andata a leggere la lezione che doveva essere mia, tutto sommato hai ragione. Sono argomenti difficili, e ho come la sensazione che anche se stiamo studiando su un buon libro ci sfugga sempre qualcosa, qualcosa che un buon insegnante come Lupin ci saprebbe dare” disse Frannie, beandosi di vedere Mag arrossire alla sua critica sul fatto che non avrebbe dovuto leggere la sua lezione al posto suo.
“…E pensate quando proveremo con l’Occlumanzia!” intervenne Edmund.
I tre rimasero in silenzio, travolti da un’ondata di sconforto.
“Beh, allora che facciamo?” chiese Frannie “Io questa cosa la voglio fare, con o senza di voi, ma preferirei che trovassimo un accordo senza farci il fegato amaro ogni singola volta che c’è da decidere qualcosa, o che non ci va bene cosa decidono gli altri… o quando riceviamo una critica…”
“Anche io lo voglio fare” disse prontamente Mag “ma ammetto di prendermela troppo per certe cose, solo che capisco che non posso sempre decidere io… e che le idee che a me sembrano perfette, per voi non sono un granché”
“Quindi i casi sono due… O impariamo ad adeguarci senza rimuginarci troppo su o smettiamo” disse Edmund.
A dire il vero fra i tre era stato quello che aveva inghiottito il rospo più volte pur di mantenere la pace, erano più Mag e Frannie e contendersi il ruolo di leader. 
“Oppure…” disse Frannie, illuminandosi improvvisamente “Non abbiamo considerato un’opzione”
“E cioè?” chiese Edmund, sconfortato.
Mag parve intuire quello che stava per dire Frannie. Era un’opzione che aveva preso in considerazione ma aveva ritenuto infattibile.
“Mag ha parlato dell’assenza di un leader, o di un professore… E se chiedessimo a qualcuno di esterno di aiutarci?!”
“E a chi?! Chi pensi che ci aiuterebbe?” chiese Edmund, scettico.
“Ci avevo pensato, Fran. Avevo pensato che Silente sarebbe stato l’insegnante ideale… Solo che non penso che abbia tempo per noi, anche se i vostri genitori sono nell’Ordine…” disse Mag scuotendo la testa.
“È vero, Silente sarebbe adattissimo, ma non penso che impartisca lezioni private agli studenti, più che altro per mancanza di tempo… Però non penso che sia l’unico adatto, no?”
“La McGranitt?” azzardò Mag. Era la sua insegnante preferita, non le sarebbe dispiaciuto, ma non era molto convinta nemmeno in questo caso.
“Mh, non penso che aiuterebbe noi, anche se è nell’Ordine, se non sbaglio… E neanche Vitious. Non siamo in rapporti così stretti con loro” disse Edmund.
“…Ne resta uno che trovo adatto” disse Frannie, il suo sorriso si allargò. “…Piton. È il direttore della nostra Casa, ed è nell’Ordine. E aspira alla cattedra di Difesa da anni, il che vuol dire che è qualificato!”
“Non sono sicura di volerlo come insegnante!” si affrettò a dire Mag “…E poi non ci aiuterebbe mai! Credo che fra noi tre lui sopporti a stento solo Edmund!”
“Hey, me mi sopporta” protestò Frannie, fingendosi offesa. “…E se accetta me e Edmund accetterà di sicuro anche te, dobbiamo essere uniti se glielo vogliamo chiedere!”
“Aspetta un momento, non so se sono d’accordo!” disse Mag avvicinandosi ai due e sedendosi sul letto di Adrian.
“A me l’idea non dispiace!” disse Edmund dopo averci pensato su. “La cosa che mi convince di più è il fatto che sia nell’Ordine!”
“Infatti, secondo me se gli parliamo seriamente ci ascolta!” disse Frannie.
“Ma… è Piton!” disse Mag, sperando che i due capissero cosa voleva dire. “È quello che ci ha fatto passare un inferno solo perché avevamo fatto gli auguri a Lupin! Lo stesso che ci tartassa e ci tratta come stracci da quando abbiamo messo piede a Hogwarts, senza gratificarci un minimo! Cosa vi fa pensare anche per un solo istante che ci aiuterà?!”
“È la nostra unica chance, direi” disse Frannie, insistendo. “A meno che tu non voglia chiedere a Potter come si fa a scappare da Voldemort per due volte di seguito”
“Preferirei quasi umiliarmi così che fare altre lezioni con Piton” disse Mag “…ammesso e non concesso che ci dica di sì!”
“Mag, non è un’idea così malvagia!” disse Edmund voltandosi verso di lei “E poi non penso che ci tratterebbe come degli studenti qualsiasi… Se accetta il fatto che ci tratta male sarebbe l’ultimo dei problemi!”
“Penso che lui ne sappia molto di Arti Oscure, forse è il migliore sul campo… A parte Lupin, ovvio… Ma purtroppo a lui non possiamo chiedere nulla” disse Frannie, cercando di convincere l’amica.
Mag ci pensò su per un attimo. Dopotutto non avevano così torto i due amici.
“E se ci denuncia alla Umbridge?!” chiese Mag. “Siamo sicuri che oltre a dirci di no, non faccia una cosa simile?”
Era l’ultimo argomento a sfavore di quella idea che era riuscita a trovare.
Frannie scosse la testa.
“Figurati, mal che vada ci ride in faccia e ci manda via, ma non farebbe mai il gioco della Umbridge” disse con tranquillità.
Mag non trovò altri argomenti per ribattere. Non le dispiaceva l’idea di chiedere aiuto a un professore, ma sperava di non doverlo chiedere proprio a Piton, che spesso e volentieri era stato un suo incubo, letteralmente e metaforicamente.
“…Siamo sicuri che la McGranitt ci direbbe di no?” tentò disperatamente, per l’ultima volta.
“Sinceramente non penso che si metterebbe in pericolo con la Umbridge per noi tre, alla fine non ha mai dato segno di affetto nei nostri confronti... Sì lo so, Piton non è da meno, però ho come la sensazione che lui accetterebbe, forse perché è della nostra Casa!” disse Frannie.
“E va bene” disse Mag “Non sono convintissima ma possiamo provare. Mal che vada ci manda al diavolo e si fa quattro risate dopo averci chiuso la porta in faccia. O anche mentre lo fa”.
“Secondo me invece ci ammirerà molto” disse Frannie “e poi noi siamo degli ottimi studenti!”
“Di solito sono molto pessimista su queste cose” ammise Edmund “Ma anche secondo me è la cosa migliore da fare, e soprattutto penso che se gli sapremo spiegare bene la situazione deciderà di aiutarci volentieri”
“Infatti!” disse Frannie con un gran sorriso.
“E sia” disse Mag alzandosi dal letto per andarsi a sedere accanto a Edmund.
“…Ma è meglio se parlate voi, io non sono brava a parlare con lui” continuò.
Edmund e Frannie si guardarono in faccia. Entrambi volevano dire la stessa cosa ma aspettavano che l’altro si offrisse di sua spontanea volontà.
“Ah, non guardare me!” disse Edmund alzando le mani “Sei tu quella brava a convincere le persone, io sono bravo solo con quello scemo di mio fratello”
Frannie sbuffò.
Codardi” sibilò all’indirizzo dei due amici.
Edmund non la prese male, anzi, con un sorriso soddisfatto passò un braccio intorno alle spalle di Mag e la attirò a sé con orgoglio.
“Oppure siamo più furbi di te” disse con noncuranza, anche se non era sicuro di credere a quello che aveva appena detto.
“No no, siete due codardi, e lo sapete” disse Frannie ridacchiando. “…E va bene, gli parlerò io, anche se mi aspetto che veniate con me e che mi aiutiate”
“Ma certo, noi saremo al tuo fianco!” si affrettò a dire Mag.
Il clima nella stanza si era rasserenato parecchio. Ora i tre sorridevano e decidevano con calma cosa avrebbero detto all’insegnante.
“Tra poco tornano dall’allenamento, è meglio tornare giù” disse Edmund guardando l’orologio.
“Va bene, ci aggiorniamo per domani allora!” disse Frannie.
Il finesettimana si stava avvicinando e avevano pensato di aspettare che tutti gli studenti fossero nelle loro Sale Comuni o in Sala Grande a godersi la fine delle lezioni della settimana per poter sgattaiolare nell’ufficio di Piton e parlargli. Gli avrebbero chiesto udienza al mattino, dopo la lezione di Pozioni, sperando che non ci fosse la Umbridge, e poi gli avrebbero fatto la loro proposta.
“Spero che vada tutto bene” sospirò Mag quando i tre si sedettero su un divanetto accanto al camino.
“Ce la faremo, Mag, basta essere positivi” disse Frannie, che era tornata ad assumere la sua solita aria ottimista.
Quando era entrata nella stanza, un’ora prima, non pensava che ne sarebbe uscita così, anzi, pensava che avrebbe discusso con Edmund e Margaret e che qualcosa fra di loro si sarebbe rotto, e invece quel pomeriggio avevano dimostrato moltissima maturità. Forse era la guerra a fare questo effetto, oppure semplicemente stavano davvero crescendo.
 
L’indomani non fu eccessivamente faticoso chiedere udienza a Piton per il pomeriggio. Avevano deciso che per quello se ne sarebbe occupato Edmund, dal momento che sarebbe stato veloce e indolore, e infatti l’insegnante accettò quasi subito. Dallo sguardo penetrante che rivolse al ragazzo parve aver intuito quanto fosse importante per lui e per le altre due ragazze vedersi quel pomeriggio, perciò disse che li aspettava dopo l’ultima lezione.
 
Quando furono davanti alla porta dell’ufficio di Piton, dopo l’ultima ora di Babbanologia, la trovarono socchiusa. Mag lasciò andare la mano di Edmund e il ragazzo bussò.
“Chi è?” chiese la voce strascicata del professore.
“Pevensie, Firwood e Rosander, signore” disse il ragazzo dopo aver deglutito.
“Entrate” borbottò l’insegnante.
Quando entrarono notarono che il professore stava correggendo dei temi, probabilmente di studenti del quinto anno. Uno era pieno di segni rossi, faceva venire il capogiro[3].
L’insegnante prese la bacchetta, la mosse pigramente e apparvero davanti ai ragazzi tre poltroncine verdi.
“Sedetevi” disse.
I tre ubbidirono all’istante, Frannie si mise in mezzo fra Mag e Edmund.
“Professore” esordì Frannie dopo essersi schiarita la voce. “Volevamo parlarle perché siamo un po’ perplessi per come stanno andando le cose qui a Hogwarts, in particolare per l’insegnamento di Difesa contro le Arti Oscure. Siamo dell’idea che le lezioni della Umbridge non ci stiano affatto preparando a quello che c’è là fuori, e noi sappiamo che il ritorno di Lei-Sa-Chi non è una bugia, lo sa anche lei che i nostri genitori sono nell’Ordine. Noi… Volevamo chiederle se pensa che le cose cambieranno… E se la risposta dovesse essere negativa, se sarebbe disposto ad aiutarci, magari insegnandoci qualche incantesimo difensivo, dandoci qualche dritta… Impartendoci qualche lezione di potenziamento…”
Fino a quel momento Piton era rimasto impassibile a occuparsi del tema. Solo alla fine posò la piuma e li fissò. Frannie arrossì. Mag sembrava che stesse per prendere fuoco.
“Noi…” balbettò “Abbiamo provato a farlo da soli, ma ci sono incantesimi davvero difficili, e non abbiamo una preparazione adeguata per impararli…”
“La Umbridge non ci lascia neanche usare la bacchetta” aggiunse Edmund “E noi sappiamo solo Disarmare, Schiantare e difenderci con un Protego, ma solo contro fatture deboli, non contro la magia Oscura…”
“Pensavamo che lei potesse darci una mano, quando ha tempo…” disse Frannie.
“Noi sappiamo che lei è qualificato per svolgere un lavoro del genere… Sicuramente più della professoressa Umbridge e di molti professori che abbiamo avuto in questi anni” disse Mag.
I tre non trovarono altre parole per convincerlo, così rimasero in silenzio in attesa di una risposta.
Piton, dal canto suo, aveva fissato negli occhi i tre ragazzi ad uno ad uno, e aveva capito due cose. Erano disperati e impauriti, ma erano anche molto determinati.
“Quindi…” mormorò intrecciando fra di loro le lunghe dita affusolate. “Volete imparare le nozioni più importanti della Difesa contro le Arti Oscure”
I tre annuirono.
“E per farlo mi state chiedendo aiuto” disse, i tre annuirono di nuovo.
“…E volete farlo all’insaputa della vostra attuale docente di Difesa Contro le Arti Oscure nonché Inquisitore Supremo di Hogwarts. Mi sbaglio?” chiese con aria disinteressata, ma con il preciso intento di metterli a disagio e capire fino a che punto fossero consapevoli di quello che gli stavano chiedendo.
“Beh…” balbettò Mag. Nessuno dei tre voleva ammetterlo, ma fondamentalmente era così.
“Non è una grande insegnante, quindi…sì” disse Frannie.
La ragazza pensò di potersi permettere di dire una cosa del genere perché sapeva, e ne era fermamente convinta, che Piton la pensava come loro, e come Silente.
Edmund intervenne per dare man forte all’amica.
“Non ci lascia neanche usare le bacchette, e dice che ogni incantesimo di difesa è in realtà un incantesimo di attacco, e di conseguenza non andrebbe utilizzato. E…”
“E dice che là fuori non c’è nulla da temere, e anche se fosse noi siamo a scuola, quindi siamo al sicuro… Ma noi siamo al settimo anno ormai, l’anno prossimo saremo fuori di qui!” disse Mag.
A quel punto tutti e tre furono zittiti dal rumore della sedia di Piton, che si alzò in piedi.
Quando il professore voltò loro le spalle per andare a osservare una grande finestra che dava sul fondo del lago nero, i tre si guardarono in faccia, senza sapere cosa pensare.
“Dare lezioni private all’insaputa dell’Inquisitore Supremo potrebbe essere un rischio per la mia posizione, non ci avete pensato?”
La voce del professore arrivò lenta e calma. A Mag balzò il cuore in gola e si chiese per quale motivo non avesse cercato di distogliere gli amici da quell’idea con più energia.
“Lo sappiamo” disse Frannie mordendosi un labbro, guardando Edmund per invitarlo a dire qualcosa.
“E se accetta noi non ne faremo parola con nessuno. Nessuno” disse il ragazzo con convinzione.
“Capisco” borbottò il professore. “…E con ‘nessuno’ intendete anche fidanzatini e amichetti? Non mi risulta che Rosander abbia parenti nell’Ordine”
Mag avvampò, ma cercò di rimanere impassibile. Fu estremamente grata a Frannie per la risposta che diede al professore.
“Noi ci fidiamo di lei” disse la ragazza con semplicità.
Edmund le fu grato di aver risposto al posto suo, sentiva che se lo avesse detto lui sarebbe stato meno efficace. 
“Capisco” ripeté il professore per la seconda volta, guardando intensamente Mag, che sostenne lo sguardo.
“Se si verrà a sapere, negherò. E, credetemi se vi dico che sono molto più bravo di voi tre messi insieme a non far trapelare le informazioni che mi appartengono”
I tre lo guardarono un po’ storditi. Ci misero un po’ a realizzare che con quelle parole stava accettando la loro proposta.
“Non lo diremo a nessuno, lo giuriamo” disse Mag, accorata.
“No, infatti” disse subito Edmund.
“Rimarrà fra di noi” fece eco ai due Frannie.
“Vi posso dedicare un’ora ogni due settimane o dieci giorni, e un po’ di lavoro lo dovrete fare da soli. E se dovessi, anche solo per un momento, avere il sentore che non vi state impegnando come dovreste, consideratevi fuori. Non ammetterò né pigrizia né mediocrità”
Mag lo fissò con gli occhi sbarrati, un po’ intimorita, ma poi annuì. Non aveva certo intenzione di lasciarsi prendere dalla pigrizia per una cosa del genere.
“Un incontro ogni due settimane dovrebbe passare inosservato, ma se vi chiederanno, direte che Pevensie mi aiuta con delle scartoffie in quanto Caposcuola. Rosander invece ha bisogno di ripetizioni di Pozioni e Firwood la accompagna perché altrimenti Rosander rischia un attacco di panico se viene da sola”
Frannie sogghignò, Mag non capì se sentirsi presa in giro o meno, ma alla fine accettò quello che aveva detto il professore. Edmund sorrise per la gratitudine.
“Ora” disse tornando a sedersi davanti a loro “Voglio che mi diciate tutti gli incantesimi in cui ritenete di riuscire in modo discreto”
“Ho un elenco” disse Mag illuminandosi.
Prese dalla cartella la pergamena a cui aveva fatto un incantesimo per far sì che nessuno tranne lei e i suoi amici potesse leggerla e la porse al professore. Piton la esaminò con attenzione. Poi la stracciò in otto parti, sotto gli occhi sconcertati dei tre.
“Questo documento nelle mani sbagliate sarebbe la vostra condanna a sei mesi di punizione, e in più dovrete rispondere a domande che metterebbero in crisi l’Ordine” disse dosando ogni parola per far sentire in imbarazzo sia Mag sia gli altri due.
“…Comunque, ho visto che avete dimestichezza sugli Incantesimi basilari, ve ne rendo atto. Ma la Magia Oscura non può essere arginata da così poco” continuò.
I tre lo guardavano con gli occhi spalancati.
“Se degli studenti del Settimo anno sanno così poco non oso immaginare quelli degli anni precedenti” borbottò, più a sé stesso che ai tre, che rimasero in silenzio aspettando che continuasse.
“Controllerò il vostro livello sugli incantesimi non verbali, poi penseremo alle controfatture più efficaci, agli incantesimi di difesa e ad affrontare i Dissennatori. Se vi rivelerete all’altezza potrei anche insegnarvi l’Occlumanzia, dato che può rivelarsi molto utile”
“Grazie, professore” disse Edmund con aria solenne. Le altre due gli fecero eco.
“Non fatemi pentire della mia scelta” disse il professore. “E ora. Qual è l’orario in cui la vostra assenza darebbe meno nell’occhio?”
“Subito dopo le lezioni, oppure un’ora prima di cena” disse Frannie dopo averci riflettuto.
Con Tony non sarebbe stato un grosso problema in quel caso perché le sarebbe bastato dire che doveva prepararsi per la cena o che doveva studiare. Dopo cena o nel fine settimana avrebbe suscitato più perplessità.
“Molto bene. In ogni caso è meglio se ci accordiamo di volta in volta” disse Piton.
“Si potrebbe approfittare di quando ci sono gli allenamenti di Quidditch della nostra squadra” disse Edmund.
“Bene. Per adesso vi aspetto la settimana prossima alla stessa ora. Se ci sono dei problemi ve lo riferirò con discrezione, e mi aspetto da voi la stessa cosa, anche se in effetti non siete nella posizione di rimandare le lezioni”
“Ha ragione” disse Mag annuendo con convinzione.
“È tutto. Potete andare” disse tornando a leggere il tema che aveva davanti, aggiungendo parole o togliendone altre con aria annoiata.
I tre si alzarono, salutarono e si avviarono verso la porta. A quel punto Edmund si voltò.
“Signore… Professore… Grazie” balbettò.
“Non deludetemi” scandì Piton.
Aveva detto tutto.
Quando i tre furono fuori tirarono un sospiro di sollievo.
“Ci aiuta” realizzò Frannie, sentendo che il suo sorriso si allargava sempre di più.
“Sì, ci aiuta!” disse Edmund.
“Ci farà dannare, ma ci aiuta” disse Mag.
Aveva una gran voglia di abbracciare i due amici per la prova che avevano appena affrontato, ma decise di trattenersi.
“Magari con lui che ci dà le direttive non sarà neanche così difficile esercitarci da soli!” disse Frannie con un gran sorriso.
“Sono troppo contenta, ragazzi” disse Mag prendendoli a braccetto e stringendoli un po’.
“Anche io” disse Edmund. “E poi non è stato così stronzo, no? Magari ci tratterà meglio a lezione”
“Secondo me invece è più probabile che ci tratti peggio solo per dimostrare che non ha nulla a che fare con noi” borbottò Mag “…Ma non fa niente, ne varrà la pena!”
“Sono contenta che ti sei convinta, Mag” disse Frannie, stringendola in un breve abbraccio.
“Tutto sommato non era una brutta idea, ma vediamo prima come organizzerà le lezioni” disse la ragazza.
Insieme andarono verso la Sala Camune, col cuore finalmente leggero.
 
 
NOTE AUTRICE
 
La canzone che dà il titolo a questo capitolo e alla storia stessa è Uprising dei Muse *-*
Eccoci arrivati a questo momento di fondamentale importanza per il nostro trio!
Vi è piaciuto come si è evoluta la loro idea di allenarsi da soli? In questo capitolo è emersa una parte del loro carattere che forse si era vista poco, il desiderio di prendere in mano la situazione e essere leader del gruppo, ma come spesso succede nei gruppi di persone che si conoscono molto bene, è difficile sia dare che ricevere ordini.
A questo punto Piton era la loro unica possibilità.
Secondo voi è plausibile che avrebbe accettato? Questo è stato un po’ un azzardo, ma per il resto spero che lo abbiate trovato In Character!
 
Venerdì prossimo vi aspetta un flashback importantissimo!
 
[1] Da come me lo hai descritto mi sembra un potenziale SerpeTasso XD
[2] Roba facile, livello base :’D
[3] Spoiler: è di Neville
   
 
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